Aiuto Biblico

Essere uditori e non solo facitori, la vera religione

Giacomo 1:21-27

Sermone di Leonardo Bevilacqua, www.AiutoBiblico.org per domenica, 3 ottobre 2021

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Introduzione

Se tu sei un figlio di Dio, ti faccio una domanda. Dio vuole benedirti? Dio vuole che tu abbia una vita e un’eternità benedetta?

La risposta è ovvia: assolutamente sì! Eppure, non sempre vediamo che Dio vuole benedirci. Addirittura, a volte crediamo il contrario, che Dio NON vuole benedirci, ma maledirci. Hai mai pensato questo? Forse non in questi termini, ma sicuramente almeno una volta nella vita, hai creduto questa menzogna, credendo che i comandamenti di Dio fossero pesanti e gravosi, e che portassero al tuo male e non al tuo vero bene. E, tristemente, è più realistico pensare che io e te abbiamo creduto questo più volte.

Dio vuole benedirci, e per questo, tramite la sua Parola, ci mostra come dobbiamo vivere per avere una vita e un’eternità benedette. Dio ci dà le indicazioni per come camminare vicini a Lui, per come avere una vita piena di frutto spirituale e piena di gioia. Ma a volte, stoltamente, crediamo che seguire Dio sia pesante e difficile, che sia impossibile. E la verità è che è veramente impossibile, SE non hai Dio. Ma se tu sei un figlio di Dio, Dio è con te, Lui è la tua forza, Lui è il tuo sostegno. Tu non sei da solo!

E poi, considera qual è il frutto di vivere in ubbidienza a Dio: gioia e pace profonda, oggi e per l’eternità! Questo è quello che il cuore di ciascuno di noi desidera.

Dio vuole benedirti oggi, adesso, parlandoti tramite la sua Parola. Forse ti mostrerà cose nuove, forse ti ricorderà cose che già sapevi. Ascolta con attenzione, perché questa è la via per essere veramente benedetto.

Oggi vogliamo continuare nel nostro studio dell’epistola di Giacomo. Stiamo guardando insieme il capitolo 1. Giacomo, come ho detto altre volte, ci mostra vari aspetti di come vivere la vita cristiana. Ma non dobbiamo dimenticare che non siamo soli, perché Dio è con noi, e non dobbiamo dimenticare qual è il frutto di vivere così.

Deporre e Ricevere

Voglio cominciare dal versetto 21. Questo versetto inizia con “perciò”. Come abbiamo visto nello scorso sermone, quando troviamo un “perciò” di solito vuol dire che quello che l’autore sta per dire si basa su quello che ha detto finora. In questo caso, con questo “perciò” Giacomo ci sta per spiegare un altro aspetto di come vivere, alla luce del fatto che siamo stati salvati per grazia da Dio. Seguite mentre Leggo dal versetto 21.

“21 Perciò, deposta ogni lordura e residuo di malizia, ricevete con mansuetudine la parola piantata in voi, la quale può salvare le anime vostre. 22 E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi. 23 Poiché, se uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno specchio; 24 egli osserva se stesso e poi se ne va, dimenticando subito com’era. 25 Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell’opera, costui sarà beato nel suo operare.” (Giacomo 1:21-25 LND)

Il versetto 21 ci dà la chiave per come vivere la vita cristiana. Ci sono due passi da fare: deporre e ricevere.

Deporre

Il primo passo è deporre ogni lordura e ogni residuo di malizia, che vuol dire, dobbiamo lasciare, abbandonare totalmente, ogni peccato che ancora rimane nel nostro cuore anche dopo la salvezza. Dobbiamo togliere il vecchio per poter mettere il nuovo. Nonostante che Dio ci giustifica in Cristo al momento della salvezza, comunque rimane in noi molto residuo di malizia. Cioè, Dio ci giustifica, ma poi inizia l’opera della santificazione. Il motivo per cui continuiamo a cadere nel peccato è perché c’è ancora del marcio in noi. Dobbiamo deporre questo marcio, questa lordura, ogni residuo di malizia.

