Non tutti coloro che dicono di parlare da parte di Dio parlano veramente da parte di Dio. Infatti, ci sono tanti che si presentano come uomini di Dio, si presentano come coloro che promuovono l'opera di Dio, ma in realtà, vivono pieni di peccato, cercando gloria per loro stessi.
Oggi, vorrei guardare insieme la terza epistola di Giovanni, che parla di questo. Giovanni ha scritto questa epistola ad un certo credente di nome Gaio. In questo epistola, impariamo l'importanza di vivere in modo da promuovere il regno di Dio, e che coloro che promuovono loro stessi spesso non sono nemmeno salvati.
In questo epistola, Giovanni sta scrivendo a questo Gaio, che faceva parte di una chiesa. Gaio aveva la reputazione di accogliere i credenti che passavano la sua città per andare e predicare Cristo. Giovanni incoraggia Gaio in questo suo ministero, e parlava di quanto è importante camminare nella verità. Giovanni incoraggia Gaio a continuare questo suo ministero.
Poi, Giovanni avverte Gaio che un capo della chiesa di Gaio, un certo Diotrefe, stava ostacolando l'opera di Dio, e che dal frutto della sua vita, si vedeva che in realtà, non conosceva Dio. Questo è un forte avvertimento, che ci aiuta a capire l'importanza di capire chi è da Dio e che non è da Dio.
Giovanni incoraggia Gaio anche menzionando un altro fratello fedele, Demetrio, e come avevo una buona testimonianza da tutti. È importante non focalizzare solo su chi è infedele, ma riconoscere coloro che camminano bene.
Con quella base, seguite mentre leggo 3 Giovanni 1:1-8.
“1 L’anziano al carissimo Gaio, che io amo in verità. 2 Carissimo, io desidero che tu prosperi in ogni cosa e goda buona salute, come prospera la tua anima. 3 Mi sono infatti grandemente rallegrato quando sono venuti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza della tua fedeltà alla verità, in quanto tu cammini in verità, 4 Non ho gioia più grande di questa: di sentire che i miei figli camminano nella verità. 5 Carissimo, tu agisci fedelmente in tutto ciò che fai per i fratelli e per i forestieri. 6 Essi hanno reso testimonianza del tuo amore davanti alla chiesa; tu farai bene a provvedere loro per il viaggio in modo degno di Dio, 7 perché sono partiti per amore del suo nome, senza prendere nulla dai gentili. 8 Noi dobbiamo dunque accogliere tali persone, per essere collaboratori nella causa della verità.” (3 Giovanni 1:1-8)
Il versetto 1 ci dimostra molto del cuore di Giovanni, il cuore che dovremmo avere anche noi. Notate il suo grande amore per questo credente, Gaio, a cui scrive. In greco, la parola che noi abbiamo tradotta come carissimo è la parola amatissimo. Giovanni amava tantissimo Gaio. Leggo ancora il versetto 1.
“1 L’anziano al carissimo Gaio, che io amo in verità.” (3 Giovanni 1:1 LND)
Giovanni era un apostolo, ma si presenta semplicemente come l'anziano. Ormai, era vecchio. Anziché usare il suo titolo, si presenta semplicemente come l'anziano, il vecchio. Quando siamo sicuri nel ruolo che Dio ci ha dato, e non stiamo cercando gloria per noi stessi, spesso, i titoli non sono importanti. Ci sono casi in cui possono aiutare. Ma qua, Giovanni si presenta solo come “l’anziano”.
È evidente che Giovanni aveva un profondo amore per Gaio. Prima, usa l'avverbio carissimo, o meglio, amatissimo. Poi, per rendere ancora più evidente il suo amore per Gaio, dice: che io amo in verità.
L'amore di Giovanni per questo fratello in fede era un amore in verità. Non era un amore di sentimenti, non era un amore impuro, non era un amore perché riceveva qualche vantaggio o beneficio da Gaio. Il suo era un amore in verità.
Giovanni dichiara la stessa cosa quando ha scritto ad una sorella in fede in 2 Giovanni 1:1. Ve lo leggo.
