Come Rispondiamo alla Parola di Dio
Nell’ultimo sermone su Giacomo, abbiamo considerato come dovremmo rispondere e come dovremmo comportarci quando stiamo tentati. Abbiamo visto che non dobbiamo mai accusare Dio di tentarci a peccare, perché Dio non tenta mai nessuno. Invece, è la nostra concupiscenza che ci tenta a peccare. Quando pecchiamo, è il frutto di una nostra scelta di voler ascoltare la nostra concupiscenza, anziché ascoltare Dio.
Abbiamo letto nel v.18 che Dio ci ha generati, ovvero, salvati, mediante la Parola di Verità. La Parola di Dio, il Vangelo che ci è stato annunciato, è stato il mezzo per il quale Dio ci ha parlato e ci ha dato la fede in Gesù Cristo per essere salvati.
Giacomo 1:18 Egli ha voluto generarci secondo la sua volontà mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature.
Allora oggi, vogliamo leggere Giacomo 1:19-25, per capire di più ciò che Dio vuole insegnarci. Se ricordate, all’inizio di questi sermoni su Giacomo, abbiamo visto una schema del libro di Giacomo. Abbiamo elencato il brano di oggi come: la prova della nostra fede in base a come rispondiamo alla Parola di Dio. Perciò, oggi, vogliamo considerare come rispondere alla Parola di Dio.
19 Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira; 20 perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio. 21 Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre. 22 Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. 23 Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; 24 e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era. 25 Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. 26 Se uno pensa di essere religioso, ma poi non tiene a freno la sua lingua e inganna sé stesso, la sua religione è vana. 27 La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni, e conservarsi puri dal mondo.
È importante ricordare che il contesto di questo brano è il brano precedente. Cioè, quando leggiamo dell’importanza di ascoltare, il contesto di riferimento sono quelle situazioni in cui ci troviamo in svariate prove e pecchiamo. Nel v.18, Giacomo parla della Parola di Verità, cioè, la Bibbia. Quando siamo tentati, e pecchiamo, Dio ci parla tramite la Bibbia, o tramite un sermone o un altro insegnamento, oppure tramite un fratello o una sorella che ci parla personalmente. Il brano di oggi ci fa valutare il modo in cui noi rispondiamo quando la Parola ci parla.
Essere lenti a parlare
Leggiamo il v.19.
Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira
Spesso, pensiamo a questo versetto in un senso generale. Però, il contesto ci mostra che la sua applicazione specifica e principale è quella di ascoltare la Parola di Dio, specificamente in quelle occasioni in cui abbiamo peccato in qualche modo.
Dio ci ha salvati dalla condanna del peccato, tramite la Parola della Verità, cioè, tramite la Parola di Dio.
Però, il ruolo della Parola di Dio non è solo quello di salvarci, ma anche di santificarci. Cosa fa la Parola di Dio, quando pecchiamo? Ebrei 4:12,13
12 Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 E non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.
La Parola di Dio penetra nell’intimo dell’uomo, e giudica, ovvero, rivela, i sentimenti e i pensieri del cuore. In altre parole, la Parola di Dio è come un proiettore che mostra sullo schermo i nostri pensieri e il nostro peccato.
Quando pecchiamo, Dio opera in modo che la Parola di Dio ci riprende. Come dicevo, può avvenire tramite la nostra lettura personale. Può avvenire tramite qualche sermone o studio. Può avvenire tramite un’osservazione di un fratello o di una sorella. In qualche modo, il Signore ci riprenderà tramite la Parola. La domanda importante è: come rispondiamo quando la Parola di Dio ci parla del nostro peccato?
Prima di tutto, di solito, non è piacevole essere ripresi dalla Parola. Più un ammonimento è personale, più è difficile accettarlo. Però, questo fa parte del piano di Dio. Infatti, la Bibbia parla molto di esortare e ammonire. Cosa vuol dire? Vuol dire usare le verità della Bibbia per mettere in evidenza il peccato di qualcuno.
Un esempio pratico: una persona può venire da me, e spiegarmi come un certo mio comportamento non è biblico. La domanda importante è: ascolto veramente ciò che mi dice quella persona? Infatti, molto spesso, Dio ci parla tramite un fratello o una sorella. Questa persona ci mostra qualche peccato o mancanza nella nostra vita.
Il v.19 parla allora di come ascoltiamo le verità bibliche che ci vengono dette, specialmente quando abbiamo peccato e le parole ci mostrano il nostro peccato.
