Ti sei mai trovato davanti ad una situazione difficile, pesante, che non volevi affrontare, e da cui avresti voluto scappare? Ed è mai successo che, trovandoti in una situazione così, pur essendo chiaro che era da Dio, e che dovevi affrontarla, non l’hai affrontata, hai lasciato stare, o hai preso la via più facile per avere meno problemi? Ti è mai successo?
Hai mai detto: “Eh sì, dovrei… è giusto, hai ragione, dovrei...” ma è finita lì?
È successo a ciascuno di noi. Ma ti sei mai fermato a pensare: “dove mi porterà questo mio modo di agire, o meglio, di NON agire?”.
Oggi, con l’aiuto di Dio, voglio guardare insieme la vita di quattro uomini dell’Antico Testamento: Eli, Samuele, Davide e Salomone. E voglio considerare in modo particolare come hanno vissuto il loro ruolo di essere padri.
Tutti e quattro questi uomini sono stati molto usati da Dio. Ma come hanno vissuto questo ruolo così importante della loro vita?
Lo scopo di un sermone così è di osservare la vita di altri uomini, vedendo come hanno vissuto, come hanno seminato, e quello che hanno raccolto. E lo scopo di fare questo è di esaminare la NOSTRA vita, e di vedere se stiamo seguendo il loro esempio, nel bene o nel male.
Quindi, consideriamo insieme la vita di Eli, Samuele, Davide e Salomone, e prego che Dio tocchi i nostri cuori e apra i nostri occhi, per esaminare le nostre vite.
Eli, Samuele, Davide, Salomone
Tutti e quattro gli uomini che vogliamo studiare oggi fanno parte di una stessa “linea” nella storia di Israele. Infatti, Eli ha allevato Samuele. Samuele ha unto re Davide. E Davide ha avuto Salomone come figlio.
E ciascuno di questi uomini è stato molto usato da Dio, in modi diversi.
Eli è stato molto usato da Dio nel crescere Samuele, che poi è diventato un uomo di Dio e un profeta. Samuele è stato molto usato da Dio come ministro per il Suo popolo, ed era un grande profeta di Dio. Davide è stato il più grande re di Israele, era timorato di Dio, camminava nelle vie di Dio, e Dio lo ha usato grandemente. Anche Salomone è stato molto usato da Dio. Salomone ha ricevuto grande saggezza da Dio, e Dio ha scelto lui per costruire il tempio. Quindi, tutti e quattro sono stati uomini usati da Dio, e uomini importanti nella storia di Israele.
Ma tutti e quattro hanno in comune un aspetto della vita in cui NON hanno camminato nelle vie di Dio, e in cui NON hanno fatto bene. Tutti e quattro non hanno vissuto il loro ruolo di padri come Dio ci comanda, e questo ha portato bruttissime conseguenze nella loro vita, e anche sul popolo di Dio.
Studiare che tipo di padri sono stati questi uomini ci può essere di grande aiuto, perché possiamo vedere come hanno vissuto, quali scelte hanno fatto, e quali frutti hanno raccolto.
Per noi che siamo padri, quello che vedremo oggi si applica direttamente. Ma, in realtà, i principi che vedremo non riguardano solo i padri. Gli stessi principi valgono per ciascun credente, in vari campi della vita.
Consideriamo insieme le vite di ciascuno di questi uomini.
Eli
Il primo uomo che voglio considerare è Eli.
Se ricordate, Eli era il sacerdote a cui era stato affidato Samuele da bambino. Anna, la madre di Samuele, aveva dedicato Samuele a Dio, e dopo averlo svezzato, lo ha lasciato con Eli al tempio. Samuele viveva con Eli.
Eli aveva due figli, Hofni e Finehas, che erano sacerdoti. Avevano un ruolo molto importante, ma non erano servi fedeli. Infatti, peccavano gravemente contro Dio prendendo per loro stessi parte dei sacrifici che erano per Dio. Inoltre, peccavano anche coricandosi con le donne che prestavano servizio al tempio. Leggiamo dei figli di Eli in 1Samuele 2:12-17. Vi leggo questo brano.
