Riassunto:
Stasera, voglio riprendere che abbiamo iniziato nell'ultimo studio, un argomento molto importante. Vogliamo capire di più ciò che Dio ci insegna riguardo alle opere buone.
Che cos'è un'opera buona? Come in tanti altri campi, anche in questo gli uomini hanno un proprio concetto, che però è assai diverso di quello che Dio insegna.
Tante persone pensano che fare un'opera buona consiste nell'impegnarsi a fare del bene ad altre persone. Tanti si inorgogliscono pensando a quanto aiutano gli altri. Si reputano essere delle persone “buone” solo perché sono pronti ad aiutare chi è nel bisogno.
Ma Dio ha tutto un altro metro di che cosa sono le opere buone.
Nella Bibbia, un termine che descrive quello che noi chiamiamo “opere buone” è “giustizia”. “Praticare la propria giustizia” vuol dire compiere delle opere che desideriamo che siano reputate dagli altri come delle buone opere.
Ascoltate quello che dichiara Gesù in Matteo 6 per quanto riguarda queste opere, che in questo brano Egli chiama “giustizia”.
“«Guardatevi dal praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio presso il Padre vostro che è nei cieli.” (Mat 6:1 NRV)
E ancora, è sempre Gesù che parla, in Luca 16:
“Ed egli disse loro: «Voi vi proclamate giusti davanti agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; perché quello che è eccelso tra gli uomini, è abominevole davanti a Dio.” (Luca 16:15 NRV)
Gli uomini compiono le opere per essere visti dagli altri. Si vantano di quello che fanno. Si considerano essere “buoni” in base a quello che fanno. Ma Dio non considera che questo tipo di opere sono delle “buone opere”.
Abbiamo visto nell'ultimo studio che le opere buone sono quelle opere che portano gloria a Dio. Inoltre, solitamente, edificano ed aiutano gli altri, e questo li spinge a dare gloria a Dio.
Per capire questa verità, ricordate che un'opera che aiuta un altro ma che non dà gloria a Dio, non è un'opera buona. Per esempio, se uno aiuta il suo prossimo, ma lo fa in modo che quel tale lo ringrazia più di quanto ringrazia Dio, allora quella che ha compiuto non è un'opera buona. Anzi, è qualcosa di malvagio, perché quella persona lo fa per ricevere gloria, non per glorificare Dio.
Invece, se un credente aiuta gli altri, spiegando loro che l'aiuto che egli può dare è un modo di Dio di curarli, e se quelle persone ringraziano Dio e Gli danno gloria, allora sì che quella è un'opera buona!
Glorificano Dio
Quindi, le opere che Dio considera opere buone sono quelle opere che portano gloria a Dio.
Consideriamo alcuni versetti che parlano di come le opere buone glorificano Dio.
Per esempio, in Giovanni 15:8, è descritto ciò che porta molta gloria a Dio. Ve lo leggo.
“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.” (Gv 15:8 NRV)
Dio è glorificato quando portiamo molto frutto, ovvero, quando siamo dedicati a compiere buone opere, che glorificano Dio.
Dio ci comanda di vivere in modo che le nostre opere buone aiutino gli altri a glorificare Dio. Quindi, se NON viviamo così, siamo nel peccato. Ascoltiamo le parole di Gesù in Matteo 5.
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.” (Mat 5:16 NRV)
Un altro brano in cui troviamo un insegnamento simile è in 1Pietro 2. Ci comanda di avere...
“... una buona condotta fra gli stranieri, affinché laddove sparlano di voi, chiamandovi malfattori, osservino le vostre opere buone e diano gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà.” (1Piet 2:12 NRV)
Consideriamo la situazione descritta qua. In questa situazione, certe persone sparlano di noi, per il fatto di essere credenti. Però, se la nostra condotta è talmente buona, che rispecchia la santità di Dio, questa li spingerà a dare gloria a Dio nel giorno in cui li visiterà. E questo potrebbe accadere sia nel giorno della loro salvezza, perché la nostra buona condotta sarà stata uno stimolo per loro a ravvedersi e a credere in Dio, oppure, sarà nel giorno del giudizio, quando il loro peccato di sparlare contro di noi, nonostante il nostro comportamento santo, dimostrerà la giustizia di Dio nel giudicare. Quindi, una vita di opere buone porterà gloria a Dio.