Leggiamo di nuovo il v.19:
Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira
Quando qualcuno viene da noi per mostrarci qualcosa dalla Parola di Dio, o quando ce ne accorgiamo per conto nostro, leggendo la Bibbia, o quando ascoltiamo un insegnamento pubblico, e il messaggio riguarda un nostro peccato, come dovremmo rispondere?
Pronto ad ascoltare
Prima di tutto, dovremmo essere pronti ad ascoltare. La nostra reazione naturale è di rifiutare gli ammonimenti. La nostra reazione naturale è di negare subito ciò che ci viene detto. Cioè, per natura, non ascoltiamo di cuore quello che ci viene detto. Rifiutiamo, prima di considerare onestamente e valutare il contenuto di quello che ci viene detto.
La parola greca che viene tradotta con “sappiate questo”, nella Nuova Diodati viene tradotta con “perciò”. “Perciò” si avvicina di più al senso dell’originale.
Allora, perciò, cioè, alla luce di quello che è stato insegnato nei primi versetti, ogni uomo sia pronto ad ascoltare. Alla luce del fatto che quando cadiamo nel peccato, è stata la nostra concupiscenza a portarci a peccare, e il peccato porta alla morte, noi dovremmo essere pronti ad ascoltare sinceramente l’ammonimento.
Potremmo dire: Quando la Parola di Dio ti mostra un peccato, sii pronto ad ascoltare quello che ti dichiara. Sii pronto ad ascoltare veramente, e considerare, e meditare su quello che viene detto. Ogni uomo sia pronto a valutare attentamente le parole che gli vengono dette. Ogni uomo sia pronto a contemplare attentamente l’insegnamento o l’ammonimento che riceve.
Essere pronti ad ascoltare vuol dire ascoltare senza esitare. Il mio vicino di casa è spesso via per diversi giorni, e mi lascia il mangime da dare al suo cane e al suo gatto affinché non patiscano la fame. Quando vado a dare loro il cibo, essi sono pronti a mangiare. Non devo stare là a convincerli di venire. Basta che io apra la porta, e loro si dispongono là in attesa.
Questo è il tipo di atteggiamento che viene descritto qui. Quando qualcuno ha da dirci qualcosa dalla Parola di Dio, dovremmo essere pronti ad ascoltare, come gli animali sono pronti a mangiare.
Ascoltare veramente non significa semplicemente udire un discorso con le proprie orecchie, ma è soprattutto un atteggiamento del cuore. Lo ripeto, perché è molto importante per capire questo versetto: Ascoltare non è un atto mentale, ma è un atto del cuore. Questo spiega ciò che Gesù voleva dire quando dichiarò più volte: Chi ha orecchi, ascolta ciò che lo Spirito dice. Chi ha orecchi per udire oda. Non è un ascoltare meccanico, quanto un ascoltare sincero, dal cuore, focalizzando l’attenzione e il cuore su quello che ci viene detto.
Continuiamo a vedere il versetto, per capire meglio come dovremmo rispondere alla Parola di Dio.
Lento a parlare
Oltre ad essere pronti ad ascoltare, dovremmo essere lenti a parlare.
Per capire questo, ricordiamo il contesto. Il contesto di questo versetto è quella situazione in cui cadiamo nella tentazione, e la Parola di Dio viene usata per parlarci. Allora, il contesto è l’uso della Parola di Dio per dare insegnamenti riguardo ai nostri peccati.
Considerando questo contesto, il senso principale di questa frase è: sia lento ad insegnare la Parola. Infatti, Giacomo ripete questo insegnamento in Giacomo 3:1 Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio,
Gesù dichiara una cosa simile in Matteo 7:1-5.
1 «Non giudicate, affinché non siate giudicati; 2 perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. 3 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? 4 O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? 5 Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello.
Spesso, quando guardiamo gli sbagli degli altri, ignoriamo qualche sbaglio nostro, che a volte è più grave di quello che vediamo nell’altra persona. Quando dobbiamo parlare, usando la Parola di Dio per mostrare agli altri i loro peccati, dovremmo essere lenti a parlare. Cioè, prima di “partire in quinta”, dovremmo esaminare innanzi tutto noi stessi, e poi, dovremmo valutare bene quello che pensiamo di dire. È troppo facile dire qualcosa come ammonimento, senza capire bene la situazione, e senza valutare se siamo in condizione di dire quello che vogliamo dire. Perciò, è importante essere lenti a parlare.
