Aiuto Biblico

Come vivere in tempo di prova, parte 1

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 5 giugno 2022, –cmd ve –
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sermone 3: tempo-di-prova-03

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Di natura, vorremmo tutti avere una vita bella, una vita facile, una vita senza pesi, problemi o prove. È naturale desiderare questo.

Però, sappiamo tutti che la vita non è così. La vita non è facile. Piuttosto, la vita è piena di prove, prove dure. Poi, anche se arriva un momento senza prove, sappiamo che non durerà. Le prove fanno parte della vita.

Cos’è una prova

In questo sermone, e in almeno altri due sermoni, con l’aiuto di Dio, voglio parlare di prove, e di quello che Dio ci insegna riguardo a come vivere le prove con pace, e anche con gioia. Vogliamo capire perché abbiamo prove (e ci sono vari motivi), e come fare quando ci troviamo in mezzo alle prove.

Per quanto conosciamo tutti le prove, comunque do una semplice definizione di prove.

Le prove sono situazioni difficili che rendono la vita pesante. Possono portare un lieve peso, possono portare grande dolore. Possono durare poco, o possono durare tutta la vita.

Come possiamo avere pace nelle prove?

La prima cosa da capire per poter avere pace nella prove è che non dobbiamo sperare in una vita senza prove. Non è la volontà di Dio. Le prove fanno parte della volontà di Dio. Se speriamo in qualcosa che non è la volontà di Dio saremo delusi, e non avremo la pace che possiamo avere se affrontiamo le prove come Dio ci insegna.

Perché ci sono le prove?

Perché ci sono le prove?

Quando Dio ha creato il mondo, non c’erano le prove. Tutto era molto buono. Vi leggo quello che la Bibbia dice per quanto riguarda il mondo quando Dio aveva finito di creare tutto. Leggo Genesi 1:31

“Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera poi fu mattina: il sesto giorno.” (Genesi 1:31 LND)

Quando Dio ha creato il mondo, era tutto molto buono, non c’erano prove. Non c’era nulla di male o doloroso o difficile o faticoso. Quello era il mondo che Dio aveva creato per l’uomo.

Non c’era la morte, non c’erano malattie, non c’era fatica, non c’era la gelosia, né il tradimento, né la cattiveria, né l’abbandono, non c’era nulla che faceva male. Non c’era alcun male fisico, non c’era alcun male psicologico, non c’era alcun male sentimentale o emotivo. Tutto era buono, tutto era meraviglioso. Quello era il mondo che Dio aveva creato per l’uomo. Che cuore che ha Dio per l’uomo!

Chiaramente, non è più così. Allora, che cosa è successo?

Che cosa è successo? Il primo uomo, e dopo di lui, ogni altra persona mai nata, tranne Gesù, ha scelto di peccare contro il suo Creatore.

L’uomo ha scelto di peccare. L’uomo ha scelto di andare contro i comandamenti di Dio. Questo comprende anche NOI. Ma perché? Perché pecchiamo? Perché andiamo contro i comandamenti di Dio?

Quando pecchiamo, cerchiamo la soddisfazione al di fuori di Dio. Quando pecchiamo, crediamo che Dio non sia la cosa migliore. Crediamo che ci sia di meglio che essere in stretto rapporto con il nostro Creatore.

Con il peccato, l’uomo gira le spalle a Dio. Non solo Adamo ed Eva, anche NOI abbiamo girato le spalle a Dio. Tante volte. Tante, tante volte. Ogni volta che pecchiamo, giriamo le spalle a Dio. Dichiariamo che c’è di meglio di Dio. Ma sbagliamo, perché non c’è nulla meglio di Dio. Il peccato è sempre un inganno. Sempre.

Quindi, il peccato è un rifiuto di Dio. È ribellione contro Dio.

