La vita è fatta di decisioni tutti i giorni. Ci sono piccole decisioni, e grandi decisioni. Ogni decisione produce delle conseguenze. Infatti, uno degli sbagli più grandi che possiamo fare nella vita è quello di prendere delle decisioni senza considerare tutte le possibili conseguenze. Quanta sofferenza inutile ci ritroviamo a dover subire a causa di decisioni sbagliate che abbiamo preso!
Più grande è una decisione, più grandi saranno le conseguenze. Probabilmente la decisione più grande della vita, per quanto riguarda la vita sulla terra, è la decisione di chi sposare. Nessun'altra decisione cambia la vita di una persona quanto questa.
Se consideriamo quello che in sé è il matrimonio, non è difficile comprendere questa verità. Il matrimonio è diverso da ogni altro rapporto della vita. Ricordiamo che il matrimonio non è stato creato dagli uomini, ma è stato creato da Dio stesso. In Genesi, leggiamo dell'origine del matrimonio. Prima, leggiamo il perché Dio ha creato la donna, e poi, una dichiarazione della profondità del matrimonio.
“Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».” (Genesi 2:18 NRV)
“Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne.” (Genesi 2:24 NRV)
Agli occhi di Dio, il marito e la moglie sono considerati una carne sola. Il matrimonio è qualcosa di estremamente profondo e intimo, e lega i coniugi più di qualsiasi altro rapporto sulla terra.
Perciò, se uno sceglie bene, e cura il suo matrimonio, avrà immensi benefici e grandi benedizioni. Se invece uno sceglie male, o non cura bene il suo matrimonio, subirà pesantissime e dolorose conseguenze.
Essendo una decisione così importante, il nostro Padre celeste non ci ha lasciato privi di una chiara guida. Volta dopo volta nella Bibbia, Dio ci ha lasciato un chiaro insegnamento per rendere evidente il suo comandamento per quanto riguarda il matrimonio. Non solo, ma Dio ci ha spiegato il motivo per cui è così importante ubbidirGli in questa decisione.
Il comandamento di Dio
Quello che la Bibbia insegna è che un credente non dovrebbe mai sposare un non credente. Chiaramente, usando la terminologia della Bibbia, quando parliamo di credenti, non intendiamo solo chi dice di credere nell'esistenza di Dio, perché anche Satana e i demoni credono nell'esistenza di Dio. Stiamo parlando del fatto che uno crede in Gesù Cristo come il suo personale Salvatore e Signore.
Ci sono tantissimi brani nella Bibbia che insegnano che un credente non deve sposarsi con un non credente, e li troviamo sia in forma di comandamenti diretti, sia in forma di insegnamenti.
Per capire la Bibbia correttamente, ricordiamo che nell'Antico Testamento, i Giudei erano il popolo di Dio, mentre i pagani erano senza Dio. Quindi, i comandamenti che riguardano i Giudei sono i comandamenti che riguardano i credenti.
Brani dall'Antico Testamento
Leggiamo alcuni brani dall'Antico Testamento, per capire il chiaro insegnamento di Dio.
Quando Abraamo decise di mandare il suo servo a trovare una moglie per suo figlio Isacco, gli comandò di andarla a cercare a casa sua, lontano da Canaan, perché le donne locali non credevano in Dio, mentre i suoi parenti sì. Leggiamo l'ordine che Abraamo diede al suo servo:
io ti farò giurare per il SIGNORE, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei in mezzo ai quali abito; (Genesi 24:3)
Vediamo la stessa posizione quando Isacco diede lo stesso comandamento a suo figlio Giacobbe:
Allora Isacco chiamò Giacobbe, lo benedisse e gli diede quest'ordine: «Non prendere moglie tra le donne di Canaan. (Genesi 28:1)
In Levitico 20, il SIGNORE spiegò al suo popolo il comportamento che Egli richiedeva da loro, affinché potesse benedirli.
