Grazie a Dio, tramite la Bibbia, Dio ci insegna come vivere per non sprecare la nostra vita. Nel nostro studio dell'Epistola ai Filippesi, abbiamo visto dall'esempio e dall'insegnamento dell'apostolo Paolo che la cosa più meravigliosa sarà quando lasciamo il nostro corpo per essere con Gesù Cristo. Non c'è nulla sulla terra paragonabile alla gioia che avremo quando saremo con Cristo.
Però, non siamo ancora con Cristo, e perciò la cosa più importante nel frattempo è di vivere in tale modo da portare il frutto alla gloria di Dio, e vivere in modo da non essere svergognato da alcuna cosa quando ci troveremo davanti a Gesù Cristo.
Riprendiamo il studio di Filippesi, e oggi, iniziamo con Filippesi 1:27. Leggo dal versetti 21, per avere il contesto di quello che Paolo sta dicendo. Paolo capiva che lo scopo della vita è di vivere per Cristo. Iniziando dal versetto 27, esorta i credenti a come vivere. Questa esortazione serve anche per noi. Seguite mentre leggo Filippesi 1:21-28.
“21 Per me infatti il vivere è Cristo, e il morire guadagno. 22 Ma se il vivere nella carne è per me un lavoro fruttuoso, allora non saprei proprio cosa scegliere, 23 perché sono stretto da due lati: avendo il desiderio di partire a da questa tenda e di essere con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore, 24 ma il rimanere nella carne è più necessario per voi. 25 Questo so sicuramente, che rimarrò e dimorerò presso di voi tutti per il vostro avanzamento e per la gioia della vostra fede, 26 affinché il vostro vanto per me abbondi in Cristo Gesù, per la mia presenza di nuovo tra voi. 27 Soltanto, comportatevi in modo degno dell’evangelo di Cristo, affinché, sia che venga e vi veda, o che sia assente, oda nei vostri riguardi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’evangelo, 28 senza lasciarvi spaventare in alcuna cosa dagli avversari; questo è per loro una prova di perdizione, ma di salvezza per voi, e ciò da parte di Dio.” (Filippesi 1:21-28 LND)
Iniziando con il versetto 27, Paolo insegna loro, e insegna noi, come vivere mentre aspettiamo Cristo. Ci insegna come vivere per aver frutto spirituale, e per non essere svergognati.
Ricordate che i Filippesi stavano subendo persecuzioni e varie afflizioni a causa della loro fede in Gesù Cristo. Infatti, ogni vero credente avrà afflizioni a causa della sua fede. Ricordate quello, mentre leggo di nuovo la prima parte del versetto 27.
“27 Soltanto, comportatevi in modo degno dell’evangelo di Cristo,” (Filippesi 1:27 LND)
Notate che in questo versetto, Dio ci comanda a comportarci in modo degno dell'evangelo di Gesù Cristo, il nostro Signore. Paolo inizia con la parola “soltanto” cioè, lui sta dicendo nella vita che avete ancora sulla terra, c'è una cosa da fare, ed è questo. Cioè, dobbiamo essere concentrati su una cosa, ed è quella di vivere, ovvero comportarci, in modo degno di Cristo.
La parola comportatevi è una parola greca che deriva dalla parola “cittadino”, e nel senso più basilare descrive come un cittadino dovrebbe vivere. Ricordate che in quel tempo, non tutti erano cittadini. L'apostolo Paolo usava il fatto che era un cittadino romano per poter appellarsi a Cesare. In quell’epoca, l’essere un cittadino comportava notevoli privilegi, ma anche notevole responsabilità. E quindi, coloro che avevano il privilegio di essere cittadini dovevano anche comportarsi come cittadini, in modo che portava bene alla patria o la città.
Da quello, il senso della parola si è allargato, ed è arrivato a significare il modo di comportarsi, di vivere, di agire in ogni campo della vita.
