Aiuto Biblico

l'Eccellenza di Cristo

Filippesi 3:8-11

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 1 dicembre 2019, – cmd es –
Descrizione: Gesù Cristo è più eccellente di tutto. Tutto è una perdita alla luce di Cristo.
parole chiavi: vita cristiana, il valore di Cristo, eccellenza di Cristo

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La Cosa più Eccellente

Fratelli, siamo stati creati nell’immagine di Dio. Dio, l’infinito Creatore, Dio, che sa tutto di tutto, Dio, pieno di Maestà e gloria.

Ci ha creati nella sua immagine, in modo che possiamo avere la più grande e meravigliosa benedizione possibile: l’essere in rapporto con Lui per tutta l’eternità. Però, dal tempo di Adamo, nasciamo peccatori, e il nostro peccato ci separa da Dio, essendo Lui santo. Ci separa dalla vera vita.

Allora, alla luce di questo, qual è la cosa più grande della vita, in assoluto? Che cosa può dare vero valore alla vita?

Solo una cosa dà vero valore alla vita, ed è di essere riconciliati con Dio, per poter stare in rapporto con Lui, ora e per tutta l’eternità.

Nella Bibbia, essere in un vero rapporto con Dio viene chiamato “conoscere Dio”. Per esempio, in Giovanni 17:3 Gesù parla di questo, spiegando che la vita eterna è conoscere Dio. Leggo le sue parole, che troviamo nella sua preghiera al Padre.

“Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato,” (Giovanni 17:3 LND)

Conoscere Dio è la vera vita. Possiamo conoscere Dio veramente tramite Gesù Cristo, Dio incarnato. Conoscere Gesù Cristo è la cosa più meravigliosa che esiste. Nulla è paragonabile.

Essere trovato in Cristo

A questo punto, dobbiamo farci una domanda importante. Cosa bisogna fare per conoscere veramente Cristo, per avere veramente intima comunione con Cristo Gesù? La risposta è molto semplice: per conoscere Cristo, per avere i benefici eterni della conoscenza di Cristo, bisogna essere trovati in Cristo.

La Bibbia spesso usa il termine “in Cristo” per descrivere la posizione di chi è veramente perdonato e appartiene a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Essere trovato in Cristo perciò vuol dire essere veramente salvato, essere veramente perdonato, avere la vera vita, avere la gioia di restare con Dio per tutta l’eternità, tutto tramite Gesù Cristo. Vuol dire trovare la nostra vita in Cristo, giorno per giorno.

In Galati 2:20, Paolo descrive la sua vita in Cristo. Ve lo leggo.

“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND)

Nulla nella vita è minimamente paragonabile a l’essere trovati in Cristo.

Allora, visto che la cosa più importante nella vita è di essere trovati in Cristo, dobbiamo chiederci: COME, in che modo, possiamo essere trovati in Cristo?

Paolo ci dà la risposta in Filippesi 3:7-9, in cui impariamo che il modo di essere trovati in Cristo, e goderLo, è di riconoscere che Egli vale infinitamente di più di tutto il resto della vita.

Seguite mentre ascoltiamo come Paolo considerava Gesù Cristo, in confronto con tutto quello che aveva avuto valore per lui prima. Leggo Filippesi 3:7-9.

7 Ma le cose che mi erano guadagno, quelle ho ritenute una perdita per Cristo. 8 Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo, 9 e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: la giustizia che proviene da Dio mediante la fede, (Filippesi 3:7-9 LND)

Per guadagnare Cristo e per essere trovato in Lui, Paolo aveva rinunciato a tutto, e considerava tutto come tanta spazzatura. Tutto questo per essere trovato in Cristo con la giustizia che si ha mediante la fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio.

Visto che siamo peccatori, e Dio è santo, per poter essere riconciliati con Dio, abbiamo bisogno della giustizia che è solo disponibile in Gesù Cristo.

Paolo sapeva che non poteva mai essere giustificato per merito proprio. Egli sapeva che non poteva mai arrivare a conoscere Cristo ed essere trovato in Cristo per mezzo delle sue buone opere. Non poteva mai raggiungere una giustizia propria sufficiente a guadagnare Cristo. Per questo, Paolo aveva rinunciato a tutto quello in cui prima aveva cercato di avere qualche merito suo.

