Quali sono i peccati peggiori, secondo la maggioranza delle persone?
Ovunque si vada nel mondo, solitamente, la grande maggioranza delle persone, compreso i credenti, è d'accordo su quali siano i peccati peggiori.
Per tanti, i peccati peggiori sono quei peccati che sono fatti dagli altri, non i propri!
Ricordate la preghiera del fariseo nel tempio, che si riteneva di essere una persona molto giusta? Egli pregava così:
“Il fariseo, stando in piedi, dentro di sé pregava così: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adulteri, e neppure come quel pubblicano.” (Luca 18:11 LND)
Questo fariseo si riteneva giusto perché pensava a quei peccati che non commetteva, e non riconosceva invece quanto erano gravi quelli di cui era colpevole.
Purtroppo, è molto facile che anche noi facciamo la stessa cosa. Ammettiamo che pecchiamo ancora, però, al nostro giudizio, ci può sembrare che i nostri peccati non siano troppo gravi.
Invece, spesso, proprio i nostri peccati sono estremamente gravi agli occhi di Dio.
Per capire come Dio considera certi peccati, che spesso si trovano in noi, oggi vogliamo considerare un esempio di un peccato così grave che Dio mise alla morte tante persone per averlo commesso. Sono stati pochi i peccati che hanno provocato questa reazione da parte di Dio.
L'avvenimento che vogliamo considerare oggi accadde quando i figli d'Israele si trovavano nel deserto, circa un anno dopo che Dio li aveva liberati dalla dura schiavitù dell'Egitto. Dio aveva anche stabilito da poco il suo patto con loro, facendoli diventare il suo popolo particolare e amato. Aveva dato loro la meravigliosa promessa di condurli alla terra promessa. Durante il viaggio, Dio li guidava personalmente, con una colonna di fuoco di notte e una nuvola di giorno. Questo popolo era benedetto in modo straordinario.
Avendo ricevuto una cura così grande, avrebbero dovuto essere pieni di ringraziamento e avrebbero dovuto avere grande fede. Invece, peccarono gravemente.
I peccati dei figli d'Israele sono stati così gravi che vengono elencati in 1Corinzi 10 come esempio da evitare. Vi leggo 1Corinzi 10 dal v.1.
“1 Ora, fratelli, non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola e tutti passarono attraverso il mare, 2 tutti furono battezzati per Mosé nella nuvola e nel mare, 3 tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale, 4 e tutti bevvero la medesima bevanda spirituale, perché bevevano dalla roccia spirituale che li seguiva; or quella roccia era Cristo. 5 Ma Dio non gradì la maggior parte di loro; infatti furono abbattuti nel deserto, 6 Or queste cose avvennero come esempi per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi fecero,... ...10 E non mormorate, come alcuni di loro mormorarono, per cui perirono per mezzo del distruttore. 11 Or tutte queste cose avvennero loro come esempio, e sono scritte per nostro avvertimento, per noi, che ci troviamo alla fine delle età.” (1Cor 10:1-6,10-11 LND)
Fra i vari peccati elencati in questo brano, vogliamo considerare oggi specificatamente il peccato di mormorare, che possiamo anche chiamare lamentarsi.
Dio vuole che impariamo dal loro esempio ad evitare questi peccati così terribili. Quindi, consideriamo più a fondo il loro peccato, per non caderci noi.
La situazione
Come ho già menzionato, i figli d'Israele erano stati grandemente benedetti da Dio. Avevano visto le grandi opere di Dio nella loro salvezza dalla dura schiavitù d'Egitto. Avevano ricevuto il patto con Dio sul monte Sinai, diventando il popolo amato da Dio. Ora, nel deserto, Dio stava provvedendo miracolosamente per tutti i loro bisogni, con acqua dalla roccia, e con la manna, e facendo sì che i loro vestiti non si logorassero. Quindi, avevano tanti motivi per lodare e ringraziare l'Eterno.
il loro peccato
In questa situazione, da poco liberati dalla schiavitù, si potrebbe facilmente e giustamente pensare che i figli d'Israele fossero ricolmi di ringraziamento e di lode per Dio.
