Paolo sta aiutando i Corinzi a capire come vivere la vita cristiana. Siamo arrivati al capitolo 8, dove Dio usa Paolo per insegnarci delle verità importanti. Ricordate che anche se è Paolo che scrive, quello che scrive viene direttamente da Dio. L’insegnamento di Paolo non è suo, viene da Cristo Gesù, Dio incarnato. E' così per tutti gli autori delle Scritture. È per questo che possiamo essere sicuri che tutta la Scrittura è ispirata da Dio.
In questo capitolo, Paolo vuole incoraggiarci vivamente a vivere per la gloria di Dio, e non per noi stessi.
In questo caso, ci spinge ad usare i nostri soldi per i bisogni degli altri. Lo stesso principio vale anche per il nostro tempo. Dio ci dà soldi e tempo spesso più di quello che serve, affinché possiamo usare quello che abbiamo in più per gli altri. Questo porta gloria a Dio.
Però, il problema è che tendiamo a pensare che serve a noi tutto quello che abbiamo. Se abbiamo 100, crediamo che ci servono 100. Se arriviamo ad avere 130, crediamo che ci servono 130. Se arriviamo ad avere 150, crediamo che ci servono tutti. Se arriviamo ad avere 200, crediamo che ci servono 200. Questo vale per i soldi e vale per il tempo.
Perciò, spesso noi, come i Corinzi, abbiamo bisogno di essere spronati per ricordare che Dio ci dà affinché noi possiamo dare.
Questo è quello che Paolo fa in questo capitolo.
Voglio notare in modo particolare i modi che Paolo usa per stimolare queste persone ad avere un cuore generoso per la gloria di Dio.
Iniziamo con il versetto 1.
“1 Ora, fratelli, vi facciamo conoscere la grazia di Dio, che è stata data alle chiese della Macedonia, 2 e cioè, che in mezzo a molte prove di afflizione, l’abbondanza della loro gioia e la loro estrema povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità. (1Corinzi 8:1-2)
Notate che Paolo parla con questi credenti dei credenti in Macedonia. Qui, troviamo un principio importante, che è presente ripetutamente nella Bibbia: è utile osservare i credenti che camminano bene, come esempi da seguire.
Per esempio, in Filippesi 3:17, Paolo dichiara:
“Siate miei imitatori, fratelli, e considerate coloro che camminano così, secondo l’esempio che avete in noi.” (Filippesi 3:17 LND)
Paolo comanda i credenti a considerare coloro che camminano bene, come camminava bene lui. Dovremmo osservare e considerare la vita di coloro che camminano bene. Dovremmo notare i credenti che camminano bene, cioè, che camminano in santità, mettendo Dio al primo posto, e hanno una vita che porta frutto per Dio. Dovremmo considerare le loro vite, ed imitare loro.
In 1Corzini 4:16 Paolo dichiara:
“Vi esorto dunque a divenire miei imitatori.” (1Corinzi 4:16 LND)
In questo brano, Paolo esorta i credenti ad imitare lui. Poi, in 1Corinzi 11:1, dichiara:
“Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo.” (1Corinzi 11:1 LND)
Il motivo per cui imitare coloro che camminano bene è perché essi imitano Cristo.
E così, con questo principio, nel nostro brano di oggi, Paolo parla con i credenti di Corinto, descrivendo i credenti della Macedonia. Usa loro come esempio. Leggo ancora il versetto 2. Notate come vivevano quei credenti.
2 e cioè, che in mezzo a molte prove di afflizione, l’abbondanza della loro gioia e la loro estrema povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità. (1Corinzi 8:2)
I credenti di Macedonia avevano dato del denaro per aiutare i credenti nella Giudea. Avevano dato nonostante erano in condizioni di estrema povertà. Questo è incredibile. Però, ancora più incredibile, avevano dato con grande gioia. Infatti, era l’insieme della loro grande gioia e la loro estrema povertà che li ha fatti abbondare nelle ricchezze della loro liberalità.
I credenti della Macedonia erano in estrema povertà. Questo vuol dire che mancava il minimo indispensabile. Vuol dire che arrivavano ad avere fame, ed a non avere abbastanza per coprirsi. Eppure, in quella condizione, hanno dato con grande liberalità e con grande gioa. Per loro, era una gioia dare, nonostante fosse un grande sacrificio.
