In questo capitolo, Paolo continua a spiegare la sua autorità ai credenti, e specificamente, aiuta loro a capire che gli altri erano falsi apostoli, falsi insegnanti.
È importante capire che se noi crediamo ad un falso insegnante, ci svia lontani da Dio. Se un falso insegnante riesce a farci diffidare di un vero insegnante, che ci insegna le verità di Dio, vuol dire che scartiamo e rifiutiamo le verità che Dio ci dà veramente attraverso il vero insegnante. Perciò, una tattica comune di Satana è cercare di allontanare i credenti dai veri insegnanti. Abbiamo già visto in 2 Corinzi 10 che Paolo era obbligato a difendersi dai falsi apostoli, perché stavano cercando di screditarlo agli occhi di questi credenti. In questo capitolo, Paolo continua a mostrare che egli è veramente da Dio, e che quegli uomini erano falsi insegnanti.
Quello che voglio notare nei primi versetti di questo capitolo 11 è il cuore di Paolo. Notate che Paolo ha un profondo amore per questi credenti, desidera il loro bene, vuole aiutarli ad arrivare a Dio. Considerate il cuore di Paolo mentre leggo i versetti 1 a 3.
“1 Oh, quanto desidererei pure che voi sopportaste con me un po’ di follia! Ma infatti voi mi sopportate. 2 Io sono infatti geloso di voi della gelosia di Dio, perché vi ho fidanzati a uno sposo, per presentarvi a Cristo come una casta vergine. 3 Ma io temo che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così talora le vostre menti non siano corrotte e sviate dalla semplicità che ci dev’essere verso Cristo.” (2Corinzi 11:1-3 LND)
In questi versetti, vediamo quello che è il cuore di un vero pastore, di un vero uomo di Dio che sta curando gli altri. Il desiderio profondo di Paolo era di aiutare quei credenti ad avvicinarsi sempre di più a Gesù Cristo. Paolo non cercava nulla per se stesso, Paolo si vedeva come l'amico dello sposo, il cui unico desiderio era di avvicinare la sposa allo sposo. Parlava della sua gelosia per loro, la gelosia di Dio, perché voleva presentarli a Cristo come una casta vergine. Voleva aiutare quei credenti ad essere sempre più puri, più santi, per essere una sposa gradevole a Gesù Cristo.
Se pensate, anche negli altri esempi di autorità che Dio ha stabilito, vediamo lo stesso traguardo. Per esempio, in Efesini 5 leggiamo del ruolo del marito, come capo della moglie. Seguite mentre leggo qualche versetto che descrive come lui deve curare la moglie, che sarebbe lo stesso modo con cui Cristo cura la Chiesa.
“25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla, avendola purificata col lavacro dell’acqua per mezzo della parola, 27 per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile. 28 Così i mariti devono amare le loro mogli, come i loro propri corpi; chi ama la propria moglie ama se stesso.” (Efesini 5:25-28 LND)
Il marito deve impegnarsi a santificare la moglie, usando la parola di Dio, per farla comparire gloriosa davanti a Cristo, senza macchia o ruga o alcunché di simile. Questo dovrebbe essere l'impegno di ogni marito. Ed è lo stesso impegno che Paolo aveva con questi credenti.
Pensate a quella che è la responsabilità dei genitori. Leggo Efesini 6:4.
“E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.” (Efesini 6:4 LND)
I genitori devono impegnarsi ad allevare i figli nella disciplina e nell'ammonizione del Signore, che vuol dire nelle verità di Dio, nelle vie di Dio. Significa quindi aiutare i figli a crescere per avere un carattere che con la salvezza assomiglierà a Gesù Cristo.
Quindi, l'autorità che Dio dà non è mai per dominare, non è mai per ricevere per sé, ma la vera autorità dovrebbe servire per il vero bene degli altri. E non c'è bene paragonabile a quello di aiutare qualcuno ad avvicinarsi di più a Gesù Cristo.
Allora Paolo spiega che questa era la sua passione per loro anche per mostrare loro che questo era in contrasto drastico con i falsi apostoli. Loro non stavano cercando di avvicinare queste persone a Cristo. Loro non stavano cercando di aiutarli ad essere santificati. In questo, i credenti potevano vedere un'immensa differenza tra l'apostolo Paolo e questi falsi apostoli.
Nel versetto 3, Paolo parla del pericolo di essere sviati. Questi falsi apostoli, come tantissimi falsi insegnanti oggi, volevano sviare questi credenti dalla semplicità dell'evangelo.
