Di solito, quando preghi, Dio ti rispondi subito? Come sappiamo tutti, la risposta è no.
A volte, anzi, spesso, Dio non ci risponde come e quando vorremmo noi. Però, nel modo che Dio ci risponde è sempre giusto, ed è sempre al momento perfetto. Quando Dio ritarda la sua risposta, secondo il nostro metro , non è per mancanza di amore, è perché vuole usare quell’attesa per continuare la sua opera in noi. Quando Dio risponde diversamente da quello che abbiamo chiesto, è perché Egli sa la cosa migliore.
Voglio continuare il nostro studio nel Evangelo di Marco, dove stiamo conoscendo di più il cuore di Gesù Cristo. Siamo arrivati a Marco 7:24, dove troviamo il racconto della donna greca, sirofenicia che chiede aiuto a Gesù. Però oggi, visto che l’Evangelo di Matteo aggiunge vari dettagli che non troviamo in Marco, voglio mettere insieme questi due racconti, per avere un racconto più completo. Quindi, trovate con me Matteo 15:21, e anche Marco 7:24.
Ricordiamo che lo scopo per cui dobbiamo leggere e studiare la Bibbia non è per essere degli studiosi, ma è per conoscere sempre di più Gesù Cristo, in modo di avere sempre più fede in Lui, capendo il cuore di Gesù, le verità che riguardando Cristo, la salvezza e la vita cristiana, ci aiutano ad avere più fede, e camminare in santità.
Nel brano di oggi, l’esempio di questa donna ci insegna il cuore che dobbiamo avere per avvicinarci a Gesù Cristo, e ci insegna cosa vuol dire perseverare nella fede. Questa donna Cananea è un ottimo esempio per noi da seguire. Ci insegna come andare a Dio nella preghiera. Grazie a Dio per l’esempio di questa donna.
La situazione
Trovate con me Marco 7:24. Seguite mentre leggo quello che è successo quando questa donna andò a Gesù. Leggo Marco 7:24-26
“24 Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone, entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25 Infatti una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Or quella donna era greca, sirofenicia di origine, e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia;” (Marco 7:24-26)
Prima di esaminare i dettagli dell’incontro tra Gesù e la donna, vorrei considerare la situazione. Gesù aveva predicato molto, e ormai, l’opposizione dai farisei e gli scribi era diventata pericolosa. Gesù sapeva che non doveva morire prima del momento scelto da Dio, cioè, la Pasqua, e in più, doveva ancora insegnare altre cose ai suoi discepoli. Perciò, lasciava la Giudea e la Galilea, cioè, lasciava il terreno dei Giudei, per andare nella zona dei gentili, dove era meno conosciuto, per avere tempo da solo con i suoi discepoli. Se ricordate, prima di compiere il miracolo dei pani e dei pesci, stava cercando un tempo di riposo con i suoi discepoli.
Leggo Marco 7:24, che ci descrive la scena.
“24 Poi partì di là e andò nel territorio di Tiro e di Sidone, entrò in una casa e non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.” (Marco 7:24)
Gesù cercava un posto tranquillo, senza le folle. Nonostante che erano fuori da Israele, in una zona di persone che non erano giudei, comunque la fama di Gesù era arrivata anche là. E perciò, anche qua, le persone venivano a Gesù per aiuto. Marco 7:25,26 parla di una donna in particolare. Ve lo leggo.
25 Infatti una donna, la cui figlia aveva uno spirito immondo, avendo sentito parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. 26 Or quella donna era greca, sirofenicia di origine, e lo pregava di scacciare il demone da sua figlia; (Marco 7:25,26)
C’erano tante persone, ma questa donna arrivava proprio a Gesù, e lo pregava di liberare sua figlia da un demone.
Notate che era greca, in Matteo leggiamo che era Cananea. Se ricordate, storicamente, i cananei erano i nemici di Israele, un popolo pagano che adorava dèi falsi.
Però, questo brano dimostra che questa donna era diversa.
Anche se era greca e cananea, aveva sentito di Gesù, e lei era convinta che Egli era il Cristo. Vediamo questo in Matteo 15:21,22.
“21 Poi Gesù, partito di là, si diresse verso le parti di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco una donna Cananea, venuta da quei dintorni, si mise a gridare, dicendogli: "Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide! Mia figlia è terribilmente tormentata da un demone!"” (Matteo 15:21-22).