“12 Or i figli di Eli erano uomini perversi; non conoscevano l’Eterno. 13 Ed ecco come si comportavano questi sacerdoti con il popolo: quando qualcuno offriva un sacrificio, il servo del sacerdote veniva, mentre la carne cuoceva con in mano un forchettone a tre punte 14 e lo ficcava nella pentola o nel paiolo o nel calderone o nella pignatta, e tutto ciò che il forchettone tirava su il sacerdote lo teneva per sé. Così facevano con tutti gl’Israeliti che andavano a Sciloh. 15 Anche prima che avessero fatto bruciare il grasso, il servo del sacerdote veniva e diceva a colui che faceva il sacrificio: "Dammi della carne da arrostire per il sacerdote, perché egli non accetterà da te carne cotta, ma cruda". 16 E se l’uomo gli diceva: "Si faccia prima fumare il grasso, poi prenderai quanto vorrai" egli rispondeva: "No, me la devi dare ora; altrimenti la prenderò per forza" 17 Perciò il peccato dei due giovani era molto grande davanti all’Eterno, perché si disprezzavano le offerte fatte all’Eterno.” (1Samuele 2:12-17 LND)
Questi uomini erano molto malvagi. Abusavano del loro ruolo di sacerdoti prendendo per loro stessi quello che non spettava loro.
Questo comportamento dei figli ci dà un’indicazione di come loro padre, Eli, li aveva cresciuti.
Se da un lato è vero che i figli possono prendere una brutta via per conto loro, è anche vero che i genitori influenzano moltissimo in quale via cammineranno i figli una volta cresciuti. Spesso abbiamo una mentalità carnale, da Satana, che abbiamo assorbito dalla società, e crediamo che se un figlio prende una brutta strada al 99% è colpa del figlio. Ma non è così. Spesso noi che siamo genitori non ci rendiamo minimamente conto di quanto influenziamo la VITA dei nostri figli, e sottovalutiamo terribilmente la nostra influenza, non rendendoci conto che il modo in cui svolgiamo il nostro ruolo determina moltissimo della traiettoria della vita dei nostri figli.
Se non capisci questo, a fondo, di cuore, non puoi essere un buon genitore.
Quindi, tornando ad Eli e ai suoi figli, il fatto che i figli di Eli peccavano così, in modo spregiudicato, senza avere minimamente un peso per il proprio peccato davanti a Dio, in realtà ci rivela qualcosa di come Eli li aveva cresciuti.
Infatti, alcuni versetti più avanti, in 1Samuele 2, vediamo come Eli agisce in questa situazione. Quello che stiamo per leggere ci mostra il cuore di Eli. Notate come agisce con i suoi figli.
Leggo da 1Samuele 2:22-25.
“22 Or Eli era molto vecchio e udì tutto ciò che i suoi figli facevano a tutto Israele e come essi si coricavano con le donne che facevano servizio all’ingresso della tenda di convegno; 23 e disse loro: "Perché fate tali cose? Poiché sento da parte di tutto il popolo delle vostre malvagie azioni. 24 No, figli miei, perché le voci che sento di voi non sono affatto buone; voi inducete il popolo dell’Eterno a peccare. 25 Se un uomo pecca contro un altro uomo DIO lo giudica, ma se un uomo pecca contro l’Eterno, chi intercederà per lui?". Ma essi non diedero ascolto alla voce del loro padre, perciò l’Eterno voleva farli morire.” (1Samuele 2:22-25 LND)
Mi fermo qua per notare alcune cose.
Prima di tutto, notate cosa fa Eli. Aveva sentito di quello che facevano i suoi figli. Il loro peccato non era nascosto, era risaputo fra il popolo. Allora cosa fa Eli? Interviene e riprende i suoi figli.
In sé, il fatto che Eli ha ripreso i suoi figli era buono. Il problema è che si è fermato lì. Non ha fatto nulla di più. Aveva l’autorità di fare di più. Poteva destituire i suoi figli, toglierli dall’essere sacerdoti. E sarebbe stato giusto, anzi, DOVEVA farlo. I suoi figli stavano peccando gravemente contro Dio e, in base al loro ruolo, stavano anche trascinando il popolo nel peccato. Ma Eli non ha agito fino in fondo, e non ha tolto i suoi figli dall’essere sacerdoti.