Tantissimi falsi insegnamenti anche se li mettono su pochi brani, in fin dei conti allontanano da Gesù Cristo.
La verità di Dio è molto semplice, invece molto spesso il falso insegnamento nasconde la vera persona di Gesù Cristo dietro tanti insegnamenti complicati.
Nel versetto 4, Paolo critica questi credenti perché così facilmente accettavano falsi insegnanti e falsi insegnamenti, senza fermarsi per riconoscere che quegli insegnamenti contraddicevano le verità che avevano imparato. Cioè, avrebbero dovuto valutare e confrontare gli insegnamenti ricevuti con le verità che già conoscevano. Non facevano questo, e quindi cadevano negli errori. Quanto è importante che valutiamo ogni intendimento attentamente con la parola di Dio.
Leggo il versetto 4.
“4 Se uno infatti venisse a voi predicando un altro Gesù, che noi non abbiamo predicato, o se voi riceveste un altro spirito che non avete ricevuto, o un altro evangelo che non avete accettato, ben lo sopportereste.” (2Corinzi 11:4 LND)
Voglio esortare ognuno di voi a non accettare ciecamente insegnamenti, ma piuttosto valutare sempre ogni insegnamento con la parola di Dio. Ci sono tantissimi falsi insegnamenti, oggi più che mai, per mezzo di Internet. Quanto è importante che valutiamo attentamente ogni insegnamento.
Nei versetti 5 e 6, Paolo si confronta con i falsi apostoli. Nota che lui usa il termine per loro sommi sacerdoti, non perché lo erano veramente, ma perché era così che loro si definivano. Seguite mentre leggo questi due versetti.
“5 Ora io ritengo di non essere stato in nulla inferiore ai sommi apostoli. 6 E se anche se non sono istruito nel parlare, lo sono però nella conoscenza; anzi vi siamo stati d’esempio in ogni modo e in tutte le cose.” (2Corinzi 11:5-6 LND)
Spesso, falsi insegnanti si presentano come molto importanti, o superiori ad altri. A volte usano titoli per far sembrare che sono importanti. Per esempio, questi uomini falsi si chiamavano sommi apostoli. Cioè, non solo si chiamavano apostoli, che non lo erano, ma si chiamavano sommi apostoli. Si presentavano come se fossero molto importanti.
Oggi, troviamo la stessa cosa. Oggi, ci sono tanti falsi insegnanti che si definiscono apostoli. Non ci sono più apostoli. Gli apostoli erano uomini che avevano visto Gesù Cristo. Però, ci sono uomini che vogliono sembrare importanti, vogliono avere seguaci, e perciò, si definiscono apostoli. Questo è un inganno, oggi, come allora. C'erano i veri apostoli, come l'apostolo Paolo, e i 12. Ma non ci sono più apostoli. Questi apostoli al tempo di Paolo si chiamavano falsi apostoli.
Paolo dichiara che non era in nulla inferiore a loro. In realtà, nel capitolo 10 Paolo aveva mostrato che era superiore a loro in ogni cosa vera. Cioè, tutto quello che loro dicevano era falso, tutto quel che Paolo diceva era vero. Quindi, non solo non era inferiore, Paolo era un vero apostolo, loro no.
Paolo dichiara subito che non era istruito nel parlare. Questo è un termine che vuol dire che non aveva istruzione particolare per essere un grande oratore. In quell'epoca, fare discorsi pubblici era molto importante. C'erano uomini molto eloquenti, che sapevano parlare in modo grandioso. Paolo non era così. Però, se non era eloquente come quei falsi apostoli, Paolo aveva grande conoscenza. Loro avevano grandi parole, Paolo aveva grande sostanza.
Non solo, ma Paolo dichiara che era stato di esempio, insieme ai suoi collaboratori, ai credenti di Corinto, in ogni modo ed in tutte le cose. Cioè, la vita di Paolo era esemplare, era una vita coerente, era una vita di santità in ogni campo. Allora, per quanto questi falsi apostoli potevano vantarsi, non avevano una vita esemplare. Non erano di esempio in tutto, non rispecchiavano Gesù Cristo, come faceva Paolo e i suoi collaboratori.
