Se tu sei sposato, o se potresti sposarti un domani, ascoltami bene oggi. Però, quello che ho da dire vale per chiunque ha a che fare con il matrimonio. Quindi, ascoltatemi tutti.
Vorrei raccontarvi di due giovani uomini, entrambi credenti, entrambi attivi nella loro chiesa, entrambi sposati da poco. Entrambi erano molto appassionati di calcio e amavano guardare le partite e giocare, ed entrambi erano appassionati di pesca. Uno si chiamava Mario, e l'altro Edoardo.
Il pastore della loro chiesa e sua moglie passavano del tempo con queste due giovani coppie. Quindi, li conoscevano bene. Dopo un certo tempo, il pastore invitò i due uomini ad incontrarsi con lui per aiutarli a crescere nella fede. Entrambi erano molto contenti di trascorrere così questo tempo. Ma in realtà, le motivazione dei due erano diverse. Mario era contento perché ci teneva a crescere nella fede. Edoardo era contento perché si sentiva più importante incontrandosi con il pastore.
Il pastore esortava fortemente entrambi a dedicarsi di più a curare la propria moglie. Diceva che lui e sua moglie avevano notato che entrambe le loro mogli erano scoraggiate e avevano bisogno di maggiore appoggio per crescere bene.
Perciò, il pastore consigliò vivamente a Mario ed Edoardo di lasciare la squadra di calcio di cui facevano parte, e di ridurre drasticamente il numero di partite guardate in televisione. Inoltre, suggerì loro di andare a pescare meno spesso. Per entrambi, sarebbe stato un cambiamento drastico, perché dedicavano parecchio tempo a queste cose ogni settimana, mentre in realtà, non avevano molto tempo da dedicare alle loro mogli.
Il pastore spiegò anche che, per quanto riguardava la squadra di calcio, oltre a portar via il tempo che serviva per curare meglio le loro mogli, gli altri giocatori avevano su di loro una brutta influenza, in quanto erano uomini che trascuravano moltissimo i loro matrimoni, e raccontavano perfino barzellette prendendo in giro il matrimonio. Il pastore spiegava a Mario e a Edoardo che passare del tempo con questi uomini era una brutta influenza, perché erano una brutta compagnia.
Spiegò che anche se andare a pescare era una bella cosa di per sé, visto che entrambi avevano poco tempo libero, visto che le loro mogli erano scoraggiate, dovevano sacrificare le loro preferenze per curare meglio le loro mogli. Questo sarebbe un modo pratico di amare la propria moglie come Gesù ama la Chiesa.
Allora, la situazione di Mario ed Edoardo era molto simile. Il consiglio che avevano ricevuto era identico. Però, la loro reazione al consiglio del pastore fu drasticamente diversa.
Mario era molto contento del consiglio del pastore, perché teneva tantissimo al rapporto con sua moglie. Era umile, e riconosceva che era giovane come marito, e che aveva tanto da imparare, e perciò, era profondamente grato che il pastore, che aveva un ottimo rapporto matrimoniale, lo aveva aiutato a riconoscere i campi in cui poteva cambiare per fortificare il suo matrimonio. Per quanto Mario fosse appassionato sia di calcio che di pesca, in realtà, visto che il suo amore per sua moglie era molto forte, e ci teneva tantissimo a fortificare il suo matrimonio, non gli fu difficile abbandonare il calcio e ridurre moltissimo le volte in cui andava a pescare. Perciò, seguì il consiglio del pastore con gioia. Nei mesi successivi, vide crescere moltissimo il suo matrimonio. Infatti, dopo un anno andò dal pastore ringraziandolo profondamente per il consiglio che gli aveva dato.
