Pecchiamo.
Che cosa succede quando pecchiamo e non vogliamo vedere il nostro peccato, oppure non vogliamo confessarlo? Cosa succede quando pecchiamo e lasciamo il peccato nella nostra vita?
Attenzione: lasciare un peccato nella nostra vita non vuol dire necessariamente continuare a peccare in quel modo. Posso peccare, non voglio ammetterlo, ma non pecco più in quel modo perché la situazione o le circostanze cambiano. Però, non lo confesso. Quindi, quel peccato rimane nella mia vita come una macchia.
Che cosa succede quando abbiamo del peccato che rimane nella vita? Cosa ci fa il nostro peccato?
Il nostro peccato crea una barriera fra noi e Dio. Ostacola la comunione con Dio.
1 Ecco, la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire. 2 Ma le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro DIO e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto. (Isaia 59:1-2 LND)
Il peccato di un vero credente non gli toglie la salvezza però crea una separazione dove non c’è comunione con Dio. Questo vuol dire che le nostre preghiere vengono respinte. Questo è grave.
Quando pecchiamo, e il peccato rimane, non abbiamo pace.
Cosa fa un bambino piccolo quando sa di aver disubbidito ai genitori e i genitori arrivano di sorpresa? Corre dai genitori o si allontana? Si allontana.
E cosa vediamo in Adamo quando ha peccato contro Dio? Quando Dio camminava nel giardino alla brezza del giorno, cosa fecero Adamo e Eva? Si nascosero e si allontanarono da Dio.
Posso negare o giustificare il peccato quanto voglio, ma il peccato non confessato ci porta ad essere lontani da Dio e a non avere la pace di Dio. Il peccato che rimane in noi crea una colpa e quella colpa ci toglie la vera pace.
Ci fa essere schiacciati da Dio come Davide quando peccò contro Dio ma non voleva confessarlo. Nel Salmo 32 Davide spiega com’era la sua condizione.
3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) (Salmo 32:3,4)
Che terribile! Parla di una condizione dove giorno e notte la mano di Dio pesava su di lui. Altroché pace! Era schiacciato. Cercava di ignorare, negare, giustificare, però la mano di Dio pesava su di lui.
Il peccato non confessato non solo danneggia terribilmente il nostro rapporto con Dio. Danneggia terribilmente i nostri rapporti con gli altri. Cosa succede in un rapporto in casa, fra marito e moglie, fra genitori e figli, quando c’è del peccato non confessato? Magari si cerca di comportarsi bene ma non si affronta il peccato. Quel modo di fare danneggia terribilmente e crea una barriera nei nostri rapporti con gli altri.
Leggiamo alcuni versetti che parlano di come i peccati di vario tipo danneggiano i rapporti.
“La risposta dolce calma la collera, ma la parola pungente eccita l’ira.” (Proverbi 15:1 LND)
La parola “pungente” implica una parola di peccato, detta con rabbia, e rispecchia una persona che scatta. Il versetto dice che eccita l’ira anziché calmare la collera. Crea un rapporto di tensione che è altroché pacifico.
“L’uomo irascibile fomenta contese, ma chi è lento all’ira acqueta le liti.” (Proverbi 15:18 LND)
Quindi, quest’uomo che si arrabbia, che è peccato, fomenta contese, mentre chi è lento all’ira, cioè chi si sottomette a Dio, è mansueto ed esercita auto-controllo, acquieta le liti e porta pace nei rapporti.
“L’odio provoca liti, ma l’amore copre tutte le colpe.” (Proverbi 10:12 LND)
Questo versetto è simile a quello che troviamo in 1 Pietro 3 dove dice che l’amore copre una moltitudine di peccati. L’odio, che è la mancanza di amore, provoca liti, crea scontri e danneggia i rapporti.
Sapete che l’odio comprende l’egoismo? L’odio è quando vivo per me e per quello che voglio io. Nella Bibbia non esiste una via di mezzo. Ci sono due condizioni verso gli altri: amare e odiare. Se non ami, odi.
