Una delle cose più tristi che leggiamo nella Bibbia è quella di un credente che cammina bene con Dio, almeno per quanto si possa vedere, e poi cade nel peccato. La Bibbia contiene tanti racconti tristi, in cui una persona molto benedetta da Dio cade nel peccato e ne soffre terribili conseguenze. Chi può leggere la storia di Sansone senza essere turbato, vedendolo entrare ciecamente nella trappola del peccato? O pensate a Davide quando commette adulterio con Batsceba, dopo anni di meravigliosa comunione con Dio.
È terribile quando succede questo, e questo può succedere a chiunque. Le conseguenze di una tale caduta sono doppiamente amare perché il credente sa tutto quello che ha perso.
Come possiamo evitare di cadere nel peccato? Sopra ogni altra cosa dobbiamo stare sempre in guardia e avere un cuore umile sapendo che se togliamo lo sguardo da Dio, anche noi, possiamo cadere.
C’è qualche altra cosa che possiamo fare e che ci aiuterà a non cadere? Un grande aiuto è quello di riconoscere come questi uomini sono caduti, in modo da evitare i loro errori.
Infatti, nessun credente passa improvvisamente da una vita di grande zelo per il Signore ad una vita di disubbidienza. Ci si arriva un passo alla volta. Consideriamo alcuni degli esempi nella Bibbia che ci aiutano a capire un modo comune in cui si cade nel peccato, affinché possiamo evitare questi passi. Infatti, possiamo notare che, spesso, coloro che cadono nel peccato seguono la stessa via. Che Dio ci aiuti a riconoscere questi passi e, poi, a tenerci lontani da essi.
Allora, consideriamo la caduta di alcuni uomini di Dio, per poter riconoscere i passi che hanno portato alla loro caduta. Iniziamo con Sansone, uno dei Giudici d’Israele. Sansone è stato grandemente benedetto da Dio, che gli aveva dato una forza fisica straordinaria. Egli fu usato da Dio per sconfiggere i Filistei, i nemici d’Israele. Sansone si era dedicato a Dio, però, ad un certo punto nella sua vita, cadde gravemente nel peccato. Leggiamo di questo episodio in Giudici 16:1. Notate i passi della sua caduta.
“Poi Sansone andò a Gaza e là vide una prostituta, ed entrò da lei.” (Giudici 16:1 LND)
Notiamo attentamente i tre verbi che ci sono in questo versetto perché descrivono i passi che portano alla caduta: Sansone andò, Sansone vide e Sansone entrò, ovvero, Sansone peccò.
Qui fratelli, Dio ci sta mostrando i passi che portano un credente a cadere nel peccato. Prima si VA nel posto sbagliato. Il significato di questo andare non si limita al solo andare in senso fisico. Vuol dire mettersi in un luogo o in una situazione di tentazione che avremmo potuto evitare. A quel punto, si VEDE una tentazione che non si sarebbe vista se non si fosse andati in quel posto. Poi si CADE nel peccato.
Voglio sottolineare che ANDARE non vuol dire solamente andare in senso letterale. Guardare la televisione o guardare qualcosa in Internet è un modo di andare con la mente al posto che ti sta davanti, sullo schermo. Se uno ascolta la musica, va a stare con le persone che parlano tramite la musica.
Se leggiamo qualcosa di sbagliato, nella nostra mente, andiamo al posto di cui stiamo leggendo.
Quindi, ANDARE vuol dire mettersi davanti ad una tentazione che si sarebbe potuta evitare. Questo porta a VEDERE il peccato che non era necessario vedere portandoci, di conseguenza, a COMMETTERE il peccato.
Abbiamo visto questi passi in Sansone. Pensiamo ora a Davide, un uomo grandemente benedetto dal Signore. Davide era il re d’Israele e quindi il capo dell’esercito.
