Aiuto Biblico

Camminare nella luce

1 Giovanni 1:1-10

Sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica, 25 ottobre 2020, – cmd dm –
parole chiavi: salvezza, vita cristiana, perdono, confessione, confessare, camminare nella luce.

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Oggi, si sente molto parlare del mondo virtuale. Ma noi abbiamo bisogno del mondo vero, perché viviamo nel mondo vero, e dopo questa vita, c’è il giudizio, e l’eternità. Noi abbiamo bisogno di quello che è vero, quello che non ci deluderà. Grazie a Dio, egli ci ha dato la sua verità, ed è sicura. Oggi, con l'aiuto di Dio, vogliamo iniziare a guardare insieme la prima epistola di Giovanni, che ci insegna delle verità molto importanti.

Trovate con me 1Giovanni, che è poco prima di Apocalisse, l'ultimo libro della Bibbia.

Chi era l’autore? Giovanni era uno dei tre apostoli intimi di Gesù Cristo. Gesù aveva 12 apostoli, ma in varie occasioni particolari portava solo Pietro, Giovanni, e Giacomo con sé. Inoltre, Giovanni viene chiamato: “l'apostolo che Gesù amava”. Evidentemente, Giovanni era più stretto con Gesù di tutti gli altri apostoli.

Quindi, quello che leggiamo in questa prima epistola è scritto dalla persona che probabilmente era più vicina a Gesù di qualunque altra persona.

Giovanni inizia questa sua prima epistola ricordandoci che quello che scrive è pienamente attendibile. La parola di Dio è verace, è degna di fede, perché Dio si è impegnato a darci una parola sicura. Anche in questo, vediamo il cuore di Dio.

Oltre a tre epistole, Giovanni scrisse anche l’Evangelo di Giovanni. In esso, presenta Gesù come il Cristo, in cui c’è perdono e salvezza.

In questa prima epistola scritta da Giovanni, Giovanni scrive per aiutare i veri credenti a riconoscere che sono veramente in Cristo. Sapere di essere salvato non dipende da un sentimento. Solo perché mi sento salvato, non vuol dire che sono salvato. E solo perché in un dato momento NON mi sento salvato, non vuol dire che non sono salvato. In quest’epistola, Giovanni ci dà delle chiare prove per riconoscere chi è veramente salvato, prove vere, non sentimenti o pensieri vaghi.

Allora, iniziando questa epistola, notiamo che Giovanni non scrive qualcosa che aveva solo sentito dire. Piuttosto Giovanni scrive quello che lui e gli altri apostoli avevano visto e toccato e verificato, perché per circa tre anni, avevano vissuto con Gesù. Quindi, tenendo quello in mente, seguite mentre leggo 1Giovanni 1:1-3.

“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita 2 (e la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che è stata manifestata a noi), 3 quello che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio, Gesù Cristo.” (1Giovanni 1:1-3 LND)

Qui all’inizio di quest’epistola, Giovanni dichiara che quello che scrive è pienamente affidabile. Consideriamo questi versetti.

Testimoni oculari, messaggio affidabile

Leggo di nuovo il versetto 1.

“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita” (1Giovanni 1:1 LND)

Giovanni inizia dichiarando: “quel che era dal principio”. Giovanni sta parlando di Gesù Cristo, e dichiara che Cristo era dal principio. Gesù è Dio incarnato. Essendo Dio, Gesù esiste da sempre. Se ricordate, nell'Evangelo di Giovanni, parlando di Cristo, Giovanni scrive:

“Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.” (Giovanni 1:1 LND)

Cristo, Figlio di Dio, era nel principio. Esiste da sempre. Nel principio, c'era già il Figlio di Dio, la Parola. Non aveva ancora preso la sua umanità, ma era presso il Padre, il Figlio eterno.

Il Salvatore e Signore in cui abbiamo creduto è Dio incarnato, Dio eterno. Giovanni inizia dichiarando questo.

