Nella Bibbia, volta dopo volta, vediamo esempi di persone che credevano che la via che Dio aveva stabilito per loro non fosse la via migliore.
Guardiamo assieme alcuni esempi di questo modo di pensare.
Per esempio, ricordiamo l'avvenimento narrato in Genesi 3, quando Eva parlava insieme al serpente. Teniamo presente questo brano e notiamo come Eva cominciava a pensare che quella che Dio aveva stabilito non fosse la via migliore per lei ed Adamo:
“1 Ora il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che l’Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: "Ha DIO veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino?". 2 E la donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete". 4 Allora il serpente disse alla donna: "voi non morrete affatto; 5 ma DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male". 6 E la donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l’albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.” (Genesi 3:1-6 LND).
Quello che voglio notare qui è che Eva aveva cominciato a pensare, istigata dal serpente, che la via di Dio non fosse la via migliore, ovvero che c'era una vita migliore al di fuori della volontà di Dio. In altre parole, lei cominciò a credere che i comandamenti di Dio erano gravosi e che il seguirli le avrebbe fatto perdere qualcosa di meglio. Questo falso ragionamento l'ha spinta a peccare, insieme ad Adamo, allontanando tutta la razza umana da Dio.
Israele nel deserto: poca varietà di cibo
Un altro esempio nel quale delle persone hanno creduto che la via del Signore non fosse quella migliore è quando Israele si trova nel deserto, essendo stato liberato con grandi miracoli dall'Egitto, in viaggio verso la terra promessa. In quella condizione gli israeliti avrebbero dovuto traboccare di gioia per la salvezza che Dio aveva loro provveduto. Avrebbero dovuto riconoscere l'immensità del privilegio di avere il creatore di tutto come il loro Dio. Avrebbero dovuto ugualmente riconoscere che la via del Signore era la via della vita e della salvezza e che non c'era via migliore.
Invece si lamentavano contro Dio. Vi leggo Numeri 11:1-6:
“1 Or il popolo si lamentò e questo dispiacque agli orecchi dell’Eterno; come l’Eterno li udì, la sua ira si accese, e il fuoco dell’Eterno divampò fra di loro, e divorò l’estremità dell’accampamento. 2 Allora il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò l’Eterno e il fuoco si spense. 3 Così quel luogo fu chiamato Taberah, perché il fuoco dell’Eterno si era acceso fra di loro. 4 E la marmaglia eterogenea che era tra il popolo, fu presa da grande bramosia; e anche i figli d’Israele ripresero a piagnucolare e a dire: Chi ci darà carne da mangiare? 5 Ci ricordiamo dei pesci che in Egitto mangiavamo gratuitamente, dei cetrioli, dei meloni, dei porri, delle cipolle e degli agli. 6 Ma ora, l’intero essere nostro è inaridito; davanti ai nostri occhi non c’è nient’altro che questa manna".” (Numeri 11:1-6).
Questo popolo si trovava nel deserto, curato e protetto da Dio in modo perfetto. Però, anziché accettare quello che Dio aveva provveduto per loro, si lamentava, volendo quello che, secondo il suo parere, era meglio per lui. In altre parole, gli israeliti vedevano la via stabilita da Dio come una via pesante e gravosa.
Geroboamo: lasciare i suoi sudditi andare ad adorare a Gerusalemme
Un altro esempio in cui vediamo un individuo che pensa che la via del Signore non sia la via migliore si trova nella vita di Geroboamo, il primo re del regno di Israele, sito al Nord. Se ricordate, egli era un servo di Salomone. A causa dei peccati di Salomone, Dio aveva detto che avrebbe tolto 10 tribù a suo figlio e le avrebbe date ad un servo di Salomone. Poi un profeta era andato da Geroboamo, dicendogli che avrebbe ricevuto 10 tribù. Questo profeta, parlando da parte di Dio, gli disse anche che, se fosse rimasto fedele a Dio, Dio avrebbe stabilito una dinastia con i suoi discendenti.
Quando,dopo la morte di Salomone, le cose si sono avverate esattamente come Dio aveva detto, Geroboamo aveva ogni motivo per fidarsi di Dio e camminare per fede in ogni campo della vita. Ed aveva ovviamente ogni motivo per riconoscere che la via del Signore è la via migliore.
