Oggi, con l’aiuto di Dio, vogliamo considerare un argomento così profondo che la mente umana può comprenderne solo la minima parte. Più lo comprendiamo, più la nostra vita sarà trasformata. Oggi, con l’aiuto di Dio, vogliamo considerare le sofferenze di Gesù Cristo per noi quando è andato alla croce per comprarci la salvezza. Useremo Matteo 27 come testo, con alcuni dettagli dagli altri Evangeli.
In realtà, Cristo soffriva durante tutto il tempo del suo ministero sulla terra. Però, la sofferenza maggiore, quella che ci ha procurato la salvezza, era la sofferenza mentre era appeso alla croce.
Mentre consideriamo questo, è importante che ognuno che è un vero credente riconosca che le sofferenze di Gesù Cristo erano per noi. Tu sei salvato tramite le sue sofferenze. Quindi, non sono semplice fatti storici, sono le sofferenze che hanno salvato noi.
Ricordatechi è Gesù Cristo: Egli è Dio incarnato, il Creatore dell’universo, glorioso. Ha vita in sé. È il giudice del mondo.
Ricordiamo che la salvezza era impossibile: tutti siamo peccatori, privi della gloria di Dio. Il salario del peccato è la morte, la separazione da Dio. Quindi, la salvezza era impossibile. Solo il sacrificio di Gesù Cristo poteva rendere possibile la salvezza.
Ricordiamo che Gesù è venuto al mondo proprio per questo. Parlando di se stesso, Gesù dichiara.
“Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".” (Matteo 20:28 LND)
Gesù è venuto proprio per dare la sua via come prezzo di riscatto. Il suo sacrificio era necessario per poter provvedere la salvezza, ed era sempre il piano di Dio. Leggo le parole di Cristo ai suoi discepoli in Matteo 16:21, subito dopo che avevano capito che Egli è il Cristo.
“Da quel momento Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che era necessario per lui andare a Gerusalemme e soffrire molte cose da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, essere ucciso e risuscitare il terzo giorno.” (Matteo 16:21 LND)
Quindi, le sofferenze di Cristo erano il mezzo stabilito da Dio, l’unico mezzo possibile, per provvedere il perdono e la salvezza. Era il piano di Dio per Gesù di andare alla croce, e ci andò volontariamente, per amore di coloro che avrebbe salvato.
Le sofferenze della croce iniziarono dal momento che Gesù fu arrestato nel Giardino di Getsemani. Oggi voglio concentrare sulle sofferenze di Cristo mentre era sulla croce. Quindi, solo menziono alcuni modi che Gesù soffriva nelle ore prima di arrivare alla croce.
Per primo, soffriva nelle mani del sinedrio. Poi, subì terribilmente per mano dei soldati romani, sia fisicamente, sia per il grandissimo disprezzo che subì. La sua testa era terribilmente gonfia e piena di lividi da ogni parte, a causa di tutte le percosse che gli diedero, ed era anche coperto di sangue a causa della corona di spine che gli lacerava il capo. La sua schiena doveva essere come carne macinata, con profondi tagli prodotti dalla frusta. La condizione fisica di Gesù era tale che Egli non fu in grado di portare la pesante croce fino al luogo della crocifissione. Poi inchiodarono Gesù alla croce con dei grandi chiodi, e il suo corpo pendeva da quei chiodi. Il dolore doveva essere inconcepibile.
Ora, consideriamo le sofferenze di Gesù da quando è stato brutalmente inchiodato alla croce. Inizio leggendo Matteo 27:38. Consideriamo le varie sofferenze di Cristo, tutto per poter salvarci.
Gesù fra i due ladri
Iniziamo ricordando un aspetto della crocifissione ben conosciuto. Gesù fu crocifisso in mezzo a due ladroni. Leggiamo Matteo 27:38.
“Allora furono crocifissi con lui due ladroni: uno a destra e l’altro a sinistra.” (Matteo 27:38 LND)
Gesù, il Santo, che non aveva mai peccato, fu contato fra i malfattori. Conosciamo tutti quanto è doloroso essere accusati falsamente, quanto di più per Cristo, che era assolutamente innocente.