Perciò, questa comandamento riguarda tutto quello che siamo e che facciamo. Riguarda come parliamo, sia in privato che pubblicamente. Riguarda come gestiamo i nostri affari. Riguarda come ci vestiamo. Riguarda il nostro stile di vita. Riguarda come usiamo il nostro tempo libero e come ci divertiamo. Riguarda come spendiamo i nostri soldi. Riguarda chi è la nostra compagnia. Il comandamento "comportatevi" riguarda tutto quello che siamo. E ogni aspetto della nostra vita.
E come dobbiamo comportarci? Il comandamento è di comportarci in modo degno dell'evangelo di Cristo. Essendo stati salvati per mezzo di Gesù Cristo, Dio ci comanda di comportarci in modo degno del evangelo di Cristo, ovvero, di Cristo, di Dio. Troviamo questo questo comandamento più volte. Per esempio, leggo Efesini 4:1, poi Colossesi 1:10, poi 1Tessalonicesi 2:12. Infine, leggo 3Giovanni 1:6.
“Io dunque, il prigioniero per il Signore, vi esorto a camminare nel modo degno della vocazione a cui siete stati chiamati,” (Efesini 4:1 LND)
“perché camminiate in modo degno del Signore, per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio,” (Colossesi 1:10 LND)
“a camminare in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno e gloria.” (1Tessalonicesi 2:12 LND)
“Essi hanno reso testimonianza del tuo amore davanti alla chiesa; tu farai bene a provvedere loro per il viaggio in modo degno di Dio,” (3Giovanni 1:6 LND)
Quanto è importante per noi di riconoscere che appariremo davanti al Gesù Cristo. Noi appariremo davanti a Colui che ha dato la sua vita per noi. Appariremo per rendere conto della vita che abbiamo vissuto sulla terra dopo la nostra salvezza. Finché siamo sulla terra, abbiamo il privilegio, e la responsabilità, di vivere per Cristo. Possiamo vivere in modo che porta gloria a Gesù Cristo. Comportarci in modo degno di Dio vuol dire vivere riconoscendo l'immenso onore e privilegio che abbiamo di vivere per il nostro Signore.
Il fatto di essere figli di Dio, quando prima eravamo figli d'ira, vuol dire che ora abbiamo l’immenso privilegio. Che non avevamo prima di essere salvati. Adesso, possiamo vivere per Dio, e portare gloria a Dio. Adesso, possiamo vivere per portare frutto che dura nell’eternità. Adesso, possiamo vivere una vita che conta, anziché una vita sprecata.
Adesso, possiamo vivere una vita degna di Cristo, il nostro Salvatore.
Vivere in modo degno dell'evangelo di Cristo vuol dire ricordare quello che Gesù Cristo ha fatto per noi per salvarci. Può dire ricordare che ci troveremo davanti a Lui. E vuol dire investire per la sua gloria.
Nella carne, siamo tentati a vivere per cercare l'approvazione degli uomini, ovvero, siamo tentati a cercare gloria per noi stessi. Ma quella gloria è finta, non vale nulla, e ci ostacola da vivere per la gloria di Gesù Cristo, il nostro Signore. Cercare l'approvazione degli uomini è un disprezzo di Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per salvarci. Vivere per l'approvazione degli uomini, ovvero per la loro gloria, è rubare gloria da Dio, ed è cercare qualcosa che non ha alcun vero valore.
Chi vive per quello che il mondo può dare, chi vive per la falsa gloria degli uomini, spreca la sua vita.
L'unica vita che vale è una vita in cui viviamo per la gloria di Dio, e perciò una vita in cui ci comportiamo in modo degno dell'evangelo di Cristo. Questa è una vita che conta. Questo è la vita che porta le vere benedizioni, ora e per l'eternità. E questo è come ogni vero credente deve comportarsi in ogni campo della sua vita.
Perciò, alla luce di questo comandamento che vale per noi quanto per i credenti di Filippi, prego che ciascuno di noi esaminerà la propria vita per riconoscere se veramente si sta comportando in modo degno del nostro grande Dio e Signore, Gesù Cristo.
Se Paolo viene o no
Nella seconda parte di questo versetto, Paolo spiega più come comportarsi in modo degno dell'evangelo di Cristo. Leggo ancora il versetto 27., Notate quello che Paolo dice iniziando con la parola affinché.