Infatti, molto spesso, questo è uno dei modi più facili per riconoscere un falso insegnante. Per esempio, Paolo non era in alcun modo attaccato ai soldi. Anzi, Paolo spesso si trovava perfino nella fame per poter predicare l'evangelo. Non sempre, ma spesso uomini falsi sono attaccati ai soldi, e usano l'evangelo per arricchirsi. Oggi, c'è un falso insegnamento molto diffuso che parla dell'evangelo della prosperità. Questi falsi insegnanti dicono che se tu sei fedele a Dio, egli ti benedirà con ricchezze. E loro si presentano come esempi di questo, perché si arricchiscono sulle spalle dei loro seguaci. Questo è un terribile falso insegnamento. Paolo aveva una vita di purezza, che era totalmente focalizzata sul promuovere il regno di Dio. Perciò Paolo poteva confrontarsi con questi supposti apostoli dimostrando che lui poteva essere un esempio in ogni cosa della vita.
Paolo rifiutava sostegno da loro 7-12
Ora, consideriamo insieme i versetti 7 a 12, perché è un argomento unico. In questi versetti, Paolo spiega a questi credenti perché rifiutava di accettare sostegno da loro, nonostante accettasse sostegno da altri. È importante ricordare che più volte la Bibbia ci insegna che è giusto sostenere coloro che si affaticano nell'opera di Dio. Per esempio, Paolo stesso lo aveva scritto a questi credenti in 1Corinzi 9. In quel brano, Paolo spiega in modo molto chiaro che l'operaio di Dio è degno della sua paga. In Galati 6:6 Paolo dichiara:
“Ora colui che è istruito nella parola faccia parte di tutti i suoi beni a colui che lo istruisce.” (Galati 6:6 LND)
In Filippesi 4:10-18 Paolo ringrazia i credenti perché gli avevano mandato sostegno economico. Quindi, mentre leggiamo questo brano, è molto importante capire che Paolo stesso accettava sostegno ben volentieri, anche se non era minimamente attaccato ai soldi. Il sostegno permetteva Paolo di dedicarsi a tempo pieno al ministero. Però se mancava, Paolo era sempre pronto a lavorare. Il punto di Paolo in questo brano non è che era sbagliato accettare un sostegno. Il punto di Paolo qua è che non accettava sostegno dai Corinzi, specificamente per non permettere a questi falsi insegnanti di potersi paragonare a lui. Loro erano attaccati ai soldi, e perciò, Paolo si distingueva da loro rifiutando di accettare sostegno. Tenete questo in mente mentre leggo da 7 a 12.
“7 Ho forse io commesso peccato abbassando me stesso affinché voi foste innalzati, per il fatto che vi ho annunziato l’evangelo di Dio gratuitamente? 8 Io ho spogliato altre chiese, ricevendo uno stipendio da loro per servire voi. 9 Inoltre, quando ero tra di voi e mi trovavo nel bisogno, non sono stato di aggravio ad alcuno, perché supplirono al mio bisogno i fratelli che vennero dalla Macedonia, e in ogni cosa mi sono guardato dall’esservi di aggravio, e anche per l’avvenire me ne guarderò. 10 Come la verità di Cristo è in me, questo vanto nei miei confronti non sarà messo a tacere nelle regioni dell’Acaia. 11 Perché? Forse perché non vi amo? Dio lo sa. 12 Anzi ciò che io faccio lo farò ancora, per troncare ogni pretesto a quelli che desiderano un pretesto, per essere trovati simili a noi in ciò di cui si gloriano.” (2Corinzi 11:7-12 LND)
Paolo aveva accettato sostegno da altri, ma non da questi credenti. Quindi, in quel senso aveva predicato l'evangelo a loro gratuitamente.
Però, rifiutava categoricamente di accettare da questi credenti per togliere ogni pretesto a questi falsi apostoli. Paolo odiava quello che i falsi apostoli stavano facendo a questa Chiesa. E perciò, era pronto a qualunque sacrificio per evitare che loro potessero screditare il suo ministero.
Questo di nuovo ci ricorda qual'è il cuore di un vero uomo di Dio, che si impegna per il bene dei credenti e la gloria di Cristo. Un vero uomo di Dio è pronto per ogni sacrificio. Questo è paragonabile ad un vero genitore, che accetterebbe ogni sacrificio per curare e proteggere i suoi figli. Un vero pastore ha questo cuore per le pecore. Non vive per se stesso, ma vive per il bene delle pecore che Dio ha affidato a lui.
Io prego che noi avremo quel tipo di cuore in cui non cerchiamo i nostri propri interessi, ma cerchiamo quello che promuove il vero bene degli altri e la gloria di Dio.
