Uno dei motivi per cui ci sono così tante divisioni nel mondo cristiano, tra quelli che più o meno seguono la Bibbia, è perché spesso, una persona, un gruppo, o una chiesa, innalza una dottrina biblica al punto da trascurare o anche negare un’altra parte della Bibbia. Poi un altro gruppo innalza un’altra verità della Bibbia, trascurando la prima, e così cominciano a scontrarsi.
Vediamo questo spesso, e perciò è estremamente importante considerare ogni dottrina come parte di un’insieme di dottrine. Questo comprende anche la pratica: come vivere, come un marito deve amare la moglie, cos’è la Trinità, cos’è la salvezza. Solo così possiamo avere una posizione che rispecchia l’insegnamento di tutta la Bibbia.
Un grande esempio di questo è il discorso della “predestinazione” e “la responsabilità dell’uomo”. Ci sono alcuni che mettono molta enfasi sul chiaro insegnamento della Bibbia sulla predestinazione, trascurando l’insegnamento, ugualmente chiaro, sulla responsabilità dell’uomo. Dio ha scelto chi salverà. Poi, ci sono altri che mettono enfasi sulla responsabilità dell’uomo, e la necessità della perseveranza, e così, arrivano a negare la predestinazione individuale delle persone.
Quindi questi due gruppi si scontrano, perché uno innalza una verità, l’altro gruppo l'altra verità, ed è così in tanti insegnamenti della Bibbia. Se non si tiene in considerazione l’insieme dell’insegnamento della Bibbia, si può mettere così tanta enfasi su una parte che si trascura un’altra parte.
Inoltre, se si mette troppa enfasi su una parte della Bibbia, trascurando altre parti, si tende a non riuscire mai a vivere in modo adeguato quella parte.
Oppure, si tende a giudicare e condannare gli altri che non mettono la tua stessa enfasi su quella parte, non riconoscendo che tu stesso stai trascurando altre parti e così, si cade nell’orgoglio.
Cioè, oggi, vedo tanti credenti che mettono molta enfasi su certi insegnamenti della Bibbia, e criticano duramente chi non mette la stessa enfasi che ci mettono loro. Però, spesso, queste stesse persone trascurano altri insegnamenti della Bibbia.
Quindi, il punto è che quando consideriamo un insegnamento della Bibbia, è importante considerare anche gli altri insegnamenti, per avere una visione globale, equilibrata di quello che Dio insegna.
Domenica, nel sermone, ho predicato sulla necessità e l’importanza di evangelizzare. E in un certo senso, non è mai abbastanza quanto diciamo sull'importanza di evangelizzare. Senza dubbio, vogliamo crescere in questo, individualmente, come famiglia e come chiesa. La cosa più importante però non sono le ore che dedichiamo ad evangelizzare, ma è il CUORE che abbiamo, che sia una passione, che sia un profondo desiderio, non un dovere.
Dobbiamo evangelizzare, perché Dio ci ha stabiliti come sentinelle.
Però, come le altre responsabilità che abbiamo da Dio, è importante viverla pienamente questa responsabilità, senza però trascurare le altre responsabilità che abbiamo.
Per esempio: se ad una coppia Dio dona figli, e i genitori decidono che devono dedicarsi ad allevare i figli, e così, smettono di curare l’un l’altro, e smettono di avere contatto con altri fratelli e sorelle nella chiesa, e non hanno tempo di curare i loro genitori anziani, e vivono solo per crescere i propri figli, non stanno seguendo Dio. Questo non va bene, stanno ubbidendo ad un comandamento ma ne stanno trascurando altri. Potrebbero facilmente cominciare a vantarsi e giudicare gli altri che non fanno quanto loro non rendendosi conto in quante cose stanno peccando contro Dio. Certamente, Dio comanda ai genitori di allevare i figli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore. Però, Dio comanda tante altre cose.
