Posso dire qualcosa che è vera per ognuno di noi: vogliamo gioia. Ognuno di noi vuole gioia, perché Dio ci ha creato per la gioia.
Ma spesso, non abbiamo gioia. Anzi, per tante persone, è molto raro avere vera gioia, non quella euforia che può sparire in un attimo, ma la vera gioia, che rimane ferma anche nelle prove e nelle difficoltà.
L’apostolo Paolo aveva gioia, vera gioia, gioia profonda, anche quando era in prigione. Paolo scrisse l’Epistola ai Filippesi mentre era in prigione, probabilmente a Roma, però, aveva profonda gioia. Come era possibile? Oggi, nel nostro studio in Filippesi, vogliamo capire da dove veniva la gioia di Paolo. Anche noi possiamo avere la gioia che Paolo aveva, qualsiasi siano le nostre circostanze.
Avere o non avere la gioia dipende da dove cerchiamo la gioia. Dove stai cercando la tua gioia? Dove cercava Paolo la sua gioia?
Se riconosciamo che ogni benedizione viene da Dio, allora, quando riceviamo quello che il nostro cuore desidera, è spontaneo ringraziare Dio. Per che cosa ringrazi Dio di più?
Nel mondo, le persone desiderano tante cose. Alcuni desiderano grande cose, come le ricchezze, o grande avventure, o qualcos’altro di grande. Invece tante altre persone, e forse tu, desiderano cose molto più semplici. Per tante persone, basta una vita abbastanza tranquilla, basta un lavoro stabile, per avere i soldi sufficienti, basta una salute discreta, e sono soddisfatti. Però, non hanno la gioia.
Quali sono i tuoi desideri? È molto importante capire dove stiamo cercando la nostra gioia, perché se stiamo cercando nel posto sbagliato, non avremmo mai la vera gioia, che viene da Dio, perché la gioia è un frutto dello Spirito.
Nel brano che consideriamo oggi, vedremo che la vera gioia è legata ad avere vero amore gli uni per gli altri, e un cuore che desidera la gloria di Dio.
Quando Dio salva una persona, quella persona diventa parte della famiglia di Dio. Quindi, la sua gioia sarà legata alla gioia di altri credenti, e anche legata a quello che porta gloria a Dio.
il Brano
Nel nostro studio di Filippesi, siamo in capitolo 1, pronti per il v.3. Per contesto, leggo i vv. 1-6
“1 Paolo e Timoteo, servi di Gesù Cristo, a tutti i santi in Cristo Gesù che sono a Filippi, con i vescovi e i diaconi: 2 grazia a voi e pace a da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 3 Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi, 4 pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia preghiera, 5 per la vostra collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora,6 essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo.” (Filippesi 1:1-6 LND)
Iniziando nel versetto 3, vediamo l’amore che Paolo aveva per questi credenti, e vediamo la sua gioia, quella gioia che è il desiderio del cuore di ognuno di noi. Consideriamo quello che dava gioia a Paolo perché sarà quello che dà gioia anche a noi. Leggo i vv. 3-5.
vv.3-5
“3 Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi, 4 pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia preghiera, 5 per la vostra collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora,” (Filippesi 1:3-5 LND)
In questi versetti, notate che Paolo ringrazia Dio, Lo ringrazia ripetutamente, Lo ringrazia con gioia per loro, e specificamente, ringrazia Dio per la loro salvezza. Consideriamo questi versetti.
Prima di tutto, notate che è Paolo ringraziava Dio. Il versetto inizio: “rendo grazie al mio Dio.”
Dio è la fonte di ogni nostra benedizione. Quindi, quando ringraziamo, è giusto ringraziare Dio. Certamente, ci sono benedizione che ci arrivano tramite altri, ma Dio è la fonte di ogni benedizione. Perciò, è giusto e importante ringraziare Dio per ogni benedizione.
Notate poi che Paolo ringraziava Dio ripetutamente per loro. Nel versetto 3 dichiara:
“Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi”
Tu ringrazi Dio ripetutamente? Questa fa parte della vita di fede.
