Quali sono le parole più terribili che si potrebbero mai sentire?
Ma prima, quali sono le parole “più meravigliose” possibili? Mi vengono in mente due frasi. La prima è sentire Cristo dirti: “i tuoi peccati sono perdonati.”. La seconda è sentire Cristo dirti, nel giorno del giudizio:
“Bene, buono e fedele servo; tu sei stato fedele in poca cosa, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore".” (Matteo 25:21 LND)
In realtà, non possono esistere parole “più meravigliose” di queste. Cioè, nulla è “più meraviglioso” di sentire che i nostri peccati sono perdonati, e sentire che la nostra condanna è stata tolta, il che vuol dire che siamo riconciliati con Dio. Queste sono parole meravigliose! E poi, alla fine della vita, entrando nella presenza di Gesù Cristo, sarà meraviglioso per chi sentirà Gesù dire così: bene, buono e fedele servo. Entra nella gioia del tuo signore.
Vi rendete conto che cosa vogliono dire queste parole? Quando Gesù dirà a quelli che sono stati fedeli: entra nella gioia del tuo signore. Gesù sta parlando di una gioia completa, e non solo, ma anche di una gioia eterna! Che meravigliose parole!
Quelle sono le parole “più meravigliose”. Quali saranno le parole più terribili? Le parole più terribili che si potrebbero mai sentire, saranno proclamate da Gesù Cristo, nel giorno del giudizio. A molte delle persone che si consideravano credenti, Gesù Cristo dichiarerà:
“...io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità.” (Matteo 7:23)
La cosa terribile, una cosa incredibilmente terribile, è che Gesù dichiarerà questo a persone che, durante la loro vita, si consideravano salvate. Ci saranno molti cosiddetti credenti, che arriveranno al giudizio e scopriranno che non erano mai stati veramente salvati. Quanto sarà terribile!
Però Dio, nella sua grande misericordia, vuole che nessuno di noi arrivi a quel punto. E perciò, nella Bibbia ci dà tanti brani per aiutarci a valutare la nostra condizione spirituale, per riconoscere se abbiamo chiaro frutto della salvezza. In questo modo, se ci sono evidenze che non siamo salvati, c'è tempo di ravvedersi e cambiare la nostra direzione di vita, in modo che possiamo avere chiaro frutto della salvezza.
Più di qualsiasi altro libro della Bibbia, l'Epistola di 1 Giovanni è stata scritta per aiutarci a valutare la nostra condizione spirituale. Questa Epistola ci dà varie prove per valutare se siamo veramente salvati. Se capita che riconosci che in uno o più prove fallisci, la soluzione è di ravvederti e correre a Gesù Cristo. Già nel primo capitolo Giovanni dichiara che se confessiamo i nostri peccati, che vuol dire umilmente riconoscere la nostra colpa, credendo in Gesù Cristo, Dio è fedele e giusto da perdonarci e purificarci da ogni iniquità.
Perciò, oggi vogliamo continuare nel nostro studio di questa importante Epistola. Siamo arrivati ad un altra prova della salvezza, una prova molto importante, che riguarda come viviamo in questo mondo. Trovate con me 1Giovanni 2:15-17. Leggiamo questi versetti, e poi, con l'aiuto di Dio, consideriamo come usare questo insegnamento per valutare la nostra condizione davanti a Dio, e per togliere qualsiasi cosa dalla nostra vita che non fa parte della vera salvezza. Seguite mentre leggo 1Giovanni 2:15-17.
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui, 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giovanni 2:15-17)
In questo brano, prima di tutto Giovanni fa una dichiarazione, nel versetto 15, di quella che è la prova della salvezza. Poi, nei versetti 16 e 17 Giovanni spiega più a fondo questa prova, e perché è impossibile amare le cose del mondo e avere l'amore di Dio in sé.
Consideriamo prima il versetto 15. Lo leggo ancora.
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui,” (1Giovanni 2:15)
Come le altre prove che troviamo nell’Epistola di Giovanni, questa è una prova molto categorica. Guidato da Dio, Giovanni dice in modo chiaro che non dobbiamo amare il mondo, e che SE uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui. In altre parole, se uno ama il mondo, non è salvato! Questo è molto forte come insegnamento. È molto importante che comprendiamo la gravità e il grande pericolo di amare il mondo, e le cose che sono nel mondo.
Andiamo più a fondo per capire bene questo insegnamento estremamente importante.
