Un sermone tratta dagli avvenimenti di Natale, però che vale tutto l’anno. Aiuta a vivere per fede.
Spesso, quando leggiamo un avvenimento biblico, abbiamo la tendenza di non fermarci a riflettere come era veramente la situazione per chi viveva quell’avvenimento. Per esempio, leggiamo della sofferenza degli Israeliti in Egitto per quattrocento anni. A noi bastano pochi minuti per leggere quello che è durato, per varie generazioni di persone, tutta la vita.A noi servono pochi minuti di lettura per inquadrare le vicissitudini di Giuseppe da quando fu arrestato in Egitto, a quando venne scarcerato e divenne l’uomo più potente d’Egitto, dopo il faraone. Però spesso non ci fermiamo a riflettere che per Giuseppe quelli furono realmente anni che lui visse in prigione. Ed è così per tanti degli avvenimenti descritti nella Bibbia. Perciò, se vogliamo trarre più beneficio dalla nostra lettura, dobbiamo riflettere di più su come sarebbe stato per noi passare le stesse situazioni che hanno vissuto le persone di cui leggiamo. Solo allora potremo capire meglio cosa vuol dire vivere per fede e rimanere costanti, senza vacillare, perché Dio è fedele.
il natale
Oggi, voglio considerare gli avvenimenti che riguardano la nascita di Gesù Cristo sulla terra, che troviamo sia nel vangelo di Matteo sia nel vangelo di Luca. Sono storie che conosciamo molto bene. Oggi, voglio aiutarci a riflettere e a meditare su questi avvenimenti per trarne delle lezioni spirituali.
L’annuncio
Ricordiamo che Dio iniziò ad annunciare la venuta del Messia, Gesù Cristo, già dal tempo di Adamo ed Eva. Inoltre, in quello stesso tempo, vediamo anche il primo Tipo di Cristo, quando cioè Dio uccise un animale per provvedere delle tuniche ad Adamo ed Eva, per coprire la loro nudità. Questo era un Tipo del sacrificio di Cristo, visto che il sacrificio di Cristo avrebbe coperto l’uomo peccatore con la Sua giustizia.
Dal tempo di Adamo ed Eva in avanti, per tanti secoli, Dio annunciò ripetutamente la venuta di Colui che avrebbe provveduto la salvezza. Noi leggiamo queste profezie volta dopo volta nell’Antico Testamento. Quello che è importante per noi di ricordare è che i credenti che vissero in quei periodi avevano le promesse di Dio però, generazione dopo generazione, dovevano aspettare senza vedere arrivare, durante la loro vita, il Cristo che stavano aspettando. Dovevano vivere per fede, con la speranza di una benedizione futura.
In Ebrei 11, leggiamo di credenti che aspettavano con fede l’adempimento delle promesse. Morirono fisicamente ancora sperando, eppure la loro fede non venne meno. Vi leggo da Ebrei 11
“13 Tutti costoro sono morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra. 14 Infatti, chi dice così dimostra di cercare una patria; 15 e se avessero avuto a cuore quella da cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi! 16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città.” (Ebr 11:13-16 NRV)
Chi dice di credere ma dopo un certo tempo si stanca e guarda altrove, non conosce la vera fede. La vera vita di fede è una vita in cui si cammina per tutta la vita, essendo convinti che Dio manterrà la Sua parola. La vera fede è una fiducia certa di una realtà che ancora non si vede. Vi leggo due brani che parlano di questo principio.
“24 Poiché siamo stati salvati in speranza. Or la speranza di ciò che si vede, non è speranza; difatti, quello che uno vede, perché lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza.” (Rom 8:24-25 NRV)
“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono.” (Ebrei 11:1 NRV)
Quando leggiamo la Bibbia, dobbiamo imparare a riconoscere la fede dei credenti di cui leggiamo le vicende, affinché la nostra fede possa essere fortificata.
la nascita di Gesù
Allora, tenendo in mente l’importanza di vivere per fede, consideriamo alcuni aspetti della nascita di Gesù. Al tempo di Gesù, come spesso è successo in tutta la storia dell’umanità, tanti Giudei non avevano vera fede in Dio. Però, ce ne erano alcuni che vivevano per fede, nonostante gli anni di attesa. Oggi, mentre consideriamo gli avvenimenti, vogliamo riconoscere la loro fede, affinché anche noi possiamo vivere per fede e non per quello che vediamo.
l’annuncio
Maria, madre di Gesù, e Giuseppe, suo padre legale, avevano ricevuto tante benedizioni. Però, pur avendo il privilegio di allevare il Cristo, dovettero vivere per fede. Consideriamo questo fatto. Ricevettero più volte la profezia (il messaggio o l’avviso) che Gesù era il Cristo. Tutti questi annunci erano meravigliosi, però, notiamo che Giuseppe e Maria dovettero vivere per fede, perché gli annunci riguardavano cose per cui dovevano aspettarne l’adempimento.
