Facilmente cadiamo, o in una direzione, o nell'altra. Una direzione è quando lasciamo spazio al nostro orgoglio, e ci gonfiamo, e questo però poi crea grossi problemi, perché ci riteniamo essere ciò che non siamo, e questo orgoglio porta a grandi cadute. Oppure, riconosciamo che in realtà, siamo pieni di peccato e che siamo terribilmente mancanti, e perciò, ci scoraggiamo.
La soluzione è di riconoscere che non abbiamo alcun merito in noi stessi, il che ci aiuta ad essere umili, ma allo stesso tempo, dobbiamo riconoscere che Dio è all'opera potentemente in noi.
Come possiamo combaciare il fatto che noi non abbiamo alcun merito davanti a Dio con il fatto che Dio sta facendo una grande opera in noi?
Per aiutarci, consideriamo una dichiarazione dell'apostolo Paolo, e quello che vuol dire per noi e la nostra vita cristiana. Troviamo questa dichiarazione in 1Corinzi 15:10. Ve la leggo:
“Ma per la grazia di Dio sono quello che sono; e la sua grazia verso di me non è stata vana, anzi ho faticato più di tutti loro non io però, ma la grazia di Dio che è con me.” (1Corinzi 15:10 LND)
Paolo riconosceva la grazia di Dio che era all'opera in lui. Infatti, Paolo riconosceva che aveva fatto più di tutti gli altri apostoli.
Come possiamo combaciare il fatto che Paolo dichiara di aver faticato più di tutti gli altri apostoli con l'insegnamento di Gesù in Marco 8:34 quando ci chiama a rinnegare noi stessi?
“Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: "Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Marco 8:34)
Cioè, qua, Gesù Cristo ci comanda di rinunciare a noi stessi, che è una forma di grande umiltà. Come si può rinunciare a se stessi e allo stesso tempo dichiarare di aver faticato più di tutti gli altri?
È importante riconoscere la differenza fra l'essere umile, che comprende il non innalzare noi stessi, ma allo stesso tempo riconoscere l'opera di Dio in noi. Quando Paolo dichiara che aveva faticato più di tutti loro, ovvero, più degli altri apostoli, non stava innalzando se stesso. Paolo stava innalzando Dio, e la grazia di Dio che era all'opera in lui.
Rinnegare noi stessi non vuol dire rinnegare la potente opera di Dio in noi. Piuttosto, dobbiamo riconoscere l'opera di Dio in noi. Questo ci dà motivo di lodare Dio, e di ringraziarLo, e anche di raccontare agli altri le grandi e meravigliose opere di Dio.
Più riconosciamo che non abbiamo alcun merito nei confronti di Dio, più possiamo crescere. In altre parole, una parte importante della nostra crescita è di riconoscere che non abbiamo alcun merito in noi stessi. Finché crediamo di essere bravi, finché crediamo di avere qualche merito per tutto quello che facciamo per Dio, finché ci confrontiamo con gli altri per vederci bravi perché abbiamo fatto più di qualcun altro, stiamo ingannando noi stessi, e questo ostacola la nostra crescita.
Infatti, una grande parte della vera crescita cristiana è di riconoscere sempre di più quanto siamo mancanti nei confronti di Dio, e quindi bisogna riconoscere che tutto quello che Dio ci fa di buono è per grazia, per mezzo di Gesù Cristo. Un credente immaturo facilmente si vede bene, mentre un credente più maturo riconosce quanto manca nei confronti di Dio, e perciò, quanto dipende totalmente dalla grazia.
Cioè, un credente poco maturo vede poco del proprio peccato. Vede se stesso abbastanza bene e in gamba. Certamente, riconosce di avere delle mancanze, ma in linea generale si vede in una buona luce.
In contrasto a questo, più un credente cresce in Cristo, più rispecchia Gesù Cristo, più conosce Dio, e più quel credente riconoscerà quanto i suoi peccati sono abominevoli, e più vedrà la gravità del suo peccato davanti ad un Dio santissimo. Vediamo questo per esempio nell'esempio di Isaia, un grande uomo di Dio, a cui fu permesso di vedere Dio seduto sul suo trono. Nonostante quanto Isaia fosse un gigante nella fede, umanamente parlando, quando Isaia vide Dio nella sua gloria, la sua prima reazione fu di riconoscere quanto era mancante nei confronti di Dio. Seguite mentre leggo Isaia 6:1-7.