Dopo aver camminato fedelmente con il Signore per anni, Davide cadde nel terribile peccato con Batsceba che gli recò grande tristezza per tutto il resto della sua vita. Notiamo i passi che fece Davide, i passi che lo portarono a commettere questo peccato. Leggiamo 2 Samuele 11:1-4.
“1 Con l’inizio del nuovo anno, nel tempo in cui i re vanno a combattere, Davide mandò Joab con i suoi servi e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabbah; ma Davide rimase a Gerusalemme. 2 Una sera Davide si alzò dal suo letto e si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia. Dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno; e la donna era bellissima. 3 Così Davide mandò a chiedere informazioni sulla donna; e gli fu detto: "È BathSceba, figlia di Eliam, moglie di Uriah, l’Hitteo". 4 Davide mandò messaggeri a prenderla, così essa venne da lui ed egli si coricò con lei; poi ella si purificò della sua impurità e ritornò a casa sua.” (2 Samuele 11:1-4 LND)
Avete notato che anche in questo brano ritroviamo esattamente gli stessi passi che vedevamo con Sansone? Prima Davide rimane a Gerusalemme non andando alla guerra, cosa che, invece, avrebbe dovuto fare. Perciò, VA, nel senso che si mette nel posto sbagliato, in questo caso a Gerusalemme mentre i loro mariti erano via per combattere nella guerra.
Così Davide si mise dove c’era una tentazione che non avrebbe dovuto vedere. Il posto sbagliato per lui era Gerusalemme, da solo con tutte le mogli dei soldati che, invece, erano sul campo di battaglia. Poi VEDE una di queste mogli, la bella Batsceba, e poi Davide PECCA con lei.
Davide non avrebbe peccato se non fosse rimasto a Gerusalemme.
Prendiamo Salomone come ultimo esempio: come suo padre Davide, Salomone fu molto benedetto da Dio. Però, disubbidendo all’insegnamento di Dio, Salomone aveva preso delle mogli straniere che adoravano idoli. Quindi, si mise in una situazione in cui vedeva il peccato dell’idolatria. Ora, vediamo il peccato di Salomone.
“1 Ma il re Salomone, oltre la figlia del Faraone, amò molte donne straniere, moabite, ammonite, idumee, sidonie e hittee, 2 appartenenti ai popoli di cui l’Eterno aveva detto ai figli d’Israele: "Voi non vi unirete in matrimonio con loro, né essi con voi, perché essi faranno certamente volgere il vostro cuore verso i loro dèi". Ma Salomone si unì a tali donne per amore.” (1 Re 11:1-2 LND)
“4 Così, quando Salomone fu vecchio, le sue mogli fecero volgere il suo cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente all’Eterno, il suo DIO, come il cuore di Davide suo padre. 5 Salomone seguì quindi Ashtoreth, la dea dei Sidoni, e Milkom, l’abominazione degli Ammoniti. 6 Così Salomone fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno e non seguì pienamente l’Eterno, come aveva fatto Davide suo padre.” (1 Re 11:4-6 LND)
Che triste. Salomone, che aveva ricevuto tante benedizioni da Dio, soprattutto la sapienza, cadde in un terribile peccato, l’idolatria.
Come potrebbe un uomo che aveva ricevuto così tante benedizioni da Dio cadere in peccati così terribili? È semplice quanto triste. Egli Va, vede e pecca.
Egli va nel senso di prendere mogli pagane. Così, va nel posto sbagliato, accanto a donne pagane.
Poi, VEDE la loro idolatria, cioè, permette loro di continuare ad adorare i loro idoli e, così, egli vede questa adorazione abominevole fatta da loro. Un credente dovrebbe evitare di avvicinarsi a quello che fanno i non credenti. Ma visto che Salomone aveva sposato queste donne, vedeva da vicino la loro idolatria, cosa che non avrebbe dovuto vedere da vicino.
Infine, Salomone cadde nel peccato seguendo i falsi dei delle sue mogli. Salomone, a cui Dio aveva parlato direttamente, iniziò a seguire gli idoli.