“22 Osserverete dunque tutte le mie leggi e le mie prescrizioni e le metterete in pratica affinché il paese dove io vi conduco per abitarvi non vi vomiti fuori. 23 Non adotterete i costumi delle nazioni che io sto per cacciare davanti a voi; esse hanno fatto tutte quelle cose, perciò le ho avute in abominio; 24 e vi ho detto: «Sarete voi quelli che possederete il loro paese; ve lo darò come vostra proprietà; è un paese dove scorre il latte e il miele». Io sono il SIGNORE vostro Dio, che vi ha separati dagli altri popoli.” (Le 20:22-24 NRV)
In Deuteronomio 7, Dio comandò al suo popolo di non sposare chi non apparteneva al popolo di Dio, cioè, i credenti non dovevano sposare i non credenti, perché tali matrimoni li avrebbero portati ad allontanarsi da Dio.
“1 Quando il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, e avrai scacciato molti popoli: gli Ittiti, i Ghirgasei, gli Amorei, i Cananei, i Ferezei, gli Ivvei e i Gebusei, sette popoli più grandi e più potenti di te; 2 quando il SIGNORE, il tuo Dio, li avrà dati in tuo potere e tu li avrai sconfitti, tu li voterai allo sterminio; non farai alleanza con loro e non farai loro grazia. 3 Non t’imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, 4 perché distoglierebbero da me i tuoi figli che servirebbero dèi stranieri e l’ira del SIGNORE si accenderebbe contro di voi. Egli ben presto vi distruggerebbe.” (Deut 7:1-4 NRV)
Dio ha ripetuto questo comandamento tante volte. Per esempio, dopo che Giosuè ebbe guidato i Giudei ad entrare nella terra promessa, Dio gli parlò, e diede a tutto il popolo dei comandamenti da ubbidire:
“11 Vegliate dunque attentamente su voi stessi, per amare il SIGNORE, il vostro Dio. 12 Perché, se voltate le spalle a lui e vi unite a quel che resta di queste nazioni che sono rimaste fra voi e vi imparentate con loro e vi mescolate con loro ed esse con voi, 13 siate ben certi che il SIGNORE, il vostro Dio, non continuerà a scacciare questi popoli davanti a voi, ma essi diventeranno per voi una rete, un’insidia, un flagello ai vostri fianchi, tante spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il SIGNORE, il vostro Dio, vi ha dato.” (Giosuè 23:11-13 NRV)
Questo è un forte avvertimento contro il peccato di sposare dei non credenti. Dio spiegò loro le dure conseguenze che Lui avrebbe mandato su di loro se avessero disobbedito. Notiamo anche che Dio lega il fatto di amare Dio con il non sposare non credenti.
In 1Re 11, troviamo una descrizione del grave peccato di Salomone, e di come Dio lo aveva specificatamente vietato ai Giudei, che erano il suo popolo.
“1 Il re Salomone, oltre alla figlia del faraone, amò molte donne straniere: delle Moabite, delle Ammonite, delle Idumee, delle Sidonie, delle Ittite, 2 donne appartenenti ai popoli dei quali il SIGNORE aveva detto ai figli d’Israele: «Non andate da loro e non vengano essi da voi, poiché essi certo pervertirebbero il vostro cuore per farvi seguire i loro dèi». A tali donne si unì Salomone nei suoi amori.” (1Re 11:1-2 NRV)
Dopo il ritorno dall'esilio, Esdra, guidato da Dio, parlò ai Giudei, il popolo di Dio, spiegando il comandamento che Dio aveva dato loro per quanto riguarda la possibilità di sposare i non credenti che abitavano vicini a loro. Queste persone, che sappiamo dalla storia che furono gli antenati di coloro che al tempo di Gesù furono chiamati samaritani, dicevano di credere in Dio, ma non erano veri credenti.
Ora dunque non date le vostre figlie ai loro figli, e non prendete le loro figlie per i vostri figli, e non ricercate la loro prosperità né il loro benessere, e così diventerete voi forti, mangerete i migliori prodotti del paese, e potrete lasciarlo in eredità perenne ai vostri figli". (Esdra 9:12)
In Esdra 10, Esdra stava pregando e confessando i gravi peccati dei Giudei a Dio. Un gruppo di Giudei venne da lui, confessandogli qual era stato il loro grave peccato:quello di sposare donne non giudee.