Perciò, Dio ha parlato tramite Samuele dichiarando quello che avrebbe fatto per punire il peccato di questi uomini. Quello che Dio dichiara è molto duro, ma ci mostra che Dio è tre volte santo e non si scherza con Dio. E Dio dichiara una cosa molto forte contro Eli. Vi leggo da 1Samuele 3:13. È Dio che parla
“13 Gli dichiaro che sto per punire la sua casa per sempre, a motivo dell’iniquità che egli conosce, perché i suoi figli si sono resi spregevoli, ed egli non li ha frenati.” (1Samuele 3:13 LND)
Avete notato che Dio ha dichiarato che stava per mandare questa grandissima punizione perché Eli non aveva frenato i suoi figli? Ma, aspetta, Eli aveva parlato con loro! Dio ha capito male? Si è sbagliato?
Qui capiamo un principio molto importante. Eli aveva parlato con i suoi figli, li aveva ripresi. Ma non aveva agito da vero uomo di Dio, e li aveva lasciati andare avanti a fare il loro servizio. Eli avrebbe dovuto agire con forza, doveva togliere i suoi figli dal servizio, non solo riprenderli. In questo non ha avuto timore di Dio e ha agito stoltamente.
La cosa ancora più triste è come Eli ha reagito quando ha sentito quello che Dio aveva dichiarato. Vi leggo il v18.
“Samuele allora gli raccontò tutto senza nascondergli nulla. Ed Eli disse: "Egli è l’Eterno; faccia quello che a lui pare".” (1Samuele 3:18 LND)
Eli non era ravveduto dal suo peccato. Cioè, avendo sentito questa dura condanna da parte di Dio, avrebbe dovuto dire: “Signore, perdonami, ho agito stoltamente, non ho avuto timore di te, ho peccato” e avrebbe dovuto subito togliere i suoi figli dal loro ruolo. Invece, come risponde Eli? Risponde con un certo negativismo subdolo contro Dio, come se la colpa fosse di Dio, e non sua. E ancora lascia i suoi figli nel loro servizio.
La punizione che Dio stava per mandare era perché Eli aveva peccato gravemente, e i suoi figli avevano peccato gravemente. C’era grave peccato nella sua famiglia, che stava anche facendo inciampare il popolo. Per cui, quando Eli dice: “Egli è l’Eterno; faccia quello che a lui pare” dimostra che non era per niente ravveduto dal suo peccato.
Non solo Eli… anche noi
Oh, fratelli e sorelle, che specchio per le nostre anime! Quante volte abbiamo fatto noi lo stesso! Quante volte Dio ci ha mostrato grazia, e invece di fulminarci per il nostro peccato, ce l’ha mostrato per l’ennesima volta, e per l’ennesima volta non abbiamo voluto ascoltare!
Hai mai reagito come Eli, in modo subdolo dando la colpa a Dio per le conseguenze del tuo peccato? Eli ce l’aveva con Dio. E tu, hai mai fatto lo stesso? Ti sei mai irrigidito contro Dio, piuttosto di umiliarti davanti a Lui e riconoscere il tuo peccato?
Eli non si è ravveduto, i suoi figli non si sono ravveduti, e Dio ha mantenuto la sua parola mandando la dura punizione che aveva annunciato. Sia Eli che i suoi figli sono morti.
Alcune lezioni da questa storia
Cosa possiamo imparare da questa storia? Cosa possiamo applicare a noi? Ci sono varie lezioni qua.
Agire con timore di Dio
La prima lezione riguarda come ha agito Eli. Eli ha riconosciuto il peccato dei suoi figli. Li ha anche ripresi per il loro peccato, ma non è andato fino in fondo. Non li ha tolti dal loro ruolo.
In questo, Eli è un esempio per noi, ma da NON seguire.
In Matteo 10:37 Gesù fa un’affermazione molto forte, e dichiara:
“Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me.” (Matteo 10:37 LND)
Il punto di Gesù qua è chiaro: dobbiamo amare Dio e avere timore di Lui più di ogni altra cosa. Solo così l’amore per i figli sarà vero amore. Eli non aveva timore di Dio. È per questo che non ha agito come avrebbe dovuto.
Ma Eli non è l’unico ad avere questo peccato. Quante volte anche noi abbiamo peccato non avendo timore di Dio, e non facendo la cosa giusta!
Qui c’è una forte lezione per noi padri e mariti, ma in realtà vale per ogni credente.