Invece, quando Geroboamo diventò re, si fece i suoi calcoli e decise che la via del Signore non era la via migliore. Infatti, egli decise che, per mantenere il suo regno, datogli dal Signore, anziché seguire la via stabilita da Dio, era meglio percorrere la via da lui stesso stabilita, credendo che quest'ultima fosse migliore della via che Dio gli aveva comandato.
Leggiamo i ragionamenti di Geroboamo in proposito:
“25 Poi Geroboamo edificò Sichem nella regione montuosa di Efraim e vi si stabilì; quindi uscì di là e edificò Penuel. 26 Geroboamo disse in cuor suo: "Ora il regno tornerà probabilmente alla casa di Davide. 27 Se questo popolo sale a Gerusalemme per offrire sacrifici nella casa dell’Eterno, il cuore di questo popolo si volgerà nuovamente verso il suo signore, verso Roboamo re di Giuda; così mi uccideranno e torneranno a Roboamo, re di Giuda". 28 Dopo essersi consigliato, il re fece due vitelli d’oro e disse al popolo: "E’ troppo per voi salire fino a Gerusalemme! O Israele, ecco i tuoi dèi che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto!". 29 Ne collocò quindi uno a Bethel, e l’altro a Dan. 30 Questo fu causa di peccato, perché il popolo andava fino a Dan per prostrarsi davanti a un vitello. 31 Egli costruì anche templi sugli alti luoghi e fece sacerdoti presi da ogni ceto di persone, che non erano figli di Levi. 32 Geroboamo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindicesimo giorno del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda e offrì sacrifici sull’altare. Così fece a Bethel per sacrificare ai vitelli da lui fatti; e a Bethel stabilì i sacerdoti degli alti luoghi che aveva eretti.” (1Re 12:25-32 LND).
La cosa importante da notare qui è che Geroboamo si era convinto del fatto che la via stabilita da Dio non fosse la via migliore. Egli credeva di poter fare in modo di stare meglio di quanto sarebbe potuto stare facendo nel modo stabilito da Dio. Chiaramente, è probabile che non abbia fatto esplicitamente un pensiero specifico di questo tipo, ovvero dubitò così fortemente che avrà pensato: “il mio modo di fare è migliore di quello stabilito dal Signore”. Eppure, in realtà, senza dirlo né pensarlo esplicitamente, questo era nei fatti il suo ragionamento. Questo era anche il ragionamento di Eva ed anche il ragionamento del popolo d'Israele nel deserto.
In altri termini, Dio aveva stabilito la via secondo la quale Geroboamo doveva camminare. Geroboamo doveva essere fedele a Dio, il che comprendeva l'andare a Gerusalemme per adorare nel tempio. Però, pensandoci umanamente, senza tenere conto di quello che Dio aveva detto, senza tener conto della promesse di Dio di benedirlo, la quale è una promessa per chiunque cammina per fede in ubbidienza, Geroboamo fece i suoi ragionamenti e, secondo i suoi ragionamenti, non andava bene andare a Gerusalemme per adorare né andava bene lasciarci andare i suoi.
Cari, questo modo di ragionare è radicato nella nostra carne. È un modo di pensare che ci fa vedere male la via del Signore, ma non in modo diretto, piuttosto in modo indiretto. Raramente, quando facciamo questo tipo di ragionamento, riconosciamo che stiamo volendo dire che la via del Signore non va bene. In realtà, questo è nei fatti il nostro pensiero, anche se non ci permettiamo di dirlo in modo chiaro ed esplicito.
Matteo 16:21-23: Pietro non vuole che Gesù vada alla croce.
Di esempi simili a quelli che abbiamo finora esaminati, ce ne sono tantissimi e pertanto vorrei menzionarne almeno un altro. Esaminiamo assieme il brano contenuto in Matteo 16. In questo capitolo, per la prima volta i discepoli capiscono che Gesù è il Cristo. In altre parole, solo a questo punto Dio rivelò loro che Gesù, il loro maestro, è in realtà il Cristo che ci era stato promesso dal tempo di Adamo. Solamente a quel punto, solamente dopo che avevano capito che Egli è il Cristo, Gesù iniziò a parlargli della Sua morte e risurrezione. Tenendo questo in mente, leggiamo Matteo 16:21-23. Notiamo il ragionamento di Pietro, uno dei discepoli:
“21 Da quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario per lui andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e risuscitare il terzo giorno. 22 Allora Pietro lo prese in disparte e cominciò a riprenderlo, dicendo: "Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai". 23 Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: "Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini".” (Matteo 16:21-23 LND).
