Voglio parlare ai genitori, e a chi ha avuto genitori, e a chi potrebbe diventare genitore.
Quanto è importante considerare l'immensità del privilegio e la responsabilità di allevare figli.
In Efesini 6:4 leggiamo un importante comandamento per ogni genitore.
“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.” (Efesini 6:4 LND)
Se un genitore compie tante altre cose, ma non alleva il figlio nella disciplina e nell'ammonizione del Signore, è stato un fallimento. Ben poco importano altre cose, se un genitore non si impegna seriamente con i suoi figli.
Consideriamo i frutti, o in bene o in male, di allevare i nostri figli.
Per poter allevare un figlio così, dobbiamo conoscere i comandamenti di Dio. Oggi, vorrei considerare uno dei comandamenti più importante.
Prima di iniziare, ricordate che i comandamenti di Dio vanno contro la nostra tendenza naturale. Ovvero, il motivo che Dio ci dà i suoi comandamenti è perché, avendo cuori pieni di peccato, naturalmente NON camminiamo secondo i comandamenti di Dio. È importante capire e ricordare questo, perché un errore molto comune di tanti genitori quando vedono un peccato nel figlio è di solo presumere o almeno sperare che migliorerà col tempo per conto suo. Un figlio non crescerà nel camminare secondo i principi di Dio da solo. È per questo che Dio comanda ai genitori di allevare i figli. Non basta provvedere cibo e amore per loro. Hanno bisogno di guida, insegnamento e addestramento.
Adesso, con me Marco 12:29-31:
“29 E Gesù gli rispose: "Il primo comandamento di tutti è: "ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore," 30 e: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Questo è il primo comandamento. 31 E il secondo è simile a questo: "ama il tuo prossimo come te stesso". Non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi".” (Marco 12:29-31 LND)
Abbiamo considerato tante volte la prima parte di questo comandamento, quello di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, e tutta la forza. Oggi, vorrei considerare il secondo comandamento: "ama il tuo prossimo come te stesso".
Questo è un comandamento estremamente importante, che riguarda tutta la vita. Consideriamo attentamente questo comandamento, e come possiamo viverlo. Soprattutto, voglio parlare a voi genitori, e voglio considerare come possiamo allevare i nostri figli in modo che possano vivere secondo questo comandamento.
Cioè, se un figlio si impegna tanto con la scuola e prende ottimi voti, e poi trova un ottimo lavoro, però se quel figlio cresce non amando gli altri, avrà una vita brutta, e non di benedizioni. Visto che questo è uno dei due comandamenti più importanti, vivere contrariamente a questo comandamento vuol dire vivere male, indipendentemente da ogni altro aspetto della vita.
Quindi, come possiamo aiutare un figlio a veramente vivere così? Prima di tutto, vorrei guardare alcuni altri brani che ci aiutano a capire meglio cosa intende Dio quando parla di amare il nostro prossimo come noi stessi.
Guardate con me Romani 12:15. Questo brano ci mostra il cuore che ama gli altri.
“Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.” (Romani 12:15 LND)
Una parte di amare veramente qualcuno è di gioire quando le cose vanno bene per lui, e avere tristezza quando le cose gli vanno male. Di natura, un bambino sta bene quando le proprie cose vanno bene, e non gli importa come vanno le cose per gli altri. Questa è il nostro egoismo naturale. Quindi, ogni genitore dovrebbe avere come chiaro traguardo quello di aiutare un figlio ad identificarsi con gli altri, al punto che le loro gioie diventano una gioia per lui. Similmente, i loro pesi pesano anche a lui. Questo fa parte dell'amare il prossimo.
Guardiamo un altro brano, che ci aiuta a capire cosa vuol dire amare gli altri. Questo brano ci parla di come vivere. Leggiamo Romani 14:19.
“Perseguiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla edificazione reciproca.” (Romani 14:19 LND)
La parola perseguitare qua vuol dire correre dietro qualcosa con grande impegno. Quindi, dovremmo vivere anche noi in tal modo che i nostri figli vedono che ci impegniamo tantissimo per avere pace con gli altri, e per edificare gli altri. Cioè, una parte centrale della vita cristiana è di impegnarsi con grande impegno a portare edificazione agli altri. Quindi, non devi vivere pensando alle tue cose, ma piuttosto cercando di edificare gli altri che Dio mette nella tua vita.