A causa del peccato del primo uomo, peccato che NOI abbiamo portato avanti, Dio ha messo il mondo sotto condanna. Ecco perché ci sono prove. Inoltre, i nostri peccati, e i peccati degli altri, creano tantissima sofferenza.

È importante capire che non ogni prova è un risultato diretto di un nostro peccato. Il mondo è sotto condanna, tutto il mondo, sia i buoni che i cattivi. Se due vicini hanno entrambi un orto, ed uno è un uomo che cammina in santità, e l’altro è un uomo che è in grande ribellione contro Dio, entrambi avranno erbacce nel loro orto. Il mondo è sotto condanna come risultato del peccato. Questa è una condizione generale. Quindi, le prove non sono legate in modo diretto ai nostri peccati. Certi peccati causano sofferenze. Ma anche se camminiamo in santità, ci saranno prove.

Siamo tutti peccatori dalla nascita. Viviamo in un mondo sotto condanna. Finché non ritornerà Gesù Cristo, questa sarà la realtà. Non dobbiamo sperare che le prove finiranno, perché non finiranno in questa vita. Le prove finiranno quando Cristo ci chiamerà a Sé, oppure, quando Cristo ritornerà. Ma è importante capire che le prove sono un risultato del fatto che l’uomo è un peccatore, in ribellione contro Dio.

È importante capire che le prove NON sono il giudizio, non sono la punizione per il peccato. Quella sarà infinitamente peggio.

Il salario del peccato è la morte, non solo la morte fisica, ma molto di più, la morte spirituale, che è la separazione dalla vita. Gesù Cristo, Dio incarnato, è la vita. Quindi, la morte è la separazione da Dio, per tutta l’eternità.

Quindi, di natura, l’uomo è morto nei suoi peccati. È la salvezza che porta l’uomo a passare dalla morte alla vita. In Giovanni 5, Gesù dichiara:

“In verità, in verità vi dico: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24)

Quindi, le prove non sono il giudizio, le prove arrivano a tutti. Il giudizio, per chi non riceve il perdono in Gesù Cristo, il giudizio è la separazione eterna da Dio, la morte eterna, la morte spirituale.

Quindi, mentre parliamo delle prove, è importante ricordare che le prove NON sono il giudizio. Fanno parte della condanna generale sul mondo. Il tormento eterno, che aspetta ogni uomo che non è perdonato in Cristo, sarà infinitamente peggio di qualsiasi prova terrena. Non c’è confronto.

Genesi 3

Trovate con me Genesi 3, che spiega la ribellione dell’uomo contro Dio, il suo Creatore. Conosciamo questo brano, ma ci aiuta a capire perché ci sono le prove. Dio aveva dato tutto all’uomo. L’uomo aveva un mondo perfetto, e aveva comunione con Dio. Eppure, scelse di credere che c’era di meglio di Dio. Seguite mentre leggo Genesi 3.

1 Ora il serpente era il più astuto di tutte le bestie della campagna che l’Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: “Ha DIO veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino"?”. 2 E la donna rispose al serpente: “Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete"”. 4 Allora il serpente disse alla donna: "voi non morrete affatto; 5 ma DIO sa che nel giorno in cui ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male".

Notate che il serpente mente e promette quello che non esiste, e dichiara che NON ci saranno conseguenze, ovvero, che Dio aveva mentito. La donna, e anche l’uomo, dovevano scegliere: credere a Dio, oppure, credere al serpente.

La donna, e evidentemente anche l’uomo, scelsero di non guardare a Dio, ma alle false promesse del serpente. Leggo dal versetto 6.

6 E la donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l’albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.

Chiaramente, togliendo gli occhi da Dio, per forza hanno scelto di peccare. Qualunque volta che togliamo gli occhi da Dio, e cominciamo a focalizzare sul peccato, prima o poi cadremo. Infatti, è già il fatto di togliere gli occhi da Dio che è già peccare. Non credere a Dio, credere che c’è di meglio, desiderare qualcosa più di quanto desideriamo Dio, è già peccato. Quel peccato di base ci porta a peccare con le azioni, le parole e i pensieri.