Maria, per prima, è stata avvertita che avrebbe partorito un figlio, che sarebbe stato il Cristo. Maria era una giovane vergine, fidanzata. Per i Giudei di quel tempo, il fidanzamento era un legame forte come il matrimonio, a tal punto che per sciogliere un fidanzamento, era necessario il divorzio. La Bibbia non ci dice l’età di Maria, ma sappiamo che era normale per le donne di quel periodo sposarsi in età molto giovane, anche dai dodici ai quindici anni. Quindi, è molto possibile che Maria aveva fra i tredici e i quindici anni. Era un ragazza pura, con una grande fede in Dio. Un giorno, la sua vita fu grandemente scombussolata. Leggiamo da Luca 1:26
“26 Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. 28 L’angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». 29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 34 Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace». 38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo la lasciò. 39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, 40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, 42 e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? 44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. 45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento».” (Luca 1:26-45 NRV)
Ci sarebbero tante cose da notare in questo brano. Però, la cosa principale che voglio notare oggi è che in questo incontro a Maria vennero annunciate grandissime cose, fra le quali che il figlio che avrebbe partorito, per mezzo di un concepimento miracoloso, avrebbe regnato eternamente. Però, fra quell’ annuncio e l’adempimento della promessa, sarebbe passato molto, molto tempo. Nel frattempo, lei doveva diventare madre, e poi, doveva curare il suo figlio come un figlio qualsiasi. Quella promessa aveva un’ importanza incredibile, che si sarebbe però adempiuta nel futuro; perciò Maria doveva aggrapparsi alla promessa per fede, non per visione; in altre parole Maria non aveva ancora visto il regno di suo figlio, ma si fidava che quello che l’angelo le aveva detto si sarebbe certamente avverato nel futuro.
l’annuncio a Giuseppe
Anche a Giuseppe, il padre legale di Gesù, pur non essendo il padre biologico (perché Gesù non ebbe alcun uomo come padre), fu annunciato la nascita di Gesù.
Quando Giuseppe scoprì che la sua fidanzata, Maria, era incinta, presumette che lei avesse compiuto un atto di infedeltà. Però, anziché portarla davanti al tribunale, decise di divorziare da lei in segreto. Per evitare questo, Dio gli mandò un angelo per annunciarglile verità che riguardavano Gesù. Leggiamo di questo avvenimento, in Matteo 1:18-24
“18 La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. 20 Ma mentre aveva queste cose nell’animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. 21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». 22 Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». 24 Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie;” (Mat 1:18-24 NRV)
Anche qua, per motivi di tempo, voglio notare solo qualche verità. A Giuseppe venne annunciatal’origine divina del figlio, e poi, gli venne rivelato che questo figlio, a cui doveva dare il nome Gesù, sarebbe diventato il Salvatore, colui che salverà dai peccati.
Questo fu un annuncio incredibile che però non si adempì subito. Infatti, considerando che Giuseppe non venne mai menzionato durante il ministerio svolto da Gesù, si suppone che Giuseppe fosse morto prima che Gesù avesse compiuto trent’anni. Perciò, Giuseppe, come pure fecero i credenti dell’Antico Testamento, dovette vivere per fede, senza mai vedere adempiuta la promessa. Come loro, anche Giuseppe dovette vedere e salutare la promessa da lontano.
i pastori
Al tempo stabilito da Dio, Gesù nacque, come qualsiasi altro bambino. Visto che l’albergo era pieno, Gesù fu coricato, almeno il primo giorno, in una mangiatoia, nel paese di Betlemme. Quella stessa notte, gli angeli del cielo apparvero a dei pastori che stavano nei campi vicino a Betlemme, annunciando loro la nascita di Gesù. Leggiamo da Luca 2:8, notando quello che dicono di Gesù.