E infatti, appena dopo aver passato il Mar Rosso, avevano lodato e ringraziato Dio grandemente, come si legge in Esodo 15.
Però, ben presto, dimenticarono la grande opera di Dio e la loro liberazione. Ben presto, dimenticarono la durezza della loro schiavitù. Ben presto, dimenticarono di guardare in avanti, alla terra promessa che avrebbero raggiunto di lì a breve.
Anziché guardare al passato pensando alle grandi benedizioni già ricevute, e al futuro aspettandola terra promessa, e allo stesso tempo riconoscendo la cura di Dio che stavano godendo in quel momento, i figli di Israele cominciarono a cercare dei motivi per lamentarsi e mormorare.
Che cos'è mormorare o lamentarsi? Non è altro che l'essere scontento di qualcosa o di qualcuno. Nasce da un cuore che crede di meritare di meglio, e da un malvagio egoismo.
Il mormorare e il lamentarsi non dipendono mai dalle circostanze, ma dal cuore della persona. Quando TU mormori, non è perché hai una situazione difficile, ma è perché hai un cuore orgoglioso ed egoista!
Chi cerca motivi per lamentarsi ha un cuore tale che troverà sempre qualcosa di cui lamentarsi. Questo non perché manca di qualche benedizione, ma perché il suo cuore è già nel peccato.
E infatti, i figli d'Israele avevano un cuore pieno di peccato, e perciò, mormoravano contro Dio volta dopo volta.
Mormorare o lamentarsi rivela un cuore pieno di peccato!
In questo sermone, vogliamo considerare più a fondo il loro mormorare in Numeri 11. Inizio leggendo Numeri 11:1-4
“1 Or il popolo si lamentò e questo dispiacque agli orecchi dell’Eterno; come l’Eterno li udì, la sua ira si accese, e il fuoco dell’Eterno divampò fra di loro, e divorò l’estremità dell’accampamento. 2 Allora il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò l’Eterno e il fuoco si spense. 3 Così quel luogo fu chiamato Taberah, perché il fuoco dell’Eterno si era acceso fra di loro. 4 E la marmaglia eterogenea che era tra il popolo, fu presa da grande bramosia; e anche i figli d’Israele ripresero a piagnucolare e a dire: Chi ci darà carne da mangiare?” (Numeri 11:1-4 LND)
In questo brano, vediamo che il popolo si lamentò, ovvero, mormorò. Qui, si usa la parola piagnucolare.
I figli d'Israele, che da poco avevano goduto le opere miracolose di Dio, che stavano ricevendo una cura particolare da parte di Dio, che per pura grazia erano stati scelti come oggetto dell'amore di Dio, nonostante queste immense benedizioni, queste persone mormorarono! In realtà, stavano mormorando contro Dio.
Infatti, è molto importante che ci rendiamo conto che ogni volta che mormoriamo, stiamo mormorando contro Dio. Ogni lamentela è una lamentela contro Dio stesso.
Dio ci insegna nella Sua Parola che Egli è in controllo di tutta la nostra vita. Dio controlla tutto: controlla ogni aspetto della natura, dirige i cuori degli uomini, determina la durata della vita di ogni persona. Quindi, è Dio che determina quali prove avremo, quali prove non avremo, quali benedizioni avrà una persona, e quali ne avrà un'altra. Perciò, quando mormoriamo, ovvero, quando siamo scontenti della nostra situazione nella vita, anche se non menzioniamo Dio, stiamo mormorando contro Dio!
E' come un bambino che mormora contro quello che ha da mangiare a cena. Anche se non menziona la mamma, visto che è stata la mamma a decidere cosa cucinare, ed è stata sempre la mamma a preparare la cena, mormorare della cena è mormorare contro la mamma.
