Aiuto Biblico

Non confidare nella carne

Filippesi 3:2-3

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 8 settembre 2019, – cmd es –
Descrizione: La salvezza è solo e tutta per grazia. Dobbiamo evitare il pensiero di poter meritarla noi.
parole chiavi: falso insegnamento, salvezza per grazia, salvezza per opere, circoncisione

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Gioia, meravigliosa gioia!

Nell’ultimo sermone, abbiamo considerato la verità meravigliosa che troviamo in Filippesi 3:1, che possiamo, anzi, dobbiamo, rallegrarci, o meglio dire, dobbiamo gioire, in Cristo, in ogni situazione, e abbiamo visto che di motivi, ne abbiamo tanti. Cioè, qualsiasi siano le nostre circostanze, abbiamo tantissimi motivi di gioire profondamente in Gesù Cristo. Le benedizioni che abbiamo in Cristo sono infinitamente più grande di quanto sono i problemi e le difficoltà di questa vita.

Infatti, le prove di questa vita, per quanto possono essere pesanti, sono tutti temporanee. Finiranno tutte. Invece, le benedizioni che abbiamo in Cristo non finiranno mai. Siamo eternamente benedetti in Gesù Cristo.

Infatti, per poter avere la gioia, e per poter avere la fede che ci serve, una parte fondamentale della vita cristiana è di meditare ogni giorno sulle nostre benedizioni in Cristo. Se un credente guarda principalmente ai problemi, sarà scoraggiato, e non avrà gioia. La sua fede sarà debole, e facilmente cadrà nelle tentazioni.

Se invece un credente guarda alle benedizioni preziose che abbiamo in Gesù Cristo, allora, avrà gioia, la sua fede sarà forte, e avrà vittoria sulle tentazioni.

Quindi, vogliamo incoraggiare ciascuno di noi a scegliere, giorno dopo giorno, a riflettere sulle benedizioni che abbiamo in Gesù Cristo.

Guardatevi dai cani

Andando avanti in Filippesi 3, troviamo uno dei brani più importante del Nuovo Testamento, un brano che ci mostra come vivere la vita cristiana. Questo brano dimostra il forte contrasto fra cercare di meritare la nostra salvezza, da una parte, e porre tutta la nostra fede in Gesù Cristo, dall’altra parte.

Nella prima parte di questo brano, Paolo ci avverte contro il pericolo di cercare la salvezza, anche solo parzialmente, in base a qualche opera nostra, e quindi, in base ai meriti nostri. Poi, nella seconda parte, Paolo descrive come egli vive ponendo tutta la sua fede in Gesù Cristo.

Cioè, la salvezza è essere giustificati davanti a Dio. Di natura, siamo peccatori. Pecchiamo contro un Dio santissimo. Di natura, siamo colpevoli davanti a Dio. La salvezza è l’essere giustificati.

La domanda è: come possiamo essere giustificati?

L’orgoglio umano vuole credere che in qualche modo, possiamo fare qualcosa noi, per poter meritare, almeno parzialmente, la giustificazione. Vogliamo credere che in qualche modo, possiamo giustificarci noi. Così, avremmo di che vantarci.

Infatti, questo cuore di orgoglio è presente in tutte le religioni che gli uomini hanno creato. Le religioni stabiliscono delle buone opere, o dei sacramenti, e dei riti, o altro, e i loro seguaci devono fare, per poter meritare da Dio.

Tante religioni e chiese e gruppi che si chiamano cristiani sono così. Dicono di credere in Gesù Cristo, e il suo sacrificio, ma in realtà, pongono la loro fede su qualcosa che fanno loro.

Nel nostro brano di oggi, Paolo avverte i lettori di stare in guardia contro un gruppo di uomini che stavano predicando un falso evangelo. Questi uomini non negavano Cristo, ma dicevano che Cristo non bastava. Secondo questi uomini, serviva più che solo Cristo. Serviva anche delle opere per poter essere salvati.

Questo è un falso evangelo, e Paolo li condanna severamente.

Trovate con me Filippesi 3. Leggiamo dal versetto 1. Paolo parla di trovare la gioia in Gesù Cristo, e poi subito, inizia a avvertirci a stare in guardia di questi uomini. Questo avvertimento vale per qualsiasi gruppo che insegna che serve più che Cristo per la salvezza.

