Cosa determina come viviamo, e quanto ci impegniamo? La nostra prospettiva è fondamentale per determinare come viviamo.
Per esempio, l’unico modo in cui un agricoltore avrà l’impegno necessario è se tiene in mente la raccolta alla fine della stagione.
L’unico modo in cui uno studente avrà un vero impegno costante è se tiene sempre in mente gli esami, e molto di più, il lavoro che desidera avere. Se non pensa a quello, mancherà impegno.
L’unico modo in cui i genitori saranno costanti nel crescere bene i loro figli è se tengono in mente che stanno preparando i loro figli per la vita. Nel momento in cui dimenticano per quale motivo dovrebbero impegnarsi, verranno meno nel loro impegno.
È solo se teniamo in mente quello per cui stiamo vivendo che ci impegneremo bene, e con costanza.
Se questo è vero per quanto riguarda traguardi terreni, quanto di più è vero per quanto riguarda la nostra eternità.
L’unico modo di vivere la vita cristiana con vittoria è di tenere sempre presente che ci stiamo preparando per l’eternità, e che come viviamo ora determinerà il premio che avremo da presentare a Cristo per tutta l’eternità.
È fondamentale che viviamo con una passione di promuovere il regno di Dio. Solo così avremo l’impegno giusto.
Più volte, Dio ci insegna e ci comanda di vivere per il regno di Dio. Per esempio, quando Gesù ci insegna come pregare, in Matteo 6, con il Padre Nostro, notate che le prime richieste riguardano una richiesta per Dio di essere glorificato tramite la crescita del suo regno. Ascoltate.
“9 Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. 10 Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo...” (Matteo 6:9-10 LND)
Dobbiamo desiderare la crescita del regno di Dio. In Matteo 6:33 Gesù ci comanda:
“Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte.” (Matteo 6:33 LND)
Prima di ogni altra cosa, dobbiamo vivere cercando il regno di Dio. Allora, vivremo impegnandoci con costanza in quello che promuove il regno di Dio. Se questo è il nostro desiderio, guiderà come viviamo ogni giorno.
Tante preghiere, per esempio nelle Epistole, parlano di vivere per avere frutti di giustizia. In 1Corinzi 3, leggiamo che saremo giudicati per come abbiamo edificato sopra il fondamento di Gesù Cristo.
Quindi, nel piano di Dio, ogni vero credente dovrebbe vivere cercando sempre a promuovere il regno di Dio.
A questo punto, sorge la domanda: Come possiamo vivere così?
Una grande parte della riposta è per ognuno di usare con diligenza i doni spirituali che ha ricevuto per l’edificazione degli altri. Per esempio, parlando dei nostri doni spirituali, in 1Corinzi 12:7 leggiamo:
“Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune.” (1Corinzi 12:7 LND)
I nostri doni spirituali sono per l’utilità degli altri. In 1Pietro 4:10,11, leggiamo un comandamento simile. Ascoltate.
“10 Ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta al servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Se uno parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; se uno fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pietro 4:10-11 LND)
Vivere così richiede un forte desiderio di vedere il regno di Dio crescere, che ci fa avere un forte impegno tutti i giorni di servire il corpo di Cristo per farlo crescere.
Ricordare che siamo un corpo
Per vivere come Dio ci comanda di vivere, dobbiamo ricordare che insieme con gli altri credenti, siamo un corpo. Leggiamo di questo in Romani 12.
“3 Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno. 4 Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l’uno dell’altro.” (Romani 12:3-5 LND)
Tu, ti riconosci come membro del corpo di Cristo, e quindi, membra degli altri credenti?
Un altro brano molto importante è 1Corinzi 12:12-27.
