Gesù Cristo ci ha salvato dal nostro peccato per darci la vita eterna, ma anche per darci la sua pace mentre siamo in questo pellegrinaggio. Però, a volte non abbiamo la pace. A volte, piuttosto, ci troviamo con scontri, con contese, con guerre nei nostri rapporti. Perché? Il problema non sta con le altre persone. Il problema sta con il peccato dentro di noi. Leggo il versetto 1.
“1 Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? Non provengono forse dalle passioni che guerreggiano nelle vostre membra?” (Giacomo 4:1)
In questo versetto, vediamo un frutto del nostro peccato nei nostri rapporti. Le nostre passioni, che sono i nostri desideri peccaminosi, il desiderio di soddisfare la carne con il peccato, anziché sollecitare l'anima con Cristo, produce problemi e scontri nei nostri rapporti.
La parola passione qua e la stessa parola che troviamo in Luca 8:14 tradotto come piaceri.
“E la parte che è caduta fra le spine sono coloro che hanno udito la parola; ma, strada facendo, sono soffocati dalle sollecitudini, dalle ricchezze e dai piaceri di questa vita, e non giungono a maturità.” (Luca 8:14 LND)
La nostra carne a tanti desideri, la nostra carne cerca soddisfazione dando spazio a quei desideri. E questo è il nostro peccato. Quando diamo spazio a questi piaceri, quando cerchiamo di soddisfare questo piacere, crea gli scontri e le guerre fra di noi.
Effettivamente, quando noi desideriamo qualcosa, e qualcun altro ci ostacola da ottenere quello che noi vogliamo, questo creerà sempre scontri con quella persona. Quello che desideriamo può essere qualsiasi cosa.
Per esempio, possiamo desiderare qualcosa di materiale. Può essere che voliamo silenzio e tranquillità. In quel caso, se uno fa rumore, o fa confusione, il nostro desiderio per silenzio o tranquillità, fa in modo che quella persona ci ostacola da avere quella tranquillità, questo crea uno scontro. Questo è dovuto al nostro peccato. Magari uno vuole libertà, credendo che la libertà di fare quello che vuole soddisferà il cuore. Se qualcun altro che ha autorità ostacola quella libertà, ci saranno scontri. Forse vogliamo l'approvazione degli altri. Se qualcuno ci ostacola da avere l'approvazione degli altri, il nostro desiderio peccaminoso ci porta ad avere contese e guerre.
Forse vogliamo potere, e se qualcun altro non accetta la nostra autorità o guida o quello che vogliamo noi pecchiamo trovandoci con contese o guerre.
“2 Voi desiderate e non avete, voi uccidete e portate invidia, e non riuscite ad ottenere; voi litigate e combattete, e non avete, perché non domandate.” (Giacomo 4:2)
Qui, Giacomo descrive quando si cerca di ottenere carnalmente. Si usa le capacità nostre per cercare di ottenere quello che la carne vuole. Quando cerchiamo di soddisfare la carne, questi desideri peccaminosi ci portano a peccare per ottenere quello che vogliamo. Questo porta a litigi e combattimenti, solitamente con le parole, ma possono arrivare anche ad essere con la forza fisica. Il punto è che desideri carnali creano invidia, litigi, e distruggono i nostri rapporti.
Giacomo dichiara che non abbiamo perché non domandiamo. In altre parole, anziché confidare in Dio, cerchiamo con le nostre forze per ottenerle. Questo sempre produce brutti frutti. Dio vuole che dipendiamo da lui. Perciò, quando stiamo cercando di ottenere con le nostre forze, ci porterà sempre a peccare. Dobbiamo umiliarci per chiedere a Dio, dipendendo da lui.
Non basta solo domandare. Leggo il versetto tre.
“3 Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.” (Giacomo 4:3)
Tantissime persone pregano, ma ci sono tantissime preghiere a cui Dio non risponde. Quando domandiamo e non riceviamo, molto spesso, è perché domandiamo male, per spendere nei nostri piaceri. In altre parole, vediamo quello che vogliamo noi, anziché pregare come Dio ci comanda a pregare.
