Aiuto Biblico

Purificati dal Veleno

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 11 febbraio 2017, – cmd dmp –
Descrizione: Come dobbiamo rispondere quando gli altri ci fanno del male? Quale cuore dobbiamo avere?
parole chiave: ingiustizia, sofferenze, subire dagli altri, un cuore rotto.

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Che cosa succede quando uno ingerisce un veleno che resta nel suo corpo? Crea gravi problemi fisici, e può portare anche alla morte. Solitamente più veleno si ingerisce più grave è il danno. Finché il veleno rimane nel corpo, continua ad agire, ad ostacolare la buona salute, infatti, è impossibile stare veramente bene finché c'è il veleno. È assolutamente necessario togliere il veleno per poter iniziare il processo di guarigione. Mangiare sano e fare esercizi non basta per avere una buona salute se prima non si elimina il veleno.

Lo sapete che spesso succede che anche noi credenti abbiamo un veleno nei nostri cuori? Questo veleno ci porta tanto, tanto male. Ostacola la nostra crescita, ci ostacola dall'avere gioia, ci ostacola dal vedere la potenza di Cristo che opera in noi. Finché abbiamo questo veleno dentro, non possiamo avere la vera e profonda pace della salvezza. Se rimane, mette perfino in dubbio che siamo veramente salvati. Questo veleno è terribile, e perciò, è fondamentale che lo riconosciamo e chiediamo al medico della nostra anima, il nostro Signore, di purificarci da esso, riconoscendo la nostra condizione.

Certamente, avete già capito che il veleno di cui sto parlando non è un veleno chimico, ma è un veleno spirituale. Il danno non è fisico, anche se ci possono essere effetti fisici, il danno è spirituale.

Il veleno di cui sto parlando è il veleno di non perdonare, di non dimenticare il male che altri ci hanno fatto, di pensare al male anziché al bene.

È molto importante che comprendiamo questo peccato. Vivendo in questo mondo e avendo altro peccato in noi, è inevitabile che altri peccheranno contro di noi, come anche noi peccheremo contro altri. La domanda non è se gli altri peccheranno contro di noi, la domanda è come dobbiamo rispondere quando altri peccano contro di noi. Come dobbiamo vivere quando altri peccano contro di noi, e non ci chiedono perdono. Cioè, in un certo senso, a volte è già difficile perdonare qualcuno che umilmente ci chiede perdono. Ma quando qualcuno ci fa del male, e non chiede perdono, questo ci porta tanto dolore. Se poi quella persona o quelle persone sono credenti, il dolore è più forte.

Cosa dice la Bibbia su come dobbiamo rispondere e reagire quando qualcuno pecca contro di noi e non ci chiede perdono?

Se chiede perdono dobbiamo perdonare

Prima di tutto, voglio che sia chiaro che Dio ci insegna in modo categorico che quando qualcuno pecca contro di noi e ci chiede perdono per quel peccato, dobbiamo perdonare quella persona. Dobbiamo perdonare perché Dio ha perdonato noi. Nessuna ferita o offesa che riceviamo è minimamente paragonabile a quanto è grave il nostro peccato contro Dio.

In Matteo 18, Pietro chiese a Gesù quante volte bisogna perdonare chi ti chiede perdono. La risposta di Gesù è che dobbiamo perdonare senza limiti, perché questo è il senso di 70 × 7. Vi leggo Matteo 18:21,22.

“21 Allora Pietro, accostatosi, gli disse: "Signore, se il mio fratello pecca contro di me, quante volte gli dovrò perdonare? Fino a sette volte?". 22 Gesù gli disse: "Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.” (Matteo 18:21-22 LND)

Bisogna sempre perdonare chi veramente ci chiede perdono. Ricordate che nella Bibbia, perdonare non è solo quello che si dice, piuttosto, è la condizione del cuore che veramente cancella il debito del peccato subito. Dobbiamo perdonare come perdona Dio, che non si ricorda più di quel peccato. Questo è il modo in cui dobbiamo perdonare.

