Non c’è nulla che ci fa male, che ci tiene lontano da Dio, che danneggia i nostri rapporti, quanto il nostro orgoglio.
Il nostro orgoglio è un terribile nemico. Però, quando Dio ci salva, ci libera dalla schiavitù del peccato, e ci chiama a camminare nella luce. Questo vuol dire rifiutare il nostro orgoglio, e camminare umilmente davanti a Dio. In tutta la Bibbia, impariamo che Dio è vicino agli umili, e resiste gli orgogliosi. Quanto è importante combattere il nostro orgoglio!
Una delle motivazioni più potente per aiutarci a combattere il nostro orgoglio è di contemplare l’umiltà di Gesù Cristo.
L’umiliazione volontaria di Gesù Cristo nella incarnazione e la croce, è l’avvenimento più grande, più incredibile, più importante della storia del mondo. Questo avvenimento trasforma il destino eterno di tutti coloro che entrano a ricevere i suoi benefici.
Nella umiliazione di Gesù Cristo, vediamo quello che ci ha salvato dal tormento eterno, vediamo più della grandezza del sacrificio di Cristo, e vediamo l’immensità dell’amore di Cristo per noi.
È impossibile comprendere a fondo un atto così immenso. Prego che Dio ci aiuterà a capire un po’ di più quello che Gesù ha fatto quando si è spogliato, esternamente, della gloria, per diventare uomo, per poter salvarci.
Stiamo studiando l'Epistola ai Filippesi. In capitolo 2, Paolo inizia chiedendoci se c'è qualche consolazione in Cristo, qualche conforto d'amore in lui, qualche comunione di Spirito, e qualche tenerezza e compassione. Dicendolo così in forma incerta, Paolo ci stimola a rispondere con forza che assolutamente c'è tutto quello in Cristo, in grande quantità.
Leggo questo brano, che è Filippesi 2:1-4. Seguite, e notate come dovremo vivere alla luce di quanto abbiamo in Gesù Cristo.
“1 Se dunque vi è qualche consolazione in Cristo, se qualche conforto d’amore, se qualche comunione di Spirito, se qualche tenerezza e compassione, 2 rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente 3 non facendo nulla per rivalità o vanagloria, ma con umiltà, ciascuno di voi stimando gli altri più di se stesso. 4 Non cerchi ciascuno unicamente il proprio interesse, ma anche quello degli altri.” (Filippesi 2:1-4 LND)
In questi versetti, Paolo ci fa riflettere su i meravigliosi benefici che abbiamo in Gesù Cristo, e poi, in base al fatto che abbiamo ricevuto quei benefici, Paolo ci esorta a non vivere per noi stessi, ma di umilmente vivere con una mente, per il bene degli altri, e la gloria di Dio.
Allora, nel versetto 1 la motivazione che Paolo ci dà per incoraggiarci a vivere così è in base ai benefici che abbiamo in Cristo. Dal versetto 5, Paolo ci dà come motivazione l’esempio di Gesù Cristo, in quello che ha fatto per salvarci, umiliandosi e andando alla croce.
L’incarnazione di Gesù Cristo e il suo sacrificio per noi dovrebbero stimolarci a seguire l'esempio di Gesù Cristo con le nostre vite. Cioè, quello che Gesù Cristo ha fatto, il suo sacrificio, il fatto di lasciare la gloria per diventare uomo per poter salvarci, era tutto per noi! In questo brano, Paolo ci aiuta a considerare l'immensità del quel sacrificio, e anche a considerare il cuore di Cristo. Queste verità dovrebbero lasciarci meravigliati, capendo che era per noi. Non c'è motivazione più grande di questo.
Con quello, avendo appena letto quello che Dio ci comanda tramite Paolo, Paolo continua dal versetto 5 a darci l'esempio di Gesù Cristo. Seguite mentre leggo Filippesi 2:5-8.