“1 Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si radunò intorno a lui una grandissima folla di Israeliti, uomini, donne e bambini; e il popolo piangeva a dirotto. 2 Allora Secania, figlio di Ieiel, uno dei figli di Elam, disse a Esdra: «Noi siamo stati infedeli al nostro Dio, sposando donne straniere prese dai popoli di questo paese. Tuttavia, rimane ancora, a questo riguardo, una speranza a Israele. 3 Facciamo un patto con il nostro Dio e impegniamoci a rimandare tutte queste donne e i figli nati da loro, come consigliano il mio signore e quelli che tremano davanti ai comandamenti del nostro Dio: si faccia quello che vuole la legge.” (Esdra 10:1-3 NRV)
In Neemia 13, Neemia, guidato da Dio, dovette rimproverare duramente alcuni Giudei, perché avevano sposato delle donne non credenti.
“23 In quei giorni vidi pure dei Giudei che avevano sposato donne di Asdod, di Ammon e di Moab. 24 La metà dei loro figli parlava l’asdodeo, ma non sapeva parlare la lingua dei Giudei; conosceva soltanto la lingua di questo o quest’altro popolo. 25 Li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli, e li feci giurare nel nome di Dio che non avrebbero dato le loro figlie ai figli di costoro, e non avrebbero preso le figlie di quelli per i loro figli né per sé stessi. 26 E dissi: «Salomone, re d’Israele, non peccò forse proprio in questo? Eppure, fra le molte nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo Dio, e Dio lo aveva fatto re di tutto Israele; tuttavia le donne straniere fecero peccare anche lui. 27 Allora dovremmo forse permettervi di commettere un male altrettanto grande, e così divenire infedeli al nostro Dio, prendendo mogli straniere?»” (Ne 13:23-27 NRV)
Avete notato il punto centrale di Neemia? Nonostante Salomone fosse stato un grande uomo di Dio, la scelta di sposare quelle donne non credenti lo portò a peccare gravemente contro Dio. Infatti, se ricordate, Salomone arrivò perfino ad adorare gli idoli delle sue mogli.
In Malachia 2:11, Dio dichiarò che Israele peccò, perché aveva sposato donne non credenti. Agli occhi di Dio, questo peccato equivaleva all'essere infedele, ed il fatto che un credente sposi un non credente è considerato un'abominazione a Dio.
“Giuda si è dimostrato infedele e l’abominazione è stata commessa in Israele e a Gerusalemme; perché Giuda ha profanato ciò che è santo al SIGNORE, ciò che Egli ama, e ha sposato figlie di dèi stranieri.” (Malachia 2:11 NRV)
Ci sono tantissimi altri brani nell'Antico Testamento che insegnano che è assolutamente vietato ad un credente sposare un non credente. I brani che abbiamo visto rendono chiaro questo insegnamento.
Brani dal Nuovo Testamento
Quello che fu sempre stato il comandamento di Dio nell'Antico Testamento, è rimasto ugualmente il comandamento di Dio anche nel Nuovo Testamento. Un credente non deve assolutamente sposare un non credente.
Uno dei brani più chiari al riguardo inizia in 2Corinzi 6. Questo brano è il comandamento di non essere sotto un giogo con un non credente. Non solo è un comandamento, ma è anche una spiegazione perché quel giogo è totalmente impensabile per un credente.
Leggiamo, da 2Corinzi 6:14 a 7:1
“14 Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi; infatti che rapporto c’è tra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione tra la luce e le tenebre? 15 E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? 16 E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo». 17 «Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò». 18 E «sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente». 7:1 Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio.” (2Corinzi 6:14-7:1 NRV)
Questo brano ci comanda di non metterci sotto un giogo con chi non è un credente. Non è difficile capire il senso di questo comandamento. Basti pensare a quello che fa un giogo su due buoi. Quando due buoi sono sotto lo stesso giogo, le decisioni di uno influiscono grandemente sulle decisioni dell'altro. Non sono liberi nelle loro decisioni. Se uno vuole andare a destra, e l'altro vuole andare a sinistra, faranno male l'uno all'altro, e nessuno dei due arriverà dove avrebbe voluto. È impossibile che uno, che è sotto un giogo con un altro, riesca a camminare nella direzione che vuole, se l'altro vuole andare in una direzione diversa. Inoltre, quando quei due vogliono andare in due direzioni diverse, il giogo diventa pesante e duro. Diventa una forma di schiavitù.