“1 Nell’anno della morte del re Uzziah, io vidi il Signore assiso sopra un trono alto ed elevato, e i lembi del suo manto riempivano il tempio. 2 Sopra di lui stavano dei serafini; ognuno di essi aveva sei ali: con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. 3 L’uno gridava all’altro e diceva: "Santo, santo, santo è l’Eterno degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria". 4 Gli stipiti della porta furono scossi dalla voce di colui che gridava, mentre il tempio si riempì di fumo. 5 Allora io dissi: "Guai a me! Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; eppure i miei occhi hanno visto il Re, l’Eterno degli eserciti". 6 Allora uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, che aveva preso con le molle dall’altare. 7 Con esso mi toccò la bocca e disse: "Ecco, questo ha toccato le tue labbra, la tua iniquità è rimossa e il tuo peccato è espiato".” (Isaia 6:1-7 LND)
Questa sarà sempre la reazione di un credente maturo, un credente avanti nella fede. Più cresciamo, più vediamo la gravità del nostro peccato davanti ad un Dio santo.
Allora, come si può combaciare questo con il fatto che Paolo, senza dubbio un gigante della fede, poteva parlare di aver faticato più di tutti gli altri apostoli? Si stava vantando?
No, assolutamente no. Paolo stava innalzando l'opera di Dio in lui, la grazia di Dio in lui.
Più rinunciamo a noi stessi, nel senso giusto, più riconosceremo l'immensità della grazia di Dio in noi. Più riconosciamo che non abbiamo un vero valore in noi stessi, più riconosciamo che Gesù Cristo dimora in noi ed è all'opera potentemente in noi.
Infatti, un aspetto importante della vera umiltà è di riconoscere la grazia di Dio. Cioè, nella carne, l'uomo non vuole riconoscere la grazia. Vuole avere qualche merito, vuole in qualche modo pagare per ciò che riceve, in modo da avere qualche merito. Vediamo questa reazione spesso nella società quando le persone hanno difficoltà ad accettare un dono o un favore. Non vogliono sentirsi in debito. E similmente, in tutte le religioni che l'uomo ha creato, l'uomo può avere un merito nella propria salvezza. Invece, la vera salvezza che Dio ci offre è tutta e solo per grazia.
E quindi, la vera umiltà riconosce la grazia di Dio nella propria salvezza. Non solo la riconosce, ma innalza la grazia di Dio, e proclama che la salvezza è tutta per grazia che si trova in Gesù Cristo.
Esempi di Uomini che Si Abbassano
Quindi, la vera salvezza ci porta a riconoscere il nostro peccato, e la grazia di Dio in noi. Vi leggo alcuni esempi di uomini di Dio che si sono abbassati. Per esempio, ascoltate ciò che Giobbe, uomo che Dio dichiara integro, dichiara di se stesso in Giobbe 42:6
“Perciò provo disgusto nei miei confronti e mi pento sulla polvere e sulla cenere".” (Giobbe 42:6 LND)
Abbiamo già letto le parole di Isaia, in Isaia 6. Ripeto una frase:
5 Allora io dissi: "Guai a me! Io sono perduto, perché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; eppure i miei occhi hanno visto il Re, l’Eterno degli eserciti". (Isaia 6;5)
In Luca 18, leggiamo del fariseo e del pubblicano. Ascoltate ciò che il pubblicano dichiara di se stesso, e lui fu l'uomo che tornò a casa giustificato:
“Il pubblicano invece, stando lontano, non ardiva neppure alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: "O Dio, sii placato verso me peccatore,"” (Luca 18:13 LND)
L'apostolo Paolo si considerava morto, e disse che non era più lui che viveva, ma Cristo in lui. Paolo aveva capito che non aveva più alcun valore in sé. Leggo quella dichiarazione di Paolo, che troviamo in Galati 2:20
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND)
Prego che il punto di questi esempi sia chiaro. Quando la Bibbia ci mostra un uomo che cammina bene davanti a Dio, quell'uomo è umile, quell'uomo riconosce il proprio peccato. Sa che viene accettato da Dio tutto per grazia, in base all'opera di Gesù Cristo. Sa che tutto quello che ha di buono è per grazia. Considera la sua vita come interamente per grazia.