Era molto diverso con Edoardo. Lui seguì parzialmente il consiglio. Ci teneva ad essere visto bene dal pastore e dagli altri in chiesa, e perciò, all'inizio, ridusse le volte in cui andava a pescare, e giocava e guardava di meno il calcio. Però, era molto scontento. Per lui, seguire il consiglio del pastore era un giogo pesantissimo. A lui sembrava un consiglio esagerato. Secondo lui, non era influenzato dagli altri della squadra di calcio. E poi, egli ragionava che poteva curare bene la moglie impegnandosi di più nel tempo che già aveva con lei. Non vedeva la necessità di lasciare queste attività che erano una parte importante della sua vita. Quindi, seguiva i consigli fino ad un certo punto, ma era molto difficile per lui.
Nonostante passasse più tempo con la moglie, in realtà, il suo matrimonio peggiorò quell'anno. Questo perché non era contento del tempo in più che passava con lei. In realtà, avrebbe preferito stare in campo a giocare. La moglie percepiva questo. Quello che Edoardo faceva, lo faceva per fare bella figura, per accontentare il pastore. Ma non lo faceva di cuore. E perciò, quel tempo in più con la moglie non aiutava il matrimonio. Il matrimonio era già un po’ debole quando il pastore gli aveva dato il consiglio, dopo diventò molto peggio. E perciò, dopo un anno, anziché ringraziare il pastore, Edoardo era più convinto che mai che il consiglio che aveva ricevuto era del tutto sbagliato ed esagerato. Il suo matrimonio andava molto male.
Analizziamo
Analizziamo quest'esempio dei matrimoni di Mario ed Edoardo, per capire il motivo per cui, nonostante le due circostanze fossero quasi identiche, in un caso ha prodotto ottimi frutti, e nell'altro non ha aiutato, anzi, alla fine il matrimonio era peggiorato.
Prima di tutto, dobbiamo capire che non è stato il consiglio del pastore che ha danneggiato il matrimonio di Edoardo. Quello che ha danneggiato il matrimonio di Edoardo e sua moglie era IL CUORE di Edoardo.
E in realtà, quello che ha portato ottimi frutti nel matrimonio di Mario e sua moglie era il cuore di Mario. Consideriamo questo.
Perché per Mario non era difficile lasciare il calcio e la pesca? Perché non gli pesava, come pesava ad Edoardo, nonostante avesse la stessa passione per il calcio e la pesca che aveva Edoardo? Perché per lui non era difficile, ma per Edoardo era estremamente difficile?
La risposta è che Mario amava veramente sua moglie, e il suo desiderio di un matrimonio sempre più ricco era infinitamente più grande di quanto lo era il suo desiderio di giocare a calcio e andare a pescare. Cioè, confrontando l'amore per sua moglie con il suo amore per il calcio e la pesca, era come se odiasse il calcio e la pesca.
Quindi, le reazioni di Mario e di Edoardo rivelano la realtà dei loro cuori. Entrambi dicevano di amare le loro mogli, e certamente in un certo senso, entrambi volevano un buon matrimonio. Però, in realtà l'amore di Mario per sua moglie era vero e profondo, mentre l'amore di Edoardo per sua moglie era inferiore al suo amore per la propria carne. Cioè, certamente Edoardo voleva un buon matrimonio. Ma Edoardo non voleva sacrificare i suoi piaceri per il matrimonio. Perciò, in realtà, anche se non lo avrebbe mai detto, Edoardo amava la sua carne più di quanto amasse sua moglie. In realtà, per Edoardo era più importante soddisfare la propria carne che amare la moglie, anche se non lo avrebbe mai detto.
Quando nel matrimonio uno veramente ama il suo coniuge, e desidera veramente e profondamente un buon matrimonio, fare sacrifici per migliorare quel matrimonio non sarà gravoso. Non è difficile abbandonare cose che prima erano importanti, per la gioia di poter essere più legati al proprio coniuge.
Quando invece uno dice di amare il coniuge, e dice di voler un buon matrimonio, ma gli è difficile abbandonare certe cose per avere più tempo per il matrimonio, e fa tanti ragionamenti per giustificare il fatto di non abbandonare quelle cose, rivela un cuore che in realtà non ama tanto il coniuge, e non desidera profondamente un buon matrimonio, ma piuttosto ama la propria carne.