Per esempio se non ami, una persona bisognosa arriva a casa tua e tu gli dici che non è un buon momento per te e gli chiudi la porta in faccia. Magari sei impegnato in una cosa per te e non vuoi essere disturbato, quindi, non lo aiuti. Ma questo modo di fare gli provoca del male. Agli occhi di Dio questo tuo comportamento è odio perché non ti pesa il fatto che quello che hai fatto gli farà male. Non ti pesa che gli porterà del dolore in più. Questo è molto brutto.
Dobbiamo comprendere quanto la colpa e il peccato non confessato danneggiano i rapporti.
“Chi ha il cuore gonfio d’orgoglio fomenta contese, ma chi confida nell’Eterno prospererà.” (Proverbi 28:25 LND)
Notiamo il contrasto tra un cuore gonfio di orgoglio e chi confida nell’Eterno. Per confidare nell’Eterno, non puoi avere orgoglio. Solo chi è umile può confidare nell’Eterno. Chi ha un cuore pieno di orgoglio fomenta contese. Non avrà rapporti benedetti.
Ma chi confida nell’Eterno perché è umile, camminerà in santità e lui prospererà.
Nota che “fomentare contese” riguarda i rapporti. E secondo il contesto del versetto, chi confida nell’Eterno prospererà in che cosa? Nei rapporti. Avrà rapporti benedetti, di pace e che portano gioia, non tensione.
Il nostro peccato non confessato rovina i nostri rapporti. Li fa diventare un peso anziché una benedizione.
La benedizione di un senso di colpa
Quando pecchiamo, Dio ci dà un senso di colpa.
La colpa è una benedizione, che viene da Dio, per spingerci a non rimanere nel peccato.
Un lebbroso non sente dolore negli arti. Non sente pressione, tagli o bruciore. Questo non è un bene perché capita che se un lebbroso si appoggia ad una cosa calda, non si sposta finché non sente l’odore di pelle bruciata. Di conseguenza, il lebbroso si distrugge la mano perché non sente il calore.
Ci sono persone lebbrose che poi perdono parte delle mani o dei piedi perché non si rendevano conto di essersi fatti del male. Un lebbroso potrebbe schiacciarsi la mano, ma senza sentire il dolore, e così la mano verrà persa. Questa malattia è pericolosa perché il lebbroso non si rende conto del danno che può fare al proprio corpo. Ciò significa anche che non si prende cura di se stesso potrebbe continuare a farsi del male, perché non sente il dolore, e quindi, non sa quando è a rischio.
Il dolore è fatto per proteggerci. Se c’è una stufa calda e senza guardare tu ci metti la mano sopra, quanto tempo rimane la tua mano sulla stufa? Meno di un secondo.
Che cosa ti salva dal bruciarti in modo molto peggiore? Il dolore. Il dolore è una protezione da Dio.
E il senso di colpa? Anche il senso di colpa è una protezione da Dio.
Il problema è che se uno ignora il senso di colpa, la coscienza si addormenta. Poi, ciò che prima faceva male, quel senso di colpa, se viene ignorato volta dopo volta, non fa più niente e la coscienza non parla più. Non è vero?
All’inizio quella cosa o azione ci fa stare male, ma andando avanti, la volta dopo ci fa meno male, al punto che non stiamo più male. Facciamo addormentare la coscienza e quel senso di colpa. Così ci fa tanto male in più perché rimaniamo nel peccato. Rimaniamo lontani da Dio. I nostri rapporti vanno da male in peggio. Manchiamo tante benedizioni. Manchiamo la gioia e la pace.
Tutto questo perché facciamo addormentare il nostro senso di colpa, quel dono che Dio ci aveva dato.
Grazie a Dio per il peso della nostra colpa.
Lo Spirito Santo e la colpa
Lo Spirito Santo ci aiuta a vedere il nostro peccato.
“8 E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio. 9 Di peccato, perché non credono in me;” (Giovanni 16:8-9 LND)
“… perché non credono in me…” Nei Proverbi abbiamo letto di “chi confida nell’Eterno”. Confidare è credere, giusto?
Quando ti fidi di Dio, fai quello che Lui dice.
Quando uno crede in Gesù come l’Unico che può salvare e benedire, allora ubbidisce. Perché? Perché solo Lui può benedire e io voglio la Sua benedizione.