Poi, per rendere chiaro che quello che Giovanni scrive è attendibile, parlando di sé e degli altri apostoli, dichiara:

“quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato dalla parola della vita” (1Giovanni 1:1 LND)

Quello che gli apostoli sapevano di Gesù lo sapevano perché avevano visto e toccato e udito e contemplato Gesù. Sono i testimoni che Dio ha scelto per farci conoscere Gesù Cristo. E la loro testimonianza è completamente affidabile.

Notate che Giovanni descrive Cristo con il titolo: “parola della vita”. Gesù è la parola di Dio, e Gesù dà la vita. Gesù è la parola della vita. Giovanni 5 dichiara che Gesù ha vita in sé, e dà la vita a chi vuole.

Anche il versetto 2 parla del fatto che Gesù è la vita, e che era stato manifestato a loro. Leggo di nuovo il versetto 2.

“2 (e la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che è stata manifestata a noi),” (1Giovanni 1:2 LND)

Giovanni continua a descrivere Gesù con il titolo “la vita”. La vita, Gesù, la vera vita, è stato manifestato agli apostoli, e come diceva già nel versetto 1, lo avevano visto. E adesso, gli apostoli rendono testimonianza della vita, annunciano la vita eterna, Gesù Cristo, che era presso il Padre e poi è stato manifestato a loro.

Due punti importanti da capire in questo versetto. Primo, Gesù Cristo è la vita, è la vita eterna, esiste da sempre ed è anche Dio. Secondo, la vita è stata manifestata agli apostoli affinché loro diventassero testimoni per far vedere la vita a noi. La parola di Dio ci rivela Gesù Cristo, che è la vita, e in cui possiamo noi avere vita.

E così, Giovanni continua il suo discorso spiegando il motivo per cui lui e gli altri annunciano Gesù Cristo. Leggo ancora il versetto 3.

3 quello che abbiamo visto e udito, noi ve lo annunziamo, affinché anche voi abbiate comunione con noi; e la nostra comunione è col Padre e col suo Figlio, Gesù Cristo.” (1Giovanni 1:3 LND)

Giovanni ripete ancora il fatto che avevano visto e udito Gesù, per sottolineare che quello che dichiara è piena verità, e che possiamo fidarci. Poi, dichiara che annunziano Cristo a noi che leggiamo questa epistola, e poi ci spiega il motivo. Avete visto il motivo per cui Dio ci dà queste verità tramite Giovanni?

È affinché abbiamo comunione con coloro che erano salvati, e quella comunione è col Padre e con Suo figlio, Gesù Cristo.

Cioè, Dio ci insegna nella Bibbia che di natura, a causa dei nostri peccati, siamo separati da Dio. Di natura, non abbiamo comunione con Dio. Siamo sotto condanna, separati da Dio. Ma in Gesù Cristo c'è il perdono e la vita eterna, che ci fa entrare in vera comunione con Dio.

Lo scopo per cui bisogna leggere la Bibbia non è solo per avere più conoscenza. È per essere perdonati dei nostri peccati affinché possiamo entrare in un rapporto di vera comunione con Dio stesso, sia il Padre che il Figlio. Grazie a Dio che ci offre questa comunione per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo.

Nel versetto 4 Giovanni continua a spiegare il suo scopo nello scriverci questa epistola. Lo leggo.

4 E vi scriviamo queste cose affinché la vostra gioia sia completa.” (1Giovanni 1: 4 LND)

Mi colpisce il cuore di Dio, che vediamo in queste parole di Giovanni. Dio desidera la nostra vera gioia, una gioia completa. Cioè noi, noi che abbiamo peccato contro Dio, come può essere che Dio desidera la nostra vera gioia? Eppure, questo è il cuore di Dio, che ha guidato Giovanni a scrivere.

