Da che cosa dipende il tuo stato d'animo? Dalla tua salute? No. Dalla tua situazione economica? No. Da come si comportano le altre persone nella tua vita, e da come ti trattano? No, nemmeno quello.
Stai avendo vera gioia in questi giorni? Hai vera pace nel tuo cuore, che si manifesta nella tua vita? Oppure, sei agitato, frustrato, raffreddato o indurito?
Come stai dipende moltissimo da come reagisci nei riguardi dei tuoi peccati.
Cioè, nonostante siamo salvati, e parla a chi è salvato, continuiamo a cadere nel peccato. Chi è in Cristo non vive più come prima, non pecca come prima, non cammina nel peccato come prima, però pecca ancora, come leggiamo in 1Giovanni 1:8
“se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1Giovanni 1:8 LND)
Allora, visto che ancora pecchiamo, la domanda importantissima è: che cosa facciamo con i nostri peccati? Quando pecchiamo, cosa ne facciamo? Faccio questa domanda a ciascuno di voi: cosa fai con i tuoi peccati? Come reagisci quando Dio ti mostra un peccato, in un modo o l'altro? Cosa fai quando ci sono brutte conseguenze da qualche tuo passato peccato?
Possiamo reagire ai nostri peccati in vari modi sbagliati. Quando Dio ci fa notare un nostro peccato, possiamo ignorarlo. Possiamo negare di aver peccato, giustificando il nostro comportamento. Poi, un altro modo sbagliato da reagire è quello di essere d'accordo con chi ci parla del peccato, e di confessarlo, senza però essere veramente ravveduti di cuore.
Oppure, possiamo rispondere bene quando Dio ci rivela un peccato. L'unica buona reazione è di sentire il peso di quel peccato e confessarlo veramente a Dio. Questo vale per peccati di oggi, e per peccati passati che non avevamo mai confessato.
Principi da ricordare:
Voglio considerare più a fondo i vari modi in cui reagiamo ai nostri peccati. Però prima, consideriamo il principio che: l'uomo miete quello che ha seminato.
Ricordate che non sempre mietiamo subito. A volte, mietiamo dopo anni che abbiamo peccato. Sia che raccogliamo subito o dopo molto tempo, possiamo sapere con certezza che quello che seminiamo, quello raccoglieremo. Questo è vero sia quando seminiamo bene che quando seminiamo male.
Ad Adamo, il primo uomo, Dio dichiarò che se avesse peccato, ci sarebbe stata una brutta conseguenza. Leggo Genesi 2:17.
“ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai".” (Genesi 2:17 LND)
Troviamo la realtà di questo principio ripetutamente nella Bibbia nella vita del popolo di Dio. Lo troviamo dichiarato in Galati 6:7-8.
“non v’ingannate, Dio non si può beffare, perché ciò che l’uomo semina quello pure raccoglierà. perché colui che semina per la sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, ma chi semina per lo spirito. dallo spirito raccoglierà vita eterna.” (Galati 6:7-8 LND)
Alla luce di questo, è chiaro che quando noi lasciamo un peccato non confessato nella nostra vita, prima o poi ci porterà brutte conseguenze.
Reazione alle conseguenze del peccato
Come reagisci quando arrivano brutte conseguenze per qualche peccato che hai commesso nel passato? Consideriamo i vari tipi di reazioni che possiamo avere quando abbiamo brutte conseguenze per i nostri peccati passati. Il modo in cui reagiamo a queste conseguenze rivela molto della condizione del nostro cuore. Se stiamo camminando bene con il Signore, allora, reagiremo con mansuetudine, accettando con umiltà le conseguenze difficili. Oppure, se non stiamo camminando bene con Dio, se abbiamo peccato nel cuore, allora la nostra reazione sarà di essere irritati e negativi, e spesso mostreremo questo brontolando della nostra situazione. Caino reagì così quando la sua offerta non fu accettata da Dio, come leggiamo in Genesi 4:1-7
“Ora Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: "ho acquistato un uomo, dall’Eterno". poi partorì ancora Abele, suo fratello. E Abele divenne pastore di greggi; mentre Caino divenne lavoratore della terra. Col passare del tempo, avvenne che Caino fece un’offerta di frutti della terra all’Eterno; ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso. E l’Eterno riguardò Abele e la sua offerta, ma non riguardò Caino e la sua offerta. Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto. allora l’Eterno disse a Caino: "perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto? Se fai bene non sarai tu accettato? Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare".” (Genesi 4:1-7 LND)
Caino aveva peccato, non portando a Dio l'offerta che evidentemente Dio aveva comandato a loro di portare. Perciò, la conseguenza negativa era che Dio non accettò la sua offerta.