Quanto è diversa la situazione quando entrambi vogliono camminare nella stessa direzione. Allora, il giogo diventa leggero e dolce, e i due faranno molto strada, e saranno di enorme aiuto l'uno all'altro.
Questo brano non solo ci comanda di non metterci sotto un giogo con chi non è un vero credente, ma spiega anche il perché. Un credente e un non credente stanno andando in due direzioni diverse. L'uno va verso Dio, l'altro si allontana sempre di più da Dio. È impossibile che ci sia vera armonia fra uno che ha lo Spirito Santo, e uno che è schiavo di Satana.
Ma che cos'è un giogo, e quale tipo di rapporto costituisce un giogo? Un giogo che lega due buoi vuol dire che non possono camminare in due direzione diverse. Finché sono sotto lo stesso giogo, camminano insieme. Un giogo fra due persone è un legame che costringe loro di camminare insieme in vari campi della vita. È un rapporto di dipendenza. Per esempio, in azienda che ha due o tre soci, sono sotto un giogo insieme, perché devono tirare nella stessa direzione.
Perciò, in base a tutti gli altri insegnamenti biblici, e considerando ciò che è il matrimonio e ciò che è un giogo, è chiaro che il matrimonio è il giogo che lega di più di qualsiasi altro rapporto nella vita. Un marito e una moglie sono legati, sia per legge, sia dai sentimenti, sia da eventuali figli, sia dal fatto che quasi ogni decisione deve essere presa insieme. Se uno vuole seguire Gesù Cristo, e l'altro non è credente, e quindi, non vuole seguire Gesù, è inevitabile che i due tireranno in due direzioni diverse.
Questo farebbe male ad entrambi, e anziché produrre un matrimonio di gioia, produrrà un rapporto pesante e che porterà tanta sofferenza ad entrambi e anche ad eventuali figli.
Chiaramente, parlando di figli, quando uno dei coniugi è credente e l'altro no, questa situazione creerà grossissimi problemi per quanto riguarda la loro educazione. Un vero credente assolutamente vuole influenzare i propri figli il più possibile verso il Signore. Però quei figli, parlando con altri credenti, si renderanno presto conto che uno dei due genitori è senza Dio. Questa situazione creerà molta tensione nel matrimonio e nella famiglia, e i figli inevitabilmente saranno costretti a scegliere con quale genitore rimanere più stretti. È una situazione molto brutta.
Per un credente e un non credente stare sotto lo stesso giogo è un vero disastro. Il nostro Dio misericordioso vuole darci una vita di gioia e di pace, e perciò, comanda a chi è credente di non mettersi sotto un giogo con un non credente, perché quel giogo lo porterebbe inevitabilmente a soffrire.
Chiaramente, mentre il matrimonio è il giogo più stretto, ci sono anche altri gioghi. Per esempio, essere un socio con uno o più non credente equivale ad essere sotto un giogo. Quando c'è una società, un socio non può decidere per conto suo come vuole lui. Anche una stretta amicizia è anch'essa un giogo da evitare. Un credente deve evitare qualsiasi giogo con un non credente.
Altri esempi nel Nuovo Testamento
Ci sono vari altri brani nel Nuovo Testamento che rendono chiaro che il comandamento di Dio resta lo stesso di quello che era nell'Antico Testamento.
In 1Cor 9:5, Paolo sta parlando dei diritti che lui e Barnaba avevano. Leggiamo.
“Non abbiamo il diritto di condurre con noi una moglie, sorella in fede, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?” (1Corinzi 9:5 NRV)
Egli aveva diritto di sposarsi, come tutti gli altri, a patto che si trattasse di una sorella in fede. In altre parole, se volevano sposarsi, dovevano sposare una donna credente.
Il dolore di un matrimonio misto
Vorrei elencare alcuni dei problemi che ci sono in un matrimonio misto.