“5 Perciò, abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù, 6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce.” (Filippesi 2:5-8 LND)
Consideriamo questo brano attentamente, di cuore, perché questo è quello che Gesù Cristo ha fatto per noi! In questo brano, troviamo una descrizione del sacrificio che Gesù Cristo ha fatto per salvarci dalla condanna eterna. Perciò, questo non è un semplice fatto storico. Questo è quello che dà alla salvezza a noi!
L’unico comandamento in questo brano è il versetto 5, che ci comanda di avere lo stesso sentimento, o la stessa mente, che è stato in Gesù Cristo. Di nuovo, ricordate che i comandamenti di Dio non sono gravosi, perché sono fondati su quello che Dio ha fatto per noi in Gesù Cristo. Seguite mentre leggo di nuovo il versetto 5.
“5 Perciò, abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù,” (Filippesi 2:5 LND)
Il comandamento è di avere “lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù”. Ed è fondato su quello che abbiamo ricevuto in Cristo. Cioè, Paolo ci dà questo comandamento, e poi, ci spiega quello che era il sentimento in Gesù Cristo. E la cosa incredibile è che quello che Gesù Cristo aveva era tutto per noi! Il motivo per cui dobbiamo avere la mente di Cristo è perché Cristo aveva quella mente per noi.
La frase “lo stesso sentimento” in realtà è la stessa parola che troviamo due volte nel versetto 2, quando Paolo ci chiama ad avere uno stesso modo di pensare, e poi di avere una sola mente. Quindi, probabilmente sarebbe più giusto tradurre questo versetto come:
“Perciò, abbiate in voi stessi la stessa mente che è stata in Cristo Gesù,” (Filippesi 2:5)
Qual era la mente che era in Gesù Cristo? Come vedeva Gesù Cristo la realtà, la vita, e l'eternità? Infatti, quando parla di avere la stessa mente, sta parlando di come vediamo la vita, la realtà, e tutto. Ognuno di noi ha una specie di filtro, che determina come vediamo tutto. Esiste un filtro di verità, che vuol dire vedere tutto alla luce del fatto che siamo stati creati da Dio e per Dio. Se noi non abbiamo quello alla base di tutti i nostri pensieri, allora, stiamo vedendo la realtà in modo falso e storto.
Gesù Cristo aveva la mente di voler vivere totalmente e assolutamente per la gloria di Dio. Gesù Cristo aveva un unico traguardo nella sua vita, ed era quello di glorificare il Padre, camminando in ubbidienza. Compresa la missione per cui era stato mandato al mondo. Per noi di avere lo stesso sentimento, la stessa mente, che è stato in Cristo Gesù vuol dire avere come scopo centrale della vita quello di glorificare Dio, camminando in ubbidienza in ogni campo della vita, e vivere per il bene degli altri.
Qual è la mente che è stata in Cristo Gesù? Paolo descrive la mente di Cristo nei versetti 6 ad 8. Leggo per primo i versetti 6 e 7.
“6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; ” (Filippesi 2:6,7 LND)
Seguiamo attentamente, perché questo brano descrive quello che ha fatto il nostro Signore, Gesù Cristo, per poter salvare NOI.
Prima di tutto, notate che troviamo due volte la parola “forma”. Nel versetto 6, vediamo che Gesù, “essendo in forma di Dio”, e poi, nel versetto 7 vediamo che Gesù, “prendendo la forma di servo”.
La parola “forma” può descrivere la forma esterna, che possiamo riconoscere. Può anche descrivere la natura di qualcosa. In questi versetti, la parola “forma” descrive il fatto che Gesù era realmente Dio, che ha preso realmente il ruolo di servo, o meglio tradurre, schiavo.