È importante notare che Paolo parla della grazia di Dio che è stata data alle chiese della Macedonia. Solitamente, se pensiamo alla grazia di Dio, pensiamo che porta ad una vita bella, ad una vita di benedizioni. Nel mondo di oggi, spesso si pensa a benedizioni del tipo materiale. Ci immaginiamo una persona benedetta come una persona che sta bene economicamente, e che ha pochi problemi. Ma Paolo vuole far vedere la grazia di Dio che arrivava ai credenti di macedonia, che erano pieni di prove di afflizioni. La grazia di Dio non vuol dire necessariamente avere una vita bella con pochi problemi. La grazia di Dio porta anche a soffrire, perché soffrire non è una cosa brutta, se la sofferenza porta frutto spirituale. Infatti, vi leggo Filippesi 1:29, che parla della grazia di Dio nelle sofferenze. Ve lo leggo.
“Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,” (Filipesi 1:29 LND)
Quindi, la grazia di Dio può provocare anche sofferenze, ma questo può essere una grazia quando porta frutto spirituale.
Parlando dei credenti della macedonia, che Paolo usa come esempio, mentre leggiamo, ricordate il motivo per cui Paolo sta parlando di questi credenti ai credenti di Corinto. Paolo vuole che loro notino il buon esempio di quei credenti, per seguire quell'esempio nella loro vita. Quindi, proseguo e leggo i versetti 3 e 4, in cui Paolo continua a descrivere come avevano fatto quei credenti.
3 Poiché io rendo testimonianza che essi hanno dato volentieri, secondo le loro possibilità e anche al di là dei loro mezzi, 4 pregandoci con molta insistenza di accettare il dono e di partecipare a questa sovvenzione per i santi. (1Corinzi 8:3)
I credenti della Macedonia avevano il cuore che dobbiamo avere noi, volevano vivere per la gloria di Dio, volevano promuovere il regno di Dio.
In questi versetti, Paolo non solo parla di quello che avevano fatto, ma parla specificamente del loro cuore. Loro avevano dato al di là dei loro mezzi, ovvero, davano più di quello che avrebbero potuto veramente dare. Davano oltre le loro possibilità. Stiamo parlando di un immenso sacrificio, ma notate che lo facevano con gioia. Infatti, Paolo dichiara che avevano insistito con Paolo e gli altri perché accettassero il loro dono, tanto volevano partecipare a queste sovvenzioni per i santi in Giudea, ovvero i credenti che abitavano nella Giudea.
Qui vediamo i loro cuori, che non davano come obbligo, ma davano con grande gioia e desiderio di dare. Qui vediamo il cuore che bisogna avere.
Vorrei notare a questo punto che dare così non è solamente dare soldi, anche se questa è la cosa principale di cui Paolo sta parlando. Ma questo vale anche per dare del nostro tempo. Molto spesso possiamo credere di essere poveri economicamente, e che non abbiamo da dare. Ma il cuore giusto ci spinge a dare anche al di là dei nostri mezzi. Similmente, spesso possiamo credere di avere poco tempo, ma quando il nostro cuore è giusto, avremo gioia di dare al di là dei nostri mezzi. Questo è un cuore che rispecchia Gesù Cristo. Questo è il cuore di quei credenti della macedonia, che Paolo usava come esempio per i credenti di Corinto a cui stava scrivendo. Dio ha scelto di mettere questo nella Bibbia come esempio per noi.
Nel versetto 5, Paolo descrive più del loro cuore. Ve lo leggo.
5 E non solo hanno fatto come speravamo, ma si sono dati prima al Signore e poi a noi per la volontà di Dio. (1Corinzi 8:5)
I cuori di questi credenti erano tali che avevano superato ogni aspettativa di Paolo. Si sono dati totalmente di cuore, prima di tutto al Signore. Quindi, quello che facevano non lo facevano per farsi vedere dagli uomini. Lo facevano per il Signore. Poi, Paolo dichiara che si sono dati a noi, ovvero hanno scelto di seguire la guida di Paolo e gli altri che erano con lui. Dio si serve di uomini per guidare le chiese. Non hanno autorità in loro stessi, la loro autorità è sempre delegata da Dio. Però, quando stanno seguendo Dio, è giusto per i credenti che si abbia cura di loro. Questi credenti della macedonia stavano seguendo la guida di Paolo e dei suoi collaboratori. Si sono quindi dati prima di tutto al Signore, e poi a Paolo e gli altri per compiere la volontà di Dio.