È molto importante capire questo. È impossibile solo aggiungere Gesù Cristo a quello con cui cercavamo raggiungere la nostra giustizia, quello in cui trovavamo il nostro valore. Piuttosto bisogna considerare tutto il resto come tanta spazzature, per poter guadagnare Cristo. Con Gesù Cristo, è tutto, o niente.

È come un uomo che vuole sposare una donna virtuosa. Non può continuare ad avere altre donne, e solo aggiungere la donna che vuole sposare alle altre. Deve rinunciare alle altre donne in cui cercava prima la sua soddisfazione.

Ed è così con Cristo. Di natura, cerchiamo di riconciliarci con Dio, o di avere merito, per conto nostro. Quando si capisce il valore di Cristo, allora da quel punto in avanti, non si può solo aggiungere Cristo a tutto il resto. Piuttosto, si considera tutto quello che sembrava di darci merito e di valore di essere spazzatura, per aggrapparsi pienamente in Gesù Cristo.

Paolo, come ognuno di noi, aveva cercato di guadagnare la salvezza con una giustizia propria. Ora egli sapeva che ciò è impossibile, e perciò, considerava qualsiasi suo merito come spazzatura. Piuttosto, sapeva di poter trovarsi in Cristo solo e esclusivamente per mezzo della giustizia che si ha per la fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio.

Paolo sapeva che nulla ha valore in confronto con il valore di Cristo.

Paolo sapeva che nel cuore umano, c’è spazio per un solo vero tesoro. Paolo sapeva che Cristo superava ogni altra cosa. Per non rischiare di avere concorrenza in questo, Paolo considerava TUTTO quello in cui aveva sperato prima come tanta spazzatura.

Ora, Paolo poneva tutta la sua fede in Cristo.

Perciò, quando Paolo parla di rinunciare a tutto per guadagnare Cristo, dicendo “guadagnare” non intende guadagnare Cristo per merito, ma per fede. Paolo sta parlando di dove egli pone la sua fede. Solamente confidando interamente in Cristo possiamo essere salvati. La giustizia che ci serve è la giustizia che si ha per fede in Cristo.

Fratelli, vi esorto a esaminarvi attentamente, per essere sicuri che tutta la vostra fede è in Cristo Gesù. Non potremmo mai ubbidire abbastanza, né fare abbastanza buone opere, per poter stare nella presenza di Dio per merito nostro. Noi siamo riconciliati con Dio esclusivamente per mezzo di Gesù Cristo.

i Benefici di essere in Cristo

Dal versetto 10, Paolo elenca alcuni dei benefici di essere trovati in Cristo. Cioè, egli ha già dichiarato l’eccellenza della conoscenza di Cristo. Ora, ne spiega alcuni dettagli.

Leggiamo questi versetti

“10 per conoscere lui, Cristo la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte, 11 se in qualche modo possa giungere alla risurrezione dai morti.” (Filippesi 3:10-11 LND)

In questi versetti, Paolo parla di conoscere Cristo, e poi, più in dettaglio, di conoscere la potenza della sua risurrezione e anche la comunione delle sue sofferenze. Quando la Bibbia parla di conoscere Cristo, o conoscere Dio, sta parlando di una conoscenza che va molto oltre ad una conoscenza solo intellettuale.

La conoscenza di cui la Bibbia parla è qualcosa che si vive, che si sperimenta. Per esempio, più volte la Bibbia parla di un uomo che conosce sua moglie, per descrivere rapporti intimi, in cui la conosce in modo intimo e profondo. In Giovanni 17, Gesù, pregando al Padre, descrive la vita eterna come conoscere Dio e conoscere Gesù Cristo. Egli sta parlando di un rapporto vivente con Dio. Questa è la conoscenza biblica.

Perciò, quando Paolo parla di conoscere la potenza della risurrezione di Cristo, intende dire conoscere per esperienza quella potenza, cioè, sperimentare quella potenza nella propria vita. Vuol dire conoscere, per esperienza, l’immensa potenza che Dio ha manifestato nella risurrezione di Cristo.