Il fatto di essere annoverato fra i malfattori era un adempimento di una profezia fatta su di Lui, che leggiamo in Isaia 53:12. Ve lo leggo.
“Perciò gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha versato la sua vita fino a morire ed è stato annoverato fra i malfattori...” (Isaia 53:12 LND)
Gesù, che era totalmente innocente, è stato annoverato, ovvero, contato, fra i malfattori. Questa umiliazione faceva parte delle sofferenze di Cristo per salvarci, affinché noi, che eravamo giustamente contati fra i malfattori, potessimo essere contati fra i giusti. Gesù, il Giusto, si è identificato pienamente con i peccatori, affinché noi peccatori fossimo contati fra i giusti. Se tu sei salvato, ringrazia Dio per questo.
Disprezzato dalle persone che passavano
Mentre Gesù era appeso sulla croce, Egli, il Re della gloria, fu disprezzato da quasi tutti coloro che passavano. Il luogo della crocifissione era appena fuori la città, accanto ad una via importante, e quindi, tante persone passavano di là, rendendo ancora peggiore la vergogna e il disprezzo per Gesù, perché tutto avveniva in luogo pubblico. Notate come le persone disprezzavano e oltraggiavano Gesù, mentre Egli era appeso sulla croce, nudo, soffrendo atrocemente nel fisico, abbandonato da tutti, separato dal suo Padre eterno. Leggiamo Matteo 27:39,40.
“39 E coloro che passavano di là lo ingiuriavano scuotendo il capo, 40 e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se sei il Figlio di Dio, scendi giù dalla croce!".” (Matteo 27:39-40 LND)
Le persone che passavano Lo ingiuriavano, disprezzandolo con le loro parole. Dicevano: “Salva te stesso, se tu sei il Figlio di Dio." Se ricordiamo, quando Satana aveva tentato Gesù, dopo il battesimo di Gesù, aveva detto: “E il tentatore, avvicinatosi, gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pani».” (Matteo 4:3)
Fra tutte le cose terribili che uno avrebbe potuto dire a Gesù, la cosa peggiore era mettere in dubbio il suo rapporto con suo Padre, soprattutto perché in quel momento, non poteva essere soccorso dal Padre, piuttosto doveva essere abbandonato dal Padre per comprarci la salvezza. Quindi, era una sofferenza terribile l’essere accusato di non essere veramente il Figlio di Dio. Doveva solo soffrire ingiustamente.
Quando tu vieni disprezzato, ricordati che non sarà mai un disprezzo grave quanto era il disprezzo che subì Cristo quando fu accusato di non essere il Figlio di Dio. Noi siamo onorati da Dio, nonostante che siamo peccatori di natura. Invece Gesù Cristo è stato abbandonato da Dio, nonostante che è il Figlio di Dio, e disprezzato dagli uomini. Quel disprezzo era una sofferenza terribile.
Anche quel disprezzo era l’adempimento di profezie, per esempio, di quella del Salmo 22:7.
“Tutti quelli che mi vedono si fanno beffe di me, allungano il labbro e scuotono il capo,” (Salmo 22:7 LND)
Gesù soffriva tutto questo per salvarci. Ringraziamo Dio profondamente.
I Capi
Leggiamo anche Matteo 27:41-43, che descrive come anche i capi dei Giudei Lo disprezzavano mentre era appeso alla croce.
“41 Similmente, anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe, dicevano: 42 "Egli ha salvato gli altri e non può salvare se stesso; se è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce e noi crederemo in lui; 43 egli si è confidato in Dio; lo liberi ora, se veramente lo gradisce, poiché ha detto: “Io sono il Figlio di Dio.” (Matteo 27:41-43 LND)
I capi ammettevano che Gesù aveva fatto miracoli, sapevano che Egli aveva le qualifiche del Messia, ma Lo odiavano perché erano gelosi, e perciò, Lo disprezzavano. Notiamo che le altre persone che passavano parlavano direttamente A Gesù, mentre i Capi parlavano solamente DI Gesù, tanto grande era il loro odio verso di Lui. Anche i capi dicevano che il fatto che Dio lasciava Gesù sulla croce senza salvarLo era la prova che Gesù non era il Figlio di Dio, negando così il rapporto fra Gesù e suo Padre. Questo disprezzo era una grande sofferenza.