Poi, nel versetto 4 notate come Paolo pregava per loro:
“pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia preghiera, (Filippesi 1:4 LND)
Quindi, ogni volta che si ricordava di loro, ringraziava Dio, e pregava sempre con gioia per loro in ogni sua preghiera. Nonostante che Paolo aveva già ringraziato Dio per loro, Paolo continuava a ringraziare Dio volta dopo dopo volta per loro con gioia.
Quanto è importante che noi abbondiamo nel ringraziamento. La nostra tendenza carnale è di ringraziare poco, e poi, di pensare di più ai problemi o a qualche desiderio terreno.
Dovremmo piuttosto ringraziare continuamente, scegliendo di pensare alle benedizioni che abbiamo in Cristo.
Notate che Paolo ringraziava Dio per la salvezza di questi credenti. Ringraziava continuamente.
Tu, ringrazi Dio continuamente? Se no, dovresti riconoscere il tuo peccato, confessarlo, e poi, iniziare ad abbondare nel ringraziamento.
Notate che Paolo ringraziava Dio con gioia per loro. Il nostro cuore è stato creato da Dio per la gioia. Più volte, Gesù parla di come possiamo avere gioia completa. Il nostro cuore non sarà mai soddisfatto se non siamo ripieni di gioia! Paolo ringraziava Dio con gioia.
Per quale motivo Paolo aveva gioia per loro? Questo è estremamente importante capire. Per quale motivo Paolo aveva gioia per loro, una vera e profonda gioia, nonostante che Paolo era un prigioniero?
Se mettiamo insieme i versetti 4 e 5, vediamo il motivo per cui Paolo pregava sempre con gioia per loro. E questo è un motivo che ognuno di noi abbiamo. Cioè, quello che Paolo aveva, abbiamo anche noi. E perciò, come Paolo aveva un vero motivo di pregare con gioia continuamente, ripieno di ringraziamento, noi abbiamo lo stesso motivo. Leggo i versetti 4 e 5.
“4 pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia preghiera, 5 per la vostra collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora,” (Filippesi 1:4-5 LND)
Avete visto quello per cui Paolo ringraziava Dio? Non è quello per cui ringraziamo Dio noi di solito. Paolo ringraziava Dio per la loro collaborazione all’evangelo, ovvero, per la loro salvezza e vita in Cristo.
La frase “la vostra collaborazione nell’evangelo” si riferisce al fatto che erano veramente salvati, frutti dell’evangelo, e che partecipavano nell’evangelo. Erano veramente salvati, che era visibile da come vivevano.
Paolo ringraziava Dio, con gioia, volte dopo volta dopo volta per la loro salvezza.
Fratelli e sorelle, qui troviamo una lezione molto importante per noi. Sapete perché delle volte ci sfugge la gioia? Sapete perché a volte abbiamo il muso lungo, siamo pieni dei nostri pensieri, pieni dei nostri problemi, e non abbiamo la gioia?
Quando non abbiamo gioia, di solito è perché la stiamo cercando nel posto sbagliato. Non stiamo vedendo la grandezza delle benedizioni che abbiamo in Cristo. È una delle benedizioni più grandi che abbiamo è di avere altre persone intorno a noi che Dio ha salvato!
Voglio ripetere questo. Una delle benedizioni più grandi che abbiamo è di avere altri credenti nella vostra vita. La salvezza di altre persone è un immensa benedizione. Quando abbiamo gioia per la salvezza di altre persone, allora, avremo una gioia profonda e duratura.
Esempio di chi ha e chi non ha gioia
Vi do un esempio semplice, sperando che in qualche modo, può aiutarci a capire.
Immaginate un figlio di 15 anni. Ha buoni genitori che lo amano tanto, ha preziosi fratelli o sorelle che lo amano tanto. Non gli manca nulla. È una famiglia unita, una famiglia con tanto amore, e tanta gioia.