In questi casi, quando il cuore non vuole lasciare qualcosa per dedicare più tempo al matrimonio, nonostante gli sia stato consigliato di fare questo, cosa bisogna fare? Per non essere ipocriti, sarebbe meglio andare avanti come prima, finché il cuore non vuole passare più tempo con il coniuge?
No, il problema non è rischiare di essere ipocriti. Il problema è dare spazio alla carne. La soluzione è umiliarsi, non dare retta ai propri ragionamenti, e seguire il consiglio di coloro che sono più avanti di te nel cammino del matrimonio. Poi, prega sinceramente Dio di cambiare il tuo cuore, pregando di amare di più il tuo coniuge.
Prego che ognuno che mi ascolta e che è sposato valuterà il proprio matrimonio, e il cuore che ha per il coniuge. Prego che voi che non siete sposati ma che potreste sposarvi valuterete che cos'è veramente il matrimonio. E prego per voi che non sarete sposati di poter aiutare coloro che sono sposati ad amare di più i loro coniugi. Il matrimonio è estremamente importante agli occhi di Dio.
Applicare alla vita in Cristo
Prego che questo esempio sul matrimonio possa essere di aiuto per tutti i matrimoni attuali e futuri che ci saranno qua. Però, in realtà, l’esempio del matrimonio è per aiutarci a considerare il nostro cuore verso il nostro matrimonio spirituale, cioè, considerare il nostro rapporto con Gesù Cristo. La Bibbia dice che noi siamo la sposa di Cristo, Egli è nostro Sposo. La vita cristiana non è seguire una serie di regole, piuttosto è vivere in comunione con Gesù Cristo. Vorrei considerare il nostro rapporto con Gesù Cristo alla luce dell'esempio che ho fatto su Mario ed Edoardo, i due mariti.
Nell'esempio di Mario ed Edoardo, il forte consiglio del pastore fu visto in due modi diversi da questi due uomini. Mario vide il consiglio come un prezioso aiuto per lui per raggiungere il suo traguardo di amare sempre di più sua moglie. Visto che la sua passione era di amare di più la moglie, era molto contento di avere un aiuto da qualcuno che era più avanti di lui nel matrimonio. Lui accettò di cuore il consiglio del pastore, non perché capisse tutto, ma perché voleva un matrimonio più forte, e vedeva che il pastore aveva un matrimonio forte.
Al contrario, Edoardo vide il consiglio del pastore come una regola pesante ed esagerata. Voleva essere visto bene dal pastore, ma non riusciva ad accettare di cuore il suo consiglio. Ad Edoardo sembrava esagerato e inutile. Seguì il consiglio fino ad un certo punto e per un certo tempo, ma non lo faceva di cuore. Perciò, visto che non lo faceva di cuore, i cambiamenti che fece nel matrimonio non portarono buoni risultati.
Facciamo un paragone fra il consiglio del pastore a Mario ed Edoardo, e i comandamenti di Dio. Vorrei avere come brano chiave di questo sermone 1Giovanni 5:3. Per avere il contesto, leggo i versetti da 1 a 3. Questo brano rivela una verità meravigliosa per chi è veramente in Gesù Cristo. Seguite mentre leggo.
“1 Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che lo ha generato, ama anche chi è stato generato da lui. 2 Da questo sappiamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. 3 Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:1-3 LND)
Amare Dio e amare i Suoi figli è una parte essenziale della vera salvezza. In altre parole, se uno non ama Dio e non ama i figli di Dio non è salvato. Se tu dici di essere un vero cristiano, e non è chiaro se tu ami Dio e i Suoi figli, ravvediti, e cambia direzione della tua vita.
Qual è il metro per capire se veramente amiamo Dio, ovvero, che abbiamo l’amore di Dio? Questo brano ci dichiara che è così quando osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice di amare Dio e non osserva i Suoi comandamenti inganna se stesso. Il vero amore di Dio in noi ci porta ad ubbidire ai Suoi comandamenti.