1. La coppia non potrebbe essere d'accordo sulla cosa più importante della vita: glorificare Dio nella loro vita insieme.
2. Il credente che sposa un non credente dimostra al non credente che non è importante ubbidire a Dio. Quindi, la sua testimonianza assumerebbe poco valore.
3. Il legame con un non credente sarebbe un terribile ostacolo a quanto un credente potrebbe vivere alla gloria di Dio. Quel credente sarebbe ostacolato dall'avere comunione con altri credente, perché il non credente vorrebbe avere comunione con i suoi amici non credenti. Quel credente sarebbe ostacolato a partecipare liberalmente alla vita di chiesa, perché il non credente lo considererebbe come uno spreco di tempo. Il credente non avrebbe la benedizione dell'edificazione reciproca con la persona più importante nella sua vita. Non potrebbe parlare di cuore delle cose di Dio, perché per l'uomo naturale, le cose di Dio sono pazzia.
4. Un matrimonio con un non credente diventerebbe un terribile ostacolo alla crescita spirituale. Il legame di un matrimonio è estremamente stretto. Perciò, il credente sarà inevitabilmente molto influenzato dal coniuge non credente. La Bibbia è molto chiara, in 1Corinzi 15:33
“Non v’ingannate: «Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi».” (1Co 15:33 NRV)
Più la compagnia è stretta, più avrà un'influenza negativa. Perciò, quando la compagnia è il proprio coniuge, l'influenza negativa diventerà estremamente forte, e il danno sarà grande.
Il fatto che Dio comanda ai credenti di non sposarsi con non credenti non è per limitare la gioia dei credenti, ma piuttosto per permettere a loro di avere la vera gioia che viene da una vita di fede in Dio. Se vogliamo le benedizioni di Dio, dobbiamo camminare per fede.
Se c'è già una promessa di matrimonio
Prima di lasciare questo argomento, è importante capire qualche caso particolare.
Il comandamento di Dio è estremamente chiaro: un credente non deve assolutamente sposare un non credente.
Però, che cosa bisogna fare nel caso che un credente pecca, fidanzandosi con un non credente, oppure, cosa bisogna fare nel caso che Dio salva una persona già fidanzata? In effetti in questi casi il credente ha già promesso all'altra persona di sposarla. Questo significa che quel credente dovrebbe andare avanti e sposare la persona non credente?
Questa è una situazione molto importante da capire, perché riguarda anche altre situazioni che possono succedere nella vita.
Né in questa situazione, né in qualsiasi altra situazione, bisogna mantenere una promessa, se mantenerla significa peccare contro un chiaro comandamento di Dio. In questi casi, sarebbe peccato mantenere quella promessa.
Questo principio è palese perché non abbiamo mai da Dio il permesso di promettere qualcosa che va contro la sua volontà. Se promettiamo qualcosa che Dio però vieta, stiamo peccando facendo quella promessa, e dobbiamo ravvederci da quel peccato.
Vi faccio un esempio molto palese, per aiutarvi a capire questo principio. Un ragazzo non credente chiede all'amico, che è un credente, di mentire ai suoi genitori per nascondere qualcosa che quel non credente ha fatto. Il credente, non valutando bene la volontà di Dio, gli promette di aiutarlo e quindi gli promette che mentirà ai suoi genitori.
Agli occhi di Dio, quella promessa non è valida, perché non si può promettere di peccare. Quindi, il credente dovrebbe dire la verità ai genitori dell'amico, e chiedere perdono all'amico per avergli fatto una promessa sbagliata.
Un altro esempio: un credente ha una compagnia sbagliata. Questi amici gli chiedono di aiutarli a commettere una rapina. In un momento di debolezza, il credente promette ed acconsente ad aiutarli. Dopo però, si rende conto che la rapina è un grave peccato. Quel credente assolutamente non dovrebbe mantenere la promessa che ha fatto ai suoi amici, ma dovrebbe piuttosto chiedere perdono a Dio per aver fatto una promessa che era peccato.