Eppure, questo ragazzo è spesso molto scontento. Come mai?
Egli è scontento, perché anziché cercare la sua gioia in quello che veramente vale, che già ha in abbondanza, cerca la sua gioia in quello che non ha vero valore, e non può soddisfare.
Lui cerca la gioia nel avere un motorino, che i genitori non gli comprano. Lui cerca la gioia nel voler divertirsi di più, ma invece deve aiutare nella casa. Lui cerca la gioia nell’essere il più bravo della squadra di calcio, quando ci sono tanti altri più bravi di lui. Anche quando riesce ad ottenere qualcosa che vuole, non dura tanto, e comunque, non soddisfa mai il suo cuore.
Questo ragazzo pensa poco all’immensità della benedizione di avere una buona famiglia. Non pensa tanto al fatto che è grandemente amato. Non pensa a questi rapporti che durano per tutta la vita. E perciò, non trova gioia quando succedono cose belle ai suoi fratelli e sorelle, o ai suoi genitori.
Egli cerca la gioia nelle cose del mondo, nelle cose che passano, in cose di poco vero valore. Ed egli ha poca gioia.
Effettivamente, potremmo dire che egli ha poca gioia, perché ama poco. Ama poco, perciò, non vede il privilegio di avere una famiglia, non trova gioia in loro. Egli manca la gioia perché è egoista, ama poco, e cerca la gioia nei posti sbagliati.
Quel ragazzo manca la gioia, NON perché manca motivi per avere grande gioia, ma perché cerca la gioia nel posti sbagliati. Non è riconoscente per l’immensa benedizione che ha di fare parte di una famiglia bella. Non ama, non ringrazia Dio, e non ha gioia.
Contrasto dell’Apostolo Paolo
Fratelli e sorelle, l’Apostolo Paolo aveva gioia, perché egli trovava gioia, grande gioia, nella salvezza degli altri. Paolo amava tanto, e perciò, aveva tanta gioia, e ringraziava tanto.
Anche noi possiamo avere grande gioia. Possiamo avere gioia nella salvezza degli altri.
Paolo aveva grande gioia per la salvezza dei credenti di Filippi, e la loro vita in Cristo, che continuava con chiari frutti.
Però, ricordate che Paolo scrisse questa lettera vari anni dopo che aveva evangelizzato i Filippesi. La salvezza di questi credenti era circa 10 anni prima. Nonostante che la loro salvezza non era una cosa nuova, Paolo continua ad avere grande gioia per la loro salvezza e cammino in Cristo. E ringraziava Dio continuamente per loro, con grande gioia.
Consideriamo quello che ci dà gioia.
A ciascuno voglio chiedere:
La salvezza di altre persone ti dà gioia? Se sì, perché? Se no, perché?
C’è qualcosa che determina se avremo gioia nella salvezza di altri o no. Vi do un esempio, che può aiutarci a capire.
Quando l’Italia gioca in un campionato mondiale, e l’Italia vince, la maggioranza degli Italiani ne è contenta?
Certamente. Ma perché? Solo pochi uomini hanno giocato. Perché milioni di Italiani ne sono molto contenti? Come mai sono esuberanti, se non hanno nemmeno giocato?
Hanno gioia perché si identificano con quella squadra. Cioè, vedono quella squadra come parte di loro. Quindi, la vittoria della squadra conta come la loro vittoria.
Eppure, c’è da notare due cose. Prima di tutto, il legame è solo un legame artificiale. È solo una scelta. Possono anche scegliere di NON essere più tifosi di quella squadra. Il legame non è profondo. SECONDO: la vittoria della squadra non ha alcun vero valore per loro. Non cambia nulla nella loro vita. Anzi, fra poco tempo, sarà dimenticata, perché non aveva alcun vero valore. Non cambia la vita.
Comunque, avremo gioia nelle benedizioni degli altri, Se vediamo quella persona o gruppo come parte di noi, perché allora, la loro vittoria diventa la nostra vittoria o benedizione.