Dio non esiste per darci quello che vogliamo noi. Dio ci ha creati per adempiere il suo piano, e al suo piano, ama salvare e curare, ma il piano di Dio non è di darci quello che vogliamo sulla terra.
Se io sono ammalato, certamente, voglio guarire e non soffrire. Io ho problemi economici, certamente la cosa più facile per me è se Dio dovesse risolvere i miei problemi. Se io soffro persecuzione, la cosa più facile e quello che la mia carne desidera è per Dio di togliere la mia persecuzione.
Ma pregare per quello che sarebbe più facile per me non è pregare secondo la volontà di Dio. Consideriamo quello che chiamiamo il Padre Nostro, la preghiera che Gesù usa per insegnarci come pregare. Notiamo quali sono le richieste di questa preghiera.
“9 Voi dunque pregate in questa maniera: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome. 10 Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo. 11 Dacci oggi il nostro pane necessario. 12 E perdonaci i nostri debiti, come anche noi perdoniamo ai nostri debitori. 13 E non esporci alla tentazione, ma liberaci dal maligno, perché tuo è il regno e la potenza e la gloria in eterno. Amen".” (Matteo 6:9-13 LND)
Consideriamo brevemente quello che si domanda in questa preghiera. Prima di tutto, si domanda che il nome di Dio sia santificato. Si domanda che il suo regno venga. Si domanda che la sua volontà sia fatta. Poi, si domanda quel minimo che serve per vivere. Poi, si domanda il perdono, dichiarando anche di perdonare. Infine, si domanda protezione dal maligno. E poi, si chiude adorando Dio.
È evidente che qua, non c'è nessuna richiesta carnale. Non si chiede nulla per soddisfare la carne. La vera preghiera, la preghiera che Dio ascolta, è la preghiera in cui sopra ogni altra cosa si desidera la gloria di Dio.
Quindi, quando Giacomo dice che domandate male per spendere nei vostri piaceri, in modo che Gesù ci insegna a pregare dimostra quanto è sbagliato in modo che la maggioranza delle persone pregano.
Come credi tu? Tu preghi di avere meno problemi? Oppure, tu preghi per la gloria di Dio? Tu credi che in mezzo alle prove guarderai a Dio?
Le verità del v. 4
Quando i nostri desideri sono legate alle cose della terra, l'approvazione degli uomini, una vita con meno problemi, piaceri, cose materiali, o qualunque altra cosa che il mondo offre, noi siamo adulteri e adultere. Leggo il versetto 4.
“4 Adulteri e adultere, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (Giacomo 4:4)
La Bibbia usa il termine adultero per descrivere non solo una persona che fisicamente commette l'adulterio, ma per descrivere una persona che desidera qualcosa anziché Dio. Il rapporto che Dio ha stabilito di avere con gli uomini e donne che ha creato è un rapporto stretto, è un rapporto esclusivo, è un rapporto in cui la persona ama Dio con tutto il suo cuore. E perciò, amare qualcosa al di fuori di Dio è una forma di adulterio spirituale. Desiderare l'approvazione del mondo è amicizia con il mondo, e questo è in amicizia con Dio. Questa è una forma di adulterio spirituale. Non si può essere amico del mondo e allo stesso tempo amico di Dio.
Questo non vuol dire che siamo cattivi con gli altri, non vuol dire che ci comportiamo in modo da offendere, se non solamente con la croce di Gesù Cristo. Però, vivere veramente per Dio vuol dire essere visto come fanatico dal mondo, perché il mondo non comprende perché uno vorrebbe vivere per Dio.
L'uomo naturale, colui che è senza Dio, non può comprendere le cose di Dio. Quindi, voler essere amico del mondo, voler avere l'approvazione del mondo, ti fa essere un nemico di Dio.
Similmente, desiderare qualche vantaggio che il mondo offre è essere nemico di Dio. Vi leggo 1Giovanni 2:15-17.
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita,non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giovanni 2:15-17 LND)
In questi versetti, impariamo che se noi amiamo le cose del mondo, l'amore del padre non è in noi. E perciò, questo ci aiuta a capire perché in Giacomo leggiamo che se desideriamo le cose del mondo siamo adulteri e adultere.