Se ricordate, in Giovanni 15, Gesù spiega che dobbiamo dimorare in lui per poter portare vero frutto. Ci spiega che possiamo pregare, e Dio risponderà per farci portare molto frutto. Dopo avere spiegato come vivere, per avere l'unica vita che veramente vale, in Giovanni 15:11 Gesù dichiara il motivo per cui ci ha detto tutto questo. Lo leggo.

“Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.” (Giovanni 15:11 LND)

Dio ci ama così tanto che vuole che abbiamo una gioia completa. Di natura, ci impegniamo tanto per cercare la gioia. Però, di natura, la cerchiamo nei posti sbagliati. È per questo che pecchiamo. Pecchiamo perché cerchiamo la gioia dove non c'è gioia, in posti che ci allontanano da Dio, anziché cercare la gioia in Dio.

Dio, tramite la parola, ci insegna a cercare la gioia in Gesù Cristo. Giovanni scrive questa epistola, guidato da Dio, affinché possiamo camminare in Cristo, per avere la gioia completa.

Prego che ognuno di noi vedrà il cuore di Dio tramite questa epistola.

vv.5-10 chi ha comunione con Dio?

A questo punto, avendo reso chiaro che il suo messaggio è da Dio, e che serve per farci conoscere Gesù Cristo, che è la vera vita, e che questa serve per avere comunione con Dio, Giovanni ci spiega chi è Dio, e come possiamo essere in comunione con Lui. Cioè, non tutti coloro che dicono di avere comunione con Dio hanno veramente comunione con Dio. Leggiamo i versetti 5 a 10, in cui Giovanni spiega chi è che ha vera comunione con il Padre.

“5 Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna. 6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità; 7 ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. 8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. 9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. 10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi.” (1Giovanni 1:5-10 LND)

Questo è un messaggio da Dio a noi. Ascoltiamo attentamente, perché questi versetti riguardano la nostra salvezza eterna.

Leggo di nuovo il versetto 5.

“5 Or questo è il messaggio che abbiamo udito da lui, e che vi annunziamo: Dio è luce e in lui non vi è tenebra alcuna.” (1Giovanni 1:5)

Prima di tutto, notate che Giovanni sta per parlare del messaggio che aveva udito da Gesù Cristo. Di nuovo, vogliamo riconoscere che la parola che Giovanni ci dà qua viene da Dio, e perciò, è pienamente affidabile. Giovanni non sta per raccontare un pensiero suo. Giovanni ci racconta quello che lui e gli altri apostoli avevano sentito da Gesù Cristo, Dio incarnato.

Il messaggio, quello che è importantissimo per noi da capire, è che Dio è luce, e in lui non vi è tenebra alcuna.

Dio è luce, assolutamente e totalmente luce. Non c'è alcuna tenebra in Dio. La luce rappresenta varie cose, rappresenta purezza e santità. Dio è assolutamente santo. La luce rappresenta bellezza e gloria, ed è la fonte della vita sulla terra. Dio è pieno di bellezza, è pienamente glorioso, e Dio è la fonte della vita. La luce rappresenta il bene, mentre le tenebre rappresentano il male. Dio è assolutamente buono, non c'è nulla di male in Dio.

Quindi, Dio è pienamente luce. Non c'è nessuna macchia di tenebre in Dio.

È importante capire questo, perché in questi versetti, e in tutta questa epistola, Giovanni sta facendo una distinzione fra coloro che veramente hanno comunione con Dio, che definisce anche “camminare con Dio”, e coloro che pur dicendo di avere comunione con Dio non hanno quel rapporto con Dio.

Per capire se abbiamo un vero rapporto con Dio, dobbiamo capire chi è Dio. E Dio è pienamente luce, purezza, santità e gloria.

Allora, alla luce di chi è Dio, quello che leggiamo nel versetto 6 è vero. Lo leggo di nuovo.