Abbiamo già letto le parola di Gesù in Giovanni 15, di come Dio sarà glorificato quando noi portiamo frutto.
“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.” (Giov 15:8 NRV)
È importante vivere in modo da portare molto frutto spirituale.
Quindi, da questi versetti, comprendiamo che le opere buone sono quelle opere che portano le persone a notare Dio, anziché a notare noi, in modo che glorifichino Dio!
La ricompensa eterna
Oltre a portare gloria a Dio, le opere buone hanno un altro frutto. Ci producono una ricompensa eterna.
La nostra vita sulla terra, alla luce dell'eternità, dura ben poco, poi arriva il giudizio. Tutti coloro che non hanno il perdono in Cristo Gesù saranno mandati al tormento eterno. Invece, ogni credente sarà giudicato in base a come avrà investito il tempo che Dio gli ha dato sulla terra dopo la salvezza. Paolo dichiara questo in Romani 14 e anche in 2Corinzi 5
“Quindi ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio.” (Ro 14:12 NRV)
“Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male.” (2Cor 5:10 NRV)
Alla luce del giudizio eterno, è molto importante dedicarci alle buone opere.
In Matteo 10, Gesù spiega che se uno aiuta qualcuno che è nel bisogno perché quella persona appartiene a Cristo, il che significa che lo fa per la gloria di Cristo, quel credente avrà una ricompensa. Vi leggo.
“40 «Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. 41 Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto. 42 E chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà affatto il suo premio».” (Matteo 10:40-42 NRV)
Chi riceve, ovvero, chi aiuta qualcuno, non solo perché ne ha bisogno, ma perché appartiene a Cristo, e quindi è un modo di onorare Cristo, riceverà un premio che durerà per tutta l'eternità.
Ci sarà grande benedizione per chi avrà investito la sua vita facendo le opere buone. Quella persona potrà essere felice nel suo operare, come leggiamo in Giacomo 1.
“Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare.” (Giacomo 1:25 NRV)
Invece, chi avrà avuto una vita priva di opere buone avrà una sorpresa terribile. Questo è il messaggio di Gesù in Luca 13.
“6 Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna; andò a cercarvi del frutto e non ne trovò. 7 Disse dunque al vignaiuolo: "Ecco, sono ormai tre anni che vengo a cercar frutto da questo fico, e non ne trovo; taglialo; perché sta lì a sfruttare il terreno?" 8 Ma l’altro gli rispose: "Signore, lascialo ancora quest’anno; gli zapperò intorno e gli metterò del concime. 9 Forse darà frutto in avvenire; se no, lo taglierai"».” (Luca 13:6-9 NRV)
Quanto è importante, eternamente importante, che ci impegniamo nelle opere buone! Non quelle che gli uomini dicono(oppure reputano) di essere opere buone lo sono realmente, ma solamente quelle che Dio dichiara di esserlo.
Esempi delle opere buone
Per aiutarci a capire meglio quanto le opere buone siano importanti, leggiamo alcuni brani che parlano delle opere buone e del risultato che esse producono. Questo ci potrà stimolare a dedicarci ancora di più alle opere buone.
Leggiamo la parabola dei talenti, in Matteo 25.
“14 «Poiché avverrà come a un uomo il quale, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e partì. 16 Subito, colui che aveva ricevuto i cinque talenti andò a farli fruttare, e ne guadagnò altri cinque. 17 Allo stesso modo, quello dei due talenti ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò a fare una buca in terra e vi nascose il denaro del suo padrone. 19 Dopo molto tempo, il padrone di quei servi ritornò a fare i conti con loro. 20 Colui che aveva ricevuto i cinque talenti venne e presentò altri cinque talenti, dicendo: "Signore, tu mi affidasti cinque talenti: ecco, ne ho guadagnati altri cinque". 21 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 22 Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: "Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". 23 Il suo padrone gli disse: "Va bene, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". 24 Poi si avvicinò anche quello che aveva ricevuto un talento solo, e disse: "Signore, io sapevo che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; 25 ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; eccoti il tuo". 26 Il suo padrone gli rispose: "Servo malvagio e fannullone, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 dovevi dunque portare il mio denaro dai banchieri; al mio ritorno avrei ritirato il mio con l’interesse. 28 Toglietegli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.” (Mt 25:14-29 NRV)
Questa parabola ci aiuta a capire quanto sarà meravigliosa l'eternità per chi avrà compiuto tante opere buone, e quanto sarà terribile per chi avrà speso la sua vita in altri impegni, ma non nelle opere buone.