Consideriamo questa donna, e come si presenta a Gesù.
Lei viene a Gesù e si getta ai suoi piedi. Questo dimostra grande umiltà. Esiste solo un modo di avvicinarci a Dio, ed è con umiltà. Finché abbiamo orgoglio, finché crediamo di meritare da Dio, non saremo accolti. Dio è vicino agli umili, Dio resta lontano dai superbi. Questa donna viene con grande umiltà. E tu, come vai a Dio?
Si mise a gridare. Il suo dolore era profondo. Chi si avvicina a Cristo solo per curiosità non troverà Cristo. Si arriva a Cristo con umiltà e riconoscendo il grande bisogno di Cristo.
Notate che lei gridava. “Abbi pietà di me.” Lei sapeva di non meritare nulla da Gesù. Dire “abbi pietà” è il riconoscere di non meritare l’aiuto che si chiede. Inoltre, dire “abbi pietà di me” dimostra FEDE. Lei era pienamente convinta che Gesù poteva opera potentemente.
È importante capire qua che lei non offriva nulla a Gesù. Se crediamo di poter fare qualcosa per poi meritare una risposta da Dio, vuol dire che non capiamo che riceviamo da Dio solo per grazia, mai per merito.
Notate poi che lei lo chiama “Signore”, un titolo di grande rispetto e onore. Poi, dice una cosa incredibile. Ricordate che questa era una donna cananea. Lei dice:
"Abbi pietà di me, Signore, Figlio di Davide!”
Questa donna riconosce Gesù come “Figlio di Davide “ che è un titolo per il Cristo, il Messia promesso. Questa donna riconosceva che Gesù è il Cristo, il Figlio di Davide. Quasi nessun giudeo lo aveva capito. I due ciechi a Gerico l’avevano capito. Alla sua entrata a Gerusalemme poco prima della croce, la folla l’avrebbe gridato. Ma fino a questo punto, nemmeno i suoi apostoli avevano capito questo. Però, questa cananea, con grande umiltà, e grande fede, aveva capito che Gesù è il Cristo, il Figlio di Davide.
Noi: quando cerchiamo Gesù?
Facciamo un confronto, come questa donna si presenta a Gesù, e come noi ci presentiamo a Gesù. Con quale cuore ti presenti a Gesù? Con quanto umiltà? Vai a Gesù con fede? Questa donna è un esempio da seguire. Andiamo avanti, per vedere come si è svolta la situazione.
la risposta di Gesù (Matteo 15:23-25)
Notiamo la risposta iniziale di Gesù. Matteo aggiunge dettagli che non troviamo in Marco. Leggo Matteo 15:23-25.
“23 Ma egli non le rispondeva una parola. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: "Licenziala, perché ci grida dietro". 24 Ma egli, rispondendo, disse: "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele". 25 Ella però venne e l’adorò, dicendo: "Signore, aiutami!".” (Matteo 15:23-25)
La donna viene con grande umiltà e con grande fede. Eppure, Gesù non le risponde nulla.
Come mai? Spesso nella vita, quando preghiamo, Dio non ci risponde subito. Perché? Perché Dio vuole fortificare la nostra fede. Aspettando, dobbiamo concentrarci ancora di più su Dio. Aspettare ci fa abbandonare altre speranze, e vedere solo Cristo. Quindi, Gesù non risponde nulla alla prima richiesta della donna. Ricordate che lei stava gridando, era molto aggravata.
la risposta dei discepoli (v.23b)
Gesù non ha risposto subito alla donna. Però i discepoli hanno subito reagito, con lo stesso peccato che abbiamo già visto altre volte. Questa donna dava fastidio a loro. Volevano mandarla vita.
Leggo di nuovo il v.23
“23 Ma egli non le rispondeva una parola. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano dicendo: "Licenziala, perché ci grida dietro".” (Matteo 15:23)
I discepoli vedevano questa donna come un disturbo, come un problema per loro, un problema che non volevano affrontare. Non erano aggravati della sua situazione. Volevano solo che andasse via. I discepoli sapevano che solo Gesù aveva il potere di esaudire la donna. Sapevano che lei non aveva altre speranze. Ma a loro non interessava. Volevano solo essere liberati dal disturbo. Che terribile mancanza di amore.