Falsi Apostoli, Satana un angelo di luce
Ne versetti 13 a 15, Paolo dichiara in termini chiari chi erano questi falsi apostoli. All'inizio aveva usato il termine sommi apostoli, il termine che loro usavano per definire loro stessi. Adesso, li descrive per come realmente sono. Questa è una denuncia estremamente forte, ma è giusta. Noi troviamo nella Bibbia che i falsi insegnanti vengono denunciati in termini estremamente duri, perché quello che fanno va completamente contro Dio. Leggo questa denuncia terribile. Guai a chi insegna falsamente.
“13 Tali falsi apostoli infatti sono degli operai fraudolenti, che si trasformano in apostoli di Cristo. 14 E non c’è da meravigliarsi, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce. 15 Non è dunque gran cosa se anche i suoi ministri si trasformano in ministri di giustizia, la cui fine sarà secondo le loro opere.” (2Corinzi 11:13-15 LND)
Questi falsi apostoli, che si chiamavano sommi apostoli, si trasformavano in apostoli di Cristo. La parola trasformarsi significa cambiare l'apparenza, e quindi, vuol dire spacciarsi per quello che non si è. Loro dentro sono seguaci di Satana, servi di Satana, ma si trasformano esternamente per sembrare apostoli di Cristo.
Questo è normale, e si trova in tutto il mondo anche oggi. Questo è normale perché Satana stesso si presenta come angelo di luce, anche se lui appartiene alle tenebre. E perciò, coloro che sono servi di Satana si presentano come ministri di giustizia, quando in realtà sono ministri del peccato.
Quello che dobbiamo ricordare e che la loro fine sarà secondo le loro opere. Saranno severamente giudicati da Dio.
Infatti, Gesù dichiara che se uno fa inciampare un giovane che crede in Lui, sarebbe meglio per lui una morte terribile, per quanto terribile sarà il giudizio di Dio per quella persona.
Paolo era un vero apostolo
Adesso, leggo i versetti 16 e 17, in cui Paolo spiega che userà un po' il metro di questi falsi apostoli per dimostrare che lui è superiore a loro, perché lui è un vero apostolo, mentre loro sono falsi apostoli. Leggo questi versetti
“16 Lo dico di nuovo: Nessuno mi consideri un insensato; se no, ricevetemi pure come un insensato, affinché mi possa anch’io vantare un po’. 17 Ciò che dico in questa fiducia di vanto, non lo dico secondo il Signore, ma come nella follia. 18 Poiché molti si vantano secondo la carne, anch’io mi vanterò.” (2Corinzi 11:16-18 LND)
Per Paolo, era assurdo dover parlare di sé, lui voleva parlare sempre di Cristo. Ma alla luce della situazione, alla luce dei falsi vanti di questi falsi apostoli, Paolo si sentiva costretto ad aiutare questi credenti a riconoscere la verità. Paolo userebbe i cosiddetti vanti umani, per mostrare loro che con qualunque metro vero, lui era un vero apostolo e loro erano falsi apostoli.
Voi accettate i falsi
Nei versetti dal 19 al 21, Paolo mette in evidenza che questi credenti sbagliavano grandemente, accettando falsi insegnanti che anziché portarli più vicini a Cristo, li rendevano schiavi. Leggo da 19 a 21.
“19 Voi infatti, che siete savi, sopportate volentieri gli insensati. 20 Perché, se qualcuno vi riduce in schiavitù, se qualcuno vi divora, se qualcuno prende del vostro, se qualcuno s’innalza, se qualcuno vi percuote in faccia, voi lo sopportate. 21 Lo dico a mia vergogna, come se noi fossimo stati deboli; eppure, in qualunque cosa uno è ardito, lo dico nella follia, sono ardito anch’io.” (2Corinzi 11:19-21 LND)
Molto spesso, i falsi insegnanti vogliono approfittare dei loro seguaci. Vogliono arricchirsi, vogliono potere, vogliono in qualche modo trovare vantaggi per loro stessi da coloro che li ascoltano. Questo è del tutto sbagliato. Paolo riprende duramente questi credenti perché avevano accettato questo da quei falsi apostoli. Poi, Paolo comincia a confrontarsi con quei falsi apostoli, per dimostrare che con qualsiasi metro vero, lui non era per nulla inferiore a loro. Lui inizia questo confronto dicendo che se i falsi apostoli dicevano di essere arditi, allora, anche Paolo era ardito. Poi, inizia un lungo elenco in cui si confronta con loro. Leggo prima il versetto 22.