Poi, Paolo spiega che per quanto riguarda le cose di cui questi uomini si vantavano, Paolo aveva più di tutti loro. Però, non confidava per nulla in queste cose. Nella terza parte del brano, uno dei brani più profondi del Nuovo Testamento, Paolo dichiara che considera tutto una perdita, per il privilegio di fidarsi totalmente e unicamente di Gesù Cristo, il suo Signore.

Quindi, seguite mentre leggo Filippesi 3:1-14. Ringrazio Dio per questo brano meraviglioso.

“1 Per il resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore; per me certo non è gravoso scrivervi le stesse cose, e per voi è una sicurezza. 2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. 3 I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù e non ci confidiamo nella carne, 4 benché io avessi di che confidare anche nella carne; se qualcun altro pensa di poter confidare nella carne, io ancor di più: 5 sono stato circonciso l’ottavo giorno, sono della nazione d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei quanto alla legge, fariseo, 6 quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile. 7 Ma le cose che mi erano guadagno, quelle ho ritenute una perdita per Cristo. 8 Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo, 9 e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo: la giustizia che proviene da Dio mediante la fede, 10 per conoscere lui, Cristo la potenza della sua risurrezione e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte, 11 se in qualche modo possa giungere alla risurrezione dai morti. 12 Non che io abbia già ottenuto il premio, o sia già arrivato al compimento, ma proseguo per poter afferrare il premio, poiché anch’io sono stato afferrato da Cristo Gesù. 13 Fratelli, non ritengo di avere già ottenuto il premio, ma faccio una cosa: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso le cose che stanno davanti, 14 proseguo il corso verso la méta verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù.” (Filippesi 3:1-14 LND)

Che verità meravigliosa! O che possiamo vedere più di Cristo, come Paolo. Però al momento, vogliamo considerare l’avvertimento contro il grave pericolo di credere di meritare la salvezza.

Quindi, leggo di nuovo i versetti 2 e 3.

“2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. 3 I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù e non ci confidiamo nella carne,” (Filippesi 3:2,3 LND)

Qui, come spesso vediamo nella Bibbia, abbiamo sia una esempio specifico di un falso insegnamento, sia un principio che dobbiamo applicare con qualsiasi insegnamento falso che dichiara che possiamo in qualche modo meritare la salvezza.

In questo brano, Paolo avverta i credenti a stare in guardia a non essere influenzati dai falsi insegnanti che insegnavano che per poter essere salvati, non basta la fede in Gesù Cristo. Secondo loro, era anche necessario diventare un giudeo, tramite la circoncisione per tutti i maschi.

In altre parole, insegnavano che serviva un’opera religiosa per poter essere salvato, anziché solo la fede in Gesù Cristo. Paolo condanna questa eresia categoricamente. La salvezza è fondata totalmente in Gesù Cristo.

Questi uomini avevano una certa fede nella carne, ovvero, in quello che loro potevano fare. Cioè, quello che possiamo fare noi è considerato un’opera della carne. Questi uomini si confidavano nella loro carne. Paolo dichiara che un vero credente non si confida nella carne.

La situazione di allora

Paolo ci avverte di stare in guardia contro uomini che egli chiama cani, e li chiama anche cattivi operai. Dice che erano uomini che si facevano mutilare. Chi erano questi uomini? Perché questi termini così forti?

Per capire meglio chi sono questi “cani”, e cattivi operai”, per poi poter capire il principio di questo brano, dobbiamo capire la situazione di allora. I dettagli sono cambiati oggi, ma i principi e i pericoli sono gli stessi.

Nei primi anni della chiesa, c’erano ancora molti legami fra Giudaismo e Cristianesimo. Ricordate che tutti gli Apostoli erano Giudei, come era Gesù stesso. Gesù era il Cristo, ovvero, il Messia, dei Giudei. Era il Cristo per il mondo intero, ma è venuto dai Giudei.

I primi credenti erano tutti Giudei. Poi, iniziando con Cornelio, il centurione, Dio cominciò a salvare anche Gentili, cioè, persone che non erano Giudei. Quindi, nel periodo che Paolo scriveva, c’era ancora una forte legame fra i credenti e i Giudei.

C’erano parecchi credenti giudei che credevano, erroneamente, che fosse necessario per una persona di essere giudei per essere salvata. Cioè, pur dicendo di credere in Gesù Cristo, credevano che il fatto di ravvedersi e credere in Gesù Cristo non bastava. Secondo loro, era anche necessario diventare un giudeo. Per diventare un giudeo, ogni maschio doveva farsi circoncidere nella carne.