Quando Dio ci mette davanti un bisogno, una situazione, un problema, e ci mostra la via da percorrere, dobbiamo agire con coraggio e con timore di Dio, e prendere quella via. Nella carne è facile lasciare stare, non fare la cosa giusta, oppure cercare una scappatoia. Eli ha agito così, e ha raccolto i frutti della sua scelta stolta. Non seguiamo il suo esempio!
Non importa quanto sia difficile quello che Dio ci mette davanti, non importa quanto sia pesante, dobbiamo fare la cosa giusta fino in fondo. Fratelli, spesso siamo noi uomini ad essere veloci a nasconderci dai problemi, a ignorarli, a non agire con fermezza. Comportiamoci virilmente, agiamo da uomini, viviamo pienamente il ruolo che Dio ci ha dato. Soprattutto, ricordiamo che non siamo soli in questo. Dio è con noi. Ed è la SUA potenza opera nella nostra debolezza!
Questa è la prima lezione che dobbiamo prendere da questa storia.
Raccoglieremo quello che seminiamo
La seconda lezione che dobbiamo prendere da questa storia riguarda il modo in cui Eli ha seminato con i suoi figli, e quello che ha raccolto.
Nel suo ruolo di padre, Eli ha seminato male. Come si riconosce il modo in cui un padre ha seminato? Dai frutti che si vedono nei figli. E quali frutti si vedevano nei figli di Eli? I suoi figli erano stolti, non ascoltavano loro padre, ma soprattutto, non avevano minimamente timore di Dio. Eli ha cresciuto male i suoi figli, ha seminato secondo la carne, e quello che ha seminato ha portato frutti bruttissimi.
Attenzione, però, perché questo non vuol dire necessariamente che Eli ha FATTO il male, ma anche solo che NON ha fatto il bene.
Genitori: quali frutti si vedono nei vostri figli? Padri, madri, cosa state seminando con il modo in cui allevate i vostri figli?
Conosciamo bene Galati 6:7 che dice:
“7 Non v’ingannate, Dio non si può beffare; perché ciò che l’uomo semina, quello pure raccoglierà.” (Galati 6:7 LND)
Eli ha seminato male, e ne ha raccolto i frutti. Cosa stai seminando tu? Non solo come genitori, ma nella vita?
Seminiamo bene, per lo Spirito, per raccogliere buoni frutti.
Samuele
Il secondo padre che voglio considerare oggi è Samuele. Samuele è stato un grande uomo di Dio, molto usato da Dio nella storia di Israele. Samuele era un uomo che aveva grande timore di Dio. Ma anche lui non ha fatto un buon lavoro nel crescere i suoi figli.
Come per Eli, capiamo che Samuele non ha fatto un buon lavoro con i suoi figli guardando i frutti che vediamo nei suoi figli.
Vi leggo un brano, in 1 Samuele 8:1-9, dove leggiamo dei figli di Samuele.
“1 Quando Samuele diventò vecchio costituì giudici d’Israele i suoi figli. 2 Il primogenito si chiamava Joel e il secondo Abiah; essi facevano i giudici a Beer-Sceba. 3 I suoi figli però non seguivano le sue orme, ma si lasciavano sviare da guadagni illeciti, accettavano regali e pervertivano la giustizia. 4 Allora tutti gli anziani d’Israele si radunarono, vennero da Samuele a Ramah, 5 e gli dissero: "Ecco, tu ormai sei vecchio e i tuoi figli non seguono le tue orme; or dunque stabilisci su di noi un re che ci governi come avviene per tutte le nazioni".” (1Samuele 8:1-5 LND)
Samuele aveva due figli che ha costituito giudici di Israele. Ma i suoi figli non seguivano le sue orme, e non camminavano nelle vie di Dio. Infatti, erano attaccati ai soldi ed erano corrotti. Pervertivano il diritto perché davano giudizi non in base alla legge, ma in base a favoritismi personali, in base ai regali che ricevevano. Erano uomini corrotti.
I figli di Samuele si comportavano così mentre mentre Samuele era ancora in vita. Ma nonostante ciò, Samuele non li ha fermati, e non li ha denunciati davanti al popolo. Da questo fatto capiamo che, in questo campo, Samuele era più leale ai suoi figli che a Dio.
I figli di Samuele, con il loro comportamento, sono stati uno dei motivi che ha spinto il popolo a volere un re, con tutte le conseguenze che questo ha portato. Israele vedeva che questi giudici non camminavano nelle vie di Dio come loro padre, e che erano uomini senza integrità, immorali, attaccati alle ricchezze materiali, e perciò voleva un re che regnasse sopra di loro.