“8 In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. 9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore. 10 L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: 11 “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. 12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”». 13 E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: 14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!» 15 Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro: «Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci ha fatto sapere». 16 Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia; 17 e, vedutolo, divulgarono quello che era stato loro detto di quel bambino. 18 E tutti quelli che li udirono si meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. 19 Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo. 20 E i pastori tornarono indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato loro annunziato.” (Luca 2:8-20 NRV)
Anche qua, ci sarebbero tante cose che meriterebbero di essere considerate. Però, voglio notare quello che rende più chiaro il principio che stiamo considerando. Gli angeli annunciarono ai pastori che era nato il Cristo, il Salvatore, il Signore. Spiegarono a loro come riconoscere il bimbo. I pastori andarono in fretta a Betlemme, e trovarono le cose esattamente come erano state loro rivelate. Raccontarono a Giuseppe e a Maria le cose che l’angelo aveva detto di Gesù. Maria serbava in sé tutte queste cose, meditandole in cuor suo.
Amici, fermiamoci a considerare questo. Maria, per mezzo di un concepimento miracoloso, aveva portato alla luce un bimbo che l’angelo le aveva detto era il Cristo. Ora, poche ore dopo la sua nascita, arrivarono questi pastori, dichiarando che gli angeli del cielo avevano annunciato a loro la nascita del Cristo, il Signore, che era il piccolo Gesù. In questa maniera Dio stava confermando ancora una volta a Maria e Giuseppe la verità che questo bimbo Gesù era il Cristo, il Signore, il Salvatore.
Però, queste profezie erano tutte cose che riguardavano il futuro. Davanti a Giuseppe e Maria c’era un bambino normalissimo. Teniamo in mente questo.
Presentazione nel Tempio
Gieseppe e Maria, quando Gesù aveva otto giorni, seguendo la legge di Dio data tramite Mosè, lo portarono ad essere circonciso. Poi, quando aveva sei settimane, circa un mese e mezzo, andarono al Tempio con Gesù, sempre in ubbidienza alla Legge di Dio,
“22 Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, 23 come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore»; 24 e per offrire il sacrificio di cui parla la legge del Signore, di un paio di tortore o di due giovani colombi.” (Luca 2:21-24 NRV)
Simone e Anna
Mentre Giuseppe e Maria stavano al Tempio, per compiere i riti stabiliti dalla Legge, Dio mandò un vecchio uomo e anche una vecchia donna, che parlarono entrambi per mezzo dello Spirito Santo. Teniamo in mente tutto quello che Giuseppe e Maria avevano già sentito, sia tramite l’angelo, sia per mezzo dei pastori. Leggiamo in Luca 2:25-38
“25 Vi era in Gerusalemme un uomo di nome Simeone; quest’uomo era giusto e timorato di Dio, e aspettava la consolazione d’Israele; lo Spirito Santo era sopra di lui; 26 e gli era stato rivelato dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. 27 Egli, mosso dallo Spirito, andò nel tempio; e, come i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere a suo riguardo le prescrizioni della legge, 28 lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo: 29 «Ora, o mio Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo, secondo la tua parola; 30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, 31 che hai preparata dinanzi a tutti i popoli 32 per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». 33 Il padre e la madre di Gesù restavano meravigliati delle cose che si dicevano di lui. 34 E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: «Ecco, egli è posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione 35 a te stessa una spada trafiggerà l’anima), affinché i pensieri di molti cuori siano svelati». 36 Vi era anche Anna, profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser. Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni. 37 Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme.” (Luca 2:25-38)
Anche qua, notiamo che Dio fece sì che Giuseppe e Maria ricevettero, tramite Simeone, e poi tramite Anna, un’ ulteriore conferma di Dio che Gesù è il Cristo, Colui che provvede la salvezza, e anche il Giudice, davanti al quale tanti uomini cadranno.
Però, la cosa da notare è che tutte queste parole vennero rivelate a Giuseppe e Maria quando Gesù aveva solo un mese e mezzo di età! Nulla di tutto quello che era stato annunciato poteva essere visibile guardando Gesù.
i Magi
Passiamo ora ad un ulteriore avvenimento, quello dell’arrivo dei Magi. Qualche dettaglio può aiutarci a capire meglio questo avvenimento. Visto che Erode si informò dai Magi del tempo in cui la stella era apparsa, e poi dopo, fece uccidere tutti i bimbi maschi che avevano meno di due anni, possiamo dedurre che probabilmente quando i Magi arrivarono a Gerusalemme, Gesù aveva intorno ad un anno. Giuseppe e Maria erano ormai in una casa. Teniamo questo in mente, mentre leggiamo.