COME possiamo deporre il male che è ancora in noi? Per deporre la lordura, ovvero, il peccato che è ancora in noi, dobbiamo confessarlo. Quando confessiamo di cuore il nostro peccato, in modo chiaro, senza scuse, Dio non solo ci perdona, ma ci purifica. QUESTA è la chiave per deporre il male in noi.

Inoltre, deponiamo il male in noi quando evitiamo la cattiva compagnia. La compagnia può essere persone, può essere quello che leggiamo o ascoltiamo o guardiamo. Per deporre il male in noi, dobbiamo evitare la brutta compagnia.

Deporre ogni lordura è un azione che si ripete per tutta la vita cristiana, man mano che riconosciamo il peccato in noi. Ogni volta che riconosciamo un peccato in noi, è da deporre, è da togliere, tramite la confessione a Dio. Grazie a Dio, quando confessiamo in nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci e da purificarci da ogni iniquità, per mezzo del nostro Signore, Gesù Cristo.

Però, non basta mai solo togliere il male. Dobbiamo riempire il vuoto con il bene. Consideriamo il secondo passo.

Ricevere

Il secondo passo da fare è ricevere con mansuetudine la parola piantata in noi. Questo riguarda il modo in cui accogliamo la Parola di Dio. Quando ascoltiamo gli insegnamenti della Parola di Dio la Parola viene piantata in noi. Se li accogliamo e li facciamo nostri, con mansuetudine, anche quando ci pestano i piedi, stiamo ricevendo la Parola. Per crescere, dobbiamo ricevere gli insegnamenti della Parola di Dio, che Dio ci dà tramite la nostra lettura, tramite gli insegnamenti in chiesa o tramite i fratelli che ci parlano.

E il motivo per cui farlo è che la parola piantata in noi può salvare le anime nostre. La parola può salvare le nostre anime perché, se la ascoltiamo, se la accogliamo di cuore, ci mostrerà il nostro peccato, e ci indica la via per il perdono e la riconciliazione con Dio. Se, invece, rifiutiamo la parola di Dio, e non la vogliamo ricevere, se il nostro orgoglio ci fa indurire e non accettare gli insegnamenti di Dio quando ci calpestano i piedi, allora resteremo senza correzione e non saremo purificati dai nostri peccati. Vivere così rivela un cuore ancora lontano da Dio. Se siamo figli di Dio, dobbiamo deporre il male in noi, e ricevere di cuore la Parola di Dio piantata in noi.

Uditori e Facitori

Ricevere la Parola implica ascoltare e accogliere la Parola nel nostro cuore, ma anche metterla in pratica. Solo ascoltare non basta. Bisogna anche mettere in pratica. La Parola di Dio ci insegna la salvezza, e ci insegna come vivere. L’insegnamento è da vivere. Giacomo è molto chiaro su questo. Rileggo dal versetto 22.

“22 E siate facitori della parola e non uditori soltanto, ingannando voi stessi. 23 Poiché, se uno è uditore della parola e non facitore, è simile a un uomo che osserva la sua faccia naturale in uno specchio; 24 egli osserva se stesso e poi se ne va, dimenticando subito com’era. 25 Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell’opera, costui sarà beato nel suo operare.” (Giacomo 1:22-25 LND)

Essere facitore della Parola vuol dire mettere in pratica la Parola. Chi è solo un uditore della Parola, ascolta gli insegnamenti, è d’accordo, ci crede, vede che quello che la Parola insegna è la via benedetta, e per questo, pensa di camminare bene, ma pur ascoltando la Parola, non cammina su quella via, non si mette da fare per mettere in pratica quello che ha sentito. Chi vive così, da uditore e non facitore, inganna sé stesso. Pensa di stare vicino a Dio, ma non è vicino a Dio.

Giacomo paragona uno che è solo uditore della Parola con uno che si guarda allo specchio, vede la propria faccia, ma poi se ne va e dimentica com’era la sua faccia. Per questa persona, essersi guardato allo specchio non ha alcun valore, non gli giova nulla. Allo stesso modo, chi solo ode la Parola, ma non la mette in pratica, quello che ha udito non gli giova nulla. Anzi, lo rende più responsabile.