Samuele era più leale ai suoi figli di quanto fosse leale a Dio.
Pensiamo a noi stessi. Noi, in qualche modo, facciamo una cosa simile? Abbiamo noi quel peccato di essere più leali a qualcuno, piuttosto che a Dio?
Come nel caso di Eli, anche in questa storia vediamo che il padre non ha agito con i suoi figli come avrebbe dovuto.
E tu? Quando Dio ti mette davanti una situazione da affrontare, ti butti e fai la cosa giusta, costi quel che costi? Oppure, hai la tendenza a lasciare stare, a ignorare il problema?
Quando ci tiriamo indietro invece di fare la cosa giusta con coraggio, questo porta solo brutte conseguenze nella nostra vita, e nella vita di chi ci sta attorno, anche se non lo vediamo subito.
Davide
Il terzo uomo che voglio considerare è Davide. Sulla vita di Davide si potrebbero fare tanti sermoni. In questo sermone voglio solo toccare alcuni punti della vita di Davide come padre.
Davide ha avuto vari figli da varie mogli e concubine. Già il fatto in sé che Davide avesse più mogli e concubine era un grande problema. Questa sua scelta lo ha messo poi in una condizione in cui era estremamente difficile curare bene la sua famiglia.
Davide non ha allevato bene i suoi figli nelle vie di Dio. Non era coinvolto nelle loro vite. In questo campo, si può dire che la sua vita era un disastro.
Vi do alcuni esempi.
Amnon
Amnon, uno dei figli di Davide, ha violentato Tamar, una sua sorella. Dal racconto in 2 Samuele 13 capiamo chiaramente che Amnon non era un buon uomo. Non aveva autocontrollo, non aveva un senso di moralità e purezza, e aveva una pessima compagnia.
Davide, suo padre, non era coinvolto nella sua vita, per nulla. Infatti, leggendo questa storia è chiaro che Davide non si è interessato di lui a fondo, per capire il cuore di suo figlio e aiutarlo. Davide non era coinvolto nella sua vita. Suo figlio era più influenzato dalla sua cattiva compagnia che da suo padre, e ascoltando la sua cattiva compagnia, ha peccato terribilmente stuprando sua sorella.
Absalom
Absalom era un altro figlio di Davide, ma da da una madre diversa dalla madre di Amnon. Absalom era pienamente fratello di Tamar, che Amnon aveva stuprato.
Quando Absalom seppe che il suo fratellastro Amnon aveva violentato sua sorella, cominciò a odiare profondamente suo fratello. Odiava Amnon così tanto che, dopo aver serbato il suo odio molto a lungo, ha organizzato tutto e ha ucciso suo fratello.
Di nuovo, Davide non era coinvolto con i suoi figli, per capire come stavano veramente, nel loro cuore.
Poi, dopo aver ucciso Amnon, Absalom è scappato. Dopo tre anni, è stato fatto ritornare a Gerusalemme, ma Davide non lo ricevette. Absalom non aveva un rapporto con suo padre.
Absalom decide di cattivarsi l’approvazione del popolo, e ci riesce, al punto da avere un grande seguito e da essere proclamato re al posto di Davide.
In tutto questo vediamo che Davide non ha agito, ha lasciato andare la cosa fino all’ultimo, quando ormai Absalom era stato proclamato re, e lui doveva scappare via per non rischiare la vita.
Diventato re, Absalom disprezza totalmente suo padre, coricandosi con le concubine del padre in pieno giorno. Questo era un terribile disprezzo contro suo padre, ma era anche una dimostrazione che anche lui, come Amnon, era un uomo senza moralità.
Adonijah
Un altro figlio di Davide era Adonijah. Leggiamo di lui in 1Re 1:5-6 quando dice che Davide non l’aveva mai ripreso. Adonijah era un uomo sconsiderato, che non aveva timore di Dio. Era stolto.
Dopo che Salomone fu unto re d’Israele, Adonijah doveva essere messo a morte, ma Salomone gli dimostrò grazia e non lo mise a morte. Ma Adonijah era così stolto che si tirò addosso da solo la condanna a morte, chiedendo di avere in moglie la giovane che curava suo padre Davide prima della sua morte.