Consideriamo, allora, il fatto che quando Dio ci salva, diventiamo realmente ed eternamente parte della famiglia di Dio. Questa non è solo un legame artificiale. È un legame che dura per tutta la vita e per tutta l’eternità. Non esiste nessun legame sulla terra importante come questo legame, e che dura come questo legame.
Facendo veramente parte della famiglia di Dio, e il regno di Dio, qualsiasi vittoria per il regno di Dio è realmente una vittoria nostra. E, contrariamente dalle vittorie terrene, le vittoria per il regno di Dio sono vittorie di vero e immenso valore, che durano per tutta la vita e per tutta l’eternità. Una vittoria terrena passa. Una vittoria nello sport, val niente, e comunque, viene superato con la prossima vittoria. Una vittoria nella guerra vale qualcosa, ma poi, passando gli anni, i benefici non ha più importanza. Una vittoria economica ha qualche piccolo valore materiale, che comunque non dura.
Invece le vittoria per il regno di Dio hanno un valore che dura tutta la vita e tutta l’eternità. Paolo aveva gioia per la salvezza quei credenti, e la loro salvezza continua oggi. Cioè, tutti i benefici della salvezza durano per sempre. E non perdono mai il loro valore.
NOI avremo gioia per tutta l’eternità per ogni persona salvata. Questo perché la salvezza di ogni persona porta gloria al nostro Dio, e noi, stando nella presenza di Dio, avremo grande gioia, nel vedere il nostro Dio glorificato nella salvezza.
Se non abbiamo, non stiamo trovando la nostra identità in Cristo
Fermati a pensare. Tu riconosci che fai parte del regno di Dio? Trovi veramente la tua identità in Cristo? Riconosci che ogni vittoria per Cristo è una TUA vittoria?
Possiamo avere gioia, SE riconosciamo che siamo in Cristo Gesù, e che la sua gloria, nella salvezza di altri, è la nostra gioia.
Ricordate che l’Apostolo Paolo si trovava in prigione quando scrisse questa epistola. Eppure, aveva profonda gioia, e ringraziava Dio continuamente, per la salvezza di questi credenti. Paolo non sapeva come sarebbe andata la sua situazione. Non sapeva quanti anni avrebbe avuto ancora in vita. Ma Paolo sapeva che la salvezza di questi credenti era una vittoria che sarebbe durata per tutta l’eternità. E ne aveva grande gioia, e ringraziava Dio continuamente per loro.
O che possiamo noi riconoscere che facciamo parte di Cristo, e così, trovare grande gioia nella salvezza di altri, anche se sono salvati da tanti anni. O che possiamo trovare gioia quando la vita in Cristo è qualcosa di molto evidente in una persona.
la fiducia di Paolo
Pensando alle cose in cui cerchiamo gioia, quanta gioia puoi avere, se sai che puoi perdere quello che ti dà gioia?
Per esempio, se c’è una persona che ti è molto cara, però, tu sai che ha una condizione medica che può facilmente provocare la sua morte senza avviso, anzi, è quasi certo che morirà, solo che non sai quando, la gioia che tu trovi in quella persona sarà una gioia piena, oppure, è accompagnata da un peso, sapendo che la perderai?
Certamente, se possiamo perdere quello che ci dà la gioia, non può essere una gioia completa. Per avere una gioia completa, quello che ci dà gioia dev’essere di immenso valore, e dev’essere qualcosa che non possiamo perdere.
Però, ogni tesoro sulla terra è un tesoro che possiamo perdere. Anzi, è sicuro che perderemo ogni tesoro terreno.
Perderemo tutto quello che abbiamo di sicuro sulla terra. Prima o poi si perde ogni lavoro. Si perde la salute, e le forze. Si perde le persone care. Si perde tutto quello che è di valore.
Allora come poteva Paolo avere una gioia così grande, una gioia completa? Paolo era in prigione, e trova gioia in persone salvate circa 10 anni prima. Come poteva avere una gioia così profonda e sicura?