Se tu vuoi più di Gesù Cristo, se tu vuoi la gioia della salvezza, se tu vuoi una vita che conta, devi morire a te stesso, devi rinnegare se stesso, devi considerare la tua vita di nessun valore, e vedere tutto il tuo valore in Gesù Cristo!
Finché cerchiamo di innalzare noi stessi, finché cerchiamo di soddisfare la nostra carne, finché cerchiamo gloria per noi stessi, finché crediamo di avere qualche merito in noi stessi, non possiamo crescere e non possiamo avvicinarci a Dio.
È solo quando vediamo la grandezza del nostro peccato e che non abbiamo alcun valore in noi stessi che possiamo riconoscere la grazia di Dio in noi, e solo così possiamo crescere.
Tutto il bene che Dio fa a noi è per grazia, non meritiamo alcun bene. È tutto per merito di Gesù Cristo. Perciò, Dio non ha alcun debito con noi, non abbiamo fatto nulla che metta Dio in condizione di dover farci del bene. Tutto il bene che Dio fa per noi è solo per grazia.
Leggo Romani 4:1-8, che parla del fatto che Dio non ha alcun debito con gli uomini, usando l'esempio di Abrahamo. Il bene che riceviamo da Dio, lo riceviamo per grazia, e non per alcun merito nostro.
“1 Cosa diremo, dunque, che il nostro padre Abrahamo ha ottenuto secondo la carne? 2 Perché se Abrahamo è stato giustificato per le opere, egli ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. 3 Infatti, che dice la Scrittura? "Or Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu imputato a giustizia". 4 Ora a colui che opera, la ricompensa non è considerata come grazia, ma come debito; 5 invece colui che non opera, ma crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è imputata come giustizia. 6 Davide stesso proclama la beatitudine dell’uomo a cui Dio imputa la giustizia senza opere, dicendo: 7 "Beati coloro le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. 8 Beato l’uomo a cui il Signore non imputerà il peccato".” (Romani 4:1-8 LND)
Quando Dio ci fa del bene, e lo fa continuamente, è sempre e solo per grazia, e tutto ciò per il merito di Gesù Cristo.
Dio all'Opera in Noi
Per quanto sia importante riconoscere che noi non abbiamo alcun merito nei confronti di Dio, è altrettanto importante riconoscere l'immensità della grazia di Dio all'opera in noi, e la sua forza all'opera in noi.
Cioè, per quanto noi siamo deboli per conto nostro, la grazia di Dio è potentemente all'opera in noi. Tu che sei credente, devi riconoscere che sei debole, ma non devi fermarti là. Devi andare oltre, e riconoscere l'immensità della potenza di Dio all'opera in te. Vorrei leggere alcuni brani, aggiungendo solo pochi commenti, che ci aiutano a capire qualcosa della grandezza dell'opera di Dio in noi!
Il primo versetto è Efesini 1:19, in cui Paolo sta chiedendo a Dio di rivelare ai credenti la sua potenza all'opera in loro. Paolo prega che Dio ci farà conoscere:
“e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza,” (Efesini 1:19 LND)
Anch'io prego che possiamo conoscere l'immensità della potenza di Dio all'opera in noi.
Poi, in Efesini 3:16-19, Paolo prega che Dio opererà potentemente per farci conoscere il suo amore per noi. Leggo la sua richiesta a Dio:
“16 perché vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere fortificati con potenza per mezzo del suo Spirito nell’uomo interiore, 17 perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede, 18 affinché, radicati e fondati nell’amore, possiate comprendere con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, la profondità e l’altezza, 19 e conoscere l’amore di Cristo che sopravanza ogni conoscenza, affinché siate ripieni di tutta la pienezza di Dio.” (Efesini 3:16-19)
Oh che possiamo conoscere l'amore di Dio per noi! Questo immenso, infinito amore, non è per alcun merito nostro, e perciò, non avendo guadagnato questo amore, non lo possiamo perdere. È tutto per grazia, per mezzo di Gesù Cristo.