Se un padre riconosce davanti a Dio che deve provvedere economicamente per la sua famiglia, però, si impegna così tanto nel guadagnare soldi che non ha tempo di curare sua moglie e allevare i suoi figli, non ha tempo per altri credenti, vive per il lavoro, alla famiglia non manca niente, ma manca una guida spirituale. Allora, sta peccando, mancando una delle responsabilità che Dio gli ha dato. Quindi, buttandosi su una cosa ne trascura un’altra più importante.
Se un pastore si dedica così tanto all’insegnamento che non ha tempo per i credenti, sta peccando. Similmente, se un pastore si dedica così tanto all’insegnamento e alla cura dei credenti e trascura la moglie ed i figli, anche in quel caso, sta peccando.
Quindi, per quanto è fondamentale vedere l’importanza di un aspetto della vita cristiana, non dobbiamo trascurare gli altri aspetti.
Ci serve equilibrio. Ci serve una passione per Dio, un profondo amore per gli altri, e, un impegno per combattere contro la carne. E a volte è utile avere qualcuno che ci aiuta a valutarci, perché spesso io non vedo me stesso.
Vorrei riprendere il discorso sull’evangelizzazione, come possiamo avere una passione per evangelizzare, senza trascurare le altre responsabilità che abbiamo.
Doni spirituali
Un brano centrale per aiutarci a capire come vivere una vita equilibrata è Romani 12. Trovate questo capitolo, e seguite mentre leggo Romani 12:6-8. Questo brano spiega come ogni credente deve vivere, e come dovrebbe impegnarsi.
“6 Ora, avendo noi doni differenti secondo la grazia che ci è stata data, se abbiamo profezia, profetizziamo secondo la proporzione della fede; 7 se di ministero, attendiamo al ministero; similmente il dottore attenda all’insegnamento; 8 e colui che esorta, attenda all’esortare; colui che distribuisce, lo faccia con semplicità; colui che presiede, presieda con diligenza; colui che fa opere di pietà, le faccia con gioia.” (Romani 12:6-8 LND)
Questo brano ci dà un comandamento, e poi, ci dà un elenco per aiutarci a capire come applicare questo comandamento. L’elenco dei doni che vengono elencati qui non è un elenco completo, ma ci aiuta solo a capire meglio come applicare questo comandamento importante.
Primo punto: abbiamo doni differenti, secondo la grazia che ci è stata data.
Cioè, a ciascuno, Dio dà un dono diverso, in misura diversa. Non dobbiamo confrontarci con gli altri, perché ognuno riceve da Dio doni ed una quantità di grazia diversa. È sbagliato ed è anche assurdo per un credente confrontarsi con qualcun altro, perché Dio dà ad ognuno in modo specifico e personale. Dio dà doni diversi in misura diversa, non dobbiamo confrontarci.
Secondo punto: noi dobbiamo utilizzare i nostri doni secondo la proporzione della fede. In altre parole, se Dio ha dato 50 a te, tu devi svolgere quel dono fino al 50 per essere fedele. Se Dio ad un altro ha dato lo stesso dono in una quantità di 20, lui è fedele se svolge quel dono fino a 20. E forse ad un altro, Dio ha dato quel dono con una quantità di 100 ma lui ne utilizza 80, non deve vantarsi perché lui fa più degli altri. Anzi, in quel caso in base a quello che ha ricevuto agli occhi di Dio è mancante, mentre quello che ha fatto 50 potrebbe essere molto fedele. Quello che ha ricevuto 100 deve impegnarsi ad usare per la gloria di Dio e il bene degli altri il suo 100.
Quindi, è estremamente importante riconoscere che abbiamo ricevuto doni diversi, grazia diversa, capacità diversa, forza diversa, tempo diverso, in misure diverse. Non dobbiamo confrontarci ma dobbiamo utilizzare quello che noi abbiamo, per la gloria di Dio e il bene degli altri.
1Pietro 4:10,11
“10 Ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta al servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Se uno parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; se uno fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.” (1Pietro 4:10-11 LND).