Notiamo il modo in cui Caino reagì al fatto che Dio non accettò la sua offerta, ovvero, notiamo come reagì alle conseguenze del suo peccato. Anziché riconoscere che era colpevole, e che stava solamente subendo la conseguenza del suo peccato, Caino fu irritato, ed il suo volto era abbattuto, che vuol dire che era arrabbiato.
Anziché riconoscere la propria colpa, Caino era arrabbiato a causa delle conseguenze del suo peccato. Era arrabbiato con Dio!
Con grande bontà, Dio incoraggiava Caino a riconoscere la sua colpa, e a cambiare strada, ravvedendosi, e facendo la cosa giusta.
Spesso anche noi reagiamo come fece Caino, irritandoci per le conseguenze dei nostri peccati. Ci sono vari modi sbagliati in cui possiamo reagire quando ci sono conseguenze brutte a causa dei nostri peccati. Consideriamo esempi di modi sbagliati con cui si reagisce quando arrivano le conseguenze che sono dovute, almeno in parte, a peccati precedenti.
Pensate ad un ragazzo che non ha voglia di impegnarsi a scuola e perciò alla fine non prende nemmeno il diploma. Lui sta peccando dando spazio alla carne, perché non vuole impegnarsi. È molto possibile che nell'arco di 10 o 15 anni, lui si troverà con una famiglia ed un lavoro pesante pagato poco, mentre tanti dei suoi ex compagni di scuola avranno dei lavori migliori del suo. Supponiamo che questo ragazzo ormai è credente. Come reagirà al fatto che il suo lavoro è così pesante e pagato poco? Se lui si lamenta, e spesso ha il muso lungo per il fatto che il suo lavoro è così difficile, dimostra un cuore pieno di peccato e di orgoglio. Infatti, finché avrà quel cuore, non potrà essere in uno stretto rapporto con Dio, e non godrà la profonda gioia della salvezza.
Se invece egli riconosce che la sua situazione è dovuta al suo peccato di anni prima, e si umilia davanti a Dio e confessa quel peccato, potrà godere la piena gioia del perdono. Allora, nonostante il lavoro in sé rimane difficile, egli può avere gioia in quel lavoro, grato a Dio di avere un lavoro, ed estremamente grato per il fatto che essendo stato perdonato, non dovrà pagare le conseguenze eterne per quel peccato.
Pensiamo ad un altro esempio. Immaginiamo un credente che non ha autodisciplina nell'uso dei suoi soldi. Compra varie cose a rate, e così si carica di debiti. Vivendo così, dopo vari anni non ha niente in banca ed ha tanti debiti da pagare. Poi capita che la lavatrice, il frigo e la macchina si rompano nello stesso periodo. A quel punto, egli si trova in bruttissime condizioni economiche. Diventa molto difficile avere abbastanza soldi per la spesa. Giorno dopo giorno si ritrova con un peso immenso a causa dei suoi problemi economici.
Anche qua, la domanda importante è: come reagirà questo credente a quelle che in realtà sono le conseguenze del suo peccato negli anni passati? Come Caino, può rispondere peccando, irritandosi, e lamentandosi della difficoltà della sua condizione. Facendo così, sarà sempre negativo, brusco e sarà un grande peso per chiunque deve vivere con lui. Nonostante sono successe varie cose che erano fuori dal suo controllo, però, se non avesse accumulato debiti, non sarebbe messo male come lo è.