“6 Se diciamo di avere comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità;” (1Giovanni 1:6)

Chiunque può dire di essere salvato, oppure, come Giovanni lo descrive qua, di avere comunione con Dio. Ma non tutti coloro che dicono di essere salvati sono veramente salvati. In Matteo 7, Gesù Cristo dichiara:

“21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 7:21 LND)

Qua in 1Giovanni, il metro che Dio ci dà tramite Giovanni è che chi cammina nelle tenebre non ha comunione con Dio. Se dice di avere comunione con Dio, mente, e non mette in pratica la verità. Questa è una verità molto importante, perciò, consideriamola attentamente.

Abbiamo appena letto nel versetto 5 che Dio è luce. In Dio non c'è alcuna tenebra. Perciò, se uno cammina nelle tenebre, non può avere comunione con Dio.

È importante notare la parola camminare. Troviamo questa parola più di 90 volte nel Nuovo Testamento. Descrive il modo in cui viviamo. Cioè, c'è una grande differenza fra una caduta, da cui ci si rialza, e un cammino. Come vedremo nei prossimi versetti, ogni vero credente cade nel peccato. Ma un vero credente nonrimane nel peccato. Riconosce il suo peccato, lo confessa, e riprende il cammino in santità. Quindi, cadere nel peccato non è la stessa cosa che camminare nel peccato, ovvero nelle tenebre.

Camminare nelle tenebre vuol dire avere un peccato nella tua vita, che sia un'azione, o un aspetto del tuo carattere, o un comportamento, o un modo di parlare, e lasciarlo nella tua vita. Quello è camminare nelle tenebre. Qua, tramite Giovanni, Dio ci dichiara che chi cammina nelle tenebre non ha comunione con Dio.

Un altro dettaglio molto importante è che chi cammina nelle tenebre non mette in pratica la verità. La verità di Dio non è solamente dottrina da conoscere e credere. Piuttosto, è verità da credere ma anche da praticare. Cioè, non bisogna vantarsi perché si conosce bene la Bibbia. Ciò che è importante è di praticare la verità di Dio. Chi non pratica la verità di Dio in realtà cammina nelle tenebre. Quella persona non ha comunione con Dio, anche se conosce molto bene la Bibbia.

Il versetto 7 è il contrario, ovvero, descrive chi cammina nella luce anziché nelle tenebre. Quanto sono meravigliose queste verità! Seguite mentre leggo ancora il versetto 7.

“7 ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato.” (1Giovann 1:7 LND)

Mentre il versetto 6 descrive chi è un falso credente, il versetto 7 descrive chi è un vero credente, e qual è l'immenso beneficio di avere vera comunione con Dio.

Mentre nel versetto 6 si parlava di chi cammina nelle tenebre, qua parla di chi cammina nella luce. Come abbiamo già detto, camminare nella luce vuol dire camminare in santità, riconoscendo e confessando il peccato ogni volta che si pecca. E si tratta di un cammino veramente santo, perché dice: “camminare nella luce, come egli è nella luce”. Il metro qui non è un metro umano. Non è quello che gli altri credenti fanno. Molto spesso, tante persone che si dichiarano credenti hanno un cammino molto lontano da quello che è il cammino che Dio ci chiama ad avere. Quindi, non possiamo misurare il nostro cammino in base a quello che è normale per altri credenti. Il metro è di camminare nella luce come Dio è nella luce.

Mi rattrista moltissimo come tanti credenti valutano la propria vita, non in base a quello che Dio insegna, non in base al metro biblico, ma in base a quello che fanno tanti altri credenti. Ed è per questo che spesso, le chiese sono piene di persone che in realtà non mostrano un vero frutto della salvezza. Eppure, visto che tanti non si valutano in base al metro che troviamo qua, non si rendono conto della gravità della loro situazione.

Quando camminiamo nella luce, come Dio è nella luce, ovvero, quando camminiamo in santità, e questo è l'andazzo della nostra vita, non restando nel peccato quando cadiamo, allora, come meraviglioso risultato, abbiamo comunione gli uni con gli altri. Attenzione, chi sono questi “gli uni con gli altri”? Giovanni sta parlando come vero credente, a coloro che sono veri credenti, ovvero a coloro che camminano nella luce come Cristo.