Il peccato contro Dio cambia tutto. Ci toglie la comunione con Dio, ci toglie la pace, rovina anche i nostri rapporti con gli altri. Leggo dal versetto 7, che parla delle conseguenze immediate del loro peccato.

7 Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; cosi cucirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture per coprirsi. 8 Poi udirono la voce dell’Eterno DIO che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno DIO fra gli alberi del giardino. 9 Allora l’Eterno DIO chiamò l’uomo e gli disse: "Dove sei?". 10 Egli rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono nascosto".

Quante cose brutte! Vergogna. Timore di Dio. Paura. Fra poco, vedremo altre brutte conseguenze. Tutto questo perché hanno scelto di cercare la gioia al di fuori di Dio, ma non c’è nulla che può darci vera gioia se cerchiamo al di fuori di Dio.

Nel versetto 11, vediamo l’amore di Dio. Dio chiede ad Adamo se aveva peccato. Certamente, Dio lo sapeva già. Ma chiedendo, stava dando ad Adamo la possibilità di umiliarsi per prendere la propria responsabilità e per confessare il suo peccato. Leggo.

11 E DIO disse: "Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero del quale io ti avevo comandato di non mangiare?".

--- Dio offre all’uomo l’opportunità di umiliarsi e ravvedersi. Cosa fa l’uomo? Si umilia? Leggo il versetto 12.

12 L’uomo rispose: "La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato". 13 E l’Eterno DIO disse alla donna: "Che cosa è questo che tu hai fatto?". La donna rispose: "Il serpente mi ha sedotta, e io ne ho mangiato".

Effettivamente, l’uomo scarica la colpa su Dio. La donna che TU mi hai dato, lei mi ha dato da mangiare. Quindi, TU sei colpevole, o Dio, per avermi dato la donna. E poi LEI è colpevole.

Anche la donna, seguendo il brutto esempio dell’uomo, dà la colpa a qualcun altro.

Che malvagi possono essere i nostri pensieri, quando scegliamo di peccare. Arrivano pensieri estremamente storti.

Prima di andare avanti, fermiamoci a considerare noi stessi. Quanto volte noi facciamo come l’uomo. Pecchiamo, ma anziché prendere la nostra piena responsabilità, dichiariamo che è dovuto ad altri, o alle circostanze in cui ci troviamo, che, in realtà, sono parte della provvidenza di Dio. Quanto spesso noi agiamo come l’uomo, e non vogliamo riconoscere la nostra colpa!

Andando avanti, notate che Dio non chiede al serpente, che rappresenta Satana. Ribellarsi contro Dio è chi è Satana. A questo punto, Dio inizia ad elencare le conseguenze del peccato. Leggo dal v.14.

14 Allora l’Eterno DIO disse al serpente: "Poiché hai fatto questo, sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le fiere dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. 15 E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno".

Brevemente, questa è una profezia della vittoria che Gesù Cristo avrà su Satana nella risurrezione. Adesso, Dio parla alla donna.

16 Alla donna disse: "Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te".

Qua Dio parla di dolori fisici che la donna avrà, in modo specifico con il parto. Il discorso di avere desideri per il marito, e il fatto che egli dominerà su di lei, lo comprendiamo leggendo Genesi 4:6,7. Vediamo che vuol dire che la donna vorrà avere dominio sull’uomo, anziché seguire la sua guida. L’uomo, da parte sua, anziché guidare la donna con amore, dominerà su di lei. Con questo, Dio dichiara che il modo che le persone vivranno i rapporti sarà una fonte di dolori, a causa del peccato in loro. Infatti, per conto nostro, senza l’opera di Dio in noi, i nostri rapporti sono una delle cause più grandi delle prove della vita.