Pensate a quella potenza. La risurrezione di Cristo è stata un’incredibile manifestazione della potenza di Dio. Nella risurrezione, Cristo vinse la morte, Cristo vinse il peccato, vinse Satana. Quale immensa potenza vediamo nella risurrezione di Cristo!

Paolo voleva conoscere questa potenza, cioè, voleva sperimentarla nella sua vita. Anche noi abbiamo grande bisogno di conoscere per esperienza questa potenza. Consideriamo alcuni motivi per cui abbiamo bisogno di conoscere questa potenza nelle nostre vite.

Prima di tutto, per natura, non abbiamo alcuna potenza nostra, perché siamo morti nei nostri peccati. Abbiamo bisogno di essere vivificati. Questo avviene solamente tramite la potenza della risurrezione di Cristo che opera in noi nella salvezza. Leggiamo di questo in Romani 5:6-9; 6:4; e Efesini 2:5,6. Seguite mentre leggo questi brani.

“6 Perché, mentre eravamo ancora senza forza, Cristo a suo tempo è morto per gli empi. 7 Difficilmente infatti qualcuno muore per un giusto; forse qualcuno ardirebbe morire per un uomo dabbene. 8 Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 9 Molto più dunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di lui.” (Romani 5:6-9 LND)
“5 anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù,” (Efesini 2:5-6 LND)

È stata la potenza di Dio che Lui ha usato per risuscitare Gesù Cristo che ci ha vivificato. Siamo vivi per mezzo della potenza della risurrezione di Cristo. Conosciamo, ovvero, sperimentiamo la potenza della risurrezione di Cristo nel fatto che ora, siamo spiritualmente vivificati.

C’è un altro aspetto di conoscere la potenza della risurrezione di Cristo. Vivere veramente la vita cristiana vuol dire tenere gli occhi sul futuro, sull’eternità, e non su quello che ci circonda. Infatti, scegliamo di peccare quando guardiamo alle false promesse del peccato, anziché alle benedizioni eterne che ci aspettano.

Ogni scoraggiamento è il risultato del guardare alle difficoltà attuali, e non alle ricchezze dell’eredità eterna in Cristo. Ogni paura è un risultato del guardare a qualche pericolo o problema reale o potenziale di questa vita, e non guardare verso la fine di ogni cosa, quando saremo eternamente con Cristo.

È quando conosciamo la potenza della risurrezione di Cristo che possiamo guardare in avanti, giorni per giorno, per avere la gioia della salvezza, e la pace, e che possiamo superare le tentazioni.

Oh, quanto è importante conoscere veramente la potenza della risurrezione di Cristo nella propria vita. Paolo sapeva questo, e perciò, considerava la conoscenza di Cristo di più grande valore di ogni altra cosa.

La comunione con le sue sofferenza

Conoscere veramente Cristo comprende anche conoscere la comunione con le sue sofferenze. Di natura, non vedremmo avere comunione con le sofferenze di Cristo come qualcosa da desiderare. Ma in realtà, è un’immensa grazia.

Invece, Paolo capiva che la più grande benedizione per un credente è di essere il più possibile simile a Cristo. Perciò, Paolo voleva conoscere, cioè, sperimentare, ogni aspetto della vita di Cristo. Voleva sperimentare la potenza della risurrezione, ma anche la comunione delle sofferenze di Cristo.

In realtà, è una grazia soffrire per Cristo. In Romani 8:17, leggiamo:

“E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.” (Romani 8:17 LND)

È facile capire perché Paolo voleva conoscere la potenza della risurrezione di Cristo. Ma, potremmo chiederci perché voleva conoscere la comunione delle sue sofferenze.

Nella lettera ai Colossesi, Paolo parla del suo modo di vedere le sofferenze di Cristo che fanno parte della vita cristiana:

“Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa,” (Colossesi 1:24 LND)

Come figli di Dio, in Cristo possiamo anche noi partecipare nelle sofferenze di Cristo, per promuovere la sua opera eterna. Questa è motivo di grande gioia. Ascoltiamo 1 Pietro 4:13:

“Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.” (1Pietro 4:13 LND)

Bisogna chiarire a questo punto che quando parliamo di partecipare alle sofferenze di Cristo, NON intendiamo, in alcun senso, le sofferenze di Cristo per pagare la condanna per il peccato. Gesù Cristo ha pagato pienamente la nostra condanna. Non c’è più da soffrire per i peccati.

