Aiuto Biblico

Vera umiltà per essere vicini a Dio

Vari brani

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 12 aprile 2023, – cmd dp –

Audio:

Come ci vediamo: il metro giusto

Uno dei periodi più bui nella storia di Israele era durante il tempo dei Giudici.

Trovate con me Giudici 21:25

“In quel tempo non c’era alcun re in Israele; ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.” (Guidici 21:25 LND)

Pensiamo a questo. Chi ha letto il libro dei Giudici sa che non c’era stato un periodo più buio nella storia di Israele. Sono successe cose tanto abominevoli che non vuoi leggerle in famiglia.

Il versetto che abbiamo letto, cosa dice? Che ognuno peccava come voleva? Ognuno faceva ciò che sembrava peccato? No. Ognuno faceva ciò che sembrava giusto. Non c’era una guida spirituale e quindi ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.

Questa è la spiegazione che Dio dà per la grande malvagità di cui si legge in Giudici: non avevano guida e ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.

Nella storia di Israele che cosa determinava l’andazzo, in bene o in male, della nazione? Il re. Con un buon re le cose andavano bene. Toglievano gli idoli e seguivano Dio. Con un cattivo re vivevano nel peccato. Non erano necessariamente istigati dal re. Era la loro tendenza naturale.

Ora leggiamo nei Proverbi. Proverbi 12:15

“La via dello stolto è diritta ai suoi occhi, ma chi ascolta i consigli è saggio.” (Proverbi 12:15 LND)

Allora, la parola “diritta” nella Bibbia vuol dire giusta. Giusta davanti a Dio. La via perversa è ingiusta. La via diritta è la via giusta davanti a Dio.

Notate che la via dello stolto è diritta ai suoi occhi.

“C’è una via che all’uomo sembra diritta ma la sua fine sfocia in vie di morte.” (Proverbi 14:12 LND)

Questa è la stessa cosa. C’è una via che sembra giusta, ma porta, in fin dei conti, alla morte.

“Tutte le vie dell’uomo sono pure ai suoi occhi, ma l’Eterno pesa gli spiriti.” (Proverbi 16:2 LND)

Tutte le vie dell’uomo sono pure ai suoi occhi. “Secondo me questo va bene!” dichiara quest’uomo. Secondo chi? Secondo me.

Quando una persona dichiara: “ma Dio conosce il mio cuore!” mi spaventa, perché penso quanto è proprio questo il problema. Dio conosce il cuore marcio di quella persona. Quando una persona dice quella frase come giustificazione per le proprie azioni, vuol dire che non ha minimamente timore di Dio.

Non ho mai sentito qualcuno con timore di Dio dirlo in modo orgoglioso, piuttosto sono aggravati quando dicono: “Oh no! Dio conosce il mio cuore! Quanto marcio c’è!”

“C’è una categoria di gente che si ritiene pura, ma non è lavata dalla sua lordura.” (Proverbi 30:12 LND)

Questa categoria di persone si ritiene pura da se stessa. Ma perché questa gente non è lavata dalla sua lordura? Chi va a Dio per essere lavato? Chi riconosce il proprio peccato. Se una persona si vede (si ritiene) pura, non va per essere purificata. Non chiede perdono perché si vede pura. Chiediamo perdono quando non ci vediamo puri.

Adesso leggiamo in Luca dove parla del giudizio finale. Luca 13:22

“22 Ed egli andava in giro per città e villaggi insegnando, e intanto si avvicinava a Gerusalemme. 23 Or un tale gli chiese: "Signore, sono pochi coloro che sono salvati?". Egli disse loro: 24 "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno. 25 Una volta che il padrone di casa si è alzato ed ha chiuso la porta, voi allora, stando di fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, Signore, aprici”. Ma egli, rispondendo, vi dirà: “Io non so da dove venite”. 26 Allora comincerete a dire: “Noi abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza, e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. 27 Ma egli dirà: “Io vi dico che non so da dove venite; via da me voi tutti operatori d’iniquità”. 28 Lì sarà pianto e stridor di denti, quando vedrete Abrahamo, Isacco, Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, mentre voi ne sarete cacciati fuori.” (Luca 13:22-28 LND)

Queste persone si consideravano cristiani perché stanno parlando al Signore, Gesù Cristo. Nel giorno del giudizio, si presenteranno dicendo: “noi ti conosciamo, Gesù! Abbiamo mangiato e bevuto nella tua presenza. Abbiamo ascoltato i tuoi insegnamenti!”