Davide come padre
Quello che vediamo nei figli di Davide ci mostra com’era Davide come padre.
Davide era un uomo di Dio, camminava rettamente nelle vie di Dio, aveva timore di Dio, il suo cammino era il metro con cui vennero valutati tutti i re che regnarono dopo di lui. Ma Davide non è stato un buon padre.
Sappiamo poco di come ha vissuto questo ruolo, ma da quel poco che vediamo, è chiaro che ha fatto un disastro.
I suoi figli, almeno Amnon, Absalom e Adonijah, erano stolti, non avevano timore di Dio, non avevano un senso di moralità, e hanno peccato gravemente contro Dio.
Lezioni per noi
Dalla vita di Davide ci sono tantissime lezioni per noi. E anche dal modo in cui era padre possiamo prendere lezioni per valutare la nostra vita, e il nostro cammino con Dio.
Davide ha peccato seminando male nel modo di allevare, o di NON allevare, i suoi figli. E poi ne ha raccolto frutti bruttissimi.
Davide aveva lo stesso peccato di Eli e di Samuele: il peccato di vedere un problema ma non agire per risolverlo. Per esempio, Davide doveva mettere a morte Absalom per aver ucciso suo fratello Amnon. Ma non l’ha fatto. Piuttosto, dopo tempo che era lontano, lo ha fatto ritornare a Gerusalemme. Ma quando Absalom è ritornato, non l’ha messo a morte. Si è limitato a impedirgli di venire nella sua presenza. Davide ha agito male. Sapeva quello che doveva fare, ma non l’ha fatto fino in fondo. E questo gli ha causato altri problemi, in quanto Absalom ha cominciato ad avere risentimento contro suo padre e voleva diventare re al posto di suo padre. Anche lì, Davide sapeva quello che Absalom stava facendo, cattivandosi l’approvazione del popolo, ma Davide non ha agito per fermare la cosa. Ha aspettato fino al punto in cui suo figlio si è fatto re e lui doveva scappare per salvarsi la vita.
Fratelli e sorelle, che forte esempio per noi!
Voi che siete genitori, aveva mai fatto la stessa cosa, come Eli, Samuele e Davide? Avete mai riconosciuto un problema nei vostri figli, una mancanza, una situazione da affrontare, ma avete lasciato perdere perché era troppo difficile? Vi è mai successo?
Oppure, vi siete mai trovati in una situazione così e avete fatto storie, o tante prediche, o delle sgridate, ma non avete agito fino in fondo?
In realtà, ciascun genitore ha fatto questo, in un modo o nell’altro. Ma questo è grave! Questo è seminare male, per la carne, e porta brutti frutti.
Questo certamente vale per i genitori, ma in realtà, vale per tutti. Lo stesso principio si applica a tantissimi campi della vita cristiana.
Sapete dove si applica soprattutto? Si applica soprattutto alla nostra battaglia contro il nostro peccato.
Pensa: hai mai riconosciuto un tuo peccato, un tuo modo di fare o un aspetto del tuo carattere che non andava bene? E hai mai detto: “Eh sì, dovrei cambiare”, oppure, “Eh sì, dovrei crescere”, o, “Eh sì, in quel campo devo combattere di più”, ma poi non l’hai fatto?
Hai mai detto belle parole, che volevi combattere la tua carne, e crescere, ma alla fine è finito tutto in un nulla di fatto, come le parole di Eli e Samuele?
Fratelli, sorelle, quanto siamo stolti quando viviamo così! Quando viviamo così stiamo peccando gravemente contro Dio, perché stiamo disprezzando la grazia di Dio che ci mostra il nostro peccato, o campi in cui dobbiamo agire. Stiamo calpestando la grazia di Dio! Quando diciamo “Eh sì, dovrei…” le nostre parole non hanno valore, ma stiamo sputando su quello che Dio ci ha mostrato. E andiamo avanti per la nostra strada, da stolti.
È una GRAZIA che Dio ci mostra peccati, situazioni da affrontare, problemi da risolvere. Perché se Dio non ci mettesse queste cose davanti agli occhi, la nostra vita sarebbe un disastro, perché tante volte non vediamo le cose per conto nostro. Allora, quando Dio, per GRAZIA, ci mostra un peccato, un campo in cui dobbiamo crescere, una situazione da affrontare, non disprezziamo la sua grazia! Piuttosto, combattiamo con tutte le nostre forze, con coraggio, con la SUA forza che opera nella nostra debolezza. Buttiamoci a combattere per crescere e cambiare!
