Aiuto Biblico

Come vincere pensieri falsi e la depressione

1 Re 17, 18 e 19

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 19 giugno 2022, – cmd es –
Descrizione: esempio di Elia, e come Dio lo guarisce dalla depressione, che arrivò dopo una grande vittoria.
parole chiavi: depressione, battaglie spirituali, falsi pensieri

Audio:

Quand'è che arrivano le battaglie più grandi?

Spesso, le battaglie più profonde, e le cadute più grandi, arrivano dopo le vittorie più grandi.

Guardiamo un esempio di questo in Elia, uno dei profeti più grandi.

Se ricordate, quando Gesù fu sul monte della trasfigurazione, apparsero con lui Mosè ed Elia. Fra tutti i profeti, era proprio Elia, con Mosè, che Dio ha mandato a parlare con Gesù.

Elia non morì, ma fu portato in cielo in un carro di fuoco. Fu un profeta molto importante e grandemente usato da Dio.

Al tempo di Elia, il re di Israele era Achab. Achab non seguiva Dio. Peggio ancora, sposò Jezebel, la figlia di Ethbaal, re di Sidone. Jezebel era una donna estremamente malvagia. Influenzò moltissimo suo marito Achab, re di Israele, che arrivò ad adorare il falso dio Baal.

Visto che Israele era così ribelle all’Eterno, l’Eterno mandò Elia ad Achab, per annunciare che non ci sarebbe stata la pioggia fino al tempo stabilito, ovviamente, guidato da Dio. Leggo 1Re 17:1-4

“1 Elia, il Tishbita, uno degli abitanti di Galaad disse ad Achab: "Com’è vero che vive l’Eterno, il DIO d’Israele, alla cui presenza io sto, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola". 2 Poi la parola dell’Eterno gli fu indirizzata, dicendo: 3 Vattene da qui, volgiti verso oriente e nasconditi presso il torrente Kerith, che si trova a est del Giordano. 4 Tu berrai al torrente e io ho comandato ai corvi che ti diano da mangiare là".” (1Re 17:1-4 LND)

Quindi, Dio annunciò una disciplina terribile contro Israele per bocca di Elia. Questo avvertimento fu dato da Elia direttamente ad Achab, re di Israele. Quindi, era chiaro che era la disciplina di Dio, ed era anche chiaro che tutto questo, era a causa dei peccati di Achab e di Israele.

La mancanza totale di pioggia durò più di due anni. Quindi, la nazione soffriva terribilmente, perfino il re Achab.

Achab voleva uccidere Elia, ma Dio lo mandò fuori da Israele. Le nostre vite sono nelle mani di Dio. Elia vedeva la cura divina di Dio nella sua vita.

La siccità durò tanto. Ma arrivò, il momento stabilito da Dio per cambiare le cose. Leggiamo 1 Re 18:1-6

“1 Molto tempo dopo, durante il terzo anno, la parola dell’Eterno fu indirizzata ad Elia, dicendo: "Va’ presentati ad Achab e io manderò la pioggia sul paese". 2 Elia andò a presentarsi ad Achab. Ora in Samaria c’era una grande carestia. 3 Achab mandò a chiamare Abdia che era il suo maggiordomo. (Abdia temeva grandemente l’Eterno; 4 così, quando Jezebel sterminava i profeti dell’Eterno, Abdia prese cento profeti e li nascose cinquanta in una caverna e provvide loro pane e acqua). 5 Achab disse ad Abdia: "Va’ attraverso il paese verso tutte le sorgenti e tutti i corsi d’acqua; forse troveremo erba sufficiente per poter conservare in vita i cavalli e i muli e non dovremo uccidere nessuno dei nostri animali". 6 Così si divisero il paese da percorrere Achab se ne andò da solo da una parte e Abdia da solo da un’altra parte.” (1Re 18:1-6 LND)

Situazione: Dio ordinò ad Elia di andare ad Achab, per dichiarare che in quello stesso giorno che lo avrebbe incontrato, sarebbe arrivata la pioggia.

Elia ubbidì immediatamente. Nonostante che Achab voleva ucciderlo, Elia ubbidì.

Com’è la nostra ubbidienza?

La carestia era grande, a causa della mancanza totale di pioggia. Ricordiamo che Dio è pienamente in controllo. Dio manda, Dio toglie.

vv.3-6 Achab e il suo maggiordomo Abdia vanno in cerca di acqua e erba. La carestia era così terribile che Achab stesso doveva andare in cerca di acqua. La mano di Dio era ritirata da Israele. Non stavano godendo le benedizioni di Dio. La vita era pesante.