Questo brano ci insegna che lo scopo dei doni spirituali che abbiamo ricevuto è di servire gli uni gli altri, perché sono i doni che edificano gli uni gli altri. Ricordiamo che Dio ci ha dato doni, perché è tramite i doni che tutti i membri della chiesa di Dio sono legati e crescono, Notate che parla di doni di parola e di servizio. Doni di parola li capisco ma il servizio?
Il servizio mi fa vedere la mano di Dio. Quante volte ho visto la mano di Dio quando qualcuno mi ha fatto un servizio oppure io ho fatto qualche servizio per altri. La mia fede è fortificata.
Quindi, tornando a Romani 12, Paolo elenca alcuni esempi di doni, e dice che chi ha ricevuto un certo dono, deve impegnarsi ad usare quel dono. L'elenco non è completo, ma è per aiutarci a capire il comandamento.
Allora, oltre ai doni spirituali potremmo applicare lo stesso principio anche ai vari ruoli e responsabilità che abbiamo nella vita. Per esempio, Dio comanda ai mariti di amare le loro mogli come Cristo ama la Chiesa. Dio comanda ai genitori di allevare i loro figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore. Dio ci comanda di onorare i nostri genitori, che dall'insegnamento di Gesù in Marco 7 vuol dire provvedere per loro economicamente nel bisogno sopratutto nella vecchiaia. Certamente, ci sono tanti altri comandamenti.
Allora il punto di tutto questo è capire che se noi ci concentriamo su uno dei comandamenti di Dio, e trascuriamo gli altri, non stiamo veramente seguendo Dio. Quindi per esempio se io ho il dono di insegnare, e mi impegno tantissimo ad insegnare, però trascuro di amare mia moglie come Cristo ama la Chiesa, o trascuro di allevare i miei figli nella disciplina e nell'ammonimento del Signore, io sto peccando. Non puoi per fare una cosa escluderne un'altra. Oppure, un altro esempio sarebbe se io aiuto tantissimo i poveri con i miei soldi ma non aiuto la mia vecchia mamma bisognosa, io non sto veramente seguendo Dio.
Quindi, un principio molto importante da capire è che ognuno deve usare i doni e le capacità diverse che ha, di cuore senza trascurare le altre responsabilità che Dio ha dato.
La proporzione della fede
È anche importante ricordare che il comandamento in ciascun esempio in questo elenco è quello di utilizzare i nostri doni secondo la proporzione della fede che ci è stata data. La quantità di fede, di grazia e di doni varia da persona a persona, e certe cose variano da stagione a stagione della vita.
Per esempio, immaginate due donne, che hanno entrambe 34 anni, stessa chiesa. Una è sposata da 12 anni, e ha sette figli piccoli. L'altra non è sposata, vive ancora con i suoi genitori e la mamma si occupa di ogni cosa, quindi ha molto tempo libero. La donna che ha sette figli piccoli da curare non avrà tempo per poter uscire ad evangelizzare rispetto a quanto ne avrebbe la donna che non è sposata, e che non deve nemmeno curare una casa, visto che vive con i genitori. Quindi, la donna con molto più tempo libero sarebbe molto più responsabile di evangelizzare rispetto all'altra donna.
La donna con sette figli piccoli non dovrebbe minimamente confrontarsi con la donna che non è sposata. Dio le ha messe in due situazioni diverse, con possibilità diverse. Ognuno deve fare quello che riesce, ma senza confrontarsi l'uno con l'altro. Quella senza famiglia non dovrebbe vantarsi perché riesce ad evangelizzare più di quella con tutti i figli piccoli. E quella con i figli non deve scoraggiarsi se non può fare quello che fa l'altra.
Similmente, conosco un uomo che da anni svolgeva il ministero pastorale e di evangelizzare. Ma negli ultimi due anni sua moglie sta peggiorando sempre di più con l'Alzheimer. Ormai, lei necessita una cura costante di ventiquattr'ore al giorno, sette giorni alla settimana. Non è possibile lasciarla neanche per 10 minuti. Lui ha qualche piccolo appoggio, ma maggiormente si impegna lui quasi tutto il giorno e la notte sette giorni su sette. Lui è mancante agli occhi di Dio, è nel peccato perché non si occupa più di usare i suoi doni o di andare ad evangelizzare?