È proprio così che un credente cade in tanti tipi di peccati. Questo processo inizia quando un credente si avvicina ai peccatori, e comincia a passare tempo con loro, alla presenza del peccato. All’inizio, guarda solamente ma poi, man mano, arriva anche a commettere il peccato che gli sta davanti.
Questo è uno dei motivi principali per cui Dio ci comanda ripetutamente nella Bibbia di evitare contatto con il peccato quanto possibile, e di non avere come compagnia i peccatori.
Non ci si può appoggiare ad un muro appena verniciato senza sporcarsi con la vernice. Non si può restare in compagnia del peccato senza sporcarsi del peccato.
Alcuni esempi di peccati da evitare
Quando è possibile, dobbiamo evitare situazioni in cui le persone peccano, o parlano del peccato. Voglio leggere alcuni brani che elencano dei peccati, in modo che possiamo avere un’idea più chiara di che tipo di compagnia dobbiamo evitare.
Vi leggo Romani 1:28-31, che elenca alcuni peccati che sono abominevoli al Signore.
“28 E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, 29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità, 30 ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti ai genitori, 31 senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati.” (Romani 1:28-31 LND)
Leggo anche 2 Timoteo 3:1-5.
“1 Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, 2 perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, 3 senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, 4 traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, 5 aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati.” (2 Timoteo 3:1-5 LND)
Carissimi, basta riflettere un po’ e riconosceremo che questi peccati sono, in gran misura, parte della società in cui viviamo. Però Dio odia queste cose, sono un’abominazione a Lui.
Oltre ai peccati elencati, avete notato il comandamento alla fine dell’ultimo brano? Ve lo ripeto: “da costoro allontanati!”. Dio ci comanda di tenerci lontani da persone che commettono questi peccati. Questo comandamento è più o meno lo stesso comandamento che Dio diede ad Israele quando stavano per entrare nella terra promessa, Dio comandò loro di tenersi separati dai non credenti. Dio comanda anche a noi di tenerci lontano da coloro che vivono nel peccato.
Quindi, dobbiamo evitare di ANDARE dove c’è il peccato, ovvero, dobbiamo evitare di metterci in situazioni in cui i peccatori potrebbero essere la nostra compagnia.
Troviamo lo stesso principio in 2 Timoteo 2:16:
“Ma evita i discorsi vani e profani, perché fanno progredire nell’empietà;” (2 Timoteo 2:16 LND)
Qui, tramite Paolo, Dio ci comanda di evitare i discorsi vani e profani, cioè, quel modo di parlare, così normale oggi, in cui non c’è né timore di Dio né riverenza. Dobbiamo tenerci lontani da chi parla così, per quanto è possibile.
Dove si sentono discorsi vani? Si sentono discorsi vani fra amici, si sentono discorsi vani su Facebook e sui social media, si sentono discorsi vani in televisione, si sentono discorsi vani nella musica. Dobbiamo evitare i discorsi vani e profani perché ci fanno progredire nell’empietà, ovvero, portano a peccare anche noi. Quindi, considerando questo divieto da parte di Dio, stiamo già peccando nell’avere la compagnia sbagliata. Se pecchiamo andando nel posto sbagliato, ovvero, avendo la compagnia sbagliata, vera o virtuale che sia cadremo in peccati ancora più gravi.
Un altro brano molto chiaro
Trovate con me un altro brano molto chiaro, Efesini 5:1-17. Questo brano rende chiaro il comandamento di non avere come compagnia i peccatori. Dobbiamo evitare il peccato e, perfino, il parlare del peccato. Vi leggo Efesini 5:1-17.