Passando al Romani 15:1,2, leggiamo un altro comandamento che ci aiuta a capire come amare gli altri come noi stessi. Leggiamo questo brano.
“1 Or noi, che siamo forti, dobbiamo sopportare le debolezze dei deboli e non compiacere a noi stessi. 2 Ciascuno di noi compiaccia al prossimo nel bene, per l’edificazione,” (Romani 15:1-2 LND)
Qua, Dio ci comanda a compiacere al nostro prossimo nel bene con lo scopo dell'edificazione. Questo è totalmente il contrario di quello che è la tendenza naturale di ogni persona, e quindi di ogni bambino. Di natura ci impegniamo a compiacere a noi stessi. Dio ci comanda a compiacere al nostro prossimo nel bene, con lo scopo di edificarlo. E quindi, spetta al ogni genitore di lavorare nella vita del figlio per aiutarlo a diventare una persona così. Dopo, parliamo di come possiamo impegnarci per arrivare a questo traguardo. Però la cosa importante è che Dio intende per noi di impegnarci ad edificare le altre persone. Questo è molto diverso dal vivere per noi stessi.
Dobbiamo riconoscere che la società di oggi innalza l'idea per ognuno di vivere e compiacere a se stesso il più possibile. Quindi, noi dobbiamo combattere contro quello che è la natura di ogni persona, della società, e dei nostri figli.
Passiamo ad un altro brano che ci insegna più o meno la stessa cosa. Questo è un insegnamento così importante che viene ripetuto tante volte nella Bibbia in varie forme. Leggiamo 1Corinzi 10:24.
“Nessuno cerchi il proprio interesse, ma ciascuno cerchi quello altrui.” (1Corinzi 10:24 LND)
Quando consideriamo quello che è la natura umana, e anche quello che il mondo insegna, questa è un comandamento radicale! Di natura ci impegniamo tantissimo per i nostri interessi. Di solito, anche quel bambino o bambina che si lamenta tantissimo di dover lavorare, si impegna senza stancarsi per quello che vuole fare per se stesso. Di natura, uno fa i suoi doveri in modo più scadente possibile, per arrivare a poter fare quello che sono i suoi interessi. Questo brano comanda ad impegnarsi, perché questo è il senso di “cercare”, ad impegnarsi a quello che promuove gli interessi degli altri.
Attenzione. Questo non vuol dire che facciamo tutto quello che gli altri vogliono. Lo scopo qui non è di soddisfare la carne degli altri. Lo scopo qui è di promuovere il vero bene degli altri. A volte, gli altri possono volere qualcosa che non è per il loro bene. Quindi, abbiamo bisogno di capire tramite la Parola di Dio quali sono i veri interessi degli altri, cioè quelle cose che promuovono il loro bene. Poi, dobbiamo impegnarci a cercare quel bene. Effettivamente, questo è il vero amore.
Leggiamo dell'esempio di Paolo in 1Corinzi 10:32,33.
“32 Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio; 33 come io stesso mi sforzo di essere gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, affinché siano salvati.” (1Corinzi 10:32-33 LND)
Paolo parla del fatto che si sforza a cercare il vantaggio di molti, affinché siano salvati. Quando lui parla del vantaggio, non sta descrivendo un vantaggio economico, né un vantaggio sociale. Paolo sta parlando del vero vantaggio che dura tutta l'eternità. Egli sta parlando del vantaggio spirituale. Vediamo questo dal fatto che dice affinché siano salvati. Quindi, Paolo si sforza, si impegna con tutto il cuore, a promuovere la salvezza di altre persone. Questa era la sua passione. Questa era la passione di Gesù Cristo. E noi siamo chiamati ad imitare Paolo, come Paolo imitava Cristo.
Uno dei motivi per cui di natura l'uomo, e quindi ogni bambino, non ama gli altri è perché non capisce il legame che abbiamo con gli altri. Cioè, se io vedo una persona come completamente distaccata da me, in realtà mi importerà ben poco quello che succede a quella persona. Se invece io vedo una persona come parte di me, e vedo me stesso come parte di quella persona, allora, diventerà naturale per me di impegnarmi per il bene di quella persona.
Perciò, è estremamente importante per ogni credente di imparare ad identificarsi con altri, ed è importante per ogni genitore di aiutare i suoi figli ad identificarsi con gli altri. Voglio leggervi un brano che parla di questo. In realtà, ce ne sono tanti.