Notiamo prima di tutto che Gesù era nella forma di Dio. Non solo assomigliava a Dio, ma era la vera forma di Dio, e poi, il versetto dichiara che lui era uguale a Dio, la parola greca vuol dire “coesistente, identico”. Questo versetto sta dichiarando in modo molto chiaro la divinità di Gesù Cristo. Gesù Cristo è Dio, Gesù Cristo è identico, ovvero uguale a Dio Padre, nel senso che è veramente Dio. Quello che vogliamo notare qua è che Gesù Cristo è Dio. Prima di prendere forma d'uomo, Gesù Cristo era già Dio, che vuol dire che pieno di gloria, regnava, ed era adorato dagli angeli. Gesù è Dio. Infatti, prima dell'incarnazione, non avendo ancora preso la forma di uomo, non aveva ancora il nome Gesù, che è il suo nome come uomo. Era il Figlio di Dio, eternamente Dio insieme al Padre, e allo Spirito Santo. Quando consideriamo l'umiliazione di Gesù Cristo, è importante considerare e tenere in mente la realtà di Cristo prima che diventasse uomo.
Allora, Cristo era in forma di Dio, era uguale a Dio. In altre parole era pienamente Dio, glorioso, creatore di tutto, e adorato dagli angeli.
Non considerò rapina l’essere uguale a Dio
In quella condizione, “non considerò rapina l'essere uguale a Dio”. È difficile tradurre questa frase dal greco in modo chiaro. Effettivamente, questa frase vuol dire che non considerava il fatto di essere uguale a Dio, pieno di gloria, come un tesoro a cui aggrapparsi. Il fatto di essere Dio, uguale al Padre, è un immenso tesoro. Ma Gesù ha scelto di non aggrapparsi a questo tesoro. Era pronto a lasciare la gloria e tutti i benefici meravigliosi che aveva.
Quindi, pur essendo in forma di Dio, per dare gloria al Padre, e per amore di peccatori come noi, Gesù ha scelto di non aggrapparsi al fatto di essere uguale a Dio. Gesù ha continuato ad essere pienamente Dio. Gesù è eternamente Dio, ed è sempre rimasto Dio. Però, si è spogliato esternamente della sua gloria, per prendere la forma di un servo. Il versetto 7 descrive quello che Gesù ha fatto. Leggo ancora i versetti 6 e 7.
“6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; ” (Filippesi 2:6,7 LND)
Gesù, o a quel punto meglio dire il Figlio di Dio, pur essendo in forma di Dio, per amore nostro, non si aggrappò alla sua gloria, e annichilì se stesso. Annichilare vuol dire “ridursi a nulla, annientarsi”. In altre parole, Gesù Cristo ha lasciato tutte le forme esterne della sua gloria. Nonostante che Gesù è è sempre rimasto il Figlio di Dio, pienamente Dio, si annichilì, in altre parole ha lasciato le forme esterne della sua divinità. Ha preso veramente la forma umana, è diventato un servo, simile agli uomini, con i limiti che hanno gli uomini.
Infatti, troviamo che mentre Gesù era sulla terra, si stancava, aveva fame, aveva sette, soffriva. Mentre era sulla terra, Gesù non si serviva della sua divinità, ma viveva da uomo, in modo da poter identificarsi con noi uomini peccatori, per poter pagare la nostra condanna.
Confrontiamo questo con come noi tendiamo a vivere. Noi tendiamo a combattere per innalzarci, combattiamo per avere una forma di gloria, che in realtà è vanagloria. Noi di natura non vogliamo umiliarci, non vogliamo abbassare noi stessi, piuttosto, vogliamo innalzare noi stessi.
Invece Gesù Cristo, per poter salvarci, pur essendo pienamente Dio, con tutta la gloria, per amore nostro annichilì se stesso, e poi, Colui che regna sull’universo, ha preso la forma di servo, di schiavo. Gesù ha lasciato tutti i suoi diritti, tutto quello che era al suo vantaggio, per poter salvarci! Questo è un amore impossibile comprendere a fondo, eppure, ci fa un immenso bene comprendere il più possibile.