Quindi, questi uomini andavano nelle chiese dove c’erano gentili che Dio aveva salvato, insegnando che non erano ancora salvati, che dovevano prima essere circoncisi. Solo così potevano essere salvati.

Quindi, secondo loro, la salvezza non dipendeva solo dal fatto di credere in Gesù Cristo. In realtà, pur dicendo di credere in Gesù Cristo, confidavano nelle opere del giudaismo.

Nei primi anni, questi falsi insegnanti creavano confusione nella giovane chiesa. Questa non è l’unica Epistola che Paolo scrive in cui combatte questo falso insegnamento, un insegnamento della salvezza per opere.

La domanda che bisogna assolutamente capire è se la salvezza è unicamente e totalmente per mezzo della fede in Gesù Cristo, oppure, se serve anche qualche opere. Nel tempo di Paolo, l’opera che veniva insegnata era l’opera delle circoncisione.

Dio ha guidato la Chiesa a capire chiaramente che NON era necessario per un Gentile di diventare un Giudeo per essere salvato e per piacere a Dio. Bastava la fede in Gesù Cristo. La salvezza è basata totalmente in Gesù Cristo. Questo fu riconosciuto pubblicamente in un consiglio a Gerusalemme, di cui abbiamo il resoconto in Atti.

Però, c’erano dei giudei che si proclamavano cristiani, ma rimanevano zelanti per la legge di Mosè. Non accettarono la decisione della chiesa a Gerusalemme, e continuavano ad andare in giro, cercando di convincere gentili che avevano creduto in Gesù Cristo che la fede in Gesù Cristo non bastava. Secondo questi giudei, questi gentili dovevano anche essere circoncisi, per diventare giudei, per poter essere salvati.

Questo è un falso insegnamento. Era negare la salvezza per grazia.

Cioè, in realtà, nonostante che questi insegnanti dicevano di credere in Gesù Cristo, in realtà, il loro insegnamento, aggiungendo un’opera umana alla fede in Cristo, era una eresia grave.

Tenete in mente che questi uomini dicevano di credere in Gesù Cristo. Dicevano di credere nel suo sacrifico e risurrezione. Dicevano che era necessario credere in Gesù Cristo per la salvezza.

Però, dicevano che la fede in Gesù Cristo non bastava. Alla fede in Gesù Cristo, aggiungevano la necessità di essere circonciso, ovvero, di diventare anche giudeo.

Però, né la circoncisione, né alcun altra opera, fa parte della salvezza. La salvezza è fondata totalmente sulla fede nel sacrificio di Gesù Cristo. Perciò, se si aggiunge anche una sola opera, non è più la grazia. Il messaggio di questi uomini era eresia.

Quando uno dice che la salvezza è una parte per il sacrificio di Gesù Cristo, e un’altra parte per un’opera che l’uomo deve fare, non è più la salvezza per grazia. Se è per grazia, non è per opere. Se è per opere, non è per grazia. Paolo dichiara questo in Romani 11:6. Sta parlando del fatto che l’elezione alla salvezza è solo per grazia, senza opere. Se si aggiunge le opere, non è più grazia. Ve lo leggo.

“E se è per grazia, non è più per opere, altrimenti la grazia non sarebbe più grazia; ma se è per opere, non è più grazia, altrimenti l’opera non sarebbe più opera.” (Romani 11:6 LND)

Qualunque insegnamento che dichiara che la salvezza è parzialmente per grazia e parzialmente per una o più opere, è un falso evangelo.

Perciò, questi uomini che predicavano che era necessario che questi gentili si facessero circoncidere per poter essere salvati, stavano annunciando un falso evangelo. Non negavano Cristo direttamente, anzi, dicevano di credere in Gesù Cristo. Però, dicevano che Cristo non bastava. Aggiungevano un’opera alla grazia. Non era più grazia, e perciò, non era più il vero evangelo.

Perché si aggiunge le opere?

Perché si inventa un falso evangelo che aggiunge le nostre opere alla grazia? Così spinge l’uomo a voler aggiungere una sua opera all’opera di Cristo, nella salvezza?

È l’orgoglio che spinge l’uomo a voler avere qualche merito nella propria salvezza.

È il cuore di orgoglio che ognuno ha dentro che spinge l’uomo a voler aggiungere una sua opera, in qualche modo, al sacrificio di Gesù Cristo.

Il nostro orgoglio vuole, in qualche modo, avere di che vantarsi. Accettare la salvezza per grazia è un atto di grande umiliazione. L’orgoglio dell’uomo non vuole accettare la grazia. Vuole in qualche modo credere di avere qualche merito. Ecco perché tanti insegnano che sono necessarie le opere per essere salvati.

