In un rapporto, avere tutto tranne una cosa può essere grave come mancare di tutto.
In un matrimonio, se un coniuge ha tante buone qualità, ma manca di fedeltà, è come se mancasse di tutto ed il matrimonio stesso è rovinato. Le altre qualità, per quanto eccellenti esse possano essere, non possono assolutamente colmare la mancanza di fedeltà.
Nel nostro rapporto con Gesù Cristo, non basta seguire Gesù al 90%. Seguire Cristo vuol dire seguirLo totalmente e farLo con tutto il cuore. Chi non segue Cristo completamente, non Lo segue affatto.
Oggi vogliamo considerare quello che Cristo ha da dire ad una chiesa che Lo seguiva in tante cose, ma mancava in un campo fondamentale, ovvero nell'avere un amore ardente per Lui. È ovvio dunque dedurne che tutte le sue buone qualità non bastavano per Cristo, il quale le fa notare esplicitamente e chiaramente questa mancanza fondamentale.
Questo brano che troviamo in Apocalisse 2:1-7 ci aiuta a capire qual è il metro secondo il quale una chiesa può essere considerata sana. Cristo avverte questa chiesa che, se non dovesse ravvedersi dalla sua mancanza, le avrebbe tolto il candelabro da Lui donatole, ovvero l'avrebbe lasciata.
Consideriamo con attenzione il messaggio di Cristo a questa chiesa, un messaggio che è anche per noi.
Schema delle lettere
Il brano che vogliamo seguire è la lettera che Gesù Cristo ha dettato per la chiesa di Efeso. In Apocalisse 2 e 3 troviamo sette lettere ad altrettante chiese. In ciascuna lettera Cristo inizia con una descrizione di Se stesso. Poi parla della condizione di quella chiesa e, infine, in base alla chiesa, avverte o dà una promessa di quale sarà il premio per chi ascolta e segue quello che Lui dichiara. Quello che dice a queste chiese vale anche per noi, perciò ascoltiamo attentamente le parole di Gesù!
Alla Chiesa di Efeso
Prima di leggere quello che Cristo dichiara alla chiesa di Efeso, ricordate bene che la chiesa di Efeso fu fondata dall’Apostolo Paolo, il quale visse in essa per ben tre anni, insegnando ivi tutto il consiglio di Dio. Anche Timoteo e Tito passarono del tempo in Efeso, perciò questa chiesa fu fondata con una solida base di verità.
Come Cristo identifica Se stesso
Leggo ora Apocalisse 2:1-7 e poi cerchiamo assieme di notare specificamente il modo in cui Cristo identifica se stesso parlando a questa chiesa nel v.1:
“1 "All’angelo della chiesa in Efeso scrivi: queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. 2 Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi, e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. 3 Tu hai sopportato, hai costanza e per amore del mio nome ti sei affaticato senza stancarti. 4 Ma io ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore. 5 Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa’ le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi. 6 Tuttavia hai questo, che odi le opere dei Nicolaiti, che odio anch’io. 7 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio".” (Apocalisse 2:1-7).
Ora rileggo il v.1. Notate come Cristo identifica Se stesso:
“"All’angelo della chiesa in Efeso scrivi: queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro.” (Apocalisse 2:1 LND).
Qui Cristo dichiara che Egli è Colui che tiene le sette stelle nella Sua destra e cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro.
Il verbo “tiene” usato qui ha un significato diverso dal verbo che viene tradotto come “aveva” o “teneva” in Apocalisse 1:16. Li leggiamo:
“Egli aveva nella sua mano destra sette stelle e dalla sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta, e il suo aspetto era come il sole che risplende nella sua forza.” (Apocalisse 1:16 LND).
Analogamente, nella versione Nuova Riveduta leggiamo in Apocalisse 1:16: “Nella sua mano destra teneva sette stelle”. Questo verbo, reso come avere o tenere nella lingua italiana a seconda della versione della Bibbia che andiamo a leggere, è la semplice forma verbale che si è soliti usare per significare semplicemente il tenere.