Similmente, se un credente si fidanza con una ragazza non credente, che significa che le promette di sposarla, visto che tale matrimonio sarebbe un peccato, egli non dovrebbe assolutamente mantenere quella promessa, ma dovrebbe rompere il fidanzamento, chiedendo perdono alla ragazza per aver fatto una promessa sbagliata. Molto probabilmente, la ragazza, non essendo credente, non capirà, e resterà molto amareggiata e molto furiosa. Però, lei soffrirà molto meno in questa situazione di quanto soffrirebbe se dovessero andare avanti e sposarsi.
Similmente, nel caso in cui una coppia fosse già fidanzata, e poi Dio salva uno dei due, anche in questo caso, visto che ora uno di loro è salvato, quel credente ha da Dio il comandamento di non sposare un non credente.
Sarebbe come se un non credente fosse in una banda. Organizzano un furto insieme. Dio salva uno di loro. Da quel punto, quella persona appartiene a Dio, e non può più restare sotto quel giogo. È ovvio che quel nuovo credente assolutamente non dovrebbe continuare a rimanere nella banda e fare quella rapina! Similmente nel caso di un fidanzamento, una volta che uno dei due viene salvato, quel credente dovrebbe rompere quel giogo, anche se aveva promesso all'altro di continuare a stare insieme.
Nel caso che uno è già sposato?
Resta ancora un altro tipo di situazione da considerare. Cosa bisogna fare nel caso che Dio salva una persona dopo il matrimonio, e perciò, un credente si ritrova ad essere già sposato con un non credente? In questo caso, il credente non ha peccato, perché era già sposato quando Dio lo ha salvato. In un caso così, come si deve comportare il credente?
Chiaramente, questo caso non c'entra con il comandamento che un credente non deve sposare un non credente, perché in questa situazione entrambi erano non credenti quando si sposarono. Però in seguito, uno dei due coniugi diventa credente.
La Bibbia insegna che in questi casi, il credente non deve lasciare il non credente. Infatti, solitamente, i problemi fra un coniuge credente e un coniuge non credente sono così profondi che spesso, il credente è tentato di voler rompere il matrimonio. Però, Dio comanda al credente di non farlo!
Leggiamo 1Corinzi da 7:12 in poi.
“12 Ma agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente ed ella acconsente ad abitare con lui, non la mandi via; 13 e la donna che ha un marito non credente, s’egli consente ad abitare con lei, non mandi via il marito; 14 perché il marito non credente è santificato nella moglie, e la moglie non credente è santificata nel marito credente; altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, mentre ora sono santi. 15 Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono obbligati a continuare a stare insieme; ma Dio ci ha chiamati a vivere in pace;” (1Cor 7:12-15 NRV)
In un matrimonio misto, il credente spesso soffre così tanto che vorrebbe mandare via il coniuge non credente. Nei vv.12,13 Dio comanda al credente di non mandare via il coniuge non credente.
Solamente nel caso che il coniuge non credente voglia andarsene, allora sì che il credente può lasciarlo andare.
Purtroppo, nel v.15, la Nuova Riveduta non traduce il Greco in modo chiaro. Il traduttore ha cambiato il senso di quello che è stato detto in Greco. Nel Greco, il brano dice, letteralmente: Però, se il non credente si separa, si separi pure; in tali casi, il fratello o la sorella non sono vincolati. Non dice niente dopo la parola “vincolati”.
La parola che ho tradotto con “vincolati” deriva da una parola che vuol dire “legare” o “vincolare”. Quindi, il versetto dichiara che il credente, nel caso che il non credente se ne va via, non è più vincolato. In che senso non è più vincolato? Romani 7:1-3 ci aiuta a capire correttamente il senso. Leggiamolo.
“1 O ignorate forse, fratelli (poiché parlo a persone che hanno conoscenza della legge), che la legge ha potere sull’uomo per tutto il tempo ch’egli vive? 2 Infatti la donna sposata è legata (vincolata) per legge al marito mentre egli vive; ma se il marito muore, è sciolta dalla legge che la lega al marito. 3 Perciò se lei diventa moglie di un altro uomo mentre il marito vive, sarà chiamata adultera; ma se il marito muore, ella è libera da quella legge; per cui non è adultera se diventa moglie di un altro uomo.” (Romani 7:1-3 NRV)
In questo brano, nel v.2, quando dichiara che la moglie è legata dalla legge al marito, la parola “legata” è la stessa parola Greca “vincolare”, da cui si deriva la parola usata in 1Corinzi 7:15. Potremmo anche dire che lei è vincolata. Quando il marito muore, lei non è più vincolata, e quindi, è libera di risposarsi.