“27 Soltanto, comportatevi in modo degno dell’evangelo di Cristo, affinché, sia che venga e vi veda, o che sia assente, oda nei vostri riguardi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’evangelo,” (Filippesi 1:27 LND)
Paolo amava profondamente questi credenti, e voleva il loro vero bene. Perciò, esorta loro a comportarsi in modo degno di Dio, affinché siano fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell'evangelo. Questo è come possiamo comportarci in modo degno di Cristo.
Notate che Paolo dice che vuole sentire nei loro riguardi, sia che lui va o che non va, che sono fermi in uno stesso spirito. Voglio notare che Paolo presumeva di sentire di loro. Ognuno di noi ha una reputazione. Anche noi come chiesa abbiamo una reputazione. È inevitabile che gli altri sentiranno di noi, o il bene o il male. La domanda è, che cosa sentiranno?
Mentre da una parte non dobbiamo preoccuparci di quello che pensano gli altri, per quanto riguarda ricevere glorie dagli uomini, dall'altra parte, dovremmo desiderare profondamente di avere una reputazione che dà gloria a Dio. Vogliamo vivere in tal modo che Dio è visibile nella nostra vita, in modo che siamo il profumo di Gesù Cristo.
Paolo voleva sentire nei loro riguardi che camminavano in modo degno di Dio. Che cosa sentano gli altri della tua vita? Che cosa vedono in te, quando ti trovi in situazioni ingiuste o difficili? Quale reazione hai? Quanto la nostra testimonianza è importante. Quindi, vorrei chiedere a ciascuno di valutare quello che è la propria reputazione, in base a come vivi, e parli. E, qual è la nostra reputazione come chiesa?
Paolo pregava per loro, e esortava loro a vivere, o comportarsi, in modo degno di Cristo, che succede quando insieme come chiesa erano fermi in uno stesso spirito, e combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell'evangelo. Questo è estremamente importante. Consideriamo cosa vuol dire quando viviamo così come chiesa.
Prima di tutto, notate che questo non riguarda semplicemente come ognuno di loro vive per conto proprio. Piuttosto, riguarda come vivono tutti insieme. Per portare gloria a Dio, dobbiamo essere fermi nello stesso spirito, come chiesa, e dobbiamo combattere con un medesimo animo per la fede dell’evangelo.
Noi viviamo in un'epoca in cui ognuno tende a vivere per conto suo. Viviamo in una società in cui c'è molto individualismo. C'è poco senza di famiglia, e poco senza di comunità. Raramente si considera come una decisione di una persona influenzerà il resto della chiesa. Ma come figli di Dio, è estremamente importante che viviamo come parte della famiglia di Dio, e non solo come individui o famiglie separate.
Paolo parla di essere fermi in uno stesso spirito, e combattendo insieme con un medesimo animo. Che cosa vuol dire? Quando mettiamo insieme spirito e animo, descrive la comprensione dell'uomo, quello che pensiamo, e anche la volontà dell'uomo.
Quindi, è fondamentale che i credenti della Chiesa siano fermi, stabili, fissati, in uno stesso spirito. Questo descrive avere un'unica mente, essere d'accordo, avere gli stessi traguardi, e lo stesso modo di vedere la vita. Quanto è diverso questo da quando ognuno pensa quello che vuole e ha i propri impegni.
Inoltre, dobbiamo combattere insieme con un medesimo animo. Questo vuol dire che dobbiamo tutti desiderare la stessa cosa. Dobbiamo avere la stessa passione. La volontà di Dio per noi come chiesa è che abbiamo una stessa mente, e uno stesso cuore, ovvero, la stessa passione, quella di portare gloria a Dio, proclamando l’evangelo.
Quanto è diverso questo da quello che è la nostra vita normalmente. Tendiamo a vivere ognuno per sé stesso, o per la propria famiglia. E perciò, tendiamo a impegnarci per l’opera di Dio, come chiesa, con le briciole che rimangono. Ognuno pensa ai propri interessi. Questa non è la vita a cui Cristo ci ha chiamato.