Voglio leggere 1Corinzi 12:7-27. Trovate questo brano, e mentre leggo notate l'insegnamento principale, che siamo membra gli uni degli altri. Per un bambino, si inizia a trasmettere questo concetto per quanto riguarda la famiglia. E poi si può allargare anche per la Chiesa. Leggo dal versetto sette.
“7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. 8 A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; 9 a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; 10 a un altro diversità di lingue, a un altro l’interpretazione delle lingue. 11 Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole. 12 Come infatti il corpo è uno, ma ha molte membra, e tutte le membra di quell’unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo. 13 Ora noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati in un medesimo Spirito. 14 Infatti anche il corpo non è un sol membro, ma molte. 15 Se il piede dicesse: "Perché non sono mano io non sono parte del corpo," non per questo non sarebbe parte del corpo. 16 E se l’orecchio dicesse: "Perché non sono occhio, io non sono parte del corpo," non per questo non sarebbe parte del corpo. 17 Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 18 Ma ora Dio ha posto ciascun membro nel corpo, come ha voluto. 19 Ma se tutte le membra fossero un solo membro, dove sarebbe il corpo? 20 Ci sono invece molte membra, ma vi è un solo corpo. 21 E l’occhio non può dire alla mano: "Io non ho bisogno di te"; né parimenti il capo può dire ai piedi: "Io non ho bisogno di voi". 22 Anzi, le membra del corpo che sembrano essere le più deboli, sono molto più necessarie delle altre; 23 e quelle che stimiamo essere le meno onorevoli del corpo, le circondiamo di maggior onore; e le nostre parti indecorose sono circondate di maggior decoro; 24 ma le nostre parti decorose non ne hanno bisogno. Perciò Dio ha composto il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne mancava, 25 affinché non vi fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero tutte una medesima cura le une per le altre. 26 E se un membro soffre, tutte le membra soffrono; mentre se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme. 27 Or voi siete il corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per parte sua.” (1Corinzi 12:7-27 LND)
Non commento tutto questo brano, ma ma vi faccio notare soprattutto il fatto che Dio vuole che riconosciamo che siamo parte di qualcosa più grande di noi, e quindi, Dio vuole che ci vediamo membri gli uni degli altri. Dio ci insegna ad identificarci gli uni con gli altri. In questo modo, il bene degli altri diventa il mio bene, e i pesi degli altri diventano i miei paesi. Questo è una parte importante di amare il mio prossimo come me stesso. Ne parleremo in modo pratico fra poco.
Vorrei vedere un ulteriore brano, fra tanti, che ci trasmette una descrizione di come possiamo amare il nostro prossimo come noi stessi. Leggiamo Filippesi 2:1-4.
“1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d’amore, qualche comunione di Spirito, qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.” (Filippesi 2:1-4 LND)
La grammatica di questo brano rende chiaro che c'è consolazione e conforto e comunione di Spirito e tenerezze e compassione. Quindi, visto che questo è vero, ci viene comandato di avere uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente. Tutto questo è una descrizione di una vita in cui non si cercano i propri interessi, ma quelli degli altri per l'edificazione. Poi, Paolo descrive più specificamente nel versetto tre che non dobbiamo fare nulla per rivalità o vana gloria, ma con umiltà ciascuno dovrebbe stimare gli altri più di se stesso. E dovrebbe cercare gli interessi degli altri.
Prima di tutto, il brano ci comanda a non fare nulla per rivalità o vanagloria. Qua, dobbiamo capire che questo comandamento va completamente contrario a quello che è la natura umana, e quello che il mondo ci insegna. Parlando di figli, ma anche di adulti, e totalmente normale per un figlio di cercare attenzione per se stesso. È normale per un figlio di voler essere più bravo o più forte o più veloce degli altri. Di natura siamo degli stolti, pieni di vana gloria. Spesso un figlio che non avrebbe voluto fare qualcosa, la farà con grande impegno perché capisce che lo metterà in buona luce. Quanto il nostro cuore cerca di innalzarsi!
Tramite questo brano, Dio ci comanda di non vivere per noi stessi, ma per il vero bene degli altri. Questa è una definizione di quello che è il vero amore per il nostro prossimo, amandolo come noi stessi. E questa è la vita benedetta.