E Noi? È facile condannare l’atteggiamento dei discepoli, ma, prima di condannare loro, forse sarebbe buono esaminare noi stessi, per vedere se ci sono volte in cui noi non vogliamo che gli altri ci disturbino. Oh che possiamo capire quanto è grave questa mancanza di amore.
Gesù spiega la sua missione (v.24)
Gesù non manda via la donna. Piuttosto, dichiara ai suoi discepoli, in Matteo 15:24:
“24 Ma egli, rispondendo, disse: "Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele".” (Matteo 15:24)
Prima della croce, Gesù si rivolgeva solo ai Giudei, che conoscevano le Scritture. Invece dopo la croce e la risurrezione, Gesù avrebbe mandato i suoi seguaci a proclamare la salvezza in Lui a tutto il mondo
Per esempio, in Matteo 28, che è dopo la risurrezione, appena prima che Gesù tornasse in cielo, disse ai suoi discepoli:
“Andate dunque e fate discepoli di tutti le nazioni...” (Matteo 28:19)
Quindi, il piano di Dio era di raggiungere persone da tutte le nazioni. Però, a questo punto nel suo ministero, Gesù ricorda ai suoi discepoli che si stava rivolgendo solo ai giudei.
v.25 la Perseveranza della donna
Nonostante il silenzio iniziale di Gesù, e poi, questa risposta apparentemente negativa, la donna non fu scoraggiata. Lei perseverava a cercare aiuto da Gesù, essendo convinta che solo Gesù poteva aiutarla.
La donna, sentendo questa risposta negativa, non smette di chiedere aiuto. Anzi, in Matteo 15:25 leggiamo:
“25 Ella però venne e l’adorò, dicendo: "Signore, aiutami!".” (Matteo 15:25)
Che immensa perseveranza. Anziché essere offesa, anziché tornare in dietro, questa donna adora Gesù, e continua a chiedere il suo aiuto.
Cosa vediamo in questa perseveranza?
Vediamo una grande fede, fede nella potenza di Gesù, e anche fede nel cuore di Gesù.
Dio vuole che anche noi abbiamo questa fede, fede che ci spinge a perseverare nella preghiera.
v.26,27 discorso dei cagnolini
A questo punto, Gesù parla con la donna, e le dice qualcosa che potrebbe sembrare estremamente negativa. Ma in realtà, Gesù sta mettendo alla prova il suo cuore. Leggo prima Marco 7:27, e poi Matteo 15:26.
“27 ma Gesù le disse: "Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".” (Marco 7:27)
“26 Ma egli le rispose, dicendo: "Non è cosa buona prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".” (Matteo 15:26)
Cosa vuol dire Gesù? Perché chiama questa donna, e il suo popolo, cagnolini?
Prima di tutto, è importante sapere che nel Nuovo Testamento, c’è una distinzione fra la parola tradotta come “cane”, e la parola usata qui, tradotta “cagnolino”. La parola tradotta come cane era usata per indicare i cani che correvano per strada, che incutevano timore, che mangiavano i rifiuti, e che erano considerati estremamente schifosi e impuri. Infatti, in Greco in genere, e anche nella Bibbia, le persone impure venivano chiamate cani.
Invece, i cagnolini erano i cani addomesticati che abitavano in casa, e mangiavano il cibo rimasto dal tavolo del padrone. Erano amati e curati dai loro padroni.
Ricordate anche che Dio aveva un piano speciale per i Giudei. Dio salverà persone da tutte le nazioni e popoli. Però, prima della croce e della risurrezione di Gesù, la salvezza non fu annunciata al mondo, ma solo ai giudei. DOPO, fu annunciata a tutti. Quindi, i giudei erano i figli, che dovevano mangiare prima, ovvero, sentire della salvezza per primi. Poi, dopo la risurrezione, il messaggio sarebbe stato annunziato a tutti.
Quindi, quando Gesù chiama questa donna un cagnolino, implica che poteva entrare nella casa di Dio, ma che doveva aspettare il suo turno. In quel momento, prima della croce, i giudei venivano prima.
la risposta della donna
Se la donna avesse avuto orgoglio, sarebbe rimasta molto offesa da questo commento da parte di Gesù. Ma non era offesa, continuava ad avere fede. Leggo la risposta di questa donna, prima in Marco 7:28, e poi in Matteo 15:27.