“1 Siate dunque imitatori di Dio, come figli carissimi, 2 e camminate nell’Amore, come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio come un profumo di odore soave. 3 Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi; 4 lo stesso si dica dell’oscenità, del parlare sciocco e della buffoneria, che sono sconvenienti, ma piuttosto abbondi il ringraziamento. 5 Sappiate infatti questo: nessun fornicatore o immondo o avaro, che è un idolatra, ha alcuna eredità nel regno di Cristo e di Dio. 6 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l’ira di Dio sui figli della disubbidienza. 7 Non siate dunque loro compagni. 8 Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce. 9 poiché il frutto dello Spirito consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità, 10 esaminando ciò che è accettevole al Signore. 11 E non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto riprovatele, 12 perché è persino vergognoso dire le cose che si fanno da costoro in segreto. 13 Ma tutte le cose che sono riprovate dalla luce divengono manifeste, poiché tutto ciò che è manifestato è luce. 14 Perciò dice: "Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te". 15 Badate dunque di camminare con diligenza non da stolti, ma come saggi, 16 riscattando il tempo, perché i giorni sono malvagi. 17 Non siate perciò disavveduti, ma intendete quale sia la volontà del Signore.” (Efesini 5:1-17 LND)
Secondo i comandamenti di questo brano, non solo dobbiamo evitare la compagnia di chi pratica questi peccati, ma dobbiamo perfino evitare di parlare di questi peccati! Questa è una posizione radicale. Questa è l’unica via per evitare di cadere nel peccato.
Vediamo lo stesso tipo di comandamento nell’Antico Testamento, in cui Dio comandò ad Israele di non avere rapporti con i pagani intorno a loro. Ripetutamente nel Nuovo Testamento, Dio comanda a noi, che siamo credenti, di non avere come compagnia persone che vivono nel peccato. Questo comprende sia persone con cui possiamo passare tempo nello stesso posto, sia persone con cui possiamo avere legami tramite il mondo digitale.
Se disubbidiamo a Dio in questo e scegliamo di stare con altri, o fisicamente presenti con loro, oppure, tramite la televisione, la musica o il mondo digitale, se scegliamo di stare con altri mentre parlano del peccato, o proprio peccano davanti a noi, quello equivale ad ANDARE nel posto sbagliato. Questo ci porta a VEDERE il peccato, o a sentirlo, e questo ci porta a PECCARE.
Non ci sono eccezioni
Tristemente, ci sono credenti che cercano di giustificare un’amicizia con non credenti, con un ragionamento carnale e falso. Dicono che visto che Gesù passava tempo insieme ai peccatori, anche loro hanno diritto di fare questo. Così cercano di giustificare il loro peccato di avere come compagnia persone che vivono ancora nel peccato.
Cari amici, Gesù non aveva mai peccatori come sua compagnia, e non passava tempo con i peccatori quando stavano peccando. Per esempio, Gesù non stava con gli ubriaconi quando si ubriacavano, non stava con le prostitute quando si prostituivano, non stava con i ladri quando rubavano.
Gesù stava con queste persone al di fuori dell’ambiente del loro peccato ed era per annunciare a loro il giudizio di Dio e il perdono. Gesù non aveva mai queste persone come compagnia. Quindi, usare la scusa che Gesù era con i peccatori come giustificazione per avere peccatori come compagnia è un terribile modo di girare le Scritture.
Infatti, qualunque ragionamento per giustificare una compagnia sbagliata è stoltezza. Non si può avere la compagnia sbagliata senza arrivare a cadere nel peccato. Dio ci dichiara questo in 1 Corinzi 15:33
“Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.” (1 Corinzi 15:33 LND)
Non vi ingannate. Proprio per quanto riguarda la compagnia sbagliata abbiamo la tendenza di credere che non ne saremo influenzati. Quando pensiamo così, il nostro cuore ci sta ingannando. Nessun ragionamento toglie il fatto che le cattive compagnie corrompono i buoni costumi. Umiliamoci e crediamo a Dio anziché mostrare la nostra stoltezza e ribellione pensando di sapere meglio di Dio.
