Aiuto Biblico

Il Dono del Perdono, se confessiamo il Peccato

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 29 settembre 2016, --- cmd tg ---
Descrizione: il perdono è un dono meraviglioso. Però, dobbiamo confessare i nostri peccati.

Audio:

Cosa succede quando pecchiamo? Il nostro peccato crea una barriera fra noi e Dio, e ci toglie la gioia della salvezza.

Pensate a quanto era meravigliosa la situazione dell’uomo quando non aveva peccato: Genesi 1:26, 31

“26 Poi DIO disse: "Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". (Genesi 1:26)

E poi, quando aveva creato tutto, il v.31.

31 Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera poi fu mattina: il sesto giorno.” (Genesi 1:31 LND)

Dio crea l’uomo, gli dà un ruolo importante, è amato da Dio, tutto è molto buono.

In Genesi 2, vediamo che Dio gli dà un giardino meraviglioso, provvede una moglie per lui.

Quindi, un mondo molto buono, nessun male, tutto bellissimo. Difficile per noi da concepire.

Però, possiamo assaggiare un po’ di quel mondo quando stiamo camminando nella luce, dimorando in Cristo. Per esempio, nei nostri rapporti, quando camminiamo in santità, con umiltà, i nostri rapporti assomigliano a quelli che avevano Adamo ed Eva.

Notiamo quello che succede quando pecchiamo

Guardiamo Genesi 3:1-6. Notate la tentazione e la decisione di peccare.

“1 Ora il serpente era il più astuto di tutte le fiere dei campi che l’Eterno DIO aveva fatto, e disse alla donna: "Ha DIO veramente detto: "Non mangiate di tutti gli alberi del giardino?". 2 E la donna rispose al serpente: "Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; 3 ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino DIO ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete". 4 Allora il serpente disse alla donna: "voi non morrete affatto; 5 ma DIO sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno e sarete come DIO, conoscendo il bene e il male". 6 E la donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l’albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.” (Genesi 3:1-6 LND)

La donna, e anche l’uomo, scelgono di cercare benedizioni al di fuori di Dio. Peccano contro Dio, non credendo a Dio, non volendo onorare Dio, non desiderando Dio.

Consideriamo alcuni dei risultati del peccato.

“7 Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; cosi cucirono delle foglie di fico e fecero delle cinture per coprirsi. 8 Poi udirono la voce dell’Eterno DIO che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell’Eterno DIO fra gli alberi del giardino. 9 Allora l’Eterno DIO chiamò l’uomo e gli disse: "Dove sei?". 10 Egli rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino, e ho avuto paura perché ero nudo, e mi sono nascosto". 11 E DIO disse: "Chi ti ha mostrato che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero del quale io ti avevo comandato di non mangiare?". 12 L’uomo rispose: "La donna che tu mi hai messo accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato". 13 E l’Eterno DIO disse alla donna: "Perché hai fatto questo?". La donna rispose: "Il serpente mi ha sedotta, e io ne ho mangiato". 16 Alla donna disse: "Io moltiplicherò grandemente le tue sofferenze e le tue gravidanze; con doglie partorirai figli: i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su di te". 17 Poi disse ad Adamo: "Poiché hai dato ascolto alla voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero circa il quale io ti avevo comandato dicendo: "Non ne mangiare," il suolo sarà maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con fatica tutti i giorni della tua vita. 18 Esso ti produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei campi; 19 mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni alla terra perché da essa fosti tratto; poiché tu sei polvere, e in polvere ritornerai". ” (Genesi 3:7-24 LND)

Paura, vergogna, senso di colpa che fa nascondersi. Accusare altri. Creare divisione nel rapporto. Allontanarsi da Dio.

Tutti peccati che rovinano la vita.

Non possiamo avere pace quando abbiamo peccato nella nostra vita.

Per quanto vogliamo ignorare il nostro peccato, esso ci rovina.