Reagendo con il peccato, egli sta rifiutando di riconoscere la sua colpa per i peccati passati, principalmente il peccato di non aver avuto autocontrollo nello spendere i suoi soldi. Probabilmente era anche attaccato alle cose.
Quanto diverso sarebbe se dovesse reagire con un cuore umile! Umiliandosi davanti a Dio, potrebbe riconoscere e confessare il suo peccato di aver vissuto utilizzando male i soldi negli anni passati. A quel punto, nonostante che i problemi economici rimangono, egli potrebbe avere gioia ed essere grato a Dio per il perdono che ha ricevuto in Gesù Cristo.
Quando vediamo l'immensità del perdono, riconosciamo che le conseguenze terrene dei nostri peccati, per quanto possono essere pesanti, non sono nulla in confronto con il tormento Eterno che avremmo dovuto subire per i nostri peccati. E questo ci dà una grande e profonda gioia, e anche pace, nonostante rimangano le conseguenze terrene difficili dei nostri peccati.
Un altro campo in cui spesso abbiamo conseguenze negative da peccati passati è nei nostri rapporti con gli altri. Spesso seminiamo male nei nostri rapporti, e poi dopo, mietiamo rapporti difficili.
Vediamo questo spesso nel matrimonio. Uso un esempio con un marito, ma questo vale anche per la moglie. Se un marito vive egoisticamente, e con tanto orgoglio, il suo matrimonio diventerà arido, e non sarà più una fonte di gioia e di benedizione. Infatti, molto probabilmente il suo matrimonio sarà un immenso peso per lui giorno dopo giorno, come anche per la moglie. Allora, come reagirà questo marito al fatto che il suo matrimonio e difficile da sopportare? Certamente, anche la moglie avrà la sua colpa, però, in realtà, quel marito sta raccogliendo quello che aveva seminato.
Se il cuore è pieno di peccato, come Caino, reagirà come Caino, sarà irritato e molto negativo. Sarà estremamente negativo verso la moglie, e sarà difficile che ci sia gioia in quella casa. Certamente, non ci sarà gioia nel cuore di quel marito.
Oppure, egli potrebbe reagire con umiltà, riconoscendo che sta pagando le conseguenze terrene per i suoi peccati del passato.
Facendo così, si ravvede chiedendo perdono sia a Dio che alla moglie per aver vissuto egoisticamente e con tanto orgoglio. Si impegna a camminare umilmente, impegnandosi per il bene della moglie.
Se il suo cuore è veramente umile, egli riconoscerà quanto è stato il suo peccato che ha provocato la situazione che esiste nel matrimonio. Certamente, anche la moglie avrà la sua colpa, ma quando il marito riconosce la propria colpa, non focalizzerà sul peccato della moglie, ma solo sul proprio peccato, e sulla grandezza del perdono che ha ricevuto. La sua umiltà gli permetterà di godere la gioia del perdono, e conoscerà anche la grazia di Dio nell'affrontare le difficoltà che ci sono.
Una chiave in ognuna di queste situazione è che quando abbiamo il cuore umile, riconosceremo la nostra responsabilità per le brutte conseguenze che subiamo, anche quando non dipendono solo da noi. Chi ha un cuore umile non si lamenterà, piuttosto, chiederà perdono a Dio, e avrà gioia per il perdono ottenuto.
Vediamo un altro esempio del reagire male nei genitori. Senza dubbio ogni genitore pecca nell'allevare i propri figli. Questi peccati portano conseguenze nella vita e nel comportamento dei figli, conseguenze che spesso sono molto pesanti da sopportare per il genitore. Quello che è importante e rivela molto del cuore del genitore è come reagisce alle difficoltà che ha con il figlio. Certamente, il figlio è colpevole per i suoi peccati davanti a Dio. Però, è anche vero che il genitore è anche responsabile di come ha peccato allevando il figlio negli anni.
Se il genitore diventa frustrato, o arrabbiato, o scoraggiato, molto probabilmente vuol dire che non sta riconoscendo la sua colpa, e non ha veramente confessato i suoi peccati passati al Signore.