I ladroni e i soldati
Il v.44 ci fa sapere che perfino i ladroni che erano crocifissi accanto a Gesù Lo schernivano. Ve lo leggo.
“Anche i ladroni crocifissi con lui lo ingiuriavano allo stesso modo.” (Matteo 27:44 LND)
Gesù fu disprezzato da tutte le parti, perfino dai ladroni appesi accanto a lui.
Poi, Luca ci fa sapere che anche i soldati sotto la croce Lo disprezzavano. Leggiamo di questo in Luca 23:36,37. Ve lo leggo.
“36 Anche i soldati lo schernivano, accostandosi e presentandogli dell’aceto. 37 e dicendo: "Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso".” (Luca 23:36-37 LND)
Quindi, non solo i Giudei lo disprezzavano, ma anche i ladroni, e perfino i soldati romani. Questa era una terribile sofferenza psicologico.
Tutto questo era assolutamente ingiusto, perché Gesù non aveva mai peccato, perché non aveva mai fatto nulla per meritare disprezzo, anzi, in realtà era glorioso e degno di lode, e. Eppure, Gesù non rispondeva a questi oltraggi con oltraggio.
Se pensiamo a noi stessi, ognuno di noi ha fatto innumerevoli cose che meritano il disprezzo. Eppure, spesso, a causa del nostro orgoglio, alla più piccola provocazione reagiamo con rabbia o sentendoci offesi. Invece, Gesù, disprezzato da tutte le parte, in modo totalmente ingiusto e falso, non rispondeva con cattiveria. Leggiamo come Gesù reagiva a questi disprezzi in 1 Pietro 2:23-24.
“23 Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva nelle mani di colui che giudica giustamente. 24 Egli stesso portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, affinché noi, morti al peccato, viviamo per la giustizia; e per le sue lividure siete stati guariti.” (1Pietro 2:23-24 LND)
Gesù non rispondeva con oltraggio contro quel disprezzo ingiusto. Piuttosto, si rimetteva nelle mani di Dio. Anche noi dovremmo reagire così quando subiamo disprezzo, o qualunque altra offesa.
Nel Vangelo di Luca, impariamo che mentre Gesù era appeso sulla croce, in sofferenza, pregava per coloro che Lo avevano trattato così male. Vi leggo Luca 23:34.
“E Gesù diceva: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno". Poi, spartite le sue vesti, le tirarono a sorte.” (Luca 23:34 LND)
Sapiamo almeno una parte di come Dio Padre ha risposto a questa preghiera, perché nell’Evangelo di Luca, scopriamo che mentre entrambi i ladroni Lo insultavano all’inizio, ad un certo punto, uno di loro fu convinto del proprio peccato e della Giustizia di Gesù, e credette in Lui quale Messia, e quindi, fu salvato. Anche in mezzo alla sua sofferenza, Gesù aveva un cuore pronto ad accogliere un peccatore ravveduto che veniva a Lui con fede, perché stava soffrendo proprio per salvare peccatori. Quanto di più Gesù è pronto oggi ad accogliere chiunque viene a Lui con fede e vero ravvedimento!
Quindi, mentre Gesù era là, appeso sulla croce, veniva disprezzato in modo terribile dalle persone intorno a Lui. Pure, Egli non rispondeva, non rendeva oltraggio per l’oltraggio che riceveva. Subiva tutto senza lamentarsi, per poter salvare me e te, e chiunque si ravvederà e verrà a Lui.
Tenebre sulla terra
Tutte le sofferenze che abbiamo considerato finora provenivano dagli uomini. Erano terribili. Erano sofferenze fisiche terribili. Erano disprezzi, erano oltraggi fisici e anche verbali.
Non ne ho parlato, ma c’era anche la sofferenza di essere abbandonato dai suoi discepoli. Quanto erano terribili le sofferenze che Gesù subì sulla croce.
Però, le sofferenze che ho elencato finora erano tutte causate dagli uomini. Per quanto erano terribili, non erano la sofferenza peggiore.
La sofferenza peggiore, infinitamente peggiore, non veniva dagli uomini, bensì da Dio stesso.