Nei versetti dopo questo brano, Gesù racconta la parabola dell'uomo con un servo che aveva un grande debito, che il Signore gli condona. Poi quel servo rifiuta di perdonare un suo conservo che aveva un debito con lui molto piccolo. Il suo rifiuto di perdonare al suo conservo ha fatto sì che il padrone lo mandasse alla punizione eterna.

Il punto chiaro di Gesù qui è che dobbiamo assolutamente perdonare gli altri di cuore.

Quando Gesù ci insegna il Padre Nostro, c'è la frase: "perdonaci i nostri debiti come noi perdoniamo i nostri debitori." Anche in questo, vediamo l'assoluta necessità di perdonare coloro che ci fanno del male. Poi, subito dopo, Gesù dichiara categoricamente che se noi non perdoniamo gli altri, non saremo perdonati da Dio. Vi leggo le parole di Gesù in Matteo 6:14,15.

“14 Perché, se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre.” (Matteo 6:14-15 LND).

Ci sono tanti altri brani che insegnano questa verità. Ma la prima cosa che dobbiamo capire è che se qualcuno ci chiede perdono, dobbiamo perdonare. Se non perdoniamo quella persona, mettiamo in dubbio il fatto di essere perdonati da Dio. Cioè, un rifiuto di perdonare vuol dire che non c'è neanche il frutto di essere veramente salvati.

Quindi dobbiamo perdonare chi ci chiede perdono. Questo è basilare.

Quando non ci chiede perdono

Ma quello che voglio considerare soprattutto oggi è come dobbiamo reagire e comportarci nei casi in cui qualcuno ci fa del male e non ci chiede perdono. In realtà già non è facile perdonare chi ci chiede perdono. A volte, il dolore è così forte che è difficile. Se è difficile perdonare quando qualcuno ci chiede perdono, come dobbiamo fare quando qualcuno ha peccato contro di noi e NON ci chiede perdono?

Quanto è importante comprendere quello che Dio ci comanda, perché solo così possiamo liberarci dal veleno del peccato. Dobbiamo capire, e dobbiamo fare quello che Dio ci comanda, perché se noi non facciamo come Dio ci comanda, se teniamo dentro il dolore che altri ci hanno provocato, è un veleno spirituale per la nostra anima. Ci danneggia, e finché abbiamo quel veleno dentro, non possiamo vivere la pienezza della vita cristiana. Tenere dentro il male è un vero e proprio veleno, che ci fa tanto, tanto male. Anziché essere il profumo di Cristo, più veleno abbiamo dentro, più saremo l'odore di quel veleno. Dio non accetterà il nostro servizio per Lui né la nostra lode, anche quando parliamo di Cristo e cantiamo a Lui. Possiamo cantare con voce forte a Dio, ma se non riconosciamo il nostro peccato, Dio odierà il nostro canto, o il nostro servizio.

Quindi, cosa dice Dio su come dobbiamo reagire quando gli altri peccano contro di noi? Dobbiamo capire quello che Dio dichiara. Quindi, andiamo alle Scritture.

Romani 12

Un brano che ci insegna come dobbiamo vivere da veri credenti quando gli altri ci trattano male e ingiustamente e sparlano di noi è Romani 12:17-21. Seguite mentre leggo questo brano, considerando che questo è un comandamento per ogni vero figlio di Dio.

“17 Non rendete ad alcuno male per male, cercate di fare il bene davanti a tutti gli uomini. 18 Se è possibile e per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. 19 Non fate le vostre vendette, cari miei, ma lasciate posto all’ira di Dio, perché sta scritto: "A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore". 20 "Se dunque il tuo nemico ha fame dagli da mangiare, se ha sete dagli da bere; perché, facendo questo, radunerai dei carboni accesi sul suo capo" 21 Non essere vinto dal male, ma vinci il male con il bene.” (Romani 12:17-21 LND)

Quanto è chiaro il comandamento di Dio. Quando qualcuno ci fa del male, non dobbiamo mai rispondere con il male. Dobbiamo cercare di vivere in pace con tutti. Non dobbiamo mai fare alcun tipo di vendetta. Se gli altri parlano male di noi, non dobbiamo noi parlare male di loro. Piuttosto, dobbiamo fare del bene a chi ci fa del male. Dobbiamo vincere il male con il bene. Questo è un frutto dal quale si vede che siamo veramente figli di Dio.