Essere facitore

Essere facitore della Parola è l’unica via per essere veramente benedetti. E per essere facitori della Parola, occorrono due cose. Notate cosa serve mentre rileggo il versetto 25.

“25 Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell’opera, costui sarà beato nel suo operare.” (Giacomo 1:25 LND)

Per essere facitori serve esaminare attentamente la Parola, e perseverare in essa.

Esaminare attentamente la legge

Per primo serve esaminare attentamente la Parola. Esaminare attentamente la Parola vuol dire anzitutto avere un desiderio profondo di capire correttamente, e a fondo, la Parola di Dio. Implica avere un cuore che vuole veramente conoscere la volontà di Dio.

Per esaminare attentamente la Parola serve umiltà, serve un cuore che vuole capire la volontà di Dio e che non crede di sapere già tutto. Serve essere pronto ad ascoltare, anche quando hai già i tuoi pensieri e pensi di sapere già. Serve un cuore che vuole più di Cristo, che desidera assomigliare di più a Gesù Cristo in ogni campo della vita.

Ma oltre a tutto questo, oltre ad avere il cuore giusto, servono anche passi pratici. Serve prendere tempo ogni giorno nella Parola, serve avere una sana chiesa locale, serve avere buoni insegnamenti.

A livello personale, per esaminare attentamente la Parola di Dio non basta solo fare la tua lettura, come una cosa che fai meccanicamente perché devi. Piuttosto, per esaminare attentamente la Parola devi prendere tempo, ogni giorno, per leggere con cura la Parola di Dio. Avere il cuore giusto è fondamentale. Entro certi limiti, non importa quanto tempo passi nella Parola, perché forse non hai tanto tempo. Ma quello che importa più di tutto è il cuore che hai nel leggere la parola di Dio, e cioè se ci metti impegno, se ti dedichi a voler capire correttamente quello che Dio ti sta dicendo dalla sua Parola, se fai tutto il possibile per trarre il massimo beneficio dal tempo che passi nella Bibbia.

Per esempio: quando trovi una parola difficile, o che non sai cosa significhi, la salti e vai avanti, oppure ti fermi per controllarne il significato nel dizionario? O ancora, quando leggi la Parola di Dio la leggi distrattamente, come se stessi leggendo il giornale, oppure ti concentri e togli ogni distrazione, perché vuoi veramente ascoltare la voce di Dio che ti parla tramite la Parola? Questi sono solo alcuni esempi. È importantissimo che ciascuno valuti il proprio modo di esaminare le Scritture. Esamini la Parola attentamente, oppure distrattamente, dandole poca importanza?

Intendetemi bene, esaminare attentamente la Parola non vuol dire che tutti devono essere grandi studiosi della Bibbia. Infatti, Dio non ha dato a tutti le capacità di essere studiosi. Però, è fondamentale che quando tu leggi la Bibbia, tu la legga con impegno e attentamente, per veramente conoscere Dio. Non è una questione di quanto tempo passi nella Parola (entro certi limiti), e non è una questione di quanti commentari e libri leggi per capire di più. È una questione di cuore. Con che cuore esamini la Parola di Dio?

Ostacoli

È fondamentale riconoscere che ci sono ostacoli ad esaminare attentamente la Parola. Ce ne sono vari: l’orgoglio, i pensieri falsi, i tanti impegni, avere le priorità sbagliate, la pigrizia. È importantissimo che ciascuno esamini la propria vita: hai uno o più di questi ostacoli?

Il più grande ostacolo, forse, è il nostro peccato, il nostro orgoglio. E, quando li crediamo, anche i pensieri falsi che Satana ci mette in testa sono un grande ostacolo. Nel nostro orgoglio vogliamo credere di sapere già tutto, di non avere bisogno di esaminare la Parola di Dio. Oppure, sappiamo di averne bisogno, ma non vogliamo esaminare attentamente la Parola perché non vogliamo riconoscerci mancanti in certi campi della vita. E i pensieri falsi che Satana ci mette in testa possono essere vari, dal “non ho tempo” al “non ne ho bisogno”.

