Ti è mai capitato di essere pienamente convinto di possedere un documento che era estremamente importante per ottenere una certa cosa, e poi hai scoperto che quel documento era sbagliato, e così non sei riuscito ad ottenere quella cosa che ritenevi averla già fra le mani? Un'esperienza così ti lascia deluso.
La delusione più grande della vita, anzi, dell'eternità, l'avranno coloro che arriveranno al giudizio, convinti di avere una fede che salva, ma sentiranno Cristo dichiarare di non averli mai conosciuti.
Dio non vuole che gli uomini arrivino a quel punto, e perciò, volta dopo volta nella Bibbia, Dio ci fa capire qual è la vera fede che salva, e ci dà anche tanti esempi di quella fede che invece non salva.
Oggi, vorrei aiutarvi a capire meglio la differenza che c'è fra una fede che non salva e la vera fede che salva. Visto che la salvezza riguarda la vita e l'eternità, questo discorso è estremamente importante, sia per noi, sia per le persone con cui abbiamo contatto.
Ci sono due pericoli quando uno valuta la propria fede. Da una parte, si può cadere nell'errore di dubitare della propria salvezza, mettendo troppo enfasi sulla propria fede anziché su Cristo. Chi fa così mancherà la pace e la gioia che Dio ci offre in Cristo.
Dall'altra parte, uno che ha una fede che NON salva potrebbe valutare con leggerezza la sua fede, ed essere convinto che sia genuina, senza però confrontarla con l'insegnamento biblico. Una persona così ha una pace falsa, perchè presume che la sua fede sia vera, senza però esaminarla con un metro biblico. Vogliamo evitare entrambi questi pericoli.
Dio volendo, questo sermone sarà diviso in due parti. Oggi, parlerò principalmente della fede che NON salva. La prossima volta, vogliamo considerare la fede che salva, e che cos'è una vita di fede.
Esempi di fede che non salva
Iniziamo, considerando alcuni dei tanti esempi che sono descritti nella Bibbia della fede che non salva.
Iniziamo in Giovanni 8, in cui leggiamo di alcuni Giudei che credettero in Gesù. A prima vista potremmo pensare che quei giudei erano salvati per la loro fede. Subito dopo però, Gesù rende chiaro che essi non avevano ancora la fede che salva, e infatti, ben presto queste stesse persone presero una posizione contro Gesù.
Leggo Giovanni 8:30-45, notando specificatamente che è possibile credere in Gesù, senza avere la fede che salva.
“30 Mentre egli diceva queste cose, molti credettero in lui. 31 Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: "Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Giov 8:30-32
Già qui, leggiamo che molto credettero in Cristo, però, non erano ancora dei veri discepoli. Fra pochi versetti, diventa evidente che in realtà, odiavano Gesù. Andiamo avanti dal v.33.
33 Essi gli risposero: "Noi siamo progenie di Abrahamo e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: "Diventerete liberi"?". 34 Gesù rispose loro: "In verità, in verità vi dico: Chi fa il peccato è schiavo del peccato. 35 Or lo schiavo non rimane sempre nella casa; il figlio invece vi rimane per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi sarete veramente liberi". 37 "Io so che siete progenie di Abrahamo, ma cercate di uccidermi, perché la mia parola non trova posto in voi. 38 Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio, e anche voi fate le cose che avete visto presso il padre vostro". 39 Essi, rispondendo, gli dissero: "Il padre nostro è Abrahamo". Gesù disse loro: "Se foste figli di Abrahamo, fareste le opere di Abrahamo; 40 ma ora cercate di uccidere me, uno che vi ha detto la verità che ho udito da Dio; Abrahamo non fece questo. 41 Voi fate le opere del padre vostro". Perciò essi gli dissero: "Noi non siamo nati da fornicazione; noi abbiamo un solo Padre: Dio". 42 Allora Gesù disse loro: "Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e sono venuto da Dio; non sono venuto infatti da me stesso, ma è lui che mi ha mandato. 43 Perché non comprendete il mio parlare? Perché non potete ascoltare la mia parola. 44 Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu omicida fin dal principio e non è rimasto fermo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, parla del suo perché è bugiardo e padre della menzogna. 45 A me invece, perché vi dico la verità, voi non credete.” (Giov 8:30-45 LND)
Questo brano inizia dicendo che queste persone credettero in Gesù, e alla fine dichiara che erano figli del diavolo. Questo è un chiaro esempio che non ogni fede in Gesù è una fede genuina, una fede viva, una fede che salva.