Paolo poteva avere una gioia sicura nella salvezza di questi credenti, perché Paolo sapeva che la loro salvezza, come ogni vera salvezza, era una salvezza sicura. Era sicura, perché la salvezza è fondata sull’opera di Dio, non sull’opera dell’uomo. Leggiamo i versetti 4 a 6.
“4 pregando sempre con gioia per voi tutti in ogni mia preghiera, 5 per la vostra collaborazione nell’evangelo dal primo giorno fino ad ora, 6 essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo.” (Filippesi 1:4-6 LND)
La gioia di Paolo era dovuto alla loro collaborazione nell’evangelo, ovvero, il fatto che anche loro, come lui, erano salvati. Quello che voglio notare è la certezza di Paolo nel v.6.
“6 essendo convinto di questo, che colui che ha cominciato un’opera buona in voi, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo.” (Filippesi 1:6 LND)
Paolo aveva piena convinzione che Dio, che aveva iniziato una buona opera della salvezza in loro, l’avrebbe portato a compimento, fino al giorno di Cristo.
Negli anni, il dubbio più comune che ho incontrato nelle persone era il dubbio della salvezza. Probabilmente ogni credente, in un momento o l’altro, dubita la propria salvezza.
Ma quando dubitiamo la salvezza, stiamo cercando la BASE della salvezza in noi stessi. Chi dubita salvezza, non dubita l’opera di Cristo. Non dubita la risurrezione. Non dubita che il sacrificio di Cristo fosse sufficiente. Piuttosto, dubita la propria fede. Dubita la propria sincerità. Dubita sempre qualcosa in se stesso.
E se la salvezza dipendesse da noi, sarebbe da dubitare. Anzi, sarebbe impossibile rimanere salvato.
Grazie a Dio, la salvezza non inizia con un’opera nostra, e non sarà la nostra opera a garantire che va avanti fino alla fine.
È stato Dio stesso ad iniziare la nostra salvezza, e sarà Dio a portarla a compimento. Grazie a Dio per questa verità!
Per avere la pace, per avere la gioia, è fondamentale che comprendiamo questo insegnamento. È Dio che inizia l’opera di salvezza in un individuo. Ed è Dio che porta a compimento la sua opera di salvezza. Certamente, c’è la parte umana, ed è quello che vediamo. Noi dobbiamo ravvederci, noi dobbiamo credere. Non c’è salvezza senza quello. Però, dietro le quinte, è Dio che opera. È Dio che tocca il cuore, è Dio che vivifica uno spiritualmente morto. È Dio che dono il ravvedimento e anche la fede. È Dio che porta a compimento la sua opera.
Paolo capiva questo, e perciò, Paolo aveva un’immensa gioia, perché sapeva che Dio avrebbe potato a compimento la sua opera di salvezza nei credenti di Filippi.
Ricordate le parole di Dio in Isaia 55:10,11
“10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere annaffiato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, in modo da dare il seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà la mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non ritornerà a me a vuoto, senza avere compiuto ciò che desidero e realizzato pienamente ciò per cui l’ho mandata.” (Isaia 55:10-11 LND)
Nulla può ostacolare Dio da portare a compimento la sua opera. TUTTO quello che Dio inizia, Dio porta a compimento. Ecco perché Paolo poteva avere certezza che la salvezza di quei credenti era sicura.
Leggiamo una verità simile in Efesini 1:11, dove impariamo che Dio opera, ovvero, compia, tutto quello che propone in Sé. Leggo.
“In lui siamo anche stati scelti per un’eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà,” (Efesini 1:11 LND)
Dio compie ogni cosa secondo la decisione della sua propria volontà. Nulla può ostacolare l’opera e il piano di Dio. Quando Dio ci manda la sua parola, cioè, quando Dio dichiara che farà una cosa, quella parola non torna mai vuota, cioè, compie sempre tutto quello che Dio intendeva compiere. Quando Dio inizia l’opera della salvezza in qualcuno, Dio porta quell’opera a compimento, fino in fondo.