Applicazione
Finora, abbiamo visto che il modo più comune per un credente di cadere nel peccato è di ANDARE, cioè mettersi in una situazione in cui c’è il peccato o la tentazione; poi VEDERE, cioè essendo là, si vede o si sente il peccato; questo ci attira e noi, poi, arriviamo a PECCARE. Per evitare questo il SIGNORE ci comanda di NON andare, di NON metterci in situazioni in cui potremmo avere contatto con il peccato. Specificamente, ci comanda di NON avere peccatori come nostra compagnia.
Voglio considerare alcune applicazioni di questo comandamento. In che senso dobbiamo evitare le compagnie sbagliate?
Non dobbiamo uscire dal mondo
Prima di tutto, dobbiamo capire che questi comandamenti NON vogliono dire che dobbiamo lasciare il mondo e vivere in un monastero. Un brano che rende questo chiaro è 1 Corinzi 5:9-10
“9 Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori, 10 ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo.” (1 Corinzi 5:9-10 LND)
Non dobbiamo uscire dal mondo. Allora, che cosa dobbiamo fare? In che senso dobbiamo evitare di avere peccatori come compagnia?
Il senso è semplice. Dobbiamo vivere nel mondo ed avere quel contatto normale con i peccatori che si ha nella società, però dobbiamo evitare il contatto quando stanno peccando. Dobbiamo evitare di fare di loro la nostra compagnia.
Per esempio, il mio meccanico potrebbe commettere tanti peccati nel suo tempo libero, però quando gli mi rivolgo a lui parliamo dei problemi della mia macchina o, se riesco, gli parlo di Dio. Può darsi che il mio medico pecca molto nella sua vita privata però, quando io vado in ambulatorio, parliamo della mia malattia. Quando vado al negozio, compro quello che mi serve, e me ne vado. Non ascolto il negoziante parlare dei peccati che egli commette nel suo tempo libero. Allora, vivo nel mondo, in mezzo ai peccatori ma non li ho come la mia compagnia.
Quando mi è possibile, parlo con loro di Dio. Delle volte, invito i non credenti a casa e passo la serata parlando di Dio. Non è una serata di semplice compagnia ma piuttosto una serata in cui si parla con molta schiettezza del Signore.
Quindi, un credente può vivere nel mondo ed essere una luce senza avere i peccatori come la sua compagnia.
Quello che è importante evitare è quel contatto in cui queste persone diventano i nostri compagni, cioè, non dobbiamo passare tempo con peccatori in cui il rapporto è basato sul rilassarsi o divertirsi insieme. Questo è peccato e non dobbiamo farlo.
Oltre al contatto normale che serve per vivere nel mondo, come con il meccanico, il medico e il vicino di casa, il nostro contatto con i non credenti deve essere finalizzato a parlare delle cose di Dio. Non basta sperare di parlare delle cose di Dio, dovremmo farlo. Quando siamo veramente una luce, e la nostra conversazione è piena di grazia, allora, i peccatori non peccheranno come fanno solitamente. La nostra presenza li darà troppo fastidio. O ascolteranno mentre parliamo di Dio o non vorranno stare più con noi.
Seguendo l’esempio di Cristo, per quanto dipende da noi, non dovremmo stare insieme ai peccatori quando stanno peccando né quando stanno parlando del peccato.
Se a lavoro un mio collega agisce con orgoglio mentre lavoriamo insieme, non posso evitare quello. Però, se vuole uscire dopo lavoro per prendere la pizza insieme e per parlare di qualche peccato, quello posso evitarlo. Se un collega bestemmia mentre lavoro, non è scelta mia evitarlo perché non posso non sentirlo. Però, posso allontanarmi se i miei colleghi stanno raccontando barzellette sporche.
La cosa importante è di non avere i peccatori come compagni. Chi è salvato e cammina in ubbidienza cade ancora nel peccato, non è più un peccatore e non persiste nel peccato. Invece, chi non è salvato vive ancora nel peccato.