Sia il nostro orgoglio, sia i pensieri falsi da Satana, vogliono farci credere che stiamo bene dove siamo, che non ci serve esaminare la Parola di Dio, e che esaminare attentamente la Parola di Dio, e quindi, seguire Dio, è pesante e gravoso, che è una schiavitù dura. Fratelli, queste sono menzogne dalla bocca di Satana. Satana non vuole il nostro bene. Satana vuole che stiamo male spiritualmente, vuole che ci allontaniamo da Dio e che la nostra fede si raffreddi. Per questo vuole che trascuriamo di esaminare attentamente la Parola di Dio! Ma Dio vuole che stiamo bene, veramente bene. Per questo Dio ci ha dato la sua legge perfetta, che è la legge della libertà, che ci porta ad essere veramente beati e veramente liberi. E, come dice questo versetto in Giacomo, per essere beati è fondamentale esaminare attentamente la Parola. Vedete il cuore di Dio, pieno di amore per noi, anche in questo! Solo se esaminiamo attentamente la Parola possiamo capirla correttamente e capire come viene vissuta.

Ma non ci sono solo l’orgoglio e i pensieri falsi che ci ostacolano. Un altro ostacolo sono i tanti impegni, le faccende di tutti i giorni, e più in generale, avere le priorità sbagliate. Fratelli e sorelle, se non riconosciamo di cuore che abbiamo BISOGNO di esaminare attentamente la Parola di Dio, ci saranno mille altre cose che prenderanno il sopravvento. Abbiamo tutti tanti impegni, cose da sbrigare, anche varie cose urgenti. Per questo è fondamentale che riconosciamo, di cuore, che esaminare attentamente la Parola È UNA PRIORITÀ. Tu ne hai bisogno! Se non compi tutto quello che hai da fare, ma prendi il tempo necessari per veramente conoscere Dio di più e capire la sua volontà, quello vale più di compiere tutte le cose sulla lista.

Per ultimo voglio menzionare anche la pigrizia. Forse tu sai che è importantissimo esaminare attentamente la Parola. Forse riconoscianche che tu ne hai bisogno, e che hai bisogno di crescere in vari campi della vita. Ma non lo fai per mancanza di voglia, perché ci sono altre cose da fare che sono più piacevoli nella carne, che ti attirano di più. Questa è la tua pigrizia. Se tu ti riconosci in questo, riconosci il tuo peccato della pigrizia, confessalo e abbandonalo.

Oh quanta gioia e che vita benedetta possiamo avere se esaminiamo attentamente la Parola di Dio!

Perseverare nella legge

Però, solo esaminare la legge di Dio non basta. Bisogna anche perseverare nella legge di Dio. Infatti, la seconda cosa che serve per essere un facitore è perseverare nella Parola. Perseverare nella Parola vuol dire mettere in pratica la Parola, con costanza, giorno per giorno, facendo quello che Dio ci mostra dalla sua Parola senza stancarsi. Vuol dire non solo iniziare bene, ma anche continuare. Chi inizia ma non persevera, arriva quasi allo stesso punto di chi neanche inizia. Perseverare è fondamentale. Chi solo ode la Parola, sente come dovrebbe vivere, e magari vede anche che è la cosa giusta da fare, ma poi non lo fa. Al contrario, chi persevera nella Parola ascolta di cuore la voce di Dio tramite la Parola, e poi, di pieno cuore, si mette da fare per vivere come piace a Dio in ogni campo della vita. Perseverare nella Parola descrive un cammino in santità e in ubbidienza a Dio, ma non solo per un po’ di tempo, ma che continua.

Chi vive così, esaminando attentamente la legge di Dio e perseverando in essa, è veramente beato nel suo operare. Cioè, chi vive così è veramente, profondamente benedetto da Dio in quello che fa. Chi vive così vuole vivere per Dio, vuole portare frutto per il suo Signore con la sua vita. Dio benedice grandemente chi ha questo desiderio di cuore, e gli dà di poter portare tanto frutto spirituale che dura per l’eternità, alla gloria di Dio!

Se tu ti chiami credente, dici di essere figlio di Dio, ma non hai questo cuore, riconosci il tuo peccato. Riconosci che stai disprezzando Dio e la sua Parola, riconosci che con il tuo comportamento da uditore stai disprezzando Dio che ti parla. E riconosci che, vivendo così, la tua vita non abbonda di frutto che resta per l’eternità. Ravvediti dal tuo peccato e corri a Cristo per il perdono. E poi, comincia a vivere da facitore della Parola, nella forza che Dio ti darà.

