Vorrei continuare con il nostro studio di 2 Corinzi.
Non ricevere in vano
Capitolo 5 conclude con l’esortazione a tutti di essere riconciliati con Dio per mezzo di Gesù Cristo. Ascoltate:
17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove. 18 Ora tutte le cose sono da Dio, che ci ha riconciliati a sé per mezzo di Gesù Cristo e ha dato a noi il ministero della riconciliazione, 19 poiché Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione. 20 Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi esortiamo per Cristo: Siate riconciliati con Dio. 21 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi fossimo fatti giustizia di Dio in lui.” (2 Corinzi 5:17-21 LND)
Nell’ultimo versetto, leggiamo del miracolo più grande. Dio Padre ha fatto essere peccato Gesù Cristo, che non aveva mai conosciuto peccato, e questo per fare noi che eravamo pieni di peccati la giustizia di Dio in Cristo.
Che incredibile miracolo. Che immensa grazia, che Dio farebbe questo, per salvare peccatori come noi.
Questa è una grazia così immensa che è impossibile comprenderla pienamente.
La domanda: che cosa farai tu con una grazia così grande?
Dio offre perdono, una nuova vita, e offre questo, avendo pagato un prezzo immenso. Cosa farai con questa grazia?
Non ricevere invano la grazia di Dio, vv. 1-2
Dopo aver parlato di questa grazia, Paolo ci esorta a non sprecare questa grazia. Leggiamo 2 Corinzi 6:1,2.
“1 Ora, essendo suoi collaboratori, vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio, 2 perché egli dice: "Io ti ho esaudito nel tempo accettevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza". Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza.” (2 Corinzi 6:1,2)
Si riceve questa grazia sentendo di essa. Quando qualcuno ti spiega di Gesù Cristo, e il motivo per cui è venuto, questo è ricevere la grazia di Dio.
Non ricevere invano. Non ricevere in un modo che questo immenso dono venga sprecato. Non ricevere questa grazia in modo che non produce una vita trasformata in noi. Non sprecare questa offerta di perdono per i nostri peccati.
Gesù parlava più volte di non sprecare il dono dell’offerta del perdono. Per esempio, vi leggo la parabola del seminatore.
Marco 4:3-9, la parabola
“3 "Ascoltate! Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Or avvenne che mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada e gli uccelli del cielo vennero e la mangiarono. 5 Un’altra cadde in luoghi rocciosi dove non c’era molta terra e subito spuntò, perché non c’era un terreno profondo. 6 Ma quando si levò il sole fu riarsa; e poiché non aveva radice si seccò. 7 Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 Un’altra cadde in buona terra e portò frutto che crebbe, e si sviluppò tanto da rendere l’uno trenta, l’altro sessanta e l’altro cento". 9 Poi egli disse loro: "Chi ha orecchi da udire, oda!".” (Marco 4:3-9 LND)
La spiegazione, che Gesù dà solamente ai suoi discepoli.
“14 Il seminatore è colui che semina la parola. 15 Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma dopo che l’hanno udita, subito viene Satana e porta via la parola seminata nei loro cuori. 16 Parimenti quelli che ricevono il seme su un suolo roccioso sono coloro che, quando hanno udita la parola, subito la ricevono con gioia; 17 ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; e, quando sopravviene la tribolazione o la persecuzione a causa della parola, sono subito scandalizzati. 18 Quelli invece che ricevono il seme fra le spine, sono coloro che odono la parola; 19 ma le sollecitudini di questo mondo, l’inganno delle ricchezze e le cupidigie delle altre cose, che sopravvengono, soffocano la parola e questa rimane infruttuosa. 20 Ma quelli che hanno ricevuto il seme in buon terreno, sono coloro che odono la parola, la ricevono e portano frutto, chi il trenta, chi il sessanta e chi il cento".” (Marco 4:14-20 LND)
Avete sentito le parole di Gesù? Non ricevere invano la grazia di sentire l’evangelo. Non sprecare questo immenso dono. Non lasciare fermo questo seme, che può trasformare la vita, e anche l’eternità.
Che immensa stoltezza ricevere la grazia di sentire verità che viene da Dio, e non aggrapparsi pienamente a quella verità.
v. 2
Tornando al nostro brano in 2 Corinzi, Paolo cita dall’Antico Testamento. Leggo di nuovo il versetto 2.