Se ricordate, nel versetto 3 Giovanni aveva detto che annunciava queste verità affinché abbiamo comunione con loro, che è una comunione anche col Padre e col Figlio, Gesù Cristo. Perciò qua, quando dice che se camminiamo veramente nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, in quella comunione è compresa la vera comunione con Dio stesso. Noi possiamo avere vera comunione con Dio stesso.

Pensate: noi, nati e cresciuti peccatori, possiamo essere perdonati per poi avere in Cristo Gesù vera comunione con Dio stesso. Prego che possiamo comprendere di più l'immensità di queste dichiarazioni.

Il sangue di Gesù ci purifica

Poi, Giovanni dichiara che quando camminiamo nella luce, come Dio è nella luce, il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato. Consideriamo questa verità preziosa!

Forse vedete quella che potrebbe sembrare una contraddizione. Se camminiamo nella luce, come Dio è nella luce, perché dobbiamo essere purificati dal peccato?

Vedremo la risposta più a fondo nei prossimi versetti. Però in breve, camminare nella luce non vuol dire che non cadiamo. Anzi, cadiamo. Finché viviamo in questo mondo, in questi corpi di carne, a volte cadiamo. Ma non dobbiamo rimanere nel peccato. Invece, quando cadiamo, come vedremo nel versetto 9, se confessiamo veramente quel peccato, Dio ci perdona e ci purifica, ed è per mezzo del sangue di Gesù Cristo.

Perciò, possiamo camminare in santità, possiamo camminare nella luce, come Dio è nella luce, pur cadendo, quando confessiamo ogni peccato per essere perdonati e purificati per mezzo del prezioso sangue di Gesù Cristo.

Questa è una buonissima notizia, questa è una notizia che può dare vera gioia ad ogni credente. Un frutto della vera salvezza è di odiare il proprio peccato, e di voler il perdono. E qui, vediamo il perdono che c'è in Gesù Cristo.

Questo versetto rende chiaro che un vero credente cade, e ha bisogno del perdono e di essere purificato. Ma a volte, nel nostro orgoglio, vogliamo crederci bravi e giusti per merito nostro. Vogliamo vederci bene, e in quella condizione, che è una condizione grave, non vogliamo riconoscere il nostro peccato. Neghiamo di avere peccato. Questa è una condizione molto grave. Seguite mentre leggo il versetto 8.

“8 Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1Giovanni 1:8 LND)

Quando cadiamo, quando abbiamo peccato, se neghiamo di aver peccato, questo è un gravissimo peccato.

Ricordate che a questo punto, Giovanni sta parlando di coloro che dicono di essere figli di Dio, di essere salvati. Se uno che dice di essere un credente pecca, ma rifiuta di riconoscere il suo peccato, e dichiara di essere senza peccato, inganna se stesso e la verità non è in lui. Questa è una dichiarazione molto forte.

Se noi diciamo di non aver peccato quando in realtà abbiamo peccato, mentiamo. Inganniamo noi stessi, credendo di essere quello che non siamo.

Cioè, un vero credente cammina nella luce, e non cammina nelle tenebre. Abbiamo già visto questo. Però, un vero credente cade a volte. E un vero credente si umilia, riconosce il suo peccato, e lo confessa. Infatti, vediamo il grande valore di Gesù Cristo e il perdono come prezioso, quando riconosciamo e confessiamo i nostri peccati.

Dobbiamo camminare nella luce, questo fa parte di essere veramente salvati. Però, cadiamo, e una parte di essere veramente salvati è anche di riconoscere e confessare i nostri peccati. Se diciamo di non avere peccato, inganniamo noi stessi, la verità non è in noi.

Fermiamoci a capire questo.

Dire “la verità non è in noi” vuol dire non essere salvati. Qua, la verità equivale alla Parola, che è Cristo. Se rifiutiamo di riconoscere e confessare i nostri peccati, inganniamo noi stessi, e non abbiamo Cristo. Se rifiutiamo di riconoscere il nostro peccato, non siamo veramente salvati, siamo nelle tenebre.