In questa parabola, è chiaro che il padrone rappresenta Cristo. Egli parte, e infatti, Gesù è andato in cielo per ora, e poi, ritornerà.
Nella parabola, il Signore dà a ciascuno dei talenti. Ricordate che un talento era una grande quantità di soldi. Quindi, i talenti rappresentano tutto quello che abbiamo ricevuto di valore da Dio. Per esempio, rappresentano il tempo, le capacità, l'intelligenza, i soldi, ed altre cose che ci permettono di investire più o meno per Dio.
È importante notare come questi uomini investirono le loro vite.
Due degli uomini si misero subito ad investire quello che avevano ricevuto per poter così guadagnare il massimo possibile. Cioè, si impegnarono a guadagnare per il loro padrone. Spendettero il loro tempo, le loro capacità e il loro impegno NON per loro stessi, ma per guadagnare il massimo possibile per il loro padrone.
Poi, quando il padrone tornò e gli fecero il resoconto, questi due uomini ricevettero la stupenda ricompensa di sentirlo dire:"Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore".
Sapendo che questa scena rappresenta il giudizio finale, questi uomini ebbero la gioia, che durerà per tutta l'eternità, di entrare nella gioia di Dio. Entrare nella gioia di Dio significa condividere la gioia di Dio stesso. La gioia di Dio, come ogni altra sua qualità, è infinita ed eterna! Questi uomini, essendosi dedicati alle opere buone, essendosi dedicati alla gloria di Dio durante i pochi anni che hanno vissuto sulla terra, hanno potuto godere l'infinita gioia di Dio per tutta l'eternità.
Non è stato così per il terzo uomo. Quell'uomo NON investì la sua vita per la gloria del suo padrone perché non fece fruttare il talento del padrone. Possiamo capire da questa sua azione che lui, anziché dedicarsi a quello che avrebbe portato gloria al padrone, si impegnò in quello che avrebbe portato beneficio a se stesso. Preferì investire il tuo tempo, la sua forza e le sue capacità in quello che gli piaceva e che gli portava qualche beneficio terreno.
Notiamo che non c'è alcuna indicazione che egli abbia commesso quello che gli uomini considerano dei gravi peccati. Piuttosto, il suo peccato fu proprio il fatto di non dedicarsi alla gloria del padrone, ovvero, alla gloria di Dio.
Per questo, egli è stato duramente condannato. Infatti, per la sua scelta, è stato cacciato dalla presenza del padrone, dalla presenza di Dio, per tutta l'eternità.
Quest'uomo, cercando il suo tesoro sulla terra, ha perso tutto ed è stato condannato per l'eternità.
Alla luce di questo, chiedo a ciascuno di voi di domandarvi: per che cosa sto vivendo? Come sto investendo la mia vita? Sto vivendo per portare la massima gloria possibile a Dio? Oppure, sto vivendo per le mie cose?
Non è una questione di vivere in grossi peccati. La questione è se stiamo vivendo alla gloria di Dio oppure no. Quindi, stai vivendo per compiere opere buone, opere che portano gloria a Dio?
Esempio: la parabola delle mine
Esaminiamo un'altra parabola che ci aiuta a capire le opere buone. Leggiamo la parabola delle mine, in Luca 19.