Conosciamo tutti questo brano, ma conviene veramente valutare quello che sta passando per la testa di Pietro. Gesù, il suo caro prezioso Gesù, che da poco i discepoli avevano riconosciuto come Cristo, aveva appena spiegato che doveva essere ucciso per poi risuscitare.
Quello che voglio notare è che Pietro fa i suoi ragionamenti. Egli non vuole che il suo Cristo muoia! Egli non vuole che Cristo debba soffrire! A lui non sembra giusto! Gesù è il Cristo, tutti dovrebbero adorarLo, ubbidirLo e seguirLo! E pertanto Pietro, in cuor suo, medita sul fatto che non è giusto farlo soffrire e ucciderlo!
Se ci fermiamo a questo punto, il ragionamento di Pietro non sembra tanto brutto. Cioè, sembra che egli stia pensando al bene di Gesù.
Invece, leggendo il commento di Gesù o, per meglio dire, la durissima riprensione che Gesù gli fa, vediamo che il ragionamento di Pietro è molto malvagio.
Fratelli, non manchiamo di valutare questo attentamente! Guardando solamente a quello che Pietro ha detto, sarebbe tanto facile vederlo come un qualcosa di non così malvagio e, addirittura, come una dichiarazione fatta con tanta amore per Gesù. Invece Gesù non dice niente di positivo a Pietro per la sua dichiarazione, piuttosto lo riprende con grande severità. Gesù fa capire chiaramente che quello che dice Pietro viene direttamente da Satana!
La via di Dio per Gesù Cristo era quella di morire sulla croce per poi risuscitare. Era una via che comportava una terribile sofferenza, era una via che umanamente e per un tempo sembrava essere una sconfitta.
Pietro non voleva che Gesù prendesse quella via. Pietro voleva che Gesù fosse subito riconosciuto e adorato come il Cristo.
Basandosi sui suoi ragionamenti, in realtà Pietro è diventato uno strumento di Satana che cercava di sviare Gesù dal piano di Dio per Lui.
Come funziona il nostro ragionamento:
Cari, non è che noi siamo diversi o migliori di Pietro e degli altri uomini protagonisti dei brani precedentemente discussi. Anche noi possiamo fare dei ragionamenti che in realtà vanno contro la volontà di Dio. Anche noi possiamo fare ragionamenti che implicano che la via del Signore non è la via migliore. Possiamo vedere la Sua via come se fosse non buona o, comunque, non la migliore per noi. Chiaramente, di solito vediamo questo senza arrivare a pensarlo in modo palese e diretto. Ma ciò non cambia il fatto che questo è quello che sta sotto i nostri ragionamenti.
Quando non vediamo bene qualcosa che appartiene alla via del Signore, solitamente non la esaminiamo in termini spirituali, ma mediante una serie di ragionamenti, di valutazioni nostre puramente carnali.
Quando la nostra valutazione arriva alla conclusione che un certo modo di vivere, che in realtà è insegnato da Dio, non va tanto bene, in realtà stiamo dicendo, senza farlo esplicitamente, che la via stabilita da Dio non è la migliore.
Fratelli e sorelle, questo è un grave peccato, un peccato in cui possiamo cadere facilmente.
Esempi pratici
Lasciatemi darvi qualche esempio pratico, ma è importante capire che possiamo ragionare così in quasi qualunque aspetto della vita cristiana.
Il mio desiderio, con questo studio, non è soltanto quello di parlare di questi pochi esempi, ma piuttosto che ognuno di noi, alla luce di essi, possa valutare la propria vita e riconoscere se compiamo un qualunque ragionamento che in realtà va contro quello che Dio dichiara.
Partendo da questa base, pensiamo a qualche esempio di ragionamenti sbagliati.
Essere onesto, ma in un mondo disonesto.
Un esempio riguarda il fatto di essere sempre onesti. Viviamo in un mondo in cui la menzogna fa parte della vita quotidiana. Infatti, ne fa talmente parte che tante forme di menzogna non sono nemmeno viste come tali.
In questo mondo, essere veramente onesti può portare a brutte conseguenze, almeno parlando e ragionando umanamente. Perciò, a volte, i credenti arrivano ad un ragionamento, senza mai arrivare a dire che bisogna mentire, in cui giustificano un certo modo di parlare che non è del tutto onesto. In breve, non arrivano a dire menzogne dirette, però parlano in modo da far credere qualcosa che non è la verità. Agli occhi di Dio questo è mentire!