Invece, quello che è la vera vita cristiana è una vita in cui siamo veramente uniti e fermi in uno stesso spirito, in altre parole in un stesso modo di vedere la vita e di pensare, avendo gli stessi traguardi. E in più, Cristo ci chiama ad essere uniti a combattere insieme con un unico animo per la fede dell'evangelo.
Dobbiamo essere FERMI in uno stesso spirito. Fermi vuol dire costanti, senza vacillare, a lungo andazzo. Per esempio, se ci impegniamo tanto nell’evangelizzare, ma, dopo qualche mese, cominciamo a non essere più costanti, quello NON è essere fermi.
Piuttosto, stare fermi vuol dire che continuiamo nella stessa via senza rallentare, senza vacillare. Siamo chiamati ad essere fermi in uno stesso spirito, e stando fermi, a combattere insieme, unendo le nostre capacità e le nostre forze, con un medesimo animo, per la fede dell'evangelo.
Per la fede dell’evangelo, di una mente
Combattere per la fede dell'evangelo vuol dire unire le nostre capacità e i nostri doni spirituali, il nostro tempo e le nostre forze, per promuovere la proclamazione dell'evangelo del nostro Signore Gesù Cristo! Questa è la vera vita cristiana, e possiamo vivere questa vita soltanto se siamo veramente uniti insieme come chiesa.
Nel Nuovo Testamento leggiamo che quando Dio operava potentemente tramite una chiesa, erano di una mente e di un cuore.
Troviamo esempi di questo in Atti, e comandamenti nelle Epistole. Leggo Atti 1:14; 2:1; 2:46; 5:12; Romani 15:5,6; 2Corinzi 13:11; Filippesi 2:2; e 1Pietro 3:8. Seguite mentre leggo questi brani, e vedremo che è essenziali che siamo di una mente e di un cuore.
“Tutti costoro perseveravano con una sola mente nella preghiera e supplica con le donne, con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui.” (Atti 1:14 LND)
“Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo.” (Atti 2:1 LND)
“E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore,” (Atti 2:46 LND)
“Or molti segni e prodigi erano fatti fra il popolo per le mani degli apostoli. Tutti con una sola mente si ritrovavano sotto il portico di Salomone.” (Atti 5:12 LND)
“5 Ora il Dio della pazienza e della consolazione vi dia di avere gli uni verso gli altri gli stessi pensieri, secondo Cristo Gesù, 6 affinché con una sola mente e una sola bocca glorifichiate Dio, che è Padre del nostro Signore Gesù Cristo.” (Romani 15:5-6 LND)
“Del resto, fratelli, rallegratevi, perfezionatevi, incoraggiatevi, abbiate la stessa mente, state in pace; e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.” (2Corinzi 13:11 LND)
“rendete perfetta la mia gioia, avendo uno stesso modo di pensare, uno stesso amore, un solo accordo e una sola mente” (Filippesi 2:2 LND)
“Infine siate tutti di una sola mente, compassionevoli, pieni di amor fraterno, misericordiosi e benevoli,” (1Pietro 3:8 LND)
Il punto in questi brani è chiaro. Se vogliamo essere usati per il regno di Dio, è essenziale che siamo uniti insieme, come chiesa. Dio opera quando i membri della Chiesa sono fermi in uno stesso spirito, e combattono insieme con un medesimo animo per la fede dell'evangelo. Dio opera potentemente quando la Chiesa è unita insieme, con un unico traguardo, collaborando, ognuno secondo i suoi doni e le sue capacità, per portare avanti l'opera di Dio!
Prego che noi possiamo essere quel tipo di chiese, totalmente uniti insieme per il nostro Signore!
Gli Avversari
Però, quando viviamo per la gloria di Dio, quando siamo uniti a portare avanti l'opera di Dio, e proclamare l'evangelo di Dio, ci sarà opposizione. Ci saranno avversari. Ci sono nemici dell’evangelo. E quando viviamo per la gloria di Dio non dobbiamo lasciarci spaventare. Leggo insieme i versetti 27 e poi 28. Notate le esortazioni del versetto 28.