Per capire la sofferenza che Gesù Cristo ricevette da Dio Padre, dobbiamo considerare il rapporto far il Padre e il Figlio. Dall’eternità passata, Gesù è il Figlio di Dio, eterno, pienamente divino. Gesù è sempre stato con il Padre, con una comunione perfetta.
In Giovanni 17, la notte prima della croce, Gesù pregò riconoscendo la gloria che aveva sempre avuto con il Padre. Leggo le sue parole che dichiara al Padre in Giovanni 17:1,2, 5.
“1 Queste cose disse Gesù, poi alzò gli occhi al cielo e disse: "Padre, l’ora è venuta; glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi te, 2 poiché tu gli hai dato potere sopra ogni carne, affinché egli dia vita eterna a tutti coloro che tu gli hai dato.” (Giovanni 17:1-2 LND)
“Ora dunque, o Padre, glorificami presso di te della gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.” (Giovanni 17:5 LND)
Da tutta l’eternità passata, Cristo era in perfetta e assoluta comunione col Padre, pieno di gloria. Quindi, il fatto stesso di essere separato dal Padre era una sofferenza terribile. Gesù, il Santo di Dio, era UNO con il Padre. Essere separati è un dolore incomprensibile per noi. Eppure, per poter pagare la condanna per i tuoi e per i miei peccati, Gesù doveva essere separato dal Padre. Il Giusto doveva prendere su di Sé il peccato. E così, coperto con il NOSTRO peccato, Gesù doveva essere separato dal Padre, per poi essere punito dal Padre, al posto nostro.
Là sulla croce, Dio versava la sua ira contro il peccato su Gesù.
La Separazione
Là sulla croce, dalle nove di mattina a mezzogiorno, l’ora sesta secondo il testo biblico, Gesù soffriva da parte degli uomini. Da mezzogiorno fino alle quindici, Gesù soffriva dalla mano di Dio. Questa era la sofferenza che ci ha procurato il perdono e la salvezza.
Leggo di questa sofferenza in Matteo 27:45, e poi la spiego.
“Dall’ora sesta fino all’ora nona si fecero tenebre su tutto il paese.” (Matteo 27:45 LND)
Da circa mezzogiorno, fino a circa le tre di pomeriggio, si fecero tenebre su tutto il paese. Per ben tre ore, in pieno giorno, c’erano tenebre.
Questo era palesemente un atto miracoloso. Non era una eclissi del sole, perché era la Pasqua, e quindi, la luna era piena, e nella posizione sbagliata per una eclissi. Inoltre, un’eclissi dura qualche minuto, non tre ore. Non esiste alcuna fenomeno naturale che produce tenebre sul tutto il paese per tre ore. Questo era un grande atto miracoloso da parte di Dio.
Qual era il significato di queste tenebre? È fondamentale capirlo, per capire quello che Gesù ha compiuto per noi là, sulla croce.
Nella Bibbia, le tenebre sono un simbolo potente del giudizio di Dio. Luce rappresenta Dio, le tenebre rappresentano l’assenza di Dio.
Quindi, quando le tenebre cadono su qualcuno, significa che Dio ha abbandonato quella persona. Significa il giudizio di Dio che cade su quella persona. Non c’è nulla di peggio che trovarsi nelle tenebre.
Se è così per noi che siamo nati nelle tenebre, allora è infinitamente peggio per Gesù Cristo, che è la Luce del mondo. Cioè, di natura, Cristo è la luce, Egli è la fonte di luce per tutto il mondo.
Per tre ore, mentre Gesù era appeso alla croce, c’erano tenebre su tutto il paese perché il Padre stava punendo Gesù Cristo per i nostri peccati, e per i peccati di tutti coloro che avrebbe salvato. In quelle ore, Gesù soffriva la sofferenza peggiore che esiste, soffriva l’ira di Dio.
Gesù soffriva l’ira di Dio che avrebbe dovuto cadere sugli uomini peccatori per tutta l’eternità. Le tenebre rappresentavano il giudizio di Dio sui nostri peccati. Rappresentano l’ira di Dio contro il nostro peccato, che in quelle ore, era riversata sulla persona di Gesù Cristo, nostro Sostituto, per pagare la nostra condanna.