Non è sempre facile riconoscere una fede che non salva
La Bibbia rende chiaro che non è sempre facile, a prima vista, riconoscere una fede che non salva. Una fede può sembrare convincente per un certo tempo, pur non essendo vera.
Vediamo un esempio di questo in Atti 8. Mentre Filippo evangelizzava a Samaria, un certo Simone credette. Evidentemente, Filippo era convinto che la fede di Simone fosse genuina, perché lo battezzò e poi, la Bibbia dice che questo Simone restava sempre con Filippo. Però, dopo un certo tempo, quando arrivarono gli Apostoli Pietro e Giovanni, dal comportamento di Simone, Pietro capì che aveva una fede falsa. Leggo Atti 8:14,18-23
“14 Ora gli apostoli che erano a Gerusalemme, quando seppero che la Samaria aveva ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni. . . . 18 Or Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro del denaro, 19 dicendo: "Date anche a me questo potere, affinché colui sul quale imporrò le mani riceva lo Spirito Santo". 20 Ma Pietro gli disse: "Vada il tuo denaro in perdizione con te, perché tu hai pensato di poter acquistare il dono di Dio col denaro. 21 Tu non hai parte né sorte alcuna in questo, perché il tuo cuore non è diritto davanti a Dio. 22 Ravvediti dunque da questa tua malvagità e prega Dio che, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. 23 Poiché io ti vedo essere nel fiele di amarezza e nei legami d’iniquità".” (Atti 8:14,18-23 LND)
La fede di questo Simone era talmente convincente che Filippo era convinto che fosse salvato. Anche oggi, ci sono persone che hanno un'apparenza di salvezza, ma che non sono veramente salvate.
Da questo esempio, vediamo che una fede falsa può sembrare genuina a tanti.
Troviamo questo stesso principio in 1Giovanni 2:19, in cui leggiamo di alcuni falsi credenti che, fino a quando non uscirono dalla chiesa, sembravano essere dei veri credenti. Vi leggo.
“Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri.” (1Giov 2:19 LND)
Quindi, non è sempre facile riconoscere una fede che non salva.
Una fede senza radici
Nella parabola del Seminatore, comprendiamo che un aspetto di una fede che non salva è che non ha radice, non è radicata in un cuore nuovo. Quando Dio salva una persona, lo Spirito Santo rigenera quella persona, dandole un nuovo cuore. Se non c'è quest'opera profonda, se non c'è radice, quella fede non è una vera fede che salva.
Di coloro che sono rappresentati dalla terra rocciosa, Gesù dichiara:
“Quelli sulla roccia sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la parola con gioia; costoro però non hanno radice, credono per un certo tempo, ma al momento della prova, si tirano indietro.” (Lu 8:13)
Notate che queste persone “credono per un certo tempo”. In Matteo 13:21, Gesù spiega inoltre che questo succede perché quelle persone non hanno radice, cioè, non sono veramente radicate in Cristo.
Quelle persone non avendo radici, cioè non avendo una fede radicata nel cuore, non rimangono nella chiesa. Perciò, non sono mai state veramente salvate, e la loro fede non era una fede genuina che salva, pur essendo una forma di fede in Cristo.
Esempi di fede che non salva
Ora, guardiamo insieme alcuni esempi di fede che non salva.
Non dipende dal credere alla Bibbia o da una grande conoscenza della Bibbia
Una persona può credere totalmente che la Bibbia sia la Parola di Dio, totalmente vera, e può perfino avere una grande conoscenza della Bibbia, senza però avere la vera fede in Cristo che salva.
L'Apostolo Paolo era così, come lo erano anche gli scribi. Loro conoscevano bene la Bibbia, la studiavano molto e ci credevano. Però non avevano la fede in Gesù che salva.