Invece, il verbo usato in Apocalisse 2:1 ha un significato più forte e implica l'essere padrone di quello che si tiene, ossia il possedere con potere ciò che si ha. In breve, il verbo usato in Apocalisse 2:1 e tradotto con il termine tenere, indica il sovrano controllo su ciò che è tenuto. Vi leggo qualche altro passo in cui troviamo questo verbo:
“Erode infatti, aveva arrestato Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione....” (Matteo 14:3 LND).
“Ma quel servo, uscito fuori, incontrò uno dei suoi conservi, che gli doveva cento denari; e, afferratolo per la gola, lo soffocava dicendo: "Pagami ciò che mi devi"” (Matteo 18:28 LND).
PARABOLA DELLA vigna: “E gli altri, presi i suoi servi, li oltraggiarono e li uccisero.” (Matteo 22:6 LND).
Gesù nel Giardino: “In quello stesso momento Gesù disse alle turbe: "Voi siete usciti a prendermi con spade e bastoni, come contro un brigante; eppure ogni giorno ero seduto in mezzo a voi nel tempio ad insegnare, e non mi avete preso.” (Matteo 26:55).
“Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, riteniamo fermamente la nostra confessione di fede.” (Ebrei 4:14 LND).
Questi esempi di come questo verbo viene usato ci aiutano a capire che Gesù Cristo sta dichiarando il Suo controllo e la Sua sovranità sulle chiese. Egli è il Capo sovrano della Chiesa, perciò ha ogni autorità e diritto di guidare le Sue chiese come a Lui piace e come Lui vuole.
Quindi Gesù è anche il nostro Capo sovrano. E perciò la domanda importante che dobbiamo porci è la seguente: stiamo seguendo il nostro Capo? Nessuno è padrone della propria vita. Una chiesa locale non è libera di fare come vuole. Piuttosto, dobbiamo seguire la guida di Cristo.
Gesù dichiara anche di Se stesso che Egli cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro, ovvero, in mezzo alle Sue chiese. Cristo non è mai lontano da chi è un vero figlio di Dio. Egli è vicino ad ogni vera chiesa, cioè a coloro che veramente seguono Cristo perché sono vere pecore di cui Lui ne è il vero pastore.
Le cose positive di questa chiesa
Ora arriviamo a quello che Cristo ha da dire di questa chiesa. Consideriamo con attenzione quello che dice perché il metro che Cristo usa si applica anche a noi per farci riconoscere dove andiamo bene e dove invece dobbiamo cambiare.
Cristo inizia riconoscendo degli aspetti molto positivi di questa chiesa, aspetti che ogni chiesa deve avere, compresi noi come singoli individui che ne facciamo parte. Leggiamo i vv. 1-3, e poi il v.6:
“1 "All’angelo della chiesa in Efeso scrivi: queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra e che cammina in mezzo ai sette candelabri d’oro. 2 Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi, e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. 3 Tu hai sopportato, hai costanza e per amore del mio nome ti sei affaticato senza stancarti. …. (Ora il v.6) 6 Tuttavia hai questo, che odi le opere dei Nicolaiti, che odio anch’io.” (Apocalisse 2:1-6 LND)
Questa chiesa aveva delle qualità buone agli occhi di Cristo, qualità che ogni chiesa sana deve avere.
Tristemente, tante chiese mancano di tali qualità e questa è una cosa molto grave. Ascoltiamo bene ed impegniamoci a diventare una chiesa con ognuna di queste qualità.
Elenco degli aspetti che Cristo approvava
Guardando quello che Cristo dichiara, vediamo che Egli ripete certe qualità più volte e dichiara in più modi altre qualità.
Gesù inizia menzionando le loro opere, poi la loro fatica, poi la loro costanza, poi il fatto che non sopportavano i malvagi ma avevano messo alla prova coloro che si presentavano come apostoli. Dopo menziona ancora la loro costanza e che non si erano stancati e, infine, che odiavano le opere dei Nicolaiti.