Ci sono tante applicazioni a questi comandamenti. Vorrei parlare brevemente di due. Vi prego di esaminare la vostra vita, per vedere se lo sono anche per voi.
L’Amicizia con non credenti
Considerando quello che è l’amicizia, che è proprio scegliere qualcuno come la nostra compagnia, è chiaro che non dobbiamo avere amicizia con i non credenti. Ricordiamo però, che c’è una grande differenza fra essere amichevole ed essere amico. Dovremmo essere amichevoli con tutti. Però, non dovremmo avere come amici coloro che non camminano in ubbidienza a Dio. Quelle persone non devono essere la nostra compagnia.
Chiaramente, quando siamo circondati da non credenti tutti i giorni, è difficile non fare di loro la nostra compagnia. Per esempio, lavorando con qualcuno, si ha molto in comune. Frequentando la stessa scuola, si ha molto in comune. È molto facile lasciar diventare la nostra compagnia queste persone. Però è sbagliato e, se lo facciamo, ci porterà a peccare. Ricordiamo che, anche se una persona non parla del peccato, il fatto che non ha riverenza per Dio è già un comportamento peccaminoso che ci influenzerà in modo negativo.
Delle volte, un credente inizia un rapporto con un non credente con l’idea di parlare del Signore ma poi, man mano, il rapporto diventa molto più rivolto a parlare di altre cose e, solamente rare volte, si parla di Dio. Allora, in questo caso, il credente arriva ad avere una compagnia sbagliata. Non è più un rapporto di evangelizzazione ma è una compagnia sbagliata che porterà a contaminare il credente. La brutta compagnia corrompe i buoni costumi.
La televisione, radio, Internet, la lettura
Vorrei parlare di un altro tipo di compagnia sbagliata. Ricordiamo che la compagnia è fatta di quella persona, o quelle persone, con cui scegliamo di passare tempo. Allora, oltre agli amici, e ormai in tanti casi molto più degli amici, c’è la compagnia sbagliata di Internet, dei Social Media, della televisione, radio e di quello che si legge e si ascolta.
Quando ci mettiamo davanti ad uno schermo o ascoltiamo la musica, leggiamo, stiamo passando tempo con quelle persone. Però, in questo tipo di rapporto, noi siamo in silenzio e parlano solo loro. Purtroppo, nella stragrande maggioranza dei casi, parlano moltissimo del peccato, o lo praticano, ma non solo! Loro non hanno alcun timore di Dio. Guardare o ascoltare o leggere un programma o una pubblicità o un articolo in cui si parla del peccato, o, in generale, del peccato che viene commesso, significa avere una compagnia sbagliata per un credente.
Come credenti ci viene comandato di evitare qualsiasi cosa che contenga i peccati di cui parla la Bibbia. In parole semplici, non dovremmo guardare qualsiasi sito, o film, o leggere articoli, che contengono alcuni dei peccati elencati nella Bibbia.
In realtà, la GRANDE maggioranza dei film di oggi, i programmi e i siti, contengono almeno vari dei peccati che abbiamo letto nei brani della Bibbia. È raro che non contengano il peccato. Se un programma o un sito o una canzone contiene qualsiasi di questi peccati, non dovremmo guardarlo o ascoltarlo. Se lo guardiamo, stiamo disubbidendo ai chiari comandamenti di Dio e, quindi, siamo nel peccato.
O cari, dobbiamo capire quanto la televisione, le riviste, Internet e la musica ci contaminano. Se gli amici possono contaminarci molto, queste forme di media lo possono moltissimo. Almeno con gli amici possiamo cercare di indirizzare la conversazione verso Dio. Invece, non possiamo neppure rispondere a quello che sentiamo alla televisione o a Internet o a ciò che ascoltiamo o che leggiamo. Quindi, dobbiamo evitare qualsiasi compagnia con i peccatori.
Estremo? Sì!
Fratelli, in un certo senso, applicare questi insegnamenti alla nostra vita può essere molto difficile, in quanto, siamo talmente abituati al peccato intorno a noi che veramente vivere questo comandamento potrebbe sembrarci una posizione estrema.