“L’anziano alla signora eletta e ai suoi figli che amo in verità, e non io solo, ma anche tutti quelli che hanno conosciuto la verità,” (2 Giovanni 1:1 LND)
Nella carne, tendiamo a focalizzare su noi stessi, sulle nostre cose. Quando camminiamo come Cristo camminava, quando camminiamo in santità, con il cuore giusto, avremo anche noi un profondo amore in verità per gli altri. Ripetutamente troviamo comandamenti di amare gli uni gli altri, di impegnarci gli uni per gli altri. Giovanni aveva questo profondo amore per gli altri, un amore nella verità. Anche noi dobbiamo crescere nell'avere questo amore gli uni per gli altri.
In base al suo grande amore per Gaio, troviamo la sua preghiera per Gaio nel versetto 2. Seguite mentre lo leggo.
“2 Carissimo, io desidero che tu prosperi in ogni cosa e goda buona salute, come prospera la tua anima.” (3 Giovanni 1:2 LND)
Giovanni aveva già chiamato Gaio carissimo, o amatissimo, e poi aveva detto che lo amava. Adesso, di nuovo gli dà il titolo carissimo. Quando poi dice “io desidero che tu prosperi”, la parola per desidero potrebbe anche essere tradotto come io prego, infatti, varie volte viene tradotto con la parola pregare. Quindi, Paolo desiderava, o probabilmente meglio dire pregava, che Gaio potesse prosperare in ogni cosa, compresa la salute, come l'anima sua prosperava. In altre parole, l'anima di Gaio andava molto bene. Gaio camminava molto bene con Dio. E quindi, Giovanni pregava che tutti gli altri aspetti della sua vita potessero avere la stessa prosperità. Questo non era affinché godesse la vita terrena. Questo era perché, visto che lui si dedicava a promuovere il regno di Dio, prosperare avrebbe permesso a lui di fare ancora più per il regno.
Per esempio, in Salmo 67:1,2, il salmista prega per le benedizioni di Dio, che è la stessa cosa che chiedere che uno prosperare in ogni cosa. Però,è importante notare che non era per avere una vita più facile. Piuttosto, era affinché il nome di Dio fosse conosciuto in tutta la terra. Cioè, il motivo di desiderare le benedizioni di Dio è affinché possiamo essere usati di più nel far conoscere il nome di Dio.
Dicendo che l’anima di Gaio prosperava vuol dire che egli stava vivendo per il Signore, come Giovanni spiega in questa epistola. Quindi, avere più prosperità materiale e buona salute avrebbe permesso a Gaio di fare ancora di più per Dio. Leggo Salmo 67:1,2, che dimostra questo cuore.
“1 DIO abbia pietà di noi e ci benedica DIO faccia risplendere il suo volto su di noi, (Sela) 2 affinché si conosca sulla terra la tua via e la tua salvezza, fra tutte le nazioni.” (Salmo 67:1-2 LND)
Il motivo per cui dobbiamo chiedere benedizioni, non è di avere per noi. Piuttosto, è affinché la salvezza sia conosciuta in tutta la terra. La nostra passione dev’essere per il regno di Dio. Giovanni vedeva quella passione in Gaio, che è il senso quando l’anima prospera, e perciò, pregava che prosperasse in tutto, per poter compiere ancora di più per il regno di Dio.
O che questo possa essere anche il nostro cuore.
Incoraggia Gaio
Nei versetti 3 ad 8, Giovanni incoraggia Gaio nel suo impegno per il Signore. Lo incoraggia condividendo della sua grande gioia avendo sentito dalla fedeltà di Gaio alla verità. Leggo di nuovo questi versetti.