Lento all’ira
Quando qualcuno ci ammonisce, nella carne, è facile rispondere con ira. Qui, intendiamo non solamente un’ira esteriore, visibile, ma anche un’ira interiore, nascosta. Cioè, quando qualcuno ci ammonisce, è facile avere del risentimento dentro, un sentimento negativo verso la persona che ci ammonisce. Questa è una tendenza naturale. Immagino che ciascuno di noi abbia reagito così qualche volta, cioè, credo che ciascuno possa dire che a volte, quando qualcuno ti fa un osservazione, anziché prendere a cuore ciò che ti viene detto, provi con un sentimento negativo verso la persona che ti ha detto quella cosa. Questa è l’ira di cui questo versetto parla.
Allora, dovremmo essere lenti all’ira. Quando qualcuno usa una verità della Bibbia per mostrarci un nostro sbaglio, o per mostrarci come dovremmo cambiare secondo la volontà di Dio, noi non dovremmo rispondere con un sentimento negativo. Invece, dovremmo essere pronti ad ascoltare veramente e valutare quello che ci viene detto. Questo è un frutto della vera salvezza. Rispondere come Dio ci insegna ci porterà ad essere sempre più trasformati a immagine di Cristo.
v.20 l’ira dell’uomo
Leggiamo il v.20
Perché l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio.
Semplicemente, questo versetto dichiara che quando rispondiamo con ira ad un ammonimento, la nostra ira ci porta ad avere meno della giustizia di Dio in noi. Cioè, rispondere con ira ad un insegnamento non compie l’opera di Dio in noi. Ci ostacola dal ricevere l’opera di Dio che ci trasforma ad immagine di Cristo. Allora, dobbiamo evitare a tutti i costi di rispondere con ira. Dobbiamo riconoscere quanto questo è un peccato grave, e confessare questo peccato quando lo commettiamo.
v.21 la risposta giusta
Finora, abbiamo considerato come dovremmo rispondere quando qualcuno ci insegna o ci ammonisce mediante la Parola di Dio. Abbiamo visto che dovremmo essere pronti ad ascoltare veramente e valutare, e molto lenti a rispondere e a sentire ira dentro. Il versetto 21 spiega ancora più chiaramente come dovremmo rispondere. L’enfasi in questo versetto è posta principalmente sul nostro atteggiamento.
Giacomo 1:21 Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.
Anziché rispondere con ira quando la Parola di Dio ci mostra un peccato, dovremmo deporre ogni impurità e residuo di malizia.
La parola originale che qui è tradotta con “deporre” è la parola che fa riferimento all’atto di spogliarsi. La stessa parola è usata in Efesini 4:22,25
avete imparato per quanto concerne la vostra condotta di prima a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; 25 Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri.
Dobbiamo spogliarci di ogni impurità, e di ogni residuo di malizia. Prima di essere salvati, eravamo pieni di malizia e impurità. Adesso che siamo figli di Dio, dobbiamo togliere qualsiasi residuo di queste cose. Sono queste cose che ci fanno rispondere con ira, anziché ascoltare veramente quando qualcuno usa la Parola di Dio per mostrarci un nostro peccato.
ricevete con dolcezza
Notiamo la seconda parte del v.21
Giacomo 1:21 Perciò, deposta ogni impurità e residuo di malizia, ricevete con dolcezza la parola che è stata piantata in voi, e che può salvare le anime vostre.
Ricevete con dolcezza la Parola che è stata piantata in voi. Quando qualcuno usa la Parola per mostrarci un nostro peccato, dobbiamo ricevere la Parola con dolcezza. Dobbiamo riconoscere che la Parola di Dio è lo strumento di Dio per purificarci e trasformarci a immagine di Cristo. Quello che ci viene detto in quel momento fa parte dell’opera di Dio di santificazione. Allora, anziché rispondere male, dobbiamo ricevere la Parola con dolcezza. Così riceviamo le benedizioni che Dio vuole darci.
Vorrei solo chiedervi di pensare a quanto i nostri rapporti, sia in famiglia che fra di noi, possono essere più belli se riceviamo sempre la Parola di Dio con dolcezza. Che meravigliosa differenza vedremo nei nostri rapporti se quando qualcuno ci fa un’osservazione, la riceviamo con dolcezza. In sé, questo già trasforma i nostri rapporti.
Non dobbiamo mai rifiutare gli insegnamenti della Parola di Dio, perché la Parola di Dio è stata piantata in noi, e può salvare le nostre anime. O che possiamo ricordare che senza la salvezza di Dio, saremmo stati condannati eternamente! O che possiamo riconoscere e ricordare che la Parola di Dio continua a operare in noi per trasformarci a immagine di Cristo, santificandoci. O che possiamo desiderare l’opera della Parola di Dio.
vv.22-24 Un facitore
Adesso, ascoltiamo i vv.22-24 Questi versetti continuano a spiegarci come dovremmo rispondere alla Parola di Dio.