“27 Soltanto, comportatevi in modo degno dell’evangelo di Cristo, affinché, sia che venga e vi veda, o che sia assente, oda nei vostri riguardi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’evangelo, 28 senza lasciarvi spaventare in alcuna cosa dagli avversari; questo è per loro una prova di perdizione, ma di salvezza per voi, e ciò da parte di Dio.” (Filippesi 1:27,28 LND)
Consideriamo l’esortazione a non lasciarvi spaventare in alcuna cosa dagli avversari.
Come ho detto, ci sono avversari. Chi vuole vivere piamente, ovvero chi vuole vivere in santità, per la gloria di Dio, sarà perseguitato, come leggiamo in 2Timoteo 3:12.
“Infatti tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati,” (2Timoteo 3:12 LND)
In Giovanni 15:18,19, Gesù ci dichiara che il mondo ci odierà.
“18 Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato me prima di voi. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; ma poiché non siete del mondo, ma io vi ho scelto dal mondo, perciò il mondo vi odia.” (Giovanni 15:18-19 LND)
Quindi, dobbiamo capire che vivere per Cristo vuol dire che ci saranno avversari. E a volte, nel perfetto piano di Dio, possono anche farci del male. Però, non dobbiamo lasciarci spaventare in alcuna cosa. Non importa quello che ci fanno, Dio è in controllo. Non possono fare nulla al di fuori di quello che Dio ha stabilito. Notate le parole di Gesù Cristo a proposito di avversari in Matteo 10:28-31. Anche se fanno il peggio, non dobbiamo essere spaventati. Leggo quel brano.
“28 E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella Geenna. 29 Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro. 30 Ma quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. 31 Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri.” (Matteo 10:28-31 LND)
Non dobbiamo temere, anche se ci fanno del male al punto di ucciderci. Perciò, quando Paolo dice di non lasciarci spaventare in alcuna cosa dagli avversari, grazie a Dio, possiamo vivere così, possiamo avere quella pace di sapere che non possono farci nulla se non solo quello che è secondo il piano perfetto di Dio per noi. E grazie a Dio, non possono cambiare nulla della nostra eternità.
Quindi, ci saranno avversari, e cercheranno di ostacolarci e anche di farci del male. E nel piano di Dio, a volte Dio li permetterà di farci del male. Ma non dobbiamo essere spaventati. Possiamo avere pace, anziché un cuore turbato, ricordando che Dio è il controllo.
Una prova di perdizione e di salvezza
Nella seconda parte di questo versetto, Paolo dichiara che questo è una prova di perdizione per loro, ma di salvezza per noi. Sembra chiaro che il “questo” si riferisce al fatto che questi avversari fanno del male e ostacolano l'opera di Dio, e anche che noi non ci lasciamo spaventare da questo. Quando viviamo così, guardando a Cristo e perciò non essendo spaventati, il fatto che ci sono coloro che ci sono avversari, e che noi possiamo avere pace in Cristo, è una prova che Dio, il Giudice di tutti, condanna la loro, e salverà noi.
La Bibbia insegna ripetutamente che ci sarà il giudizio finale. E quindi, non dobbiamo focalizzarci su quello che succede oggi, perché quello che succede oggi ben presto passerà. Dobbiamo vedere gli avvenimenti di oggi alla luce dell'eternità, e alla luce del fatto che il giudizio sta per arrivare. E perciò, Paolo ci ricorda che ci saranno avversari, ma non dobbiamo lasciarci spaventare, perché il fatto è che loro ci oppongono mentre noi viviamo per la gloria di Dio è una prova che saranno condannati, e che noi saremo salvati, e questo da parte di Dio. La salvezza è un dono di Dio.
La grazia di soffrire per Cristo
Il versetto 29 ci aiuta a capire questo argomento più alla luce dell'eternità, ed è estremamente importante che come credenti conosciamo e ricordiamo questa verità. Leggo il versetto 29.