Questo è un esempio per noi, e ci mostra che è importante darci di cuore a Dio, e a coloro che Egli mette come guida della nostra vita, per compiere la sua volontà.
Allora, avendo dato questo esempio dei credenti della macedonia ai credenti di Corinto per stimolarli, e per stimolare anche noi, Paolo parla specificamente ai credenti di Corinto esortandoli a dare anche loro per questo bisogno. Leggo il versetto 6.
6 Così abbiamo esortato Tito che, come ha iniziato quest’opera di grazia fra di voi, così la porti a compimento. (1Corinzi 8:6)
Paolo aveva mandato Tito specificamente per portare a compimento questa grazia, ovvero, di ricevere da loro i soldi che volevano dare per aiutare i credenti nella Giudea. Questi credenti volevano aiutare, è una bella cosa avere il desiderio, ma è anche importante portare a compimento quel desiderio. Un desiderio in sé non porta frutto. Notate anche che Paolo descrive questo come un' opera di grazia. È una grazia da Dio poter dare di quello che Dio ci ha dato per il suo regno. È una grazia da Dio poter dare dei nostri soldi, è una grazia da Dio poter dare del nostro tempo, è una grazia da Dio poter dare dei nostri talenti o le nostre capacità. È una grazia poter vivere per il Signore. La grazia non è solo ricevere, la grazia è poter dare per la gloria di Dio.
Nel versetto 7, vediamo un altro modo di Paolo per stimolare questi credenti a dare per aiutare i credenti nella Giudea. Abbiamo già visto che usava l'esempio dei credenti di Macedonia. Adesso, usa un altro metodo per stimolare loro. Leggo il versetto 7.
7 Perciò, come abbondate in ogni cosa, nella fede, nella parola e nella conoscenza, in ogni premura e nel vostro amore verso di noi, cercate di abbondare anche in quest’opera di grazia. (1Corinzi 8:7)
Per incoraggiare questi credenti, Paolo parla degli aspetti buoni del loro cammino spirituale. Quando vuoi stimolare qualcuno a crescere, è bene aiutare quella persona a riconoscere i campi in cui già sta camminando bene. Paolo fa questo nel versetto sette. Loro abbondavano in tanti aspetti della vita cristiana, nella fede, nella parola, nella conoscenza, nella premura e anche nell'amore. Allora, Paolo esorta loro di abbondare anche in quest'opera di grazia.
Avete notato che più volte Paolo descrive questo come un'opera di grazia? Impegnarci per l'opera di Dio è un'opera di grazia.
Questo versetto è un buon esempio per noi per aiutare gli altri a crescere ricordando loro quello che già stanno facendo nel bene.
Passando al versetto 8, Paolo dà loro un'ulteriore motivazione per impegnarsi in quest'opera. Seguite mentre lo leggo.
8 Non lo dico per darvi un comando, ma per la premura degli altri e per mettere alla prova la sincerità del vostro amore. (1Corinzi 8:8)
Notate che Paolo non vuole che diano in modo forzato, e quindi non sta dando un comandamento, ma sta cercando di stimolare il loro cuore, per spingerli a mostrare la realtà del loro amore. Lui sta parlando alla loro coscienza.
È utile notare che Paolo usa la sua autorità come apostolo, ma la usa il meno possibile. Quando può convincere qualcuno senza usare la sua autorità, preferisce questo modo . E qui, vuole stimolare questi credenti a voler dare. Quello che facciamo per il Signore, bisogna farlo di cuore. Se ricordate in Giovanni 4, Gesù dichiara alla donna samaritana che Dio cerca adoratori che lo adorino in spirito e verità. Dio vuole che, chi fa quel che fa in spirito, lo faccia con tutto il cuore. Dio guarda al cuore. Certamente, questo non deve essere una scusa per peccare, e qui non stiamo parlando di non peccare, ma stiamo parlando di compiere una buona opera. Dio vuole che quello che facciamo lo facciamo con il nostro cuore, e perciò Paolo sta stimolando il loro cuore.
Passando al versetto 9, Paolo dà loro un altro motivo per dare, ricordando loro dell'esempio di Gesù Cristo e quello che Cristo ha dato per loro. Quello che Gesù Cristo ha fatto per loro, lo ha fatto anche per noi, quindi, questo esempio vale anche per noi. Leggo il versetto 9.