Quindi, questa è un'ammonizione fortissima di non odiare la riprensione. Quanto è importante che ci umiliamo e riconosciamo i nostri peccati. Il versetto 9 parla della bella notizia quando camminiamo in umiltà davanti a Dio.

Invece, quando confessiamo i nostri peccati

Mentre il versetto 8 descrive chi rifiuta di riconoscere i suoi peccati, il versetto 9 parla dei benefici meravigliosi per chi si umilia e confessa i suoi peccati.

Chi dice di essere un vero credente deve camminare nella luce, ma a volte cade. Quando cadiamo, quando pecchiamo, dobbiamo riconoscere e confessare i nostri peccati. Questo non è facoltativo. È fondamentale per ogni vero credente. Però, ci sono benefici meravigliosi. Seguite mentre lo leggo.

“9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1Giovanni 1:9)

Quando confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto, sia da perdonarci i peccati, che da purificarci da ogni iniquità. Consideriamo questo più a fondo.

Prima di tutto, cosa vuol dire “confessare i nostri peccati”? La parola confessare vuol dire letteralmente dichiarare la stessa cosa. Dobbiamo dichiarare, di cuore, la stessa cosa del nostro peccato che Dio dice del nostro peccato. Quindi, non è solo ammettere di aver commesso quel peccato, ma è dichiarare che veniva dal nostro cuore. In Marco 7 Gesù dichiara che noi pecchiamo perché il peccato è dentro di noi. Viene dal nostro cuore. Perciò, se noi ammettiamo di aver peccato, scusandoci dicendo che era dovuto al fatto di essere stanchi, o stressati, o come reazione a qualcosa o qualcuno, non stiamo dichiarando che quel peccato è venuto da dentro di noi. Quello non è confessare il peccato.

Confessare il peccato è dichiarare di cuore quello che è il peccato, e anche che viene dal nostro cuore.

Poi, c’è la domanda: a chi dobbiamo confessare i peccati? Troviamo la risposta già in questo versetto. Confessiamo i peccati a Dio, perché è Dio che è fedele e giusto da perdonarci i peccati. I nostri peccati sono contro Dio. Ed è Dio che ci offre perdono, per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Perciò, dobbiamo confessare i nostri peccati a Dio.

Poi troviamo la meravigliosa verità che quando confessiamo di cuore i nostri peccati, Dio è fedele e giusto da perdonarci i peccati e anche da purificarci da ogni iniquità.

Perché Dio è fedele e giusto da fare questo? Dio è fedele e giusto perché avendo già punito Gesù Cristo per i peccati che noi confessiamo, essendo giusto, non punisce due volte per lo stesso peccato. Quando confessiamo i nostri peccati, la colpa di quei peccati cade su Gesù Cristo sulla croce. Allora, il debito è pagato in pieno, e a quel punto Dio è giusto da perdonarci.

Dio non solo ci perdona, in base al sacrificio di Gesù Cristo, ma anche ci purifica da ogni iniquità. In altre parole, Dio non solo toglie la nostra colpa, ma ci purifica, ci santifica per conformarci passo per passo sempre di più all'immagine di Cristo. Questa è la santificazione.

La Bibbia parla moltissimo della santificazione. Vi leggo Ebrei 9:14.

“quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offerse se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!” (Ebrei 9:14 LND)

La vita cristiana è una vita di santità, ma visto che cadiamo, è anche una vita di crescita, di santificazione. E quando confessiamo di cuore i nostri peccati, Dio non solo ci perdona, ma Dio ci purifica da ogni iniquità, ovvero, opera in noi per santificarci sempre di più. Grazie a Dio per questo. Se dipendesse da noi saremmo senza speranza. Ma non siamo soli. Dio è all'opera in noi. Però, è fondamentale che confessiamo di cuore i nostri peccati, prendendone tutta la responsabilità e la colpa. Allora avremo il pieno perdono.