Io prego che possiamo riconoscere la gravità della nostra condizione spirituale quando il nostro cuore è tirato verso qualunque cosa del mondo. Non stiamo parlando solamente di cose materiali, ma anche da situazioni o altre cose che possono soddisfare qualunque aspetto della nostra carne.
v.5
Arriviamo adesso al versetto 5. Non è chiarissimo, e quindi, vi spiego quello che capisco, che è anche quello che tanti capiscono. Ma non possa essere dogmatico su il suo significato. Seguite mentre leggo e il versetto 5.
“5 Pensate che la Scrittura dica invano: "Lo Spirito che abita in noi ci brama fino alla gelosia"?” (Giacomo 4:5)
Prima, abbiamo letto che per noi di desiderare le cose del mondo è una forma di adulterio spirituale. Perciò, lo Spirito di Dio che abita in noi ci brama fino alla gelosia. Se noi desideriamo qualcosa del mondo, è una forma di adulterio spirituale. E come è giusto in un matrimonio, nel nostro rapporto con Dio, Dio ci brama fino alla gelosia. Dio è geloso di noi quando siamo nel peccato. E questo è uno dei motivi per cui Dio manda la sua disciplina, anche disciplina durissima, per farci tornare a lui. Dio desidera con noi un rapporto puro e di fedeltà.
l'unica via è la via dell'umiltà
Adesso, consideriamo insieme in versetti 6 a 10. In questi versetti, Giacomo ci mostra che l'unica via che conviene è la via della vera umiltà davanti a Dio. Seguite e considerate con cuori aperti iniziando con il versetto 6.
“6 Ma egli dà una grazia ancor più grande; perciò dice: "Dio resiste ai superbi, e dà grazia agli umili".” (Giacomo 4:6)
Dio è geloso di noi, ma quando siamo fedeli, quando il nostro desiderio non è per qualcosa per soddisfare la carne, ma è per la gloria di Dio e per poter restare più vicini a Dio, che da una grazia ancora più grande. Alla luce di questo, troviamo la verità ripetutamente la Bibbia: Dio resiste ai superbi, e dà grazia agli umili.
Ognuno di noi, come ogni persona, alla scelta: o possiamo dare spazio al nostro orgoglio per essere superbi, oppure, possiamo umiliarci per essere veramente umili.
Ci sono tantissimi modi che possiamo mostrare la superbia. Per esempio, possiamo essere notati dagli altri come bravi in qualche campo. Possiamo voler essere visti bene dagli altri. Oppure, quando pecchiamo, possiamo dire di compensare il peccato, ma poi, insistere che non era così terribile. Penso ad esempio dil marito che è pieno di orgoglio nei confronti della moglie. Questo lo spinge a trascurarla, e a mancare di amarla come Dio comanda. Lui confessa il suo peccato. Però poi, quando un fratello della Chiesa cerca di parlargli del suo peccato, e di spiegare quanto aveva fatto male alla moglie, lui diventa difensivo e insiste che certamente aveva peccato, ma non era così grave. Lui vuole insistere che non aveva veramente smesso di amare la moglie, solo che il suo amore non era quello che avrebbe dovuto essere.
In questo caso, lui sta dimostrando che nonostante che dice di essere ravveduto, nonostante che dice di confessare i suoi peccati, in realtà, lui sta ancora dando tanto spazio a suo peccato. Lui sta ancora lasciando regnare il suo orgoglio. Lui non vuole veramente umiliarsi per riconoscere la vera gravità del suo peccato. Ammette intellettualmente di aver peccato, ma non vuole vedere il suo peccato come terribile.
Ci sono tanti modi che possiamo avere un cuore pieno di superbia. Ma il punto forte in questo brano è che Dio resiste ai superbi. Dio resiste! Questa è qualcosa di terribile. Il sovrano signore dell'universo si oppone a chi è superbo. È un discorso avere un uomo contro di te, e un discorso avere un esercito contro di te. È un discorso avere tutti contro di te. Ma nulla è paragonabile ad avere Dio contro di te. Dio resiste a chi è superbo.