9 Voi conoscete infatti la grazia del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà. (1Corinzi 8:9)
Considerate quello che Gesù Cristo ha fatto per noi per darci la salvezza. Visto che Paolo sta parlando di dare economicamente, usa termini economici, anche se il sacrificio di Cristo era infinitamente più grande di un dono solamente economico. Gesù Cristo era ricco, nel senso assoluto della parola. Era in cielo, pieno di gloria, con tutti gli angeli che lo adoravano. Tutto l'universo apparteneva a lui. Gesù Cristo ha lasciato tutto questo per venire come uomo sulla terra, per indossare i nostri peccati. Era ricco, si è fatto povero per noi. E questo affinché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà. L'immenso sacrificio di Gesù Cristo, diventando poverissimo in ogni senso della parola, ci dà la possibilità di essere ricchissimi in ogni senso della parola, ha dato a noi la vera ricchezza, la ricchezza del perdono, della vita eterna, e ogni benedizione spirituale. Questo sacrificio di Gesù è la grazia che lui ha avuto nei nostri confronti. Di nuovo, Paolo menziona la grazia, perché noi viviamo per grazia.
E quindi, anche questo è un motivo per noi per dare quello che Dio ci ha dato per il bene degli altri e per promuovere il regno di Dio.
E perciò, Paolo esorta i credenti a portare a compimento il loro desiderio di partecipare a queste sovvenzioni per i credenti. Leggiamo i versetti 10 e 11.
10 A questo riguardo vi do un consiglio, perché questo è utile a voi, che fin dall’anno scorso non solo cominciaste a fare, ma anche a volere. 11 Ora compite anche il fare affinché, come vi è stata la prontezza del volere, così vi sia pure il compimento secondo le vostre possibilità. (1Corinzi 8:10-11)
Prima di tutto, tenete conto delle varie motivazioni che Paolo ha già dato a questi credenti, e tramite le Scritture anche a noi. Per primo, aveva dato l'esempio dei credenti della macedonia. E anche noi abbiamo l'esempio di credenti che si dedicano con tutto il cuore all'opera di Dio, e ad amare gli uni gli altri.
Secondo, aveva stimolato questi credenti ricordando loro che già abbondavano in vari aspetti della vita cristiana, e quindi sarebbe per loro giusto abbondare anche in questa buona opera. E poi, aveva ricordato loro dell'immenso sacrificio di Gesù Cristo, e come si è fatto povero per arricchire loro.
Con questi esempi, arriva a dare loro un consiglio specifico. Visto che avevano a cuore di voler partecipare, di voler fare questa buona opera, era tempo di smettere di desiderare solamente, e di mettere in pratica questo desiderio. Quindi, avendo stimolato i loro cuori, adesso Paolo suggerisce loro di darsi da fare per compiere quello che volevano realizzare.
Nel versetto 11 Paolo inizia un discorso molto importante, che continua fino al versetto 15. Vorrei leggere questi versetti insieme, e poi considerare questo principio, che vale per ciascuno di noi. Il principio riguarda il fatto che ad ognuno sarà chiesto da Dio in base a quello che ha ricevuto. Leggo dal versetto 11 a 15.
11 Ora compite anche il fare affinché, come vi è stata la prontezza del volere, così vi sia pure il compimento secondo le vostre possibilità. 12 Se infatti c’è la prontezza d’animo, uno è accettevole secondo quello che ha e non secondo ciò che non ha. 13 Però non si vuole mettere sotto pressione voi per dar sollievo agli altri, 14 ma, per una ragione di uguaglianza, al presente, la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, affinché anche la loro abbondanza sia impiegata a supplire alla vostra indigenza, perché vi sia uguaglianza, 15 secondo quel che sta scritto: "Chi ne aveva raccolto molto, non ne ebbe di più, e chi poco, non ne ebbe di meno". (1Corinzi 8:11-15)
Il principio qui è che a chi molto è stato dato, molto sarà richiesto. Qui c'è il principio dell'uguaglianza. Dio ci chiede in base a quello che Dio ci ha dato. La vita è fatta di stagioni. A volte, Dio ci mette in condizione di dare. In altri momenti, ci mette in condizioni di dover ricevere, senza ripagare.
È importante capire che quando Dio mette uno in condizioni di aver bisogno di ricevere, e ad un altro credente dà quello che serve al primo credente, e quel secondo credente dà di quello che Dio gli ha dato, Dio viene glorificato. Quel primo credente sarà stimolato a ringraziare Dio per le provvisioni che Dio gli ha dato. Vedrà la mano di Dio in questo, e la sua fede sarà fortificata.