Se invece un genitore si ravvede di cuore, riconoscerà che sta raccogliendo quello che ha seminato. Allora, con cuore umile riconoscerà la sua colpa negli anni, e la confesserà a Dio. Quel genitore conoscerà la gioia del perdono e della stretta comunione con Cristo, e conoscerà la meravigliosa grazia di Dio. Nonostante le difficoltà nel rapporto con il figlio, se il genitore si ravvede veramente, può avere gioia nel cuore.
Facciamo un ultimo esempio di come raccogliamo quello che abbiamo seminato, e come possiamo reagire bene o male. Consideriamo come gli altri ci vedono, e la nostra reazione a come ci vedono.
Prima di tutto, tenete in mente che è principalmente il nostro comportamento che determina come gli altri ci vedono.
Se io vivo con superbia, o con pigrizia, e se sono egoista, gli altri mi vedranno come superbo, o pigro, ed egoista, e non avranno piacere di avere comunione con me. Non mi vedranno bene. In questi casi, è il mio peccato nel tempo che porta la brutta conseguenza di non avere rapporti stretti con le persone intorno a me.
La domanda è: come reagisco se gli altri mi vedono male?
Posso reagire peccando, avendo autocommiserazione, vedendomi come una povera vittima. Posso irritarmi, e sentirmi offeso o ferito perché gli altri non hanno piacere a stare con me. Posso vedere loro in una brutta luce.
Per giustificarmi, posso cercare i miei rapporti più stretti con persone lontane, tramite Internet o telefonate o lettere. Visto che non mi vedono da vicino, spesso non mi conoscono a fondo, e mi vedono bene. Però, questo non rispecchia chi sono veramente.
Quindi, se ho il cuore pieno di orgoglio, mi auto convincerò che le persone intorno a me sbagliano, e che sono solo le persone a distanza che mi capiscono nel modo giusto.
Tutto questo non fa altro che aumentare il mio orgoglio e rendermi cieco dal vedere i miei peccati.
Grazie a Dio, posso reagire in modo completamente diverso, con un cuore umile, in un modo che onora Dio. Posso umilmente riconoscere che in realtà il motivo per cui le persone mi vedono così e non hanno piacere a stare con me è perché ho peccato molto nei loro confronti nel passato.
Se il mio cuore è umile, e se sto guardando a Gesù Cristo, se le persone non mi trattano bene, soprattutto altri credenti, riconoscerò che questo è dovuto principalmente al mio peccato negli anni, e perciò anziché vedermi come una vittima, riconoscerò la mia colpa davanti a Dio, e ne chiederò vero perdono.
A quel punto, mi impegnerò a ristabilire i rapporti che in effetti ho rovinato io con il mio peccato. Riconoscerò che sto raccogliendo quello che ho seminato, e mi impegnerò a seminare diversamente. Avrò grande pazienza per ristabilire buoni rapporti con le persone intorno a me. Confesserò a Dio e anche agli altri i miei peccati di superbia o l'egoismo o la pigrizia o altro. Accetterò con mansuetudine il giogo che avrò da portare, e crescerò per diventare sempre più come Gesù Cristo. In realtà, questo porterà man mano ad un grande cambiamento nei miei confronti con gli altri.
Basta con gli esempi, è già chiaro che possiamo capire molto della condizione del nostro cuore da come reagiamo quando ci arrivano delle conseguenze negative dai nostri peccati.
Quindi, come reagisci tu, quando subisci situazioni difficili, che sono dovute almeno parzialmente a qualche peccato tuo nel passato? Reagisci con umiltà, riconoscendo che stai raccogliendo quello che hai seminato, e perciò, confessi quei peccati, e poi, accetti con mansuetudine le conseguenze?
Oppure, reagisce peccando, irritandoti come faceva Caino, brontolando, e diventando cattivo? Se è così, ti esorto, nel nome di Cristo, ravvediti, finché c'è tempo.
Come reagisci alle brutte conseguenze rivela molto del tuo cuore.