Mangiare e bere nella presenza di Gesù potrebbe applicarsi alla cena del Signore?

E Gesù dirà loro: “Io vi dico che non so da dove venite…”

Dice che “molti cercheranno di entrare e non potranno.” Queste persone si consideravano salvate e scoprono al giudizio di non essere salvate perché non si erano umiliate prima. Si ritenevano pure… ai loro occhi.

Gesù esorta tutti: “Sforzatevi!” Ma come? Facendo di più? No. Non valutandosi con il proprio metro.

“Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.” (Galati 6:3 LND)

Chi è “nulla”? Che cosa abbiamo in noi stessi? Che cosa abbiamo di valore, merito, o bravura? Nulla. Siamo nulla. Leggiamo il versetto ancora:

“Se infatti qualcuno pensa di essere qualche cosa, non essendo nulla, inganna se stesso.” (Galati 6:3 LND)

Non posso vedermi bravo o in gamba, io sono un nulla che dipende completamente da Cristo Gesù. Non ho giustizia mia. Ho solo il mio peccato da offrire a Dio.

Ma se non mi vedo come un nulla, allora, inganno me stesso.

“21 Perciò, deposta ogni lordura e residuo di malizia, ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi, la quale può salvare le anime vostre. 22 E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi.” (Giacomo 1:21-22 LND)

Sta parlando a credenti e dice: “Perciò, deposta ogni lordura e residuo di malizia, ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi…” Questo implica chiaramente che in noi abbiamo ancora dei brutti residui.

Ci comanda di ricevere con mansuetudine, con umiltà, la parola piantata in noi, perché può salvare le anime nostre. Umilmente, il contrario di ritenersi saggio, giusto, bravo, e puro ai propri occhi.

Riceviamo la parola e poi, diventiamo “facitori della parola e non uditori soltanto”. Una persona può essere un grande conoscitore della Bibbia ed essere lontanissimo da Cristo, neanche salvato, pur conoscendo la Bibbia, perché crede e non fa. Non siamo salvati per opere. Siamo salvati perché ci vediamo per chi siamo.

Qual è il più grande comandamento dell’Evangelo?

“Ravvedetevi e credete”. Crediamo in Cristo e non in noi stessi per la salvezza. Quindi, il comandamento che ci porta alla salvezza è di ravvederci (io sono peccatore!) e credere in Gesù Cristo. Un facitore della parola non solo ascolta, ma fa. Si ravvede e si aggrappa a Cristo. Le vere pecore ascoltano la voce di Cristo e Lo seguono. Non siamo salvati per opere. Siamo salvati perché ci ravvediamo e perché crediamo veramente.

Qual è il punto di quello che abbiamo visto finora? Il punto è che quello che noi vediamo in noi stessi non è con un giusto metro. Quante volte abbiamo visto, in questi pochi brani che abbiamo letto, che abbiamo un concetto falso di noi stessi. Ci vediamo giusti, bravi, buoni e vicini a Dio e non siamo così.

Qual è la soluzione? Umiliarci. La cosa più terribile è arrivare al giudizio tranquilli e sentire Gesù dire: “io non vi ho mai conosciuto”. MOLTI diranno in quel giorno, “Signore, Signore”. MOLTI. È per questo motivo che Gesù dice: “Sforzatevi!”. La Bibbia ci avverte di non lasciarci ingannare e di non fare ciò che è giusto ai nostri occhi, ma piuttosto di fare ciò che è giusto agli occhi di Dio.

“1 Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. 2 E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.” (Romani 12:1-2 LND)

Ci comanda di presentare i nostri corpi. Questo include il nostro corpo fisico. Se io so che un certo modo di mangiare mi fa male, non devo mangiare in quel modo.