Se invece quel primo credente per motivo di orgoglio rifiuta di ricevere, o cerca in qualche modo di pagare per quello che riceve, o ricompensare chi lo aiuta, non può vedere la mano di Dio nello stesso modo. E così Dio non sarà glorificato e ringraziato nello stesso modo.
Quando uno che ha ricevuto da Dio dà, questo lo aiuta a capire che il vero tesoro non è quello che ha, ma è quello di essere usato per la gloria di Gesù Cristo. Quindi, Dio stabilisce che certi hanno bisogno di ricevere, e altri hanno i mezzi per poter dare, e che questo fortifica la fede di entrambi, e dà molta gloria a Dio.
Se Dio mi mette in condizioni di aver bisogno di qualcuno, e poi tocca il cuore di un altro credente che mi aiuta, se io cerco in qualche modo di ricompensare quel credente per quello che mi ha fatto, do poca gloria a Dio. Io non posso ringraziare Dio allo stesso modo quando sto cercando di ripagare quel credente. E quel credente perde la gioia per quello che ha fatto per amore di aiutarmi.
Allora, certamente non bisogna sfruttare. Stiamo parlando di situazioni in cui uno ha un vero bisogno. Se io sono pigro, e non voglio fare quello che sarebbe la mia responsabilità, e qualcun altro lo fa per me, visto che non avevo un vero bisogno, Dio non viene glorificato. Non posso nemmeno ringraziare Dio di cuore. Questo non glorifica Dio. E quindi, questo principio non giustifica un pigro che vuole solo ricevere.
Però, quando Dio mi mette in condizioni di avere bisogno, è perché vuole essere glorificato provvedendo anche per rispondere a quel bisogno.
Nella nostra vita come coppia, ci sono state stagioni e momenti in cui eravamo senza una macchina. E quindi, settimana dopo settimana dovevamo avere un passaggio in chiesa, più volte alla settimana. Oppure, ci serviva un passaggio per fare la spesa ogni settimana. Dio ha provveduto con delle persone che con grande cuore ci hanno dato questi passaggi. Eravamo molto grati a Dio, e anche a loro, per queste provvisioni.
Ora, siamo in una stagione della vita in cui siamo noi che diamo tanti passaggi ad altri. La vita è fatta di stagioni, e bisogna vivere la stagione che Dio ti manda.
Noi abbiamo ringraziato Dio per il privilegio di ricevere passaggi e ringraziamo Dio per il privilegio di dare passaggi.
Più volte nella nostra vita abbiamo avuto bisogno di ospitalità. In varie occasioni abbiamo vissuto con altri anche per lunghi periodi. In questi casi, avevamo un vero bisogno, e Dio ha provveduto tramite fratelli e sorelle generosi che ci hanno lasciato vivere in casa con loro. Adesso, da parecchi anni, abbiamo una vita in cui noi abbiamo avuto tante persone che hanno vissuto in casa con noi. Abbiamo ringraziato Dio per le persone che ci hanno ospitato, e adesso ringraziamo Dio per il privilegio di ospitare chi ha bisogno.
È importante capire che Dio insegna un principio di uguaglianza. Ad uno dà più di quello che veramente serve, e ad un altro dà meno di quello che serve. Così, il primo può avere la gioia di aiutare il secondo, e il secondo può abbondare nel ringraziamento a Dio per come ha provveduto tramite il primo.
È molto importante capire questo principio. Per esempio, in una chiesa, ci può essere una giovane mamma con uno o più piccoli bambini. Certamente, in quella stagione della vita sarà impegnata dalla mattina alla sera. Nella stessa chiesa ci può essere una donna che non lavora fuori casa e con i figli già fuori casa. Quella donna probabilmente ha molto più tempo di quello che ha la giovane mamma. E perciò, lei potrebbe scegliere di dare del suo tempo per aiutare la giovane mamma in varie situazioni.
Questo vale per il tempo, questo vale per i soldi, questo vale per avere una casa, questo vale per avere una macchina, questo vale in quasi ogni campo della vita. Dio dà a certi di più e ad altri di meno, in modo che i primi possono aiutare i secondi, e così Dio viene glorificato.