Dio ci comanda a non amare il mondo. Qual’è qui il senso della parola “mondo”?
Nella Bibbia, la parola mondo viene usata con più significati. A volte, vuol dire il mondo fisico, la terra, quello che Dio ha creato. A volte, vuol dire tutti gli esseri umani. In altri brani, vuol dire il mondo di peccato, o gli uomini che vivono senza Dio, in contrasto con i figli di Dio. Per esempio, in Giovanni 17, Gesù sta pregando al Padre, e sta pregando per i credenti. Notate quello che dichiara in Giovanni 17:9.
“9 Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi.” (Giovanni 17:9)
In questo versetto, è chiarissimo che Gesù fa una distinzione netta fra i credenti e il mondo, che qua rappresenta i non credenti.
Nel nostro brano, in cui Dio ci comanda a non amare il mondo, né le cose che sono nel mondo, sta parlando del mondo del peccato, dei peccatori, e di quello che il mondo ci offre.
In altre parole, in questo brano, Dio ci dichiara che non dobbiamo amare il mondo e tutto quello che ci offre. Se noi amiamo il mondo o quello che il mondo ci offre, l'amore del Padre non è in noi, ovvero, non siamo salvati.
Quindi, qui, mondo rappresenta il mondo senza Dio, il mondo del peccato.
Dio ci dà questo comandamento perché, di natura, cerchiamo soddisfazione nel peccato ed in quello che il mondo ci offre. Ecco perché ci serve questo comandamento.
Le tre categorie
Come avevo detto prima, quando il brano dice che se uno ama il mondo, o le cose nel mondo, l'amore del Padre non è in lui, significa che quella persona non è salvata. Cioè, la salvezza è essere amati da Dio, avere l'amore di Dio, e amare Dio. Se uno non ha l'amore del Padre, non è salvato.
Nel versetto 16, Giovanni spiega che tutto quello che è nel mondo non è dal Padre, ma è dal mondo. In altre parole, tutto quello che è nel mondo, e in questo caso stiamo parlando del mondo senza Dio, non è dal Padre, non ha a che fare con il Padre, ma è dal mondo, ed è legato al mondo del peccato.
Qui nel versetto 16 Giovanni elenca tre categorie di peccato. Questo elenco non comprende ogni peccato, ma comprende le tre categorie dei peccati più comuni. Quindi, questo elenco delle tre categorie, rappresenta tutti i tipi più comuni di peccato.
Detto questo, seguite mentre leggo i versetti 15 e 16.
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui, 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo.” (1Giovanni 2:15,16)
Nel versetto 15, Dio ci comanda di non amare le cose che sono nel mondo. Nel versetto 16, ci dà un elenco di tutto ciò che è nel mondo, elencando le tre categorie di peccato.
La prima è la concupiscenza della carne, poi, la concupiscenza degli occhi, e infine, la superbia della vita. Consideriamo queste tre categorie, perché rappresentano la maggior parte di tutti i nostri peccati. Chiaramente, non dobbiamo amare nemmeno i peccati che non sono elencati specificamente qua.
Concupiscenza della carne
Consideriamo la categoria della concupiscenza della carne.
Però prima, vi spiego il significato della parola “concupiscenza”: La parola tradotta come concupiscenza vuol dire “un grande desiderio”. Può essere un desiderio neutrale, un desiderio buono, oppure un desiderio che riguarda il peccato. Per esempio, viene usato per descrivere un forte desiderio buono e giusto in 1 Tessalonicesi 2:17. Ve lo leggo.
“Or noi, fratelli, privati di voi per un breve tempo, di persona ma non col cuore, ci siamo maggiormente preoccupati, spinti da un grande desiderio di rivedere il vostro volto.” (1Tessilonicesi 2:17 LND)
In questo versetto, la parola tradotta come “grande desiderio” è la stessa parola che viene tradotta come “concupiscenza” nel versetto 1Giovanni 2:16. Paolo aveva un profondo desiderio di rivedere i credenti di Tessalonica. Quello era un desiderio buono e puro.
Invece, in 1Timoteo 6:9, troviamo la stessa parola tradotta come “passioni” che descrive un grande desiderio peccaminoso. Ve lo leggo.
“Ma coloro che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione, nel laccio e in molte passioni insensate e nocive, che fanno sprofondare gli uomini nella rovina e nella distruzione.” (1Timoteo 6:9 LND)
Qui, la parola che nel nostro brano è tradotta come concupiscenza, viene tradotta come passioni. Queste sono passioni peccaminose.
