Aiuto Biblico

Perché non hai gioia?

Sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 10 gennaio 2018, – cmd dmp –
Descrizione: breve insegnamento: perché non tutti hanno gioia.

Audio:

La gioia: perché non tutti hanno la gioia?

Esempio dell'orto:

Un uomo di città si è stancato dello stress della vita cittadina. Aveva un buon lavoro, infatti, aveva accumulato tanti soldi.

Quest'uomo decide di andare e vivere in campagna, per evitare tutto lo stress che trovava ogni giorno con il traffico, e con la concorrenza che c'era in città. Quindi, trova una bellissima casa in campagna, con un grande giardino ed un bellissimo orto. Da entrambi i lati della sua casa ha vicini di una certa età, ognuno con un grande orto.

L'uomo ricco inizia la sua vita in campagna. Decide che dopo tutti gli anni stressanti che ha passato guadagnando, non vuole più affaticarsi. Perciò, prende la vita con grande tranquillità. Si alza tardi, fa una bella colazione, legge, fa una passeggiata, e poi, se se la sente, va fuori a lavorare un po' nell'orto. Se fa caldo, torna dentro perché non gli piace stare sotto il sole. Spesso ha voglia di fare qualche piccola gita con la moglie, e così va a vedere questa città o quel parco o quel posto per qualche giorno.

Dopo vari mesi, il suo orto è pietoso. È pieno di erbacce, e le piante soffrono molto la mancanza d'acqua. Di verdure ne ha ben poche. Invece, gli orti dei suoi vicini, sia da un lato che dall'altro, sono verdeggianti e strapieni di bellissime verdure.

Lui è tutto frustrato, e decide che la vita in campagna non è la vita bella che immaginava. Lui sognava un bellissimo orto, ma non è riuscito ad averlo. Quindi, comincia a dubitare se ne vale la pena. Infatti, il suo orto non solo non gli dà piacere, è un pugno nell'occhio, che gli pesa tutti i giorni.

È vero che un orto è necessariamente un pugno nell'occhio? Potremmo forse indovinare perché il suo orto è un pugno nell'occhio anziché un piacere?

Cambiamo esempio. Un giovane uomo sente dire da tante persone più grandi di lui che il matrimonio è una grande benedizione. Così, egli comincia a desiderare grandemente di sposarsi. Trova una ragazza che come lui desidera il matrimonio. E così dopo un periodo di corteggiamento, si sposano. Però, in realtà, sia lui che la moglie sono molto egoisti. Ognuno pensa a se stesso, nessuno dei due si impegna per l'altro, ognuno insiste ad avere le cose come vuole. Nessuno dei due vuole mai sacrificarsi per piacere all'altro.

Dopo pochi anni di questo matrimonio, quest'uomo è convinto che il matrimonio non vale nulla. Anzi, per lui era molto meglio essere solo anziché sposato. Lui è convinto che tutte quelle persone che parlavano bene del matrimonio non capivano quello che dicevano. Lui è convinto che il matrimonio sia molto sopravvalutato. A dire il vero, per lui il matrimonio è molto più un peso che una benedizione.

La sua valutazione del matrimonio è giusta? È vero che il matrimonio è più un peso che una benedizione? Oppure, in realtà è soprattutto solo un peso?

Il ragionamento di quest'uomo è giusto?

Il fatto che per lui il matrimonio è un peso, non una gioia, vuol dire che il matrimonio in sé non vale? Vuol dire che coloro che parlano bene del matrimonio stanno esagerando?

Spero che abbiate visto il parallelo fra l'uomo con l'orto e quest'uomo con il matrimonio. Entrambi avevano sentito che l'orto e il matrimonio erano cose belle, ma poi, quando hanno vissuto quelle esperienze, per loro non era assolutamente vero.

Confrontiamo questo con la vita cristiana.

Qualche base.

1) tanti di coloro che dicono di essere credenti non sono veramente credenti.

“21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?" 23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità".” (Matteo 7:21-23 LND)

MOLTI.

Esaminatevi:

“5 Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi stessi che Gesù Cristo è in voi? A meno che non siate riprovati. 6 Ma io spero che voi riconoscerete che noi non siamo riprovati.” (2Corinzi 13:5-6 LND).

Non tutti erano dei nostri:

“18 Fanciulli, è l’ultima ora. E, come avete udito, l’anticristo deve venire, e fin da ora sono sorti molti anticristi; da questo conosciamo che è l’ultima ora. 19 Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri perché, se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi, ma ciò è accaduto perché fosse palesato che non tutti sono dei nostri. 20 Ma voi avete l’unzione dal Santo e conoscete ogni cosa.” (1Giovanni 2:18-20 LND).

Quindi, primo punto: non tutti coloro che dicono di essere credenti, e fanno parte della chiesa, anche da anni, sono veramente salvati. Bisogna esaminarsi.

2) Non è automatico che ogni vero credente ha gioia.