Assolutamente no. Dio gli dice che in questa stagione della vita lui deve amare sua moglie come Cristo ama la Chiesa, e lei ha grandemente bisogno, richiede tutto il suo tempo, ventiquattro ore al giorno. E lo sta facendo di cuore e non si lamenta, perché ama sua moglie e ama Cristo. Quindi non deve assolutamente confrontarsi con qualcuno che ha la moglie forte e lo appoggia, è in una stagione della vita in cui adesso questo è quello che Dio gli ha dato. Non può andare in giro per la cura pastorale, come ha fatto per anni. Ma impegnandosi a curare bene sua moglie sarà un uomo fedele a Dio.
Allora, tornando alla donna con sette figli, lei non può uscire spesso per evangelizzare. Però, parlando dell'evangelizzazione, lei può evangelizzare. Lei può pregare che il Signore le apra delle porte, e poi, lei può usare le porte che Dio le aprirà. Con sette bambini, è probabile che durante l'anno più volte sarà dalla pediatra. Ogni volta che sta lì, ci saranno altre mamme, e lei può cercare di parlare con loro di Dio. Lei può cercare di parlare con le donne che vede al supermercato, lei può parlare con i vicini, ci saranno tante situazioni in cui lei avrà contatto con altre persone. Quindi, mentre non avrà il tempo che ha una donna senza figli per uscire ad evangelizzare, lei può evangelizzare, con le porte che avrà aperto Dio nella sua vita.
Quindi, il punto importante qui da ricordare è che ognuno deve vivere in proporzione alla fede che ha ricevuto da Dio. Questo comprende non solo i doni spirituali che abbiamo, ma anche il tempo che abbiamo.
Certamente, se uno riempie la sua vita con 1000 impegni, potrebbe dare come scusa che non ha tempo libero. Se quella giovane donna senza figli gioca in una squadra di pallavolo, se va anche a correre tre volte la settimana, se fa altre attività per piacere, potrebbe credere di non aver tempo di evangelizzare. Però in realtà, non ha tempo perché ha riempito la vita con tante cose che le piace fare.
Un uomo si impegna a lavorare e fa straordinario perché vuole fare carriera, poi dice che non ha tempo. Non è proprio vero, non ha tempo perché ha scelto di vivere per se stesso. Quindi il suo problema non è un problema di mancanza di tempo, è un problema di mancanza di cuore per la gloria di Dio, e mancanza di amore per gli altri.
Pensiamo di nuovo a quella famiglia con tanti bambini piccoli. Sarebbe difficile per loro andare ad evangelizzare in piazza, anche se non è impossibile. Però, non sarebbe impossibile per loro invitare persone a casa. Tante volte negli anni siamo stati invitati a casa di persone con tanti figli. Il fatto di avere tanti figli non cambia il fatto che si mangia tutti i giorni. Se una famiglia è organizzata, e cresce bene i figli, in modo che aiutano, non è un problema invitare persone a casa. Quindi, tutti possono evangelizzare. Alcuni possono evangelizzare di più, o in modi diversi, ma tutti possiamo evangelizzare.
il Cuore
Prego che stiate vedendo che quello che veramente importa non è quanto tempo abbiamo, piuttosto è: qual è la tua passione? In altre parole, che cosa ami? O, chi ami? Ricordate il più grande comandamento.
Vi leggo la risposta di Gesù quando fu chiesto qual è il primo comandamento.
“"Il primo comandamento di tutti è: "ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore," 30 e: "ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Questo è il primo comandamento. 31 E il secondo è simile a questo: "ama il tuo prossimo come te stesso". Non vi è alcun altro comandamento maggiore di questi".” (Marco 12:29-31 LND)
Quindi, la domanda non è: quanto tempo hai? Quanto sei bravo?
La domanda è questa: Che cosa, o chi, ami?