Visto che certe di queste qualità vengono ripetute o sono simili, vorrei raggrupparle. Consideriamo queste qualità che sono importanti agli occhi di Cristo affinché possiamo crescere in esse.
Le loro opere e fatiche
Primo di tutto, Cristo aveva notato le loro opere e le loro fatiche per Lui.
Quando parliamo di opere fatte per Dio, ricordate che la Bibbia fa una distinzione assoluta fra le opere compiute da chi non è salvato, opere che non servono a nulla, e le opere compiute da chi è già stato salvato. Dio accetta solamente le opere fatte da chi è salvato. Cristo aveva notato le opere di questa chiesa, opere che erano state fatte in ubbidienza a Lui, il che è fondamentale. Tali opere erano state fatte per Lui. Furono fatte nella forza del Signore, per mezzo della Sua grazia, ed erano state fatte per portare gloria a Lui. Queste sono le qualità che Dio desidera in noi. Egli vuole che c’impegniamo per Lui, facendo opere buone per la Sua gloria, nella Sua potenza, in ubbidienza a Lui. Noi siamo veramente impegnati nelle opere del Signore?
Cristo menziona anche le loro fatiche. Un vero cuore per il Signore ci porta a lavorare al punto da affaticarci. Per esempio, studiare seriamente la Parola di Dio è mentalmente affaticante, richiede grande concentrazione e impegno. Eppure solo così possiamo conoscere meglio Dio e spiegare bene le Sue verità ad altri. Ci sono altre opere che sono fisicamente affaticanti, come per esempio insegnare, evangelizzare, ospitare e fare opere pratiche. Cristo vedeva come un qualcosa di molto positivo il fatto che questa chiesa aveva compiuto tante opere e che aveva faticato per Lui. Questo è quello che Dio desidera anche da noi.
Viviamo in un mondo in cui normalmente ognuno si affatica per se stesso o per la propria famiglia. Dio vuole che ci affatichiamo per la Sua gloria. Allora vi chiedo: nella vostra vita vi impegnate regolarmente per il Signore al punto da affaticarvi? Se non lo fate, dovreste valutare quanto serio è il vostro impegno per Dio.
La costanza
Cristo non solo approva questa chiesa per le sue opere e per le sue fatiche, ma per ben due volte menziona anche la sua costanza, la quale è una qualità estremamente importante.
La costanza consiste nel continuare a portare avanti un impegno mese per mese, anno per anno, finché serve farlo. La costanza è continuare ad andare avanti, nonostante la fatica e le difficoltà.
Cristo lodava questa chiesa per la sua costanza. Potrebbe lodare anche noi per la stessa ragione? Abbiamo anche noi vera costanza? Abbiamo costanza nell'edificazione reciproca, costanza nell'evangelizzazione, costanza nell'insegnamento? Tu, nel tuo cammino con Cristo, hai costanza? Prego affinché possiamo avere sempre più costanza come individui e come chiesa. Solo così possiamo veramente glorificare Cristo Gesù.
È facile iniziare con tanto zelo, ma poi stancarci o distrarci. Però le opere senza la costanza valgono poco o nulla. Mancare di costanza vuol dire sprecare il nostro impegno. O che possiamo avere vera costanza, insieme alle opere che compiamo e alla fatica che ne caratterizza la realizzazione!
Dio ha guidato l'Apostolo Paolo a scrivere ai Tessalonicesi, menzionando opere, fatiche e costanza; troviamo questo in 1 Tessalonicesi 1:3:
“ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio, nostro Padre,” (1Tessalonices 1:3 LND).
Io prego che noi, come chiesa, possiamo essere riconosciuti da Cristo per le nostre opere, per le nostre fatiche e per la nostra costanza. O che possiamo crescere in queste qualità!
Non sopporti i malvagi
Un’altra qualità importante che Cristo menziona di questa chiesa è che questa chiesa non sopportava i malvagi. È fondamentale che non sopportiamo i malvagi!