“12 Come infatti il corpo è uno, ma ha molte membra, e tutte le membra di quell’unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo. 13 Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito. 14 Infatti anche il corpo non è un sol membro, ma molte. 15 Se il piede dicesse: "Perché non sono mano io non sono parte del corpo," non per questo non sarebbe parte del corpo. 16 E se l’orecchio dicesse: "Perché non sono occhio, io non sono parte del corpo," non per questo non sarebbe parte del corpo. 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18 Ma ora Dio ha posto ciascun membro nel corpo, come ha voluto. 19 Ma se tutte le membra fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? 20 Ci sono invece molte membra, ma vi è un solo corpo. 21 E l’occhio non può dire alla mano: "Io non ho bisogno di te"; né parimenti il capo può dire ai piedi: "Io non ho bisogno di voi". 22 Anzi, le membra del corpo che sembrano essere le più deboli, sono molto più necessarie delle altre; 23 e quelle che stimiamo essere le meno onorevoli del corpo, le circondiamo di maggior onore; e le nostre parti indecorose sono circondate di maggior decoro; 24 ma le nostre parti decorose non ne hanno bisogno. Perciò Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava, 25 affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre. 26 E se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme. 27 Or voi siete il corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per parte sua.” (1Corinzi 12:12-27 LND)
Qua, il punto è chiaro ed è fondamentale. Siamo membri gli uni degli altri. L’unico modo di vivere per Cristo è così, riconoscendoci parte gli uni degli altri, strettamente legati insieme. Dobbiamo collaborare insieme per l’opera di Dio, come tutte le membra del corpo sono unite nel fare quello che il corpo fa.
Esempio Atti 6
L’opera di Dio riguarda sia l’opera più visibile, come predicare o evangelizzare, sia moltissima opera pratica, dietro le quinte. Serve l’uno come serve l’altro. Vediamo un esempio di questo in Atti 6, dove troviamo la giovane chiesa a Gerusalemme. Dio aveva salvato migliaia di persone. I dodici apostoli predicavano e insegnavano la Parola di Dio.
Fra i tanti credenti, c’erano delle vedove che avevano bisogno di aiuto materiale. Alcuni erano di là, e parlavano Aramaico, e furono chiamati Ebrei, mentre altri parlavano greco, e furono chiamati Ellenisti. C’era tensione fra questi due gruppi.
Gli Apostoli, vedendo il problema, chiedono alla chiesa di scegliere degli uomini. Vi leggo Atti 6:2-4.
“2 Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: "Non è bene che noi, lasciata la parola di Dio, serviamo alle mense. 3 Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compito. 4 Ma noi continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della parola".” (Atti 6:2-4 LND)
Quello che voglio notare è che per portare l’opera della chiesa, non bastava la predicazione e la preghiera. Serviva anche questo lavoro pratico, e tanti altri. Però, pur essendo un lavoro pratico, era così importante che servivano uomini ripieni di Spirito Santo, e affidabili.
Non era la volontà di Dio per gli Apostoli di lasciare la predicazione della Parola, e la preghiera, per svolgere quest’opera. Ognuno aveva il suo ruolo nella chiesa. Per loro di trascurare il loro ruolo, pur facendo qualcosa di necessario, avrebbe danneggiato l’opera.
Non era il piano di Dio per loro di trascurare quel ministero per svolgere un ministero che altri potevano fare, che non erano chiamati al ruolo che Dio aveva dato a loro.
Però, perché questo fosse possibile, era necessario che ci fossero gli uomini pronti ad assumere la responsabilità di curare le vedove, e di svolgere questo ministero fedelmente.
È molto importante capire questo.
L’unico modo che noi come chiesa possiamo essere la luce che Dio vuole nel mondo è se ognuno si mette da fare, fedelmente e con costanza, non solo nei lavori grandi, ma anche nei lavori piccoli.
Ruoli diversi
È fondamentale capire che l’opera di Dio comprende tanti ruoli, ognuno importante. La maggioranza sono dietro le quinte.
C’erano migliaia di credenti a Gerusalemme in quel periodo. Eppure, servirono pochi uomini che predicavano. Un sermone può servire per tre persone, e può servire per tremila persone.