Salmo 32:1-6

Consideriamo il peso del peccato. Per quanto possiamo ignorare il peccato, non possiamo avere pace quando abbiamo peccato. Cioè, spesso, la nostra tendenza è di cercare di ignorare il nostro peccato. A volte, siamo abbastanza bravi, e non riusciamo ad ignorare il nostro peccato, o a convincerci che non è peccato, e che gli altri ci vedono male. Cerchiamo di riempire la nostra testa con 1000 altre cose, o annotare i peccati degli altri in modo che non pensiamo ai nostri. Comunque, in tanti modi cerchiamo di non riconoscere i nostri peccati.

Ma il fatto che non vogliamo riconoscere i nostri peccati non cambia la realtà dei peccati, e peggio ancora, non cambia il danno che questi peccati ci fanno. Il fatto è che io non riconosco un peccato non cambia, perché quel peccato mi porta dal male. Lasciare un peccato della vita è come lasciare il pungiglione di un insetto che continua a versare veleno nel nostro corpo. Ogni peccato non confessato continua a farci male, anche se è un peccato di tempo fa.

Voglio spiegare questo punto: dobbiamo capire che la colpa non è solo per un peccato che stiamo commettendo in quel momento. La colpa è la condizione di una persona che ha un peccato non confessato nella sua vita. Quindi, se io commetto un certo peccato, e poi smetto di compiere quel peccato ma non lo confesso, io continuo ad avere colpa per quel peccato anche se non lo sto commettendo più. Il fatto è che finché non confesso un peccato per poi ricevere il perdono, quella colpa è presente nella mia vita. Cioè, se io non confesso un peccato, io rimango colpevole per tutta la vita. Io posso avere colpa per peccati che commettevo anni prima, che non commetto più perché le circostanze della vita sono cambiati. Ma se non ho veramente confessato quel peccato, porto ancora quella colpa, che mi ostacola dalla gioia di avere salvezza e pace.

Questo è importante capire. Spesso, lasciamo un peccato per vari motivi, ma il nostro orgoglio è tale che non vogliamo veramente riconoscere e confessare quel peccato. E per questo, tante volte tanti credenti hanno poca gioia nella vita cristiana, e continuano a cadere in altri peccati, perché non sono purificati per i peccati commessi anni prima.

Un brano che conosciamo bene è Salmo 32. In questo Salmo, Davide racconta la sua condizione finché non ha confessato il suo peccato. Come leggeremo, non aveva pace. Per quanto cercava di ignorare il peccato, non stava mai veramente bene. Dobbiamo capire che non possiamo mai stare bene finché abbiamo del peccato non confessato nella nostra vita.

Mentre leggo questo, prego che ciascuno possa valutare il proprio cuore, e riconosca quanto il peccato fa male. Seguite mentre leggo Salmo 32:1-5. Notate che, nei primi due versetti, Davide dichiara la benedizione di ottenere il perdono. Descrive quanto è meraviglioso essere liberato dalla colpa, per avere il vero perdono che solo Dio può dare.

Poi, nel versetti 3 e 4 Davide descrive quale era la sua condizione finché non si è umiliato e ha confessato il suo peccato a Dio. Era miserabile, non poteva stare bene; la mano di Dio non lo permetteva.

Poi, nel versetto cinque Davide racconta quello che ha fatto quando finalmente si è umiliato davanti a Dio. Seguite mentre leggo Salmo 32.

“1 Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno. 3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. (Sela)” (Salmo 32:1-5 LND)

Per capire il vero perdono, per capire veramente cosa vuol dire confessare un peccato, dobbiamo capire che non sono semplicemente parole. Veramente ravvedersi e confessare un peccato è una condizione del cuore, che si esprime con parole.

Cioè, in questo Salmo, Davide esprime prima di tutto quanto era aggravato per il suo peccato. Finché non confessava il peccato, sentiva un peso insopportabile a causa della sua colpa. Se noi non siamo aggravati per il nostro peccato, non siamo in grado di veramente confessarlo. Dobbiamo vedere il peccato come peccato, dobbiamo riconoscere che è un'offesa contro il nostro Dio, per poter confessarlo di cuore.