Questo dovrebbe farci tremare. Chi non ha timore di Dio, chi non ha timore del pericolo di essere superbo, è veramente stolto. Chi continua a rialzarsi senza comprendere cosa vuol dire avere Dio contro di te è veramente stolto. L'unica sicurezza è di umiliarci chiaramente, senza lasciar spazio per alcun orgoglio. Solo così possiamo scappare dal pericolo di avere Dio che resiste a noi e a causa della nostra superbia.
Ma per quanto è terribile avere Dio contro di lei, che è la condizione per chi ha superbia, per chi si umilia, c'è una notizia meravigliosa. Come questo versetto dichiara, Dio dà grazia agli umili.
Per quanto non c'è nulla di più terribile che avere Dio che è contro di noi, non c'è nulla di più bello che ricevere la grazia di Dio.
Prima, parlavamo di desiderare le cose del mondo. In realtà, nulla dal mondo può veramente soddisfare il cuore dell'uomo. Tutto è un inganno. Tutto passerà. Invece, la grazia di Dio soddisferà pienamente il cuore dell'uomo. E Dio dà la sua grazia agli umili.
Quando noi cerchiamo di ottenere quello che vogliamo, quando ci impegniamo, quando ci affatichiamo, se Dio non ci dà la sua grazia, è tutto inutile. Invece, quando Dio ci dà la sua grazia, siamo veramente benedetti in quello che facciamo.
Se tu vuoi la meravigliosa grazia di Dio, c'è solo una via per ottenerla, e puoi averla in abbondanza. Quella via è di veramente essere umile, in ogni campo della tua vita.
Il versetto 7 continua questo discorso, e parla della vita della vera umiltà. Leggiamolo.
“7 Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi.” (Giacomo 4:7)
Alla luce del fatto che Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili, questo versetto ci dà due comandamenti. Il primo è di sottometterci a Dio. Sottometterci a Dio, di cuore, è la stessa cosa che dire umiliatevi. La vera umiltà ci porta ad essere sottomessi a Dio, in ogni campo della vita.
Cioè, Dio mi comanda a pagare tutte le tasse. Se io mi sottometto a Dio, io pago tutte le tasse, non perché lo Stato è giusto, perché non è giusto. Ma perché Dio me lo comanda. Se io mi sottometto a Dio, un marito ama sua moglie come Cristo ama la Chiesa, non perché la moglie è brava e la merita. Ma perché è il comandamento di Dio. Dio comanda alla moglie di essere sottomessa a suo marito. Se lei è sottomessa a Dio, sarà sottomessa a suo marito, come forma di essere sottomessa a Dio. Dio comanda ai credenti di sottomettersi e ubbidire ai loro conduttori spirituale, e anche qui, la vera motivazione è quello di essere sottomessi a Dio.
Infatti, che cos'è la sottomissione a Dio se non ubbidire a tutti i comandamenti di Dio, in ogni occasione, in ogni situazione, anche quando non è facile. E quindi, per essere umili ed ricevere la meravigliosa grazia di Dio dobbiamo sottometterci a Dio.
E poi, il versetto ci comanda a resistere al diavolo. Dichiara che se noi resistiamo al diavolo egli fuggirà da noi. È molto importante considerare questo.
Cosa vuol dire resistere al diavolo? Prima di tutto, notate che è legata ad essere sottomessi a Dio. In un brano parallele, 1Pietro 5:8,9, proviamo la spiegazione di come resistere a Satana. Leggo quei versetti.
“8 Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. 9 Resistetegli, stando fermi nella fede, sapendo che le stesse sofferenze si compiono nella vostra fratellanza sparsa per il mondo.” (1Pietro 5:8-9 LND)
Notate che il modo di resistere al diavolo è stando fermi nella fede. In altre parole, il modo di resistere a Satana non è combattere Satana, non è schiacciare Satana, non è comandare a Satana di uscire. La parola resistere non comprende nessuna di quelle cose. Piuttosto, non è resistiamo Satana stando fermi nella fede, guardando a Cristo, sottomettendoci a Dio in ogni cosa. Questo è il modo di resistere a Satana.