Pensate con me: se tutti avessero lo stesso tempo libero, gli stessi soldi e le stesse spese, le stesse capacità, la stessa forza, nessuno avrebbe bisogno degli altri. E così, sarebbe molto difficile poter essere di incoraggiamento l'uno all'altro. Sarebbe molto difficile mostrare vero amore. E ci sarebbero meno opportunità di ringraziare e glorificare Dio.
Perciò, nella saggezza di Dio, lui non dà a tutti le stesse possibilità, capacità o tempo. E nella vita della stessa persona, non da sempre allo stesso modo. A volte, per una stagione dà molto di meno, e in altri momenti dà molto di più. È importante per noi essere umili e di ricevere quando abbiamo bisogno, ed essere pronti a dare quando abbiamo da poter dare. Questo è il principio che vediamo in questo brano.
Ora, Paolo dà Tito come un ulteriore esempio per stimolare loro a dare. Leggo i versetti 16 e 17.
16 Ora ringraziato sia Dio, che ha messo nel cuore di Tito la stessa sollecitudine per voi, 17 poiché non solo egli accettò l’esortazione, ma con grande diligenza si mise spontaneamente in cammino per venire da voi. (1Corinzi 8:16-17)
Paolo parla non solo di quello che Tito aveva fatto, parla del cuore di Tito. Di nuovo, Paolo sta parlando molto del cuore, il cuore dei credenti in macedonia, il cuore di Gesù Cristo, e adesso il cuore di Tito. Questo è il modo migliore di incoraggiare e stimolare qualcuno. Tito aveva un grande cuore, e Tito si è dato da fare, in questo caso si è messo in cammino con grande diligenza per arrivare da loro. Prego che anche noi possiamo mettere in azione il cuore per gli altri.
Allora, visto che si trattava di un dono di sovvenzioni per i credenti bisognosi della Giudea, probabilmente si trattava di una cifra notevole. Nei prossimi versetti, Paolo ci aiuta a capire l'importanza di fare tutto in modo da non lasciare spazio per alcuna accusa. Leggo i versetti 18-23. Notate che Paolo sta parlando degli uomini che sta mandando con Tito in modo che questo dono venga amministrato senza lasciare spazio per alcuna accusa. Aveva mandato Tito a raccogliere questo dono, ma non aveva mandato Tito da solo. Leggo.
18 Con lui abbiamo mandato il fratello, la cui lode nella predicazione dell’evangelo si è sparsa in tutte le chiese, 19 e non solo questo, ma è anche stato scelto dalle chiese per essere nostro compagno di viaggio con questo dono che noi amministriamo alla gloria del Signore stesso e come dimostrazione della prontezza del vostro animo, 20 evitando questo: che nessuno ci biasimi per questa abbondanza che è da noi amministrata, 21 avendo cura di agire bene non solo davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. 22 Or noi abbiamo mandato con loro il nostro fratello, che abbiamo provato spesse volte in molte cose e trovato essere zelante, ma ora è ancora più zelante per la grande fiducia che ha in voi. 23 Quanto a Tito, egli è mio collaboratore e compagno d’opera in mezzo a voi; quanto ai nostri fratelli, essi sono apostoli delle chiese, gloria di Cristo. (1Corinzi 8:18-23)
Nel versetto 18, parla del primo fratello, è uno che era molto conosciuto ed apprezzato per le sue predicazioni dell'evangelo. Era conosciuto ed apprezzato in tutte le chiese. Quindi era un uomo molto conosciuto con un'ottima testimonianza.
Nel versetto 19 dice che questo fratello era stato scelto non da Paolo, ma dalle chiese. Quindi, essendo stato scelto dalle chiese nessuno poteva accusare Paolo di aver scelto qualcuno da parte sua. Paolo era molto attento ad evitare qualunque accusa.
Notate che Paolo parla di questa amministrazione per la gloria del Signore stesso. Quello che noi facciamo per Dio è amministrare quello che Dio ci ha dato, che siano soldi, che sia tempo, che siano capacità. Tutto appartiene a Dio, noi siamo amministratori, e dobbiamo rispondere a Dio. Perciò, è sbagliato parlare dei nostri soldi, della nostra vita e del nostro tempo. Siamo stati comprati a caro prezzo, e apparteniamo totalmente a Dio.
Notate nei versetti 20 e 21 che Paolo dichiara chiaramente il motivo per cui stava mettendo così tanta cura nel modo di gestire tutto questo. Era per evitare qualunque possibilità di essere accusato. Infatti, Paolo era attento non solo ad agire bene davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini.