Notate anche che per Davide il perdono è un dono meraviglioso! Lo vedeva come un dono immenso. Infatti, nei versetti 1 e 2 Davide parla del fatto che il vero perdono porta un uomo ad essere benedetto. Nella Bibbia, non c'è condizione migliore delle condizione di essere benedetto. Avere buona salute non è la cosa più bella. Essere stimato degli altri non vale niente. Avere ricchezza materiale è un inganno. Quello che veramente vale è l'essere benedetto, benedetto da Dio, e ciò che ci rende benedetti da Dio è di essere perdonati. Quando Dio copre il nostro peccato con la giustizia di Cristo, allora siamo veramente beati.

Quindi, essere perdonati è la fonte di ogni benedizione spirituale.

Poi, notate nel versetto 5 che per poter arrivare ad essere benedetto, Davide doveva arrivare a veramente riconoscere e confessare i suoi peccati. Notate le parole che usa in questo versetto. Leggo di nuovo il versetto 5.

“5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno," e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato.” (Sela) (Salmo 32:5 LND)

Prima di tutto, Davide dice che ha riconosciuto il suo peccato davanti a Dio. Dichiara che non ha coperto la sua iniquità. In altre parole, fino a quel punto, Davide aveva coperto la sua iniquità. In qualche modo, non voleva riconoscere pienamente il suo peccato. Forse riconosceva l'atto, ma negava che fosse un peccato. Forse ammetteva che non andava bene, ma non voleva proprio dichiarare quanto un vero peccato è offesa contro Dio. Non sappiamo esattamente come, e non importa. Quello che è importante è notare che per un certo periodo, Davide voleva nascondere quanto era colpevole. Ma poi, ha riconosciuto la gravità del suo peccato. Lo ha riconosciuto pienamente davanti a Dio. Poi dichiara: "confesserò le mie trasgressioni all'eterno.". In altre parole, Davide ha elencato in modo specifico e chiaro le sue trasgressioni a Dio. Cioè, Davide elencava specificamente come aveva peccato contro Dio. Non diceva solamente "perdonami o Dio, ho peccato contro di te." Quello non sarebbe confessare le sue trasgressioni all'Eterno.

Piuttosto, confessare vuol dire dichiarare in modo chiaro e specifico. E poi, dice “confessare le mie trasgressioni”. Quindi non diceva solo di aver peccato, ma elencava specificamente le trasgressioni.

Quando Davide si è ravveduto così, Dio lo ha perdonato del suo peccato. Dio è pronto a perdonare, ma quando siamo noi veramente ravveduti.

Quello che NON è confessare il peccato

Alla luce di questo brano, e onestamente anche di tanti altri esempi che troviamo nella Bibbia di persone veramente ravvedute, è importante riconoscere che spesso, tendiamo a non ravvederci veramente dei nostri peccati.

Spesso, ignoriamo i nostri peccati.

Altre volte, per vari motivi, ammettiamo i nostri peccati, ma non siamo veramente ravveduti. Come possiamo sapere se siamo ravveduti?

Per una cosa: che quando NON siamo ravveduti, vogliamo confessare il peccato nel modo più veloce possibile, dicendo il meno possibile.

Un altra modalità del fatto che confessiamo il peccato ma non è una vera confessione, è quando ammettiamo di aver commesso un peccato, ma pure menzioniamo qualcosa delle circostanze che ci hanno spinto a peccare. Un esempio di questo sarebbe:

“Perdonami, non dovevo agitarmi così ma ero molto stanco.”

Oppure: “perdonami, era falso quello che ho detto perché non stavo pensando bene.”

Oppure: “perdonami, ho reagito con ira perché ero stanco di sopportare quel comportamento.”