In realtà, un credente che ragiona così, pensando che non è un problema fare così perché non è proprio dire una bugia, sta dicendo che la via del Signore non è la via migliore. Sta dicendo, con un suo ragionamento, che la via da lui inventata è migliore e porta più benefici che la via insegnata da Dio.
Questo è esattamente quello che facevano le persone che abbiamo visto nella Bibbia e che sceglievano una via di peccato.
Accettare di cuore, e non solo con le azioni, i ruoli che Dio ci ha dato.
Passo ad un altro esempio. Nella Bibbia, Dio dà chiari i comandamenti che riguardano ogni ruolo della vita. Può succedere che un credente non è d'accordo con questo o quell'altro ruolo. Nella sua mente, e forse anche nelle sue conversazioni, spiega perché vivere un certo ruolo in un certo modo non andrebbe bene. Magari non arriva a dire in modo chiaro che non bisogna seguire quello che Dio dice, ma, in realtà quello che propone è di andare concretamente contro quello che Lui ha insegnato.
Ci sono tanti esempi di questo, come, per esempio, il comandamento di ubbidire allo Stato e di pagare tutte le tasse e tutte le imposte. Noi viviamo in una società in cui tantissime persone non pagano tutte le tasse e tutte le imposte. Perciò ci sono casi in cui, se uno paga tutto il giusto, paga più di quello che pagano gli altri.
A volte un credente potrebbe essere tentato a ragionare che, per qualche motivo, non è necessario pagare una certa tassa o una data imposta. Sicuramente farà tanti ragionamenti che filano bene, però, in fin dei conti, quello che sta dicendo con i suoi ragionamenti è che la via del Signore non è la via migliore. I suoi ragionamenti dichiarano che una via diversa da quella tracciata da Dio porterà più benefici, arrecherà più benedizione.
Carissimi, tale ragionamento è carnale, è da Satana e va dunque contro quello che Dio dichiara.
Quando la via del Signore non mi sembra buona, giusta e la migliore, vuol dire che i miei ragionamenti sono carnali.
Il governo non democratico di una chiesa
Un altro esempio di ragionamenti distorti consiste nell'amministrare democraticamente la Chiesa. Ci sono tante chiese in cui la mentalità è che la Chiesa sia una democrazia. A costoro infatti non sembra giusto che un gruppo di anziani abbia l'autorità nella Chiesa. Secondo questo ragionamento molto comune è dunque più giusto avere una democrazia. Questo modo di pensare è molto diffuso,
però, in realtà, esso implica che il modo di guidare la Chiesa stabilito da Dio non è quello migliore. Questo ragionamento, anche se implicitamente, comporta che quello che l'uomo inventa funziona meglio di quello che Dio ha stabilito.
Fratelli, anche in questo caso il ragionamento in realtà è molto carnale, è errato perché contraddice quanto Dio comanda nella Sua Parola ed è da riconoscere come tale e da confessare.
Come credenti dobbiamo confessare i nostri peccati gli uni agli altri.
Un altro campo in cui facilmente si fanno ragionamenti che vanno contro la volontà di Dio è quello che riguarda il confessare i nostri peccati anche gli uni agli altri. Quando abbiamo peccato, la Bibbia insegna chiaramente che dobbiamo confessare i nostri peccati e che dobbiamo farlo certamente sempre a Dio, ma anche a coloro contro i quali abbiamo peccato.
Però, quando ci troviamo in questa condizione, facilmente possiamo fare ragionamenti in base ai quali non è il momento di confessare un nostro peccato a qualcuno. Per esempio, potremmo pensare che una eventuale confessione potrebbe permettere alla persona a cui confessiamo e verso la quale abbiamo errato di vincere nel disaccordo che abbiamo avuto. Oppure potremmo ipotizzare che confessare il nostro peccato indurrebbe l'altra persona ad essere più orgogliosa. In altri termini, potremmo essere sedotti da tanti ragionamenti che ci potrebbero portare a pensare che non è il caso di confessare un nostro peccato alla persona verso la quale lo abbiamo compiuto.
Però, anche in questo caso, il nostro ragionamento implica che la via del Signore non è la via migliore. Ed implica che la nostra via è più saggia ed è più adeguata di quella che il Signore ha stabilito.