Quando Stefano fu lapidato

Forse a te sembra impossibile avere quel tipo di cuore pronto a perdonare coloro che ti odiano e che ti hanno fatto tanto male. Forse ti sembra che ti hanno fatto troppo male. Ma è possibile, se tu sei veramente rigenerato e vedi la grandezza del tuo peccato contro Dio, e perciò vedi l'immensità del perdono. Voglio leggervi della morte di Stefano, il primo martire, che troviamo in Atti 7:54-60. Notate che Stefano fu odiato fino al punto di essere ucciso. Fu trattato in modo totalmente ingiusto. Eppure, notate il suo cuore nei confronti di coloro che gli hanno fatto del male. Leggo il brano.

“54 All’udire queste cose, essi fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. 55 Ma egli, ripieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio 56 e disse: "Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio". 57 Ma essi, mandando alte grida, si turarono gli orecchi e tutti insieme si avventarono sopra di lui; 58 e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. E i testimoni deposero le loro vesti ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59 Così lapidarono Stefano, che invocava Gesù e diceva: "Signor Gesù, ricevi il mio spirito". 60 Poi, postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: "Signore, non imputare loro questo peccato". E, detto questo, si addormentò.” (Atti 7:54-60 LND)

Questi uomini odiavano Stefano al punto di lapidarlo alla morte. Eppure, Stefano non aveva minimamente rancore verso di loro, piuttosto ha pregato Dio di non imputare loro quel peccato. Questo è il cuore di un vero credente.

Matteo 5

Guardate ora con me Matteo 5:38-45. In questo brano, Gesù ci parla specificamente come rispondere a chi ci fa del male, anche ripetutamente, senza chiederci perdono. Seguite attentamente mentre vi leggo le parole del nostro Signore Gesù Cristo.

“38 Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". 39 Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l’altra, 40 e se uno vuol farti causa per toglierti la tunica, lasciagli anche il mantello. 41 E se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. 42 Da’ a chi ti chiede, e non rifiutarti di dare a chi desidera qualcosa in prestito da te. 43 Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". 44 Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.” (Matteo 5:38-45 LND)

Cari, questo insegnamento è pesantissimo se la guardiamo con occhi carnali, ma è dolce se lo guardiamo con occhi della fede, tramite il filtro della grazia che abbiamo ricevuto e che riceviamo giorno per giorno in Cristo.

In questo brano, Dio ci comanda qualcosa che va completamente contro la natura umana. Ci comanda di fare del bene a chi ci fa del male. Ci comanda di amare e fare del bene a coloro che ci odiano, che ci fanno del male e che ci maltrattano.

Leggo ancora il comandamento che Cristo Gesù, il nostro Signore se siamo salvati, dichiara nei versetti 44 e 45.

“44 Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.” (Matteo 5:44,45)

In poche parole, dobbiamo amare i nostri nemici, cioè coloro che ci fanno del male. Amare vuol dire avere un profondo desiderio per il loro bene, che si realizza in un impegno per loro. Dobbiamo benedire coloro che ci odiano. In altre parole, coloro che parlano male di noi, che sparlano di noi, che ci calunniano, dobbiamo noi dire bene di loro, nel modo in cui parliamo di loro, e nel modo di pregare per loro. Dobbiamo pregare per quelli che ci maltrattano e ci perseguitano, che vuol dire pregare per le benedizioni di Dio. Qui, non si tratta di benedizioni materiali, ma il vero bene da Dio.

In poche parole, dobbiamo avere grande amore e premura per quelle persone che ci fanno del male. Questo è un frutto dell'essere veramente figli di Dio, ed è così che Dio ci tratta.