Oppure, qualsiasi modo di confessare il peccato quando insieme a chiedere perdono spieghiamo il motivo per cui abbiamo fatto quella cosa, attribuendo la colpa alle circostanze al di fuori del nostro cuore.

Quello che è importante capire in questi casi è che quando io confesso un peccato, ma poi menziono delle circostanze che mi hanno spinto a peccare, in realtà, sto ammettendo di aver commesso quell'atto, o di aver detto quelle parole, ma sto spiegando che il motivo non era a causa del mio cuore, ma dovuto alle circostanze esterne a me.

Prego che ognuno possa capire che ogni volta che noi confessiamo un peccato elencando delle circostanze esterne al nostro cuore come una parte del motivo per quel peccato, non abbiamo veramente confessato quel peccato.

Noi pecchiamo solamente perché il peccato è dentro di noi. Non esce mai dal cuore nulla che non è nel cuore. Le circostanze non possono farci peccare, possono solo rivelare i peccati che sono già nei nostri cuori.

Gesù parla chiaramente di questo in Marco 7. Seguite mentre leggo le parole di Gesù Cristo in Marco 7:14-23.

“14 Poi, chiamata a sé tutta la folla, disse loro: "Ascoltatemi tutti ed intendete: 15 Non c’è nulla di esterno all’uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono da lui che lo contaminano. 16 Chi ha orecchi da udire, oda!". 17 Quando poi egli fu rientrato in casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. 18 Ed egli disse loro: "Siete anche voi così privi d’intelligenza? Non capite voi che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo, 19 perché non entra nel suo cuore, ma nel ventre, e poi se ne va nella fogna?". Così dicendo, dichiarava puri tutti gli alimenti. 20 Disse ancora: "Ciò che esce dall’uomo, quello lo contamina. 21 Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adultéri, fornicazioni, omicidi, 22 furti, cupidigie, malizie, frodi, insolenza, invidia, bestemmia, orgoglio, stoltezza. 23 Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro dell’uomo e lo contaminano".” (Marco 7:14-23)

L'unico modo di veramente confessare un peccato è di riconoscere che quel peccato è venuto dal nostro cuore. Dobbiamo prendere su di noi il 100% dalla colpa di ogni nostro peccato. Le circostanze possono solo rivelare quello che era già dentro di noi. Non possono mai farci peccare.

E quindi, veramente confessare i nostri peccati vuol dire confessare quello che abbiamo fatto, e spiegare che è venuto dal nostro cuore.

Altri modi che abbiamo per capire se veramente stiamo riconoscendo e confessando i nostri peccati è quanto specificamente parliamo del peccato quando lo confessiamo. Per esempio, se io dico: "perdonami, il mio comportamento era peccato." Non sto confessando mio peccato. Non ho nemmeno nominato il mio peccato. Ho solamente detto che il mio comportamento ero peccato. Ma non ho neanche menzionato un peccato.

Confessare un peccato vuol dire dichiarare in modo chiaro e specifico quel peccato, o il più delle volte, quei peccati. Quindi, anziché dire: "perdonami, mi sono comportato male", una vera confessione sarebbe molto più profonda e specifica per esempio dicendo: "perdonami. Ho peccato agitandomi, perché ho parlato con cattiveria e con orgoglio. Mancavo d’amore, e mancavo di timore di Dio. Ho peccato gravemente contro di te. Ti chiedo perdono."

Prego che vediate la differenza. Quando siamo ravveduti, vediamo chiaramente i nostri peccati, ci aggravano, e vogliamo perdono, perché vogliamo ritornare ad avere una stretta comunione con Dio. E perciò, vogliamo nominare i nostri peccati in modo specifico.