Però, per portare avanti l’opera di Dio, ci sono tanti altri bisogni. Basta pensare ad un chiesa che si incontra ogni settimana.
Per aver un incontro, serve un posto grande abbastanza per tutti. Servono sedie. Forse servono microfoni o altra attrezzatura. Serve un bagno.
È necessario che tutto sia pulito. Qualcuno deve mettere le sedie in ordine, spostarle per pulire, e poi, avranno bisogno di essere rimesse in ordine. Qualcuno deve pulire il bagno, e anche il resto dell’edificio.
Se c’è una distribuzione di un opuscolo, serve tanto lavoro prima. Io voglio condividere questo, perché spesso, non ci si pensa. Ma è utile avere un’idea di quello che serve per portare avanti l’opera. Infatti, solo così possiamo veramente essere uniti, e parte della stessa squadra.
Preparare un opuscolo richiede tantissime ore, perché è molto difficile scrivere un opuscolo fatto bene. Devi usare poche parole, stai parlando con persone per cui l’argomento è nuovo, e spesso, è l’unica volta che avrai la possibilità di comunicare con quella persona. Quindi, ci vogliono molte più ore per preparare un opuscolo che un sermone. Inoltre, bisogna impaginare l’opuscolo, il che può richiedere ore.
Da dove vengono queste ore? Ogni ora spesa deve essere tolta da qualcos’altro. Forse tu non puoi scrivere opuscoli, ma tu puoi offrirti di liberare alcune ore da un altro lavoro, in modo da liberare chi lo scrive ad avere quelle ore. Questo sarebbe un esempio del corpo che collabora insieme.
L'opera di Chiesa comprende molto più di solo quello che si vede al culto della domenica o allo studio durante la settimana. Ci sono tanti lavori dietro le quinte. Ed è fondamentale che ognuno si impegni nella vita e nel ministero della chiesa.
Tornando all’esempio della chiesa di Gerusalemme in Atti 6, se i sette uomini scelti per svolgere questo ministero di curare le vedove non avessero svolto quel ministero in modo fedele, e con perseveranza, gli apostoli avrebbero dovuto trascurare la predicazione e la preghiera per provvedere per quel bisogno. Cioè, chi guida la Chiesa deve assicurarsi che tutto viene fatto. E perciò, se qualcuno trascura la sua responsabilità, la guida della Chiesa deve pensarci per essere sicuro che quel impegno viene fatto in qualche modo. E questo vuol dire che la guida avrà meno tempo e pensiero per fare bene quello che Dio gli ha dato da fare.
Questo è molto simile a quello che succede in una famiglia. Una parte importante di allevare figli bene è di insegnare i figli ad essere diligenti a fare i lavori. Per un figlio di riconoscersi come parte della famiglia, è importante che partecipi ai lavori della famiglia. Se un genitore assegna ad un figlio un lavoro, se il figlio non fa quel lavoro, in qualche modo il genitore deve prendere tempo per garantirsi che quel lavoro venga fatto. Se un figlio dovrebbe portare fuori i bidoni dell'immondizia, perché la mattina presto arriverà il camion, e se dopo che il genitore ha messo a letto il figlio scopre che i bidoni non sono ancora fuori, il genitore deve prendere tempo per portarli fuori.
Se un figlio doveva preparare le verdure per la minestra che si mangerà a cena, e la mamma arriva per fare la minestra e scopre che le verdure non sono tagliate, ma è già tardi, lei deve sbrigarsi a tagliare le verdure. Cioè il lavoro deve essere fatto in un modo o l'altro. Se un figlio non fa quello che avrebbe dovuto, il genitore deve provvedere per quel lavoro. E questo impedisce al genitore di fare quello che dovrebbe fare. Cioè, il genitore dovrebbe avere il tempo per guidare bene il figlio. Ma se sta facendo i lavori che il figlio avrebbe dovuto fare, il genitore non avrà il tempo necessario per guidare bene il figlio. E perciò, la mancanza del figlio di completare i suoi lavori danneggerà la vita di famiglia.