Reazione quando Dio ci rivela un peccato
Passiamo a parlare anche di come reagiamo quando Dio ci rivela un peccato attuale nella nostra vita. Quando pecchiamo, Dio ci rivela quel peccato. A volte lo fa tramite la nostra lettura della Bibbia, a volte tramite un sermone o un libro, a volte tramite qualcuno che ci parla di quel peccato. A volte è proprio la nostra coscienza che ci colpisce.
La domanda è: come reagiamo quando Dio ci mostra un peccato?
All'inizio ho detto che ci sono vari modi sbagliati con cui possiamo reagire, e c'è un modo giusto. Consideriamo prima i modi sbagliati. Questi sono dovuti ad un cuore in cui dimora il peccato. Se ti riconosci in uno di questi modi, ravvediti.
Ignorare il peccato
Il primo modo sbagliato con cui possiamo reagire quando Dio ci fa notare un peccato è di ignorare il peccato, e non pensarci.
In questo caso, non si nega il peccato, ma non ci si pensa. Facendo così, quel peccato sembra del tutto normale.
Il grave pericolo di questo tipo di reazione è che indurisce la nostra coscienza. Uno dei doni più preziosi che Dio ci dà è una coscienza tenera, che viene ferita facilmente. Una coscienza tenera ci protegge da tanti peccati. Invece, se la nostra coscienza si indurisce, quando pecchiamo la coscienza non ci farà stare male, e così, non saremo stimolati ad abbandonare il peccato. È come uno che soffre con la lebbra, quella terribile malattia che fa sì che i nervi non funzionano più. Se una persona con la lebbra mette la mano su qualcosa di caldo, non sente più il calore, e così la mano si brucia terribilmente. Quando invece i nervi funzionano, appena si sente il calore si tira indietro la mano, salvandola così da gravi ustioni. È simile con la coscienza. Se la coscienza è tenera, appena si inizia a peccare la coscienza viene ferita, e si ritira dal peccato. Quando invece la coscienza è indurita, uno può peccare molto senza rendersi conto, e così danneggia moltissimo la sua anima.
Ignorare un peccato crea una falsa tranquillità nel cuore, che rovina, come leggiamo in Proverbi 1:32.
“poiché lo sviamento dei semplici li uccide e la falsa tranquillità degli stolti li fa perire;” (Proverbi 1:32 LND)
Ignorare un peccato dà una falsa tranquillità. Quella falsa tranquillità farà perire lo stolto, perché chi si sente tranquillo non abbandona il peccato. Non ignorate il peccato. Piuttosto, state sobri, riconoscete il pericolo di ignorare un peccato. Appena il Signore vi far notare un peccato, riconoscete che è grave, e confessatelo subito, affinché non diventi molto più grande e radicato nella vita.
Negare un peccato
Un altro modo sbagliato in cui reagiamo quando Dio ci fa notare un peccato è quello di negare quel peccato. Questa è una reazione che viene dal nostro orgoglio. Quanto è facile reagire così! Succede spesso quando qualcuno ci parla di un peccato. Magari ci parla del nostro orgoglio, o di un modo brusco in cui abbiamo parlato, o di qualcos'altro che abbiamo fatto che non va bene. Anziché ascoltare e considerare attentamente quello che quella persona ci dice, reagiamo con orgoglio, e neghiamo di aver peccato. Spesso, arriviamo a litigare, anche con cattiveria, per negare quello che la persona ha detto. Rifiutiamo di valutare il rimprovero.
Proverbi 15:5 descrive come stolto chi reagisce così. Leggo.
“lo stolto disprezza la correzione di suo padre, ma chi apprezza la riprensione agisce con accortezza.” (Proverbi 15:5 LND)
Lo stolto disprezza la correzione. In questo versetto, parla di un giovane che disprezza la correzione di suo padre, ma il principio vale per la correzione che arriva anche da altri. Siamo stolti quando disprezziamo la correzione. Questa stoltezza spirituale porta a subire tanto male.
Chi è così stolto mancherà i benefici del rimprovero, infatti, avrà un cuore così duro che nemmeno “i colpi” lo convinceranno. Quanto è diverso per un uomo assennato, con una coscienza tenera. Vi leggo Proverbi 17:10.