Adesso, Dio passa a parlare con Adamo e gli spiega quali conseguenze avrà lui. Queste conseguenze cadono sui discendenti di Adamo, e quindi, su ogni persona nel mondo. Leggo dal v.17.

17 Poi disse ad Adamo: "Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare", il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai". 20 E l’uomo diede a sua moglie il nome di Eva, perché lei fu la madre di tutti i viventi. 21 Poi l’Eterno DIO fece ad Adamo e a sua moglie delle tuniche di pelle, e li vestì. (Genesi 3:1-21)

Abbiamo esaminato questo brano tante volte.

Riassumendo, Dio dichiara che la vita sarà piena di prove e sofferenze e difficoltà. Da dove vengono le prove? Sono il risultato del peccato dell’uomo. A causa del peccato di Adamo e sua moglie, il mondo è sotto condanna. I rapporti sono danneggiati. La vita è faticosa, difficile e dolorosa.

Ora, c’è la fatica, ci sono spine e triboli. C’è il lavoro duro, c’è lo stress. Ora c’è la morte, e anche tutto il male fisico che arriva durante la vita. Ora, i rapporti, che dovevano essere fonte di gioia, diventano fonte di grande dolore.

Questo è il risultato del peccato.

La cosa importante da notare è che il peccato è credere che c’è qualcosa di meglio di Dio. Quindi, è proprio ribellione contro Dio stesso.

Come Adamo, anche NOI abbiamo peccato credendo che c’è di meglio di Dio. Non solo prima della salvezza, ma anche dopo, tante volte. Quante volte abbiamo peccato contro Dio! La cosa incredibile non è che ci sono prove, la cosa incredibile è quanto Dio ci tratta con bontà, quando in realtà meriteremmo solo il male.

Il mondo è sotto la maledizione, come conseguenza del peccato. Questo brano ci spiega il motivo per le prove che abbiamo.

Quindi, è fondamentale capire che le prove fanno parte della vita.

Come avere pace

Lo scopo di questo sermone, e anche altri di questa piccola serie, è di capire come avere pace nelle prove.

Quindi, il primo passo per avere pace in mezzo alle prove è di capire che le prove e le difficoltà fanno parte della vita. Sperare che non ci saranno le prove è un modo certo di essere delusi e non avere la pace, perché le prove ci saranno finché siamo qua in questo mondo. Dobbiamo umiliarci e riconoscere che anche noi, come Adamo, abbiamo peccato contro Dio, ripetutamente. Anche noi, volta dopo volta, abbiamo cercato la soddisfazione al di fuori di Dio. Quindi, è importante per noi di umiliarci e accettare le prove della vita. Solo così possiamo aver pace in mezzo alle prove.

Capire lo scopo

C’è un’altra cosa che ci fa mancare la pace quando abbiamo le prove.

Un altro motivo per cui stiamo male nella prove, anziché avere pace, è perché vogliamo capire lo scopo della prova. A volte, ci chiediamo: “Perché?”. “Perché Dio sta permettendo questo?” Effettivamente, cerchiamo la pace capendo il “perché” di una certa prova.

Attenzione: di solito, Dio NON risponde a quella domanda, almeno non subito. Dio non ci spiega quello che sta facendo tramite le prove. Se cerchiamo la pace nel sapere lo scopo specifico di una prova, non avremo mai la pace. Quello era il problema di Giobbe.

Piuttosto, possiamo avere la pace avendo FEDE che Dio è in controllo. La pace viene sapendo che Dio ci AMA ed è in controllo e ha i suoi piani, anche se non li comprendiamo.

La vera pace viene dalla FEDE in Dio, non dal sapere il perché di una prova. Quindi, confidiamo in Dio. Egli è in controllo, e sa quello che sta facendo nelle prove. Nessuna prova ci arriva che non è gestita da Dio.

Grazie a Dio per questo.

Prove fisiche

Parlando delle prove, è utile tenere in mente che ci sono vari tipi di prove.