“2 perché egli dice: "Io ti ho esaudito nel tempo accettevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza". Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza.” (2 Corinzi 6:2)
È una grazia da Dio, un’immensa grazia, sentire il messaggio del perdono in Gesù Cristo, il fatto di essere perdonati, giustificati, e di diventare una nuova creatura. Questa è una grazia. Non ricevere questa grazia invano. OGGI è il giorno della salvezza. Ora è il tempo accettevole.
La mia fervente preghiera è che ciascuno di noi possa considerare attentamente l'immenso dono che aveva ricevuto da Dio di poter sentire la verità di Dio. Allora, chiedo a te: cosa stai facendo con le verità che Dio ti ha dato? Tu stai prendendo quell'immenso tesoro, e vivendo la tua vita in base ad essa? Tu consideri prezioso le verità che Dio ti dà? Di consiglieri preziosi, per poi vivere le verità? Quando Dio ti mostra un peccato, tu confessi e abbandoni quel peccato? L'esortazione di Paolo viene direttamente da Dio. Non ricevere invano la grazia di Dio!
Paolo si difende, v. 3
Paolo e i suoi collaboratori avevano proclamato le verità di Dio ai Corinzi. Satana non voleva che loro credessero questa verità, e perciò, uomini falsi erano andati a Corinto, cercando di convincere loro che Paolo non era sincero. Spesso, Satana vuole toglierci dalla verità di Dio, e usa tanti metodi. Un metro è di screditare coloro che ci parlano da parte di Dio.
Quindi, anche se Paolo non aveva alcun desiderio di parlare di se stesso, perché preferiva parlare solo di Gesù Cristo, riconoscendo che c'era il rischio per le persone di non ascoltare il messaggio di Dio tramite Paolo, a questo punto Paolo spiega a questi credenti che non c'era nulla di vero nelle accuse che questi falsi insegnanti dicevano di lui. Leggo il versetto tre, in cui Paolo dichiara una verità che poi spiega in dettaglio. Seguite mentre lo leggo.
3 Noi non diamo alcun motivo di scandalo in nessuna cosa, affinché non sia vituperato il ministero;
Paolo e i suoi collaboratori non davano alcun motivo di scandalo in nessuna cosa. In altre parole, in ogni campo della vita loro vivevano con una coerenza assoluta. Non c'era nulla nella loro vita che poteva fare inciampare gli altri. Il loro cammino, ovvero il loro modo di vivere era pura in ogni cosa. Il loro insegnamento era fedele a Dio. Il loro modo di parlare e di comportarsi era tutto corretto in tutto. Perciò, non davano alcun modo di scandalo in alcun campo.
Il motivo per questo era affinché il ministero che Dio aveva affidato a loro non fosse vituperato. Ovvero, se uno che è un credente ha un campo della vita in cui non cammina in santità, quel campo diventa un vituperio sul ministero che Dio ha dato ad ogni credente. Un vituperio è una parola che vuol dire creare in vergogna o scandalo. Vuol dire mettere in brutta luce. Cioè, se noi parliamo di Cristo, ma poi, nella nostra vita c'è un campo, o più campi, in cui non camminiamo in santità e umilmente davanti al Cristo, quei campi portano in brutta luce il messaggio di Cristo che noi annunciamo.
Paolo poteva dichiarare che lui e i suoi collaboratori non avevano alcun campo nella vita che poteva essere motivo di scandalo. È giusto che ognuno di noi esamini se stesso per vedere se noi abbiamo campi che potrebbero scandalizzare il messaggio di Dio.
La soluzione non è di smettere di parlare delle cose di Dio. La soluzione piuttosto di umiliarci davanti a Dio, e di confessare il nostro peccato, per cambiare via.
A questo punto, Paolo comincia ad elencare esempi di come loro non lasciavano alcuno campo in cui si poteva accusare loro.
Leggo dal versetto 4 a 10.