Esempi della parola di Dio:
Certamente, vediamo questo in tutta la Bibbia. Qualsiasi cosa che Dio dichiara, Dio porta a compimento. Nulla ostacola Dio. Dio aveva detto di dare un figlio ad Abrahamo, tramite Sara, e lo fece. Non solo, ma Dio aveva dichiarato di dare il Messia al mondo dalla discendenza di Abrahamo. Nonostante che Satana tentava più volte di fermare l’opera di Dio, Dio ha sempre portato tutto avanti come aveva dichiarato. Nulla e nessuno ostacola Dio. Dio aveva detto che avrebbe portato la discendenza di Abrahamo in Egitto per 400 anni, e che poi li avrebbe liberati. Dio ha fatto esattamente così.
In piccolo e in grande, tutto quello che Dio dichiara, Dio porta a compimento.
Ogni profezia, tranne quelli che ancora riguardano il futuro, è stata adempiuta perfettamente. L’Antico Testamento contiene tantissime profezie, e Dio è stato fedele e potente da portare ognuno di esse a compimento.
Quindi, quando Dio inizia l’opera di salvezza in una persona, Dio la porterà a compimento. Possiamo fidarci, non in noi stessi, non negli altri, ma in Dio. Nulla e nessuno può ostacolarLo. Le nostre debolezze, e siamo deboli, e vacilliamo, ma le nostre debolezze non ostacolano Dio. Dio porterà a compimento la sua opera in noi.
Nello stesso modo che possiamo fidarci che Dio porterà avanti la sua opera nella salvezza, possiamo fidarci che Dio porterà avanti la sua opera in ogni dettaglio della nostra vita. Dio. Siamo sicuri in Gesù Cristo.
Equilibrio
In questa dottrina, come in ogni dottrina, dobbiamo conoscere tutte le verità della Bibbia per comprendere la Bibbia in modo equilibrato. In tanti dottrine, ci sono diversi aspetti, ed è importante capire tutto quello che la Bibbia insegna su un argomento per avere una visione vera. Quindi, per quanto riguarda la verità che la salvezza è l’opera di Dio, che Dio stesso porterà a compimento, è assolutamente vero.
Però, questo non vuol dire, assolutamente non vuol dire, che una persona può solo dire di essere salvata, vivere come vuole, e comunque essere veramente salvata.
La Bibbia è chiara che la vera salvezza produce una vita nuova. Chi è veramente salvato, cammina in novità di vita. Chi invece continua a vivere nel peccato, non ha alcuna base da poter dire che è salvato.
Gesù dichiara che molti dicono di essere salvati, ma non sono veramente salvati. Leggo Matteo 7:21-23.
“21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo oi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?" 23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità".” (Matteo 7:21-23 LND)
Quindi, è vero che Dio inizia l’opera della salvezza, e porterà a compimento la sua opera. La vera salvezza è sicura. Però, è anche vero che non ogni persona che dice di essere salvata è veramente salvata. Ecco perché troviamo brani come 2Pietro 1.10.
“Perciò, fratelli, impegnatevi sempre più di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione perché, facendo queste cose, non inciamperete mai.” (2Pietro 1:10 LND)
Dio conosce chi ha salvato. Invece noi dobbiamo impegnarci, per avere chiaro frutto della salvezza. Questo è il senso di 2Timoteo 2:19.
“Tuttavia il saldo fondamento di Dio rimane fermo, avendo questo sigillo: "Il Signore conosce quelli che sono suoi," e: "Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome di Cristo".” (2Timoteo 2:19 LND)
Dio conosce coloro che ha salvato, e porterà avanti la sua opera in loro. Ma per noi, questa salvezza diventa visibile da una vita di santità, quando uno si ritragga dal peccato. Ecco perché Paolo esorta questi stessi Filippesi, in Filippesi 2:12,13:
“12 Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, ma molto più ora che sono assente, compite la vostra salvezza con timore e tremore, 13 poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” (Filippesi 2:12-13 LND)
Questo brano ci ricorda che Dio è chi salva e porta a compimento la salvezza, ma noi dobbiamo vivere come se dipendesse da noi. Infatti, la vera salvezza produce un cammino di santità e ubbidienza a Dio, fondata sulla fede in Dio. Però, anche in questo caso, in realtà, è Dio all’opera in noi. La salvezza è un’opera di Dio.