Però, è estremamente importante notare, e questo è il punto principale di quello che voglio dire oggi, che quando abbiamo veramente l'amore di Dio, osservare i Suoi comandamenti non è difficile. Se amiamo Dio, i Suoi comandamenti non sono gravosi per noi.
Voglio ripetere questo, perché è fondamentale. Se tu hai l'amore di Dio in te, che è un frutto della salvezza, allora, i comandamenti di Dio non ti sono gravosi. Se invece i comandamenti di Dio ti sono gravosi, è un bruttissimo segno che qualcosa non va nella tua vita.
Considerate con me quello che Gesù dichiara in Matteo 13:44: qui descrive il cuore di un uomo che trova la salvezza. Notate che quest'uomo vende tutto quello che ha, ovvero abbandona tutto quello che ha, tutto quello che prima era importante per lui. Ma notate il CUORE che aveva nel fare questo, alla luce di aver trovato la salvezza. Vi leggo Matteo 13:44.
“"Di nuovo, il regno dei cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, che un uomo, avendolo trovato. nasconde; e, per la gioia che ne ha, va, vende tutto ciò che ha e compera quel campo.” (Matteo 13:44 LND).
Quest'uomo vende tutto quello che ha. Questo rappresenta l'idea di abbandonare tutte quelle cose che erano preziose e importanti per noi. Ma la cosa che noto è che quell'uomo fa questo con grande gioia. Non è gravoso per lui abbandonare tutte quelle cose. Lui ha gioia perché ha trovato la vera salvezza, il regno dei cieli.
Pensate a quello che Gesù dichiara in Luca 14:26. Questo ci aiuta a capire il confronto fra il nostro desiderio per qualunque cosa nella vita e il nostro amore per Dio. Ve lo leggo.
“"Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo.” (Luca 14:26 LND)
Qui, Gesù non sta insegnando che uno deve letteralmente odiare gli altri e la propria vita, ma piuttosto che l'amore per Dio deve essere così grande che in confronto, l'amore per gli altri è come odio.
Vorrei confrontare questo con l'esempio che abbiamo fatto prima di Mario ed Edoardo. A Mario piaceva tantissimo giocare a calcio e pescare. Erano sue grandi passioni da anni. Però, in confronto al suo amore per sua moglie, era come se odiasse quelle due attività. Non aveva alcun problema ad abbandonarli, per quanto era grande l'amore per sua moglie. Così è come dovremmo seguire Dio, e abbandonare delle cose per crescere in Cristo.
Un altro brano che ci insegna la stessa cosa è quello che Gesù dichiara in Marco 8:34-37. Seguite mentre leggo. Ricordate che quando Gesù parla di salvare la vita, non sta parlando principalmente di salvare la vita fisica, ma di salvare la vita che hai stabilito, e che hai sempre cercato di ottenere fino a quel punto. Seguite mentre ve lo leggo.
“34 Poi chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: "Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua 35 perché chiunque vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e dell’evangelo, la salverà. 36 Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua? 37 O che cosa potrebbe dare l’uomo in cambio dell’anima sua?” (Marco 8:34-37 LND).
Per avere la salvezza in Gesù Cristo, dobbiamo vedere in Cristo un valore così alto che siamo ben pronti a perdere tutto quanto nella nostra vita, ogni preferenza, ogni piacere, ogni bene, e perfino la vita stessa, per avere più di Cristo. Ma quando facciamo questo, che fa parte di ubbidire ai comandamenti di Dio, non sarà gravoso, se amiamo veramente Gesù Cristo.
Infatti, abbiamo già letto che avere l'amore di Dio vuol dire osservare i Suoi comandamenti. E i comandamenti di Dio fanno morire ciò che in noi è terreno. Ci fanno mettere a morte tutto quello che in noi è carnale. Questo comprende tutto quello a cui eravamo attaccati al punto da essere per noi un idolo.
In Colossesi 3:1-6 troviamo una descrizione della vera vita cristiana. Notate che comprende far morire quelle che sono le nostre passioni naturali, perché il nostro cuore è sulle cose di Dio. Seguite mentre leggo questo brano importante.