Vediamo esempi di questo anche nell'Antico Testamento. Per esempio, quando Dio parlò dal monte Sinai, i Giudei che erano usciti dall'Egitto sapevano, senza ombra di dubbio, che era Dio stesso a parlare loro dal monte Sinai. Eppure, leggiamo in Ebrei 3:17,18 che tanti di loro non entrarono nel riposo di Dio. In altre parole, non furono salvati. Pur credendo in Dio, non avevano la fede che salva, che dura per tutta la vita.
Anche oggi ci sono delle persone così nelle chiese in cui si insegna la Bibbia. Loro credono alla Bibbia, a volte sono anche molto impegnate a studiare la Bibbia. Però, non hanno la vera fede in Cristo.
Essere illuminati dallo Spirito Santo non è una garanzia
Nella Bibbia, leggiamo anche di persone che furono illuminate dallo Spirito Santo a vedere le verità di Dio, eppure, non ebbero la fede che salva. Leggiamo di questo tipo di persona in Ebrei 6.4
“4 Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, hanno gustato il dono celeste, sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire 6 se cadono, è impossibile riportarli un’altra volta al ravvedimento, poiché per conto loro crocifiggono nuovamente il Figlio di Dio e lo espongono a infamia.” (Ebrei 6:4-6 LND)
Anche in 2Pietro 2, leggiamo di falsi insegnanti che avevano capito le verità della salvezza, senza però arrivare ad avere vera fede, e perciò, il loro giudizio sarà tanto più severo. Vi leggo 2Pietro 2:20-22
“20 Quelli infatti che sono fuggiti dalle contaminazioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e Salvatore Gesù Cristo, se sono da queste di nuovo avviluppati e vinti, la loro ultima condizione è peggiore della prima. 21 Poiché sarebbe stato meglio per loro non aver conosciuto la via della giustizia, anziché, dopo averla conosciuta, voltar le spalle al santo comandamento che era stato loro dato. 22 Ma è avvenuto loro ciò che dice un vero proverbio: "Il cane è tornato al suo vomito," e "la scrofa lavata è tornata a voltolarsi nel fango".” (2Pietro 2:20-22 LND)
Quanto è importante non considerare il fatto di credere alle verità di Dio come una prova per dimostrare che la propria fede è la fede che salva. Abbiamo bisogno anche di una vita trasformata.
Fede in Dio per avere aiuto in certe circostanze
Un altro tipo di fede che non salva è una fede in cui ci si affida a Dio, però, si rimane nel peccato. Troviamo tanti esempi di questo nella storia di Giuda e di Israele. Vi leggo un esempio dal profeta Michea. In questo brano, la frase “si appoggiano all'Eterno” descrive una fede in Dio.
“9 Deh, ascoltate questo, o capi della casa di Giacobbe e governanti della casa d’Israele, che abborrite la giustizia e pervertite tutto ciò che è retto, 10 che edificate Sion con il sangue e Gerusalemme, con l’iniquità. 11 I suoi capi giudicano per un dono, i suoi sacerdoti insegnano per un salario, i suoi profeti compiono divinazioni per denaro; tuttavia si appoggiano all’Eterno e dicono: "Non è forse l’Eterno in mezzo a noi? Non ci verrà addosso alcuna sventura".” (Mic 3:9-11)
Queste persone si sentivano tranquille, per la loro grande fede in Dio, qua descritta con la frase “appoggiarsi all'Eterno”. Però, in realtà, erano lontane da Lui a causa dei loro peccati.
Fede nelle promesse di Dio
Nella Bibbia, troviamo anche esempi di persone che avevano avuto grande fede nelle promesse di Dio, anche in mezzo alle prove profonde, eppure, non avevano la salvezza, perché camminavano nei loro peccati. Per esempio, quando Ezechia era re di Giuda, Sennacherib, il re di Assiria, aveva circondato Gerusalemme. Sembrava impossibile che la città non fosse distrutta. Ezechia incoraggiava le persone ad avere fede in Dio, citando loro le promesse di Dio. Queste persone si fidarono delle promesse di Dio, e così, superarono la prova. Però, dopo quindici anni, queste stesse persone vissero peggio dei pagani, seguendo l'esempio del malvagio re Manasse, come leggiamo in 2Cron 33:9.