Nel nostro brano in 1Giovanni 2:16, questa parola, tradotta come concupiscenza, è una parola che descrive un forte desiderio per qualcosa che è peccato. Fra le tre categorie principali di peccato del mondo, c'è la concupiscenza della carne.
La concupiscenza della carne descrive il desiderio per i piaceri della carne. Come esempio di questi desideri, c'è il grande desiderio per i cibi, che va oltre a quello giusto, e non è fame, ma un desidero non moderato.
Concupiscenza della carne può descrivere un grande desiderio sessuale, al di fuori del matrimonio, che viene adempiuto o no.
Infatti, è importante capire che spesso, questo peccato è solo un desiderio, che non viene mai adempiuto. Può restare solo come un desiderio. Gesù parla in Matteo 5 dell'uomo che è colpevole davanti a Dio, anche se solo guarda una donna con desiderio. Quindi, la concupiscenza della carne, per quanto riguarda il sesso, non vuol dire necessariamente avere qualche tipo di rapporto sessuale, ma basta solo il desiderio. Certamente, se si arriva a quello che si desidera, è sempre un grave peccato.
Chiaramente, nella Bibbia è molto esplicito che il sesso è un grande e meraviglioso dono da Dio quando è strettamente limitato al matrimonio. Quindi, o il desiderio, o qualunque adempimento di quel desiderio, parziale o totale, al di fuori del matrimonio, è una forma di concupiscenza della carne. Questo fa parte dei peccati del mondo.
Compreso in questa categoria di peccato c'è anche la pigrizia, perché la carne non vuole affaticarsi. C'è anche il mangiare troppo, cioè dare spazio al desiderio carnale di mangiare più di quello che sarebbe giusto, oppure, mangiando troppi cibi non buoni per la salute, anziché avere una dieta equilibrata. Anche questo è dare spazio alla carne, e fa parte della concupiscenza della carne.
La Bibbia è piena di brani che parlano di concupiscenza della carne. Troviamo un brano in Galati 5:16,17.
16 Or io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne, 17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l’una all’altra, cosicché voi non fate quel che vorreste.
Quello che la carne vuole è contrario a quello che Dio vuole per noi. Leggo anche Marco 4:19, che spiega come questo peccato ostacola dal portare frutto.
“ma le sollecitudini di questo mondo, l’inganno delle ricchezze e le cupidigie delle altre cose, che sopravvengono, soffocano la parola e questa rimane infruttuosa.” (Marco 4:19 LND)
In questo brano, vediamo che le cupidigie delle altre cose soffocano in una persona la parola di Dio. E perciò, la parola di Dio non può crescere dove c'è la cupidigia della carne.
Quindi, non dobbiamo assolutamente amare o desiderare le cose legate a soddisfare la carne.
Questo vuol dire vivere diversamente dal mondo intorno a noi. Il nostro mondo è stra-pieno di concupiscenza della carne. La vediamo costantemente. Il nostro mondo non solo tollera questo peccato, ma lo promuove attivamente.
Vediamo questo in tanti contesti. Per esempio, il mondo promuove concupiscenza sessuale. La maggior parte della moda femminile serve soprattutto per mettere in mostra il corpo della donna. Perfino i vestiti per bambine sono fatti per rendere sexy le bambine. La società è piena di immagini di donne sexy, che suscitano la concupiscenza della carne negli uomini, e stimolano altre donne a mettere i loro corpi in mostra. Per il mondo, una donna dovrebbe volere che gli altri vedano il suo corpo attraente.
In alcune persone, soprattutto certi giovani, c’è la tendenza a fare sport estremi, che servono per provare i brividi del rischio.
Un altro esempio della concupiscenza della carne, MOLTO diffuso nel mondo di oggi, è quello dei videogiochi. Questi servono proprio per suscitare eccitazione e servono a stimolare. Rendono la persona molto egoista, perché il tempo che trascorre davanti ai videogiochi, gli impedisce di amare gli altri, e cercare di essere una benedizione per gli altri.
Questi sono alcuni esempi che mostrano come il nostro mondo è pieno del peccato della concupiscenza della carne.
Se siamo veri credenti, non dobbiamo amare queste cose. Dobbiamo piuttosto amare Dio, e amare gli altri. Camminiamo come veri credenti, nella luce, non nelle tenebre.