Applichiamo Questo
Consideriamo come possiamo applicare questi principi nelle nostre vite, e specificamente, come possiamo trasmettere questi principi ai nostri figli.
Ho menzionato che questo è soprattutto un insegnamento per genitori per provvedere una guida su come allevare i figli. Però, prima che io insegni a mio figlio, devo valutare se io sto vivendo la verità di quell'insegnamento. Cioè, se io non sto vivendo un insegnamento, come potrei mai sperare di insegnare quello a mio figlio? Quindi, per tutti noi, chi è genitore e chi non è genitore, la prima cosa che dobbiamo fare con questo insegnamento è di valutare la nostra vita.
Stiamo veramente amando il nostro prossimo come noi stessi? Ci impegniamo veramente per edificare gli altri? Ci sforziamo in questo? Ci impegniamo non solo per i nostri interessi, ma nel senso vero per gli interessi degli altri? Io prego che ognuno di noi valuterà la propria vita alla luce di questi insegnamenti. E prego che trovandoci mancanti, che ci ravvederemo, per arrivare a camminare di più secondo la volontà di Dio.
Parlando specificamente ai genitori, come possono i genitori aiutare un figlio a crescere nel vivere così? Prima di tutto, dobbiamo riconoscere che un figlio che non è credente non arriverà allo stesso punto di chi è credente. Però, allo stesso tempo è anche vero che un figlio che cresce con genitori credenti può arrivare a vedere il valore di certi dei principi di Dio, e può avere una vita ordinata in tanti campi. Inoltre, vedendo il vero vantaggio dalla vita secondo i comandamenti di Dio, il figlio può riconoscere più facilmente il proprio peccato nella sua incapacità di vivere pienamente così come vorrebbe.
Quindi, è giusto insegnare questi comandamenti ai nostri figli, anche se non sono credenti. Possiamo capire questo dal comandamento che abbiamo letto all'inizio dello studio, in Efesini 6:4.
“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.” (Efesini 6:4 LND)
Questo comandamento non riguarda solamente i figli che sono credenti, ma riguarda tutti i figli. Quindi, il comandamento di Dio è per i padri, e questo comprende anche le madri, per allevare tutti i loro figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore. E quindi, è giusto trasmettere i comandamenti e i principi di Dio ai figli, per aiutarli a crescere secondo quei comandamenti.
Certamente, non saranno capaci a vivere pienamente secondo i comandamenti. E ogni genitore dovrebbe pregare che questo porterà il figlio a vedere il proprio peccato e il suo bisogno di Gesù Cristo come Salvatore.
Adesso consideriamo come possiamo, come genitori, aiutare i nostri figli a vivere in modo da amare il loro prossimo come loro stessi. Non esiste una soluzione facile o automatica. Però, spero che questi passi possano essere di grande aiuto.
Riconoscere il peccato nel figlio
Il primo passo in questo o in qualunque altro campo che serve per allevare un figlio a crescere è di riconoscere il peccato nel figlio. Cioè, se noi non riconosciamo che il comportamento di un figlio è peccato, è sbagliato, non avremo mai un impegno serio di aiutarlo a crescere. Quindi, è assolutamente necessario riconoscere che il comportamento di un figlio è peccato. Non dobbiamo guardare solo all'azione in sé, ma dobbiamo considerare i principi e il cuore dietro quell'azione. Quindi, un figlio che vuole parlare solo delle sue cose è nel peccato, non perché i suoi discorsi siano maleducati o offensivi, ma perché sta dimostrando egoismo, e mancanza di cuore per gli altri. Quindi, dobbiamo riconoscere il peccato, e che la mancanza di fare la cosa giusta è peccato, anche se non riconosciamo qualcosa di male in quello che fa. L'assenza del giusto è già un male.
E quindi dobbiamo non accettare che un figlio sia così, ma dobbiamo capire l'importanza di aiutarlo a crescere secondo la disciplina e l'ammonimento del Signore.
Un chiaro scopo di un comportamento diverso
Un secondo passo che è fondamentale è di avere un chiaro scopo per quanto riguarda il comportamento che serve. Cioè, se noi solo abbiamo un'idea vaga che il figlio dovrebbe comportarsi diversamente, ma non abbiamo in mente una chiara idea di quello che serve, non sapremmo indirizzare il figlio in modo chiaro. Quello che non dobbiamo fare è di fargli capire che il suo comportamento è sbagliato, senza però anche aiutarlo a capire quello che sarebbe il comportamento giusto. Quello è solo frustrante, e provoca un figlio ad ira.