“29 Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui,” (Filippesi 1:29 LND)
Quanto è importante che comprendiamo che soffrire per Cristo è una grazia.
Ricordate che cosa vuol dire grazia? La grazia è un dono da Dio che noi non meritiamo. È qualcosa di buono, è un privilegio, è una benedizione. Allora, guidato dallo Spirito Santo, Paolo dichiara qui che è una grazia soffrire per Gesù Cristo. Dio ha dato a noi la grazia di credere in Lui, che ci fa avere la salvezza, e ci ha dato anche la grazia di soffrire per lui. Attenzione: questa non è qualsiasi sofferenza La grazia è di soffrire PER CRISTO, cioè, soffrire come risultato di vivere per Cristo e impegnarti a proclamare Cristo.
Perché è una grazia soffrire per Gesù Cristo? Non è che di natura l'uomo cerca di non soffrire?
Quando consideriamo la sofferenza, dobbiamo considerare il motivo per cui uno soffre. A volte, si accetta la sofferenza, per ricevere qualcosa di grande valore.
Per esempio, nell'atletica leggera, chi corre le lunghe distanze soffre. Se avete mai visto le facce di coloro che corrono lunghe distanze, spesso verso la fine sono piene di dolore. Devono spingere i loro corpi molto più di quanto i corpi vogliono andare. È una sofferenza che accettano ben volentieri, per il privilegio di rappresentare la squadra o la patria, e cercare di vincere la medaglia.
Se pensate ai soldati delle forze speciali, per poter entrare a far parte devono superare delle prove estremamente dure, che fanno soffrire moltissimo. Eppure, per loro, è un immenso onore essere scelti, anche se sanno che non solo devono soffrire per entrare, ma che far parte può portare a grandi sofferenze, e perfino alla morte. Ma lo accettano con gioia, per proteggere la patria.
Soffrire in sé non è la cosa più terribile. Quello che è terribile e vivere una vita senza valore. Se la sofferenza ti permette ad avere una vita che conta, allora, è una grande grazia poter soffrire.
Per esempio, se un genitore vedesse il suo figlio svenuto in una casa che brucia, il genitore sarebbe ben disposto a soffrire per salvare la vita del figlio. Il genitore considererebbe quella sofferenza, che salva la vita del figlio, una grazia.
Allora, capendo questo, possiamo capire che soffrire per Cristo è una grazia. Che immenso privilegio, che noi possiamo soffrire per il nostro Signore, Gesù Cristo, e così portare gloria al suo nome. In Matteo 5: 11,12, Gesù ci dichiara che dovremmo gioire quando soffriamo per Cristo, perché avremo un grande premio in cielo. Leggo quei versetti.
“11 Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli, poiché così hanno perseguitato i profeti che furono prima di voi".” (Matteo 5:11-12 LND)
I premi che uno può ricevere sulla terra per le sofferenze hanno un valore limitato. Il premio che avremo per le sofferenze per Cristo sarà un premio che durerà per tutta l'eternità, di valore infinito.
Vediamo che Pietro e Giovanni capivano questo quando furono battuti dal sinedrio per aver predicato Cristo. Leggo Atti 5:41, che descrive la loro gioia per aver potuto soffrire per il nome di Gesù Cristo.
“Così essi si allontanarono dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere vituperati per il nome di Gesù.” (Atti 5:41 LND)
Essi capivano che la sofferenza per Cristo portava un grande premio.
In 1Pietro 4:13, leggiamo che possiamo gioire quando abbiamo il privilegio di partecipare nelle sofferenze di Cristo. Ve lo leggo.
“Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella manifestazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.” (1 Pietro 4:13 LND)
È un immenso privilegio, poter soffrire per Cristo.
Ricordate che il motivo pur cui possiamo rallegrarci o gioire quando soffriamo per Cristo è perché sapiamo che avremo un premio per tutta l’eternità, e perché Dio opera per portare gloria al nostro Signore, Gesù Cristo, tramite la sofferenza per Cristo.
Quindi, il fatto di soffrire per Cristo è una grazia, un privilegio immenso, che dà senso alla vita, e produce un premio eterno. È una grazia credere in Gesù Cristo per la salvezza, ed è una grazia soffrire per Gesù Cristo!