“1 Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all’epoca del re Erode. Dei magi d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». 3 Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: 6 “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele”». 7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s’informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch’io vada ad adorarlo». 9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un’altra via.” (Mat 2:1-12 NRV)
Abbiamo sentito di questo avvenimento tante volte. Però, ora fermiamoci a considerarlo. Giuseppe e Maria erano persone semplici e abbastanza povere.Questi uomini importanti arrivarono a casa loro da un paese lontano, dopo aver fatto un lungo e costoso viaggio proprio per vedere Gesù. Si prostrarono per terra davanti a Gesù, che probabilmente aveva solo un anno. Gli diedero dei doni preziosi, di grande valore. Lo adorarono, cosa riservata a Dio solo. Poi, partirono.
Ricordiamo che Maria e Giuseppe avevano entrambi ricevuto una rivelazione di un angelo, prima del concepimento di Gesù. In seguito, alla sua nascita, ci furono i pastori che vennero alla mangiatoia per vedere Gesù. Quando Gesù aveva un mese e mezzo, ci furono il vecchio Simeone e la vecchia Anna nel tempio che profetizzarono cose riguardanti il bambino. Da quel punto in poi, cioè da circa un anno, la loro vita era stata normale. Gesù era un bimbo normale. Adesso però succede questo fatto inconsueto. Possiamo immaginare che tutti gli annunci che Giuseppe e Maria ebbero ricevuti precedentemente tornarono subito in mente. Davanti a loro vedevano un bimbo normalissimo, però, avevano anche questa conferma che egli era il Cristo.
Quello che vogliamo notare è che tutte le incredibili verità che riguardavano Gesù erano profezie che riguardavano il futuro dal loro punto di vista. Maria sapeva, per fede, che il suo figlio era il Messia. Però, era una verità che doveva accettare per fede. Anche Giuseppe doveva accettare questo per fede. Non era qualcosa di visibile. E non sarebbe diventata una cosa visibile per altri trent’anni circa.
il cuore di Maria e di Giuseppe
Giuseppe e Maria avevano delle grandissime promesse. Avevano ricevuto da Dio la notizia che il loro figlio, anche se non era fisicamente figlio di Giuseppe, era il Cristo, il Signore, il Salvatore che i Giudei avevano aspettato per tanti secoli.
Vi pongo una domanda importante: che cosa cambiò nella loro vita quotidiana, il fatto di sapere questa grande notizia?
Secondo voi Giuseppe fu trattato diversamente dai suoi clienti? Oppure, Giuseppe avrebbe potuto proprio lasciare il suo lavoro faticoso, e mettersi solamente ad aspettare che gli angeli portassero ciò che serviva per la sua famiglia?
Maria avrebbe potuto smettere di cucinare, pulire e fare tutti i mestieri domestici? Essendo i genitori di Gesù Cristo, avrebbero potuto lasciare tutti gli impegni mondani, per dedicarsi alla lettura delle Scritture, alla preghiera e alla meditazione?
Giuseppe e Maria furono trattati diversamente dagli altri, essendo che avevano come figlio il Cristo?
Che cosa cambiava per Giuseppe e Maria, il fatto di avere la promessa, da parte Dio, che il figlio che stavano allevando era il Cristo, il Signore?
Amici, state attenti. Qua, c’è una lezione importantissima per noi.
Ciò che cambiava per Giuseppe e Maria era tutto, ed era niente. Guardando alla vita quotidiana, a tutto l’affanno della vita, e alle difficoltà di tutti i giorni, Giuseppe e Maria avranno sicuramente avuto le loro difficoltà, come tutti gli altri esseri umani. Probabilmente avranno dovuto affaticarsi per andare avanti, giorno per giorno. Avranno avuto le loro difficoltà economiche, avranno avuto i loro problemi con vicini, con clienti, ed altri, avranno avuto le loro malattie, e le malattie dei loro figli, e quasi sicuramente, Maria conobbe, mentre era ancora abbastanza giovane, la tristezza di perdere suo marito.
Quindi, per quanto riguarda la vita quotidiana, la strepitosa notizia che Gesù era il Cristo, il Signore, il Salvatore, non cambiava niente.
Però, da un altro lato, questa notizia cambiava tutto. Mentre la loro vita esterna assomigliava alla vita di tutti gli altri, nei loro cuori, Giuseppe e Maria avevano una meravigliosa verità da aspettare. Sapevano che dopo tanti secoli di attesa, Dio aveva finalmente mandato il Cristo per salvare. Non solo, ma il loro figlio Gesù era il Cristo.