Una parte di quello che dobbiamo aiutare il figlio a capire è che veda il valore dell'ubbidienza. Per i figli piccoli il valore può essere un rapporto migliore con i genitori. Per i figli più grandi è importante comunicare che l'ubbidienza, per uno che è un credente, produce stretta comunione con Dio. Però anche per chi non è un credente l'ubbidienza agli insegnamenti di Dio porta ad una vita molto più benedetta e che fa evitare tanti problemi.
Un esempio semplice di questo è il comandamento di non mentire. Chi mente si tira addosso tanti problemi della vita. Chi non mente avrà molto meno stress e problemi nella vita. Questo è vero per tutti i comandamenti di Dio.
E quindi, è importante per i genitori di non solo dare regole, ma piuttosto di aiutare il figlio a capire che il comportamento che i genitori pretendono da lui è per il suo vero bene.
E quindi, per qualunque comandamento è importante per i genitori di valutare quali sono i benefici del comandamento, in modo da poter aiutare il figlio a vedere quei benefici. Come ho già detto, la preghiera e che il figlio possa arrivare a desiderare di vivere così, ma troverà che non riesce a vivere come vorrebbe, perché il suo cuore è schiavo del peccato. Questo lo spingerà a Cristo.
Impegnarsi in modo Specifico
Quindi, il primo passo è di riconoscere il peccato nel figlio. Il secondo passo è di avere chiari traguardi di come dovrebbe comportarsi, e anche di aiutare il figlio a vedere il valore dell'ubbidienza a Dio.
Il terzo passo è di riconoscere e impegnarsi con esempi specifici nella vita del figlio.
Cercherò di dare alcuni esempi pratici, con la speranza che questo stimoli ogni genitore a riconoscere altri esempi nella vita dei propri figli.
Per esempio, per poter amare gli altri non possiamo essere orgogliosi. Le due cose sono completamente contrastanti. Quindi, è importante per il genitore di non dare approvazione all'orgoglio. I figli, hanno una forte tendenza a vantarsi. È tanto normale sentire bambini dire di essere i più forti, o i più veloci, o i più intelligenti. Spesso i genitori e gli adulti hanno la tendenza a vedere questo come carino, o almeno non come un vero problema. Però, è un vero problema. E una forte forma di peccato. Senza aiuto da parte dei genitori, il figlio resterà così, e questo porterà ad una vita veramente brutta. Una persona piena di sé non è veramente apprezzata da nessuno.
Perciò, quando i genitori sentono un figlio vantarsi, parlando di quanto è il più forte, è importante non solo fermare il figlio, ma aiutarlo a capire che non è vero, e che il suo valore non dipende da quello. Una persona che vuole essere più brava o più forte, o in altre parole vuole essere superiore, non può amare il suo prossimo come se stesso. Quindi, quando un figlio ha questo modo di pensare e parlare, è importante che i genitori abbiamo un vero impegno ad aiutarlo a capire che è un pensiero che lo inganna, e che in realtà gli fa tanto male.
Non basta solo far vedere il male. Bisogna anche mostrare il valore del bene. Per esempio, un figlio che si vanta, non riconosce il valore di amare gli altri e godere la ricchezza che solo l'amore può dare. Sta cercando la soddisfazione in una menzogna, perché chi cerca soddisfazione vantandosi non sarà mai veramente soddisfatto. Quindi, i genitori devono aiutare il figlio a capire questo, e devono aiutarlo a vedere che quando ama gli altri, il suo cuore sarà soddisfatto, non quando cerca di essere innalzato dagli altri. Anche quando una persona riceve lode dagli altri, non soddisfa mai a fondo. Invece, quando amiamo, porta una vera e profonda gioia nel cuore. Questo è perché l'amore rispecchia Dio. L'orgoglio rispecchia Satana.
Quindi, voglio incoraggiare ogni genitore, di figli piccoli e figli più grandi, a non incoraggiare i figli ad innalzarsi. Quando un figlio si vanta, il genitore dovrebbe aiutarlo a capire che sta credendo una menzogna. Non credo che serva riprenderlo, ma aiutarlo serve veramente.