Questo stesso brano ci fa capire a chi si riferiva Cristo quando parlava di malvagi. Dal v.2 comprendiamo infatti che Cristo si riferisce principalmente ai falsi apostoli, ovvero a coloro che insegnavano false dottrine.
Leggo ancora il v.2:
2 Io conosco le tue opere, la tua fatica e la tua costanza e che non puoi sopportare i malvagi, e hai messo alla prova coloro che si dicono apostoli e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. (Apocalisse 2:2 LND).
Cristo sta chiamando “malvagi” i falsi apostoli. I falsi apostoli sono persone che si presentano nel nome di Dio, portando qualche insegnamento che non è secondo la verità di Dio. Cristo ritiene estremamente importante che noi, come chiesa e quindi anche individualmente, non sopportiamo gli uomini che insegnano false dottrine. Non sopportare vuol dire non accettare loro in alcun modo.
Ora, come sempre nella storia, ci sono tanti falsi insegnanti e falsi apostoli. Notate che Cristo approva la chiesa perché aveva messo alla prova quelli che si chiamavano apostoli. In altri termini, c'erano degli uomini che dicevano di parlare da parte di Dio. La chiesa li aveva messi alla prova, aveva confrontato il loro insegnamento con la Bibbia e aveva riconosciuto che il loro messaggio non era veritiero. A quel punto li aveva scacciati. Cristo approva il loro comportamento in questo.
Per essere una chiesa fedele a Cristo dobbiamo mettere alla prova ogni nuovo insegnamento che ci arriva, sia da una persona, che tramite libri, articoli e per Internet. Dobbiamo confrontare ogni insegnamento con la Bibbia e dobbiamo allontanare ogni insegnante o fonte di insegnamento che non ci trasmette la verità.
Da altri brani impariamo che Dio ha stabilito gli anziani, ovvero i pastori, come coloro che hanno la responsabilità di controllare gli insegnamenti che pervengono alla chiesa. Gli anziani hanno l'incarico di proteggere la chiesa dalla falsa dottrina. Perciò, se ti capita di confrontarti con un nuovo insegnamento, da qualunque fonte esso proviene, dovresti avvertire gli anziani in modo che possono confrontare quell'insegnamento con la Bibbia e, se esso è sbagliato, aiutarti a capire perché non è giusto.
Purtroppo gli insegnamenti sbagliati non mancano. Per esempio, la casa editrice cristiana più grande d'Italia vende tanti libri che si contraddicono fra di loro. Se uno è vero, l'altro non può essere vero. C'è poca enfasi oggi sulla verità e le chiese sono piene di errori e di insegnamenti sbagliati.
A Gesù Cristo importa moltissimo che ogni chiesa sia attenta a non accettare insegnamenti sbagliati. Dobbiamo rifiutarci di sopportare i malvagi, cioè quei uomini che propongono una dottrina o delle dottrine non vere.
Se troviamo che l’insegnamento non è veritiero, allora dobbiamo seguire l’esempio della chiesa di Efeso e non sopportare, nemmeno minimamente, chiunque insegna false dottrine. Non basta dire che prendiamo il bene e lasciamo il male. Rifiutiamo chi insegna il falso. Questo è quello che vuole Cristo, il nostro Signore. Oh che possiamo tenerci puri dalle false dottrine che riempiono il mondo d’oggi!
Odiava le opere dei Nicolaiti
Legato a questo aspetto della chiesa ad Efeso vi era il fatto che i santi che la costituivano odiavano le opere dei Nicolaiti. Leggo il v.6:
“Tuttavia hai questo, che odi le opere dei Nicolaiti, che odio anch’io.” (Apocalisse 2:6 LND).
Cristo odiava le opere dei Nicolaiti e odia le opere di altri come loro oggi, ragion per cui anche noi dobbiamo odiare le opere di quelle persone che si comportano così.
La Bibbia non spiega esattamente chi erano i Nicolaiti, ma da quello che possiamo capire dai v.14 e 15, sembra che fossero persone che insegnavano che il peccato non era una cosa grave perché Dio è pronto a perdonare. Quindi, secondo loro, si può peccare senza problemi.