Per esempio, ci sono le prove fisiche. Queste prove comprendono sia la fatica e la stanchezza fisica, che per alcuni possono essere la realtà di tutti i giorni, come anche il dolore e la sofferenza fisica, che possono essere leggeri, ma possono arrivare anche ad essere estremamente pesanti.

Quando le prove fisiche diventano più pesanti, o quando durano a lungo, per conto nostro, se ci focalizziamo sulla prova, ci scoraggia, ci abbatte, ci demoralizza. Se guardiamo alla prova, può farci perdere la speranza, e vedere tutto nero.

Per aver pace nelle prove fisiche, come anche in altre prove, dobbiamo tenere sempre in mente che nel piano perfetto di Dio, le prove fisiche fanno parte di questa vita. Se speriamo di non avere prove fisiche, saremo delusi, e non avremo mai pace. La pace inizia quando confidiamo in quello che Dio ha fatto. E Dio ha stabilito che avremo prove fisiche. Chi è in Cristo ha la viva speranza di avere un corpo glorificato, senza alcuna prova fisica. Ma per ora, la grazia di Dio ci sosterrà.

Prove dai peccati degli altri

Un altro tipo di prove che fanno parte della vita in questo mondo di peccato sono le prove di quando gli altri peccano contro di noi.

Quanto forte può essere il dolore quando gli altri peccano contro di noi! In un certo senso, queste prove ci fanno molto più male delle prove fisiche. Affliggono i nostri cuori.

Ci sono tanti tipi di prove che affliggono i nostri cuori. Per esempio, quando un rapporto con qualcuno vicino a noi è rotto o danneggiato, questo ci fa stare veramente male. È un dolore nel cuore, che può farci più male di qualsiasi dolore fisico.

Quando qualcuno ci tratta con cattiveria, soprattutto se è qualcuno che dovrebbe amarci e trattarci bene, quello è un dolore molto forte per il nostro cuore. Lascia un profondo segno.

Le ingiustizie che subiamo ci portano ad avere dolore nel cuore.

Le cattiverie, la condizione del mondo intorno a noi, e molto di più, ci fanno star male, a volte, molto male. Quando la cattiveria ci arriva da qualcuno vicino a noi, è una sofferenza terribile.

Come possiamo avere la pace quando soffriamo a causa dei peccati degli altri? Vogliamo arrivare a capire questo. Ma per ora, voglio capire che la cattiveria (in effetti il peccato che gli altri commettono contro di noi), ci porta grande sofferenza e dolore. Ci fa male. Molto male. Abbiamo bisogno della cura di Dio per avere pace in mezzo a queste prove.

I nostri peccati, senso di colpa

Certamente il dolore fisico, comprese le fatiche, sono una sofferenza, a volte profonda.

Ancora più dolorosi sono i peccati degli altri contro di noi. Questi sono una sofferenza che ci fa ancora più male.

Ma esiste un altro tipo di prova che ci fa soffrire ancora di più. Ci fa più male di qualsiasi altra tipo di sofferenza.

Questo è il dolore che il NOSTRO peccato ci causa.

Quando pecchiamo, e non confessiamo quel peccato, il nostro peccato rovina la nostra comunione con Dio. Cioè, distrugge la stretta comunione che Dio ci offre in Gesù Cristo.

Ricordate in Genesi 3, dopo che Adamo ed Eva avevano peccato, anziché cercare comunione con Dio, avevano timore di Dio, e si nascosero da Lui?

Quando abbiamo peccato non confessato, è impossibile avere vera e stretta comunione con Dio. Perciò, è impossibile avere vera pace nel cuore. È impossibile avere la vera gioia. È impossibile stare veramente bene.

Quanto siamo stolti quando non vogliamo vedere i nostri peccati. Ci scusiamo, diamo la colpa alle circostanze, diamo la colpa agli altri. Ci scusiamo dicendo che “non sapevamo”. Spesso, facciamo di tutto per non riconoscere il nostro peccato, la nostra colpa.