4 ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come ministri di Dio con molta pazienza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle distrette, 5 nelle battiture, nelle prigionie, nelle sedizioni, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni, 6 con purità, con conoscenza, con pazienza, con benignità, con lo Spirito Santo, con amore non finto, 7 con la parola di verità, con la potenza di Dio, con le armi della giustizia a destra ed a sinistra, 8 nella gloria e nel disonore, nella buona e nella cattiva fama; 9 come seduttori, eppure veraci, come sconosciuti, eppure riconosciuti, come morenti, eppure ecco viviamo; come castigati, ma pure non messi a morte; 10 come contristati, eppure sempre allegri; come poveri eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo tutto.
Pazienza, vv. 4-5
Consideriamo v.4,5 e pazienza in ogni tipo di difficoltà.
“4 ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come ministri di Dio con molta pazienza nelle afflizioni, nelle necessità, nelle distrette, 5 nelle battiture, nelle prigionie, nelle sedizioni, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni,” (2 Corinzi 6:4,5)
Pazienza = perseveranza. Restare tranquillo, confidando in Dio. Andare avanti, non scoraggiarci. Consideriamo questo elenco. Estremamente difficili e dolorosi.
Confronta con i tuoi problemi. Hai perseveranza?
Com’è possibile? Non è impossibile. Bisogna guardare a Dio. Guardando a Cristo. Ricordando l’eternità, come dice in 2 Corinzi 4:16-18.
v.6
“6 con purità, con conoscenza, con pazienza, con benignità, con lo Spirito Santo, con amore non finto,” (2Corinizi 6:6)
Assoluta purezza: Una vita non macchiata con il peccato. Cadiamo, ma se siamo umili da sempre e subito confessare i nostri peccati, allora, abbiamo purezza.
Con conoscenza: la nostra vita fondata di conoscenza delle verità di Dio. Non è quello che pensiamo noi, è secondo la verità di Dio. Questo vuol dire sottomettere i nostri pensieri alla verità di Dio. Dobbiamo conoscere le verità di Dio.
Con pazienza: restare tranquilli di cuore in mezzo alle sofferenza. Descrive il cuore.
Con benignità: contrasto con malvagità o indifferenza. Un impegno di fare il bene. Dio è pieno di benignità.
Con lo Spirito Santo: camminare per lo Spirito, ovvero, secondo la sua guida, sottomesso a Lui. Fortificato da Lui. Nella purezza, nella forza.
Con amore non finto: la motivazione per il nostro impegno non è orgoglio, non è di fare il nostro dovere, e vero amore per gli altri. Un amore non finto.
v.7
7 con la parola di verità, con la potenza di Dio, con le armi della giustizia a destra ed a sinistra,
Combattevano con verità, con la potenza di Dio, con giustizia.
v. 8
8 nella gloria e nel disonore, nella buona e nella cattiva fama;
nella gloria e nel disonore: a volte, gli altri riconoscono che stiamo da Dio, e ci apprezzano, e così la gloria di Dio risplende su di noi.
Altri momenti: chi vive per Cristo viene accusato falsamente, viene maltrattato, viene disprezzato. Vive nel disonore. Non importa, Paolo andava avanti. Anche noi.
Nella buona e nella cattiva fama: a volte, vivere per Dio porta ad essere visto bene, a volte, male. Non importa, perché servire Dio con vero cuore non importa come gli altri ti vedono.
v.9
9 come seduttori, eppure veraci, come sconosciuti, eppure riconosciuti, come morenti, eppure ecco viviamo; come castigati, ma pure non messi a morte;
come seduttori: Paolo e gli altri erano accusati falsamente di essere seduttori. Nulla era più lontano dalla verità. Paolo era totalmente sincero, non stava cercando di sedurre nessuno. Non voleva nulla dagli altri, voleva che fossero salvati e benedetti da Dio. Quindi, insieme ai suoi collaboratori furono accusati ad essere seduttori, eppure, erano veraci, pienamente veraci.
Questo per me è un grande ricordo dell'importanza di essere totalmente è assolutamente sincero in quello che faccio, e di non cercare mai i miei vantaggi. Non dobbiamo mai usare le verità di Dio per i nostri vantaggi. Prego che possono essere veraci, come Paolo.