La Concupiscenza degli occhi
Poi, dobbiamo evitare ogni forma di concupiscenza degli occhi.
Io descrivo la concupiscenza degli occhi in modo molto semplice. Vedere e volere. Comprende tutto quello che il mondo offre agli occhi. Cioè, è quello che,vedendo, desideriamo. Possono essere le ricchezze, bei vestiti, case, macchine di lusso o macchine sportive, o anche solo una macchina più nuova, può essere tutto quello che attira gli occhi. Ormai, siamo letteralmente inondati da immagini di prodotti presentati in modo da farceli desiderare. Quel desiderio è la concupiscenza degli occhi.
Allora, voglio chiarire subito che non è peccato apprezzare la bellezza. Dio ci ha creato un mondo bellissimo. Infatti, in Genesi 2 vediamo che nel giardino che Dio aveva creato per Adamo, Dio mise piante buoneda mangiare e belle da vedere. Dio ha creato un mondo bellissimo. Quindi, non è peccato apprezzare le bellezze in sé. Il problema è quando abbiamo un profondo desiderio per quella cosa che attira i nostri occhi, soprattutto quello che attira gli occhi verso gli oggetti, e non verso Dio. Cioè, se io vedo un bellissimo tramonto, o un bellissimo fiore, in quello io posso vedere più della gloria di Dio.
Ma quando riempiamo i nostri pensieri con le cose belle che il mondo ci offre, ci spinge verso l'egoismo, si spinge a vivere per noi stessi e non più per il bene degli altri, ci spinge a cercare la nostra gioia nelle cose anziché in Dio. Questa è la concupiscenza degli occhi.
Come la concupiscenza della carne riempie il nostro mondo, allo stesso modo la concupiscenza degli occhi è dappertutto. Siamo saturati con immagini fatte apposta per suscitare questi due tipi di concupiscenza.
Dobbiamo capire che questi sono peccati non solo tollerati, ma peggio, sono promossi dalla società in cui viviamo.
Il mondo mette davanti ai nostri occhi cose da desiderare costantemente. Siamo inondati da pubblicità.
Ma è un peccato riempire il nostro cuore con desideri per cose materiali, o con quello che attira gli occhi. Non dobbiamo amare le cose del mondo.
Piuttosto, dobbiamo avere i nostri cuori pieni del desiderio di glorificare Dio, e di vedere più di Lui, e di promuovere il regno di Dio. Dobbiamo amare Dio, e amare gli uni gli altri.
Ricordate che amare il mondo, cioè dare spazio alla concupiscenza della carne, oppure dare spazio alla concupiscenza degli occhi, vuol dire non avere l'amore del Padre in noi. Quindi è importante riconoscere e confessare questi peccati per non camminare in essi.
La Superbia della Vita
La terza categoria che mostra di amare il mondo e le cose che sono nel mondo è la superbia della vita. Questa rappresenta quel desiderio peccaminoso di voler essere visti bene che ognuno di noi ha nel cuore..
Possiamo avere la superbia della vita in tanti campi. Il tuo modo di avere superbia può essere diverso dal mio, quindi possiamo peccare in questo in modi diversi.
Possiamo avere superbia nel modo di vestirci, o può essere che nella nostra mente ci vantiamo perché non ci preoccupiamo dei vestiti. Possiamo avere superbia vedendoci come molto intelligenti, oppure molto bravi, o molto capaci in qualche campo, nella nostra forza, in quello che possediamo, nella nostra apparenza, o in qualsiasi campo della vita. La superbia della vita è il desiderio di essere visti bene dagli altri.
Questa è sempre stata la tendenza dell'uomo. Oggi, è più facile che mai cercare l' approvazione degli altri. Una volta, bisognava uscire di casa per incontrare gli altri, per cercare di essere visti bene. Oggi, con Internet, e i social media, in qualunque orario della giornata, di giorno e di notte, ci si può presentare agli altri, cercando di essere visti bene da loro.
Molto di quello che si fa oggi, si fa per essere visti o notati dagli altri. Dal modo di farsi i capelli, dai vestiti che si comprano, dal modo di curare il corpo, dai tatuaggi, dalla macchina che si guida, da quello che si condivide nei social media. Questo vale sia per gli uomini che per le donne. Nel mondo di oggi, è considerato normale, anzi, è considerato giusto, vivere per presentarsi bene agli altri.