Così è nella vita ogni volta che mormoriamo contro le nostre circostanze. Ecco perché Dio si accese di ira, e mandò un fuoco che fece morire tanti dei figli d'Israele dopo che mormorarono! Quanto il lamentarsi è un peccato terribile agli occhi di Dio!
Certamente Dio è un Dio di misericordia, però, è anche un Dio santo, che vuole insegnarci a camminare rettamente, e perciò, che a volte usa disciplina anche dura.
In quell'occasione, il popolo riconobbe il loro peccato, e gridò a Mosè, che poi pregò per loro.
Il peccato si ripete
Però, la storia non finisce là. Nonostante che Dio avesse mandato il fuoco per punire il popolo perché aveva mormorato, dopo poco, il popolo ricominciò a mormorare. Che triste, ma anche noi facciamo così! Riconosciamo un peccato, ma dopo poco, scegliamo di tornare a quel peccato!
Leggiamo Numeri 11:4-15.
“4 E la marmaglia eterogenea che era tra il popolo, fu presa da grande bramosia; e anche i figli d’Israele ripresero a piagnucolare e a dire: Chi ci darà carne da mangiare? 5 Ci ricordiamo dei pesci che in Egitto mangiavamo gratuitamente, dei cetrioli, dei meloni, dei porri, delle cipolle e degli agli. 6 Ma ora, l’intero essere nostro è inaridito; davanti ai nostri occhi non c’è nient’altro che questa manna". ” (Numeri 11:4-6 LND)
Il popolo piagnucolava. Se ci fermiamo a considerare la loro situazione, è incredibile! Da poco, erano stati liberati da una durissima schiavitù in Egitto, da dove avevano gridato a Dio per aiuto. Dio li aveva salvati da quella schiavitù, e li stava portando alla terra promessa. Durante il viaggio, che non doveva durare tanto, Dio stava provvedendo del cibo miracolosamente, nella forma della manna. Nonostante quanto fossero benedetti, i figli d'Israele si lamentarono di avere solo la manna da mangiare. Che terribile ingratitudine!
Non solo, ma arrivarono a dire che erano stati meglio in Egitto. Questo è incredibile! Come è possibile che avessero dimenticato la dura schiavitù in Egitto? Come hanno potuto peccare così contro Dio che li aveva liberati dall'Egitto?
Come è possibile che avessero dimenticato le grandi benedizioni, e come hanno potuto lamentarsi di quello che in realtà era la giusta provvisione da parte di Dio per loro?
Ascoltate bene la risposta, perché questa è una lezione che abbiamo tutti bisogno di imparare.
Quando una persona sceglie di guardare alle circostanze attuali, anziché alle benedizioni che ha ricevuto da Dio, può facilmente e velocemente arrivare a mormorare contro Dio per quelle circostanze, anziché abbondare in ringraziamento per le grandi benedizioni ricevute. Quando cerchiamo la nostra contentezza nelle circostanze, anziché in Dio, facilmente saremo scontenti e arriveremo a mormorare.
Se consideriamo la situazione di Israele, in realtà, essi non avevano nemmeno veri problemi. Dio li aveva liberati dai loro nemici. Avevano tutta l’acqua che serviva e, ogni giorno, Dio mandava la manna per il loro sostentamento Avevano tutto quello che serviva, stavano andando verso la terra promessa. Eppure, si lamentarono. Quanto possiamo riconoscere noi stessi in loro!
Le quaglie
Che cosa fece Dio, come risposta alla loro lamentela? Prima di agire, l'Eterno dichiarò a Mosè quello che avrebbe dovuto dire al popolo. Leggo Numeri 11:18-20
“18 Quindi dirai al popolo: Santificatevi per domani, e mangerete carne, poiché avete pianto agli orecchi dell’Eterno, dicendo: "Chi ci darà carne da mangiare? Stavamo così bene in Egitto!". Perciò l’Eterno vi darà carne e voi ne mangerete. 19 E ne mangerete, non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, 20 ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi faccia nausea, poiché avete rigettato l’Eterno che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: "Perché mai siamo usciti dall’Egitto?"".” (Numeri 11:18-20 LND)
Dio dichiarò che avrebbe mandato una tale quantità di carne da doverne mangiare per un mese intero. Avrebbero avuto così tanta carne che se ne sarebbero stufati.