“Lo Spirito convince di peccato... perché non credono in me”. Cioè, spesso si crede la menzogna che dando spazio alla carne staremo meglio. Oppure commettendo quel peccato avremo più benefici. Quindi, anziché credere in Cristo, crediamo nel peccato e nella carne.
Quindi, lo Spirito convincerà il mondo di peccato. Come ci convince?
Lo Spirito Santo ci convince per mezzo della Parola e avviene in tanti modi: uno è la lettura della Bibbia, un secondo è l’insegnamento, un altro è per mezzo di altri credenti che ci parlano dei nostri peccati in base a ciò che la Bibbia dice al riguardo.
Poi, oltre alla Parola di Dio, cos’altro usa Dio per farci vedere il nostro peccato? La coscienza.
Perfino i non credenti hanno una coscienza. Essa viene da Dio. Un bambino che non ha Cristo può comunque avere la coscienza? Assolutamente sì. È per questo motivo che c’è spesso un grande senso di colpa.
Quanto la Parola di Dio (la legge di Dio, i comandamenti di Dio) ci aiuta a vedere il peccato che non vedremmo altrimenti!
Leggiamo Romani 7:7-13 insieme. Notiamo che Paolo viveva nel peccato ma non conoscendo quell’aspetto della Parola di Dio, la legge, non vedeva il suo peccato. Quando poi ha cominciato a conoscerla, ha capito quanto era colpevole.
7 Che diremo dunque? Che la legge è peccato? Così non sia; anzi io non avrei conosciuto il peccato, se non mediante la legge; infatti io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non avesse detto: "Non concupire". 8 Il peccato invece, colta l’occasione, per mezzo di questo comandamento, ha prodotto in me ogni concupiscenza, perché senza la legge, il peccato è morto. 9 Ci fu un tempo in cui io vivevo senza la legge, ma essendo venuto il comandamento, il peccato prese vita ed io morii, 10 e trovai che proprio il comandamento, che è in funzione della vita, risultò esser motivo di morte. 11 Infatti il peccato, colta l’occasione per mezzo del comandamento, mi ingannò e mediante quello mi uccise. 12 Così, la legge è santa, e il comandamento santo, giusto e buono. 13 Ciò che è buono è dunque diventato morte per me? Così non sia; anzi, è il peccato che mi è diventato morte, affinché appaia come peccato, causandomi la morte per mezzo di ciò che è buono, affinché il peccato divenisse estremamente peccaminoso per mezzo del comandamento. (Romani 7:7-13)
Quando dice nel versetto 8, “senza la legge, il peccato è morto”, cosa vuol dire?
Il peccato è attivo, ma quando non lo riconosciamo, è come se fosse morto.
Potremmo pensare di essere a posto e di non avere grossi peccati nella nostra vita finché non veniamo alla conoscenza della legge che rivela la realtà di cos’è considerato peccato agli occhi di Dio. Poi, a quel punto, scopriamo di avere grossi peccati nella nostra vita.
Quindi, prima per me il peccato era morto. C’era, ma non lo vedevo. È come avere una malattia, ma senza gli esami di controllo non sai di avere quella malattia.
Noi abbiamo conosciuto delle persone negli anni che hanno fatto i raggi per qualcosa di piccolo, scoprendo poi di avere un tumore. Mi ricordo una persona che aveva problemi di stomaco. Quando i medici hanno fatto i raggi, non stavano controllando il paziente per un tumore, però nei raggi hanno trovato un tumore che non centrava nulla con i problemi di stomaco. Quindi, per quella persona, quel tumore era morto prima dei raggi. Era morto nel senso che non esisteva per lui prima. I raggi hanno reso visibile il tumore e il tumore ha preso vita, per modo di dire.
Quindi, la Parola di Dio, la legge, i comandamenti, ci mostrano i nostri peccati. Questo può succedere attraverso la lettura o l’insegnamento oppure tramite un fratello o sorella che ci viene accanto per parlarci.
Dio ci mostra il peccato perché siamo colpevoli e il peccato non confessato ci porta tanto male.