Chiunque dice di credere in Gesù Cristo, ma in realtà, pensa che la sua salvezza dipende anche da qualche opera sua, non crede veramente in Gesù Cristo. Piuttosto, confida nella propria opera, e così crede di meritare qualcosa da Dio.

Nel caso di questi uomini di cui Paolo parlava, credevano che il fatto che si facevano circoncidere li avrebbe resi accettevoli a Dio. Quindi, ponevano la loro confidenza nella carne, in quello che potevano loro fare. Nella Bibbia, fare affidamento in qualche opera che l’uomo può compiere viene chiamato “confidarsi nella carne”. Questa non è vera fede, e perciò, non salva.

Lezioni da questo brano

Allora, conoscendo meglio gli avvenimenti storici, rileggiamo i vv.2,3.

“2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. 3 I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù e non ci confidiamo nella carne,” (Filippesi 3:2,3 LND)

Quale sono le lezioni per noi in questo brano?

Prima di tutto, notate che Dio, tramite Paolo, condanna questi uomini duramente. La parola “cani” è un forte dispregiativo. È una parola molto forte, che vuol dire che questi uomini, agli occhi di Dio, erano gravemente colpevoli per quello che insegnavano. Sviavano le persone da Cristo. Non c’è nulla di peggio.

Erano “cattivi operai”. Erano operai, quindi, si impegnavano molto, nel nome di Dio, ma quello che facevano non portava buon frutto, piuttosto, portava frutto cattivo. Effettivamente, nonostante che si dichiaravano uomini di Dio, e forse ci credevano, lavoravano per Satana, e trascinavano le persone lontani da Dio.

Paolo diceva che facevano mutilare la carne in quanto, la circoncisione che loro praticavano, non aveva alcun beneficio spirituale, anzi, andava contro Dio, Perciò, era tagliarsi senza alcun valore. Era solo mutilarsi.

Facevano tutto questo perché volevano credere di meritare qualcosa da Dio. Erano spinti dall’orgoglio. Il loro orgoglio li allontanava da Dio.

Una lezione per noi

C’è una forte lezione per noi qua.

Anche noi possiamo essere allontanati da Dio dal nostro orgoglio.

Anche se sapiamo che siamo salvati per fede nel sacrificio di Gesù Cristo, il nostro orgoglio può portarci lontani da Cristo. Nella carne, anche noi vogliamo avere qualche merito nostro. Vogliamo in qualche modo meritare da Dio, vogliamo in qualche modo vantarci, credendo che noi abbiamo compiuto qualcosa e quindi, che meritiamo qualcosa da Dio. Questo è il nostro orgoglio. Questo è peccato.

E questo è grave. Qualunque volta che cerchiamo di vantarci, qualunque volta che crediamo che Dio ci accetterà perché abbiamo fatto qualcosa di buono, o perché abbiamo ubbidito ai suoi comandamenti, o perché abbiamo compiuto qualche opera spirituale, o perché abbiamo fatto qualche sacramento, qualunque volta che crediamo così, stiamo seguendo l’esempio di questi uomini.

È molto facile credere che la salvezza dipende da qualcosa oltre a solo il sacrificio di Gesù Cristo. Per esempio, possiamo credere che siamo salvati per mezzo di Cristo, insieme alle nostre buone opere.

È molto importante capire il legame fra la salvezza e le buone opere.

La vera salvezza produce una vita di buone opere. Se non ci sono buone opere, non c’è la salvezza. Una cosiddetta fede in Gesù Cristo, che non produce buone opere, non è una vera fede. La vera fede, la fede che viene da Dio, e che salva, produce una vita di buone opere.

Però, le buone opere non hanno alcun ruolo nel compiere la salvezza. La salvezza è SOLO per la fede in Gesù Cristo. Le buone opere sono un FRUTTO, un frutto necessario, ma solo un frutto, una conseguenza, della vera fede e la salvezza.

Quindi, le buone opere non c’entrano niente come Dio ci salva. Ci salva per mezzo delle fede in Gesù Cristo.

Però una volta salvati, ci saranno buone opere.

Quindi, credere che uno deve compiere certe buone opere per essere salvato è un evangelo falso.

Alcuni persone credono che non c’è la salvezza senza il battesimo in acqua. Allora, anche qua, dobbiamo stare attenti a non girare le Scritture. La salvezza è solo per fede, fede nel sacrificio di Gesù. Uno è salvato per la fede, non per la fede insieme al battesimo in acqua. Dio salva una persona al momento che si ravvede e crede di cuore in Gesù Cristo.