Notate questo: nel mondo di oggi, si dà importanza a come ti presenti agli altri ed a come vedono TE. Come credenti, dovremmo vivere preoccupandoci di come vedono il nostro Signore, Gesù Cristo.
Nel nostro mondo, c'è una fortissimo impegno per cercare l'approvazione degli altri. Ci si dedica a questo moltissimo.
Questo è il peccato della superbia della vita. È un gravissimo peccato.
Quanto è diverso questo da quello che Dio ci insegna. Per esempio, ascoltate il comandamento che troviamo in Filippesi 2:1-4.
1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, se qualche conforto d’amore, se qualche comunione di Spirito, se qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri. (Filippesi 2:1-4)
Questo brano ci parla di una vita che è l’opposto della superbia della vita. Leggo anche Galati 5:26.
“Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri.” (Galati 5:26 LND)
Anche Romani 12:10 è proprio l'opposto della superbia. Ve lo leggo.
“10 Nell’amore fraterno, amatevi teneramente gli uni gli altri; quanto all’onore fate a gara nel renderlo gli uni gli altri.” (Romani 12:10)
Dio ci comanda ad essere umili, a non innalzare noi stessi, a non cercare di essere notati, ma piuttosto, ad onorare gli altri. Il mondo ci insegna il contrario. La superbia della vita è dilagante nel mondo di oggi, e di natura, il nostro cuore corre in quella direzione. Quanto è importante che riconosciamo questo peccato, in qualunque forma in cui si presenta in noi. Quanto è importante che riconosciamo e confessiamo questo peccato, per camminare in umiltà, cercando la gloria di Dio ed il bene degli altri.
Infatti, se uno ama il mondo, o le cose che sono nel mondo, che comprendono la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi, e la superbia della vita, l'amore del Padre non è in lui. È fondamentale che riconosciamo e confessiamo questi gravi peccati.
Altri esempi di questi peccati
Vorrei prendere pochi minuti per riconoscere che troviamo queste tre categorie di peccati in altri brani. Per esempio, trovate con me Genesi 3. Questo è il brano in cui il serpente, Satana, tenta la donna nel giardino. Lui la incoraggia a mangiare dall'albero vietato. Voglio far notare le tre cose che attirano la donna nel versetto 6. Leggo Genesi 3:6.
“6 E la donna vide che l’albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l’albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei, ed egli ne mangiò.” (Genesi 3:6)
Vediamo che ci sono tre categorie di peccato in questo brano. Prima di tutto, notate che lei vide che l'albero era buono da mangiare, nonostante era stato vietato. Questa è la concupiscenza della carne. Poi, vide che era piacevole agli occhi. Questa è la concupiscenza degli occhi. Poi, vide che era desiderabile per rendere uno intelligente. Lei voleva essere come Dio, questa è la superbia della vita. Quindi, in questa prima tentazione, troviamo tutte e tre queste categorie di peccato.
Trovate con me Matteo 4, quando Gesù viene tentato da Satana dopo 40 giorni nel deserto senza mangiare. Anche in questo brano, notate che Satana tenta Gesù con le stesse tre categorie di peccato. Gesù aveva molta fame. Quindi, la prima tentazione riguardava la concupiscenza della carne. Leggo Matteo 4:3.
“Ora il tentatore, accostandosi, gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane".” (Matteo 4:3 LND)
Gesù aveva fame, ma per lui non era giusto creare miracolosamente del cibo. Perciò, qui, Satana lo tenta con la concupiscenza della carne, un desiderio fisico.
Poi, Satana tentò Gesù con la superbia della vita. Leggo i versetti 5,6.
“5 Allora il diavolo lo trasportò nella santa città, lo pose sull’orlo del tempio 6 e gli disse: "Se sei il Figlio di Dio, gettati giù, perché sta scritto: "Egli darà ordine ai suoi angeli riguardo a te; ed essi ti porteranno sulle loro mani, perché non urti col tuo piede in alcuna pietra"".” (Matteo 4:5-6 LND)
In questo caso, la tentazione rivolta a Gesù era quella di buttarsi giù dal tempio, per essere così salvato da Dio in modo sovrannaturale, davanti a tutti. Questo è un esempio della superbia della vita, voler essere visto bene dagli altri.
Poi, vediamo il terzo modo in cui Satana tenta Gesù, nei versetti 8 e 9. Ve li leggo.