È anche importante capire che non è automatico che ogni vero credente avrà la gioia della salvezza.

Per esempio, quando Dio ci comanda qualcosa, è perché quella cosa non è automatica.

Vi faccio un esempio assurdo. Dio non ci comanda mai di respirare, né di dormire, né di mangiare. Questo perché è automatico che ogni essere umano respira, ogni essere umano dorme, ogni essere umano mangia. Non serve un comandamento per qualcosa che facciamo naturalmente.

Similmente, Dio non comanda ai credenti quello che è automatico. Invece, Dio ci comanda quello che non è automatico. Quando Dio comanda qualcosa ai credenti, questo è perché nonostante siamo veramente credenti, possiamo venire meno in quel campo. Per esempio, mentre è vero che la salvezza viene per fede, è anche vero che spesso la nostra fede è debole, e dobbiamo avere più fede. Perciò, troviamo versetti che sono comandamenti ad avere più fede. Un esempio di questo sarebbe quello che Gesù dichiara in Giovanni 14:1.

“"Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio e credete anche in me.” (Giovanni 14:1 LND).

Se la fede fosse automatica per ogni credente, non sembrerebbe questo un comandamento. Ma la fede non è automatica. Perciò, Gesù ci comanda a credere in lui, ovvero ad avere fede in lui.

Ripetutamente troviamo comandamenti a gioire nel Signore. Ricordate che nella Bibbia, la parola rallegrarsi nella traduzione originale è gioire. Leggo due versetti, Filippesi 3:1, e Filippesi 4:4.

“Per il resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore; per me certo non è gravoso scrivervi le stesse cose, e per voi è una salvaguardia.” (Filippesi 3:1 LND)
“Rallegratevi del continuo nel Signore lo ripeto ancora: Rallegratevi.” (Filippesi 4:4 LND).

Anche in questo caso, vediamo chiaramente che non è automatico per un credente avere gioia. Se cerca la gioia nel posto sbagliato, non avrà la gioia della salvezza. È per questo che Gesù ci comanda a gioire nel Signore. È solo quando cerchiamo la nostra gioia nel Signore che avremo la gioia della salvezza.

Inoltre, se abbiamo peccato non confessato anche quel peccato ci ostacolerà dall'avere gioia. Nel famoso capitolo del Salmo 51, che è la preghiera di Davide quando aveva riconosciuto il suo peccato, chiede perdono a Dio, e chiede a Dio di rinnovare in lui la gioia della salvezza. Leggo quei versetti.

“7 Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve. 8 Fammi sentire gioia e allegrezza, fa’ che le ossa che hai spezzato festeggino. 9 Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10 O DIO crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo. 11 Non rigettarmi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. 12 Rendimi la gioia della tua salvezza, e sostienimi con uno spirito volenteroso.” (Salmo 51:7-12 LND).

Quindi, è estremamente importante comprendere che in un vero credente può mancare la gioia per due motivi. Prima di tutto, perché ha del peccato che non confessa. Secondo, perché non cerca la gioia in Cristo.

È triste ma vero che in una data chiesa, ci siano credenti che non sono veramente credenti. Per questo motivo, non hanno la gioia della salvezza.

Poi, ci sono credenti che hanno peccati che non confessano. Possono essere peccati d'azione in cui sono caduti, possono essere peccati di carattere, per il loro modo di essere, che non riconoscono e non confessano. Comunque sia, visto che hanno peccati non confessati, non abbandonati, non hanno la gioia della salvezza.

E poi, ci sono credenti che cercano la gioia al di fuori di Cristo. Cercano la gioia nel cambiamento di una situazione. Cercano la gioia in un problema che si risolve. Cercano la gioia in un rapporto che si riconcilia. Cioè, possono essere buone cose, ma non è la stessa cosa che cercare la gioia nel Signore Gesù Cristo. E perciò, cercando la gioia al di fuori di Cristo, non hanno gioia.

Alla luce di questo, in una data chiesa, può essere che tante persone di quella Chiesa non hanno gioia. Ma questo non è perché la vita cristiana non dà vera gioia.

Pensate a quello che Gesù Cristo ci offre. In Giovanni 15, ci insegna la necessità di dimorare in lui, per poter portare frutto. Poi, spiega che lo scopo per cui ci ha spiegato questo è affinché possiamo avere vera gioia. Leggo le parole di Gesù in Giovanni 15:11.

“Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.” (Giovanni 15:11 LND)

La vita cristiana vissuta per fede è una vita di abbondante gioia, una gioia che nessun'altra vita può dare. Gesù dichiara che è il buon pastore, che è venuto affinché le pecore abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Il fatto che tanti credenti, che siano veri credenti o no Dio solo lo sa, non hanno grande gioia non è perché non è disponibile da Dio, ma perché non camminano nella via della gioia, che è la via di confessare i peccati, la via della fede, e la via di cercare la gioia nel Signore.