Questo è un insegnamento terribilmente falso. Cristo odia il peccato e odia in modo particolare le opere di coloro che promuovono il peccato, soprattutto sotto il nome della religione.
Anche noi dobbiamo odiare le opere di chi insegna cose false. Non basta solo non peccare. Piuttosto, il peccato dovrebbe aggravarci molto.
Troppo spesso, anziché odiare il peccato, ci abituiamo al peccato. Questo succede soprattutto quando abbiamo non credenti come nostra compagnia o tramite amicizie in carne ed ossa, o tramite qualche forma di media, come la TV, la musica o Internet. Quando non seguiamo la guida di Dio e scegliamo come nostra compagnia non credenti, allora diventa molto difficile per noi odiare il peccato.
Quanto è importante odiare ciò che ha mandato il nostro Signore a morire sulla croce! Dobbiamo odiare ciò che ci stava portando ad un’eternità di tormento. Dobbiamo odiare quello che ci teneva legati, schiavi e che tuttora tiene le persone a noi care legate e sotto condanna. L’unica posizione giusta da avere nei confronti del peccato è di odiarlo. Cristo elogiava questa chiesa perché odiava i peccati, cioè le opere dei Nicolaiti. Oh che possiamo anche noi odiare il peccato che ci circonda!
La critica di Cristo contro la chiesa
Finora abbiamo considerato le tante cose per cui Cristo lodava questa chiesa. Beata la chiesa che ha tutte queste qualità! Io prego e mi impegno come pastore affinché noi possiamo diventare una chiesa che abbonda in buone opere, nelle fatiche, nella costanza e che ha una dottrina pura.
Però, nonostante i pregi evidenziati in questi credenti, Cristo aveva pure una forte critica da muovere nei confronti di questa chiesa e doveva anche avvertirla di un grave peccato. Nonostante tutte le qualità buone che possedevano, questi credenti avevano una gravissima mancanza della quale Cristo li avvertiva! Leggo il v.4:
“Ma io ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore.” (Apocalisse 2:4 LND).
Che cosa terribile quando Cristo ha qualcosa contro di te! Quello che Egli aveva contro questa chiesa è che questi credenti avevano lasciato il loro prima amore per Lui. Nonostante tutti i pregi di questa chiesa, essi avevano questo grave peccato! Avevano abbandonato il loro primo amore.
Quando Dio salva una persona, di solito quella persona è molto colpita della grandezza della Sua salvezza e dall'immensità del perdono dai suoi peccati, il che la porta ad avere un ardente amore per Cristo. Questo è il primo amore di cui Cristo parla.
Però, se uno non è attento, man mano che vive la vita cristiana, questo amore può raffreddarsi. Eppure, senza un forte amore per Dio e per il Suo popolo, le nostre opere e il nostro impegno non hanno alcun valore ai Suoi occhi.
Vi leggo un brano tratto da Geremia 2:2-5 in cui Dio riprende i Giudei perché avevano perso il loro prima amore per Lui. Egli domanda loro perché ciò è avvenuto:
“2 "Va’ e grida alle orecchie di Gerusalemme, dicendo: Così dice l’Eterno: Io mi ricordo di te, della tenera attenzione della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in una terra non seminata. 3 Israele, era consacrato all’Eterno, le primizie del suo raccolto; … ...5 Così dice l’Eterno: "Che cosa hanno trovato di ingiusto in me i vostri padri, per allontanarsi da me, andare dietro alla vanità e diventare essi stessi vanità?” (Geremia 2:2-5 LND).
In che modo o in cosa Dio è mancato verso di noi che dovremmo amarLo meno? Dio vuole che Lo amiamo. Vediamo questo in Ebrei 6:10:
“Dio infatti non è ingiusto da dimenticare l’opera vostra e la fatica d’amore che avete mostrato per il suo nome, con i servizi che avete reso e rendete tuttora ai santi.” (Ebrei 6:10 LND).