Abdia: un uomo timorato di Dio. La malvagia Jezebel aveva cercato di far morire tutti i profeti dell’Eterno. Abdia aveva salvato la vita a 100 di loro, provvedendo anche il loro mantenimento.

Quindi, a grande rischio e anche a grande spesa sua, Abdia teneva in vita questi 100 uomini di Dio.

Abdia incontra Elia

Nel v.7, Abdia incontra Elia. È incredibile come Dio gestisce tutto. Seguite i versetti 7-15.

“7 Mentre Abdia era in viaggio, ecco venirgli incontro Elia; Abdia lo riconobbe e si prostrò con la faccia a terra, dicendo: "Sei tu il mio signore Elia?". 8 Gli rispose: "Sono io; va’ a dire al tuo signore: C’è qui Elia". 9 Ma Abdia rispose: "Che peccato ho fatto perché tu consegni il tuo servo nelle mani di Achab per farmi morire? 10 Com’è vero che l’Eterno, il tuo DIO, vive, non c’è nazione e regno in cui il mio signore non abbia mandato a cercarti; e quando dicevano: "Non è qui," facevo giurare il regno e la nazione che non avevano potuto trovarti. 11 E ora tu dici: "Va’ a dire al tuo signore: C’è qui Elia!". 12 Ma avverrà che, appena mi sarò allontanato da te, lo Spirito dell’Eterno ti trasporterà in un luogo a me sconosciuto; così io andrò a riferirlo ad Achab, ed egli, non trovandoti, mi ucciderà. Eppure il tuo servo teme l’Eterno fin dalla sua giovinezza! 13 Non hanno riferito al mio signore ciò che io feci quando Jezebel uccideva i profeti dell’Eterno? Come io nascosi cento di quei profeti dell’Eterno, cinquanta in una caverna e cinquanta in un’altra e provvidi loro pane e acqua? 14 E ora tu dici: "Va’ a dire al tuo signore: C’è qui Elia!". Ma egli mi ucciderà". 15 Allora Elia rispose: "Com’è vero che vive l’Eterno degli eserciti alla cui presenza io sto, oggi mi presenterò ad Achab".” (1Re 18:7-15 LND)

Noto varie cose qua. Prima, Abdia era un uomo con grande timore di Dio. Si prostrò davanti ad Elia, sapendo che Elia parlava da parte di Dio. Mostra grande timore di Dio.

Elia subito gli ordinò di andare a chiamare Achab.

Abdia ha grande timore, sapendo che se dice ad Achab che c’è Elia, e poi, Elia non c’è Achab potrebbe farlo morire, quanto Achab odiava Elia.

Notate quando Achab si era impegnato a cercare Elia, per farlo morire. Non si era impegnato a ravvedersi. Non aveva a cuore il bene della sua nazione. Voleva fare morire il profeta Elia, perché Elia metteva in evidenza il peccato di Achab.

Achab vedeva Elia come la causa della disciplina di Dio. Ma era il SUO peccato che aveva suscitato la disciplina di Dio.

A te succede che quando TU sei nel peccato, vedi gli altri male, per non riconoscere il peccato in te stesso?

Questo ci tiene lontani da Dio. Tornando al brano, vediamo il cuore di Dio per il suo popolo.

Tornando all’incontro fra Elia ed Abdia, notate che Abdia dichiara ad Elia che aveva salvato la vita di 100 profeti dell’Eterno. Forse Elia già sapeva questo, ma è importante capire e ricordare che a questo punto, Elia sapeva per certo che c’erano questi cento profeti ancora in vita. Egli non era l’unico profeta fedele a Dio.

Elia dà la sua parola solenne che non si nasconderà, ma che parlerà con Achab, il re. Così, Abdia, sapendo di poter fidarsi della parola di Elia, si tranquillizzò.

Achab incontra Elia (vv. 16,17)

Così Abdia andò a trovare Achab, e lo porta da Elia. Leggiamo della reazione di Achab, nei vv.16,17.