Io voglio chiedere a ciascuno di voi di riflettere. Chi sono le persone che ti hanno fatto male? Chi sono le persone che hanno parlato male di te? Tu hai un profondo amore per loro? Tu parli bene di loro? Questo è necessario se tu sei un vero figlio di Dio.

Infatti, come dichiarato nel versetto 45, dobbiamo fare del bene a coloro che ci fanno del male per essere figli del Padre nostro che è nei cieli.

In altre parole, se una persona non fa così, se una persona non ha questo cuore verso coloro che gli hanno fatto del male, dimostra di non essere un vero figlio di Dio. Non importa quanto uno conosce la Bibbia, non importa quanto uno evangelizza, non siamo salvati per le buone opere. Siamo salvati se abbiamo veramente visto la gravità del nostro peccato e desideriamo il perdono. La vera salvezza produce un cuore che rispecchia il cuore di Dio, e specificamente produce un cuore che benedice coloro che ci maledicono. La vera salvezza produce un cuore che fa del bene a coloro che fanno del male.

La parola di Dio è una spada. Se tu riconosci che tu non hai vero frutto della salvezza in questo campo, con tutto il mio cuore ti esorto a correre a Cristo umiliandoti, ravvedendoti, confessando i tuoi peccati, per ricevere il perdono di cui hai bisogno.

Filippesi 4:8

Voglio brevemente vedere un altro brano che ci aiuta a capire come deve vivere un vero credente. Vi leggo Filippesi 4:8. Conosciamo questo brano molto bene. Ma voglio considerare questo comandamento alla luce di come dobbiamo vivere quando abbiamo subito il male dalle persone. Seguite mentre leggo.

“Per il resto, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono onorevoli, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose.” (Filippesi 4:8)

Questo comandamento è chiaro. Nel piano di Dio, non dobbiamo lasciare spazio nel cuore per pensare a quello che abbiamo subito. Piuttosto, dobbiamo pensare a quelle cose amabili, cose in cui c'è virtù, cose in cui c'è qualche lode. Dio ci comanda di pensare a queste cose, e non alle cose negative che abbiamo subito. Se voglio veramente crescere, è utile pensare al mio peccato, quello che ho già confessato, perché così posso pensare al meraviglioso perdono che ho ricevuto. Quel meraviglioso perdono è una cosa onorevole, una cosa pura, una cosa amabile. Ma non c'è spazio per un vero credente di pensare e ripensare nella mente le cose che ha subito. Chi pensa al male che ha subito sta camminando in ribellione a Dio, peccando contro questo e tanti altri comandamenti simili di Dio.

Quello che Dio vuole in noi

È importante comprendere perché è così fondamentale che non pensiamo al male che abbiamo subito, e che vivere pensando a quello che abbiamo subito per tanto tempo mette in dubbio perfino che siamo veramente salvati.

La salvezza arriva a chi veramente riconosce il peso del proprio peccato. Cioè, quando Dio salva una persona, lo Spirito Santo convince quella persona del suo peccato, del giudizio e della giustizia in Gesù Cristo. Quando Dio salva una persona, lo Spirito Santo sigilla quella persona e dimora in lui sempre. Perciò, un vero credente dovrebbe continuamente essere aggravato ogni volta che pecca. La crescita non arriva solo attraverso una maggiore conoscenza della Bibbia, ma arriva di più se una persona riconosce e confessa il proprio peccato.

In Filippesi 2:12, Dio ci insegna come vivere la vita cristiana in attesa di trovarci davanti al Cristo. Ve lo leggo.

“Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore,” (Filippesi 2:12 LND)

Un vero credente deve essere concentrato sul proprio cammino, e deve essere molto severo verso il proprio peccato, e così cammina con timore e tremore. Questo lo fa guardare costantemente a Cristo, vedendo come prezioso il sacrificio di Cristo.

Un vero credente vive con un cuore umile, con un cuore rotto, vedendo il proprio peccato. Questo è il cuore che Dio cerca, questo è il cuore che Dio cura.