Avendo lasciato esternamente tutta la sua gloria, avendo lasciato tutti i privilegi che aveva essendo Dio, Gesù Cristo non si è fermato là. È andato avanti, per poter compiere la nostra salvezza. Leggo dal versetto 6 al 8. Notate quello che Gesù ha fatto essendo diventato simile all'uomo. In altre parole, quello che ha fatto quando aveva preso la natura umana. Seguite mentre leggo.
“6 il quale, essendo in forma di Dio, non considerò rapina l’essere uguale a Dio, 7 ma annichilì se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce.” (Filippesi 2:6-8 LND)
Il fatto di aver lasciato esternamente la sua gloria come Dio, il fatto di essere diventato uomo era già un'umiliazione inconcepibile. Noi cerchiamo di innalzarci, Gesù Cristo si è abbassato più di quanto riusciamo a capire. Però, non finisce là. Nel versetto 8 leggiamo che trovandosi nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso ancora di più, divenendo ubbidiente fino alla morte, e non qualsiasi morte, ma la morte più vergognosa, la morte di croce.
Le verità in questo versetto mi colpiscono, e prego che possono colpirci sempre di più. Prima di tutto, notate che Gesù abbassò se stesso. Prima abbiamo letto che annichilì se stesso. Gesù si è umiliato, prendendo la forma di servo. Gesù ha scelto di non aggrapparsi alla sua gloria divina. È qui, leggiamo di nuovo che è stato Gesù ad abbassare se stesso. Tutto questo grande umiliazione è stato la scelta di Gesù Cristo. Gesù ha fatto questo a se stesso. Per poter salvarci, per poter soffrire l'ira di Dio al posto nostro, Gesù si è abbassato, fino a arrivare alla morte. Questo era una sottomissione totale, assoluta, che comprendeva ogni campo della vita. Gesù non si è aggrappato minimamente alla sua gloria.
Quando consideriamo che Gesù Cristo si è abbassato totalmente per noi, quanto è triste che noi combattiamo per non abbassarci. Quanto è terribile il nostro orgoglio.
Gesù si è abbassato divenendo ubbidiente fino alla morte, ma non qualsiasi morte. La morte di Gesù era la morte di croce. Morendo sulla croce, Gesù si stava mettendo al posto del peccatore, diventando LUI colpevole per peccati che lui non aveva mai commesso. Là, sulla croce, Gesù si è reso colpevole al nostro posto, per poter subire la nostra condanna.
In 2 Corinzi 5:21, leggiamo di questo scambio divino, in cui Gesù Cristo è stato fatto peccato al posto nostro, a te che noi potessimo essere coperte con la sua giustizia. Ascoltate mentre leggo 2 Corinzi 5:21.
“Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi fossimo fatti giustizia di Dio in lui.” (2 Corinzi 5:21 LND)
Dio ha fatto essere peccato per noi Gesù Cristo. In altre parole, quando nel nostro brano in Filippesi dichiara che Gesù è diventato ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce, la morte di croce non rappresenta solamente il fatto che era appeso alla croce. Nella storia, soprattutto in quell’epoca, tante persone sono state crocefisse. Ma solamente Gesù Cristo fu fatto peccato quando è andato alla croce, in modo che è diventato colpevole per i nostri peccati, prendendo i nostri peccati su di sé, e così, fu punito da Dio Padre mentre era sulla croce. Fu punito per i nostri peccati. Gesù aveva preso i nostri peccati su di sé, e perciò, mentre era sulla croce, Dio Padre versò su Gesù Cristo l'ira che dovevamo noi subire per tutta l'eternità.
Quindi, Gesù abbassò se stesso, non solo fino alla morte normale, ma fino a caricarsi dei nostri peccati, per essere punito come se fosse colpevole lui. E questo, come abbiamo letto in 2Corinzi 5:21, era affinché noi fossimo fatti giustizia di Dio in lui.
La morte di Gesù Cristo fu il traguardo finale del suo abbassamento totale. Egli doveva abbassarsi fino a quel punto per poter acquistarci il perdono e la salvezza. E Gesù non si è fermato, non si è tornato indietro, è andato fino in fondo, per poter salvarci!