“16 Abdia dunque andò a trovare Achab e gli riferì la cosa; e Achab andò incontro ad Elia. 17 Or, non appena Achab vide Elia, gli disse: "Sei proprio tu che metti sossopra Israele?".” (1Re 18:16-17 LND)

Achab vede Elia, che odia, e subito lo accusa di essere la causa della siccità che affliggeva Israele. In altre parole, anziché riconoscere la propria colpa, accusava Elia. Che malvagità. Eppure, anche noi cadiamo in questo terribile peccato. Notiamo come Elia gli risponde.

“18 Elia rispose: "Non sono io che metto sossopra Israele, ma tu e la casa di tuo padre, perché avete abbandonato i comandamenti dell’Eterno e tu sei andato dietro ai Baal. 19 Perciò ora manda a chiamare tutto Israele presso di me sul monte Karmel, insieme ai quattrocentocinquanta profeti di Baal e ai quattrocento profeti di Ascerah che mangiano alla mensa di Jezebel".” (1Re 18:18,19 LND)

Elia subito risponde, dichiarando che è il peccato del padre di Achab, e di Achab, e peggio ancora, il fatto che Achab aveva scelto di adorare il falso dio Baal, che era il motivo per cui Israele era sotto la dura disciplina di Dio. Elia non esitava parlare con Achab del suo peccato. Non dobbiamo temere gli uomini.

A quel punto, con un’autorità che veniva da Dio, Elia ordinò al re Achab di stabilire un incontro, per mostrare chi è il vero Dio. Gli ordinò di riunire tutti i profeti di Baal e di Ascerah, in tutto ottocentocinquanta. Tutti erano sostenuti da Jezebel, moglie di Achab. Elia ordinò che si incontrassero sul monte Karmel, che è accanto al Mare Mediterraneo.

Achab accetta lo scontro, e così, tutti si trovano sul monte Karmel. Leggo dal versetto 20.

“20 Così Achab mandò a chiamare tutti i figli d’Israele e radunò i profeti sul monte Karmel. 21 Allora Elia si avvicinò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando tentennerete fra due opinioni? Se l’Eterno è DIO, seguitelo; ma se invece lo è Baal, seguite lui". Il popolo non rispose parola.

Notate: Elia mette davanti al popolo la necessità di scegliere. O l’Eterno, oppure Baal. Solo uno poteva essere Dio. Ma il popolo non voleva scegliere. Non voleva rispondere. I loro cuori erano duri. Se avessero detto che l’Eterno è Dio, avrebbe messo in evidenza la loro ribellione fino a quel giorno. Quindi, tacevano.

È come qualcuno che ci mette davanti ad una scelta, che metterebbe in evidenza il nostro peccato, parliamo, o taciamo?

Elia presenta la gara a loro, per vedere chi è il vero Dio.

22 Allora Elia disse al popolo: "Sono rimasto io solo dei profeti dell’Eterno, mentre i profeti di Baal sono in quattrocentocinquanta. 23 Ci siano dunque dati due torelli; essi scelgano un torello per loro lo facciano a pezzi e lo mettano sulla legna senza appiccarvi il fuoco; io preparerò l’altro torello e lo metterò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. 24 Voi invocherete quindi il nome del vostro dio e io invocherò il nome dell’Eterno; il dio che risponderà mediante il fuoco è DIO". Tutto il popolo rispose e disse: "Ben detto!".” (1Re 18:20-24 LND)

Prima di tutto, qui notiamo qualcosa. Elia dichiara che è lui solo l’unico profeta rimasto. Allora, potrebbe essere che intende che era l’unico profeta che si presentava pubblicamente. Ricordate che i cento profeti che Abdia aveva salvato erano nascosti in due caverne. Perciò, in quel senso, era l’unico rimasto, in senso di servire Dio attivamente. Ma, non era l’unico rimasto in senso assoluto.

Poi, Elia spiega questa gara, questo confronto. È un confronto in cui solo un’opera divina potrebbe bruciare l’offerta. Quindi, era una vera gara. Il popolo riconosce questo, e tutti sono contenti.

Forse, credevano che con 450 profeti di Baal, e credendo in Baal, erano sicuri che avrebbero vinto. Ma in ogni modo, erano contenti.

I profeti di Baal (vv. 25-29)

Elia dirige tutto, lascia a quelli di Baal di andare per primi. Seguiamo come è andato. Leggo dal vv. 25-29.