Notate che Dio dichiarò che avrebbe fatto questo come una forma di disciplina. Ascoltate attentamente il peccato che il popolo aveva commesso, perché è un peccato che anche noi possiamo facilmente commettere.
“ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi faccia nausea, poiché avete rigettato l’Eterno che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: "Perché mai siamo usciti dall’Egitto?".” (Numeri 11:20 LND)
Il loro peccato fu di rigettare l'Eterno!
Potreste chiedervi: “Ma in che modo avevano rigettato l'Eterno? Avevano solamente mormorato contro il solito cibo che avevano da mangiare, ricordando la varietà dei cibi in Egitto!”
Ascoltate bene: quando mormoriamo contro quello che la provvidenza di Dio ci ha provveduto, non solo stiamo mormorando contro Dio, ma stiamo rigettando Dio stesso!
Brontolare del cibo che Dio aveva provveduto per loro, e dire che stavano meglio in Egitto, da dove Dio li aveva liberati, era un gravissimo peccato, perché equivaleva a rifiutare Dio come il loro Dio.
Anziché sottomettersi a Dio come il loro Dio, anziché ringraziarLo per la sua salvezza dall'Egitto e per la provvisione della manna, gli Israeliti parlavano come se fossero stati meglio senza l'intervento di Dio. Che terribile peccato!
Alla luce di questo, è giusto chiederci: che cosa stiamo facendo, quando NOI mormoriamo di qualche situazione nostra? Quando noi mormoriamo, stiamo rigettando Dio stesso! Stiamo commettendo un gravissimo peccato! Mormorare, lamentarci, brontolare, è un gravissimo peccato, equivale a rigettare Dio stesso, come Dio stesso ce lo dichiara in questo brano!
Mosè dubita la cosa.
A questo punto, faccio un parentesi, per notare un'altra verità importante in questo brano. Voglio notare quanto è importante credere a quello che Dio promette. Quando Mosè sentì che Dio avrebbe provveduto della carne per un mese intero, ebbe difficoltà a crederci! Vi leggo i vv.21,22.
“21 Allora Mosè disse: "Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti, e tu hai detto: "Io darò loro carne e ne mangeranno per un mese intero!". 22 Si dovranno scannare per loro greggi e armenti perché ne abbiano abbastanza? O si dovrà radunare per loro tutto il pesce del mare perché ne abbiano abbastanza?".” (Num 11:21-22 LND)
Umanamente, una tale quantità di carne per un popolo così numeroso era inconcepibile! In un deserto così, provvedere della carne per tutte quelle persone per un solo giorno sarebbe già stato un vero miracolo. Ma provvedere della carne in abbondanza per un mese intero era inconcepibile! Mosè non riusciva a comprendere come Dio avrebbe potuto fare questo. Perciò, gli sembrava impossibile.
Il problema di Mosè, che è spesso anche il nostro problema, era che stava valutando la situazione basandosi su ciò che vedeva e che poteva immaginare potesse essere fattibile. Egli teneva conto solo delle cose che erano possibili con i mezzi che egli poteva immaginare. In base a quella valutazione, era chiaro che provvedere della carne per un mese per tutti era assolutamente impossibile.
Però, Mosè non doveva guardare solo ai fattori naturali. Doveva guardare a Chi aveva fatto la promessa, a Dio, che non è minimamente limitato dalle circostanze o dai mezzi naturali.
Fermiamoci qui, per considerare ciò che ho appena detto attentamente. Dio, il Creatore di tutto, aveva fatto una promessa a Mosè, quella di provvedere della carne per un mese intero. Mosè stava guardando a quello che era umanamente possibile e perciò, secondo i suoi calcoli, gli sembrava impossibile che la promessa potesse essere adempiuta.