Cioè, e voglio che questo sia chiaro, quando siamo veramente ravveduti, ciò che ci aggrava è il nostro peccato. Non ci importa come gli altri ci vedano. Non ci importa avere ragione. Non ci importa ottenere quello che volevamo quando abbiamo peccato. Quando siamo veramente aggravati per il nostro peccato, quello che vogliamo è perdono da Dio, e anche dalle altre persone. E perciò, quando siamo veramente aggravati per i nostri peccati, che è fondamentale per poter veramente confessare un peccato, confessiamo il peccato in modo chiaro e dettagliato, dichiarando che era un peccato che veniva dal nostro cuore, perché lo riconosciamo così.

Falsa Confessione

Vorrei menzionare un altro modo con cui diciamo di confessare un peccato ma che non è una vera confessione. Questo è quando confessiamo un peccato, ma insieme alla conversione gettiamo un'accusa a qualcun altro. Un esempio di questo è quando due persone litigano. A quel punto, uno che ha peccato confessa il suo peccato, ma gettando un'accusa all'altra persona. Per esempio dichiara: “perdonami che ho detto quello contro di te, era una menzogna. Però, tu avevi fatto questo o quell'altro!”

A prescindere dal fatto che l'altra persona abbia veramente peccato o meno, quando siamo ravveduti di cuore, non vediamo il suo peccato. In quella condizione, vediamo il nostro peccato, ci aggrava tantissimo, e vogliamo perdono. Nel Salmo 51, il Salmo più chiaro per quanto riguarda cosa vuol dire veramente confessare un peccato, Davide dichiara nei versetti 3 e 4:

“3 Poiché riconosco i miei misfatti e il mio peccato mi sta sempre davanti. 4 Ho peccato contro di te, contro te solo, e ho fatto ciò che è male agli occhi tuoi, affinché tu sia riconosciuto giusto quando parli e retto quando giudichi.” (Salmo 51:3-4 LND)

Quando riconosciamo veramente un nostro peccato, allora, il nostro peccato sta sempre davanti a noi! Cioè, se tu veramente vedi il tuo peccato, ti aggrava così tanto che non ti interessa vedere il peccato degli altri. Tu vuoi perdono, tu vuoi essere purificato dal tuo peccato, perché tu sai che il tuo peccato ti contamina. Se tu vedi il tuo peccato, non ti interessa quello che hai subito. Quello che hai subito non ti ostacola da comunione con Dio. È il tuo peccato che ti ostacola da comunione con Dio e questo ti aggrava. Il tuo peccato ti aggrava. Non ti interessano i peccati dell'altra persona.

D’altronde, se tu confessi il tuo peccato parlando anche del peccato dell'altra persona in quel momento, tu non sei veramente ravveduto.

Nel vero ravvedimento, come dice il Salmo 51, il tuo peccato sta sempre davanti. In quella condizione, e solo in quella condizione, tu puoi avere il vero perdono da Dio.

Quanto è meraviglioso e prezioso il perdono! Con il perdono, torniamo ad avere la pace con Dio. Con il vero perdono, di nuovo possiamo godere la gioia della salvezza! Con il vero perdono, veniamo veramente liberati da quel terribile peso della nostra colpa, perché non siamo più colpevoli! Con il vero perdono, il nostro cuore torna ad essere veramente leggero e gioioso. Grazie a Dio, all'immenso e profondo dono del perdono. Quel perdono è disponibile qualunque sia il nostro peccato, se veramente ci umiliamo, ci ravvediamo di cuore, e confessiamo onestamente il nostro peccato. Grazie a Dio per il perdono in Gesù Cristo!

Riconoscere l’idolo del cuore

C'è un discorso molto importante quando parliamo di come confessare i nostri peccati, ed è di riconoscere e compensare gli idoli del nostro cuore. In realtà, moltissimi dei nostri peccati sono peccati secondari. In altre parole, sono peccati che commettiamo come risultato di un peccato più profondo del nostro cuore. A volte, andiamo contro la coscienza con un peccato, perché siamo spinti da un altro peccato nascosto nel cuore.

Esempio di questo

Ci sono tantissimi esempi di questo.