Questo principio vale anche nella Chiesa. Se i vari membri della Chiesa non si impegnano con fedeltà a fare quello che dovrebbero fare, la guida delle chiese deve prendere tempo per assicurarsi che in qualche modo quei lavori vengono fatti. Quel tempo che devono prendere è tempo che non avranno per curare la Chiesa come Dio intendeva. E non è solo una questione di tempo. Anzi, spesso, più del tempo, è una questione di forza mentale. Noi non siamo Dio. Dio può fare tutto allo stesso tempo. Noi invece siamo limitati. Se uno deve pensare a mille cose, non riesce a fare bene le cose importanti. Quindi, se un credente non è affidabile nel portare avanti le sue responsabilità, quel peso sulla guida vuol dire che quello che la guida fa sarà fatto meno bene, al danno dell’opera di Dio.
Quindi, quello che è estremamente importante capire è che il ruolo e l'impegno di ogni membro della Chiesa è importante. L'andazzo della Chiesa dipende non solo dagli anziani-pastori, ma dall'impegno di ogni membro. Infatti, i pastori dottori hanno il ruolo di preparare i credenti, sono i credenti che poi svolgono l'opera del ministero. Leggo Efesini 4:11-16. Notate che la crescita della chiesa dipende dal fatto che ogni membro faccia la sua parte, ed è ben legato insieme agli altri.
11 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo, 13 finché giungiamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, a un uomo perfetto, alla misura della statura della pienezza di Cristo, 14 affinché non siamo più bambini, sballottati e trasportati da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l'astuzia che mira ad usare insidie di errore, 15 ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa in colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Dal quale tutto il corpo ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore nella misura di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell’amore. (Efesini 4:11-16)
In questo brano, come altrove nelle scritture, è estremamente chiara che la crescita della Chiesa, che sarebbe l'insieme dei veri credenti, avviene quando ogni credente è ben legato a tutti gli altri, e ognuno dà da quello che Dio gli ha dato. Quindi, la crescita non dipende principalmente solo dai pastori, la crescita dipende da ogni membro della Chiesa. Inoltre, è chiaro che non solo la crescita, ma il ministero stesso dipende dal l'impegno di ogni singolo credente. Non sono le guide della Chiesa che devono svolgere il ministero. Ogni membro della Chiesa ha una parte del ministero della Chiesa.
Notate anche che la Chiesa viene descritta qua come un corpo, in cui ogni membro è strettamente legato a tutti gli altri membri. Dobbiamo capire che nel piano di Dio, siamo strettamente legati gli uni agli altri. Quando piuttosto che essere strettamente legati insieme viviamo una vita in cui andiamo in chiesa, ma alcuni credenti sono chiusi nel mondo della loro propria famiglia, non stiamo vivendo secondo il piano di Dio. E questo danneggerà tutta la Chiesa.
Una questione di pensieri
Nel piano di Dio, ognuno ha un ruolo da svolgere nel portare avanti il ministero della Chiesa. Spesso quei lavori riguardano cose pratiche. In un incontro settimanale potrebbe servire chi mette tutte le sedie in ordine, e chi pulisce tutto, come chi distribuisce i libri di canto, come chi mette in ordine la biblioteca di Chiesa, e tanti altri ruoli. La guida della chiesa deve essere sicuri che tutti questi lavori vengano fatti fedelmente.
Pensando all'esempio in Atti 6, della Chiesa di Gerusalemme, gli apostoli chiedevano uomini ripieni di spirito e affidabili, perché gli apostoli sapevano che se quell'incarico fosse dato a uomini non affidabili, gli apostoli avrebbero dovuto continuare a pensarci, per essere sicuri che veniva fatto. E perciò, sarebbe stato una grande distrazione per il loro ministero.