Paolo era accusato di essere sconosciuto, insieme ai suoi collaboratori, eppure, erano riconosciuti da Dio. In realtà, Paolo era anche conosciuto dalle persone che aveva evangelizzato ed aiutato. Ma a volte, gli uomini possono dimenticare. Paolo aveva evangelizzato ai Corinzi, ma essendo influenzati da questi falsi insegnanti, cominciavano ad avere dubbi di Paolo. Ed è per quello che Paolo sta scrivendo questa lettera. Ma anche se gli uomini dimenticano di noi, Dio non si dimentica mai di noi. E perciò, erano accusati di essere sconosciuti, ma erano riconosciuti da Dio, riconosciuti come figli amati. Grazie a Dio, ogni vero credente è riconosciuto da Dio, e Dio non si dimentica mai di nessuno dei suoi figli.
Paolo e i suoi collaboratori erano conosciuti come i morenti, eppure, erano vivi. Cioè, a volte le prove di Paolo erano così terribili che lui stesso non sapeva se sarebbe sopravvissuto.
“8 Perché non vogliamo, fratelli, che ignoriate la nostra afflizione che ci capitò in Asia, come siamo stati eccessivamente gravati al di là delle nostre forze, tanto da giungere a disperare della vita stessa. 9 Anzi avevamo già in noi stessi la sentenza di morte, affinché non ci confidassimo in noi stessi, ma in Dio che risuscita i morti,” (2 Corinzi 1:8-9 LND).
Quindi, umanamente parlando, Paolo stesso credeva a volte di morire, eppure, erano ancora viventi. Noi non moriremo prima del tempo stabilito da Dio! La nostra vita è al sicuro, perché nessuno può cambiare il piano di Dio per noi.
Come castigati, ma pure non messi a morte: Paolo e i suoi collaboratori erano castigati da Dio, perché Dio castiga ogni figlio che ama. Ogni vero figlio di Dio viene castigato da Dio come padre, perché la disciplina di Dio è uno strumento fondamentale che Dio usa con ogni vero credente, per purificarci. Quindi, Paolo dichiara che erano castigati questo potrebbe comprendere anche castigo dagli uomini, ma probabilmente il senso principale è da Dio. Ma non erano stati messi a morte. Dio aveva ancora da fare per Paolo, e perciò, la morte non poteva arrivare prima del momento giusto.
v.10
Continuiamo con l’elenco nel v.10.
10 come contristati, eppure sempre allegri; come poveri eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo tutto.
Quando le persone consideravano Paolo e i suoi collaboratori, e consideravano la profondità delle loro sofferenze, e le ingiustizie che soffrivano, e tutte le terribili le prove, sarebbe normale presumere che erano contristati. Senza Dio, chiunque doveva subire tutto quello sarebbe contristato. Ma nonostante che erano considerati contristati, in realtà, erano sempre allegri, o meglio tradurre, gioiosi.
Questo è un punto molto importante. Paolo e i suoi collaboratori avevo una vita che umanamente essere considerata così terribile che si presumeva che erano contristati. Che se tu vedi uno con circostanze terribili, subendo grandi ingiustizie, terribile prove, grande afflizione, facilmente si presume che sono contristati. Invece Paolo, visto che aveva la certezza della sua eternità con Cristo, visto che sapeva del peso eterno di gloria che lo aspettava, e che aspetta ogni vero credente, Paolo aveva grande gioia. Quella stessa gioia è disponibile anche per noi. Più volte troviamo che tramite Paolo Dio ci comanda a gioire sempre. Ci sono tanti versetti che sono comandamenti ad essere sempre allegri, ovvero essere sempre gioiosi. Possiamo gioire nel Signore, indipendentemente dalle circostanze.
Paolo e gli altri erano visti come i poveri, infatti, altrove leggiamo che Paolo stesso era in condizioni perfino di avere fame. Quindi erano poveri. Ma in realtà, Paolo e i suoi collaboratori aiutavano tanti a diventare veramente ricchi. Il mondo guarda a quanto uno possiede economicamente. Paolo guardava alla vera ricchezza. Paolo non solo era ricco, di veri benedizione, ma annunciando la salvezza ad altri, rendeva tanti altri ricchi. Tu, se hai veramente Gesù Cristo, riconosci la vera ricchezza che hai in Gesù Cristo? Questo è importante per avere la gioia della nostra salvezza.