Lo sbaglio di Mosè fu di non tenere conto che Dio può fare qualsiasi cosa. Però, anche noi ragioniamo così!
Quante volte abbiamo dubitato quello che Dio ha dichiarato, perché abbiamo guardato alle circostanze, e abbiamo creduto a quello che sembrava possibile alla nostra logica, anziché credere a Dio!
Quanto sbagliamo quando ragioniamo anche noi così, perché Dio non è limitato minimamente da quello che è possibile naturalmente! Dio non dipende dalle capacità dell’uomo per poter adempiere al suo piano, né è limitato da quello che è possibile naturalmente per riuscire ad adempiere le sue promesse!
Dio farà quello che ha dichiarato, che sia possibile naturalmente o che non lo sia. Quindi, possiamo sempre fidarci della Parola di Dio, sia che ci possa sembrare possibile oppure no.
Oh che possiamo imparare a fidarci di quello che Dio dichiara! Per esempio, Dio promette di non lasciarci né di abbandonarci mai. Crediamo alla sua promessa, qualunque siano le nostre circostanze!
Dio promette che provvederà per i nostri bisogni materiali se cerchiamo per primo il regno di Dio. Crediamo a Lui, per quanto potrebbe sembrare impossibile in un dato momento!
Dio promette che non permetterà che siamo tentati oltre le nostre forze. Perciò, per quanto una prova potrebbe sembrarci troppo pesante, crediamo a Dio, e non a quello che è il nostro parere.
Questo è il senso di camminare per fede, e non per visione.
Quante volte guardiamo alle circostanze, e a quello che possiamo vedere noi, anziché guardare a Dio! In questi casi, dubitiamo Dio, e spesso, arriviamo a mormorare.
Però, è stoltezza guardare a quello è che possibile naturalmente, anziché a Dio. Vivere così è vivere come se Dio non esistesse.
Quando consideriamo le promesse di Dio, non dobbiamo fondare la nostra fede in quello che a noi sembra possibile naturalmente. Dobbiamo fondare la nostra fede sul nostro Dio onnipotente!
Voglio ripetere questa verità, perché è tanto, tanto importante per la nostra vita cristiana!
Quando consideriamo le promesse di Dio, e ne abbiamo ricevute tante, non dobbiamo basare la nostra fede su quello che a noi sembra possibile. Cioè, non dobbiamo considerare quello che è possibile naturalmente, e in base a quello decidere che una certa promessa sarà adempiuta, e un’altra non sarà adempiuta. Quando consideriamo le promesse di Dio, dobbiamo considerare la persona di Dio e la potenza e le capacità del Dio onnipotente e invisibile! Questo deve essere il fondamento della nostra fede! L'Eterno Dio che ha creato tutto, sicuramente adempirà ogni promessa che ha fatto.
Quando guardiamo a Dio, e non a quello che sembra possibile a noi, possiamo avere fede in qualsiasi prova, perché Dio è onnipotente, ed è fedele a mantenere la Sua Parola.
Dio ha rimproverato Mosè per avere dubitato la Parola di Dio, come leggiamo in Numeri 11:23
“L’Eterno rispose a Mosè: "Il braccio dell’Eterno è forse raccorciato? Ora vedrai se la mia parola si adempirà o no".” (Num 11:23 LND)
Non pecchiamo come Mosè, dubitando Dio! Piuttosto, guardiamo con fede a Dio, aspettando che Lui operi nel suo tempo.
Oh che possiamo avere occhi di fede, e guardare non a quello che è visibile, ma a Colui che è invisibile! Dio è onnipotente, e può fare ogni cosa, anche quello che sarebbe naturalmente impossibile!
Dio adempie la sua Parola
Leggiamo il resto di questo capitolo, per capire come Dio adempì la sua promessa a Mosè e al popolo.