È importante capire che se chi fa un ministero non porta avanti il suo ministero fedelmente, con perseveranza, senza che gli venga ricordato, le guide devono continuare a ricordare di controllare se quell’incarico è stato fatto o no. Quell’impegno mentale ostacola loro dal concentrarsi su quello che Dio ha dato a loro da fare. Quindi, la fedeltà nel portare avanti anche il minimo impegno in chiesa serve per portare avanti anche il resto.
Chiunque è un genitore vede questo nella propria famiglia. Finché un figlio non è fedele nel portare a termine un impegno, e facendolo senza alcun ricordo, il genitore deve continuare a pensare a quell’impegno. Cioè, anche se il figlio lo fa la maggioranza delle volte, ma ogni tanto lo dimentica, il genitore deve continuare a pensarci, per essere sicuro che venga fatto.
È solo quando il figlio arriva al punto di compiere i suoi impegni senza alcun ricordo che il genitore può smettere di pensare anche a quegli impegni. E quando il genitore non deve più pensare a quegli impegni, può dedicare i suoi pensieri a come portare avanti la famiglia meglio.
È la stessa cosa nella chiesa. Finché un incarico non viene fatto con fedeltà, la guida della Chiesa non può smettere di pensare a quell'impegno. Può essere qualcosa di piccolo, ma importante, come accendere le luci esterne, può essere qualcosa come preparare la sala per gli incontri, può essere pagare una bolletta o una fattura per la Chiesa. Ma finché qualcuno non prende la responsabilità di pensarci fedelmente, la guida della Chiesa non viene liberata da quel peso.
Quanto è importante che tutti i credenti siano coinvolti nel portare avanti l’opera della chiesa, con fedeltà e costanza, e camminando in santità. Solo così la chiesa può essere uno strumento utile a Dio.
Riconoscersi parte del corpo di Cristo
Di solito, in una chiesa, la maggioranza dei membri sono adulti che per conto loro sono molto responsabili. Di solito, sono persone che gestiscono bene le proprie famiglie. Nel nostro caso, le famiglie della nostra Chiesa hanno tutte vite ordinate. Ogni famiglia è ben organizzata, e si impegna con cura in tutto quello che serve per portare avanti gli impegni della propria famiglia e crescere i figli. Ogni famiglia gestisce le finanze con cura, ogni famiglia gestisce bene la propria casa e giardino. Ringrazio Dio che abbiamo famiglie ben ordinate.
Però, in ogni chiesa che conosco, e a volte, anche qua, non è sempre così per quanto riguarda essere costanti in quello che serve per portare avanti l'opera della Chiesa. Le stesse persone che sono molto brave a curare la propria famiglia non sono sempre brave ad impegnarsi con fedeltà alla cura della chiesa. Si vede che sono capaci, da come gestiscono la propria famiglia. Allora, qual è il motivo per cui a volte le cose vengono trascurate?
Solitamente in questi casi, sarà uno di due motivi principali per cui credenti che sono affidabili nella propria famiglia mancano nell’impegnarsi per opere di Dio.
Manca una passione per il regno di Dio
Un motivo per alcuni credenti che sono bravi ad impegnarsi negli impegni della vita di famiglia mancano di avere un costante impegno per il regno di Dio è che manca un cuore che arde per il regno di Dio. Cioè, se siamo presi con le nostre cose, se siamo presi con pensieri e problemi e desideri terreni, se siamo focalizzati sulla propria famiglia, se la nostra passione più grande non è di promuovere il regno di Dio, nonostante che è quello che Gesù ci comanda, allora, non saremo impegnati con costanza per il regno di Dio, che vuol dire che non saremo molto impegnati con costanza nell’opera della Chiesa.
Certamente, è importante capire che non si tratta di tutto o niente. Uno può avere un desiderio di vedere crescere il regno di Dio, però, se quel desiderio di vedere Dio glorificato non è forte, è facile che l'impegno per l'opera di Dio venga trascurato a causa di altri impegni.