Nella Bibbia, troviamo ripetutamente che le tenebre rappresentano il giudizio di Dio. Per esempio, in Amos 8, Dio annuncia il suo terribile giudizio su Israele, e ne descrive vari aspetti. Vi leggo Amos 8:9
“In quel giorno avverrà," dice il Signore, l’Eterno, "che io farò tramontare il sole a mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno.” (Amos 8:9 LND)
Questa è anche una profezia di quello che è successo quando Gesù era sulla croce. In quel giorno Gesù soffriva un’incredibile agonia, abbandonato da tutti. Essendosi caricato con il nostro peccato, fu separato dalla perfetta comunione con il Padre che aveva goduto dall’eternità passata. Tutto questo perché stava soffrendo l'ira di Dio al posto di peccatori. Questa era infinitamente più terribile di quanto erano le sofferenze fisiche che aveva subito.
Vi leggo alcuni altri versetti che dimostrano che le tenebre rappresentano il giudizio di Dio. Tenete presente che quando la Bibbia parla del “giorno del SIGNORE,” o di “quel giorno,” si riferisce al giorno di giudizio. Leggo Isaia 5:20, e poi Amos 5:18, 20.
“In quel giorno ruggiranno contro Giuda, come rugge il mare; a guardare il paese, ecco tenebre e angoscia, e la luce sarà oscurata dalle nuvole.” (Isaia 5:30 LND)
“Guai a voi che desiderate il giorno dell’Eterno! Che sarà mai per voi il giorno dell’Eterno? Sarà un giorno di tenebre e non di luce.” (Amos 5:18 LND)
“Il giorno dell’Eterno non è forse tenebre e non luce, molto tenebroso e senza alcun splendore?” (Amos 5:20 LND)
Leggo anche Sofonia 1:14-16.
“14 Il giorno dell’Eterno è vicino, è vicino e giunge in gran fretta. Il suono del giorno dell’Eterno è amaro; allora l’uomo valoroso griderà forte. 15 Quel giorno è un giorno di ira, un giorno di calamità e angoscia, un giorno di distruzione e desolazione, un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole e fitta oscurità, 16 un giorno di squillo di tromba e di allarme contro le città fortificate e contro le alte torri.” (Sofonia 1:14-16 LND)
Questi brani dimostrano chiaramente che le tenebre rappresentano il giudizio di Dio. Appeso alla croce, Gesù stava subendo il giudizio di Dio contro il peccato, per riscattare coloro che Dio voleva salvare. Gesù stava soffrendo l’ira di Dio a posto nostro, per pagare i nostri peccati, per salvarci dalla condanna eterna che noi meritavamo.
Più volte, Gesù aveva dichiarato che stava per morire come riscatto, ossia, per prendere la punizione di quelli che Dio avrebbe salvato. Vi leggo le parole di Gesù a proposito in Matteo 20 e Matteo 26.
“Poiché anche il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti".” (Matteo 20:28 LND)
“perché questo è il mio sangue, il sangue del nuovo patto che è sparso per molti per il perdono dei peccati.” (Matteo 26:28 LND)
Considerate il senso in cui Gesù è stato il prezzo di riscatto. Egli ha subito l’ira di Dio al posto di coloro che Egli ha riscattato, quindi, al posto nostro se siamo salvati. Gesù si è caricato dei peccati degli uomini, per subire il giudizio di Dio al loro posto. Un brano che rende chiaro questo fatto è Galati 3:13. Ve lo leggo.
“Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi (poiché sta scritto: "Maledetto chiunque è appeso al legno"),” (Galati 3:13 LND)
Gesù Cristo è stato maledetto da Dio al posto nostro, affinché noi potessimo essere benedetti in Lui.
Essendosi caricato con il nostro peccato, Gesù fu separato dalla perfetta comunione con il Padre che aveva goduto dall’eternità passata. Gesù è luce, ma là sulla croce, per poter salvarci, Gesù Cristo è stato immerso nelle tenebre, separato dalla luce del Padre. Gesù è stato nelle tenebre della condanna contro il peccato. Per rendere chiaro che Gesù stava subendo l’ira di Dio contro il peccato, Dio fece tenebre su tutto il paese. Gesù fu escluso da ogni forma di luce da parte di Dio.