Però, la vera salvezza produce ubbidienza a Gesù Cristo, il Signore. Il primo comandamento per chi viene salvato è di essere battezzati. Quindi, se uno rifiuta il battesimo, mette in dubbio il fatto di essere salvato. Il battesimo NON salva. Però, la vera salvezza PRODUCE l’ubbidienza, e il battesimo fa parte dell’ubbidienza.

Potremmo elencare tanti altri esempi. Il fatto è che la salvezza arriva quando una persona si ravvede e crede di cuore in Gesù Cristo per la sua salvezza. Tutto il resto è solo un FRUTTO della vera salvezza. Non è mai il motivo della salvezza.

Una salvezza che dipende, anche parzialmente, da qualcosa che facciamo noi è una salvezza falsa.

Certamente, credere che cosiddetti santi o sacramenti fanno parte della salvezza è un falso evangelo.

Circoncisione del Cuore

Voglio rileggere il nostro brano, per considerare il senso del fatto che noi siamo circoncisi nel cuore, e anche il fatto che serviamo Dio nello Spirito. Leggo Filippesi 3:2,3.

“2 Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare. 3 I veri circoncisi infatti siamo noi che serviamo Dio nello Spirito e ci gloriamo in Cristo Gesù e non ci confidiamo nella carne,” (Filippesi 3:2,3 LND)

Quegli uomini insegnavano la circoncisione della carne per ottenere la salvezza. Invece i veri circoncisi siamo noi. Siamo stati circoncisi nei nostri cuori, da Dio, quando Dio ci ha fatto nascere di nuovo. La vera circoncisione, quella che conta, non è qualcosa fatto al corpo. È alla circoncisione del cuore. È Dio stesso con la compia in noi. Paolo parla di questo in Colossesi 2:10-13. Ve lo leggo.

“10 E voi siete stati ripieni in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà, 11 nel quale siete anche stati circoncisi di una circoncisione, fatta senza mano d’uomo, nello spogliamento del coropo dei peccati della carne, nella circoncisione di Cristo: 12 essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. 13 E con lui Dio ha vivificato voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della vostra carne, perdonandovi tutti i peccati.” (Colossesi 2:10-13 LND)

Quindi, la vera circoncisione, l’unica che conta, è la circoncisione del cuore, che Dio compie quando salva una persona, e unisce quella persona a Gesù Cristo. Questa è la vera circoncisione.

Si parlava della circoncisione del cuore anche nell’Antico Testamento. Vi leggo Deuteronomio 30:6.

“L’Eterno, il tuo DIO, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti, affinché tu ami l’Eterno, il tuo DIO, con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, e così tu viva.” (Deuteronomio 30:6 LND)

Anche nell’Antico Testamento, Dio circoncideva il cuore dei veri credenti.

Tornando al NT, ascoltiamo un altro brano, che spiega che la vera circoncisione è sempre quella del cuore. Leggo Romani 2:29. Paolo sta parlando con i giudei, che si vantavano del fatto che erano circoncisi nella carne. Spiega quello che è la vera circoncisione.

“ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera; e d’un tal Giudeo la lode non proviene dagli uomini, ma da Dio.” (Romani 2:29 LND)

Quindi, da sempre il piano di Dio era la circoncisione del cuore.

Questi uomini, questi cattivi operai, insegnando che serviva la circoncisione della carne per essere salvati. stavano cercando di convincere questi credenti a porre una parte della loro fiducia nella carne, cioè, nelle opere umane. Questa falsa dottrina spinse Paolo a denunciarli con termini veramente duri. In più, Paolo ricordò a questi credenti che non serviva la circoncisione fisica, perché essendo in Cristo, avevano già la vera circoncisione del cuore. Grazie a Dio, se siamo in Cristo, anche noi siamo i veri circoncisi.

Ora noi, come i credenti a Filippi, salvati per grazia, avendo ricevuto da Dio stesso la vera circoncisione, serviamo Dio nello Spirito. La parola tradotta qua come “serviamo” è una parola che vuol dire rendere una servizio spirituale. Si usa solo per un servizio spirituale, quindi, si potrebbe anche tradurla come “adoriamo”. Noi siamo salvati per grazia, perché Dio ci ha dato un nuovo cuore, e perciò, serviamo Dio, adoriamo Dio, nello Spirito Santo. Siamo stati sigillati con lo Spirito Santo, e quello che offriamo qualcosa a Dio, l’offriamo nello Spirito.