“1 Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra, 3 perché voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. 4 Quando Cristo che è la nostra vita apparirà, allora anche voi apparirete con lui in gloria. 5 Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria; 6 per queste cose l’ira di Dio viene sui figli della disubbidienza,” (Colossesi 3:1-6 LND)
Prima di avere Gesù Cristo, il nostro cuore era focalizzato sulle cose della terra, i nostri desideri erano tutti rivolti alle cose della terra. Questa è la vita di ogni persona non salvata. Dio non era il nostro tesoro, non amavamo Dio, non desideravamo stare insieme a Dio. Volevamo soddisfarci con qualcosa che il mondo ci offriva.
Se faccio il confronto con Mario ed Edoardo, prima del matrimonio, non amavano le donne che diventarono poi le loro mogli. Non volevano stare con loro. Cercavano la loro soddisfazione nelle cose della vita, nel loro caso, nel calcio e nella pesca.
Quando Dio ci salva, ci dà un nuovo cuore, un cuore che ama Dio, però, abbiamo ancora la carne, e perciò, siamo ancora tentati a cercare la nostra soddisfazione nelle cose di prima.
Dio dichiara che i Suoi comandamenti non sono gravosi. Ma in realtà, possono essere molto gravosi, SE stiamo amando le cose del mondo anziché Dio. Cioè, i comandamenti di Dio non sono gravosi quando stiamo amando Dio. Se invece il nostro amore per Dio è debole, se stiamo cercando la nostra soddisfazione in qualcosa al di fuori di Dio, allora, i Suoi comandamenti sembreranno gravosi. Ma questo è perché il nostro cuore non è nel posto giusto.
Leggo Giovanni 12:25. Quanto è importante che comprendiamo la realtà di questo!
“Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.” (Giovanni 12:25 LND)
La salvezza cambia il cuore, e dobbiamo passare dall'amare la nostra vita in questo mondo, ad odiare la nostra vita in questo mondo. In altre parole, le cose che erano preziose per noi non sono più preziose. Vogliamo Cristo. Dobbiamo riconoscere che tutte quelle cose sono ostacoli dall’avere più di Cristo.
È come l'esempio di Mario ed Edoardo. Se veramente uno ama sua moglie, vorrà passare più tempo possibile con lei. Non sarà difficile lasciare quello che ostacola il trascorrere del tempo con la moglie. Sarà il suo desiderio. Questo non vuol dire che un coniuge non farà mai a meno dell’altro coniuge. Però, cambia il suo cuore e il suo desiderio. Similmente, un credente avrà nuovi desideri.
I comandamenti ci fanno avere più di Dio
Prego che abbiamo tutti visto che se uno ama veramente Dio, vorrà stare più vicino a Dio, quindi, il suo cuore non sarà focalizzato su quello che deve lasciare, sarà piuttosto focalizzato su come amare di più Dio. Vedrà i comandamenti come mezzi per stare più vicino a Dio.
Facciamo un paragone con un atleta che ha un allenatore. L’atleta, più di qualsiasi altra cosa, vuole vincere la medaglia. Il suo allenatore vuole aiutarlo a vincere la gara. L’allenatore dice costantemente all’atleta come deve fare, come deve mangiare, e tante altre cose.
Se l’atleta veramente vuole la medaglia, come vedrà tutte le regole che l’allenatore gli dà? Le vedrà come gravose? NO. Non saranno gravose per lui. Piuttosto, sarà molto contento di come lo aiutano a migliore e ad avvicinarsi al premio.
A volte, si sentono credenti dire che non vogliono una vita cristiana piena di regole. Oppure, parlano del fatto che la chiesa insegna tante regole. Ma consideriamo questo, alla luce dell'insegnamento di Dio.
Abbiamo letto in 1Giovanni 5:2, 3
2 Da questo sappiamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. 3 Questo infatti è l’amore di Dio: che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.” (1Giovanni 5:2-3 LND)
Se i comandamenti di Dio sembrano gravosi, solitamente è perché si sta cercando la gioia in qualcosa del mondo anziché in Cristo. Quando vogliamo Cristo, allora i comandamenti diventano mezzi per aiutarci a vedere di più Cristo. Come l’atleta, che prende tutto quello che il suo allenatore gli dice come un mezzo per arrivare al premio.