Vi leggo due versetti che esprimono quello che impariamo in tutta la Bibbia. Ci mostrano il cuore che Dio vuole in ogni vero credente. Ascoltate mentre leggo Salmo 34:18, e poi Salmo 51:17.

“L’Eterno è vicino a quelli che hanno il cuore rotto e salva quelli che hanno lo spirito affranto.” (Salmo 34:18 LND)
“I sacrifici di DIO sono lo spirito rotto; o DIO tu non disprezzi il cuore rotto e contrito.” (Salmo 51:17 LND)

L’Eterno è vicino a chi ha il cuore rotto e lo spirito affranto. Questo parla di un cuore rotto per il proprio peccato. Questa è una descrizione del vero cammino cristiano, per ogni vero credente.

Quando uno ha il cuore rotto e contrito per il proprio peccato, è spinto continuamente a Cristo, dove trova quel meraviglioso perdono che Gesù Cristo ha comprato con il suo sacrificio. In questo modo, Gesù Cristo viene innalzato, e il suo sacrificio viene visto come prezioso.

L’unico modo di poter vedere quanto è prezioso il sacrificio di Cristo, è vedere costantemente la gravità del nostro peccato. Agli occhi di un Dio santissimo, pecchiamo tutti e ogni nostro peccato è grave.

Chi pensa a quanto gli altri hanno peccato contro di lui non può pensare a quanto ha peccato lui contro Dio. È impossibile focalizzare sia sul mio peccato e il grande perdono che ho in Cristo, e allo stesso tempo focalizzare su quanto gli altri mi hanno fatto del male. O penso in una o nell’altra direzione.

Dio è vicino a coloro che hanno il cuore rotto, e lo spirito affranto, aggravati dai propri peccati, e che perciò vedono il sacrificio di Cristo come prezioso. Dio è lontano da chi non ha il cuore rotto per il proprio peccato, ma focalizza sui peccati degli altri.

Conclusione

Oh cari fratelli e sorelle, prego che la parola di Dio ha parlato al cuore di ciascuno di noi. Prego che abbiamo visto che dobbiamo amare coloro che ci fanno del male, dobbiamo parlare bene e benedire coloro che parlano male di noi. Questo è un frutto che sarà presente in chi è un vero figlio di Dio. Come diceva Gesù, questo dimostra la nostra vera salvezza. Dobbiamo essere aggravati dal nostro peccato, non dai peccati che gli altri hanno commesso nei nostri confronti.

Prego che ognuno di noi esaminerà se stesso, non con un metro inventato da noi, ma piuttosto con il metro di Dio, che abbiamo visto in questi brani.

Aiutiamo gli uni gli altri a camminare così. Se qualcuno ti parla del male che ha subito, non ascoltare. Ferma quella persona, e chiedi a lui o a lei di pensare piuttosto al male che ha commesso, non al male che ha subito. Solamente così quella persona, se è veramente un credente, può vedere il grande valore del sacrificio di Gesù Cristo per i suoi peccati.

Se tu riconosci che sei caduto nel peccato di pensare ai peccati degli altri, e non ai tuoi, se il tuo cuore è afflitto per quello che gli altri hanno fatto a te, e non per il tuo peccato, sei in grave pericolo. Umiliati. Guarda alla santità di Dio per vedere meglio la gravità del TUO peccato. Solo allora puoi vedere il vero valore del sacrificio di Gesù Cristo. Solo allora, puoi ravvederti, per essere liberato dal veleno che ha riempito il tuo cuore. Solo allora, puoi avere la vera gioia della salvezza.

Prego che ogni vero figlio di Dio vedrà sempre di più l'immenso e infinito valore del sacrificio di Gesù Cristo. Quel sacrificio è la grazia per mezzo della quale possiamo essere perdonati giorno per giorno.

Grazie a Dio per il sacrificio di Gesù. Grazie a Dio quando lo Spirito Santo ci mostra il nostro peccato. Prego che avremo cuori umili ed un cuore rotto.