“3 Mi sono infatti grandemente rallegrato quando sono venuti alcuni fratelli e hanno reso testimonianza della tua fedeltà alla verità, in quanto tu cammini in verità, 4 Non ho gioia più grande di questa: di sentire che i miei figli camminano nella verità. 5 Carissimo, tu agisci fedelmente in tutto ciò che fai per i fratelli e per i forestieri. 6 Essi hanno reso testimonianza del tuo amore davanti alla chiesa; tu farai bene a provvedere loro per il viaggio in modo degno di Dio, 7 perché sono partiti per amore del suo nome, senza prendere nulla dai gentili. 8 Noi dobbiamo dunque accogliere tali persone, per essere collaboratori nella causa della verità.” (3 Giovanni 1:3-8 LND)
Nel versetto 3, vediamo che Giovanni trovava grande gioia avendo sentito che Gaio camminava nella verità. Se ricordate, anche l'apostolo Paolo trovava grande gioia nel sentire che i credenti camminavano bene. Quando il desiderio del nostro cuore è che Dio sia glorificato, allora, anche noi avremo grande gioia quando altri credenti camminano bene.
Troviamo la parola “camminare” ripetutamente nella Bibbia. Per esempio, troviamo la frase “camminare nella verità”, o “camminare in modo degno di Dio”, e altri usi della parola camminare. La Bibbia parla di non camminare nelle tenebre, parla di non camminare come camminano i non credenti. Vi leggo solo alcuni versetti che usano questa parola.
“Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità;” (1 Giovanni 1:6 LND)
“Questo dunque attesto nel Signore, che non camminiate più come camminano ancora gli altri gentili, nella vanità della loro mente,” (Efesini 4:17 LND)
“Un tempo infatti eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate dunque come figli di luce.” (Efesini 5:8 LND)
“perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio,” (Colossesi 1:10 LND)
“Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui” (Colossesi 2:6 LND)
“11 E sapete anche che, come fa un padre verso i suoi figli, noi abbiamo esortato, consolato e scongiurato ciascuno di voi, 12 a camminare in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e gloria.” (1 Tessalonicesi 2:11-12 LND)
Da tutti questi versetti e tanti altri vediamo che camminare vuol dire effettivamente vivere, in ogni aspetto della vita. Camminare nella verità, come anche camminare in modo degno di Dio, vuol dire vivere secondo la verità di Dio, in ogni aspetto della vita.
Allora, Giovanni, avendo sentito di come Gaio si impegnava per aiutare coloro che predicavano Cristo, avendo sentito come Gaio provvedeva economicamente per loro, trovava grande gioia, perché questo fa parte di camminare nella verità.
Nel versetto 4, troviamo una dichiarazione estremamente importante per ogni vero credente. Leggo di nuovo il versetto 4.
“Non ho gioia più grande di questa: di sentire che i miei figli camminano nella verità.” (3 Giovanni 1:4 LND)
Era una gioia immensa per Giovanni di sentire che quei credenti in cui egli aveva investito, che egli chiama figli, camminavano nella verità. Infatti, la benedizione più grande che un genitore può avere riguardo i suoi figli è che camminano nella verità. Vale più della buona salute, vale più di un buon lavoro, vale infinitamente più di qualunque benedizione terrena. Prego che possiamo capire sempre di più quanto è una benedizione grande quando Dio ci fa vedere persone che camminano nella verità. E prego che possiamo noi veramente camminare nella verità in ogni aspetto delle nostre vite.
Tornando a questo brano, ne versetti 5 ad 8 Giovanni descrive come Gaio aveva provveduto economicamente per coloro che andavano a predicare Cristo. Mi colpisce il principio che troviamo qua: che noi, aiutando economicamente chi predica l'evangelo, possiamo essere collaboratori con loro. Dio non chiama tutti noi ad andare altrove per predicare, ma possiamo tutti collaborare. E quando ci impegniamo per aiutare coloro che vanno a predicando, anche noi avremo la ricompensa che avranno loro. Leggo le parole di Gesù a proposito in Matteo 10:41,42.
“41 Chi riceve un profeta nel nome di un profeta, riceverà un premio da profeta; e chi riceve un giusto nel nome di un giusto, riceverà un premio da giusto. 42 E chiunque darà da bere anche un solo bicchiere d’acqua fredda a uno di questi piccoli nel nome di un discepolo, in verità vi dico, che egli non perderà affatto il suo premio,"” (Matteo 10:41-42 LND)
Che privilegio, per chi non può partire per proclamare l'evangelo, di poter collaborare provvedendo per chi può andare. Ed è buono ed è importante provvedere in modo degno di Dio, non a stento, ma provenendo liberalmente per i loro bisogni. Certamente, questo non vuol dire provvedere per loro una vita di lusso. Chi veramente ha un cuore per il regno di Dio non vorrebbe una vita di lusso. Vuol dire provvedere quello che permetterebbe a loro di proclamare Cristo senza preoccupazioni.