L'applicazione pratica serve
A volte, ci sono credenti che dicono che vanno bene i comandamenti, è l'applicazione pratica che non accettano. Cioè, dicono che non hanno problemi con i comandamenti in sé, è l'applicazione pratica che per loro è esagerata.
Spesso, questo è un modo di nascondere un cuore che cerca la soddisfazione al di fuori di Cristo.
Ricordate che senza l'applicazione pratica, un comandamento non vale niente. L'unico modo di osservare un comandamento è di applicarlo in modo specifico alla vita.
Questo è vero per ogni comandamento, come per esempio Efesini 5:25, dove leggiamo:
“Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei,” (Efesini 5:25 LND)
Questo è un comandamento, ma l'unico modo di osservare questo comandamento è applicarlo in modo specifico nella vita quotidiana. Quindi, bisogna valutare cosa vuol dire in pratica, giorno dopo giorno, amare la moglie come Cristo ama la Chiesa. Se penso all'esempio di Mario ed Edoardo, e poi a Cristo, Cristo sacrificava ogni Suo diritto e ogni Sua preferenza per curare la Chiesa e per stare con Essa il più possibile. E visto che la Bibbia comanda al marito di amare la moglie come Cristo ama la Chiesa, comincia a diventare molto chiaro che un marito deve sacrificare le preferenze sue se in qualunque modo questo potrebbe portare beneficio alla moglie.
Un altro esempio sarebbe Efesini 5:3. Ve lo leggo.
“Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi;” (Efesini 5:3 LND)
Questo è un chiaro e forte comandamento, ed è categorico. Ma non vale nulla se non si arriva all'applicazione pratica. Ci comanda di evitare totalmente questi tipi di peccati. Non dobbiamo nemmeno parlare di queste cose.
Alla luce di questo, un credente può ascoltare musica piena di impurità o fornicazione? Può guardare un programma in tv in cui le donne sono vestite in modo impuro, o c'è impurità o fornicazione di qualunque tipo? Può guardare un film in cui il protagonista è avaro, tutto focalizzato sull'ottenere soldi? Dio ci comanda di evitare totalmente queste cose. Applicare questo comandamento non è legalismo, e, se vogliamo più di Cristo, non è gravoso, anche se vuol dire un cambiamento drastico in quella che è la vita normale.
Andando avanti nel brano, leggiamo Efesini 5:6,7.
“6 Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l’ira di Dio sui figli della disubbidienza. 7 Non siate dunque loro compagni.” (Efesini 5:6-7 LND)
Dobbiamo non essere compagni di coloro che sono nel peccato. E chiaramente, guardare un film è essere compagni di quelle persone mentre guardiamo il film. Ascoltare un canto è essere compagni di chi canta.
Guardiamo un altro esempio di un comandamento, per capire che dobbiamo applicare i comandamenti per seguirli. Leggo 1Timoteo 2:9,10.
“9 Similmente le donne si vestano in modo decoroso, con verecondia e modestia e non di trecce o d’oro, o di perle o di abiti costosi 10 ma di buone opere, come conviene a donne che fanno professione di pietà.” (1Timoteo 2:9-10 LND)
Anche qui, abbiamo un comandamento che bisogna applicare. Se non si arriva a chiare applicazioni, non serve a nulla. Non si può osservare qualcosa che rimane astratto. Questo comandamento riguarda ogni cosa che la donna indossa tutti i giorni, dal mare all'ufficio alla palestra. Se una donna cerca la contentezza nell’essere bella, secondo il metro del mondo, questo comandamento sembrerà gravoso. Se invece lei vuole più di Cristo, non sarà gravoso.
Potrei andare avanti ed elencare tantissimi esempi di comandamenti, e potremo vedere che dobbiamo applicare i comandamenti, e che non è legalismo applicare i comandamenti di Dio.