Se un padre dice che ama i suoi figli ma non ha mai tempo da passare con loro, i figli ci credono che sono amati?
Se un padre non ha tempo per la moglie e per i figli ma dice di amarli, loro non ci credono.
Se noi diciamo di amare Dio ma non abbiamo tempo per Dio.
Se quella donna con sette figli desidera la gloria di Dio, prima di tutto, quale sarà la sua passione per i suoi figli? Vuole che conoscano Gesù Cristo, si impegnerà insieme al marito per crescere i suoi figli in modo che possano conoscere Dio. Non cercherà quello che è più facile, cercherà quello che può influenzare loro di più, per poterli preparare praticamente ad affrontare la vita da grandi, con il matrimonio, e nella crescita dei loro figli. Allo stesso tempo, avrà un grande desiderio di parlare con altri di Cristo. Quindi, nonostante non avrà tanto tempo libero, cercherà con grande impegno di utilizzare ogni opportunità che ha per parlare con altri di Dio.
Parliamo poi della donna che non ha figli e che vive ancora con i suoi genitori, quindi, non ha una casa da curare. Se la sua passione è la gloria di Dio, lei sceglierà di utilizzare il suo tempo non in qualche cosa piacevole, ma in quello che può portare più gloria a Dio. Lei valuterà ogni scelta, e certamente, per esempio può dedicare tante ore in più dell'altra donna ad evangelizzare.
Perciò, sia la donna con sette figli, sia la donna che ha molto più tempo libero, entrambe possono dedicarsi pienamente a vivere alla gloria di Dio. La donna con figli dedicherà tante ore a vivere per la gloria di Dio investendo nei suoi figli, mentre l'altra donna può investire in altre persone, perché non ha figli. Ma entrambe possono vivere pienamente per la gloria di Dio.
Quello che importa è avere un cuore per la gloria di Dio, che viene da un cuore che ama Dio, e ama il prossimo.
Se tu hai un cuore preso per le faccende di tutti i giorni, se tu hai un cuore che si lascia buttare giù dai problemi e dai pesi della vita, se hai un cuore che si lascia prendere dai desideri di cose terrene, a prescindere da quanto tempo hai o non hai, tu non vivrai molto per la gloria di Dio. Questo è semplicemente perché quella non è la passione del tuo cuore.
Quello che dobbiamo ricordare è che Dio guarda al cuore. Dio guarda al nostro cuore, e sarà il nostro cuore che determina come viviamo. Questo vuol dire anche che se io faccio cose che sono per la gloria di Dio, ma non è il mio cuore, Dio mi conosce e sa che io lo sto facendo per una motivazione sbagliata. Non voglio vivere per Dio come senso del dovere, non voglio curare mia moglie come senso del dovere, non voglio curare mio figlio come senso del dovere, non voglio aiutare altri come senso del dovere. Io voglio amare, voglio vedere la gloria di Dio, voglio vedere quanto sono preziose le persone per cui Cristo è morto. Io voglio scegliere non per dovere ma per passione, perché vedo la gloria di Dio e voglio che altri vedano il mio grande Dio.
Parlando di nuovo del discorso dell'evangelizzare, è importantissimo che evangelizziamo, e questo vuol dire per noi come chiesa che dobbiamo evangelizzare più di quanto abbiamo evangelizzato negli anni. Dobbiamo evangelizzare molto di più. Dovrebbe essere una parte centrale della nostra vita.
Però, il fatto che dobbiamo evangelizzare di più non vuol dire che dobbiamo trascurare i nostri doni spirituali, o i ruoli che Dio ci ha dato, e non dobbiamo trascurare gli uni gli altri. Voglio che viviamo con una visione globale, di quello che Dio ci ha chiamati ad essere. Vogliamo avere una passione per Dio, che ci spinge a vivere in ogni campo della vita per la gloria di Dio. Gesù aveva un equilibrio perfetto, tra curare, guarire le persone, predicare alle folle e discepolare, insegnare ai suoi apostoli. Gesù conosceva cosa vuol dire equilibrio, e noi dobbiamo imitarlo.