“8 Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9 e gli disse: "Io ti darò tutte queste cose se, prostrandoti a terra, mi adori".” (Matteo 4:8-9 LND)
In questo caso, la tentazione è quella di far vedere a Gesù tutta questa ricchezza e la gloria di tutti i regni. Questa rappresenta una tentazione della concupiscenza degli occhi.
In ogni cosa, Gesù si aggrappò alle verità di Dio per resistere alla tentazione. Ma quello che mi colpisce è che Gesù è stato tentato in tutte e tre queste categorie, senza però peccare. Ecco perché Gesù può essere un grande sommo sacerdote per noi quando siamo tentati. Questo è anche un esempio per noi, di come resistere alle tentazioni.
Non è dal Padre, ma è dal mondo
Nell'ultima parte del versetto 16, leggiamo che tutto quello che è nel mondo non è dal Padre ma è dal mondo. Questi versetti ci spiegano perché è assurdo amare il mondo o le cose nel mondo. Tutto sarà distrutto. Leggo il versetto 16 insieme al versetto 17.
“16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giovanni 2:16,17)
Il peccato che riempie il mondo che ci circonda, che ci tenta tutti i giorni in tanti modi, non è dal Padre, ma è dal mondo. Serve per allontanarci da Dio!
È per quello che Dio ci comanda in questo brano a non amare il mondo, né le cose che sono del mondo. Ci fanno solo del male. Ci allontanano da Dio. Ci allontanano dalla vera salvezza.
Giovanni conclude questo discorso ricordandoci che il mondo passa, con la sua concupiscenza. Quello che ci circonda, sarà tutto distrutto quando Gesù Cristo ritornerà per giudicare il mondo. Perciò, non dobbiamo desiderare alcuna cosa che appartiene al mondo. Non dobbiamo desiderare qualcosa che sicuramente sarà distrutta, persa per sempre. Aggrapparci in qualunque modo al peccato vuol dire non aggrapparci a Cristo. Non possiamo camminare in due vie. O camminiamo nella via delle tenebre, o camminiamo nella luce.
Il mondo passa con la sua concupiscenza. Chi ama questo mondo, e le cose nel mondo, sarà giudicato, e condannato. L'amore del Padre non è in lui.
Ma poi, Giovanni conclude il versetto 17 con una verità meravigliosa! Egli dichiara:
...ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno. (Giovanni 2:17)
Carissimi, fermiamoci a comprendere quello che il versetto ci vuole dire. Chi fa la volontà di Dio, che non vuol dire la salvezza per opere, ma vuol dire la salvezza che produce una vita di ubbidienza, quel che stiamo vedendo qui in questa Epistola, chi fa la volontà di Dio quindi, chi è veramente salvato, rimane in eterno. Avrà vittoria sulla morte, avrà la vita eterna in Gesù Cristo!
Tutto quello che il mondo cerca sarà distrutto. Tutto quello che il mondo desidera, tutto quello che ha valore per il mondo, che appartiene al mondo, sarà perso per sempre. E chi ama il mondo, e le cose che sono nel mondo, non ha l'amore del Padre in sé. La persona che ama il mondo sarà persa nel tormento eterno.
Ma chi fa la volontà di Dio, chi cammina per fede seguendo Cristo, rimarrà in eterno. Avrà la gioia di stare nella presenza di Dio per sempre.
Conclusione
Quanto è importante per noi esaminarci. Quanto è pericoloso amare il mondo, o le cose che sono nel mondo.
Questo vuol dire vivere diversamente da quello che è normale per le persone intorno a noi. È normale amare il mondo, è normale amare le cose del mondo, è normale dare spazio alla concupiscenza della carne, alla concupiscenza degli occhi e alla superbia della vita. Vivere così per il mondo vuol dire essere approvati e visti come normali. Ma vivere così per Dio vuol dire camminare nelle tenebre, e non avere frutto della vera salvezza.
Perciò, se tu riconosci che in qualche campo della tua vita, stai dando spazio alla tua carne, ravvediti. Corri a Cristo. Abbandona il tuo peccato. E così avrai frutto della vera salvezza.
E se tu NON hai Cristo, ravvediti, e corri a Cristo. Senza Cristo, perderai tutto. Il mondo passerà. Ci sarà solo tormento eterno. Ma in Gesù Cristo, c’è la salvezza. Chi è in Cristo rimarrà per sempre, con Dio.