“12 Disse dunque: «Un uomo nobile se ne andò in un paese lontano per ricevere l’investitura di un regno e poi tornare. 13 Chiamati a sé dieci suoi servi, diede loro dieci mine e disse loro: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". 14 Or i suoi concittadini l’odiavano e gli mandarono dietro degli ambasciatori per dire: "Non vogliamo che costui regni su di noi". 15 Quando egli fu tornato, dopo aver ricevuto l’investitura del regno, fece venire quei servi ai quali aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ognuno avesse guadagnato mettendolo a frutto. 16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua mina ne ha fruttate altre dieci". 17 Il re gli disse: "Va bene, servo buono; poiché sei stato fedele nelle minime cose, abbi potere su dieci città". 18 Poi venne il secondo, dicendo: "La tua mina, Signore, ha fruttato cinque mine". 19 Egli disse anche a questo: "E tu sii a capo di cinque città". 20 Poi ne venne un altro che disse: "Signore, ecco la tua mina che ho tenuta nascosta in un fazzoletto, 21 perché ho avuto paura di te che sei uomo duro; tu prendi quello che non hai depositato, e mieti quello che non hai seminato". 22 Il re gli disse: "Dalle tue parole ti giudicherò, servo malvagio! Tu sapevi che io sono un uomo duro, che prendo quello che non ho depositato e mieto quello che non ho seminato; 23 perché non hai messo il mio denaro in banca, e io, al mio ritorno, lo avrei riscosso con l’interesse?" 24 Poi disse a coloro che erano presenti: "Toglietegli la mina e datela a colui che ha dieci mine". 25 Essi gli dissero: "Signore, egli ha dieci mine!" 26 "Io vi dico che a chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici che non volevano che io regnassi su di loro, conduceteli qui e uccideteli in mia presenza"».” (Lu 19:12-27 NRV)
Anche qua, Gesù rende estremamente chiaro quanto è importante dedicarsi alle buone opere. Questa parabola è molto simile a quella precedente. Il peccato del servo malvagio è di non aver voluto investire la sua vita per la gloria del suo padrone. Gli uomini tendono a considerare che è peccato tutto ciò che fa del male agli altri. Chiaramente, fare un qualsiasi male agli altri è peccato. Però, Dio giudica essere un peccato anche una vita che non è dedicata alla Sua gloria.
La tua vita è dedicata a glorificare Dio?
Gli operai
Notiamo la parabola degli operai in Matteo 20, che ci aiuta a capire qualche altra verità sulle opere buone.
“1 «Il regno dei cieli è simile a un padron di casa, il quale, sul far del giorno, uscì a prendere a giornata degli uomini per lavorare la sua vigna. 2 Si accordò con i lavoratori per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3 Uscì di nuovo verso l’ora terza, ne vide altri che se ne stavano sulla piazza disoccupati, 4 e disse loro: "Andate anche voi nella vigna e vi darò quello che sarà giusto". Ed essi andarono. 5 Poi, uscito ancora verso la sesta e la nona ora, fece lo stesso. 6 Uscito verso l’undicesima, ne trovò degli altri in piazza e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno inoperosi?" 7 Essi gli dissero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna". 8 Fattosi sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e dà loro la paga, cominciando dagli ultimi fino ai primi". 9 Allora vennero quelli dell’undicesima ora e ricevettero un denaro ciascuno. 10 Venuti i primi, pensavano di ricever di più; ma ebbero anch’essi un denaro per ciascuno. 11 Perciò, nel riceverlo, mormoravano contro il padrone di casa dicendo: 12 "Questi ultimi hanno fatto un’ora sola e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e sofferto il caldo". 13 Ma egli, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, non ti faccio alcun torto; non ti sei accordato con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te. 15 Non mi è lecito fare del mio ciò che voglio? O vedi tu di mal occhio che io sia buono?"” (Mat 20:1-15 NRV)
Notiamo alcune delle verità di questa parabola. Il fatto che questi uomini poterono lavorare per il padrone non fu dovuto a qualche merito loro, ma alla sua bontà nel chiamarli a lavorare. Questo ci ricorda che non abbiamo alcun merito nei confronti di Dio.
Poi, il fatto che alcuni poterono lavorare più ore di altri non fu dovuto a qualche pregio o merito loro. Qui vediamo lo stesso principio che abbiamo visto nella parabola dei talenti in cui è il padrone che decide che cosa dare a ciascuno.