22 Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi. 23 Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; 24 e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era.
Desidero leggere il v.22 nella traduzione Nuova Diodati. In questa traduzione, questo versetto segue meglio il senso esatto del testo originale greco: E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi.
Quando Dio ci parla tramite la Parola, cosa ne facciamo? Questi versetti ci parlano dell’importanza di diventare facitori della Parola. Non solo dobbiamo fare quello che la Parola ci insegna, ma dobbiamo essere facitori, cioè, dobbiamo fare di tutto cuore ciò che ci viene insegnato, e non solo essere uditori.
Ricordate le parole di Cristo in Matteo 7:21-27?
21 «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?” 23 Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” 24 «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. 25 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. 26 E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
Ecco un esempio della differenza fra essere un uditore e un facitore. Ascoltare la Parola di Dio e non metterla in pratica è una vera stoltezza, e porterà la vera rovina nella vita di quella persona. Quanto è importante che mettiamo in pratica quello che ascoltiamo!
Notiamo Giacomo 1:23,24
23 Perché, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile a un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio; 24 e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica com’era.
Guardare la faccia nello specchio attentamente, e poi dimenticarla, vuol dire che non è servito a nulla guardare nello specchio. Non serve a nulla leggere la Bibbia, e ricevere insegnamenti e ammonimenti gli uni dagli altri, se non mettiamo in pratica quello che riceviamo.
v.25 Come essere veramente felice
Vorresti essere veramente felice? Leggiamo il v.25.
Ma chi guarda attentamente nella legge perfetta, cioè nella legge della libertà, e in essa persevera, non sarà un ascoltatore smemorato ma uno che la mette in pratica; egli sarà felice nel suo operare. Giacomo 1:25
Usando ancora l’esempio dello specchio, Giacomo ci dà una verità importante. Quando uno guarda attentamente nella legge perfetta, ovvero, nella legge di Dio, la Bibbia, e persevera in quella legge, egli sarà felice nel suo operare.
Se vuoi essere veramente felice nella vita, se vuoi veramente le benedizioni che solo Dio può darti, allora, devi ascoltare e mettere in pratica la Parola di Dio. Devi guardare attentamente nella Parola. Cioè, devi considerare attentamente quello che ti viene detto, e contemplarlo con cura per capire come si applica alla tua vita.
Avendo capito e messo in pratica la verità, bisogna perseverare in essa. Così, saremo veramente felici. Quante volte cerchiamo la felicità nei posti sbagliati. Quanto volte rifiutiamo di accettare un insegnamento o un ammonimento, quando è proprio questo che ci aiuterebbe ad essere veramente felici e a stare veramente bene. Quante volte ascoltiamo un insegnamento, ma non attentamente. Quante volte prendiamo con leggerezza qualche insegnamento o ammonimento. In questi casi, stiamo perdendo la benedizione di essere veramente felici. O che possiamo essere veri facitori della Parola, e che possiamo guardare attentamente nella Legge Perfetta, cioè, la Parola di Dio, e perseverare in quella Legge. Perseverare vuol dire non solo applicare la Legge di Dio nella mia vita oggi, ma anche domani, e dopodomani, e giorno per giorno, fino al giorno in cui vedremo Gesù Cristo.
Conclusione
Allora, che verità abbiamo visto oggi? Questo brano è molto chiaro. Parla di come dobbiamo rispondere alla Parola di Dio, specificamente in quei casi in cui abbiamo peccato. Conosciamo tutti la nostra tendenza naturale di esseri umani: la tendenza a rifiutare un insegnamento o un ammonimento. Invece, è proprio quello che ci serve.
Domanda: come rispondi quando Dio ti parla tramite la Parola? Se questo avviene per mezzo della tua lettura personale, ascolti? Se è tramite un sermone o uno studio, ascolti? Se è tramite un fratello o una sorella che ti fa un osservazione, ascolti? Sei sempre pronto ad ascoltare, lento a parlare, e lento all’ira? Ricevi la Parola con dolcezza, e la contempli attentamente, e diventi un facitore di quello che impari?
Tramite Giacomo, Dio ci chiama ad essere pronti ad ascoltare insegnamenti e ammonimenti. Ci chiama ad essere lenti a parlare, e lenti all’ira. Ci insegna a ricevere la Parola con dolcezza, in qualsiasi modo che ci viene dato. E infine, dovremmo non solo ascoltare e ricevere la Parola di Dio, ma dovremmo essere facitori della Parola, e perseverare nella preziosa Parola di Dio. Allora noi avremo la benedizioni di essere veramente felici nel nostro operare.