Quanto è importante avere un amore ardente per Dio!
Allora, nonostante che questi credenti fossero molto impegnati nell’opera di Dio e fossero pure fedelmente attaccati alla sana dottrina al punto di mettere alla prova chiunque si presentava come insegnante, nonostante che questi credenti vivessero una vita di santità, odiando il peccato, Cristo li avvertiva del loro grave peccato di avere abbandonato il primo amore per Lui.
Questo non vuol dire che non amavano più Cristo, né che non si amavano più l’uno l’altro. Vuol dire che, anziché aumentare, il loro amore si era raffreddato. Questo è un peccato molto grave.
Ascoltiamo quello che Cristo dichiara loro come avvertimento nel v.5:
“Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa’ le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.” (Apocalisse 2:5 LND).
Questi credenti, per quanto riguarda il loro amore per Cristo e l’uno per l’altro, si trovavano giù nella valle senza rendersene conto. Dovevano guardare su verso la rupe da dove erano caduti. Delle volte ci troviamo giù in una valle e, non guardando più in su, la nostra condizione ci sembra del tutto normale, quando invece siamo caduti molto in basso.
Oh, fratelli e sorelle, quanto è importante la lezione che Dio ha per noi in questo brano! La nostra condizione spirituale non dipende solo dal nostro impegno e dalle nostre fatiche per Dio, né dal fatto che abbiamo una dottrina sana e siamo attenti a non accettare dottrine sbagliate. Per quanto queste cose sono importanti, la nostra salute spirituale dipende moltissimo dal nostro amore per Cristo! Se il nostro amore è ardente, allora Cristo è contento di noi e ci impegneremo con successo anche nel possedere le altre qualità a Lui gradite.
Per continuare ad avere un amore ardente dobbiamo riflettere molto sulla gravità della condanna cui siamo scampati per grazia e su quanto grande è il perdono che ci è stato accordato. Dobbiamo meditare sull'immensità del sacrificio di Cristo per noi!
Più di ogni altra cosa, Dio vuole il nostro cuore! Se ci impegniamo moltissimo, ma non abbiamo un ardente amore per Cristo, allora rischiamo che Cristo toglierà da noi il candelabro che aveva posto. Leggiamo l'avvertimento di Cristo alla Chiesa di Efeso, avvertimento che troviamo nel v.5:
“Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti e fa’ le opere di prima; se no verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti ravvedi.” (Apocalisse 2:5 LND).
Se non abbiamo un amore ardente per Cristo come lo avevamo all'inizio e se non ci ravvediamo, Cristo verrà e toglierà da noi il Suo candelabro. In altre parole, Egli verrà portando la Sua disciplina e, se non vedrà risultati, abbandonerà la chiesa.
Nei secoli, volta dopo volta dopo volta vediamo esempi in cui Cristo abbandona delle chiese locali. Può darsi che quella chiesa continua ad esistere come struttura ed istituzione, ma non c'è più in essa la presenza di Cristo. Come dichiara 2Timoteo 3:5, uno può avere l'apparenza della pietà, ovvero, l'apparenza di avere vita in Cristo, ma senza avere realmente Dio. Vi leggo quel versetto:
“aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati.” (2Timoteo 3:5).
O che Cristo ci protegge dal pericolo di avere solo la forma della pietà, ma non la Sua potenza, non avendo realmente Gesù in noi!
Cristo non abbandona mai un vero credente, ma abbandona delle chiese quando non hanno più amore per Lui.
È una cosa terribile essere una chiesa che Cristo ha abbandonato. Tutti gli impegni, tutte le fatiche, tutta la costanza che si possono avere non valgono nulla se Cristo non è presente!
Quanto è importante avere un amore ardente per Cristo! Se abbiamo questo tipo d'amore, allora avremo anche un grande impegno per le opere di Cristo, saremo pronti ad affaticarci per Lui, vorremo avere e ci vorremo cibare della dottrina vera e sana, rifiutando coloro che insegnano cose false ed avremo pure grande costanza per Cristo.