È importante notare che era un peccato per questi uomini il credere di meritare qualcosa dal padrone. Cioè, essi credevano di meritare più degli altri. Non capivano che il fatto che avevano potuto lavorare più ore solamente perché il padrone aveva scelto di assumerli prima e non perché lo avevano meritato.
Quindi, questo loro atteggiamento dimostra un cuore malvagio, e per questo, se avete notato, sono stati scacciati dalla presenza del padrone.
Applicando queste verità alle opere buone, se il nostro traguardo è quello di portare gloria a Dio, allora non ci importerà se avremo una ricompensa più grande di qualcun altro. Il nostro cuore sarà totalmente fissato sulla gloria di Dio.
Se invece, ci confrontiamo con gli altri, e vogliamo essere notati o apprezzati per quello che facciamo, allora, non stiamo veramente cercando la gloria di Dio, ma stiamo cercando l'approvazione degli uomini e la nostra propria gloria. Se è così, non avremo alcuna ricompensa e quella che abbiamo fatto non è un'opera buona.
Vivere veramente per la gloria di Dio, e quindi, dedicarsi veramente alle opere buone, ti spinge a non preoccuparti della ricompensa, ma solamente della gloria di Dio.
Parabola dei due figli: Matteo 21
Il compiere buone opere non consiste in ciò che diciamo di voler fare, ma in ciò che facciamo. In altre parole, non è quanto diciamo di voler fare per Dio, ma è quello che veramente facciamo.
Una parabola di Gesù che ci aiuta a capire questa verità è la parabola dei due figli in Matteo 21:28-31. Leggiamola.
“28 «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si avvicinò al primo e gli disse: "Figliolo, va’ a lavorare nella vigna oggi". 29 Ed egli rispose: "Vado, signore"; ma non vi andò. 30 Il padre si avvicinò al secondo e gli disse la stessa cosa. Egli rispose: "Non ne ho voglia"; ma poi, pentitosi, vi andò. 31 Quale dei due fece la volontà del padre?» Essi gli dissero: «L’ultimo». E Gesù a loro: «Io vi dico in verità: I pubblicani e le prostitute entrano prima di voi nel regno di Dio.” (Mat 21:28-31 NRV)
Un figlio disse delle belle parole, ma il suo cuore non fu giusto, e in realtà, non visse per portare gloria a suo padre.
L'altro figlio invece iniziò nel peccato, però poi si ravvide e si dedicò alle opere buone. Gesù qui ci fa capire che fu il secondo che fece la volontà del Padre. Il suo commento sui pubblicani e le prostitute ci insegna che anche se uno che è un grande peccatore, se si ravvede di cuore, può vivere una vita che porta gloria a Dio.
Conclusione di parte 2
A questo punto, consideriamo le verità che abbiamo visto in questo studio. È estremamente chiaro che le buone opere sono opere che portano gloria a Dio. Per quanto le nostre opere possano essere un grande aiuto per gli altri, se mettono l'attenzione su di noi, anziché dare gloria a Dio, non sono veramente opere buone. Se facciamo quello che facciamo, anche se è un grande sacrificio e porta del bene agli altri, ma se lo facciamo per ricevere la loro approvazione o il loro apprezzamento, quella non è un'opera buona.
Ricordiamo la meravigliosa verità che avremo una ricompensa eterna per le opere buone. Infatti, Galati 6:9 ce lo ricorda:
“Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.” (Galati 6:9 NRV)
Ricordiamoci poi, come abbiamo imparato dalle parabole, che vivere per i nostri interessi è un grave peccato. Dio ci ha salvato affinché fossimo zelanti nelle opere buone. Ci ha trasferiti dalle tenebre alla luce affinché proclamassimo le sue virtù. Investiamo quello che abbiamo, il nostro tempo, le nostre capacità, la nostra forza, le opportunità che abbiamo, e i nostri soldi, per la gloria del nostro Signore e Salvatore!
Se Dio sceglie di usarci per compiere delle opere poco visibili, facciamole con tutto il nostro cuore! Se dovesse scegliere di servirsi di noi per compiere delle opere molto visibili, facciamole con tutto il nostro cuore! Facciamo tutto per la gloria di Dio!