Sarebbe importante per ognuno di noi di valutare la propria vita, per vedere se stiamo anche noi impegnandoci per promuovere il regno di Dio. Questo è lo scopo più grande della vita.
Un uomo falso
Iniziando nel versetto 9, Giovanni avverte Gaio di Diotrefe, uno che aveva un ruolo di autorità nella chiesa, che era un falso credente. Questo brano è anche importantissimo per noi, per aiutarci a riconoscere uomini così, che possano infiltrarsi nella Chiesa.
Dal brano, comprendiamo che Diotrefe aveva un ruolo di guida nella chiesa di Gaio. Giovanni lo descrive come uno che amava avere il primato. Diotrefe è il contrario di come Gesù descriveva come doveva essere una guida.
Diotrefe è il contrario di come Gesù insegnava dev’essere una guida. Gesù dice che chi voleva essere grande doveva essere il servo di tutti. Gesù parlava di cercare per primo il regno di Dio, non è il proprio regno. Questo uomo cercava gloria per se stesso, e in realtà, anziché cercare il regno di Dio, in realtà, ostacolava l'opera di Dio. Consideriamo questo brano, e poi, consideriamo come vivere per non cadere in questo grave peccato. Seguite mentre leggo i versetti 9-11.
“9 Ho scritto alla chiesa, ma Diotrefe, che ama avere il primato fra di loro non ci riceve. 10 Per questo se verrò ricorderò le opere che egli fa, cianciando contro di noi con malvagie parole, e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma impedisce pure di farlo a coloro che li vorrebbero ricevere e li caccia fuori dalla chiesa. 11 Carissimo, non imitare il male ma il bene. Chi fa il bene è da Dio, ma chi fa il male non ha visto Dio.” (3 Giovanni 1:9-11 LND)
Giovanni aveva scritto alla chiesa di Gaio, probabilmente esortandoli ad aiutare coloro che andavano in giro predicando Cristo. Ma Diotrefe non ha ricevuto la lettera di Giovanni. Quando Giovanni dice non ci riceve, visto che Giovanni aveva appena detto di aver scritto alla chiesa, vuol dire che non riceve quello che viene da Giovanni. Non riceve la lettera di Giovanni, non riceve coloro che Giovanni aveva mandato.
Questo Diotrefe voleva potere, voleva comandare, e perciò, non voleva che la Chiesa sentisse da Giovanni, sapendo che quello che Giovanni diceva poteva aiutare gli altri a non seguire più lui.
Notate la frase che Diotrefe amava avere il primato fra di loro. Lui voleva comandare, lui voleva essere al di sopra degli altri. In un certo senso, usando terminologie di oggi, Diotrefe voleva essere un piccolo Papa.
Nel versetto 10, descrive quello che Diotrefe faceva per mantenere il suo controllo. Leggo di nuovo il versetto 10.
“10 Per questo se verrò ricorderò le opere che egli fa, cianciando contro di noi con malvagie parole, e non contento di questo, non solo non riceve egli stesso i fratelli, ma impedisce pure di farlo a coloro che li vorrebbero ricevere e li caccia fuori dalla chiesa.” (3 Giovanni 1:10 LND)
Questo uomo, che guidava una chiesa, cianciava contro Giovanni e gli altri con parole malvagie. Fratelli e sorelle, fermatevi a considerare questo. Questo uomo, che si presentava come uomo di Dio, capo di una chiesa, parlava contro l'apostolo Giovanni con parole malvagie. Questa è incredibile. Questo rivela la profondità della sua malvagità.
