Aiuto Biblico

Conoscitore della sofferenza

Isaia 53 ed altri brani

Sermone di Marco de Felice, www.Aiutobiblico.org per domenica 5 aprile 2015, – cmd dmp –
Descrizione: Per poterci salvare Gesù doveva conoscere la sofferenza. Lo fece per amore.
parole chiave: Pasqua, sofferenza di Cristo

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Qual'è la forza più grande e potente del mondo? La forza più grande del mondo è l'amore. L'amore è qualcosa di incredibile, può spingere una persona a fare l'impensabile, a soffrire per poter portare del bene a colui che ama.

L'amore è il dono più grande che esiste, e l'amore si misura in base a quanto una persona è pronta a soffrire e sacrificarsi per portare del vero bene ad un altro. Chi è amato, è benedetto.

Oggi, vorremmo considerare l'immenso amore di Gesù Cristo per le sue pecore, manifestato nelle sue sofferenze.

Quando pensiamo alla Pasqua, e specificamente alla croce di Gesù Cristo, pensiamo alla sua sofferenza, sia la sofferenza fisica terribile, che la sua sofferenza spirituale nel portare il peccato e soffrire l'ira di Dio. Però, Gesù soffrì anche in altri modi. In Isaia 53:3 leggiamo:

“Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori, conoscitore della sofferenza.” (Isaia 53:3 LND)

Gesù conosce ogni forma di sofferenza, e perciò, come nostro Sommo Sacerdote, può venire in aiuto a noi in ogni nostra sofferenza, come leggiamo in Ebrei 4:15.

"Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato." (Ebrei 4:15).

Gesù ha conosciuto ogni tipo di tentazione, ovvero prova, e perciò, ci comprende in tutto quello che passiamo. Oggi, pensando alla Pasqua, vogliamo considerare alcune delle sofferenze di Cristo, che Lo rendono vicino a noi.

Vedremo solo alcune delle sofferenze di Gesù Cristo, ma prego che ci aiuteranno a capire di più il suo immenso amore per noi, e possiamo anche capire che nelle nostre sofferenze, non siamo soli, perché Cristo conosce la sofferenza, e può simpatizzare con noi in ogni situazione.

Entrando in Gerusalemme

Per iniziare, consideriamo quando Gesù entrò in Gerusalemme seduto sopra un puledro. Leggiamo insieme Luca 19:28-44. Per capire questo brano, dobbiamo capire che secoli prima, Dio aveva profetizzato che il Cristo, il Messia, sarebbe entrato a Gerusalemme sopra un puledro. Quindi, dopo tutto quello che Gesù aveva fatto, quando alla fine entrò in Gerusalemme così, tante persone, ricordandosi della profezia, lo acclamavano come il re! Quel che voglio notare è che, mentre la folla acclamava Gesù con grande onore, Gesù era rattristato, perché sapeva che la maggioranza del popolo Lo avrebbe rifiutato, rifiutando così la salvezza. Per questo, era stabilito che Gerusalemme sarebbe stata distrutta. Se tu sei mai stato rattristato per una persona cara che rifiuta la salvezza, sappi che Gesù conosce il tuo dolore Leggo Luca 19:28-44.

“28 Dopo aver detto queste cose, egli andava avanti salendo a Gerusalemme. 29 E, come fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli, 30 dicendo: "Andate nel villaggio di fronte, entrando nel quale troverete un puledro di asino legato, su cui nessun uomo è mai salito; scioglietelo e conducetelo qui. 31 E se qualcuno vi domanda perché lo sciogliete, direte loro così: "Il Signore ne ha bisogno"". 32 E quelli che erano stati mandati andarono e trovarono come egli aveva loro detto. 33 E, mentre scioglievano il puledro, i suoi padroni dissero loro: "Perché sciogliete il puledro?". 34 Ed essi dissero: "Il Signore ne ha bisogno". 35 Lo condussero allora da Gesù e, gettate le loro vesti sopra il puledro, vi fecero montare Gesù. 36 E, mentre egli avanzava, stendevano le loro vesti sulla strada. 37 E, quando egli fu vicino alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli iniziò con gioia a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano visto, 38 dicendo: "Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi". 39 E alcuni farisei fra la folla gli dissero: "Maestro, sgrida i tuoi discepoli!". 40 Ed egli, rispondendo, disse loro: "Io vi dico che se costoro tacessero, griderebbero le pietre".” (Luca 19:28-40 LND)

Mi fermo, voglio che notiamo attentamente il cuore di Gesù, e la sua grande tristezza, proprio mentre entrava in Gerusalemme. Leggo dal versetto 41.