Lo stesso filo, tanti dicevano che Paolo non aveva nulla, in quanto arrivò che era molto povero. Eppure, Paolo dichiara che possedeva tutto. Quando apparteniamo a Dio, in un certo senso tutto è nostro, perché siamo figli di Dio, e tutto appartiene a Dio. Dio gestisce le cose che provvede a noi tutto quello che serve per noi di compiere la volontà di Dio e noi. Quindi, tutto è alla nostra disposizione, secondo quello che Dio ha per noi da fare.
Appello al loro cuore, vv. 11-12
Passo al versetto 11, dove Paolo inizia a fare un appello al loro cuore. Ricordate che Paolo aveva evangelizzato questi credenti. Leggo i vv. 11 e 12.
In questi versetti, Paolo fa appello ai cuori dei Corinzi, ricordando loro del suo amore per loro, esortando loro ad avere lo stesso amore per lui e suoi collaboratori. Leggo.
11 La nostra bocca vi ha parlato apertamente, o Corinzi, il nostro cuore si è allargato. 12 Voi non state allo stretto in noi, ma è nei vostri cuori che siete allo stretto.
Paolo e i suoi collaboratori avevano sempre parlato apertamente. Non avevano mai nascosto la verità dai Corinzi. Questo è amore. Inoltre, il loro cuore si era allargato nei confronti dei Corinzi. In altre parole, Paolo e i suoi collaboratori avevano aperto pienamente il loro cuori nei confronti dei Corinzi. C'era sempre spazio nel cuore di Paolo e gli altri per i Corinzi. I Corinzi non erano mai allo stretto in Paolo e gli altri. C'era sempre spazio per loro.
Invece, i cuori dei Corinzi erano stretti, non avevano aperto i loro cuori nei confronti di Paolo e i suoi collaboratori. Nonostante il grande amore di Paolo per loro, nonostante quanto Paolo si era sacrificato per loro, nonostante l'esempio di Paolo, sotto l'influenza dei falsi insegnanti, i loro cuori erano stretti, non avevano spazio per Paolo. Ed è per questo che Paolo sta esortando loro a considerare la loro posizione. Avendo dichiarato quanto il suo cuore era aperto a loro, esortò loro ad allargare i loro cuori verso di lui e i suoi collaboratori. Leggo il versetto 13.
v. 13
“13 Ora in contraccambio, parlo come a figli: allargate anche voi il cuore.” (2 Corinzi 6:13)
In un certo senso, è triste che Paolo doveva esortare loro così. Avrebbero dovuto avere un cuore aperto per Paolo. Purtroppo, succede a volte anche a noi. Arriviamo ad avere un cuore chiuso, chiuso verso coloro che ci amano. Questo succede spesso nel ministero. Qualcuno si arrabbia con la guida spirituale che ha sempre dato a lui, e chiude il suo cuore nei suoi confronti. In questo caso, vale l'esaltazione di Paolo, di allargare il cuore di nuovo.
E purtroppo, a volte noi chiudiamo il cuore anche a Dio. Quando nella provvidenza di Dio ci succedono cose brutte, a volte chiudiamo il cuore, ce l'abbiamo con Dio, come se non fosse giusto quello che Dio ha permesso. Ma in questi casi, abbiamo bisogno di ricordare il cuore di Dio verso di noi, e di allargare il nostro cuore nei suoi riguardi.
Il giogo sbagliato, v. 14
Arrivando al versetto 14, Paolo ci fa un insegnamento è estremamente importante per ogni credente. Questo è un insegnamento che riguarda ogni campo della vita, ed ogni credente. Per primo, Paolo ci dà il comandamento, e poi, una spiegazione perché è così fondamentale. Dobbiamo evitare ogni tipo di stretto legame con non credenti. Leggo il versetto 14.
14 Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo, perché quale relazione c’è tra la giustizia e l’iniquità? E quale comunione c’è tra la luce e le tenebre?
Questo è un comandamento categorico. Consideriamo alcune delle parole principali per capire bene questo comandamento.
La parola infedeli descrive chiunque non è fedele a Dio, ovvero, descrive chiunque non è un vero credente in Gesù Cristo. Non vuol dire che è necessariamente una persona estremamente malvagia con un metro umano. Può dire semplicemente che non ha vera fede in Gesù Cristo. Quindi, potrebbe essere una persona estremamente religiosa, e praticante. Potrebbe essere uno che pratica la sua religione con sincerità, e con grande impegno. Ma la sua fede non è veramente in Gesù Cristo, e Gesù Cristo solo. Questo è una persona infedele al metro di Dio.