Inoltre, rifiutava di ricevere quei fratelli che volevano andare in quella chiesa per trovare sostegno per la loro missione. Lui rifiutava di accettare loro. Quindi, non voleva promuovere l'opera di Dio, voleva promuovere il suo piccolo regno.
E peggio ancora, non solo rifiutava di accogliere quelli che venivano da fuori, ma impediva i credenti della sua chiesa che volevano accogliere quei fratelli. E se c'era chi si opponeva a lui, che cercava comunque ad ospitare quei credenti di fuori, lui li cacciava fuori dalla chiesa, li scomunicava, senza alcuna vera base biblica. Questo uomo era un dittatore.
Questo uomo si presentava come capo di chiesa, ma in realtà era un uomo malvagio. Pur presentandosi come uomo di Dio, in realtà, non cercava la gloria di Dio, non cercava la crescita del regno di Dio, non cercava il bene dei credenti. Cercava di avere potere per se stesso.
Nel versetto 11, Giovanni comanda a Gaio, e tramite la Bibbia a noi, chi doveva imitare, e chi non doveva imitare. Leggo di nuovo il versetto 11.
“11 Carissimo, non imitare il male ma il bene. Chi fa il bene è da Dio, ma chi fa il male non ha visto Dio.” (3 Giovanni 1:11 LND)
È importante imitare solo le persone che camminano bene. Per poter ubbidire a questo comandamento di imitare il bene ma non il male, dobbiamo poter distinguere tra il bene e il male. Dobbiamo poter riconoscere chi è che fa il bene, secondo il metro di Dio, e chi è che fa il male, secondo il metro di Dio.
Questo Diotrefe sicuramente diceva di se stesso che faceva il bene, che parlava da parte di Dio. Però, guardando il frutto della sua vita, Giovanni aveva mostrato nei versetti 9 e 10 che in realtà Diotrefe faceva il male, un male gravissimo.
E perciò, Gaio doveva riconoscere la realtà di chi era Diotrefe, e doveva non imitarlo. Infatti, Giovanni dichiara che chi fa il bene, e questo vuol dire il vero bene, secondo il metro di Dio, è da Dio. Invece, chi fa il male, come Diotrefe stava facendo il male, non ha visto Dio. Leggo quello che Giovanni dice su questo argomento in 1Giovanni 2:3-5.
“3 E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: "Io l’ho conosciuto," e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui.” (1 Giovanni 2:3-5 LND)
Ci sono tanti che dicono di parlare da parte di Dio, che dicono di insegnare la parola di Dio, di essere dalla parte di Dio. Però, in realtà, guardando il frutto del loro insegnamento, vedendo che non rispecchia quello che Dio comanda veramente, diventa evidente che non conoscono veramente Gesù Cristo. Chi è così non ha la verità in lui.
Giovanni sta dichiarando in modo molto chiaro che Diotrefe non era veramente salvato. Anche oggi, ci sono tanti che dicono di essere servitori di Dio, e avranno i loro seguaci, ma anziché veramente innalzare Cristo, vogliono dominare sui loro seguaci.
Qua in Italia, vedo su Internet tante persone, che si presentano come uomini di Dio, o a volte donne di Dio, che hanno i loro seguaci, e tendono ad insegnare direttamente o indirettamente che solo loro hanno ragione. Effettivamente passano più tempo criticando gli altri che veramente insegnando di Gesù Cristo. È evidente da come svolgono i loro ministeri che non vogliono che gli altri abbiano successo. Non vogliono promuovere altri ministeri. E se i loro seguaci non seguono esattamente come loro dicono, effettivamente vengono scomunicati dal gruppo, e tutti gli altri seguaci parlano male di loro.
Purtroppo, oggi, ci sono tuttora tanti uomini come Diotrefe. Dobbiamo distinguere chi fa veramente il bene, e chi il male. Poi, noi, come Gaio, dobbiamo imitare il bene anziché il male. Chi fa il male non ha visto Dio, per quanto si innalza come un grande uomo di Dio.
Demetrio
Era necessario per Giovanni di avvertire Gaio di Diotrefe, ma non chiude in modo negativo, ma piuttosto incoraggia Gaio parlando di un altro credente che camminava molto bene, un certo Demetrio. Leggo il versetto 12.