"E, come egli si avvicinava, vide la città e pianse su di essa, dicendo: o, se tu, proprio tu, avessi riconosciuto almeno in questo tuo giorno le cose necessarie alla tua pace! Ma ora esse sono nascosti ai tuoi occhi. Poiché verranno sopra di te dei giorni in cui i tuoi nemici che faranno degli argini attorno, ti accerchieranno e ti assedieranno da ogni parte. E abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te. E non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. (Luca 19:41-44 LND).

Gesù amava le persone di Gerusalemme, e quindi, mentre la folla Lo acclamava come Re, Gesù era pieno di dolore per loro, sapendo che non avrebbero accolto la salvezza in Lui. Quindi, Gesù era terribilmente rattristato per loro, e pianse su Gerusalemme. Gesù vedeva che il suo amore per loro sarebbe stato rifiutato.

Se capita nella tua vita che il tuo amore per qualcuno viene respinto, e quella persona prende una brutta via e rifiuta l'aiuto che vorresti dare, sappi che Gesù ha sofferto molto più di te per questo. E perciò, può comprenderti pienamente.

Gesù nel tempio

Passiamo ora a vedere il dolore che Gesù aveva quando entrò nel tempio e vide che quello che doveva essere una casa di preghiera era un covo di ladroni. Gesù aveva un cuore che ardeva con zelo per la gloria del Padre suo! Quindi, vedere questo modo in cui Dio fu terribilmente disprezzato, per Lui era un dolore terribile. Leggiamo di questo in Matteo 21:12,13. Non c'era nulla così importante per Gesù quanto la gloria del Padre suo, ed in questo caso, vede quella gloria disprezzata dagli uomini. Leggo.

"Poi Gesù entrò nel tempio di Dio, né scacciò tutti coloro che nel tempio vendevano e compravano, e rovesciò le tavole dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombi. E disse loro: sta scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera", ma voi ne avete fatto un covo di ladroni. (Matteo 21:12,13)

Quanto era doloroso per Gesù vedere il tempio usato così, usato per il peccato, anziché per adorare Dio. Che terribile immensa delusione per lui. Non saremo mai delusi dalle scelte degli altri quanto Gesù, e quindi, Egli conosce quella sofferenza, e può simpatizzare con noi. Veramente, Gesù è stato tentato in ogni cosa, senza però peccare. Egli può essere il nostro sommo sacerdote in ogni cosa.

L'Ultima Cena

Arriviamo ora a giovedì sera, la sera in cui Gesù fu arrestato e poi maltrattato prima di essere portato a Pilato la mattina seguente. Gesù sta facendo l'ultima cena con i suoi discepoli. Il suo cuore è estremamente aggravato, sapendo quello che dovrà affrontare. A differenza di noi, Gesù conosceva esattamente tutto quello che doveva soffrire. Ma per amore nostro era pronto ad accettare tutta la sofferenza.

Durante la cena, Gesù aveva diversi motivi per soffrire.

Certamente soffriva pensando a quello che stava per subire. Però, soffriva anche per il comportamento dei suoi discepoli. Anziché avere premura per Lui, i discepoli pensavano a loro stessi. Leggo Luca 22:14-24. Ci troviamo con Gesù e i suoi discepoli. Più volte, Gesù aveva già detto loro che doveva essere maltrattato e poi crocefisso. Leggo.

“14 E, quando giunse l’ora, egli si mise a tavola e i dodici apostoli con lui. 15 Allora egli disse loro: "Ho grandemente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi prima di soffrire, 16 poiché io vi dico che non ne mangerò più finché tutto sia compiuto nel regno di Dio". 17 Poi prese il calice, rese grazie e disse: "Prendete questo e dividetelo fra di voi, 18 perché io vi dico che non berrò più del frutto della vite, finché il regno di Dio sia venuto". 19 Poi, preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me" 20 Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi. 21 Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è sulla tavola con me. 22 Certamente il Figlio dell’uomo se ne va, come è stabilito, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è tradito!". 23 Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro, chi di loro avrebbe fatto questo. 24 E tra di loro sorse anche una contesa, intorno a chi di loro doveva essere considerato il maggiore.” (Luca 22:14-24 LND)