Non diamo spazio alla carne, non seminiamo per la carne, perché dalla carne raccoglieremo solo corruzione! Questi padri hanno seminato male, e hanno raccolto corruzione, dolori, sofferenze. Prendiamo questi esempi, e stiamo in guardia per non vivere così!
Salomone
L’ultimo uomo che voglio considerare oggi è Salomone.
Salomone è stato anche lui un grande re, e ha ricevuto grandissima saggezza da Dio. Ma aveva anche un problema nella sua vita. Salomone ha scelto di avere tante mogli, e ha scelto di peccare sposando donne straniere. Questo era un grave peccato. Dio aveva vietato di sposare donne straniere, perché essendo pagane avrebbero contaminato il popolo di Dio introducendo l’idolatria. E così è stato per Salomone. Ha scelto di sposare donne straniere ed esse lo hanno sviato a seguire altri dèi.
Ma pensate: come mai che Salomone ha scelto di avere tante mogli? Che esempio ha avuto in suo padre Davide?
Ma Salomone non ha ereditato solo questo peccato da suo padre. Infatti, anche lui, a sua volta, non è stato un buon padre.
Suo figlio Roboamo era un uomo estremamente stolto. Se ricordate la storia, alla morte di Salomone, Roboamo è diventato re, e il popolo è andato da lui chiedendogli di alleggerire il giogo pesante che suo padre aveva messo su di loro. Roboamo si è consigliato con gli anziani che erano al servizio di suo padre, ma poi ha scelto di non ascoltare il loro consiglio. Piuttosto, ha preferito ascoltare il consiglio stolto dei giovani che erano al suo servizio. Roboamo, nella sua grande stoltezza, ha scelto di schiacciare ancora di più il popolo, causando così la divisione del regno in due regni separati, dieci tribù al nord e due tribù al sud.
Salomone aveva tanta saggezza da Dio, ma non ha fatto un buon lavoro come padre. Infatti, non ha trasmesso la saggezza a suo figlio. E suo figlio era un uomo stolto, impulsivo, malvagio, che ha trascinato il popolo lontano da Dio, alla rovina.
Applichiamo tutto questo a noi
Allora, applichiamo tutto questo a noi. Lo scopo di un sermone così non è di criticare i peccati di questi uomini. Lo scopo è di farci fermare a riflettere sulle vite di questi uomini, per poi esaminare le nostre vite e i nostri cuori.
Ciascuno di questi padri non ha fatto un buon lavoro come padre, e lo vediamo dai frutti che hanno prodotto nei loro figli.
Eli ha cresciuto male i suoi figli. I suoi figli erano uomini malvagi, senza timore di Dio, ma svolgevano un servizio sacro. Eli avrebbe potuto, e dovuto, toglierli dal servizio, ma ha scelto di limitarsi a sgridare i suoi figli. Non non aveva il coraggio e il timore di Dio di toglierli dal servizio. Era più leale ai suoi figli che a Dio, al punto che quando Dio ha annunciato terribile punizione per il suo e il loro peccato, ha reagito male contro Dio.
Anche Samuele ha fatto un pessimo lavoro come padre, e aveva figli che erano malvagi, corrotti e attaccati alle cose materiali. Samuele li aveva costituiti giudici, perché erano suoi figli, ma vedendo il loro peccato avrebbe dovuto toglierli da quel ruolo. Aveva quell’autorità. Ma ha scelto di non farlo, perché anche lui, in questo campo, era più leale ai suoi figli che a Dio. E, a causa del peccato dei suoi figli, il popolo voleva un re che li governasse, un re che fosse più giusto e integro dei figli di Samuele. Ma, tristemente, invece di riconoscere il suo peccato, Samuele se l’è presa con il popolo, perché volevano un re, non riconoscendo che i suoi figli erano il motivo per cui volevano un re.
Davide, un uomo grandemente usato da Dio, un esempio di cosa vuol dire camminare rettamente davanti a Dio, con timore di Dio, in umiltà, Davide ha trascurato terribilmente i suoi figli e il suo ruolo di padre. Non era coinvolto nelle loro vite, non li ha allevati nelle vie di Dio, ed ha raccolto i frutti amari del suo peccato.