“25 Allora Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi un torello e preparatelo per primi, perché siete i più numerosi; poi invocate il vostro dio, ma senza appiccare il fuoco". 26 Così essi presero il torello che fu dato loro e lo prepararono; poi invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, dicendo: "O Baal, rispondici!". Ma non si udì alcuna voce e nessuno rispose; intanto essi saltavano intorno all’altare che avevano fatto. 27 A mezzogiorno Elia incominciò a beffarsi di loro e a dire: "Gridate più forte perché egli è dio; forse sta meditando o è indaffarato o è in viaggio, o magari si è addormentato e dev’essere svegliato". 28 Così essi si misero a gridare più forte e a farsi incisioni con spade e lance secondo le loro usanze finché grondavano sangue. 29 Passato mezzogiorno, essi profetizzarono fino al tempo di offrire l’oblazione; ma non si udì alcuna voce nessuno rispose e nessuno diede loro retta.” (1Re 18:25-29 LND)

Elia lascia loro andare per primi. Fanno di tutto. Saltano, gridano, perfino, si tagliano. Ma nulla.

Elia prende loro in giro, per mostrare in modo chiaro al popolo che era tutto falso.

Dopo ore, è chiaro che il falso dio Baal non poteva rispondere.

Elia prepara tutto (vv. 30-35)

Allora, toccava Elia. Leggiamo di questo, nei versetti 30-35.

“30 Allora Ella disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi a me!". Così tutto il popolo si avvicinò a lui, ed egli restaurò l’altare dell’Eterno che era stato demolito. 31 Poi Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe al quale l’Eterno aveva detto: "Il tuo nome sarà Israele". 32 Con le pietre edificò un altare al nome dell’Eterno e fece intorno all’altare un fosso della capacità di due misure di grano. 33 Poi vi sistemò la legna, fece a pezzi il torello e lo pose sopra la legna. E disse: "Riempite quattro brocche d’acqua e versatela sull’olocausto e sulla legna". 34 Di nuovo disse: "Fatelo una seconda volta". Ed essi lo fecero una seconda volta. Egli disse ancora: "Fatelo per la terza volta". Ed essi lo fecero per la terza volta. 35 L’acqua scorreva attorno all’altare ed egli riempì d’acqua anche il fosso.” (1Re 18:30-35 LND)

Prima di tutto, Elia faceva di tutto per rendere chiaro che il miracolo sarebbe stato grande. Mentre i profeti di Baal avevano messo il sacrificio sopra legna secca, Elia faceva bagnare tantissimo la legna del suo altare, al punto che l’acqua riempiva il fosso che aveva fatto fare intorno all’altare.

Così, il popolo poteva vedere più del potere di Dio.

La preghiera di Elia (vv. 36,37)

Notiamo la preghiera di Elia. Mentre i profeti di Baal avevano gridato in modo estremo, Elia semplicemente si rivolge all’Eterno e prega. Leggo il versetti 36,37.

“36 All’ora in cui si offriva l’oblazione, il profeta Elia si avvicinò e disse: "O Eterno DIO di Abrahamo d’Isacco e d’Israele, fa’ che oggi si sappia che tu sei DIO in Israele, che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per tuo comando. 37 Rispondimi, o Eterno, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o Eterno, sei DIO, e che hai fatto ritornare i loro cuori a te".” (1Re 18:36-37 LND)

La preghiera di Elia è che Dio si manifesti ad Israele, in modo che credono di nuovo in Lui, e Lo seguono. Elia pregava, perciò, per la gloria dell’Eterno.

Per cosa preghi tu?

Dio risponde (v. 38)

Dio risponde ad Elia, con grande potenza. Leggo il v.38.

“Allora cadde il fuoco dell’Eterno e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la polvere, e prosciugò l’acqua che era nel fosso.” (1Re 18:38 LND)

Dio risponde, miracolosamente. Non c’è alcun dubbio che era Dio. Quando Dio sceglie, opera in modo potente.

Il popolo sceglie Dio

A quel punto, Dio opera nei cuori delle persone, e scelgono di seguire Dio. Vediamo una forte prova di questo nel fatto che uccidono tutti questi falsi profeti. Leggo il versetti 39,40.

39 A tale vista, tutto il popolo si gettò con la faccia a terra e disse: "L’Eterno è DIO! L’Eterno è DIO!". 40 Quindi Elia disse loro: "Prendete i profeti di Baal; non lasciatene scappare neppure uno!". Così essi li presero ed Elia li fece scendere al torrente Kishon, dove li scannò.” (1Re 18:39-40 LND)

Il popolo sceglie Dio. Ubbidiscono all’ordine di Elia, e uccidono tutti questi profeti di Baal. Ricordate che questi profeti erano sostenuti dalla regina Jezebel.