“28 Ma ella rispose e gli disse: "Sì Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli". (Marco 7:28)
“27 Ma ella disse: "Sì, Signore; però anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni".” (Matteo 15:27)
Che immensa umiltà, che esempio per noi. Lei ci mostra cosa vuol dire avere un cuore umile, e accettare quello che Dio ci dà, continuando ad avere fede.
Dio può scegliere di trattare ogni persona diversamente. Dio non ha alcun obbligo di trattare noi come tratta gli altri. Se nella saggezza di Dio, vuole dare buona salute ad uno, e tanti problemi di salute ad un altro, non abbiamo da lamentarci. Se Dio ci dà una vita con tanti o con pochi problemi, dovremmo rispondere con umiltà. Questa donna è un esempio per noi da seguire. Non si offende. Continua ad avere fede, e a far conoscere la sua richiesta a Cristo.
Infatti, con il suo cuore umile, questa donna prendeva le parole di Gesù come motivo di speranza. In Marco 7:27 Gesù aveva detto:
“27 ma Gesù le disse: "Lascia che si sazino prima i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai ca
Lei capiva che Dio aveva riservato benedizioni anche per i cagnolini, solo che i Giudei dovevano riceverli prima. Perciò, con grande fede, e umiltà, la donna, accetta di essere un cagnolino, e chiede di poter mangiare le briciole. Con questo, sta dichiarando che sa che Gesù dà in abbondanza, e quindi, sa che ci saranno briciole.
Nonostante tutto, la sua fede in Gesù non vacilla. Ha una grande fede nella potenza di Gesù, e nel cuore di Gesù. Oh che possiamo noi avere la fede di questa donna.
La fede premiata (v.28), Marco 7:29,30)
Gesù aveva agito per mettere alla prova e fortificare la fede di lei. Ora, vedendo la sua fede, Gesù risponde alla donna con grazia. Leggo Matteo 15:28, e anche Marco 7:29,30.
28 Allora Gesù le rispose, dicendo: "O donna, grande è la tua fede! Ti sia fatto come tu vuoi". E in quel momento sua figlia fu guarita.” (Matteo 15:21-28 LND)
29 Allora egli le disse: "Per questa tua parola, va’; il demone è uscito da tua figlia". 30 Ed ella, tornata a casa sua, trovò che il demone era uscito e la figlia era coricata sul letto. (Marco 7:24-30 LND)
Gesù risponde alla sua fede e perseveranza e umiltà, guarendo, con solo la parola, sua figlia. In quel momento, a distanza, la figlia fu guarita. Il potere di Gesù è assoluto. Questa donna aveva fede che Gesù poteva fare quello. E Gesù premiò la sua fede.
Perché l’attesa di Gesù
Una delle lezioni più importanti di questo brano è il fatto che spesso, Dio, nella sua sapienza, sceglie di non rispondere subito alle nostre richieste. Spesso, Dio ci pone delle ostacoli, in modo che per avere la risposta, dobbiamo perseverare. Perché?
Perché spesso, le nostre preghiere vanno avanti molto tempo, anche anni, prima che Dio risponde? Perché a volte, abbiamo risposte che sembrano negative, come le risposte che Gesù dava alla donna?
Dio usa l’attesa per crescere la nostra fede. Ci sono tanti esempi nella Bibbia in cui Dio non risponde subito.
Abramo doveva aspettare anni prima di avere suo figlio Isacco. Però, era proprio l’attesa che mostrava la fede di Abramo, che gli fu messo in conto come giustizia, e che è un esempio per noi. Leggo Romani 4:18.22.
“18 Egli, sperando contro ogni speranza, credette per diventare padre di molte nazioni secondo ciò che gli era stato detto: "Così sarà la tua progenie". 19 E, non essendo affatto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già come morto (avendo egli quasi cent’anni), né al grembo già morto di Sara. 20 Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, 21 pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo. 22 Perciò anche questo gli fu imputato a giustizia.” (Romani 4:18-22 LND)
Avete capito? Aspettare per la risposta serve per avere fede più forte.
In Salmo 22:1,2, Davide grida a Dio, chiedendo perché non risponde alla sua preghiera. Anche qua, Dio stava fortificando la fede in Dio. Leggo quei versetti.