Se un credente desidera vedere crescere il regno di Dio, ma non è veramente la sua passione, e questo si vede da come vive, si impegnerà di cuore quando viene chiesto di compiere qualcosa per il regno, per esempio, qualche lavoro in chiesa. Ma, se manca una vera passione per il regno di Dio, il suo impegno non sarà costante. Facilmente sarà distratto da altri impegni. Quindi, uno dei motivi principali per cui uno non è costante nell’impegnarsi per il regno di Dio è perché non è veramente la sua passione. Ha altre cose sul cuore che gli sono più importanti della crescita del regno di Dio. Qua, il problema è un grave problema di cuore.
C'è un altro motivo per cui un credente che è bravo ad impegnarsi nel lavoro e nella famiglia manca nell’avere un impegno costante per il regno di Dio, ed è perché non trova la sua identità nell'essere parte del corpo di Cristo, cioè la Chiesa, come dovrebbe. Cioè, ci sono credenti che hanno grande piacere a parlare di Dio. Hanno grande piacere ad evangelizzare, e magari altri aspetti della vita cristiana. Però, non hanno costanza nel compiere i lavori meno piacevoli. Non vedono la chiesa come il corpo di cui sono parte. La vedono come un gruppo a cui appartengono, ma non hanno quel senso di essere una parte di un corpo, tutto legato insieme.
Sono ben contenti di appartenere a Cristo, ma non trovano la loro identità come parte del corpo di Cristo. Non sentono un forte legame con tutti i credenti della chiesa. Magari, si sentono legati a certi altri credenti con sui stanno bene. Ma non si vedono come veramente membri della famiglia di Dio in senso più grande.
Voi che siete genitori, vi faccio un esempio, un paragone. Credo che tutti voi sareste ben disposti a dare una mano per aiutare con un bisogno per un nipote vostro o il figlio di un’altra famiglia in chiesa. Però, non avete assolutamente lo stesso impegno e cuore verso i figli di altri che avete verso i vostri figli. Mentre sareste disposti a dare un aiuto particolare che serve per aiutare i figli di un’ altra famiglia, non sentite assolutamente il bisogno di curare quei figli in ogni cosa. La cura che avete per i vostri figli e tutta un'altra cosa della cura che avete per i figli degli altri. Ed è giusto che sia così, perché non sono i vostri figli. Non fanno parte della vostra famiglia.
Usando quello come paragone, se noi non riconosciamo la Chiesa di cui facciamo parte come la nostra famiglia spirituale, certamente daremo qualche aiuto, ma non sarà con quell'impegno che dovrebbe essere. È solo se noi riconosciamo la Chiesa come la nostra famiglia spirituale, nello stesso modo che riconosciamo i nostri figli come la nostra famiglia biologica, che avremo la cura per la Chiesa e per l'opera della Chiesa che Dio intende.
Perciò, io voglio incoraggiare ogni vero credente a riconoscere che nel piano di Dio, dovremmo vedere la nostra Chiesa come parte di noi stessi, o meglio dire, dovremmo vedere noi stessi come parte del corpo. Dovremmo vedere gli altri credenti come membri dello stesso corpo nostro. E dovremmo vedere gli impegni della Chiesa come i nostri impegni. Questo vale sia per gli impegni grandi, come evangelizzare qualcuno, sia per gli impegni piccoli, come pulire e fare lavori pratici per comprare tempo per chi può preparare opuscoli e fare altri lavori che tu non puoi fare.
Conclusione
Io prego che con questo insegnamento, ognuno di noi, e tutti coloro che leggono o ascoltano questo, possa esaminare se stesso. Le due domande da fare sono:
1) io veramente desiderio il regno di Dio più di qualsiasi altra cosa? Io veramente cerco per primo il regno di Dio, e che cresca e che Dio venga glorificato? Se la risposta è no, allora, serve ravvedersi, e cambiare direzione della vita.