Chi nega il peccato, non è salvato

Nel versetto 10 Giovanni ripete quello che ha detto nel versetto 8, aggiungendo un'altra conseguenza. Leggo il versetto 10.

“10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi.” (1Giovanni 1:10 LND)

Nel versetto 8, Giovanni dice che “se diciamo di essere senza peccato”. Qua, dice “se diciamo di non aver peccato”, con peccato come verbo. Il senso è uguale. Dobbiamo camminare nella luce, ma cadiamo. Se diciamo di non aver peccato, non stiamo camminando nella luce. Infatti, dichiarare di non aver peccato vuol dire far di Dio un bugiardo, che chiaramente è falso. Dio è verità. E questo vuol dire che non abbiamo la sua parola in noi, ovvero, non abbiamo Cristo. Non siamo nella luce, siamo ancora nei nostri peccati.

Di nuovo, è importante capire questo. È il nostro orgoglio che ci ostacola dal volerci umiliare e riconoscere pienamente il nostro peccato. Ma quando non riconosciamo pienamente il nostro peccato, per confessarlo, stiamo facendo di Dio un bugiardo. In quel caso, la verità non è in noi.

Perciò, e questo è molto importante da capire, quando odiamo la riprensione, quando non vogliamo riconoscere il nostro peccato, effettivamente stiamo escludendo Dio dalla nostra vita. Stiamo camminando nelle tenebre, ci stiamo allontanando da Cristo.

In un certo senso, negare il nostro peccato è più grave del peccato che abbiamo commesso. Cioè, il peccato è sempre grave. Però, negare di aver peccato quando abbiamo peccato è ancora più grave del peccato stesso. In Gesù Cristo, c'è perdono per ogni tipo di peccato. Però, se neghiamo di aver peccato, non c'è perdono, e la verità non è in noi.

Perciò, prego che ognuno di noi possa capire quanto è grave il peccato di non voler riconoscere il peccato. Quanto è grave il peccato di odiare la riprensione, quanto è grave il peccato di volerci vedere nel giusto, quando in realtà abbiamo peccato, e in Gesù Cristo, se confessiamo il peccato, c’è il perdono.

Quindi, alla luce di questi versetti quanto è importante che camminiamo in modo da umilmente riconoscere e confessare ogni peccato. Così, vedremo l'immensità del perdono in Gesù Cristo, Dio sarà glorificato, Cristo innalzato, e noi saremo perdonati.

Conclusione

Lasciamo questo brano qua. Dio volendo, nelle prossime settimane andremo avanti in quest’epistola. Però oggi abbiamo visto che la Parola di Dio è attendibile. Abbiamo visto che non è solo il parere di Giovanni e degli altri autori, ma è la Parola che avevano visto con i loro occhi, e udito in Gesù Cristo. Abbiamo visto che nella salvezza, c’è la comunione con Dio stesso. E abbiamo visto che questo è possibile tramite il perdono che c’è in Gesù Cristo.

Però, per avere il perdono, dobbiamo umiliarci, e riconoscere e confessare, di cuore, i nostri peccati a Dio. Confessare i peccati è assolutamente necessario. Rifiutare di riconoscere i peccati, o scusarsi per il peccato, vuol dire non essere perdonati. Se viviamo così, vuol dire non essere salvati, non avere la verità di Dio in noi.

Però, al contrario, quando confessiamo i nostri peccati, di cuore, senza scuse, Dio è fedele, e ci perdona completamente, e opera in noi per santificarci, purificandoci da ogni iniquità.

Grazie a Dio per questa meravigliosa notizia. E allora, guardiamo a Cristo, come Colui che è andato alla croce per noi, e confessiamo ogni peccato. Camminiamo nella luce, e godiamo la comunione gli uni con gli altri, e la comunione con il Padre e con il Figlio. Viviamo guardando a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.