Per tempo, saltiamo i prossimi versetti, che spiegano che Elia prega, e Dio manda la pioggia. Ricordate che non aveva piovuto più di due anni. Così, la parola che Elia aveva dichiarato si verificò, mostrando che Egli è veramente da Dio.

Questa era una delle vittorie più grande in tutta la storia di Israele, dove Dio si manifesta in modo così chiaro, mostrando anche che Baal era un dio falso. Quindi, questa era una grandissima vittoria per Elia. Dio aveva reso chiaro davanti a tutti che egli era il profeta dell'unico vero Dio.

Questa era la vittoria più grande della vita di Elia.

La depressione di Elia

Ma, come succede spesso anche a noi, dopo questa grande vittoria spirituale, Elia ebbe una grande caduta. Smettè di guardare a Dio, e cadde in una profonda depressione. Leggo 1 Re 19:1-4. Questo succede subito dopo questa immessa vittoria.

“1 Achab riferì a Jezebel tutto ciò che Elia aveva fatto e come aveva ucciso con la spada tutti i profeti. 2 Allora Jezebel inviò un messaggero a Elia per dirgli: "Gli dèi mi facciano così e anche peggio, se domani a quest’ora non avrò fatto di te come uno di loro". 3 Quando sentì questo, Elia si levò e se ne andò per mettersi in salvo. Giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo. 4 Egli invece si inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a sedersi sotto una ginestra e chiese di poter morire dicendo: "Ora basta, o Eterno! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri".” (1Re 19:1-4 LND)

Varie lezioni importanti qua. Quando Elia sente la minaccia di Jezebel, aveva paura. Non aveva paura di incontrare Acab, ma aveva paura di Jezebel. Questo, subito dopo la grande vittoria.

Quando togliamo gli occhi da Dio, possiamo anche noi cadere subito in pensieri falsi, nella paura, o perfino nella depressione.

Infatti, questa è proprio la depressione. Prima, Elia vede tutto nero. Vuole morire. Dichiara di non esser migliore dei suo padri. In altre parole, stava dicendo che non era capace a compiere nulla. Dimenticava tutto quello che era appena successo.

Egli vedeva tutto nero, ma Dio lo stava ancora curando. Leggo 5-8.

“5 Poi si coricò e si addormentò sotto la ginestra; ma ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia". 6 Egli guardò e vide vicino al suo capo una focaccia cotta su delle pietre calde e una brocca d’acqua. Egli mangiò e bevve poi tornò a coricarsi. 7 L’angelo dell’Eterno tornò una seconda volta, lo toccò e disse: "Alzati e mangia, poiché il cammino è troppo lungo per te". 8 Egli si alzò, mangiò e bevve, poi, nella forza datagli da quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Horeb.” (1Re 19:5-8 LND)

Una lezione molto importante qua. Elia era depresso. Aveva pensieri falsi. Ma la prima cosa che Dio fa per lui è di dargli cibo, e poi, ampio riposo. La nostra condizione spirituale è molto legata alla nostra condizione fisica.

Elia aveva pensieri falsi. Elia non stava guardando a Dio, nonostante la grande vittoria che aveva appena avuto. Però Dio, prima di parlare al suo cuore, gli provvede cibo, e lo fa dormire.

È importante curarci fisicamente, per poter ragionare spiritualmente. Quanto è fattibile, è importante dormire. Infatti, negli anni, Serena ed io abbiamo imparato che non ha senso cercare di prendere grande decisioni, o discutere qualcosa di sera, quando siamo stanchi. Non ragioniamo bene. Piuttosto, confidiamo in Dio, che Egli ci guiderà quando siamo svegli, perché abbiamo riposato la notte.

Quindi, è importante notare che la prima cosa che Dio fa per curare Elia era di provvedere cibo per lui, e ampio riposo.

Spesso, nel mondo moderno, non ci curiamo. Per esempio, studio dopo studio rende chiaro che l’uso dei schermi durante la giornata, alla sera rende difficile dormire bene. Quindi, sarebbe saggio smettere di usare gli schermi varie ore prima di andare a letto. Inoltre, l’esercizio fisico è importante per poter curarsi, e per poter dormire bene. E certamente, il mangiare bene è anche importante. Dio curava Elia, ed è importante che noi curiamo noi stessi.