E quando noi guardiamo con fede a Cristo, e perciò ubbidiamo ad ogni comandamento, allora, il diavolo fuggirà da noi.
La Bibbia non ci insegna a comandare Satana. La Bibbia ci comanda a resistere a Satana. E si resiste a Satana stando fermi nella fede, tenendo gli occhi su Cristo Gesù, e camminando in ubbidienza. Camminiamo così, e conosceremo le benedizioni di Dio.
Esempio pratico, vv. 8-10
Vediamo adesso i versetti 8-10. In questi versetti, Dio continua ad esortarci ad abbandonare il nostro peccato, per essere vicini a Dio. In questi versetti, Dio parla a chi si aggrappa a qualche peccato. Avevamo detto prima che Dio resiste ai superbi. In questo brano, è chiaro che Dio è lontano da chi ancora ha del peccato non confessato. Quindi, questo brano ci esorta ad abbandonare il nostro peccato, col cuore afflitto, per poter avvicinarci a Dio. Seguite mentre leggo queste versetti.
“8 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi; pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o voi dal cuore doppio! 9 Affliggetevi, fate cordoglio e piangete; il vostro riso si cambi in duolo e la vostra gioia in tristezza. 10 Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.” (Giacomo 4:8-10)
Quando abbiamo peccato abbandonato e non confessato, siamo lontani da Dio. Posso predicare, pregare, evangelizzare, cantare e dire “ah, quanto sto guardando a Dio!”, ma se io ho un peccato non confessato, sono lontano da Dio. E SE restiamo nel peccato, Dio ci resiste, Dio ci oppone.
Dobbiamo affliggerci a causa del nostro peccato. Dobbiamo essere veramente aggravati con il nostro cuore. Dobbiamo dire, “no! Signore, perdonami! Perdonami! Ho peccato contro di Te!”
Tutto questo ci porta a pulire le nostre mani, che vuol dire che erano coperte di quel peccato, smetto di peccare, lavo le mani e non sono più in quel peccato. Le mani sono pulite.
Poi, dice, “purificate i vostri cuori”. Smetto l’azione, se stavo commettendo qualche peccato di azione, e chiedo perdono per essere perdonato e purificato nel cuore. Tolgo quel peccato dalla mia vita. Parla di tristezza, ravvedimento e un cuore veramente afflitto.
Alcuni esempi potrebbero essere l’uomo che riconosce di essere attaccato a qualcosa e la vende. Oppure una donna che riconosce che ha sempre cercato di essere carino per gli altri e si disfa di una bella parte del suo guardaroba. Oppure qualcuno che vede che è attaccato allo Smartphone e lo vende per uno più semplice perché per lui era un idolo.
Quando riconosco un peccato, non lo giustifico. Non scherzo con il peccato. No. Io voglio completamente liberarmi. Io voglio allontanarmi. Io voglio più di Cristo!
“Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi...”
Poi, “umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.” Io voglio essere innalzato. Tu vuoi essere innalzato? La differenza è che nel mondo, si cerca di innalzarsi da solo. È Dio che ci innalza.
Esempio di orgoglio spirituale
“11 Non parlate gli uni contro gli altri, fratelli; chi parla contro il fratello e giudica il proprio fratello, parla contro la legge e giudica la legge; ora se giudichi la legge, tu non sei un esecutore della legge, ma un giudice. 12 C’è un solo Legislatore, che può salvare e mandare in perdizione, ma tu chi sei, che giudichi un altro?” (Giacomo 4:11-12)
Abbiamo parlato prima di guerre e contese e questo parla di un atteggiamento di criticare. Però, una cosa importante da notare: la Bibbia ci insegna che delle volte è necessario giudicare nella chiesa. In 1 Corinzi 5, Paolo parla della chiesa dove c’era un uomo che aveva la moglie del padre e Paolo dice che tocca noi (la chiesa, i credenti) giudicare quelli di dentro. Tocca Dio giudicare quelli di fuori. Però, quando uno vive criticando, vive male, è pieno di orgoglio e fa vedere ben poco di Gesù Cristo.