Passando a Deuteronomio 20:3,4, leggiamo del cuore di Dio verso Israele, che ci aiuta a capire il Suo cuore verso di noi.
“3 e gli dirà: "Ascolta, Israele! Oggi voi state per dare battaglia ai vostri nemici; il vostro cuore non venga meno; non abbiate paura, non vi smarrite e non vi spaventate davanti a loro, 4 perché l’Eterno, il vostro DIO, è colui che marcia con voi per combattere per voi contro i vostri nemici e per salvarvi.” (Deuteronomio 20:3-4 LND)
Dio è all'opera potentemente in noi, e ci dà la vittoria.
Passando a Giosuè, leggiamo del cuore di Dio nei confronti di Giosuè, che ci aiuta a capire il suo cuore verso di noi.
“7 Solo sii forte e molto coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha prescritto; non deviare da essa né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. 8 Questo libro della legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, cercando di agire secondo tutto ciò che vi è scritto, perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai. 9 Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non aver paura e non sgomentarti, perché l’Eterno, il tuo DIO, è con te dovunque tu vada"” (Giosuè 1:7-9 LND)
In 2Corinzi 12, l'apostolo Paolo racconta di come gli era stata data una spina nella carne, un messaggero da Satana, affinché non avesse superbia, alla luce di quanto aveva ricevuto da Dio. Questa prova rese Paolo così debole che fu convinto di non poterla sopportare. Tre volte pregò il Signore affinché la prova gli fosse tolta. La risposta di Cristo a Paolo è una risposta meravigliosa, perché è vera anche nelle nostre vite, se siamo in Cristo. Vi leggo ciò che il Signore ha risposto a Paolo, in 2Corinzi 12:9.
“Ma egli mi ha detto: "La mia grazia ti basta, perché la mia potenza è resa perfetta nella debolezza". Perciò molto volentieri mi glorierò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.” (2Corinzi 12:9 LND)
Lodo Dio che la potenza del Signore è all'opera anche nella nostra debolezza. Dio non ci lascia mai soli nelle nostre prove. Cristo opera in noi, con la sua potenza, per fortificarci nella nostra debolezza. Quindi, quando tu riconosci che sei troppo debole per una prova o in una situazione difficile, ricordati di questa dichiarazione di Gesù Cristo. Cristo è la tua forza, ed Egli manifesta la Sua forza nella nostra debolezza.
Infatti, questa verità ci porta a dichiarare la meravigliosa verità che troviamo in Filippesi 4:13. Ve la leggo:
“Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.” (Filippesi 4:13 LND)
Per quanto noi siamo deboli, essendo in Cristo, avendo la Sua potenza all'opera in noi, possiamo fare qualsiasi cosa che Dio ci chiama a fare, possiamo superare qualsiasi prova, perché è Gesù Cristo che ci fortifica nella nostra debolezza.
Dichiarare che noi possiamo ogni cosa in Cristo non è innalzare noi stessi, è innalzare Cristo che ci fortifica.
Paolo ha imparato questa lezione, e perciò prega per noi, in base a ciò che Dio ha fatto per noi, in Colossesi 1:9-12. Notate i meravigliosi benefici che abbiamo in Cristo. Leggo:
“9 Perciò anche noi, dal giorno in cui abbiamo sentito questo, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che siate ripieni della conoscenza della sua volontà, in ogni sapienza ed intelligenza spirituale, 10 perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio, 11 fortificati con ogni forza, secondo la sua gloriosa potenza, per ogni perseveranza e pazienza, con gioia, 12 rendendo grazie a Dio e Padre, che ci ha messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.” (Colossesi 1:9-12 LND)
Prego che abbiate visto che siamo fortificati con forza, secondo la sua gloriosa potenza. Che immensa verità! Noi, che siamo deboli per merito nostro, in Cristo siamo fortificati con ogni forza, secondo la gloriosa potenza di Dio. Quanto grande ed immensa è la gloriosa potenza di Dio? È infinita, e noi siamo fortificati da quella potenza.