Ci sono coloro che si comportano in modo che non va bene, ma poi dicono che Dio conosce il loro cuore. Certamente Dio conosce i nostri cuori, infatti per questo dovremmo avere timore, perché quello che gli altri non vedono lo vede bene Dio. Però, non basta dire che Dio conosce il nostro cuore. Dobbiamo agire in modo che anche davanti agli uomini il nostro comportamento sia giusto, e si veda che non stiamo cercando di approfittare a nostro vantaggio.
È triste vedere quanti scandali ci sono nelle chiese, perché persone non si comportano con la stessa premura che stiamo vedendo qua. Io prego che possiamo come Chiesa avere sempre grande premura di fare tutto in modo che non ci possano essere mai accuse.
Nel versetto 22, Paolo menziona un terzo uomo che manda con Tito, questa volta da parte di Paolo. Paolo lo descrive come uno che è stato provato più volte, ed era chiaro che era molto zelante, e aveva grande fiducia nei credenti di Corinto. Quindi, svolgeva questo incarico di cuore e non come dovere.
Nel versetto 23 Paolo riassume le qualifiche dei tre uomini che ha mandato. Stava mandando Tito, che era un collaboratore di Paolo, e stava mandando questi due fratelli, che erano apostoli delle chiese. La parola apostolo vuol dire letteralmente mandato. E quindi questi due uomini erano mandati dalle chiese. Quindi, con tre uomini di buona testimonianza si gestiva il grande dono che Paolo aspettava da questi credenti in modo che nessuno poteva lanciare alcuna accusa.
Con quello, arriviamo all'ultima esortazione che Paolo dà a questi credenti in questo capitolo. Leggo il versetto 24.
24 Date dunque loro la prova del vostro amore e della ragione per cui ci gloriamo di voi anche davanti alla chiese.” (2Corinzi 8:24 LND)
Alla luce di tutto quello che Paolo ha detto per incoraggiare questi credenti, Paolo esorta loro a dare prova del loro amore, dando generosamente e di cuore per questo bisogno.
Il vero amore non è mai solo parole. Il vero amore si manifesta nelle azioni. Questo è il senso di 1Giovanni 3:18. Ve lo leggo.
“Figlioletti miei, non amiamo a parole né con la lingua, ma a fatti e in verità.” (1Giovanni 3:18 LND)
Prego che possiamo noi amare con i fatti e in verità. Questo dà gloria a Dio ed edifica il corpo di Cristo.
E notate anche che Paolo parla di gloriare loro davanti alle chiese. È buono parlare di buon frutto spirituale in altri, perché questo dà gloria a Dio, che è la fonte di ogni buon frutto, ed è uno stimolo per coloro che ascoltano, perché stimola loro a vivere in modo da avere frutto.
Si potrebbe dire che parlare di come gli altri camminano bene potrebbe creare gelosia. Quando questo succede, è un'evidenza che la persona che ha gelosia ha peccato nel cuore. In quel caso, la soluzione non è di non parlare di chi cammina bene, ma piuttosto è di aiutare la persona a riconoscere il peccato nel suo cuore.
Conclusione
Questo è stato un capitolo ricchissimo, che ci aiuta a capire che viviamo per grazia, una grande parte della grazia di Dio è usare quello che noi abbiamo ricevuto per grazia per aiutare gli altri. Questo può essere con i nostri soldi, e può essere con il nostro tempo. Certamente questo riguarda come utilizzare i nostri doni spirituali. Riguarda usare le nostre capacità, i nostri talenti e la nostra forza. Nel piano di Dio, la Chiesa è l'insieme dei credenti che sono molto legati, aiutandosi gli uni con gli altri.
È Dio che dà a certi di più, e ad altri di meno. Questo perché così si può vedere di più l'amore di Dio nei credenti, quando coloro che hanno di più possono aiutare coloro che hanno di meno. Prego che saremo pronti a ricevere, e prego che saremo pronti a dare.
Ricordate l'esempio dei credenti di macedonia, che hanno dato al di là dei loro mezzi, quanto grande era il loro amore e desiderio di glorificare Dio.
Paolo ha scritto questo per i credenti di Corinto. Dio lo ha fatto parte della Bibbia per noi. Seguiamo quello che qui Dio ci insegna. Grazie a Dio. Grazie Dio per Gesù Cristo che era ricco, ma è diventato povero per noi, e in lui abbiamo ricevuto la vera ricchezza.