Viviamo per Cristo. Se quel impegno per Cristo ci porta a soffrire per Cristo, non dobbiamo spaventarci. Piuttosto, riconosciamo che questa è una grazia da Dio, come è una grazia credere in Lui per la salvezza.
Il combattimento come quello di Paolo
Per chiudere questo brano, leggo i versetti 29 e 30 insieme.
“29 Poiché a voi è stata data la grazia per amore di Cristo, non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui, 30 avendo lo stesso combattimento che avete visto in me, e ora udite essere in me.” (Filippesi 1:29,30 LND)
Paolo ricorda questi credenti che non erano solo loro a soffrire, ma avevano lo stesso combattimento che avevano visto in Paolo quand'era con loro, e ora sentivano che lui aveva tuttora. Cioè, Paolo usa il suo esempio per incoraggiare loro a non essere spaventati per quello che stavano soffrendo per Cristo!
Qui, faccio solo un commento. In 2Corinzi uno, Paolo parla del fatto che lui era stato consolato da Dio e cosi permetteva a lui di consolare altri. Ed è la stessa cosa per noi. Quando soffriamo per Dio, e Dio ci consola, possiamo da quell'esperienza aiutare altri. Anche questo è un privilegio. Le nostre prove, le nostre sofferenze, possono essere usate per incoraggiare e fortificare la fede di altri. Grazie Dio per questo privilegio. Anche in questo, la nostra vita posso portare frutto spirituale.
Allora, come vivremo
Allora, dopo aver considerato le verità in questo brano, mi viene la domanda: come vivremo?
Questo brano mi fa pensare a quello che Gesù dichiara in Matteo 7:6:
“Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con i piedi e poi si rivoltino per sbranarvi.” (Matteo 7:6 LND)
Un porco non sa apprezzare perle. Pensa solo a quello che gli dà soddisfazione immediata, come cibo. Però, se dai perle ad un porco, non gli interessa, e potrebbe anche calpestarle sotto i piedi.
Dio ci ha dato delle perle in questo brano. Ci ha comandato di vivere in modo degno dell’evangelo, stando fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede dell’evangelo. L’unica vita che vale è quando siamo uniti, come un corpo, con lo stesso traguardo, quello di proclamare l’evangelo di Cristo. Quando siamo uniti, quando non viviamo solo per noi stessi, ma viviamo per il nostro comune traguardo, allora, la nostra vita avrà vero valore.
Se viviamo per stare bene, se viviamo per risolvere i problemi del giorno, se viviamo per provvedere economicamente per la nostra famiglia, allora, la nostra vita è sprecata. Dio ci ha salvato per farci essere parte del corpo di Cristo, affinché insieme agli altri ci impegniamo a portare gloria a Dio.
L’unica vita che vale è quando siamo fermi in uno stesso spirito, ovvero, abbiamo tutti lo stesso, unico traguardo, e a raggiungere quel traguardo abbiamo un medesimo animo, cioè, un’unica passione.
Se noi viviamo così, allora, Dio opererà tramite noi, per la sua gloria. Certamente, impegnando per spargere l’evangelo di Cristo, ci sarà da soffrire. Però, il fatto di soffrire per Cristo non è un male, è una grazia, perché Dio ha un grande premio per chi soffre per Cristo.
Oh, che possiamo vivere guardando in avanti, all’eternità. E perciò, prego che possiamo capire che l’unica vita che conta è quando ci uniamo, con un’unica mente, ovvero, uno stesso spirito, e con un’unica passione, ovvero, un medesimo animo, quello che fa conoscere Gesù Cristo ad altri. Quando abbiamo questo cuore, quando siamo uniti così, Dio opererà per mezzo di noi.
Capire questo è riconoscere perle, che ci permettono di vivere una vita che vale, una vita che porta gloria a Dio, una vita vera. Non calpestiamo le perle di questo brano. Viviamo, uniti insieme, per la gloria del nostro Signore, Gesù Cristo.