Senso di Colpa
Vorrei fare qualche commento per quanto riguarda un senso di colpa. Un senso di colpa può essere un dono grandissimo da Dio, e Dio lo usa per aiutarci a crescere bene. E può essere uno strumento di Satana per scoraggiarci e tenerci lontani da Dio. Quindi, è molto importante valutare con cura quando abbiamo un senso di colpa.
Dio ci dà un senso di colpa quando stiamo peccando veramente in qualche campo della vita. È triste, ma possiamo ignorare la nostra coscienza, e non ascoltare quando Dio ci dà un senso di colpa. Questo è un pericolo molto grave, perché se noi non riconosciamo il peccato, non possiamo correre a Cristo per il perdono.
Però, spesso ci arrivano sensi di colpa che non sono veramente da Dio. Se un credente ha un senso di colpa che non è da Dio, quel credente non può trovare perdono, perché non è veramente colpevole. Inoltre, sarà schiacciato da quella colpa, e questo lo ostacolerà dall'avere la gioia della salvezza, è in realtà, lo ostacolerà dal vivere per la gloria di Dio.
Quindi, non dovremmo ignorare un senso di colpa. Piuttosto, dovremmo esaminare quel senso di colpa, riconoscere se è valido o no. Se è valido, allora, dobbiamo riconoscere il nostro peccato e confessarlo a Dio, e cambiare direzione. Se invece non è un vero peccato, dobbiamo ringraziare Dio per la grazia che abbiamo in Gesù Cristo, e smettere di credere a quel senso di colpa.
Quindi, tornando all'esempio delle due donne. Se la donna con sette piccoli figli si sente colpevole perché non riesce ad uscire per andare in piazza ad evangelizzare, quello non è un senso di colpa che viene da Dio. Deve riconoscere che Dio non pretende quello da lei. E quindi, liberata da quel senso di colpa, lei può impegnarsi a crescere bene i suoi figli, e ad usare ogni porta aperta che Dio le dà. Per lei, in questo esempio, il senso di colpa non era veramente da Dio.
Se invece quell'altra donna, quella senza figli che vive ancora con i genitori, se lei si sente colpevole, perché è coinvolta in vari sport, e dedica molto tempo all'esercizio, e perciò ha pochissimo tempo di evangelizzare, probabilmente, il suo senso di colpa è veramente da Dio. Nel suo caso, sta vivendo molto per se stessa. Non ha una passione per la gloria di Dio e la salvezza degli altri. Perciò, nel suo caso ha bisogno di riconoscere il suo peccato, confessare quel peccato, e cambiare direzione del suo modo di vivere. Nel suo caso, il suo senso di colpa è da Dio.
Però, in entrambi i casi, c'è libertà dal senso di colpa. La prima donna viene liberata quando riconosce che il senso di colpa non è da Dio. L'altra donna viene liberata quando riconosce che il senso di colpa è da Dio. A quel punto, lei confessa il suo peccato, e cambia modo di vivere. Quindi, nel piano di Dio, c'è sempre la via per essere liberati dal senso di colpa.
Se uno non riconosce che il suo senso di colpa è falso, può impegnarsi in modi sbagliati. Per esempio, se uno crede che deve sempre evangelizzare, potrebbe andare fuori tutti i giorni in piazza a parlare con altri di Cristo. Però, facendo questo, potrebbe trascurare la propria famiglia, potrebbe non prendere tempo per leggere a fondo la Bibbia e pregare, potrebbe non utilizzare i suoi doni spirituali con altri credenti. Perciò, forse sarebbe innalzato da certi credenti per quanto si impegna nell'evangelizzazione. Però, se è spinto da un falso senso di colpa, in realtà, potrebbe camminare male, lontano da quello che Dio ha stabilito per quella persona da fare.