Per esempio, se io mi agito e scatto con qualcuno, è quasi sempre perché ho un peccato radicato nel cuore. Per esempio, potrebbe essere orgoglio. Voglio che le cose vanno come voglio io. Sono il centro del mio mondo, e voglio che tutti facciano come voglio io. E perciò, se qualcuno non fa come voglio io, questo offende il mio orgoglio, e mi agito, e scatto contro quella persona. Quindi, il fatto di scattare con qualcuno è un peccato che devo confessare. Ma molto più grave è il mio orgoglio. Ho bisogno di confessare quell’orgoglio.

Ho bisogno anche di riconoscere che mancavo totalmente l'amore, in quanto pensavo solo a me stesso. E perciò, certamente devo confessare il fatto di essere stato agitato, e di essere scattato. Ma devo anche confessare il mio orgoglio e il mio egoismo, la mancanza di amore per l'altra persona.

Inoltre, non ho desiderato la gloria di Dio. Non stavo minimamente pensando a Dio, stavo pensando a me stesso. E perciò, devo confessare la mia empietà, la mancanza di timore di Dio e riverenza per Dio. Tutto questo stava nel mio cuore, e ha suscitato l'agitazione e lo scatto. E perciò, confessare veramente il mio peccato in questo caso va molto oltre al solo confessare la mia agitazione e il fatto di essere scattato.

Spesso, ci comportiamo in un modo che non è santo. Può darsi che parliamo con battute che disprezzano, o in qualche altro modo non sono puri. Certamente, dobbiamo confessare il peccato di aver detto quelle parole. Ma dobbiamo anche esaminare il nostro cuore per riconoscere il motivo per cui abbiamo detto quelle parole.

Per esempio, spesso pecchiamo perché vogliamo gloria per noi stessi. Quindi, vogliamo essere visti bene dagli altri, e perciò, facciamo certi commenti o battute cercando l'approvazione degli altri. Vogliamo essere visti come bravi, o buffi, o divertenti. Effettivamente, stiamo cercando gloria per noi stessi. E questo ci porta a peccare con le nostre parole, perché cerchiamo di essere visti bene dagli altri.

Quindi, in questi casi non basta solo confessare e chiede perdono per le parole che abbiamo detto, ma dobbiamo riconoscere e poi confessare anche il peccato di desiderare gloria per noi stessi anziché gloria per Dio. Questo è un gravissimo peccato, è molto più profondo di quanto potrebbe sembrare a prima vista.

Ci sono tantissimi esempi di questo. La grande maggioranza dei nostri peccati sono dovuti a peccati nascosti nel nostro cuore.

Un altro esempio molto comune è quello per genitori di agitarsi con i loro figli. Quando viaggio e visito altre chiese, questo è uno dei problemi più comuni che sento da genitori. Allora, è molto importante che un genitore che si agita coi propri figli, riconoscendo che questo è peccato, si fermi a considerare i peccati di fondo che lo portano ad agitarsi con i figli.

Quali sarebbero alcuni dei peccati nascosti nel cuore che potrebbero spingere un genitore ad agitarsi con i figli?

Può variare da genitore a genitore, ma ci sono alcuni esempi. Per esempio, un genitore potrebbe cercare la sua soddisfazione in una casa dove tutto va tranquillo. Quando poi i figli si comportano male in modo che tutto non sia tranquillo, il genitore si agita per questo, si arrabbia con i figli. Poi, riconosce il peccato di essersi agitato con i figli, ed è rattristato per questo. Ma finché non riconosce il peccato di voler innalzare sé stesso, finché non riconosce che non gli interessava la gloria di Dio, ma solo che le cose andassero tranquille, non ha veramente confessato il peccato di fondo. E perciò, rimane nel peccato, e le cose non possono andare bene.

Se confessiamo solo i peccati secondari

Infatti, è importante capire che quando pecchiamo, ma il peccato visibile è veramente solamente un peccato secondario, e confessiamo quel peccato ma non i peccati di cuore, è come prendere una erbaccia terribile e tagliare a livello della terra senza toccare le radici. Tu puoi tagliare quella erbaccia 1000 volte, ma finché non togli la radice, ritornerà sempre.