Quante persone vivono con rapporti dolorosi? Purtroppo è una normalità. Cosa rende questi rapporti dolorosi? Il peccato. Il peccato non confessato danneggia, pesa e ferisce. Non possiamo avere vera pace o vera gioia e non possiamo avere rapporti veramente benedetti senza il perdono. Finché abbiamo del peccato non confessato staremo male. Questo è da tenere in mente.
Falsa colpa: peccati vaghi
Per quanto possiamo avere un senso di colpa da Dio, esistono due sensi di colpa che non sono da Dio.
Uno è un vago senso di colpa, ma non chiaro.
Esempi di questo sono: “Non ho fatto abbastanza. Avrei dovuto fare di più.” Ma che cosa? Cosa avresti dovuto fare di più? Spesso non sappiamo ma abbiamo un senso di colpa che avremo dovuto fare di più. Potremmo forse avere tanti motivi per cui ci sentiamo così, però non possiamo dire in modo chiaro qual è il peccato.
“Avrei dovuto fare di più!”
In che senso? In che modo? Dov’è il peccato? Cosa hai fatto che non avresti dovuto fare? Dove hai speso del tempo che non avresti dovuto spendere per poterlo così avere da dedicarti ad altre cose?
Magari un uomo va al lavoro e qualcosa di grave succede a casa, lui reagisce dicendo: “Ma se io fossi stato a casa, non sarebbe morto!”
Ma, davanti a Dio, dove doveva essere il padre in quel momento? Al lavoro.
Sì, è vero. Se fosse stato a casa, magari il figlio non sarebbe morto, però dove doveva essere il padre in quel momento? Doveva essere al lavoro. Quindi, ha questo senso di colpa ma è un senso vago di colpa dove non c’è un peccato da specificare.
Un senso vago di colpa non è da Dio. Perché? Perché se non c’è un peccato vero è impossibile confessare quel peccato. E se non c’è un peccato vero da confessare,non c’è perdono.
Quindi, è impossibile essere liberati da un senso di colpa per un peccato vago perché non c’è un peccato da confessare.
“Avrei dovuto fare di più” è una sensazione, non è un peccato vero.
Non avendo un peccato da confessare, non c’è perdono. E non avendo perdono, quel senso di colpa non sparisce mai finché ci credi.
Finché siamo così, restiamo prigionieri, schiavi di questo senso di colpa che non viene da Dio.
False colpe: peccati già perdonati
Poi, c’è un senso di colpa per un peccato che abbiamo veramente commesso, ma è un peccato che abbiamo già confessato, e che Dio ha già perdonato.
Quindi, pecchiamo e lo Spirito ci mostra quel peccato attraverso la Parola, un insegnamento o un fratello che viene accanto, e vediamo e confessiamo chiaramente quel peccato al Signore.
Allora, a quel punto siamo perdonati.
Magari, ho fatto grande male e ho creato molto danno nella vita di qualcuno a causa del mio peccato e mi torna in mente questo dolore. Ho chiesto perdono di cuore senza mezzi termini a Dio e alle persone coinvolte, ma mi ritorna in mente. E mi sento ancora colpevole.
Ancora mi sento colpevole, però a questo punto non c’è possibilità di perdono, perché quando ho confessato il mio peccato Dio mi ha già perdonato, e perciò non sono più colpevole. Io sto chiedendo perdono per un peccato che non è mio. Ho già dato quel peccato a Dio.
E quindi, porto questo giogo di colpa di cui non posso essere perdonato, perché non sono più colpevole.
Un senso di colpa senza un vero peccato sotto è impossibile da togliere senza riconoscere che non è da Dio. Per la colpa stessa non c’è perdono perché non c’è peccato.
Perché Satana ci manda quel falso senso di colpa? Come sto se ho quel falso senso di colpa? Quanto riesco a vivere per il Signore? Quanto riesco a pensare agli altri ed amarli se sono consumato da un falso senso di colpa? Quel senso di colpa mi paralizza ma non c’è perdono.
Come rispondere al senso di colpa
Invece, quando ho un senso di colpa perché sono colpevole di un vero peccato, allora che cosa succede quando confesso il mio peccato?
Sono liberato dal mio peccato e dalla colpa.