Poi, padre di un giogo. Un giogo è un attrezzo che lega insieme due animali, in modo che camminano nella stessa direzione. Il senso qui è che non dobbiamo legarci con chi non ha vera fede in Gesù. Ci sono tantissimi modi che possiamo legarci con altri. Una stretta amicizia è un legame, come lavorare in società. Certamente, il matrimonio è un legame estremamente forte. Collaborare nell'opera di Dio insieme è un legame. Un legame non è solamente fare la stessa cosa, ma avere un legame. Io posso lavorare accanto a colleghi, ma non ho un vero legame con loro. Io faccio il mio lavoro, e normalmente non ho alcun contatto con loro al di fuori del lavoro. Anche mentre lavoro, non ho un vero legame con loro, se non solamente di collaborare nel lavoro stesso. Quello non sarebbe un giogo. Invece, se io stabilisco un rapporto con un collega, e mandiamo messaggi avanti e indietro, o parliamo al di fuori di lavoro, o parliamo al lavoro di cose di cuore, io ho un giogo con quel collega.
Quindi, questo versetto è un comandamento importantissimo di non avere rapporti che sono gioghi con alcuna persona che non è un vero credente in Gesù Cristo.
Per rendere chiaro l'importanza di questo, Paolo continua con un elenco di motivi per cui questo è assolutamente vietato da Dio.
Prima, dichiara che non c'è relazione tra la giustizia e l'iniquità. Dobbiamo capire che Dio ci ha strappati dal mondo, ci ha salvati dalla nostra vecchia vita, non dobbiamo tornare ad avere legami che avevamo prima.
Poi, dichiara che non c'è comunione tra la luce e le tenebre. Eravamo noi nelle tenebre, Dio ci ha fatto diventare i fili di luce. Dobbiamo evitare di essere un giogo con quelli che sono ancora nelle tenebre come eravamo noi.
vv. 15-16
Vado avanti e leggo il versetto 15:16.
15 E quale armonia c’è fra Cristo e Belial? O che parte ha il fedele con l’infedele? 16 E quale accordo c’è tra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché voi siete il tempio del Dio vivente, come Dio disse: "Io abiterò in mezzo a loro, e camminerò fra loro; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo".
Paolo continua a fare i contrasti, per farci capire che è essenziale non essere sotto un giogo con i non credenti.
Che è in Cristo appartiene a Gesù Cristo. Chi non è in Cristo è sotto il potere di Satana, che qui viene chiamato con il suo nome Belial. Che è in Cristo è chiamato un fedele, perché cammina per fede in Dio. Chi non è in Cristo è un infedele. Non hanno parte l'uno dall'altro, perciò non dobbiamo avere giochi con loro.
La Bibbia dice che chi è in Cristo fa parte del tempio di Dio, chi non è in Cristo segue idoli. Non può esserci un vero accordo fra di loro. E così Paolo ci ricorda che noi siamo il tempio di Dio. L'insieme dei veri credenti è il tempio di Dio, e Dio dimora, Dio abita, in mezzo a coloro che hanno Gesù Cristo.
La religione parla di Dio, e insegna di seguire Dio, ma solo chi ha vera fede in Gesù Cristo ha Dio. E perciò, non deve essere sotto un giogo con chi non ha Dio. Seguono due padroni diversi.
v. 17
Alla luce di tutto questo, nei versetti 17 e 18 Paolo ripete il comandamento di prima in un altro modo, citando un brano dall'Antico Testamento. Leggo questi versetti.
17 Perciò "uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò, 18 e sarò un padre per voi, e voi sarete per me come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente".” (2Corinzi 6:1-18 LND)
Dio ci comanda ad uscire da ogni legame con chi non ha Gesù Cristo, a separarci dal peccato totalmente. E Dio ci dà la meravigliosa promessa che ci accoglierà, e che sarà un Padre per noi, e noi saremo figli per lui. Non c'è nulla di così meraviglioso in tutto il mondo e in tutta la vita come essere in rapporto con Dio, un rapporto di Padre e figli.