Il punto è che dobbiamo esaminare il nostro cuore quando arriviamo a considerare qual è l'applicazione di un comandamento. Stiamo cercando la nostra gioia in Cristo, oppure, in qualcosa che il mondo ci offre?
Usando l'esempio dei due mariti, Mario ed Edoardo, c'era una drastica differenza in come volevano applicare l'insegnamento del pastore per quanto riguarda la loro condotta come mariti. Mario voleva fare il massimo possibile per migliorare il suo matrimonio, e per amare di più sua moglie. Quindi, non si metteva a trattare con la moglie per capire qual era il minimo possibile che poteva fare. Non stava là a cercare di arrivare ad un compromesso, passando un po’ più tempo con la moglie senza lasciare quella che era la sua passione. Mario voleva fare il massimo possibile per migliorare il matrimonio. Non contava il costo, come quell'uomo che ha trovato il tesoro nel campo e ha venduto tutto con gioia per poter avere quel tesoro. E così Mario vedeva il matrimonio. Lasciare il calcio non gli era gravoso.
La domanda allora è se noi vediamo il nostro rapporto con Cristo così. Siamo come Mario, e vogliamo fare tutto il possibile per poter avere più di Cristo, e crescere di più in Lui, e portare più gloria a Cristo? Questo è un frutto dell'avere veramente l'amore di Dio in noi.
Oppure, diciamo di amare Dio, ma preferiamo combattere per avere i nostri diritti, per cercare soddisfazione in qualcosa al di fuori di Cristo, anziché stare il più vicino possibile a Cristo?
In realtà, anche se Edoardo diceva di amare sua moglie, il suo cuore era più attaccato a quello che voleva la carne, anziché a sua moglie.
E quando un credente vede l'applicazione pratica dei comandamenti di Dio come gravosi, quando un credente si stanca di tutte le cosiddette regole, quando un credente vede l'applicazione dei comandamenti come estrema, dovrebbe veramente valutare dov’è il proprio cuore.
In realtà, possiamo vivere in uno dei due modi. Possiamo vivere desiderando di più Cristo, e perciò, essendo pronti a cambiare qualunque aspetto della vita per avere più di Cristo. Allora, saremo contenti di lasciare qualunque attività, o qualunque preferenza, o qualunque diritto nostro, se questo può in qualunque modo farci avere più di Cristo, oppure aiutare gli altri ad avere più di Cristo. E fare questi sacrifici sarà una gioia.
Oppure, possiamo dire di amare Cristo, ma in realtà, avere un cuore che cerca la soddisfazione al di fuori di Cristo. Vivendo così, vedremo l'applicazione dei comandamenti di Cristo come gravosa. Cercheremo di ragionare per giustificare questo o quell'altro comportamento, modo di fare o pratica. In quel caso, Cristo non è realmente il nostro tesoro.
Possiamo vivere come Mario, che godeva di un matrimonio che cresceva sempre di più. Oppure, possiamo vivere come Edoardo, che aveva sempre meno gioia del suo matrimonio.
Certamente, sto parlando del nostro rapporto con Cristo. Se noi viviamo il nostro rapporto con Cristo come Mario viveva il suo matrimonio, saremo sempre più vicini a Gesù Cristo, e la nostra gioia sarà sempre più profonda. Se invece viviamo con Cristo come Edoardo viveva con sua moglie, cercheremo di giustificare le nostre scelte, dicendo che non sono peccati. Il nostro traguardo non sarà di avere più di Cristo, ma sarà cercare la gioia in cose al di fuori di Cristo e del Suo regno.
Prego che ognuno si esaminerà onestamente. Dove c’è un cuore che non è focalizzato su Cristo, prego che confesseremo il nostro peccato. Dove vediamo i comandamenti come gravosi, o meglio dire, l'applicazione pratica dei comandamenti di Dio, prego che riconosceremo il peccato nel nostro cuore. Oh, che possiamo godere del nostro rapporto con Cristo, e dedicarci interamente a crescere in Cristo e a promuovere il Suo regno!