In Italia abbiamo la tendenza a bere abbastanza acqua? Assolutamente no. Se lo so e non cambio la mia abitudine, io sono nel peccato. Non sto curando il mio corpo e sto lasciando spazio alla carne.

100 anni fa più del 90% dei cibi che oggi troviamo al supermercato non esistevano. Non è vero? Oggi, quanti dei cibi che troviamo al supermercato sono composti da ingredienti semplici come farina ed olio? Una minoranza. La maggioranza dei cibi al supermercato sono composti da ingredienti non naturali. Non solo 100 anni fa non esisteva il 90% dei cibi processati (“finti”) del supermercato, ma non esisteva neanche il 90% delle malattie che ci sono oggi.

Quindi, il mio modo di curarmi, vestirmi, o comportarmi lo devo vivere presentandao il mio corpo come sacrificio vivente. Non faccio come voglio io. Il mio corpo appartiene a Dio.

Se non riesco a presentare il mio corpo a Dio, come posso presentare il mio spirito a Dio, il qual è il più difficile presentare a Dio? È molto più facile curare il corpo carnale. Ci sono non-credenti che curano molto bene il loro corpo fisico.

È difficile curare lo spirito e presentarmi a Dio. Quindi, se non posso presentare il mio corpo, come posso presentare il mio spirito a Dio? Nessuno senza Cristo riesce a dominare lo spirito, il corpo invece sì. Ma se non posso essere fedele nel piccolo, posso essere fedele nel grande?

Se io ho le mie preferenze sul cibo, sul modo di vestire, su quanto dormire, su tutto, se non sono pronto a sacrificare le mie preferenze per dare il meglio a Dio, posso sacrificarmi nei campi più difficili? No.

Questo brano dice:

presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio

Perché è ragionevole? Perché sono stato comprato! Se sono salvato, non appartengo a me stesso. Non è il mio corpo, è stato comprato. Non è il mio tempo, è stato comprato. Non sono i miei soldi. Certo è il mio ragionevole servizio presentare tutto a Dio.

Poi, “non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente”. Prima parlavamo del fatto che ognuno faceva ciò che è giusto ai suoi occhi. “Rinnovamento della mente” vuol dire che levo via quello che io pensavo con le verità di Dio. Questo è quello che Dio usa per trasformarci.

“6 Non siate in ansietà per cosa alcuna, ma in ogni cosa le vostre richieste siano rese note a Dio mediante preghiera e supplica, con ringraziamento. 7 E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù. 8 Per il resto, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono onorevoli, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose.” (Filippesi 4:6-8 LND)

In tutte queste cose, giuste, pure, amabili, ecc., qual è il metro? È il mio metro? No, il metro è quello di Dio. Il metro non è quello che secondo me è verace, puro, giusto, ed onesto. Il metro è di Dio. Non esiste “secondo me non è peccato. A me va bene così. Io mi sento puro davanti a Dio.” Qual è il nostro metro? Secondo me? Io mi sento? Nei Proverbi abbiamo letto che chi ragiona secondo i propri pensieri, è auto-ingannato. “Pensate a queste cose” secondo il metro di Dio. Abbiamo bisogno di trasformare le nostre menti. Devo ricevere la parola con mansuetudine.

Leggiamo adesso in 2 Corinzi 10 gli stessi principi e concetti.

“3 Infatti anche se camminiamo nella carne, non guerreggiamo secondo la carne,

Allora, “carne” non si riferisce alla carne peccaminosa qui, ma al nostro corpo terreno. Non combattiamo con armi terrene. Non è la forza fisica o l’intelligenza terrena. Le nostre armi sono spirituali.

“3 Infatti anche se camminiamo nella carne, non guerreggiamo secondo la carne, 4 perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze, distruggendo i ragionamenti 5 ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e facendo prigioniero ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo; (2Corinzi 10:3-5 LND)

Abbiamo fortezze nella testa e sono da distruggere. Fortezze come pensieri, ragionamenti e modi di vedere le cose. Sono così radicati che spesso rispondiamo a qualcuno che ci riprende: “no! Non è vero! Tu non capisci!” I nostri pensieri sono fortezze e non è possibile distruggerle con armi terrene. La mia “grande” intelligenza non è sufficiente per riconoscere e per battere le fortezze che ho.