Pensate al cuore di Gesù. Lui spiega che questa è l'ultima volta che mangerà con loro. Nella sua mente, vede la croce e tutto quello che comprende. Sapendo che la sua sofferenza e morte sarebbero avvenute nella mattina, spezza il pane e dà il calice ai discepoli, per aiutarli a capire il significato della sua morte. E poi, dichiara che uno di loro stava per tradirLo. Non riusciamo a concepire minimamente l'immensità del dolore di Gesù in quell'ora. Quanto il suo cuore era spezzato e aggravato. Quanto avrebbe desiderato qualche parola di incoraggiamento, qualche appoggio da parte dei suoi discepoli. Invece, la loro reazione è stata quella che leggiamo nel versetto 24. Ve lo leggo di nuovo.

"E tra di loro sorse anche una contesa, intorno a chi di loro doveva essere considerato il maggiore." (Luca 22:24).

Questo era un terribile disprezzo verso Gesù da parte dei suoi discepoli. I suoi discepoli erano le persone più vicine a lui nel mondo. Perfino la sua famiglia lo vedeva come fuori di testa. Umanamente parlando, aveva solamente questi apostoli, e uno di loro stava per tradirlo, e adesso, sentendo del suo sacrificio, i discepoli cominciano a discutere di chi fosse il maggiore, il più importante. Anche questa era una sofferenza terribile per Gesù, non perché era dispiaciuto per se stesso, ma voleva che loro avessero a cuore la gloria di Dio e il suo regno, e invece stavano ancora cercando la propria gloria.

Quando capita nella tua vita che gli altri ti deludono, magari anche le persone più vicine a te, sappi che Gesù è stato deluso molto più di te. Egli meritava tutto, meritava la gloria dai suoi apostoli, quel che noi non meritiamo, meritava che loro fossero comprensivi, che Lo avessero avuto nel cuore. E invece, pensavano a loro stessi. Se tu dovessi subire qualcosa del genere, sappi che Gesù ha subito di più, e può appoggiarti. E poi, se succede a te, ricordati che anche tu hai deluso altri, e soprattutto, anche tu hai deluso Dio, ripetutamente, e profondamente.

Quindi, anche in questa situazione Gesù soffriva terribilmente, ed era solo una parte delle tante sofferenze subite per salvare un popolo peccaminoso come noi.

Pietro

Ora vogliamo considerare quanto Gesù soffrì per il rinnegamento di Pietro. Conosciamo la storia, ma voglio pensare a tutto quello che era successo prima e rendeva più grande il dolore di Cristo. Che triste per Gesù vedere l'orgoglio di Pietro!

Quell'ultima cena, dopo che Gesù aveva parlato della sua morte, dopo che aveva condiviso il pane e il calice con loro per simboleggiare la sua morte, dopo avere annunciato che uno di loro lo avrebbe tradito, Gesù dichiara loro che tutti saranno scandalizzati, ovvero inciamperanno , e che tutti saranno dispersi. Pensate alla tristezza di Gesù, nel dover annunciare loro che tutti quanti lo avrebbero abbandonato quella sera. Questo in sé era un peso tremendo. Però, molto più dolorosa è stata la reazione di Pietro. Leggo Matteo 26:31-35. Qui, vediamo l'orgoglio terribile di Pietro, che può aiutarci a riconoscere quanto è terribile il nostro orgoglio.

"Allora Gesù disse loro: voi tutti questa notte sarete scandalizzati per causa mia, perché sta scritto: "percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse". Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea. Allora Pietro, rispondendo, gli disse: "quand'anche tutti si scandalizzassero per causa tua, io non mi scandalizzerò mai! Gesù gli disse: in verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Pietro gli disse: anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò. Lo stesso dissero anche tutti i discepoli. (Matteo 26:31-35)

Che dolore per Gesù vedere questo orgoglio terribile in Pietro. Pensate: Pietro contraddiceva Gesù. Così forte era l'orgoglio di Pietro che lo rendeva cieco, era pronto a discutere con Gesù, ed effettivamente dire a Gesù che si sbagliava. Questo è incredibile, questo è difficile da capire. E poi, non lo fa solo una volta, ma ben due volte Pietro contraddice Gesù. Quanto era grande il dolore di Gesù sentendo Pietro parlare così. L'orgoglio di Pietro era una spada nel cuore di Gesù.