Erano ore di tormento totale, un tormento che nessun uomo ha mai conosciuto.
Carissimi, se voi appartenete a Dio per mezzo di Gesù Cristo, quell’inconcepibile sofferenze di Gesù Cristo era per voi. Egli doveva soffrire nelle tenebre, abbandonato da Dio al posto nostro, per poterci salvare! Che Dio ci aiuti a comprendere la profondità di questa verità.
Il Grido di Gesù
La sofferenza di Gesù nel essere separato da Dio per subire l’ira di Dio era tale che Gesù gridò in agonia alla fine di quelle ore. Leggiamo ancora da Matteo 27:45-46.
“45 Dall’ora sesta fino all’ora nona si fecero tenebre su tutto il paese. 46 Verso l’ora nona, Gesù gridò con gran voce dicendo: "Elì, Elì, lammà sabactanì?". Cioè: "Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?".” (Matteo 27:45-46 LND)
L’ora nona corrisponde alle tre del nostro pomeriggio. Per tre ore, Gesù è rimasto in silenzio, in un’agonia troppo terribile da poter essere descritta. In quelle ore, abbandonato da tutti, e abbandonato anche da Dio, Gesù subiva la terribile ira di Dio contro il nostro peccato. Poi, verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lamà sabactàni?» cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»
Dal profondo della sua anima, Gesù gridò per esprimere la sua totale agonia, una agonia infinitamente peggiore di qualsiasi agonia umana.
Non era una domanda, in quanto, Gesù conosceva perfettamente il motivo per cui stava soffrendo l’ira di Dio. Era un grido di agonia.
Però, nonostante la sua agonia, Gesù gridò: “Dio mio, Dio mio”. Anche in mezzo alla sofferenza, anche mentre subiva l’ira di Dio, Gesù, avendo preso la forma di uomo, continuava a guardare a Dio con fede. Poneva tutta la sua speranza in Dio, anche nel momento più buio.
Nonostante che Gesù era separato dal Padre per quelle ore, e aveva subito l’ira di Dio, guardava a Dio con fede, e diceva: Dio MIO.
Non dobbiamo mai dimenticare il motivo per cui Gesù fu disposto a soffrire volontariamente una tale angoscia. La ragione per cui Gesù fu disposto ad essere separato da Dio era per poter riconciliare noi a Dio. Gesù ha subito l’ira di Dio per permettere a noi di ricevere la grazia di Dio. Gesù si è caricato dei nostri peccati per poterci coprire con la sua giustizia. Le incomprensibili sofferenze di Gesù Cristo furono il prezzo necessario per poterci salvare eternamente.
L’aceto
Dopo che Gesù aveva gridato in agonia, le persone Lo disprezzavano ancora. Leggo i vv.47-49
“47 E alcuni fra i presenti, udito questo, dicevano: "Costui chiama Elia". 48 E in quell’istante uno di loro corse, prese una spugna, l’inzuppò d’aceto e, infilatala in cima ad una canna, gli diede da bere. 49 Ma gli altri dicevano: "Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo".” (Matteo 27:47-49 LND)
Anche in quel momento, le persone disprezzavano Gesù. Ormai, Gesù aveva dato tutto, per poter salvare uomini peccatori.
È Compiuto
A questo punto, Matteo racconta con semplicità che Dio rese suo spirito. Leggo Matteo 27:50:
“E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo spirito.” (Matteo 27:50 LND)
Gesù rese lo spirito, avendo poter sulla morte. Il Vangelo di Giovanni aggiunge un dettaglio molto importante che voglio notare. Leggiamo quello che Gesù dichiarò appena prima di rendere il suo spirito, in Giovanni 19:30.
“Quando Gesù ebbe preso l’aceto disse: "È compiuto". E, chinato il capo, rese lo spirito.” (Giovanni 19:30 LND)
È estremamente importante fermarsi e considerare il significato delle parole: “è compiuto”. La parola greca che viene così tradotta vuol dire: “compiuto, portato a termine”. Significa anche: pienamente pagato, nel senso di una multa o un debito che viene totalmente saldato.