“1 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano e non vieni a liberarmi, dando ascolto alle parole del mio gemito? 2 O DIO mio, io grido di giorno, ma tu non rispondi, e anche di notte non sto in silenzio. 3 Eppure tu sei il Santo, che dimori nelle lodi d’Israele.” (Salmo 22:1-3 LND)
Notate che nonostante che Davide non capiva perché Dio non aveva risposto, Davide continuava a lodare Dio, perché aveva fede.
Dio ha sempre i suoi motivi saggi quando non risponde subito, o quando non risponde come vorremmo noi.
Per esempio, nel Nuovo Testamento, le sorelle di Lazzaro avevano chiesto a Gesù di venire per guarire Lazzaro. Invece, Gesù scelse di aspettare due giorni. Dopo, impariamo che era perché voleva che Lazzaro morisse, in modo che poteva mostrare la sua potenza, risuscitando Lazzaro dalla morte. Però, era impossibile per le sorelle di capire quello prima.
Similmente, in Marco 5, leggiamo di Iairo, il capo della sinagoga con la figlia gravemente ammalata. Gesù si fermava per parlare con la donna con il flusso di sangue che era stata guarita, e nel frattempo, la figlia di Iairo morì. Però, anche qua, questo permetteva a Gesù di mostrare la sua gloria, risuscitandola.
Dio non ci risponde subito, perché Dio vuole crescere la nostra fede.
Se Dio dovesse rispondere subito ad ogni preghiera, avremmo poca fede. Dio sa curarci nel modo perfetto, perciò, Egli ci insegna ad avere più fede, e ad avere perseveranza.
In più, l’attesa ci insegna a riconoscere la grandezza della risposta. Cioè, prima di rispondere alla richiesta della donna, Gesù insegnò a lei che Lui era mandato per prima ai Giudei, e che le benedizioni per i gentili erano per un secondo tempo. Perciò, quando Egli ha guarito sua figlia, la donna poteva capire quanto era una benedizione enorme. Cioè, l’attesa di Gesù aiutava la donna ad avere più fede, e a riconoscere ancora di più la grandezza della benedizione.
E con noi
Nella nostra vita, non è la stessa cosa? Cioè, chiaramente, Dio potrebbe rispondere a ogni nostra preghiera subito. Dio è pienamente capace di risolvere ogni nostro problema prima che diventi un problema. Però, il bene che Dio vuole operare nelle nostre vite non è di avere una vita facile, con pochi problemi. Piuttosto, Dio vuole conformarci nell’immagine di Cristo. Dio vuole crescere la nostra fede, e Dio vuole farci conoscere la sua potenza nella nostra debolezza.
L’opera di Dio in noi non è di darci una vita più facile qua, è di prepararci per l’eternità. Dio sta facendo un’opera eterna in noi. Troppo spesso, le nostre richieste sono richieste di cose sulla terra. Dio sta facendo qualcosa di molto più grande. Grazie a Dio.
Prego che possiamo avere sempre più fede in Dio, e grande umiltà, seguendo l’esempio di questa donna cananea. Lo Spirito Santo ci ha dato questo racconto per darci questa donna come esempio. Ricordiamo quello che abbiamo visto in lei.
Il carattere di questa donna
Questa donna era umile, assolutamente umile. Questo è l’unico modo di avvicinarci a Dio. Seguiamo il suo esempio, confessiamo il peccato del nostro orgoglio, e camminiamo umilmente, accettando quello che Dio vuole darci.
Riverenza
Questa donna aveva grande riverenza. Si prostrava davanti a Lui, Lo chiamava Signore, e Figlio di Davide. Riconosceva in Lui la sovranità e la gloria. Quanto è importante che noi abbiamo riverenza verso Dio.
Fede in Cristo
Chiaramente, questa donna è un esempio di camminare per fede. Imitiamo la sua fede. È quello che Dio vuole in noi.
Perseveranza
Questa donna è anche un esempio della perseveranza. La fede è fondamentale, ma anche la perseveranza. Non stanchiamoci. Continuiamo a chiedere a Dio di operare, ma chiediamolo con umiltà, accettando la risposta che Dio vuole darci. Quando viviamo così, Dio opererà, potentemente in noi, Dio sarà glorificato, e il nostro cuore sarà soddisfatto.
Questa donna è andata da Gesù, ed è stata accolta da Gesù. Gesù continua ad accogliere chiunque va da lui con umiltà, con perseveranza, e con fede. Grazie a Dio per un Signore e Salvatore così.