Invece, ciò che rimane sono le sofferenze per il corpo di Cristo, cioè, per la chiesa, sia nei credenti individualmente, che come chiese. Finché Cristo non ritornerà, ci saranno ancora sofferenze per portare avanti l’opera di Cristo. Noi siamo chiamati a partecipare in queste sofferenze. Ascoltiamo vari versetti che parlano di questa realtà.

“E se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.” (Romani 8:17 LND)
“La nostra speranza a vostro riguardo è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, così sarete anche partecipi della consolazione.” (2Corinzi 1:7 LND)
“10 portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. 11 Noi che viviamo, infatti siamo del continuo esposti alla morte per Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale.” (2Corinzi 4:10-11 LND)
“Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati,” (2Timoteo 3:12 LND)

Come figli di Dio, ci sono sofferenze da sopportare per Cristo. Ci sono le sofferenze da subire da un mondo che odia Cristo e il popolo di Cristo. Ci sono le sofferenze derivanti dalle persecuzioni. Ci sono le sofferenze di avere l’anima rattristata dal peccato intorno a noi, e anche il peccato ancora dentro di noi.

Essere veramente identificati con Cristo vuol dire essere identificati anche con le sofferenze di Cristo, e non solamente con la sua gloria. Finché Cristo non ritorna, ci sono sofferenze. Quando ritorno, non ci saranno più sofferenze, ma solo da godere la gloria di Cristo.

In verità, è un’immensa grazia soffrire per Cristo, come è una grazia di credere in Lui, come leggiamo in Filippesi 1:29,

“Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,” (Filippesi 1:29 LND).

È una grazia credere in Cristo, ed è una grazia soffrire per Cristo.

Se vogliamo conoscere le ricchezze della salvezza, anche noi dobbiamo desiderare, con tutto il cuore, di conoscere la comunione delle sofferenze di Cristo.

divenendo conforme a lui nella sua morte

Paolo continua, e parla di un altro beneficio immenso che abbiamo quando conosciamo Cristo, ed è quello di diventare conforme a Cristo nella sua morte. Chi è in Cristo deve far morire ciò che in sé è carnale. Chi è in Cristo è morto al peccato, nel senso che non è più sotto il peccato, è liberato dal potere del peccato, perciò, ora, non è più schiavo. Può mettere a morte il suo peccato.

Essendo conforme alla morte di Cristo vuole dire anche che la morte di Cristo conto come la nostra, in modo che la nostra condanna è pagata.

Ascoltiamo qualche versetto che parla di questo.

“Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria;” (Colossesi 3:5 LND)
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20 LND)
“Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.” (Romani 6:4 LND)
“Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze.” (Galati 5:24 LND)

Quando consideriamo questi versetti, e tanti altri, vediamo che mentre viviamo nei nostri corpi terreni, dobbiamo mettere a morte, giorno per giorno, ciò che in noi è carnale. Dobbiamo morire al peccato, e vivere a Cristo. Dobbiamo essere conformi a Cristo nella sua morte, come dovremmo diventare conformi a Cristo nella sua santità. Questa è la vera vita cristiana. Questa è conoscere Cristo.

La morta fisica non è una cosa bella, né piacevole. La morte di Cristo sulla croce fu una sofferenza terribile. Però, Cristo accettò volontariamente quella morte, tenendo fissi i suoi occhi sulla gioia che la seguiva.

Similmente, morire al peccato ogni giorno, e ai desideri della carne, non è facile, né piacevole per la carne. Il peccato fa veramente parte di noi, perciò, morire al peccato è un combattimento. Però, come faceva Cristo, il segreto è di non guardare alla sofferenza, ma di alzare gli occhi e guardare alla gioia che sta dinanzi a noi.

Infatti, se abbiamo il nostro sguardo sulla gioia che sta dinanzi a noi, che è in Cristo, sapendo che avremo l’eternità con Lui, allora, diventare conforme alla sua morte diventa un enorme privilegio.