La stessa parola viene usata in Giovanni 19:28, dove è tradotta “compiuta”.
“Dopo questo, sapendo Gesù che ogni cosa era ormai compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: "Ho sete".” (Giovanni 19:28 LND)
A questo punto, Gesù aveva compiuto tutto quello per cui era venuto alla terra, tutta l'opera che il Padre gli aveva dato da fare. Aveva predicato l’Evangelo, aveva compiuto tanti miracoli per provare che è il Cristo, e ora, aveva compiuto la sua opera principale: Gesù aveva appena finito di subire l’ira di Dio, pagando così la condanna del peccato. Ormai, Gesù aveva pagato il prezzo della salvezza. La salvezza era pagata. Il perdono era una possibilità. La sua missione era compiuta.
Ora, per mezzo di quel sacrificio, c’è perdono e salvezza per chi si ravvede e crede nell’opera di Cristo Gesù.
Dopo quelle tre ore di tenebre, l’ira di Dio era placata. Il debito era pagato. La salvezza era compiuta. La luce del sole brillò di nuovo sulla terra, e su Gesù. Gesù poteva riprendere la comunione con il Padre.
Questo riguarda noi
Se qualcuno si ravvede di cuore, e crede totalmente e solamente in Gesù Cristo, i suoi peccati sono stati pagati dalle sofferenze di Gesù Cristo.
Se tu sei in Cristo, i tuoi peccati sono stati pagati da Cristo, mentre era sulla croce. La sofferenza di Gesù Cristo era per te.
La vittoria di Gesù ha provveduto per noi di essere giustificati, per essere riconciliati con Dio. In 2 Corinzi, troviamo una spiegazione di quello che è accaduto quel giorno sulla croce.
“Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.” (2Corinzi 5:21 LND)
Dio Padre ha fatto diventare il suo Figlio innocente, Gesù Cristo, peccato per noi peccatori, affinché noi diventassimo, per mezzo della fede, giustizia di Dio in Lui.
Quindi, avendo pagato la condanna per il peccato, Gesù dichiarò: è compiuto. Ora, poteva rendere lo spirito. La vittoria era sua.
Applicazione:
La nostra salvezza è stata comprata, con la sofferenza di Gesù Cristo. Gesù soffriva da parte degli uomini, in modo totalmente ingiusto, e così, fu tentato in ogni cosa, come noi, senza però peccato. Poi, Gesù soffriva da parte dal Padre, e con quella sofferenza, pagò il debito per i nostri peccati, se siamo salvati, e il debito per i peccati di tutti coloro che si ravvederanno di cuore e crederanno in Lui.
Prego che possiamo comprendere sempre di più l’immensità dell’amore di Dio per noi, che vediamo soprattutto nelle sofferenze che Gesù Cristo ha subito per poter salvarci. Che immenso amore.
Riflettiamo molto sulle sofferenze di Cristo, e soprattutto la sofferenza di subire l'ira di Dio, per poter capire quanto terribili sono i nostri peccati. I nostri peccati sono così terribili agli occhi di Dio che solamente la sofferenza di Cristo era sufficiente a pagare la condanna per essi.
Prego che resteremo meravigliati dal immenso amore di Dio, e prego che vedremo quanto sono terribili i nostri peccati.
Una parola per quanto riguarda le nostre sofferenze:
Quando la provvidenza di Dio porta sofferenza nella tua vita, ricordati che non è nulla in confronto con la sofferenza di Gesù Cristo. La vera sofferenza, quella che avremo dovuto subire per tutta l’eternità, non ci toccherà mai, perché Gesù Cristo l’ha già pagato per noi sulla croce.
Riflettete spesso sulle sofferenze di Cristo Gesù, perché ci aiuta a capire meglio la grandezza della nostra salvezza, e quanto è immenso l'amore di Dio. Infatti, non possiamo comprendere la grandezza dell'amore di Dio, senza capire la grandezza della sofferenza di Cristo.
Che Dio ci aiuti a meditare spesso sulle sofferenze di Cristo Gesù per noi, e a capire di più la profondità dall’amore infinito che Lo ha spinto a salvarci.