Infatti, considerando quanto il nostro mondo è veramente lontano dalla volontà di Dio, immerso nel peccato, come quei peccati che abbiamo visto negli elenchi di Romani e 2 Timoteo, al punto che questi peccati sono visti come normali, allora, vivere completamente separati da queste cose sarà visto come estremo. Però, questa è la vita di santità in cui il Signore ci chiama a camminare. Più malvagio è il mondo, più estrema sembra la via della santità.
Un brano che ci spiega che il vivere una vita di santità sarà concepito come estremo, o come è detto qua, strano, è 1 Pietro 4.
“1 Poiché dunque Cristo ha sofferto per noi nella carne, armatevi anche voi del medesimo pensiero, perché chi ha sofferto nella carne ha smesso di peccare, 2 per vivere il tempo che resta nella carne non più nelle passioni degli uomini, ma secondo la volontà di Dio. 3 Basta a noi infatti il tempo della vita che abbiamo trascorso a soddisfare le cose desiderate dai gentili, quando camminavamo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle ubriachezze, nelle gozzoviglie, nelle baldorie e nelle abominevoli idolatrie. 4 Per questo trovano strano che voi non corriate con loro agli stessi eccessi di dissolutezza e parlano male di voi. 5 Essi renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti.” (1 Pietro 4:1-5 LND)
Seguire l’insegnamento di Dio sarà visto come strano. Però, il Signore ci chiama proprio a questo, perché da quando Dio ci ha salvato, viviamo ancora nel mondo ma non apparteniamo più al mondo. Questo mondo non è più casa nostra. In Cristo, siamo cittadini del cielo. Dio ci chiama a vivere come stranieri in questo mondo.
Perciò, smettiamo di avere le compagnie sbagliate. Smettiamo di ANDARE nei posti sbagliati, ovvero, smettiamo di metterci in situazioni in cui avremo contatto con il peccato che - un giorno penseremo - avremmo potuto evitare. Viviamo in modo da vedere e sentire il meno peccato possibile.
Nessuna Scusa
Tristemente, quando Dio ci dà un chiaro insegnamento che va molto contro quella che è la nostra abitudine, anziché avere un cuore pieno di ringraziamento perché Dio ci ha permesso di vedere qualcosa che ostacola la nostra crescita e l’avvicinamento a Lui, delle volte, cerchiamo di scusarci e ragionare, anziché subito abbandonare il nostro comportamento sbagliato.
Parlando della compagnia sbagliata, che sia la televisione, l’Internet, amici o qualcosa che leggiamo o ascoltiamo, ci sono credenti che cercano tante scuse per cercare di non ubbidire a Dio perché non vogliono abbandonare quello che è sbagliato. Spesso, questi credenti mentono a loro stessi, dicendo cose come: “non mi fa niente” o “non mi influisce” o “la guardo pochissimo. Voglio solo essere al corrente di cosa succede nel mondo”. Che terribili menzogne.
Ricordiamo che Dio ci dichiara:
“Non vi ingannate; le cattive compagnie corrompono i buoni costumi.” (1Corinzi 15:33 LND)
O cari, non vi ingannate. Qualunque compagnia sbagliata ti influirà nel male. Umiliamoci davanti a Dio e seguiamo i suoi comandamenti.
Chiaramente, per chi è abituato a guardare la televisione, o passare tempo con amici non credenti, o leggere riviste, è difficile cambiare abitudini. Ricordiamo che la via della santità è una vita ardua, però è l’unica via che porta alle benedizioni di Dio.
Non mettiamoci nelle situazioni sbagliate. Ricordiamo, la via che porta al peccato inizia con ANDARE, prosegue con il VEDERE e finisce con CADERE. Restiamo vicini a Cristo, perché da LUI, e da Lui solo, riceviamo ogni benedizione spirituale!