È un po’ come una moglie che per problemi fisici non può avere figli. Per anni, è triste per questo. Un giorno, un medico molto bravo le offre gratuitamente una cura medica molto costosa, che lei non avrebbe mai potuto pagare. Dopo l’intervento, lei rimane incinta. Quando arriva il giorno del parto, certo, deve soffrire le doglie. Però, conoscendo a cosa le doglie portano, le considera un privilegio.

Anche noi dovremmo considerare un privilegio diventare conformi a Cristo nella sua morte, sapendo quello che produce in noi per tutta l’eternità.

La risurrezione dei morti

Paolo desidera e cerca tutte queste cose per un traguardo ben chiaro. Ascoltiamo il v.11.

“11 se in qualche modo possa giungere alla risurrezione dai morti.” (Filippesi 3:11 LND)

Paolo desidera e aspetta di giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti.

Cosa intende Paolo con “la risurrezione dei morti”? Egli sta parlando della risurrezione finale, quando i corpi dei morti in Cristo saranno risuscitati e trasformati. Al momento della morte fisica le anime dei credenti vanno per essere con Cristo. I loro corpi restano nella tomba. Al ritorno di Cristo, quei corpi saranno risuscitati e riuniti con le loro anime. Poi, nei loro corpi trasformati, i credenti saranno sempre con Cristo, e anche con Dio Padre.

Quindi, quando Paolo dichiara che desidera giungere alla risurrezione dei morti, vuol dire che vuole passare l’eternità con Cristo in cielo. Paolo mirava al cielo, sapendo che nulla che questo mondo ci offre è minimamente paragonabile all’eternità con Cristo.

Quando Paolo dice: “per giungere in qualche modo alla risurrezione dei morti”, la frase “in qualche modo” non vuol dire che Paolo abbia qualche dubbio della sua salvezza. Invece, sta mettendo in evidenza la difficoltà della vita cristiana, e che dobbiamo lottare contro il peccato. Ricordiamo la dichiarazione di Paolo in Filippesi 2:12,13.

“12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore, 13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” (Filippesi 2:12,13 LND)

Anche noi dovremmo desiderare, sopra ogni altra cosa, la comunione eterna con Cristo. E dobbiamo combattere contro il nostro peccato.

Conclusione

Non abbiamo finito questo brano, però, voglio fermarmi qua, per lasciarti tempo di meditare su quello che abbiamo visto finora.

È impossibile, in un semplice sermone, iniziare a conoscere le profonde ricchezze della conoscenza di Dio. NULLA in questa vita è simile a conoscere Cristo.

Quanto volte corriamo dietro a cose che non possono soddisfare i nostri cuori. Troppo spesso continuiamo ad aggrapparci a quello che non può soddisfare, e peggio ancora, ci ostacola da avere più di Cristo.

Se tu vuoi la vera vita cristiana, l’unica via è di cercare più di Cristo. L’unica via è di capire che Gesù Cristo vale più di TUTTO.

Questo vuol dire porre tutta la nostra speranza in Cristo. Questo vuol dire riconoscere che il nostro valore è tutto in Cristo. Questo vuol dire desiderare la potenza di Dio nella nostra vita, potenza che serve per farci avere vittoria sul nostro peccato, e per vivere per Cristo.

Conoscere Cristo vuol dire anche soffrire per Cristo. La sofferenza non è una cosa brutta, la sofferenza, in tanti campi della vita, è la via per arrivare a quello che vale veramente. Soffrire per Cristo porta a quello che vale per tutta l’eternità.

Perciò, esaminiamo bene la nostra vita, e contempliamo l’eccellenza di Gesù Cristo. Meditiamo sulla benedizione eterna che ci aspetta con Cristo in cielo. Meditiamo sulla comunione che possiamo avere ora, mentre camminiamo verso il cielo. Impegniamoci a godere la ricchezza della nostra salvezza ora, in attesa di quel gran giorno in cui vedremo Cristo faccia a faccia. Viviamo ora in modo da non avere di che vergognarci, quando Cristo aprirà i libri per giudicare il nostro cammino su questa terra.