Numeri 11:31-35
“31 Allora si levò un vento per ordine dell’Eterno e portò delle quaglie dalla parte del mare, e le lasciò cadere presso l’accampamento per una giornata di cammino da una parte e una giornata di cammino dall’altra tutt’intorno all’accampamento, ad un’altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo. 32 Il popolo rimase in piedi tutto quel giorno, tutta la notte e tutto il giorno seguente e raccolse le quaglie. (Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci homer); e le distesero tutt’intorno all’accampamento. 33 Avevano ancora la carne fra i loro denti e non l’avevano ancora masticata, quando l’ira dell’Eterno si accese contro il popolo e l’Eterno percosse il popolo con una gravissima piaga. 34 Così quel luogo fu chiamato Kibro-th-Hattaavah perché là seppellirono la gente che si era lasciata prendere dalla concupiscenza. 35 Da Kibro-th-Hattaavah il popolo partì per Hatseroth, e a Hatseroth si fermò.” (Numeri 11:31-35 LND)
Come fa sempre, Dio adempì anche questa Sua promessa. Era un'opera miracolosa, sia per il gran numero di quaglie, sia per il fatto che Dio le aveva fatte arrivare appena sopra la terra, in modo che gli Israeliti le avrebbero potute prendere.
Però, a causa del fatto che il popolo aveva peccato contro di Dio, non essendosi accontentato del cibo che Dio aveva provveduto loro, l'ira di Dio si accese contro il popolo, ed Egli mandò un gravissimo flagello, facendo morire tanti di loro.
Quanto è importante che teniamo bene in mente quanto è grave il peccato di non essere contenti di ciò che la provvidenza di Dio ci dà, che ci porta poi a mormorare, che in realtà non è altro che rigettare Dio! Non essere contenti della nostra situazione è un peccato gravissimo agli occhi di Dio! Questo riguarda ogni cosa: quello che abbiamo da mangiare, la salute che abbiamo, la casa che abbiamo, la nostra auto o la mancanza di essa, i nostri vestiti, quanto sia facile o difficile il nostro lavoro, e ogni altra cosa.
Quanto è grave lamentarci!
Prego che abbiate capito quanto grave sia il peccato di mormorare. Era così grave che Dio uccise tanti Israeliti, in varie occasioni.
Infatti, solamente poche volte Dio ha punito delle persone fra i figli d'Israele con la morte. Lo ha fatto solamente nel caso dei peccati più terribili. Perciò, il fatto che Dio ha ucciso tanti dei figli d'Israele per aver mormorato ci fa capire quanto questo peccato sia estremamente grave per Dio. Quanto è grave quando mormoriamo!
Come evitare questo peccato
Visto che mormorare è molto, molto grave, e offende Dio tantissimo, è tanto importante evitarlo.
Come possiamo evitare questo peccato, che ci fa tanto, tanto male?
In realtà, non è difficile evitare questo peccato, se stabiliamo tre semplici abitudini nella nostra vita.
Guardare alla salvezza
La prima cosa che ci serve per evitare questo terribile peccato è di tenere sempre presente nel nostro cuore e nei nostri pensieri la salvezza che Dio ha già compiuto in noi. Cioè, dobbiamo guardare indietro, e riconoscere la grande opera di Dio per noi, nell'aver mandato Gesù Cristo a soffrire e morire per prendere la nostra condanna, e poi risuscitare.
I figli d'Israele avrebbero dovuto guardare indietro e ricordare la grande salvezza che Dio aveva compiuto per loro, liberandoli dall'Egitto. Una salvezza così grande doveva essere sempre presente nelle loro menti e nei loro cuori. Invece, non ci stavano più pensando, e così, caddero in questo terribile peccato.
Similmente, per noi che siamo salvati, la nostra salvezza è un'opera così grande che è giusto pensarci tutti i giorni. Chi tiene sempre in mente la sua salvezza, non avrà spazio nel cuore per lamentarsi.
Guardare alla cura attuale di Dio
La seconda cosa che ci serve per non cadere nel peccato di mormorare è di guardare e ringraziare Dio per la sua cura attuale.