E perciò, se confessiamo solamente il peccato secondario, anche se lo confessiamo sinceramente e di cuore, ma senza riconoscere e confessare i peccati di cuore che ci stanno sotto, continueremo a credere in quel peccato, o in qualche altro peccato.

Come riconoscere i peccati di fondo

E quindi, come possiamo riconoscere i peccati di fondo che ci spingono a commettere i peccati che commettiamo così spesso? Prima di tutto dobbiamo riconoscere che quei peccati di fondo sono idoli. Sono idoli in quanto per ottenere quello che quei peccati desiderano, siamo pronti a peccare. Cioè, vogliamo il frutto che quel peccato promette più di quanto vogliamo Dio. È per questo pecchiamo contro Dio. Quindi, dobbiamo capire quanto sono terribili e abominevoli quei peccati di fondo. Sono legati al nostro cuore. E ci spingono a fare cose che a volte neanche vorremmo fare. Sono i nostri nemici peggiori. Sono da odiare e confessare umilmente.

Quando pecchiamo, per esempio quando abbiamo uno scatto d’ira, o quando diciamo qualcosa di non vero, dobbiamo esaminare il nostro cuore e considerare che cosa ci ha spinto ad agire così. In realtà, se ci esaminiamo onestamente, di solito non è tanto difficile riconoscere quello che volevamo. A volte, può essere utile chiedere aiuto a qualcun altro. Però, se ci esaminiamo, possiamo capire quello che volevamo.

Ho già menzionato che a volte per esempio vogliamo tranquillità. Vogliamo la vita senza problemi. E perciò, se qualcuno ci crea problemi, scattiamo con ira contro quella persona. Questo sarebbe un idolo molto tipico per tanti genitori. Scattano contro i figli perché i figli creano loro problemi.

La cosa importante è di arrivare a riconoscere cosa ho nel cuore che mi fa peccare. E poi, confessare totalmente quel peccato.

Il Valore del Perdono

Il mio desiderio con questo studio è che possiamo riconoscere l'immenso e infinito valore del perdono da Dio. Il perdono vale più di tutte le ricchezze del mondo. Il perdono vale più di una vita facile senza problemi. Il perdono vale più delle persone preziose intorno a noi, della buona salute, e di qualsiasi altra cosa terrena. Il perdono è un immenso dono. E grazie a Dio, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo, il perdono è disponibile a noi se veramente riconosciamo e confessiamo di cuore i nostri peccati.

Quanto stolti siamo quando non vogliamo confessare totalmente i nostri peccati! Quanto crediamo le menzogne del peccato quando esitiamo ad umiliarci pienamente e confessare senza alcuna scusa i nostri peccati!

Dall'altro lato, quanta gioia avremo quando riceviamo il pieno perdono e il peso della colpa viene totalmente tolta da noi!

E quindi, voglio esortare ciascuno di noi a camminare umilmente davanti a Dio. Riconosciamo la gravità di ogni peccato, e umiliamoci pienamente davanti a Dio ogni volta che pecchiamo. Umiliarci davanti Dio può voler dire anche umiliarci davanti gli altri. Se abbiamo orgoglio nei confronti degli altri non siamo umili davanti a Dio. Umiliamoci, confessiamo a fondo il nostro peccato, non solo quello visibile, ma anche i peccati nascosti nel cuore. E così, godiamo di nuovo la comunione con Dio, e la gioia del perdono. Ringrazio Dio per la verità che troviamo in 1 Giovanni da 1:7 in avanti.

“7 ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. 8 Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi. 2:1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo il giusto. 2 Egli è la propiziazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.” (1 Giovanni 1:7-2:2 LND).

Grazie a Dio per il pieno perdono. Confessiamo ogni nostro peccato.