Notiamo che con quel cibo, provveduto da un angelo, Elia camminò quaranta giorni, fino ad arrivare a monte Horeb. Come distanza, avrebbe potuto arrivarci in pochi giorni. Però, rimase nel deserto quaranta giorni, come Cristo fu nel deserto quaranta giorni, e come simbolo dei quaranta anni di Mosè nello stesso deserto. Così, poteva capire la mano di Dio su di lui.

Arrivò proprio al monte Horeb, che è anche chiamato monte Sinai. Questa è il monte dove Dio diede a Mosè la legge.

Andiamo avanti, per vedere più della cura di Dio di Elia nella sua depressione. Rileggo il versetto 8, fino a 10.

“8 Egli si alzò, mangiò e bevve, poi, nella forza datagli da quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Horeb. 9 Là entrò in una caverna e vi passò la notte. Ed ecco, la parola dell’Eterno gli fu rivolta e gli disse: "Che fai qui, Elia?". 10 Egli rispose: "Sono stato mosso da una grande gelosia per l’Eterno, il DIO degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita".” (1Re 19:8-10 LND)

Notiamo come Elia risponde alla domanda di Dio. Dichiara che era geloso per Dio, ovvero, che aveva una grande passione per Dio. Vedeva quando Israele, il popolo di Dio aveva abbandonato Dio. Dichiara di essere rimasto solo, e che gli Israeliti volevano togliergli la vita.

Elia era depresso. I suoi pensieri erano falsi. Notiamo perché questi pensieri erano così falsi.

Cosa c’è di falso qua?

Quello che dice è maggiormente vero. Però, esclude delle verità importanti. NON parla della grande vittoria che Dio aveva appena dato a lui sul monte Karmel. Non parla del fatto che il popolo di Israele, a causa di quella vittoria, aveva scelto di seguire Dio e avevano ucciso i profeti di Baal. Non parla di come Dio aveva protetto lui negli ultimi anni, quando il re Achab voleva ucciderlo.

Inoltre, Elia dichiara di essere l’unico seguace di Dio. Dice di essere rimasto solo. Egli aveva parlato con Abdia, e sapeva che 100 profeti dell’Eterno erano ancora in vita.

Elia stava scegliendo di vedere tutto nero, escludendo le verità che avrebbe dato pace a lui. Quando scegliamo di focalizzare sulle cose negative, ed evitiamo di pensare alle cose vere che mostrano la cura di Dio, anche noi staremo male, e possiamo anche cadere nella depressione, come Elia.

Leggo come Dio cura Elia, nei vv.11-18.

“11 DIO gli disse: "Esci e fermati sul monte davanti all’Eterno". Ed ecco, passava l’Eterno. Un vento forte e impetuoso squarciava i monti e spezzava le rocce davanti all’Eterno, ma l’Eterno non era nel vento. Dopo il vento un terremoto, ma l’Eterno non era nel terremoto. 12 Dopo il terremoto un fuoco ma l’Eterno non era nel fuoco. Dopo il fuoco una voce, come un dolce sussurro. 13 Come udì questo, Elia si coperse la faccia col mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna; ed ecco una voce che gli diceva: "Che fai qui Elia?". 14 Egli rispose: "Sono stato mosso da una grande gelosia per l’Eterno, per il DIO degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita". 15 L’Eterno gli disse: "Va’, rifa’ la strada del ritorno fino al deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazael come re di Siria. 16 Ungerai pure Jehu, figlio di Nimsci, come re d’Israele; ungerai quindi Eliseo, figlio di Shafat di Abel-Meholah, come profeta al tuo posto. 17 Così chiunque scamperà dalla spada di Hazael, sarà ucciso da Jehu; e chiunque scamperà dalla spada di Jehu, sarà ucciso da Eliseo. 18 Ma ho lasciato in Israele un residuo di settemila uomini, tutti che non hanno piegato le loro ginocchia davanti a Baal e che non l’hanno baciato con la loro bocca".” (1Re 19:11-18 LND)

Notate che Dio non si presentò ad Elia con grande forza. Quando Mosè era su questo monte, Dio si presentò con forte terremoto e fulmini. Ma qua, con Elia, Dio parlò con una voce dolce, solo un sussurro. Dio agisce come vuole, e quando vuole. Non dobbiamo presumere che agirà in un certo modo.