Alla luce di tutto questo, Paolo chiude questo pezzo con l'esortazione e il comandamento che troviamo in 2 Corinzi 7:1. Ve lo leggo.
“Avendo dunque queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio.” (2Corinzi 7:1 LND)
Avendo queste meravigliose promesse, noi che siamo carissimi, ovvero che siamo amati, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito. Vogliamo tutto quello che ci contamina, in qualunque modo, sia la nostra carne, sia il nostro spirito, quindi, questo è un comandamento da togliere dalla nostra vita qualunque cosa che ci contamina in qualunque modo. Non dobbiamo cercare di non essere influenzati, dobbiamo separarci da ogni contaminazione.
Questo riguarda moltissimo di quello che fa parte dei mass media d'oggi. Questo riguarda tanto delle conversazioni che sono normali. Questo riguarda qualunque cosa che ci contamina dalla santità a cui Dio ci chiama.
Dobbiamo purificarci da ogni contaminazione come parte di compiere la nostra santificazione, nel timore di Dio. La nostra santificazione deve essere il nostro impegno più grande dopo che Dio ci ha salvato. E noi dobbiamo impegnarci con tutto il nostro cuore a compiere la nostra santificazione. Ma è importante capire che dobbiamo fare questo nel timore di Dio. Timore di Dio non è amore di Dio, ma è una grande reverenza, sapendo che dobbiamo rendere conto a Dio. Abbiamo già letto che dobbiamo rendere conto a Gesù Cristo. E perciò, riconoscendo questo, dobbiamo valutare ogni nostra azione, e parola, e pensiero, ricordando che risponderemo a Cristo per tutto. Questo è un immenso aiuto a camminare in santità.
Conclusione
E così, in questo capitolo, Dio ci ha dato tre insegnamenti principali. Prima di tutto, ci esorta a non ricevere la grazia di Dio invano. In altre parole, non dobbiamo assolutamente sprecare le verità che Dio ci dà. Dobbiamo vedere ogni verità come preziosa, dobbiamo prendere ogni verità al cuore. Non riceviamo questa grazia invano. Piuttosto, camminiamo nella verità che Dio ci dà.
Poi, abbiamo visto come Paolo dipendeva il suo ministero. Dobbiamo riconoscere l'importanza di non scartare quello che viene da Dio. Spesso, quando un messaggio ci è pesante, è facile vedere in male il messaggero. Piuttosto, dobbiamo valutare se è da Dio, e poi, accogliere coloro che Dio usa per parlare ai nostri cuori.
Quando serviamo Dio, quando viviamo per Dio, possiamo soffrire terribilmente. Possiamo essere disprezzati, accusati falsamente, e subire molto. Ma in Cristo, possiamo gioire costantemente, possiamo essere fortificati dallo Spirito Santo, per potere andare avanti, con gli occhi sul premio che abbiamo in Gesù Cristo.
Infine, questo capitolo contiene il comandamento importantissimo di non essere sotto un giogo con chi non è veramente in Gesù Cristo. Questo comprende ogni tipo di giogo. Comprende lavorare in società, comprende una stretta amicizia, certamente comprende il matrimonio, comprende un legame nel ministero. Non dobbiamo essere sotto un giogo con chi non è fedele a Gesù Cristo. Questo è fondamentale per qualsiasi figlio di Dio. E perciò, dobbiamo uscire da ogni legame sbagliato. Certamente, se uno è già sposato, non deve lasciare il coniuge. Dio spiega quello chiaramente tramite Paolo in 1Corinzi 7. Ma dove un giogo non è permanente, ed a uscire. Non possiamo avere due padroni.
Ringrazio Dio per come la sua parola è veramente una luce che ci allumina la via e ci insegna come vivere mentre aspettiamo Gesù Cristo. Vorrei incoraggiarci a non ricevere invano la grazia di Dio che riceviamo ogni volta che sentiamo la parola di Dio. Riconosciamo questo come Tesoro, e cogliamo questo tesoro per trarne il massimo beneficio. Prego che vivremo alla gloria del nostro Signore Gesù Cristo. Se tu non hai Gesù Cristo, non sprecare la grazia che Dio ti sta dando, con offerte dal perdono in Gesù Cristo. Corri a Gesù Cristo per ricevere il perdono.