Però, avere tutte queste cose senza un amore ardente, se non ci ravvediamo, spinge Cristo a togliere il candelabro dal suo posto in mezzo a noi. Cristo lascerà la chiesa che non ha un amore ardente!
Oh, fratelli, riconosciamo quanto questa rappresenta una cosa terribile! Ravviviamo il nostro amore per Cristo!
La ricompensa
Prima di concludere, leggiamo il v.7 che parla della ricompensa che Cristo promette a coloro che prendono a cuore il Suo insegnamento e vivono in base a quello che Egli ha mostrato nei versi precedenti:
“Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: a chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio".” (Apocalisse 2:7 LND).
Questo messaggio è per noi che siamo una chiesa di Cristo Gesù: Egli ci esorta ad ascoltare attentamente quello che dichiara in questo messaggio alla chiesa di Efeso e ci chiama a perseverare, a mantenere fervente il nostro amore in modo da vincere il premio eterno. A chi vince, Cristo promette di dare da mangiare dell’albero della vita. Questo albero è il simbolo della vita eterna di cui leggiamo in Apocalisse 22. Chi mangia da questo albero vivrà per sempre alla presenza di Dio!
Chi non vince questo premio, non vivrà con Dio per l'eternità. Infatti l'idea che si può vivere con un mezzo cuore per Cristo e comunque essere salvato non è un concetto biblico. Per esempio, in 2Timoteo 4:8 leggiamo:
“Per il resto, mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che hanno amato la sua apparizione.” (2Timoteo 4:8 LND).
La corona della giustizia, che è una descrizione della salvezza, è solamente per coloro che hanno amato l'apparizione di Cristo Gesù.
In Romani 8:28 leggiamo:
“Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene per coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.” (Romani 8:28 LND).
Qui, i veri credenti sono descritti come coloro che amano Dio! Nella Bibbia non c'è salvezza per chi non ama Dio! Nel nostro brano di oggi, Cristo Gesù esorta chi ha lasciato il suo primo amore a ravvedersi finché c'è tempo.
Conclusione
Mentre chiudo, vi esorto ad ascoltare attentamente quello che Cristo dichiara tramite questo messaggio. Impegniamoci ad essere una chiesa che è completamente coinvolta nel compiere le opere di Dio. Impegniamoci ad avere costanza e a non stancarci. Impegniamoci a seguire veramente tutta la dottrina di Dio e a non sopportare chi insegna delle false dottrine. Però, soprattutto, impegniamoci a tenere ardente il nostro amore per Dio.
Se ci troviamo con un amore tiepido, ubbidiamo al comandamento di Cristo in questo brano: ravvediamoci e ritorniamo all’amore che avevamo all’inizio per Dio e gli uni per gli altri. Questo amore non è un sentimento, è un impegno, un ardente desiderio che ci spinge ad affaticarci per la gloria di Dio e per il bene eterno degli altri.
O che possiamo tornare ad avere un amore ardente per Cristo Gesù, finché c'è tempo!
Facciamo assieme questa preghiera:
O Padre, ed è un immenso privilegio poter chiamarti Padre, Tu che sei Santo, Sovrano e Glorioso, veniamo a Te umilmente, riconoscendo che in base al TUO metro, il metro che il nostro Signore Gesù Cristo dichiara in questo brano, siamo mancanti. Siamo mancanti nelle fatiche, siamo mancanti nella costanza, siamo mancanti nelle opere.
Però, più di ogni altra cosa, siamo mancanti nel nostro amore per Te!
O Padre, aprici gli occhi affinché possiamo vedere la gravità di questo peccato. Fa' sì che ascoltiamo le parole di Cristo in questo brano, perché sono indirizzate a noi!
Se serve, togli qualsiasi cosa nella nostra vita che ci ostacola dall'amare Cristo.
Ti ringrazio che abbiamo il privilegio di chiederTi questo nel nome di Gesù Cristo! Ti prego nel Suo nome, Amen.