“Ma Manasse fece sviare Giuda e gli abitanti di Gerusalemme inducendoli a fare peggio delle nazioni che l’Eterno aveva distrutto davanti ai figli d’Israele.” (2Cron 33:9 LND)
Perciò, pur avendo avuto fede nelle promesse di Dio, queste persone furono peggio dei pagani, e quindi, non erano salvate.
Dobbiamo renderci conto che può essere attraente per una persona non veramente salvata di appropriarsi delle promesse di Dio. In un momento di prova, è un grande conforto aggrapparsi ad una stupenda promessa. Satana non ha alcun problema se una persona non veramente salvata trova una specie di pace fidandosi di una bella promessa di Dio. Quel tipo di pace rende quella persona cieca alla sua vera condizione spirituale.
Ci sono tanti altri esempi di uomini che avevano una certa fede, eppure, la Bibbia dichiara che camminavano nel peccato, e quindi, non erano salvati. Per esempi, vari dei re di Israele e alcuni di quelli di Giuda.
Aspetti di una fede mancante
Avendo visto alcuni esempi di fede che non salva, passiamo ora a considerare alcuni aspetti di una fede che non salva. Vogliamo avere una chiara base per poter distinguere fra una fede che salva e una fede che non salva.
Solo la giustificazione, ma non la santificazione
Spesso, una fede che non salva desidera la giustificazione, ma non la santificazione. Magari, chi è così accetta ben volentieri qualche aspetto della santificazione. Però, non vuole una santificazione totale, la santificazione di cui leggiamo in 1Tess 5:23
“Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.” (1Tess 5:23 LND)
Chi ha una fede falsa non vuole una santificazione totale, perché non vuole abbandonare qualche peccato, forse il suo orgoglio, o forse l'amore per certe cose di questo mondo. Non vuole far morire tutto quello che in sé è peccato. Alcune cose, sì, ma non tutto. Non vuole passare per il crogiolo di Cristo affinché tutte le scorie siano bruciate. Non vuole assolutamente fare quello che Gesù dichiara in Matteo:
“Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” (Mt 16:24 LND)
Chi non vuole rinnegare sé stesso e non vuole prendere la sua croce per seguire Gesù, cioè chi non vuole sottomettersi totalmente a Cristo, non ha una fede che salva.
Solo come Sacerdote, ma non come Re
Un altro modo in cui si manifesta una fede che non salva è quando uno vuole che Cristo sia il suo Sacerdote, per mediare fra lui e Dio, ma non vuole che sia il suo Re, per regnare su di lui. Se tu dovessi chiedere ad una persona così se è disposta a fare qualsiasi cosa che Cristo comanda, finché parli in termini generali, quella persona ti direbbe di sì, certamente vuole fare qualsiasi cosa che Gesù comanda.
Però, se parli con quella persona di qualcosa di specifico nella sua vita in cui NON sta ubbidendo a Dio, lei non accetterà quello che dici, anche se prendi l'insegnamento direttamente dalla Bibbia. Sarà come Erode quando ascoltava Giovanni il Battista, come leggiamo in Marco 6
“Erode infatti temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e lo proteggeva; e, dopo averlo udito, faceva molte cose e lo ascoltava volentieri.” (Mr 6:20 LND)
Erode era molto contento di ascoltare Giovanni mentre parlava delle cose di Dio. Però, quando Giovanni gli parlò del suo peccato di aver preso la moglie di suo fratello, Erode non volle più ascoltarlo.
Amico, se tu hai degli aspetti nella tua vita in cui non sei disposto ad arrenderti a Cristo, allora, ravvediti subito, perché chi continua così, dimostra con il frutto della sua vita di non essere una vera pecora di Cristo. Se trovi qualsiasi aspetto di una falsa fede nella tua vita, non aspettare, confessa il tuo peccato a Cristo, ravvediti e cammina in modo da portare chiaro frutto della salvezza.
Salvezza dall'inferno, ma non dal peccato
Un altro modo per descrivere una fede che non salva è quando una persona dichiara che è ben contenta della salvezza dall'inferno, ma non desidera essere salvata dal peccato. Chi ha una fede così vuole essere liberato dall'ira di Dio, ma vuole rimanere in controllo della propria vita e decidere quali peccati abbandonare e quali peccati tenere.