Conosciamo tutti la storia, quando Gesù fu portato nella casa del sommo sacerdote, Pietro e Giovanni lo seguirono. Leggiamo quello che è successo, in Matteo 26:69-75. Poi, aggiungerò un dettaglio da Luca 22:60-62. Leggo prima da Matteo.

“69 Ora Pietro sedeva fuori nel cortile e una serva si accostò a lui, dicendo: "Anche tu eri con Gesù il Galileo". 70 Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: "Non so di che stai parlando". 71 Come egli uscì nell’atrio, un’altra lo vide e disse a quelli che erano là: "Anche costui era con Gesù il Nazareno!". 72 Ma egli di nuovo lo negò con giuramento, dicendo: "Io non conosco quell’uomo". 73 Poco dopo anche gli astanti, accostatisi, dissero a Pietro: "Certo, anche tu sei uno di loro, perché il tuo parlare ti tradisce". 74 Allora egli cominciò a maledire e a giurare, dicendo: "Io non conosco quell’uomo". E in quell’istante il gallo cantò. 75 Allora Pietro si ricordò della parola di Gesù che gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte," Ed egli uscì, e pianse amaramente.” (Matteo 26:69-75 LND)

Che terribile, Pietro che poche ore prima si era così vantato, ora, in modo veramente abominevole, nega di conoscere Gesù Cristo. E peggio ancora, Gesù era pochi metri da lui, appena dentro la casa, con le finestra aperta, e quell'ultima volta, Gesù si gira e guarda negli occhi Pietro. Leggo di questo in Luca 22:60-62. Questa è la terza volta che Pietro nega di conoscere Gesù.

Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici." E subito, mentre ancora parlava, il gallo cantò. E il Signore, voltatosi, guardò Pietro. E Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Allora Pietro uscì fuori e pianse amaramente." ( Luca 22:60-62)

Quando Pietro si vantava che non sarebbe mai stato scandalizzato, anche se gli altri discepoli lo fossero stati, e poi con forza dichiarava che non avrebbe mai negato Cristo, vedere il suo orgoglio era un dolore molto profondo per Gesù. Per Cristo, il Santo di Dio, vedere il nostro peccato è molto doloroso. Poi, era estremamente doloroso sentire Pietro vantarsi, sapendo che fra pochissimo avrebbe fatto proprio quello che diceva che non avrebbe mai fatto. Quindi, Gesù soffriva tanto per l'orgoglio di Pietro, ed anche quando fu rinnegato da Pietro.

Pensate a Gesù lì nella casa. Lo stavano disprezzando, stavano negando che Gesù è il Figlio di Dio, lo stavano maltrattando e sputando addosso. In mezzo a tutto quel dolore, Gesù sente Pietro fuori nel cortile negare con giuramento di conoscerlo. Questo era una spada nel cuore di Gesù.

Gesù ha subito tutto questo per salvare Pietro, e per salvare noi. Gesù era pronto a soffrire per noi, soffrire in ogni senso, fino alla morte. Questo è l'amore di Gesù Cristo per noi. Questo è la base della nostra salvezza.

E ricorda anche che quando tu devi soffrire, tu puoi trovare un forte appoggio in Gesù Cristo, perché lui capisce ogni tipo di sofferenza.

Nel Giardino

Un altro momento di grande sofferenza è quando Gesù è stato nel Getsemani per pregare. Il suo cuore era angosciato. Aveva il peso dei peccati di un moltitudine di persone sul suo cuore, e ben presto sarebbe stato punito per quei peccati. Desiderava profondamente un appoggio dai suoi discepoli, soprattutto dai tre discepoli più intimi e più vicini a lui, Pietro, Giovanni, e Giacomo. L'appoggio di persone care per noi vale tantissimo, ma anche questo è stato negato a Gesù dai suoi discepoli. Leggiamo Matteo 26:36-46. Mentre leggo, notate il cuore di Gesù, e la profondità delle sue sofferenze. Soffriva per quello che stava per affrontare, e soffriva per il fatto che i suoi apostoli non potevano restare svegli con lui. Leggo.