Voglio solo menzionare anche che a volte, l'impegno migliore per Dio potrebbe essere di prepararsi per il futuro. Allora, se io dico che voglio conoscere bene la Bibbia per poter predicare, e così, mi chiudo in casa e non aiuto nessuno, e non evangelizzo, perché voglio solo prepararmi, sto mancando a quello che Dio mi comanda. Però, ci sono volte dove è più importante prepararsi che fare quello che serve nell'immediato.
Per esempio, se Dio chiama una persona da un'altra nazione a venire in Italia per proclamare Cristo e insegnare la Bibbia, quella persona avrà bisogno di imparare l'italiano. Se la persona non vuole investire tempo per imparare bene la lingua, ma preferisce uscire subito in strada per evangelizzare, potrebbe credere di avere più zelo per Dio rispetto a quello che continua a studiare. Però, in realtà potrebbe essere che colui che si impegna di più a studiare, capisce che parlare in modo chiaro è estremamente importante, e che quindi, prendere tempo per imparare bene la lingua non è trascurare il ministero, è l'essere più preparato per il ministero.
Se i genitori investono tempo nel crescere bene i loro figli, questo non vuol dire che devono trascurare ogni altro ministero, ma se capiscono che crescere bene i figli è importante, a lungo andare, la loro vita, e la vita dei loro figli, può portare più gloria a Dio.
Quindi, quando valuti come usare il tuo tempo, certamente devi pensare al regno di Dio. Ma ci sono vari modi per poter usare il tempo per il regno di Dio. Non buttarti in una cosa, al punto di trascurare un altro campo a cui Dio ti ha chiamato.
Vorrei anche menzionare che Dio ci ha creato con corpi, corpi che si stancano, corpi che hanno fame, corpi che sono limitati nelle loro capacità. Quindi, usando un esempio estremo, se io vado in piazza ad evangelizzare, e ad un certo punto sono molto stanco, e devo alzarmi la mattina per andare al lavoro, non è che mi devo sentire in colpa quando chiudo per andare a casa. Sicuramente, ci saranno ancora persone in piazza. Ma non è un peccato per me riconoscere che ho bisogno di andare a casa per andare a letto. Non posso restare in piazza tutte le ore. Certamente, voglio un cuore che desidera la gloria di Dio, e che è pronto ad evangelizzare. Però, Dio mi ha dato un corpo che ha bisogno di dormire. E non è un peccato quando chiudo per andare a dormire.
Conclusione
E quindi, io voglio legare questo insegnamento, all'insegnamento che ho fatto domenica sull'evangelizzazione. È assolutamente importante per ognuno di noi capire che l'evangelizzazione è estremamente importante. Dovremmo avere un cuore che desidera profondamente la gloria di Dio, e la salvezza degli altri. E perciò, per proclamare questo messaggio agli altri dovrebbe far parte della nostra vita. Dobbiamo organizzarci per cercare opportunità di parlare o annunciare agli altri.
Però, dobbiamo anche ricordare che ognuno di noi ha doni spirituali, che sono da utilizzare senza trascurarli. Ognuno di noi ha diversi ruoli da Dio, come marito o mogli, come genitori, come figli, come membri di chiesa, e dobbiamo anche stare attenti a non trascurare questi ruoli.
Quindi, la mia preghiera è che possiamo tutti valutare la nostra vita regolarmente, per avere equilibrio e sul modo in cui investiamo il nostro tempo. Prego che possiamo avere un grande cuore per Dio, e anche per gli altri. Prego che questo cuore ci spingerà a vivere per Dio ogni giorno, in tutto quello che facciamo. Prego che non ci confronteremo con gli altri, ma piuttosto, che ognuno vivrà in proporzione alla fede che ha ricevuto. Cioè, prego che vivremo tutti i nostri ruoli alla gloria di Dio, e cercando il vero bene degli altri.
Prego che saremo una chiesa in cui Gesù Cristo sarà visibile, sia fra di noi, che in tante altre persone al di fuori di noi. Grazie a Dio che è all'opera in noi. Grazie a Dio che abbiamo lo Spirito Santo, abbiamo la Parola di Dio, abbiamo un grande Salvatore nella persona di Gesù Cristo.