“un rimprovero penetra più profondamente nell’uomo assennato, che cento colpi nello stolto.” (Proverbi 17:10 LND)
Se tu sei spiritualmente stolto, pieno del orgoglio, allora, a te sembrerà che gli altri non hanno ragione quando ti riprendono. A te sembrerà che sbagliano, che ti vedono sempre male. Ma in realtà, questo modo di rifiutare i rimproveri e gli ammonimenti senza valutare veramente con umiltà quello che viene detto dimostra un cuore duro e una grande stoltezza spirituale. Quindi, negare un peccato è una reazione molto pericolosa e sbagliata. Dovremmo piuttosto valutare ogni rimprovero.
Confessare in modo insincero
C'è un altro modo molto diverso ma comunque sbagliato in cui alcuni reagiscono quando uno parla loro di un peccato. In questo modo di reagire, la persona accetta bene la correzione, ed è d'accordo con chi lo riprende, e poi confessa il peccato. Però, lo confessa senza essere veramente ravveduto. In altre parole, la sua confessione non è genuina.
Chi vive così vuole vedersi bene, vuole vedersi come molto spirituale. Ci tiene ad essere visto come spirituale, e perciò, reagisce con gentilezza quando uno gli parla del peccato, perfino ringraziando chi lo rimprovera.
Però tutto questo è falso, perché non sente il peso del suo peccato davanti a Dio. In altre parole, egli confessa il peccato con la bocca, ma non con il cuore. Non è aggravato del suo peccato.
I farisei erano così, ovvero, erano preoccupati di con come gli altri li vedevano, come Gesù spiega in Matteo 6.
“E quando tu preghi, non essere come gli ipocriti, perché essi amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe, e agli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini; in verità vi dico che essi hanno già ricevuto il loro premio.” (Matteo 6:5 LND)
Stai in guardia e non preoccuparti di reagire bene per gli altri. Focalizza la tua attenzione sulla gravità del peccato, per poter godere la grandezza del perdono.
La reazione giusta quando si vede un peccato
Finora, ho parlato del modo sbagliato di reagire quando Dio ci fa notare un peccato. Ora, voglio parlare del modo giusto di reagire.
Cari fratelli e sorelle, se vogliamo godere il frutto dello Spirito, se vogliamo quindi godere la gioia della salvezza, è fondamentale che ci umiliamo quando Dio ci rivela un peccato.
In parole semplici, quando qualcuno ci parla di un peccato, il primo passo è quello di essere mansueti ed umili, per poter ascoltare di cuore e valutare veramente quello che quella persona ci dice.
Secondo, chi ha un cuore giusto odia il peccato, e riconosce che il peccato è contro Dio, come leggiamo nel Salmo 51. Confessa quel peccato di cuore, senza alcuna giustificazione. Perciò, viene veramente perdonato, perché Dio è fedele e giusto da perdonare e purificare chi confessa di cuore i suoi peccati.
Infine, il credente umile accetta le conseguenza terrene del peccato senza lamentarsi. Anziché lamentarsi, il credente umile è grato per il perdono, e perché non deve subire le conseguenze eterne del suo peccato.
Chi vive così la sua vita conoscerà la gioia della salvezza, anche quando ci sono brutte conseguenze per qualche peccato passato. Questo credente avrà pace nel cuore, e avrà la gioia di essere usato per la gloria di Dio.
Conclusione
Allora, concludendo, chiedo a ciascuno di esaminare il proprio cuore. Come va il tuo cammino con Dio? In realtà, dipende principalmente da come reagisci ai tuoi peccati. Stai veramente confessando di cuore i tuoi peccati, oppure non li confessi. Riconosci con umiltà che certe situazioni difficili sono la conseguenza dei tuoi peccati passati?
È terribile quando reagiamo come fece Caino. Quando abbiamo orgoglio nel cuore, ci fa mancare la gioia. Invece, quando siamo umili, e odiamo il peccato, avremo la gioia della salvezza.
Viviamo così, e così, conosceremo la gioia del Signore. Riconosciamo il nostro peccato, odiamo il peccato, e camminiamo con umiltà guardando a Cristo.