In 2Timoteo, Paolo scrive a Timoteo, sapendo che Timoteo aveva dure prove da affrontare. Quindi, esorta Timoteo su come affrontare la prova. La stessa forza è disponibile anche a noi, in Gesù Cristo. Leggo 2Timoteo 2:1.
“Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù;” (2Timoteo 2:1 LND)
Fortifichiamoci nella grazia che è in Gesù Cristo.
Alla fine di 2Timoteo, Paolo aveva spiegato della dura prova che aveva subito. Notate che la potenza di Cristo era all'opera in Paolo, come è all'opera in noi. Leggo ciò che Paolo dice a Timoteo.
“Il Signore però mi è stato con me e mi ha fortificato, affinché per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili l’udissero; ed io sono stato liberato dalle fauci del leone.” (2Timoteo 4:17)
Il Signore era stato vicino a Paolo in mezzo ad una prova terribile, e il Signore sarà con ognuno di noi che è salvato, in ogni prova. Come il Signore ha fortificato Paolo, fortificherà ognuno di noi che è in Cristo. Gesù Cristo è il Buon Pastore.
In 1Pietro, Pietro parla di come Dio permette le prova, ma poi fortifica e rende fermi. Leggo la verità che egli dichiara ai credenti, e quindi anche a noi, in 1Pietro 4:10. Notate che ciò che Dio fa, lo fa perché è il Dio di ogni grazia. Dio opera in noi per grazia. Noi non abbiamo merito, ma Dio ci cura perfettamente a causa della sua grazia, per il merito di Gesù Cristo. Leggo:
“E il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo Gesù, dopo che avrete sofferto per un po’ di tempo, vi renda egli stesso perfetti, vi renderà fermi, vi fortificherà e vi stabilirià saldamente.” (1Pietro 5:10 LND)
Noi non abbiamo alcun merito davanti a Dio, ma notate quello che Dio fa per grazia. Egli ci perfezionerà. Egli ci renderà fermi. Egli ci fortificherà e ci stabilirà saldamente! Oh caro credente, non guardare alla profondità delle tue prove, guarda all'immensità dell'opera di Dio in te, tutta per grazia, perché tu sei in Cristo Gesù!
Come Dobbiamo Vivere
Quindi, alla luce di tutto questo, come dobbiamo vivere?
Da una parte, dobbiamo ricordare che non abbiamo alcun merito in noi stessi. Di natura, siamo peccatori. In Cristo siamo perdonati, e per il merito di Cristo, Dio è all'opera in noi. Dio sta facendo una grande opere in noi, tutta per grazia.
A ciascuno di noi Dio ha dato delle capacità naturali, e anche dei doni spirituali. Essendo tutto da Dio, non abbiamo alcun spazio di mai innalzarci o vantarci. Dio ci dichiara questa verità tramite Paolo in 1Corinzi 4.
“Chi infatti ti rende diverso? E che cosa hai che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché ti glori come se non l’avessi ricevuto?” (1Corinzi 4:7 LND)
Non è un peccato riconoscere quello che Dio ci ha dato. È un peccato gloriarci in ciò che abbiamo ricevuto per grazia, ovvero, è peccato in qualunque modo vantarci o innalzarci davanti agli altri. Dobbiamo dare tutta la gloria a Dio.
In realtà, è importante riconoscere ciò che abbiamo ricevuto da Dio, perché solo così possiamo adoperarlo per la gloria di Dio. Dobbiamo riconoscere ciò che abbiamo da Dio.
Questo è il chiaro insegnamento di Romani 12:3-8. Mentre leggo, notate che Paolo dichiara che ognuno di noi ha ricevuto dei doni da Dio per grazia, e dovremmo utilizzare quei doni. Per usare un dono, devo riconoscere di averlo. Ascoltate mentre leggo Romani 12:3-8.