2) La seconda domanda da porsi è se veramente riconosci la chiesa, la chiesa locale di cui fai parte, come il corpo di cui fai parte. Riconosci che gli altri membri di chiesa sono parte di te? Siete una famiglia insieme, un corpo? Gli impegni della chiesa sono i tuoi impegni. Se non vedi la chiesa così, è di pregare di cambiare modo di vedere. Dio ci vede così. È importante che anche noi ci vediamo così.
Quando il nostro desiderio più grande è quello di cercare il regno di Dio, e desiderare la sua crescita, e quando ci vediamo come parte del corpo, e quindi, siamo veramente legati agli altri membri, e ci impegniamo con costanza per l’opera di Dio, sia nel grande che nel piccolo, allora, Dio si servirà di noi per promuovere il suo regno. Allora possiamo chiedere con fede a Dio di operare, e Dio opererà.
Prego che faremo così.
Preghiamo.
Tutto qua passerà. Solo quello che facciamo per il regno durerà.
Aiutaci a riconoscere che siamo membri gli uni degli altri. Aiutaci ad avere occhi a vedere quello che serve.
Per noi
Parlando della nostra chiesa, io ringrazio Dio profondamente per la Chiesa che abbiamo. Io ringrazio Dio profondamente per l'amore che abbiamo gli uni per gli altri. Spesso, io e Serena ringraziamo Dio per l'immenso privilegio di far parte di questa Chiesa. Non abbiamo problemi di pettegolezzi, non abbiamo problemi di scontri fra credenti, c'è una grande prontezza di aiutare gli uni gli altri. C'è un grande desiderio e impegno ad evangelizzare. C'è un grande impegno di essere fedele alla parola di Dio, e di esaminare attentamente le scritture per essere sicuri che quello che crediamo è veramente così. Non riesco ad esprimere la profondità della mia gioia come pastore di vedere queste cose in mezzo a noi.
Però, per crescere è importante vedere non solo il bene ma anche i campi in cui abbiamo bisogno di crescere. Quando Gesù parlava con le sette chiese in Apocalisse, parlava sia dei motivi per cui approvava loro, sia delle cose che loro non facevano bene.
E quindi, nonostante io ho molto più per cui ringraziare Dio per noi che per cui devo pregare che possiamo crescere. Però, ci sono campi in cui possiamo crescere. È probabilmente uno dei più grande è che possiamo capire meglio che per portare avanti l’opera della chiesa, serve più impegno, con costanza, senza che serve chiedere, a fare più dei tanti impegnano che servono per essere più luce in zona.
Abbiamo bisogno di evangelizzare di più. Una parte di quello è di avere più opuscoli, ma quello richiede tempo. Vogliamo fare più incontro pubblici, ma quello richiede tempo e molta organizzazione. Vogliamo migliorare molto il nostro sito evangelistico in modo che quando uno riceve un opuscolo, e vuole sapere di più, può andare al sito e trovare ampia informazione. Ma quello richiede moltissimo tempo.
Ho sul cuore di preparare più materiali per noi come chiesa, ma anche per tutta l’Italia. Desiderio preparare una seria sulla famiglia. Vorrei preparare un seria su come crescere figli in un modo digitale. Vorrei scrivere vari libri per aiutare genitori a preparare i loro figlio a comprendere il mondo della sessualità. Tutte queste cose servono a noi, possono essere utile per evangelizzare qua, ma possono anche aiutare altri in tutta l’Italia.
L’unico modo che tutto questo sarà possibile è se riconosciamo come chiesa che Dio ci ha chiamati a vivere per promuovere il regno di Dio. Allora, possiamo diventare un corpo unico, che lavora in armonia e con una mente e un cuore. Allora, possiamo essere strumenti nelle mani di Dio.
Ringrazio Dio per quello che siamo, e prego che possiamo avere sempre di più una passione per Dio.