Possiamo distruggere queste fortezze solo con le armi spirituali di Dio, le verità di Dio che riceviamo con mansuetudine, che ci illuminano a vedere quali dei nostri pensieri sono falsi. Ci riteniamo giusti e puri in come ci vediamo come mariti, mogli, o credenti, finché non vediamo che il nostro ragionamento NON va bene e distruggiamo quella fortezza.

“… distruggendo i ragionamenti…”

Ho tutti questi ragionamenti che filano perfettamente e mi convincono che ho ragione.

Poi, non devo solo distruggere ogni ragionamento, ma anche

“...ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio”

Questi sono pensieri che mi ostacolano dal vedere veramente Dio. Se io ritengo pura la mia via, secondo il mio metro e non secondo il metro di Dio, questo mi ostacola dal conoscere Dio? Mi ritengo puro ai miei occhi e assolutamente questa altezza mi ostacola dalla conoscenza di Dio perché non posso conoscere di più Dio se tengo il peccato nella mia vita.

Dobbiamo distruggere queste altezze, di ragionamenti che ci ostacolano dalla conoscenza di Dio e dobbiamo rendere prigioniero ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo. Non crediamo ai nostri ragionamenti.

“21 Provate ogni cosa, ritenete il bene. 22 Astenetevi da ogni apparenza di male.” (1Tessalonicesi 5:21-22 LND)

Dobbiamo provare ogni cosa, ogni ragionamento, ogni pensiero, ma come? Si mette alla prova con un metro valido come farebbe una persona per verificare il peso con una bilancia. La bilancia è il metro valido. Una persona dice che ha un peso di 1,8 kg in mano e la bilancia verifica se veramente pesa 1,8 kg o no.

Con che cosa provo “ogni cosa”? Con la verità di Dio. Con una conoscenza attenta e umile della Parola di Dio.

Cosa vuol dire “ritenete il bene”? Il contrario di “ritenere il bene” è di scartare il male. Riteniamo il bene e scartiamo il male. Non teniamo il male.

In pratica vuol dire che ho un mio ragionamento da anni, ma poi ad un certo punto qualcuno mi dice che il mio ragionamento è sbagliato. Accetto di valutare quello che mi si dice perché ho un cuore mansueto che non vuole offendere Dio? Può darsi che non vedo che il mio ragionamento è sbagliato, ma se non voglio sbagliare, e se la persona che mi parla è seria, cioè non un estraneo che incontro per strada, voglio ascoltarla perché se io sbaglio voglio cambiare. Quando la persona mi condivide delle verità della Parola di Dio che mi aiutano a vedere il mio ragionamento sbagliato, posso scartare il male, il mio pensiero falso, il mio ragionamento precedente, e posso aggrapparmi al bene.

Astenetevi da ogni apparenza di male.

In 2 Corinzi Paolo doveva portare una grande offerta a Gerusalemme e voleva evitare l’apparenza di male. Sapeva di essere onesto ma non gli bastavano i suoi ragionamenti. Voleva “avere cura di agire bene non solo davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini” (2 Corinzi 8:21). Ha portato altri uomini con sé per non dare a nessuno la possibilità di immaginare il male. Paolo sapeva di essere onesto, ma onde evitare che qualcuno potesse pensare male, ha fatto così.

Qual è il cuore necessario per poter vivere così? Un cuore umile.

Ora, prima di leggere Isaia 57:15, ti faccio una domanda importante: vuoi stare vicino a Dio? Non tutte le persone vogliono stare vicino a Dio. Magari vogliono le benedizioni di Dio, ma non Dio.

TU vuoi stare in intima comunione con Dio?

Io e Serena ci amiamo, ma saremo sempre insieme? Assolutamente no. Uno di noi morirà. Possiamo vivere bene, io senza di lei e lei senza di me. Se siamo aggrappati a Cristo, certo. Lui è la nostra vita. Siamo una benedizione l’uno per l’altra ma non siamo la vita l’uno per l’altra.