Però, non si possono accettare da Dio solo gli aspetti della salvezza che piacciono. O si accetta tutta la salvezza che Gesù offre, che è prima di tutto la salvezza dal peccato, o si rifiuta il tutto. La salvezza che Gesù offre è la salvezza dal peccato, dalla sua potenza e dalla sua contaminazione dell'anima, e anche dalla sua condanna. Chi non è disposto ad abbandonare tutto il suo peccato e ad aggrapparsi a Cristo, non ha vera fede in Cristo.
Infatti, in 1Giovanni 2:4 leggiamo
“Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui.” (1Giov 2:4 LND)
Osservare i comandamenti di Gesù significa avere Gesù come Signore, significa abbandonare il peccato.
È impossibile avere la salvezza in Gesù, quindi, avere Gesù come il tuo Signore, se non si è sottomesso a Lui, come Egli dichiara in Luca 6
“Ora, perché mi chiamate, Signore, Signore, e non fate quello che dico?” (Luca 6:46 LND)
Rifiutare di camminare in ubbidienza è un chiaro frutto che quella è una fede falsa. Anche in Matteo 7 Gesù spiega questo principio.
“Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Mat 7:21 LND)
Un frutto di una vera fede è una vita di ubbidienza a Cristo, e questa vera fede si può trovare in quella persona che è pronta ad abbandonare il peccato.
Voler Cristo come Salvatore ma non come Signore
Un altro aspetto che troviamo in una fede che non salva è che è una fede in un Cristo diviso.
Tanti che si dichiarano credenti non sono veramente salvati, perché vogliono dividere Cristo, vogliono Cristo come Salvatore ma non Lo vogliono come il loro Signore, Colui che comanda nella loro vita. Oppure, dicono di accettare il Suo regno nella loro vita, ma solamente in quegli aspetti di vita che dicono loro. Chi vuole Cristo così non è salvato, perché se Cristo non è Signore di tutto, non è Signore di niente. Non si può accettare il regno di Cristo solo parzialmente.
Non è un vero matrimonio se uno vuole avere i benefici del matrimonio senza assumersene anche le responsabilità. Similmente, Cristo non accetta chi vuole un rapporto parziale con Lui.
Per avere Cristo come Salvatore, devi anche averLo come Signore, perché Egli è il Signore.
Per avere Cristo, si deve accettare di cuore il suo giogo, come Gesù spiega in Matteo 11. “Il suo giogo” significa, principalmente, avere Gesù come il Sovrano Signore della tua vita.
Se uno non vuole che Cristo regni su di lui, quel tale scoprirà al giorno del giudizio che non appartiene a Cristo. In Luca 19:27, Gesù dichiara quello che dirà quel giorno, parlando di coloro che non hanno voluto portare il suo giogo.
“Inoltre, conducete qui i miei nemici, che non hanno voluto che io regnassi su di loro e uccideteli alla mia presenza.” (Lu 19:27 LND)
Il peccato di queste persone è il fatto che non hanno voluto che Cristo regnasse su di loro. Per questo, furono condannate eternamente.
Oh, che terribile pericolo pensare di avere fede in Cristo, ma senza volere che Cristo regni su ogni aspetto e ogni decisione della vita, e quindi, rimanere sotto la condanna eterna!
il peccato di fondo
Per capire la gravità di questo peccato, ricordate che l'aspetto più terribile del peccato è proprio il fatto di seguire la propria via, anziché seguire Dio come sovrano, come leggiamo in Isaia 53:6
“Noi tutti come pecore eravamo erranti, ognuno di noi seguiva la propria via....” (Isa 53:6 LND)
Seguire la propria via è ribellione, perché Dio ci ha creati per seguire la SUA via.
Anche Efesini 2:1-3 ci aiuta a capire che ciò che rende il peccato così terribile è proprio il fatto che uno cammina secondo i propri desideri.