“12 Demetrio ha ricevuto testimonianza da tutti e dalla verità stessa; e anche noi gli rendiamo testimonianza, e tu sai che la nostra testimonianza è verace.” (3 Giovanni 1:12 LND)
Giovanni dichiara che Demetrio aveva ricevuto testimonianze da tutti, e anche della verità stessa, e anche da Giovanni e gli altri.
Che bello quando un credente ha una vita tale che tutti possono essere d'accordo in quello che dicono di lui. Ognuno di noi dovrebbe chiedersi: io ho quel tipo di testimonianza? Gli altri credenti possono dare una buona testimonianze di me? Possono vedere Cristo in me? Possono vedere il mio impegno per il regno di Dio? La verità stessa può testimoniare di me? Oh che possiamo vivere in tal modo che gli altri possano dare una buona testimonianza di noi, come Giovanni poteva di Demetrio.
Notate anche che Giovanni dice che lui e quelli con lui rendevano testimonianza a Demetrio, e che Gaio sapeva che la loro testimonianza è verace. Questo è molto importante. Giovanni sta dicendo che Gaio sapeva che quello che diceva Giovanni era vero. Giovanni non doveva convincere Gaio di credergli. Gaio sapeva benissimo che tutto quello che Giovanni dichiarava era verace. E anche qui, ad ognuno chiedo: tu hai quel tipo di reputazione? Tu parli in tal modo che gli altri sanno che quello che tu dici è verace? Sanno che tu dici la verità, sempre? Giovanni aveva quella reputazione. Quanto è importante che ognuno di noi abbia una reputazione così.
Giovanni aveva altre cose che voleva dire, ma preferiva aspettare di andare là per una visita personale. E così, chiude questa epistola, spiegando quello, pregando per Gaio, e poi, mandando saluti. Leggo i versetti 13 e 14.
“13 Avevo molte cose da scriverti, ma non intendo scrivertene con inchiostro e penna. 14 Spero però di vederti presto, allora ci parleremo a voce. <1-15> La pace sia con te. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno.” (3 Giovanni 1:13,14 LND)
A volte, non è possibile vedere qualcuno di persona. In quei casi, può essere scrivere, o oggi, parlare per telefono. Scrivere può essere molto utile, ed è importante. Ma non c'è nulla che è paragonabile ad una visita personale, tu per tu. Giovanni aveva grande desiderio ad andare a vedere il suo caro fratello, Gaio. Ricordate che in quell'epoca, viaggiare era molto più difficile. Eppure, è così importante che Giovanni, come anche Paolo ed altri, erano ben disposti ai sacrifici necessari per poter vedere altri credenti di persona, sempre con lo scopo di incoraggiare loro nella loro fede.
O che possiamo noi vedere sempre di più il valore della comunione, sia quello locale che con altri credenti che Dio mette nella nostra vita. Comunione non è solo stare insieme, è stare insieme con lo scopo di incoraggiarci a vicenda nel Signore.
Giovanni chiude con una preghiera simile a quello che l'apostolo Paolo usava: la pace sia con te. Quanto è importante che siamo riempiti con la pace di Dio, come anche con la sua grazia. Preghiamo questo.
E poi, Giovanni chiude mandando saluti degli altri credenti. E chiede a Gaio di salutare gli amici ad uno ad uno, personalmente e individualmente. In greco, dice di salutare gli amici per nome. I rapporti sono importantissimi, e l'apostolo Giovanni voleva mandare saluti personali ad ognuno degli amici, cioè, a coloro che condividevano la fede in Gesù Cristo.
Ringrazio Dio per questa epistola. Ci aiuta a ricordare l’importanza di veramente amare gli uni gli altri. Ci aiuta a ricordare l’importanza di stimolare e incoraggiare gli uni gli altri a vivere per il Signore. E ci ricorda del pericolo di coloro che si presentano come uomini di Dio, ma in realtà, vogliono solo dominare e innalzare loro stessi.
O che possiamo vivere noi in modo da avere una buona testimonianza da tutti, alla gloria di Dio.