Ma finché non riconosciamo e poi confessiamo, di cuore, i nostri peccati, non possiamo stare bene.

Anche se tutto il resto va bene, se non confessiamo i nostri peccati, non staremo bene. In realtà stare bene non dipende dalle circostanze, dipende dallo stare vicini a Cristo, e avere il frutto dello Spirito.

Parlando dei nostri peccati, quando abbiamo peccato e non lo abbiamo confessato, anche se rifiutiamo di riconoscere quel peccato, siamo colpevoli. E questo ci dà, in senso chiaro, o in senso non chiaro, un senso di colpa, perché siamo realmente colpevoli.

Un senso di colpa è una sofferenza terribile.

Nel mondo moderno, si cerca di negare la colpa. Si cerca di non usare la parola “peccato”. Piuttosto, si spiega che facciamo le cose sbagliate a causa delle circostanze e di quello che gli altri hanno fatto a noi. Ma parlando così, non arriviamo mai ad avere il perdono, e perciò, non si arriva mai a togliere il peso terribile della colpa.

Quindi, fra tutti i mali che ci sono, fra tutte le sofferenze, la sofferenza più profonda, anche se l’ignoriamo, è la colpa.

Quando abbiamo colpa, questo rende difficile guardare a Dio. Questo ci toglie la pace, ci toglie la gioia, ci ostacola dal portare frutto spirituale, danneggia i nostri rapporti e ci rovina la vita.

Però, grazie a Dio (ed è grazie a Dio), c’è un rimedio. Il rimedio è il perdono in Gesù Cristo.

Quando confessiamo i nostri peccati, in base all’opera di Gesù Cristo, Dio è fedele e giusto da perdonarci pienamente. Dio prende la nostra colpa e la carica su Gesù Cristo. Perciò, quando confessiamo di cuore i nostri peccati, veniamo liberati dalla colpa.

Quando siamo liberati dalla colpa, possiamo trovare in Dio quell’aiuto e quel rifugio che ci permettono di avere pace e gioia nelle prove.

Se il peso è la nostra colpa, c’è il perdono in Cristo. Se i pesi che portiamo vengono da fuori di noi, se camminiamo umilmente davanti a Dio, c’è rifugio nel Signore.

Consideriamo la cura di Dio quando ci arrivano delle prove.

Conclusione

Prego che possiamo capire che le prove fanno parte della vita. Abbiamo scelto di peccare contro Dio. Il mondo è sotto la maledizione e resterà così finché Cristo non ritorna.

Non dobbiamo sperare di avere meno prove per poter avere pace. Questo è un inganno! Non cerchiamo la pace nel modo sbagliato!

Non cerchiamo la pace nel capire. Confidiamo in Dio. Giobbe ha cercato di capire il motivo per la sua prova. È arrivato addirittura ad essere arrabbiato con Dio perché non riusciva a capire il motivo per le sue prove e ha maledetto il giorno in cui era nato. Poi Dio, quando ha parlato a Giobbe, gli ha spiegato il motivo per cuilui aveva tutte quelle prove? No minimamente! Dio gli ha solo fatto capire Chi Lui è, e Giobbe, con vergogna e umiltà, si è ravveduto. Giobbe ha capito che Dio è Dio e che Lui può fare tutto. Ha capito che tutto quello che Dio fa è giusto e che Lui non sbaglia. Quando Giobbe ha accettato la volontà di Dio e quando si è fidato di Dio, ha sperimentato grande pace.

Anche tu avrai pace se ti fidi di Dio. Fidiamoci di Dio in mezzo alla malattia fisica e nelle situazioni dove le persone peccano contro di noi. Quando soffriamo a causa dei nostri peccati, ricordiamo che c’è un Salvatore potente che perdona i nostri peccati e che c’è rifugio presso Dio per quel cuore che si fida di Lui.