“22 Sono essi Ebrei? Lo sono anch’io. Sono essi Israeliti? Lo sono anch’io. Sono essi progenie di Abrahamo? Lo sono anch’io.” (2Corinzi 11:22 LND)
Confronto: il vanto di Paolo
Per il fatto di essere ebrei, progenie di Abrahamo, Paolo aveva gli stessi loro requisiti. Loro non potevano vantarsi di nulla di vero nei confronti di Paolo.
Però, iniziando dal versetto 23, Paolo elenca una serie di sofferenze e fatiche, che lui aveva compiuto e subito, mentre loro no. Facendo un vero confronto, sulle cose che veramente valevano e non solo sull’apparenza, non c'era alcun paragone. Paolo poteva dimostrare in modo estremamente chiaro di essere un vero apostolo che si impegnava e si sacrificava per il vero bene di questi credenti, cosa che questi falsi apostoli non potevano in alcun modo dimostrare, perché essi non si sacrificavano per il vero bene di nessuno, cercavano solo gloria a loro vantaggio.
Quindi, con questo elenco, Paolo mostra la grande differenza fra lui e loro, in modo che i credenti di Corinto potessero riconoscere che lui era da Dio, mentre loro no.
Seguite mentre leggo questo elenco che dimostra come Paolo si era impegnato per evangelizzare ed edificare loro, al punto di essersi sacrificato e di aver sofferto molto.
“23 Sono essi ministri di Cristo? Parlo da stolto, io lo sono più di loro; nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. 24 Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. 25 Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso.” 26 Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli, 27 nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità.” (2Corinzi 11:23-27 LND)
Non mi soffermo a parlare di ogni sofferenza o fatica che Paolo menziona. Il punto è chiaro: per poter evangelizzare, e per poter insegnare la Parola di Dio, Paolo aveva sacrificato moltissimo. Paolo aveva sofferto moltissimo. Paolo si era affaticato moltissimo. In confronto, i falsi apostoli non si erano sacrificati, non avevano sofferto. Piuttosto, avevano dominato, avevo cercato gloria per loro stessi, avevano agito con egoismo. Quindi, facendo questo confronto, Paolo rendeva estremamente chiaro che lui era un vero servo di Dio, e loro no.
Nei versetti 28 e 29 Paolo mostra quale era la sua sofferenza peggiore. Nonostante le tante sofferenze fisiche, c’era un altro peso peggiore, a causa del suo amore per loro. Leggo i vv. 28 e 29.
“28 Oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente, è la sollecitudine per tutte le chiese. 29 Chi è debole, che non lo sia anch’io? Chi è scandalizzato, che io non arda?” (2Corinzi 11:28-29 LND)
Qua, vediamo il cuore pastorale di Paolo. Paolo non era aggravato dai suoi problemi, non era aggravato dalle sofferenze. Paolo era aggravato per la condizione spirituale degli altri. Paolo amava profondamente questi credenti, e perciò, vedere loro cadere, vedere loro trascinati da falsi insegnanti, vedere loro spiritualmente deboli, era un terribile peso per Paolo. Questo è il cuore di un vero pastore. Quei falsi apostoli non avevano quel tipo di cuore. Anche questo era un vero confronto, per capire chi era vero, e chi era falso.
Paolo conclude questo capitolo, ma non questo discorso, con un’ulteriore confronto. Parlando di sofferenze, Paolo parla di come altri avevano cercato di ucciderlo, per il suo ministero. Paolo ricorda loro che tutto quello che diceva era totalmente vero, con Dio stesso come suo testimone. Leggo i versetti 30 a 32.
“30 Se è necessario vantarsi, io mi vanterò delle cose che riguardano la mia debolezza 31 Il Dio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, che è benedetto in eterno, sa che io non mento. 32 A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni volendomi catturare, 33 ma da una finestra fui calato lungo il muro in una cesta, e così scampai dalle sue mani.” (2Corinzi 11:30-33 LND)
Paolo era un vero pastore, con un vero cuore per le pecore. Paolo non era eloquente, ma Paolo parlava con la potenza della verità, e con la potenza dello Spirito di Dio. Lui non cercava per sé, ma cercava la gloria di Dio e il bene degli altri. Prego che possiamo riconoscere i veri insegnanti dai falsi, e che possiamo seguire la verità di Dio. Grazie a Dio per la sua cura, e per i diversi servitori di Dio.