“36 Allora Gesù andò con loro in un luogo, chiamato Getsemani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". 37 E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e grande angoscia. 38 Allora egli disse loro: "L’anima mia è profondamente triste, fino alla morte; restate qui e vegliate con me". 39 E andato un poco in avanti, si gettò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu". 40 Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: "Così non avete potuto vegliare neppure un’ora con me? 41 Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione, poiché lo spirito è pronto ma la carne è debole". 42 Si allontanò di nuovo per la seconda volta e pregò, dicendo: "Padre mio, se non è possibile che questo calice si allontani da me senza che io lo beva sia fatta la tua volontà!". 43 Poi, tornato di nuovo, li trovò che dormivano, perché i loro occhi erano appesantiti. 44 E, lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, dicendo le medesime parole. 45 Ritornò poi dai suoi discepoli e disse loro: "Da ora in poi dormite pure e riposatevi; ecco l’ora è giunta e il Figlio dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. 46 Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino".” (Matteo 26:36-46 LND)

Qui, vediamo sofferenza dopo sofferenza. Gesù era così aggravato che dichiara nel versetto 38:

"L'anima mia è profondamente triste, fino alla morte., Restate qui e vegliate con me."

Poi, nella sua preghiera chiede a Dio se fosse possibile che quel calice, il calice delle sofferenze per i peccati degli altri, fosse tolto da lui. Ma era sempre prontissimo a fare la volontà del Padre, e non la sua.

Torna e trova i discepoli che dormivano, e riprende loro con dolcezza, che non potevano vegliare neppure un'ora con lui. Nelle sue sofferenze, Gesù non aveva nemmeno l'appoggio dei suoi discepoli più intimi. È rimasto tutto solo.

E qui voglio notare una verità importantissima. Nelle sue sofferenze, nel giardino, e soprattutto mentre era appeso alla croce, Gesù è rimasto solo, non aveva un appoggio, non aveva sostegno. Sulla croce è stato perfino abbandonato da Dio.

Tutto questo lo ha fatto per noi. Infatti, per mezzo dell'opera di Gesù, quando Dio ci salva, non ci lascia mai soli. Dio ci promette che non ci lascerà e non ci abbandonerà. Gesù è rimasto solo, affinché noi non dovremo mai restare soli.

Quanto Gesù ha sofferto per noi, per poterci salvare! E inoltre, come nostro Sommo Sacerdote, il fatto che Egli è stato tentato in ogni cosa, senza peccare, vuol dire che può aiutarci in ogni cosa.

La Sofferenza Sulla Croce

In realtà, ci sono tanti altri tipi di sofferenze che Gesù subì. In Marco 3, impariamo che la Sua famiglia pensava che Gesù fosse fuori di sé, ovvero che aveva perso la testa. I farisei dicevano che Gesù aveva un demone, e compiva miracoli per i poteri di Satana. Gesù conosceva la fame, e la stanchezza, e conosceva cosa vuol dire essere odiato.

Quando Gesù è stato arrestato, è stato terribilmente oltraggiato e disprezzato a casa del sommo sacerdote. Essi Gli hanno sputato in faccia, Lo hanno percosso. Quando poi è stato portato davanti a Pilato, la folla gridava che fosse crocefisso. Poi fu consegnato ai soldati, che hanno messo una corona di spine sulla sua testa, e Lo hanno percosso alla testa. La sofferenza di Gesù era sia fisica che una sofferenza di cuore. Poi, lo hanno appeso alla croce. Era una morte terribile, estremamente dolorosa, e così Gesù, nudo, era appeso con terribile sofferenza, mentre le persone passavano sotto la croce disprezzandolo.

Tutto questo era una sofferenza terribile. Ma la sofferenza più terribile era subire l'ira di Dio per poter salvare uomini peccatori. Infatti, per quanto era terribile la sofferenza fisica della croce, non era nulla in confronto alla sofferenza spirituale che Gesù subiva. Leggiamo qualche versetto della sua crocifissione.

Per primo, leggiamo Marco 15:25,29-34.

“Era l’ora terza quando lo crocifissero.” (Marco 15:25 LND)

L'ora terza sarebbe le nove della mattina Quindi, hanno inchiodato Gesù alla croce verso le nove. Passiamo ora al versetto 29, che descrive quello che è successo in quelle prime ore.

“29 E coloro che passavano lì vicino lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: "Eh, tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo riedifichi, 30 salva te stesso e scendi giù dalla croce!". 31 Similmente anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano tra di loro: "Ha salvato altri, e non può salvare se stesso. 32 Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, affinché lo vediamo e crediamo". Anche quelli che erano stati crocifissi con lui, lo ingiuriavano. 33 Poi, venuta l’ora sesta, si fece buio su tutto il paese fino all’ora nona. 34 E all’ora nona, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lammà sabactanì?", che, tradotto, vuol dire: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?.".” (Marco 15:29-34 LND)

Gesù fu terribilmente disprezzato e schernito mentre era appeso sulla croce. Anche questa era una sofferenza terribile. Lo sfidavano a mostrare di essere il Cristo, scendendo dalla croce. Egli avrebbe potuto scendere dalla croce, ma doveva restare appeso là per poter compiere la salvezza.