Di nuovo, Elia dichiara le stesse cose, mostrando di avere ancora pensieri falsi e storti.

Dio gli comanda di tornare a servire Dio. Gli comanda quello che deve fare, ed una parte era quella di ungere Eliso come profeta al posto suo. Quindi, Dio gli stava dicendo che con questi ultimi incarichi, avrebbe completato la sua missione come profeta.

Inoltre, Dio gli dichiara che in realtà, Dio non aveva solo quei cento profeti di cui Elia sapeva, ma che aveva settemila uomini che non avevano piegato le loro ginocchia davanti a Baal, ovvero, che erano rimasti fedeli all’Eterno.

Con questo, Dio mostra ad Elia che il suoi pensieri erano storti.

E così, Elia tornò a servire Dio. Completò la sua missione, e poi, fu portato in cielo da Dio.

Lezioni

Vogliamo fermarci per capire delle lezioni importanti da questi avvenimenti.

Elia era un uomo di Dio molto fedele. Aveva ubbidito fedelmente a Dio finora. Camminava in santità. Aveva grande fede.

Poi, Dio gli diede una immensa vittoria spirituale. Nessun profeta aveva una vittoria come Elia, se non solo Mosè. Là, su monte Karmel, Dio rendeva chiaro che Elia era il suo profeta.

Però, dopo quella vittoria, Elia era stanco. Quindi, quando arrivò la minaccia da parte di Jezebel, anziché pensare alla potenza di Dio, focalizzò sulla minaccia, e ebbe paura. Corse lontano, per scappare. Rimase solo, solo con i suoi pensieri storti. Ormai era affamato e stanco.

In quella condizione, per curarlo, Dio lo fece mangiare e dormire, poi mangiare e dormire ancora.

Da questo, vediamo che una parte di avere vittoria suoi pensieri falsi è di curarci fisicamente, entro il possibile. Certamente, a volte Dio stesso stabilisce situazioni in cui non è possibile riposarci. Ma per quanto dipende da noi, vogliamo curarci fisicamente, con il sonno, con un mangiare sano, con quel po’ di esercizio che ci aiuta ad avere la mente chiara.

Poi, Dio gli ha parlato. Non ha risposto a tutte i suoi pensieri. Ha semplicemente mostrato che era con lui, e che Elia aveva ancora da fare. Dio gli fece sapere che in realtà, NON era solo, come egli credeva. Infatti, Dio aveva settemila uomini in Israele ancora fedele a Lui. Quindi, i pensieri di Elia erano sbagliati.

Quindi, una parte della cura di Elia era per lui di mettersi da fare a servire Dio. Spesso, quando arriviamo alla depressione, ci chiudiamo in noi stessi. Smettiamo di pensare a Dio, smettiamo di pensare agli altri. In realtà, diventiamo egoisti. Anche se continuiamo a fare le cose che dobbiamo fare, comunque, non abbiamo più al cuore gli altri. Siamo presi con noi stessi, e con i nostri pensieri falsi.

Una parte della cura è di riprendere a pensare agli altri. Dobbiamo metterci da fare, cercando il bene degli altri, e la gloria di Dio.

Poi, quando siamo giù, quando siamo consumati con pensieri falsi, è importante confrontare i nostri pensieri con la verità. È molto utile avere altri che possono aiutarci in questo. Quando siamo giù, anche se non arriviamo alla depressione, sicuramente i nostri pensieri non saranno giusti. Forse quello che stiamo pensando sarà vero, forse no. Ma sicuramente, non avremo come pensieri le verità di Dio che sono fondamentali tenere in mente. Avremo pensieri storti, pensieri parziali.

Se un grande uomo di Dio, come Elia, poteva cadere nella depressione, anche noi. In realtà, ogni credente ha periodi di pensieri storti. E la grande maggioranza di credenti hanno periodi di depressione, chi più leggera, chi più forte, chi per poco tempo, chi per anni. Ma Dio ci dà le chiavi per sconfiggere i pensieri sbagliati. Ci dà tutto il necessario per vincere la depressione, per uscirne, per avere la vera gioia e la pace della salvezza.

Usiamo l’esempio di Elia, la cura di Dio per lui, per combattere i nostri pensieri falsi. Ringraziamo Dio, giorno per giorno, per le verità di Dio. Aiutiamoci gli uni gli altri a vedere e a gioire nelle verità. Curiamoci. Viviamo per il regno di Dio. Confidiamo in Dio.