E anche Salomone, pur essendo un uomo pieno di saggezza da Dio, non era un buon padre, e non ha trasmesso questa saggezza a suo figlio Roboamo. Come risultato, Roboamo era un uomo stolto e malvagio, e ha portato il popolo alla rovina, causando la divisione del regno e trascinando il popolo nell’idolatria.
Ma, fratelli, questi erano uomini di Dio! Eli, Samuele, Davide, Salomone, erano uomini che sono stati usati da Dio nella storia di Israele, chi più e chi meno.
Allora, se questi uomini di Dio hanno potuto cadere così profondamente, e mancare terribilmente nel loro ruolo di padri, come non possiamo anche noi fare lo stesso?
Se il grande profeta Samuele, che era fedele a Dio in tutta la sua vita, se lui non è stato fedele a Dio con i suoi figli, ma era più leale a loro che a Dio, stiamo in guardia perché anche noi possiamo fare lo stesso! Questo vale per noi che siamo genitori, nel modo di allevare i nostri figli, ma in realtà vale per ogni credente.
Sei fedele a Dio? Cammini nelle sue vie in ogni campo della vita? Oppure hai qualche campo in cui stai lasciando del peccato, e NON sei fedele a Dio? Hai qualche campo della vita in cui sei più leale a qualcun altro che a Dio?
Pensiamo al peccato comune tra questi uomini. Vari di loro avevano visto il peccato dei loro figli, sapevano che non camminavano nelle vie di Dio, ma non hanno agito, oppure, si sono limitati a fare un po’ di storie, a sgridare i loro figli, ma non hanno agito fino in fondo come avrebbero dovuto. Erano grandi uomini di Dio, ma non hanno agito con determinazione e timore di Dio, non sono andati fino in fondo, non hanno trattato i problemi che c’erano con i loro figli. Se loro hanno potuto cadere così, come non possiamo cadere anche noi?
Ma ricordate che anche questo aspetto non riguarda solo i genitori, ma si applica a tantissimi aspetti della vita cristiana. Soprattutto, questo si applica a noi stessi, nella battaglia contro il nostro stesso peccato.
Quando riconosci un peccato nella tua vita, che sia un modo di fare, un modo di pensare, un atteggiamento, un aspetto del tuo carattere che non va bene davanti a Dio, quando riconosci un peccato cosa fai? Confessi subito il tuo peccato, e combatti con coraggio e con timore di Dio il tuo peccato? Ti metti da fare per combattere il tuo peccato fino al sangue? Oppure lasci stare, ignori il problema, fino a quando diventa una montagna insuperabile? Oppure, ancora, provi un po’ a cambiare, ma poi lasci perché è difficile?
Questi uomini di cui abbiamo parlato oggi, hanno vissuto così, ma poi hanno raccolto frutti che nessuno di noi vuole raccogliere.
Fratelli e sorelle, non viviamo seguendo l’esempio di questi padri, in questo campo della loro vita. Non viviamo così. Piuttosto, viviamo con vero timore di Dio, essendo pronti ad agire, con determinazione, con coraggio, fortificandoci in Cristo, nella sua potenza che opera nella nostra debolezza. E quando viviamo così, avremo gioia e cammineremo in comunione con Dio.
Ma non dimentichiamoci di un altro aspetto. Infatti, nonostante che ciascuno di questi uomini ha fatto un pessimo lavoro come padre, comunque Dio si è servito di loro. Questo non giustifica in alcun modo il loro peccato, anzi. Ma questo ci dà speranza quando cadiamo.
Non dobbiamo cadere. Ma anche quando cadiamo, Dio è pronto a perdonarci e a rialzarci quando ritorniamo a Lui con un cuore umile. Pecchiamo ancora, ma presso Cristo c’è perdono.
Perciò, se tu riconosci nella tua vita uno di questi peccati che abbiamo visto oggi, non disperarti. Piuttosto, corri a Cristo per ottenere il pieno perdono. E per la sua grazia, per mezzo del suo sacrificio, sarai perdonato. E poi, aggrappati a Lui, alla sua potenza che opera nella tua debolezza, e buttati a cambiare direzione, camminando in santità e con timore di Dio.
Oh prego che la storia di questi quattro uomini sia uno stimolo per noi, per non trascurare nulla nella nostra vita, ma vivere in ogni campo fedelmente.