Come mariti dobbiamo sacrificarci per nostra moglie
Vediamo questa tendenza del fare ragionamenti nostri anche per quanto riguarda i rapporti di famiglia. Per esempio, questo avviene riguardo al ruolo del marito. Dio insegna che un marito deve amare la propria moglie come Cristo ha amato la Chiesa. La Bibbia descrive l'amore di Cristo come un amore di sacrificio, un amore in cui il marito ama la moglie teneramente, curandola con la stessa cura che ha per il proprio corpo e per se stesso. Questo è un amore che ovviamente porta a sacrifici.
Facilmente, un uomo potrebbe ragionare che tale forma di amore non è la via migliore. Potrebbe ragionare giungendo a credere che sua moglie non sta camminando bene e che, se lui dovesse amarla così, lei approfitterebbe di questo e il suo modo di fare porterebbe solo del male al loro rapporto. Oppure potrebbe ragionare supponendo che, se lui dovesse sacrificarsi così, egli stesso rimarrebbe senza la cura di cui ha bisogno e perciò è meglio per lui pensare un po' a lei e un po' a se stesso.
Fratelli, tale ragionamento è carnale e diabolico. Anche in questo caso, pensare in questo modo implica che la via di Dio non è la via buona e perfetta. È quindi anche questo un ragionamento da cui ravvedersi!
Come mogli dobbiamo essere sottomesse in ogni cosa al nostro marito, come al Signore.
In modo del tutto simile, facilmente si possono nutrire ragionamenti molto distorti per quanto riguarda il ruolo della sottomissione della moglie.
Noi viviamo in un mondo in cui si dà molta enfasi alla donna forte, alla donna capace di fare tante cose, alla donna indipendente ed emancipata. Tuttavia, questo modo di pensare non viene dalla Bibbia. Perciò, quando uno accetta per buona questa mentalità proveniente dal mondo, il concetto della moglie sottomessa sembra essere qualcosa di negativo e razionalmente non accettabile. Secondo questo ragionamento, la sottomissione togli alla donna tante cose belle. Si vede quindi la sottomissione come una cosa negativa, una cosa che rende una donna inferiore a quello che è una donna che, invece, non è sottomessa. Ci sono donne che ragionano in modo che, secondo loro, una donna sottomessa è inferiore a quello che potrebbe essere se non dovesse essere sottomessa.
Fratelli e sorelle, tale ragionamento è da Satana! Prima di tutto, biblicamente una donna non deve essere mai indipendente. Secondo, il piano di Dio è il miglior piano possibile. Perciò, visto che Dio ha stabilito per la moglie di essere sottomessa al marito in ogni cosa come a Cristo, la donna che vive chiaramente quella sottomissione sarà la donna più realizzata possibile. Qualunque ragionamento che comporta una cosa diversa è un ragionamento che implica che la via del Signore è una via sbagliata. Tale pensiero viene da Satana.
----Tanti altri campi
Fratelli e sorelle, quelli da me fatti sono solo alcuni esempi, ma possiamo trovarne tanti altri, possiamo avere tanti ragionamenti che in realtà contraddicono quello che dichiara Dio.
Quello che dobbiamo fare è esaminare attentamente e biblicamente i nostri ragionamenti. È buono se abbiamo altre persone nella nostra vita che possono aiutarci a riconoscere quando un nostro ragionamento non è conforme alla verità di Dio.
Per avere questo tipo di aiuto ci servono rapporti profondi, rapporti in cui entriamo profondamente nella vita l'uno dell'altro e, per quanto è possibile, rapporti a quattr'occhi. Oggi tanti cercano rapporti che non arrivano mai a fondo, rapporti pieni di piccoli incoraggiamenti spirituali, ma che non arrivano al sodo. Di per sé queste cose non sono negative, ma rapporti di questo tipo non sono sufficientemente profondi da poter avere aiuto l'uno dall'altro al fine di vedere se veramente il nostro modo di pensare e ragionare è conforme alla verità di Dio.
Non facciamo come Pietro, che è stato usato da Satana come strumento per cercare di sviare Gesù. Se noi conduciamo e alimentiamo ragionamenti sbagliati, possiamo essere usati per portare del male, anziché del bene.
Rendiamo dunque ogni pensiero e ragionamento sottomesso a Cristo, proprio come sta scritto:
“3 Infatti anche se camminiamo nella carne, non guerreggiamo secondo la carne, 4 perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze, 5 affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo, 6 e siamo pronti a punire qualsiasi disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà perfetta.” (2Corinzi 10:3-6 LND).
O che possiamo vivere così!