È stato glorificato
Quanto è importante che riflettiamo profondamente e costantemente sul sacrificio di Gesù Cristo. Se fosse stato solo il fatto di andare alla croce, sarebbe già immenso oltre a quello che possiamo comprendere. Ma non era solo andare alla croce. C'è il fatto di spogliarsi esternamente della sua gloria, di rivestirsi dell'umanità, e poi, di andare fino alla croce, caricandosi del nostro peccato. Quando consideriamo l'altezza della gloria del Figlio di Dio prima dell'incarnazione, allora, il fatto dell'incarnazione diventa ancora più immenso. E Gesù Cristo ha fatto questo per noi.
Dio Padre lo ha innalzato
Però, la storia non finisce là. Gesù si è abbassato, e poi Dio lo ha sovranamente innalzato. C'è un principio che troviamo ripetutamente nella Bibbia, per esempio, in Giacomo 4:10.
“Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.” (Giacomo 4:10 LND)
Troviamo questa verità ripetutamente nella Bibbia. Dio innalza chi si umilia. Di natura, noi combattiamo per innalzare noi stessi, ma non funziona mai veramente, perché non abbiamo alcuna gloria in noi stessi. Solo Dio può veramente innalzarci. Invece Gesù Cristo era già pieno di gloria, e si è abbassato per amore, per salvarci. E allora, dopo che Gesù si è abbassato così, avendo pagato per la nostra salvezza, Dio lo ha innalzato. Leggo i versetti 9 ad 11.
“9 Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri e sotterranee, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.” (Filippesi 2:9-11 LND)
Dio innalza gli uomini che si umiliano di cuore. Dio ha innalzato Gesù Cristo infinitamente di più. Gesù si è spogliato della sua gloria esterna. Dio lo ha rivestito di nuovo con gloria, aggiungendo la gloria di essere il Cristo che aveva compiuto la salvezza. Avendo compiuto la salvezza, Dio gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome. Il nome Gesù Cristo è il nome di colui che ha sconfitto Satana e ogni potestà. Il nome di Gesù Cristo è il nome che farà piegare ogni ginocchio di tutte le creature dell'universo, quelle naturali e quelli spirituali. Ogni creatura mai esistita, e questo comprende Satana e i sui angeli, comprende tutti gli esseri umani mai vissuti, comprende gli angeli, ogni ginocchio di ogni creatura si piegherà davanti a lui, e ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre!
Quanto è importante per noi di comprendere questa realtà ed aggrapparci ad essa. Oggi, gli uomini ribellano contro Gesù Cristo. Oggi, gli uomini ignorano Gesù Cristo. Oggi, gli uomini negano la realtà di Gesù Cristo. Satana combatte contro Gesù Cristo. Ma quando Gesù Cristo ritornerà nella sua gloria, nella sua potenza, ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui. Ogni lingua confesserà che Gesù Cristo è il Signore. Nessuno potrà resistere.
Salmo 2 descrive la realtà della situazione attuale, e come sarà quando Gesù Cristo ritornerà nella sua gloria. Gli uomini si mettono insieme per combattere contro Cristo, per rifiutare il suo regno su di loro. In questo Salmo, Dio li esorta ad umiliarsi e di ravvedersi finché c'è tempo. E noi dobbiamo proclamare questo agli uomini. Leggo Salmo 2.