“1 Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati, 2 nei quali già camminaste, seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza, 3 fra i quali anche noi tutti un tempo vivemmo nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo i desideri della carne e della mente, ed eravamo per natura figli d’ira, come anche gli altri.” (Efe 2:1-3 LND)
La gravità del peccato non è l'atto in sé, ma il fatto che uno segue la propria via, anziché seguire Dio. Ovvero, quello che rende il peccato grave è il fatto che uno ubbidisce alla propria carne, ai propri pensieri, anziché a Dio.
Quindi, non voler essere sottomesso totalmente a Cristo dimostra un cuore ancora lontano da Cristo.
Nella vera salvezza, Dio cambia il cuore della persona, in modo che quella persona desidera piacere a Cristo ed ubbidire a Cristo. Questo desiderio e questo impegno durano tutta la vita, perché sono radicati nel cuore di ogni vero credente, e sono stati messi là da Cristo. Non è una decisione intellettuale della persona, bensì è un frutto del nuovo cuore che uno riceve quando viene veramente salvato.
Non siamo arrivati ancora
Come in ogni dottrina, è importante capire tutto quello che la Bibbia insegna, e non solamente una parte.
Come abbiamo visto in tutto questo sermone, è importante capire che se uno non è disposto di cuore ad essere veramente sottomesso a Cristo, dimostra di non avere un cuore nuovo, ed è un frutto che non è ancora salvato.
Allo stesso tempo, è anche importante ricordare che quando ci sottomettiamo di cuore a Cristo, questo non significa che riusciremo a non peccare mai più.
Infatti, la Bibbia parla molto spesso della necessità della santificazione proprio perché ancora abbiamo tanti peccati da riconoscere e da abbandonare.
1Giovanni dichiara chiaramente che finché siamo in questo corpo, peccheremo. Spiega però che un vero credente non camminerà costantemente nel peccato. A volte cadrà, ma poi chiederà perdono a Dio e riprenderà il cammino della santità.
Quindi, chi è veramente salvato accetta di cuore Gesù come Signore. A volte cadrà, ma non rimarrà nel peccato. Confesserà il suo peccato, e riprenderà il cammino della santità. Vediamo questo principio in 1Giovanni 1:8-10.
Conclusione
Prego che vi sia chiaro che non ogni fede in Cristo è una fede che salva.
Questo non dovrebbe spingerci a dubitare della nostra salvezza. Piuttosto, dovrebbe spingerci a valutare se stiamo camminando in modo da portare chiaro frutto della vera salvezza.
Chiedo a ciascuno di voi:
Vuoi la salvezza dal tuo peccato? Vuoi vincere il tuo peccato, per poter camminare in santità? Vuoi assomigliare sempre di più a Cristo Gesù?
Ti aggrappi a Gesù Cristo come il tuo Sovrano Signore, e non solo come Salvatore?
Desideri, nell'intimo del tuo cuore, di essere totalmente santificato? Desideri, fortemente, di stare davanti a Dio, santo, senza difetto ed irreprensibile?
Ti vergogni del fatto di aver camminato per la tua via, e desideri, nel profondo del tuo cuore, camminare per la via del Signore, in tutto e per tutto?
Vedi la conoscenza della Bibbia come una cosa importante, non come fine in sé, ma come mezzo per conoscere di più Colui che ti ha salvato ed è il tuo Signore?
Quanto è importante che ognuno si esamini, alla luce delle verità bibliche che abbiamo considerato oggi!
Non solo, ma quando parliamo con gli altri, vogliamo stare in guardia di non dare false speranze. Se qualcuno dice di credere in Gesù, però la sua vita non rispecchia una vita di vera fede, non vogliamo pensare che non importa. Vogliamo piuttosto aiutare quella persona a capire quali sono le evidenze di una vera fede, in modo che anche lei possa valutare e riconoscere se ha chiaro frutto o no.
Prego che ciascuno di noi esaminerà la propria fede. Oh che ciascuno di noi possa essere una persona con una chiara fede, una fede ben radicata, non una fede comoda, ma una fede potente, che trasforma!
Ringrazio Dio, per averci dato Gesù Cristo, quale oggetto degno della nostra fede! Ringrazio Dio per lo Spirito Santo, che ha cambiato i nostri cuori!