“3 Infatti, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che si trovi fra voi di non avere alcun concetto più alto di quello che conviene avere, ma di avere un concetto sobrio, secondo la misura della fede che Dio ha distribuito a ciascuno. 4 Infatti, come in uno stesso corpo abbiamo molte membra e tutte le membra non hanno la medesima funzione, 5 così noi, che siamo molti, siamo un medesimo corpo in Cristo, e ciascuno siamo membra l’uno dell’altro. 6 Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; 7 se di ministero, attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all’insegnamento; 8 e colui che esorta, attenda all’esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà le faccia con gioia.” (Romani 12:3-8 LND)
Pensando a 1Corinzi 15:10, che abbiamo letto all'inizio, Paolo sapeva di aver faticato più degli altri, ma è stato molto attento a dichiarare che era solo per la grazia di Dio in lui. Nello stesso modo è importante che ciascuno di noi riconosca che non abbiamo alcun merito nostro, ma che per grazia, Dio ci ha dato dei doni spirituali, nonché delle capacità naturali. Dobbiamo riconoscere ciò che abbiamo, in modo da poterlo utilizzare per la gloria di Dio, e per il bene degli altri.
Infatti, non è vera umiltà dire che non siamo capaci di fare qualcosa, quando in realtà, Dio è all'opera in noi e nella sua forza possiamo fare delle cose utili. Non è umiltà negare ciò che Dio sta facendo in noi.
Invece, come Paolo, dobbiamo usare tutto quello che Dio ci ha dato per la sua gloria, e poi, dire a tutti che è Dio che è all'opera in noi.
Esaminiamoci
Quindi, a ciascuno chiedo: Tu riconosci che non hai alcun merito in te stesso, e hai rinnegato il tuo desiderio nella carne di innalzare te stesso? Metti a morte la tua carne giorno per giorno, e il suo desiderio per la gloria? Stai vivendo per la gloria di Dio?
Come parte di questo, riconosci l'opera di Dio in te, e sei pronto a raccontare ad altri che Dio è all'opera, in modo che dai tutta la gloria a Lui? Riconosci che per grazia, hai dei doni e delle capacità, e che sono da usare per la gloria di Dio e il bene degli altri?
Riconosci che tutto ciò che sei e che hai è per grazia, e perciò, vivi per innalzare la grazia di Dio all'opera in te?
Riconosci di essere stato crocifisso con Cristo, e ora, stai camminando in umiltà in Cristo?
Riconosci che Cristo vive in te, e questo ti rende veramente umile?
Cristo Gesù era pienamente umile quando era sulla terra. Si è umiliato fino alla morte, e alla morte di croce.
Cristo, che si è umiliato così tanto, e ora è pieno di gloria, non può dimorare in qualcuno che è pieno di orgoglio. Se tu vuoi essere riempito di Cristo, devi umiliarti, perché solo così Cristo dimorerà in te, e tu in Lui. Solo così puoi avere una vita che porta vero frutto.
Cristo dimora in chi cammina in umiltà. Se tu ti lasci innalzare a causa dei tuoi doni spirituali, se ti vanti a causa di qualche capacità o ruolo che Cristo ti ha dato, se l'onore che hai ricevuto da Dio o dagli uomini ti porta a cercare gloria e approvazione dagli uomini, così non essendo più veramente umile e mansueto, allora, o non sei veramente in Cristo, e quindi, non sei veramente salvato, oppure, la tua condizione spirituale è molto, molto grave.
Qual è la tua condizione spirituale? Se non stai camminando umilmente davanti a Dio, se non vivi per dare tutta la gloria a Dio, confessa il tuo peccato davanti a Dio, per ottenere il perdono!
E dall'altra parte, non negare quello che Dio sta facendo in te. Dio è all'opera in ogni vero credente. Se tu hai Cristo, tu hai dei doni spirituali, e Dio sta portando avanti la sua buona opera in te.
Viviamo umilmente, ma anche gioiosamente, sapendo che Dio è all'opera in noi. La sua potenza ci fortifica. Possiamo fare tutto quello che Dio ci dà da fare, perché Cristo ci fortifica. Abbassiamo noi stessi, e innalziamo Cristo, che vive in noi.