Infatti, quelle tre ore di tenebre erano le ore in cui Dio Lo stava punendo per il peccato. Nella Bibbia impariamo che tenebre rappresentano il giudizio di Dio. Fra tutte le sofferenze che Gesù subiva, la peggiore in assoluto era subire l'ira del Padre. Infatti, in quelle ore, Gesù fu abbandonato dal Padre, perché doveva soffrire da solo.

Leggiamo di nuovo il versetto 34, che descrive Gesù alla fine di quelle tre ore in cui ha sofferto l'ira di Dio.

4 E all’ora nona, Gesù gridò a gran voce: "Eloì, Eloì, lammà sabactanì?", che, tradotto, vuol dire: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?.".” (Marco 15:34 LND)

Questa sofferenza terribile, sofferenza che nessun altro avrebbe potuto pagare, Gesù la subì al posto nostro, per poterci perdonare. Così grande è il suo amore che Lo spinse a fare questo per noi.

Avendo subito l'ira di Dio, il prezzo del peccato era pagato. A quel punto, Gesù poteva gridare parole meravigliose, meravigliose per tutti coloro che si ravvedono e credono in lui come Signore e Salvatore. Leggo quello che riporta Giovanni in Giovanni 19:28-30.

“28 Dopo questo, sapendo Gesù che ogni cosa era ormai compiuta, affinché si adempisse la Scrittura, disse: "Ho sete". 29 Or c’era là un vaso pieno d’aceto. Inzuppata, dunque, una spugna nell’aceto e postala in cima ad un ramo d’issopo, gliela accostarono alla bocca. 30 Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: "È compiuto". E, chinato il capo, rese lo spirito.” (Giovanni 19:28-30 LND)

Quelle parole, “è compiuto”, sono parole meravigliose, perché con quelle parole Gesù stava dichiarando che il prezzo del peccato era stato pagato in pieno. Chiunque si ravvede e pone la sua fede in Lui viene perdonato, perché il suo peccato è pienamente pagato.

Con quelle parole, la salvezza è diventata una realtà. Con quelle parole, è stata aperta la porta alla presenza di Dio per mezzo Della fede in Gesù Cristo.

Essere appeso a quella croce era una sofferenza inconcepibile per noi, però, infinitamente peggio di quel dolore era il dolore nell'anima di Gesù per essere abbandonato dal Padre, e subire l'ira di Dio per i nostri peccati. Qualunque sofferenza che tu dovrai mai affrontare, qualunque difficoltà, non sarà minimamente paragonabile a quello che Gesù Cristo ha sofferto per te. Infatti, ogni volta che la tua vita sembra pesante, ogni volta che a te sembra che non riesci a sopportare le difficoltà e i dolori, Ricordati che i veri dolori, quelli che dureranno per tutta l'eternità, il dolore infinito di essere puniti con l'ira di Dio per il nostro peccato, non li dovremo mai subire, se siamo in Cristo, perché Egli ha già sofferto al posto nostro.

La Risurrezione

Lodiamo Dio che Gesù ha sofferto per noi, non solo la croce, ma in ogni altro modo. Come è scritto in Isaia 53:3, Gesù è il conoscitore della sofferenza. Per questo, Egli è il nostro Sommo Sacerdote che può simpatizzare con noi in ogni nostra sofferenza, tentazione e prova. Qualunque dolore tu puoi avere, sappi che Gesù ti comprende pienamente, e può curarti perfettamente.

E soprattutto, ricordati che questo è tutto grazie all'amore di Dio per noi. Gesù Cristo ha sofferto per amore nostro. Tu che ti ravvedi e credi di cuore in Gesù Cristo, tu sei amato da Cristo.

Lodiamo Dio perché il sacrificio di Cristo è stato sufficiente, e per questo, è risuscitato. Egli ha pagato, una volta per sempre, il prezzo del nostro peccato. Ora, è risorto, regna, e ritornerà. Ora, serviamo un Signore vivente e potente. Lodiamo Dio per quello che Gesù ha sofferto per noi per amore. Oh che possiamo vedere di più dell'immenso amore di Dio per noi in Gesù Cristo, visibile nelle sue sofferenze!