Qualsiasi sia la prova o la difficoltà che stai attraversando, Dio ti sta curando, in modo perfetto, con saggezza e con amore. Non manchiamo mai di essere curati grandemente da Dio. Ogni buon dono che abbiamo, e ne abbiamo tantissimi, viene da Dio. Abbiamo ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo Gesù. Dio ci cura spiritualmente, e ci cura fisicamente, con una cura perfetta.
Abbiamo la Parola di Dio, abbiamo lo Spirito Santo, abbiamo guida, abbiamo incoraggiamento, abbiamo Dio che apre e chiude le porte giuste, abbiamo la protezione contro ogni prova sbagliata.
Quindi, quando ci troviamo in mezzo ad una prova che ci pesa, o, come i figli d'Israele, non avendo nemmeno problemi seri, ma solo qualcosa che non è la nostra preferenza, anziché focalizzare come loro sul negativo, focalizziamo sulla cura di Dio, insieme alle opere passate che ci portano dei benefici anche oggi.
Guardare in avanti a quello che ci aspetta
C'è anche una terza cosa che ci serve riconoscere e pensare per non cadere nel peccato di mormorare e lamentarci: dobbiamo guardare in avanti alle promesse future di Dio, cioè, alla nostra eredità eterna.
I figli d'Israele avrebbero potuto guardare in avanti, alla terra promessa.
Noi possiamo guardare in avanti alla nostra eredità eterna, e cioè di stare nella presenza di Dio per tutta l'eternità.
Quando fissiamo i nostri occhi in avanti sul meraviglioso avvenire che ci aspetta nella presenza di Dio, la nostra speranza viva, vedremo i problemi per quello che in realtà sono: solamente delle momentanee e leggere afflizioni, che non sono paragonabili al peso eterno di gloria che ci aspetta.
Chi guarda in avanti, non solo eviterà il peccato di mormorare, ma avrà tanta gioia, pensando a quello che lo aspetta in Cristo.
Quindi, per non cadere nel terribile peccato del lamentarsi, o mormorare, dobbiamo guardare indietro, e ricordare l'immensità dell'opera della salvezza, dobbiamo guardare alla cura perfetta di Dio oggi, e dobbiamo guardare in avanti, all'eredità che Dio ha riservato per noi.
Chi vive così, non sarà mai scontento, e perciò, non si lamenterà di nulla. Chi si lamenta, non sta guardando a quello che ha già ricevuto dal Signore, e a quello che riceverà nel futuro, se è un figlio di Dio.
E se tu che mi ascolti non hai la salvezza in Gesù Cristo, sappi che sei sotto il giudizio di Dio, però, oggi stesso, puoi ravvederti e credere in Gesù Cristo come Salvatore e Signore.
Applicazione per noi
Ringrazio Dio per la Sua Parola, che è veramente una spada a doppio taglio. Prego che ognuno di voi riconoscerà, come ho riconosciuto io, quanto è terribile il peccato di mormorare o lamentarsi. Possiamo mormorare sia ad alta voce con altri, sia nel nostro cuore, senza dire niente agli altri, però, è sempre un peccato molto grave, perché dimostra insoddisfazione per la situazione che il Signore ha provveduto per noi.
Oh che possiamo tenere ben in mente che lamentarsi è una forma di rigettare Dio stesso! Oh che possiamo capire quanto questo peccato sia grave! Oh che possiamo vivere per fede, anziché rigettare Dio con le nostre lamentele!
Quando tu ti rendi conto che stai mormorando, fermati, e confessalo a Dio come grave peccato. Non basta solo cercare di smettere! Bisogna confessarlo come grave peccato a Dio! È Dio che può perdonarci e purificarci!
Ricordate anche, come abbiamo visto oggi, che Dio può adempiere ogni sua parola. Non dubitare Dio, solamente perché a te non sembra possibile! Nulla è impossibile a Dio!
Anziché lamentarci, abbondiamo nel ringraziamento, per la salvezza già compiuta in Cristo, per la cura che abbiamo oggi, e per l'eredità che è riservata per noi nella presenza di Dio.
Grazie a Dio.