Poi Paolo dichiara che ci gloriamo in Cristo, e non confidiamo nella carne. Chiunque crede in una salvezza per opere, si gloria nella sua propria carne, in quello che egli può fare. Confida nella sua carne. Questo soddisfa l’orgoglio. Invece quando la nostra fede è in Gesù Cristo, gloriamo in LUI, non nelle nostre opere, e non confidiamo per nulla nella nostra carne, ma solo e esclusivamente in Gesù Cristo.

Quindi, con questo, Paolo fa un grande contrasto fra chi ha vera fede in Gesù Cristo, e chi potrebbe dire di credere in Gesù, ma in realtà, confida nella propria carne.

Uno che non ha la vera fede guarda a se stesso. Se pensa di essere salvato, è perché crede che la sua fede è forte abbastanza. Per valutare la propria salvezza, guarda a se stesso.

Invece, quando uno ha la vera fede in Gesù Cristo, non sta là a guardare alla propria fede. È troppo preso con guardare a Gesù Cristo. Non si gloria di avere una forte fede, perché chi ha veramente una forte fede, non lo sa nemmeno, perché non guarda a se stesso. Guarda solo a Gesù Cristo, e si gloria in Cristo Gesù, e si confida totalmente in Gesù Cristo.

Applicando ad oggi

Come chiesa, non abbiamo a che fare con persone che ci dicono che dobbiamo diventare giudei per essere salvati. Però, ci sono tanti oggi che dicono che bisogno fare qualche opera per essere salvati. Oggi, come allora, ci sono tanti che cercano di convincerci di confidare nella carne, e di gloriare in qualcosa che noi potremmo fare.

Amici, ci sono tantissimi insegnamenti oggi che propongono una fede che è almeno parzialmente fondata sulle opere della carne, pur dichiarando di porre la fede in Cristo Gesù.

Però, la vera salvezza è fondata totalmente in Gesù Cristo. Oh, grazie a Dio per Gesù Cristo.

Invito ciascuno di noi a esaminare la propria vita. Tu stai, in qualsiasi modo, confidando nella tua carne?

La vera fede in Gesù Cristo è una fede fondata nella nostra umiltà, quando riconosciamo che non abbiamo alcun merito in noi stessi. Cioè, l'orgoglio umano ci spinge a voler fidarci di noi stessi. Vogliamo credere di aver qualche merito davanti a Dio per la nostra salvezza. Vogliamo credere e immaginare che in qualche modo abbiamo compiuto più noi di certi altri. Questo è l'orgoglio umano. E perciò, quando diamo spazio a questo orgoglio, vogliamo credere che in qualche modo il nostro impegno per Dio ci ottiene qualche merito nei confronti di Dio.

Infatti, questo è quello che spinge tante persone ad impegnarsi moltissimo delle tantissime religioni che gli uomini hanno stabilito. Di natura, nella carne, vogliamo credere che quello che facciamo noi abbia qualche merito davanti a Dio.

Quando viviamo così, la nostra fede non è veramente in Gesù Cristo, piuttosto è nelle nostre opere. E la fede nelle nostre opere non salva. Solamente la fede in Gesù Cristo salva.

Un'altra verità da tenere in mente mentre consideriamo questo brano è che la vita cristiana è piena di pericoli. Certamente, ci sono i pericoli delle tentazioni che vengono dal mondo. Viviamo in mezzo a questo mondo, è facile essere tentati da quello che ci circonda.

Però, questo brano parla di un altro tipo di tentazione, la tentazione che viene da dentro la religione, specificamente da persone che si dichiarano di essere cristiani. Infatti, Paolo dichiara: Guardatevi! State in guardia. Dobbiamo stare in guardia dai tanti falsi insegnamenti che ci sono oggi.

In un certo senso, un falso cristianesimo è più pericoloso delle tentazioni del mondo, perché un falso cristianesimo è subdolo. Quindi, dobbiamo stare in guardia.

Quindi, state in guardia contro le dottrine false. Però, non vogliamo focalizzare sul male. Piuttosto, fissiamo i nostri occhi su Gesù Cristo, e il suo sacrificio per noi. Non confidiamo nella carne, confidiamo totalmente in quello che Gesù Cristo ha fatto per noi, e continua a fare per noi, alla destra del Padre.

Grazie a Dio che la nostra salvezza è stata comprato a caro prezzo, pagato interamente da Gesù Cristo. Siamo sicuri in Lui.