Un ministero centrato su mostrare gli errori degli altri, non edifica. Gonfia ed è un posizione di superiorità. Magari quelle persone hanno anche ragione, però ostacola loro da vedere il peccato in loro stessi. Si gonfiano perché non hanno questi stessi errori nelle loro vite.
C’è un solo Legislatore. Dobbiamo avere timore di Dio perché io, te, noi, ci troveremo davanti a quel Legislatore. Riconosciamo che dobbiamo NOI apparire davanti a Lui.
Esempio di Superbia
Un esempio di come uno è superbo, crede di farcela con le proprie capacità e forze. Leggo 13-16.
13 E ora a voi che dite: "Oggi o domani andremo nella tale città, e vi dimoreremo un anno, commerceremo e guadagneremo", 14 mentre non sapete ciò che accadrà l’indomani. Cos’è infatti la vostra vita? Poiché essa è un vapore che appare per un po’ di tempo, e poi svanisce. 15 Dovreste invece dire: "Se piace al Signore e se saremo in vita, noi faremo questo o quello". 16 Ora invece, voi vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è cattivo. (Giacomo 4:13-16)
“Noi faremo”, “io farò”. Questo è un credere in loro stessi. Programmando progetti pensando di essere capaci di farcela da soli. Magari arrivano anche però senza riconoscere che Dio dà successo e che dipendiamo da Dio per tutto.
Serve riconoscere la realtà che la nostra vita è un vapore: non siamo noi in controllo. La vita può finire in qualsiasi momento. Dovremmo essere totalmente umili. Mansueti e dipendenti da Dio per tutto. Tu riconosci quello praticamente nella tua vita? Stai dando le primizie a Dio?
16 Ora invece, voi vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è cattivo
L’unica vita che è valida davanti a Dio è la vita dove dici che vuoi fare la volontà di Dio in piena umiltà, cercando la gloria di Dio. Il vanto è orgoglio. Chi è orgoglioso, è lontano da Dio. Dio resiste ai superbi. Sta vicino a chi è umile e dà grazia agli umili.
Non fare il bene
Poi, Giacomo conclude con un insegnamento importante:
17 Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.” (Giacomo 4:17 LND)
Come credenti, non dovremmo usare il condizionale. Cioè, “dovrei trovare più tempo per il Signore. Dovrei leggere di più. Dovrei cercare più tempo con i credenti. Dovrei evangelizzare di più.” No! Diciamo piuttosto, “Io devo e perciò lo faccio!” Il momento che uso il condizionale, sto già lasciando spazio alla mia carne e spazio di non cambiare. Con l’aiuto di Dio possiamo cambiare. Se tu sai come fare il bene e non lo fai, pecchi. Sapere fare il bene e non farlo ci rende ancora più colpevoli.
“47 Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà riceverà molte battiture. 48 Ma colui che non la conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto".” (Luca 12:47-48 LND)
Tu sai e non lo fai? Sarai punito più severamente di qualcuno che non sa e non lo fa. Non facciamo da stolti dicendo “dovrei, sì, dovrei”. No, è troppo importante.
Conclusione
Io ringrazio Dio per un grande Salvatore Gesù Cristo che è morto sulla croce per offrici vero perdono. In Gesù, c’è perdono se confessiamo i nostri peccati e se ci umiliamo veramente. Se ci umiliamo, confessando e abbondando il nostro peccato ed avvicinandosi a Dio, Dio sarà vicino a noi. Se piangiamo per i nostri peccati, Dio ci perdonerà e ci darà una nuova vita. Se ci sottomettiamo a Dio, guardando a Lui, così resisteremo il diavolo e lui sfuggirà da noi. Dobbiamo essere svegli ed essere umili per ricevere la grazia di Dio e non essere resistiti da Dio. Dobbiamo non amare il mondo e cercare l’approvazione del mondo. Il mondo offre mille cose che soddisfano la carne però creano una vita non benedetta.
Io voglio invitare tutti a riconoscere che la vita cristiana è di essere una casta vergine davanti a Cristo. Non è di essere adulteri spirituali e dare il cuore un po’ a Dio e un po’ a qualcun altro. Cerchiamo la nostra soddisfazione in Cristo Gesù.