Abbiamo conosciuto tante persone e famiglie dove il coniuge oppure il figlio oppure un fratello o una sorella è morto giovane. Non dobbiamo vedere nessuno come la nostra vita perché Dio toglierà via tutte le persone dalla nostra vita. Possiamo godere le persone ma non sono la nostra vita. È idolatria se le vediamo come la nostra vita.

TU vuoi stare in un rapporto intimo con Dio? Questo versetto ci insegna come stare in un rapporto intimo con Dio. Isaia 57:15

“Poiché così dice l’Alto e l’Eccelso, che abita l’eternità, e il cui nome è “Santo”: "Io dimoro nel luogo alto e santo e anche con colui che è contrito e umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti.” (Isaia 57:15 LND)

Con chi abita l’Eterno?

Con colui che è contrito. Cosa vuol dire “contrito”? Aggravato per il proprio peccato.

Colui che è umile. Dio non sta con persone che sono esperti della Bibbia. Dio non sta con chi ha esperienze spirituali. Dio dichiara a chi è vicino: agli umili.

Ora leggiamo Isaia 66:2

“Tutte queste cose le ha fatte la mia mano e tutte quante sono venute all’esistenza”, dice l’Eterno. “Su chi dunque volgerò lo sguardo? Su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla mia parola.” (Isaia 66:2 LND)

Cosa vuol dire “tremare alla parola di Dio”? Vuol dire che non vogliamo offendere Dio e vogliamo sottomettere ogni ragionamento e pensiero a Lui.

Dio volgerà lo sguardo “su chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla sua parola”.

1 Pietro 5:5 dice:

“… sottomettetevi tutti gli uni agli altri e rivestitevi di umiltà, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.” (1Pietro 5:5 LND)

Dio è vicino a chi è umile, a chi ha lo spirito contrito e trema alla sua parola.

Conclusione

Come possiamo vivere così? È una questione di cuore, ma certamente mi serve il metro di Dio per valutare i miei pensieri.

Non è quello che è giusto ai miei occhi. Non importa quello che pensiamo noi. Il primo passo è riconoscere proprio questo: che non importa quello che penso io. Confrontiamoci con la Parola di Dio in TUTTO.

La Parola di Dio serve per aiutarmi ad avere la mente rinnovata, rendendo ogni pensiero prigioniero di Cristo.

Guardiamo il Salmo 119

“1 Beati quelli la cui via è senza macchia e che camminano nella legge dell’Eterno.

Chi è che ha “la via senza macchia”? Chi cammina “nella legge dell’Eterno” NON nel proprio modo di pensare. Secondo quello che dice Dio.

2 Beati quelli che osservano i suoi precetti, che lo cercano con tutto il cuore 3 e non commettono iniquità, ma camminano nelle sue vie.

Se cammino secondo i miei ragionamenti, non sono nelle sue vie.

Una moglie potrebbe dire che quello che il marito dice non è giusto perché lei non è d’accordo. Ma, due vedute sono valide o bisogna seguire quello che dice la Bibbia? Cosa dice la Bibbia alle mogli?

22 Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti come al Signore… 24 … come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa.

Dio ha dimenticato come sono certi mariti? No, Dio sa tutto di tutti. Il Suo comandamento non presumeva mariti perfetti.

Poi, cosa dice la Bibbia ai mariti?

25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei,

I mariti dovrebbero sacrificarsi per le loro mogli, perché le mogli sono meravigliose ed è facile sacrificarsi per loro? No, non esiste moglie così.

Oppure, cosa dovremmo fare quando sentiamo il comandamento di ubbidire allo Stato? “Lo stato è ingiusto”, diresti. Sì, ma Dio lo sapeva quando ci ha dato il comandamento.

In tutto questo ed in tanti altri campi, Dio capisce benissimo la situazione e cosa sta chiedendo. Alla fine, è una questione di fidarmi di Dio e di camminare nelle Sue vie, che non vanno d’accordo con la mia carne.

4 Tu ci hai ordinato di osservare i tuoi comandamenti con cura.

“Con cura” vuol dire attentamente ed in ogni aspetto della mia vita. Non scelgo io quali sono i comandamenti da osservare, ma rendo OGNI pensiero prigioniero di Cristo.