Dall’altro lato, come incoraggiamento, considera l’immenso, infinito valore di camminare con Cristo, ovvero, di dimorare in Cristo. Solo dimorando in Cristo possiamo portare frutto, e così avere la piena gioia della vita cristiana. Quindi, esaminiamo attentamente la Parola, per poi perseverare in Essa. Così, avremo la gioia della salvezza.

La vera religione

Per chiudere questo capitolo, Giacomo ci parla di cos’è la vera religione. Per capire bene i prossimi versetti, dovete tenere in mente che la base di questi versetti è quello che Giacomo ha detto finora, soprattutto il comandamento di avere autocontrollo nel parlare e di essere facitori della Parola. Tenete questo in mente e seguite mentre leggo i versetti 26 e 27.

“26 Se qualcuno fra voi pensa di essere religioso, e non tiene a freno la sua lingua, anzi seduce il suo cuore, la religione di quel tale è vana. 27 La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo. (Giacomo 1:26-27 LND)

Cosa vuol dire: tenere a freno la lingua? Vuol dire frenare quelle parole che verrebbero dalla carne. Per esempio, dalla carne si parla con orgoglio, dalla carne si parla con parole che feriscono, dalla carne si parla senza pensare, si parla con parole vuote, si parla lamentandosi anziché ringraziando, si parla in modo che non è secondo la verità. Se uno non tiene a freno la sua lingua, se uno parla in un modo che viene dalla carne, non è religioso, che vuol dire che non cammina bene davanti a Dio. Se uno pensa di camminare bene, o come dice qua, pensa di essere religioso, ma non tiene a freno la sua lingua, inganna se stesso. Magari conosce bene la Bibbia, forse si mette da fare in varie buone opere, forse evangelizza, forse insegna. Però, se non tiene a freno la sua lingua, non è religioso, ovvero, non cammina bene, nonostante tutto il resto. È essenziale tenere a freno la nostra lingua. Credere di camminare bene, se non teniamo a freno la lingua, è avere una religione vana. Nell’orgoglio vogliamo vederci bene, ma la realtà è ben diversa, se non teniamo a freno la lingua.

Cos’è invece la vera religione? Nel versetto 27 troviamo la spiegazione. Lo rileggo.

“27 La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo. (Giacomo 1:27 LND)

Questa descrizione è simbolica, non è esaustiva, ma ci dà l’idea di cos’è la vera religione secondo il metro di Dio. Giacomo menziona due evidenze della vera religione.

Soccorrere orfani e vedove

La religione pura e senza macchia è soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo.

Cosa vuol dire soccorrere gli orfani e le vedove? Prima di tutto, chi sono gli orfani e le vedove? In quella società, erano fra le persone più bisognose. Quindi, rappresentano le persone bisognose. Ci sono persone che hanno sempre bisogno, come una vedova povera, e poi ci sono persone che sono bisognose in un certo momento della vita. Quindi, gli orfani e le vedove rappresentano le persone che hanno bisogni. I bisogni possono essere di vari tipi.

Soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni vuol dire impegnarti a provvedere per il bisogno di qualcuno. In quell’epoca, gli orfani e le vedove erano poveri, e anche senza protezione. La loro afflizione potrebbe essere materiale. Soccorrere vorrebbe dire aiutarli economicamente e in modo pratico.

Però, i bisogni possono essere di tanti tipi. Per esempio, se muore il marito, il bisogno non è solo materiale, ma c’è l’afflizione di non avere un uomo come guida e per protezione e per appoggio. Soccorrere potrebbe voler dire provvedereuna figura di un uomo che investa nelle loro vite, per crescere gli orfani e per guidare le vedove. Questo principio si estende a tanti tipi di afflizioni. Potrebbe essere l’afflizione di essere sola. Potrebbe essere l’afflizione di essere affranto e pieno di dolore. Potrebbe essere l’afflizione in cui c’è bisogno di conforto. Potrebbe essere un’afflizione di corta durata, o di lunga durata. Soccorrere vuol dire provvedere per quell’afflizione. Questo è costoso, è un sacrificio, richiede un vero impegno. Vuol dire fare sacrifici per avere il tempo o i soldi per aiutare chi è nel bisogno.