È anche molto importante per i genitori di avere un vero impegno aiutare il figlio a vedersi come parte di altri. Questo inizia con la propria famiglia, e poi bisogna allargare per comprendere anche la Chiesa. Se un figlio non riconosce che fa parte di un corpo più grande di sé, non arriverà mai a veramente amare gli altri, e trovare gioia in quello che porta bene a loro. Quindi, una grande arma nel combattimento contro l'egoismo è quello di aiutare il figlio a riconoscersi parte di altri.
Come si può fare questo? Non esiste una soluzione automatica né facile. Però, il primo passo è di avere un chiaro traguardo in questo.
Avendo un chiaro traguardo, ci sono varie cose che possono aiutare. Uno è di aiutare il figlio a pregare per gli altri. Molto spesso, le preghiere dei bambini sono estremamente egoiste. Ringraziano Dio solamente per quello che riguarda loro personalmente, o al massimo la propria famiglia. Vedono Dio buono se fa quel che vogliono loro, e pregano per questo, e ringraziano Dio per le loro cose. Questo è egoismo. Quindi, è importante insegnare ai figli come pregare. Si fa questo in vari modi. Per esempio, si fa questo pregando prima del figlio quando è il momento che il figlio preghi. Bisogna discutere i motivi per cui pregare prima di pregare. Nell'insegnare ad un figlio a pregare, è buono dare guida mentre egli prega. Non è per nulla sbagliato guidare un bambino man mano durante la sua preghiera. Chiaramente, insegnare un figlio a pregare di cuore per gli altri non è qualcosa che si fa nell'arco di qualche settimana. È un impegno che dura molto, anche degli anni. Però, bisogna avere chiari traguardi per impegnarsi con costanza in questo.
Oltre a pregare, è la cosa più importante, è anche utile parlare spesso con il figlio, per esempio ai pasti, parlando di altri, e parlando con gioia delle cose buone che sono successe a loro, e con tristezza per le cose difficili. Questo rispecchia il brano in Romani 12 che dice di rallegrarsi con chi si rallegra, e piangere con chi piange. Quindi, i pasti probabilmente sono i momenti migliori per fare discorsi così con il figlio, in modo che si abitua a pensare alla vita degli altri. Si potrebbe avere una specie di interrogazione per vedere se il figlio si ricorda qual è la situazione di questo o quell'altra persona. Si potrebbe dire qualcosa come: "qual era la buona notizia che abbiamo sentito ieri di tale persona?" Poi, durante la preghiera si può ringraziare Dio con gioia per quello.
Un altro aspetto importante in questo, che aumenta man mano che il figlio cresce, e di impegnarsi in senso pratico per il bene di altri, e di farlo come cosa stupenda e gioiosa. Per un bambino piccolo, potrebbe essere fare un disegno o qualcosa di simile per qualcun altro. Man mano che cresce potrebbe fare lavoretti, o potrebbe accompagnare il genitore in qualche lavoro o impegno per aiutare altre persone. Questi dovrebbero essere momenti di gioia, in cui il genitore dimostra gioia per il privilegio di fare per gli altri. Questi momenti dovrebbero essere accompagnati e preceduti da preghiere, e dopo con grandi ringraziamenti a Dio per la gioia che si è potuto recare all'altra persona.
In realtà, c'è moltissimo che potremmo dire. Non è uno scopo di parlare di tutti i tanti modi in cui dobbiamo allevare i nostri figli. Piuttosto, spero che con questo studio di avervi stimolato a pensare più in senso specifico come aiutare i vostri figli a crescere nella disciplina e nell'ammonimento del Signore. Questo richiede molto impegno come genitori, ma visto che è la volontà di Dio abbiamo Dio con noi.
E prima di chiudere, voglio ripetere un commento che ho fatto prima. Questo studio è indirizzato ai genitori. Ma in realtà, molto spesso noi adulti abbiamo molto da crescere nelle cose che servono per i figli. Il fatto che siamo adulti non vuol dire che siamo arrivati. Molto spesso anche noi siamo egoisti. Molto spesso anche noi ci vantiamo, e vogliamo l'approvazione degli uomini. Molto spesso abbiamo bisogno di crescere nelle stesse cose che dobbiamo trasmettere ai figli. Quindi, prego che ciascuno di noi riconoscerà aspetti della propria vita che non rispecchiano le verità di Dio. Prego che possiamo diventare sempre più un popolo che rispecchia Gesù Cristo.