Nella salvezza, Dio ci riconcilia a Sé per mezzo di Gesù Cristo. La vera salvezza produce perseveranza. Colossesi 1:21-23 ne parla.
“21 E voi stessi, che un tempo eravate estranei e nemici nella mente con le vostre opere malvagie, 22 ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa, 23 se pure perseverate nella fede, essendo fondati e fermi senza essere smossi dalla speranza dell’evangelo che voi avete udito....” (Colossesi 1:21-23 LND)
Potremmo andare avanti a vedere tanti brani. Ma il punto è chiaro. La salvezza è un’opera di Dio. Però, la salvezza produce un nuovo cuore, che vivrà in novità di vita. Chi è veramente salvato persevererà nella fede, e avrà chiaro frutto della salvezza.
E perciò Paolo, avendo visto chiara evidenza della salvezza nei credenti di Filippi, sapeva che Dio aveva iniziato la sua buona opera in noi. E per quello, Paolo era convinto che Dio avrebbe portato avanti la sua opera in loro, fino al giorno di Cristo. Anche noi possiamo avere questa convinzione, e perciò, possiamo avere la gioia di Paolo.
il punto del tutto
Mettendo tutto insieme, cosa possiamo capire di Filippesi 1:6?
È fondamentale che camminiamo in santità, che viviamo per Dio. Però, la nostra fiducia non deve essere mai riposta nel nostro impegno. La nostra fiducia, sia per la nostra salvezza che per la salvezza di altri, deve sempre essere in Dio stesso, Colui che salva. Egli è la Rocca della nostra salvezza! Ecco perché la salvezza è sicura. Ecco perché possiamo avere una fiducia che non vacilla. Dio è la nostra fiducia, sia per la nostra salvezza, sia per la salvezza degli altri. Possiamo avere una gioia sicura in Dio. Quando riconosciamo che siamo realmente ed eternamente parte della famiglia di Dio, allora, quello che porta gloria a Dio può essere la nostra gioia più grande.
Conclusione
L’Apostolo Paolo ringraziava Dio continuamente per la salvezza e l’impegno di questi credenti. E Paolo, nonostante che era in prigione, aveva grande gioia.
Se tu vuoi gioia, devi cercare la gioia nel posto giusto. Devi cercare la vera gioia nelle cose di vero valore: quello che riguarda il regno di Dio. Solo così avrai la vera gioia. E questa gioia è disponibile per ogni vero credente. Dio vuole che abbiamo la gioia completa. Viviamo per la gloria di Dio, e avremo quella gioia.
Prego che possiamo comprendere sempre di più l’importanza del legame gli uni con gli altri, e con gli altri credenti che Dio mette nella nostra vita. Vogliamo incoraggiarti a rifletter su questo, e ad iniziare a ringraziare Dio, profondamente, per la salvezza di altri credenti.
Ricordati che le prove di oggi passeranno. I piacere di oggi finiranno. Quello che veramente vale è che il regno del nostro Signore cresca. Trova la tua gioia in Cristo, e nella sua opera, e la tua gioia sarà completa. Impegnati a ringraziare, non solo ogni tanto, ma ogni giorno, e non solo una volta al giorno, ripetutamente. Oh, che possiamo essere un popolo che abbonda nel ringraziamento. Oh, che possiamo avere grande gioia, per l’opera di Dio in altri.
Oh, che possiamo confidare in DIO, che EGLI porterà avanti la sua opera, fino al giorno di Cristo. Siamo al sicuro. L’opera di Dio è certa. Grazie a Dio.