“1 Perché tumultuano le nazioni, e i popoli tramano cose vane? 2 I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano insieme contro l’Eterno e contro il suo Unto, 3 dicendo: "Rompiamo i loro legami e sbarazziamoci delle loro funi". 4 Colui che siede nei cieli riderà, il Signore si farà beffe di loro. 5 Allora parlerà loro nella sua ira, e nel suo grande sdegno li spaventerà, 6 e dirà: "Ho insediato il mio re sopra Sion, il mio santo monte. 7 Dichiarerò il decreto dell’Eterno. Egli mi ha detto: "Tu sei mio figlio oggi io ti ho generato. 8 Chiedimi, e io ti darò le nazioni come tua eredità e le estremità della terra per tua possessione. 9 Tu le spezzerai con una verga di ferro, le frantumerai come un vaso d’argilla"". 10 Ora dunque, o re, siate savi, accettate la correzione, o giudici della terra. 11 Servite l’Eterno con timore e gioite con tremore. 12 Sottomettetevi al Figlio, perché non si adiri e non periate per via, perché la sua ira può accendersi in un momento. Beati tutti coloro che si rifugiano in lui.” (Salmo 2:1-12 LND)
Non dobbiamo scoraggiarci per quanto gli uomini sono ribelli contro Cristo. Tutto questo passerà. Gesù Cristo ritornerà nella sua gloria, e ritornerà per giudicare. Chi si ravvede adesso, sarà perdonato. Chi non si ravvede in questa vita, troverà che sarà troppo tardi. Dovrà piegare il ginocchio e confessare che Gesù Cristo è il Signore, prima di essere mandato in tormento eterno.
Oggi, vivere per Cristo in questo mondo vuol dire andare contro corrente. A volte vuol dire essere visto come fanatico, o peggio. Può causare disprezzo, e a volte persecuzioni. Però, tutto questo passerà. Che immensa benedizione essere in Cristo. Gesù Cristo, ora glorificato, regna, e sta per ritornare in gloria per giudicare il mondo. Il fatto di essere visto male dal mondo adesso è nulla, in confronto con la gioia di vedere il nostro Signore arrivare in gloria. Allora, ogni ginocchio si piegherà davanti a Lui. Allora, avremo grande gioia, gioia che durerà per tutta l’eternità.
Come vivere
Allora, torniamo a dove abbiamo iniziato. Dio ci comanda ad avere la stessa mente che ha Cristo, ovvero, ci comanda a vivere umilmente, per la gloria di Dio, non aggrappandoci ai nostri diritti o preferenze, ma piuttosto, vivendo per il bene degli altri, e la gloria di Dio.
Questa è un cammino di fede, e abbiamo Gesù Cristo come esempio da seguire.
Gesù ha vissuto così per noi. Il fatto che Gesù ha lasciato la gloria del cielo, per diventare un uomo, per caricarsi dei nostri peccati, è la nostra salvezza.
Ora, tocca a noi. Tocca a noi dire “no” alla carne. Tocca a noi combattere il nostro orgoglio. Tocca a noi, guardando a Gesù, di umiliarci.
Sarà DIO ad innalzarci.
Quanto è importante per noi di tenere sempre in mente quello che Gesù Cristo ha fatto per noi. La nostra salvezza, la viva speranza che abbiamo che al giudizio finale saremo accolti da Dio, è fondata sul fatto che Gesù Cristo è diventato uomo, ed è andato alla croce per pagare la condanna per i nostri peccati.
Però, non è rimasto nella tomba. Lui si è umiliato, Lui si è abbassato, Lui si annichilì, ma DIO lo innalzò, al di sopra di tutto e di tutti.
E Dio stabilì che Gesù Cristo giudicherà il mondo. Tutti coloro che oggi Lo ignorano, o peggio, combattono contro di Cristo, ogni persona mai vissuta, e ogni spirito e demone, insieme con gli angeli, tutti si inginocchieranno, e confesseranno che Gesù Cristo è il Signore.
E così, visto che Gesù e il Padre sono uno, quando Gesù Cristo sarà glorificato, questo glorificherà Dio Padre.
Alla luce di questo, prego che possiamo riconoscere quanto è terribile il nostro orgoglio. Gesù Cristo, il Figlio di Dio, Creatore di tutto, si è umiliato per noi. Dovremmo noi cercare di innalzarci?
Dio ci comanda di seguire l’esempio di Gesù Cristo. Poi, sarà Dio ad innalzarci, al momento giusto, e per tutta l’eternità.