Giuseppe e Maria dovevano scegliere. O avrebbero potuto scegliere di vivere per fede, guardando alle promesse di Dio, che non erano visibili con gli occhi umani, oppure, avrebbero potuto scegliere di vivere per visione, guardando ai problemi e ai piaceri di tutti i giorni. Se avessero scelto di vivere per visione, fissando gli occhi sulle cose che vedevano intorno a loro, sui problemi e sui piaceri, non avrebbero avuto il beneficio di sapere che il Cristo era arrivato. Invece, scegliendo di fissare gli occhi sulla verità, per fede, scegliendo di vivere per fede, fissando gli occhi su Dio, e sull’eternità, e sul fatto che Dio stava portando avanti il Suo piano eterno, potevano gioire, con una gioia profonda, in mezzo ad una vita piena di tutti i problemi normali che ci possono essere stati.
Amici, il fatto di avere Gesù, il Cristo, come figlio in casa, in sé non cambiava nulla per Giuseppe e Maria. Invece, ciò che cambiava tutto era quando loro meditavano su questa verità immensa, ovvero, quando loro vivevano per fede.
Applicazione per noi
Giuseppe e Maria, avevano una benedizione meravigliosa. Però, la maggior parte della loro benedizione era qualcosa che dovevano godere per fede, non per visione. La loro vita quotidiana era come quella di tutti gli altri Giudei della loro epoca.
Anche oggi, chi è un vero credente ha una vita terrena come chiunque altro. Però, un figlio di Dio ha una promessa, una verità, che trasforma la sua eternità. Quando uno viene salvato, Dio gli rivela, per mezzo della Parola e dell’opera dello Spirito Santo, che è veramente salvato, che è stato giustificato, che ha la vita eterna con Dio.
Queste verità valgono più di tutto il tesoro del mondo. Però, non cambiano la vita esternamente. Un figlio di Dio si ammala come qualsiasi altra persona. Un figlio di Dio ha delle difficoltà e delle prove come chiunque altro. Un figlio di Dio deve affrontare la morte fisica come tutti gli altri uomini.
Però, un figlio di Dio ha dentro di sé delle verità e delle realtà che trasformano la vita. Sa di essere perdonato, sa che Dio è con lui, che non lo abbandonerà e non lo lascerà. Sa che passerà l’eternità con Dio.
Solamente se viviamo per fede, possiamo trovare gioia nella realtà della nostra salvezza. Se viviamo per quello che è visibile, mancheremo la gioia e la pace della nostra salvezza. Il giusto vivrà per fede. La vera salvezza è una vita di fede.
Mentre Giuseppe e Maria allevavano Gesù, la realtà che Egli è il Cristo era totalmente nascosta. Però, non era meno vera per questo. Era una realtà assolutamente vera anche se per quel breve periodo non si vedeva umanamente parlando.
Similmente, la realtà che siamo figli di Dio è ancora nascosta al mondo, ma non è meno reale per quello. È una realtà che dobbiamo vivere per fede.
In 1Giovanni 3:1 leggiamo
“1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è. 3 E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro.” (1Giov 3:1-3 NRV)
La realtà della nostra salvezza, il fatto di essere figli di Dio, non è ancora manifestata. Non è visibile senza la fede. Solo quando Gesù Cristo ritornerà, sarà veramente e totalmente manifestato il fatto che siamo figli di Dio.
La cosa importante, importantissima, è di tenere sempre in mente e nel nostro cuore questa verità, in modo che la nostra vita venga vissuta alla luce della realtà di chi siamo.
Come dichiara il brano che abbiamo appena letto: “E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com’egli è puro.”
Chi ha la speranza, e per speranza la Bibbia intende una realtà sicura ma ancora futura, chi ha questa speranza in sé, si purifica, come Egli è puro. In altre parole, per un vero figlio di Dio, l’unico modo di vivere è di tenere gli occhi fermamente fissati sulla verità di chi siamo in Cristo, e di far sì che questa verità controlli la vita, in modo da camminare in santità. Questo vuol dire vivere per fede.
Uno potrebbe pensare che era più facile per Giuseppe e Maria, perché avevano ricevuto una rivelazione diretta, per mezzo di un angelo. Però, noi abbiamo la Parola di Dio, e lo Spirito Santo, che ci ha aperto gli occhi per vedere la realtà di quella Parola. Infatti, noi abbiamo ricevuto una rivelazione da Dio molto più dettagliata di quanto avevano ricevuto loro. Noi abbiamo tutta la Bibbia, mentre loro avevano solo l’Antico Testamento. Quindi, non era più facile per loro. La cosa importante è che teniamo gli occhi sulla verità che abbiamo da Dio, che è spesso invisibile, anziché su quello che è intorno a noi, che è visibile, ma è anche temporale.
Facendo così avremo fede in Dio, in modo che i nostri cuori non saranno turbati, e saremo inondati di una pace e una gioia profonda che solo Dio può dare.