5 Oh, che le mie vie siano ferme nell’osservanza dei tuoi statuti.

Oh che possiamo desiderare di seguire il Signore in ogni aspetto della nostra vita!

6 Allora non sarò svergognato, quando terrò conto di tutti i tuoi comandamenti.

Non dobbiamo vergognarci perché stiamo sottomettendo ogni aspetto e ogni dettaglio della nostra vita alla Sua Parola.

7 Ti celebrerò con cuore retto mentre imparo i tuoi giusti decreti.

Il nostro cuore non è retto se non accettiamo alcuni dei Suoi decreti.

8 Osserverò i tuoi statuti, non abbandonarmi completamente.” (Salmo 119:1-8 LND)

Non possiamo chiedere a Dio di non abbandonarci se non accettiamo alcuni dei Suoi comandamenti. Onestamente, facciamo a meno di pregare Dio di non abbandonarci se non vogliamo osservare i Suoi statuti. Le preghiere fatte da una persona che non vuole ascoltare Dio sono un abominio a Dio. Dio non ascolta quelle preghiere come dice in Isaia 59:

2 Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro DIO e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto.

Quante persone pregano in momenti di grande bisogno o pericolo? Quasi tutte. Ma Dio non ascolta. E non ascolta le nostre preghiere se non vogliamo umiliarci e osservare i Suoi statuti. Dio è vicino a chi è umile, ha lo spirito contrito e trema alla sua parola.

Parlando dell’umiltà, leggiamo insieme Proverbi 3:5-8

“5 Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento;

Questo si lega al versetto in Giudici che abbiamo letto dove diceva:

“… ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.”

Sembrava giusto, non peccato. Leggiamo ancora:

“5 Confida nell’Eterno con tutto il tuo cuore e non appoggiarti sul tuo intendimento; 6 riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli raddrizzerà i tuoi sentieri. 7 Non ritenerti savio ai tuoi occhi, temi l’Eterno e ritirati dal male; 8 questo sarà guarigione per i tuoi nervi e un refrigerio per le tue ossa.” (Proverbi 3:5-8 LND)

Quante benedizioni quando camminiamo nelle vie che Dio ci mostra.

Poi, leggiamo due consigli legati a questo discorso:

“Ascolta il consiglio e ricevi l’ammaestramento, affinché tu diventi saggio per il resto dei tuoi giorni.” (Proverbi 19:20 LND)

Dobbiamo ascoltare i consigli e ricevere ammaestramento. Non vediamo tutto da soli. Abbiamo bisogno gli uni degli altri perché dentro la nostra mente i nostri ragionamenti filano perfettamente anche se sono sbagliati.

“I disegni sono resi stabili dal consiglio; fa’ dunque la guerra con saggi consigli.” (Proverbi 20:18 LND)

Quanto è importante chiedere consigli perché non riusciamo a vedere tutto da soli. Non chiediamo consigli a chiunque, ma chiediamo consigli a chi conosce bene Dio. Cerchiamo consigli per combattere bene.

Questo non è complicato. La vita cristiana è semplice. Una persona con pochissima istruzione può camminare così, quanto una persona che non ha la Bibbia ma sente insegnamento. Se la persona è umile e mette in pratica gli insegnamenti biblici che sente, può vivere vicino a Dio molto più che una persona che si alza la mattina e legge per tante ore la Bibbia, ma non è umile e contrita di cuore.

Questo è incoraggiante. Quanto sono vicino a Dio non dipende dalla mia conoscenza. Non dipende dal mio impegno o quanto sono bravo. Non dipende da come mi sento. Dipende da quanto sono umile e contrito di cuore e quanto sono pronto ad accogliere quello che Dio mi mostra, con mansuetudine e umiltà, per distruggere i miei ragionamenti falsi, facendo ogni pensiero prigioniero di Cristo.

Oh che possiamo volere più di Cristo. Dio sta con chi è contrito e umile di cuore. Vogliamo che Dio stia con noi.

Vuoi che Dio stia con te? Dio ci ha mostrato la via. Vedere e confessare il nostro orgoglio e sottomettere ogni nostro ragionamento a Dio. Dio sarà con quella persona e non sarà con nessun altro.