Effettivamente, soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni è semplicemente amare il tuo prossimo come te stesso. È avere il vero amore cristiano verso gli altri, un amore a fatti, e non solo a parole.

Tenersi puro dal mondo

Per quanto riguarda “tenersi puro dal mondo”, prima di tutto, ricordatevi che la parola “mondo” ha più sensi nella Bibbia. In questo brano, vuol dire il mondo di peccato, il mondo senza Cristo. Riguarda il mondo che spinge lontano dalle vie del Signore.

Quindi, conservarsi puri dal mondo vuol dire evitare i peccati che riempiono il nostro mondo. Spesso, non sono nemmeno visti come peccati dal mondo. Viviamo in un mondo di peccato. Tenersi puro dal mondo vuol dire camminare in santità, nonostante che siamo circondati da ogni lato dal peccato. Vuol dire tenersi puro in ogni campo della vita, dai pensieri, alle parole, alle azioni. Questa è la vera religione agli occhi di Dio.

Tristemente, oggi, tanti che si dichiarano credenti vivono il più possibile come il mondo. Conservarsi puro dal mondo vuol dire proprio il contrario. Vuol dire ricordare che Gesù Cristo ci ha strappati dalle tenebre, a caro prezzo, ci ha giustificati e purificati dai nostri peccati, e perciò non voler avere nulla a che fare con il mondo. Se tu sei un figlio di Dio, devi vivere così, con questo cuore, che non vuole avere nulla a che fare con quello che fa il mondo, nel senso di non mischiarti e non partecipare a quello che fanno i peccatori.

Notate che sia soccorrere gli orfani e le vedove, sia conservarsi puro dal mondo, non sono cose per le quali sarai apprezzato dal mondo. Anzi, se tu vivi così, sarai spesso visto come fanatico, esagerato, e ti disprezzeranno. Ma questo è quello che Dio vuole da noi. Dio non vuole una cosiddetta religione a parole, Dio vuole che abbiamo una vita trasformata, un cuore umile e pronto a servire, e un cuore puro dal peccato. Dio vuole che siamo veramente benedetti, e questa è la via che mette davanti a noi. Camminiamo su questa via e saremo veramente benedetti e soddisfatti.

Conclusione

Fratelli e sorelle, a volte crediamo che la vita cristiana sia difficile e gravosa. Ma la vita cristiana non è gravosa. Tutt’altro. Quello che vediamo in questa parte di Giacomo 1 ce ne dà la conferma.

Dio ci comanda di deporre ogni lordura e ogni residuo di malizia che ancora è in noi, e di ricevere la parola piantata in noi. Umanamente, nella carne, stoltamente, questo può sembrarci difficile e pesante. Ma non siamo soli, Dio è con noi nel processo. E, poi, qual è il frutto che porta? La parola piantata in noi può salvare le anime nostre. Che frutto meraviglioso!

Abbiamo visto anche il comandamento di essere facitori e non solo uditori. Ma anche questo non è gravoso e pesante. Di nuovo, Dio è con noi. E poi, guardiamo al frutto: essere beati nel nostro operare. Che frutto meraviglioso!

Per ultimo abbiamo visto cos’è la vera religione. La vera religione è soccorrere i bisognosi e conservarsi puro dal mondo. Sopratutto conservarsi puro dal mondo, è una battaglia costante. Ma, di nuovo, Dio è con noi! E poi, consideriamo il frutto che porta: essere beati nel nostro operare.

Fratelli e sorelle, che privilegio sapere che, per noi che siamo in Cristo, Dio è con noi, al nostro fianco, ogni giorno. Il nostro Buon Padre non ci lascia e non ci abbandona. Certo, dobbiamo camminare in santità nella vita cristiana, ma Dio è con noi, e il frutto che questo cammino porta è meraviglioso.

Teniamo gli occhi su Cristo e camminiamo seguendo Dio in ogni campo della vita.