Per essere liberato dal senso di colpa, prima dobbiamo riconoscere che è una vera colpa per un vero peccato.
Poi, dobbiamo accettare che questa colpa è da Dio, per spingerci a ravvederci, per ottenere il perdono.
E dobbiamo accettare il perdono. Allora, la colpa viene tolta.
Leggiamo il Salmo 32:1-6.
1 «Salmo di Davide. Per istruzione.» Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! 2 Beato l’uomo a cui l’Eterno non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non c’è inganno. 3 Mentre tacevo, le mie ossa si consumavano tra i gemiti che facevo tutto il giorno. 4 Poiché giorno e notte la tua mano pesava su di me, il mio vigore era diventato simile all’arsura d’estate. (Sela) 5 Davanti a te ho riconosciuto il mio peccato, non ho coperto la mia iniquità. Ho detto: "Confesserò le mie trasgressioni all’Eterno", e tu hai perdonato l’iniquità del mio peccato. (Sela) (Salmo 32:1-6 LND)
La Bibbia ci insegna la vera notizia che quando confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto da perdonarci i nostri peccati e purificarci da ogni iniquità. Questo vuol dire che dal senso di colpa per un vero peccato, che viene da Dio, posso essere liberato e non avere più colpa.
Dio non mi fa stare meglio. No, Dio toglie la colpa. La mette su Gesù Cristo. Sono colpevole, ma la colpa viene messa su Gesù Cristo e io vengo perdonato e non c’è più colpa.
Non c’è più peccato che mi ostacola da Dio. Non c’è più peccato che danneggia i miei rapporti.
Una cosa meravigliosa che io e Serena abbiamo sperimentato nel nostro matrimonio è quando abbiamo peccato l’uno contro l’altra, confessiamo il nostro peccato a Dio e l’uno all’altra, e c’è vero perdono. A volte ci siamo fermati a pensare al dono del perdono perché è incredibile che possiamo amarci e che Dio toglie quel peccato per mezzo di Cristo. Questo è il valore del sacrificio di Gesù Cristo. Incredibile. Toglie il peso del peccato.
Non vuol dire che il peccato non importa. Importa. Fa tanto danno, ma in Cristo c’è vero perdono quando confessiamo i nostri peccati.
Quindi, quando c’è un senso di colpa, se è per un vero peccato, è un dono da Dio. Beato l’uomo (o la donna) che ha una coscienza tenera che non sopporta il peso della colpa, ma piuttosto corre a Dio per mezzo di Gesù Cristo confessando il peccato. Dio è fedele e giusto e perdonerà questo peccato. La barriera fra noi e Dio viene tolta. Il rapporto con Dio viene ristabilito, ma il rapporto con gli altri dipende.
I rapporti danneggiati potrebbero avere bisogno di tempo per essere ricostruiti, magari perché negli anni hai costruito una brutta reputazione peccando nello stesso modo più volte. Magari la persona avrà bisogno di tempo per darti fiducia. E quando questo succede, dovremmo accettarlo perché è ciò che meritiamo in base alla nostra reputazione. Camminiamo sapendo che il Signore ci ha perdonati, pregando nel frattempo di poter riacquistare la fiducia di quella persona.
Quando il mio rapporto con Dio viene ristabilito e i rapporti con gli altri risanati, cosa succede? La pace e la gioia ritornano. La guida dello Spirito ritorna.
Posso avere vera saggezza se tengo del peccato nella mia vita? La saggezza viene da Dio. Perciò, se io sto camminando nel peccato, non sono ripieno di Spirito Santo. Se non voglio abbandonare un peccato, non ho timore di Dio. Non posso avere vera saggezza se non ho timore di Dio come dice in Proverbi 1:7.
“Il timore dell’Eterno è il principio della conoscenza, ma gli stolti disprezzano la sapienza e l’ammaestramento.” (Proverbi 1:7 LND)
Quanto è meraviglioso quando consideriamoil senso di colpa come un dono da Dio.
Umilmente, veniamo a Lui, presentando il nostro peccato senza scuse, per ricevere il perdono senza limiti.
Grazie a Dio che questo è possibile per mezzo di Gesù Cristo.