In altre parole, questo brano insegna che chi non è più vincolato al matrimonio, è libero di risposarsi.
In 1Corinzi 7:39, Paolo insegna qual è la legge di Dio per quanto riguarda una vedova, e questo vale anche per un vedovo. Può una vedova risposarsi? Leggiamo il brano.
“La moglie è vincolata per tutto il tempo che vive suo marito; ma, se il marito muore, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché lo faccia nel Signore.” (1Corinzi 7:39 NRV)
In questo brano, la parola “vincolata” è la stessa parola che abbiamo trovato in Romani 7:2, tradotta in quel caso con la parola “legata”. Sarebbe stato meglio tradurla nello stesso modo in entrambi i brani. Comunque, notate che la donna che diventa vedova non è più vincolata, e quindi, è libera di risposarsi, però, deve sposarsi “nel Signore”, che significa, con un altro credente.
Una vedova ha lo stesso diritto di sposarsi di una ragazza nubile, cioè, può sposarsi, ma solamente con un altro credente.
Avendo capito il senso di “non essere vincolato”, che vuol dire che uno è libero di risposarsi, possiamo capire correttamente il significato di 1Corinzi 7:1-3.
Perciò, in 1Corinzi 7, il brano dichiara che in un matrimonio misto, il credente non deve mai mandare via il non credente. Però, se il non credente va via, il credente non è più vincolato. Dal chiaro senso di “vincolato” in Romani 7, in cui si parla ugualmente anche lì del matrimonio, è chiaro che anche qui in 1 Corinzi 7 il senso è lo stesso, e quindi, il credente non è più vincolato da quel matrimonio, ed è libero di risposarsi. Chiaramente, prima di arrivare a questo punto, inevitabilmente ci sarà stata una terribile sofferenza in quel matrimonio. Però, visto che spesso, la presenza della luce di Cristo nella vita di un coniuge credente diventa un terribile fastidio per il coniuge non credente, Dio permette questa possibilità. Chiaramente, questo non vuol dire assolutamente che un credente potrebbe sposare un non credente, pensando che se non dovesse andare bene, potrebbero sempre lasciarsi. Questo comandamento è rivolto ad una coppia già sposata, dove il credente ha cercato di tenere insieme il matrimonio, ma il non credente ha insistito di volersene andare.
Conclusione
Perciò, abbiamo visto che la Bibbia insegna, in modo molto categorico, che un credente non deve assolutamente sposare un non credente. Sarebbe un grave peccato. Una coppia così non potrebbe minimamente chiedere la benedizione di Dio sul loro matrimonio, perché sarebbe un matrimonio impuro. Infatti, per questo, i pastori che temono Dio rifiutano categoricamente di celebrare questo tipo di matrimonio.
Come ogni altro comandamento di Dio, questo comandamento non è stato dato per togliere qualche bene al credente, ma per permettere al credente di godere le stupende benedizioni di Dio. Qualunque volta che pecchiamo, perdiamo le benedizioni di Dio. Certamente, a volte è difficile ubbidire, perché la carne non si arrende facilmente. Però, l'unica vera benedizione è quando camminiamo per fede, ubbidendo a Dio.
Nel caso in cui una coppia è già salvata, e Dio salva uno dei due, quella persona deve cercare di essere una luce in casa. Sarà difficile, ma deve cercare di amare il coniuge, e mostrare Cristo.
Nel caso che uno si trova già fidanzato, sarà difficile, ma è importante camminare per fede, per evitare una vita piena di terribile problemi e sofferenze per tutti e due.
Che benedizione, quando camminiamo per fede, e chi è già salvato che benedizione avrà se saprà aspettare la giusta persona salvata che il Signore ha preparata per lui. Oh che possiamo onorare il rapporto del matrimonio!