Aiuto Biblico

Libero Accesso a Dio Stesso

Ebrei 10:19-23

sermone di Marco deFelice, www.Aiutobiblico.org per domenica 6 luglio, 2013 , – cmd es –
Descrizione: Non c'è privilegio più grande di quello di poter entrare nella presenza di Dio liberalmente. Questo è possibile tramite Gesù Cristo. Consideriamo Ebrei 10:19-25.
parole chiavi: accesso a Dio, preghiera, Gesù Cristo, privilegio, incontri di chiesa

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Secoli fa, quando le nazioni erano governate dai re, in una nazione dove il re era sovrano, era un immenso privilegio essere accolto dal re per presentare i tuoi problemi. Il re aveva l'autorità e il potere di risolvere i problemi. Poteva rendere giustizia, provvedere economicamente e fare tante altre cose. Quindi, avere accesso al re era un privilegio immenso.

Certamente, un re umano aveva tanti limiti. Un re umano era sempre un uomo e perciò, il suo potere era limitato.

Chi è in Gesù Cristo ha un privilegio infinitamente più grande del privilegio di entrare nella presenza di un re umano. Chi è in Gesù Cristo può entrare nella presenza di Dio stesso, per essere soccorso e ricevere grazia.

Ci sono due motivi per cui questo privilegio è così immenso. Prima di tutto, questo privilegio è così immenso perché Dio è così potente. Dio può fare tutto. Dio è sovrano su tutto quello che esiste. Dio può risolvere e trasformare in bene qualsiasi situazione o problema. Mentre un re umano era estremamente limitato in quello che poteva fare, Dio è onnipotente e può fare tutto.

Il secondo motivo per cui questo privilegio è così immenso è perché alla luce dell'infinita santità di Dio, l'uomo peccatore non potrebbe mai entrare nella sua presenza. Il minimo peccato è abominevole per Dio. Quindi, essendo ogni uomo macchiato dal peccato, per merito sarebbe impossibile per l'uomo di entrare nella presenza di Dio.

Oggi, vogliamo considerare quello che Dio ha fatto per rendere possibile per l'uomo peccatore di entrare nella presenza di Dio. E non solo entrare, ma entrare liberalmente. Questo è un miracolo, compiuto da Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Per capire l'immensità del nostro accesso a Dio, vogliamo considerare Ebrei 10:19-25. Questo brano ci aiuta a capire meglio l'immenso privilegio di entrare nella presenza di Dio, e come Dio ha reso questo possibile

Iniziamo leggendo Ebrei 10:19-25

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, 20 che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21 e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse. 24 E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere, 25 non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno.” (Ebrei 10:19-25 LND)

Dove Possiamo Entrare – il Santuario

Consideriamo prima di tutto dov'è che possiamo entrare. Che cos'è questo santuario in cui possiamo entrare? Leggo ancora il versetto 19.

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù,

In Greco, la parola tradotta qua come “santuario” è il plurale della parola “santo”. Aggiungendo la parola “luoghi” per dare senso, potremmo tradurla “i luoghi santi”. Per capire il significato, ricordate come era il Tabernacolo. C'era il luogo santo, e poi, il luogo santissimo. Questi due luoghi erano separati dal Velo, la cortina pesante. A turni, tutti i sacerdoti potevano entrare nel luogo santo, però solamente nei momenti stabiliti da Dio.

Invece, per quanto riguarda il luogo santissimo, solamente il sommo sacerdote poteva passare oltre il velo per entrarvi. E lui non poteva entrarci liberalmente. Poteva entrarci solamente una volta all'anno. Quando il sommo sacerdote entrava nel luogo santissimo, portava dodici pietre sull’efod, che rappresentavano le dodici tribù.

Quindi, il luogo santo era chiuso al popolo e aperto solamente ai sacerdoti e a loro solo nei tempi limitati stabiliti da Dio. Invece il luogo santissimo, che rappresentava proprio la presenza di Dio, era chiuso a tutti i sacerdoti, tranne il sommo sacerdote, solo una volta all'anno. Effettivamente, l'uomo non poteva entrare nella presenza di Dio.

Con il sacrificio di Gesù Cristo, tutto fu cambiato. Alla fine del suo tempo sulla croce, Gesù gridò: “è compiuto”, il cui significato era “il prezzo è pagato”. Egli aveva pagato il prezzo della condanna del peccato, così togliendo il peccato che faceva barriera fra l'uomo e Dio.

A quel punto, il velo del tempio, che separava il luogo santo dal luogo santissimo, si squarciò in due, creando un unico luogo, anziché due.

Quindi, la barriera fu tolta. Ora, non c'erano più due luoghi, il luogo santo e il luogo santissimo. Ora, c'è un luogo al posto dei due. Perciò, nel nostro versetto, in greco, leggiamo, con la parola “luoghi” per rendere chiaro in Italiano:

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nei luoghi santi, in virtù del sangue di Gesù,

Quindi, ora, per mezzo del sangue di Cristo, possiamo entrare nella presenza stessa di Dio. Ora, possiamo entrare dove fino a Cristo l'uomo fu escluso, tranne il sommo sacerdote una volta all'anno.

Possiamo entrare nella presenza di Dio, proprio con Dio stesso, per avere intima comunione con Lui. Possiamo entrare proprio davanti al suo trono. Possiamo presentarci a Dio stesso, con ogni nostro peso.

Ricordate che noi che siamo stati salvati, siamo stati fatti sacerdoti, e perciò possiamo entrare nella vera presenza di Dio come sacerdoti di Dio.

Avendo Dunque

Notate che il versetto inizia con le parole “Avendo dunque”.

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nei luoghi santi, in virtù del sangue di Gesù,

Avendo dunque: finora nel libro agli Ebrei, l'autore ci ha mostrato che Gesù Cristo è superiore a ogni aspetto del Giudaismo. Cristo è superiore alla legge di Mosè, che era solo un tipo di Cristo. Gesù Cristo è superiore ai sacerdoti della legge, perché essi erano macchiati dei loro peccati, ed erano impediti dalla morte a continuare il loro servizio. Gesù è superiore come sacrificio, perché il sangue di un animale non poteva veramente pagare il peccato, mentre il sangue di Cristo sì.

E allora, la parola “dunque” significa il fatto, che chi è in Cristo Gesù ha un accesso che nessuno poteva avere sotto la legge di Mosè.

Il tabernacolo e il sacerdozio e i sacrifici erano tutti simboli, per insegnare all'uomo la necessità del Cristo, che sarebbe il vero sommo sacerdote, e offrirebbe se stesso come il vero sacrificio. Il sacrificio di Cristo era l'unico che poteva veramente pagare la condanna del peccato, e perciò, veramente, aprire la porta a Dio. Avendo Cristo, dunque, abbiamo questa libertà di entrare nella presenza di Dio.

Libertà

Notate che possiamo entrare nella presenza di Dio con libertà. La parola greca tradotta qua vuol dire libertà, vuol dire senza paura, vuol dire senza esitazione.

Troviamo questa stessa parola in Atti 4:13, dove viene tradotta come “franchezza”. Descrive quello che i capi religiosi del sinedrio vedevano in Pietro e Giovanni. Leggo Atti 4:13.

“Or essi, vista la franchezza di Pietro e di Giovanni e avendo capito che erano uomini illetterati e senza istruzione, si meravigliavano e riconoscevano che erano stati con Gesù.” (Atti 4:13 LND)

Gli uomini del sinedrio vedevano la franchezza, ovvero, la libertà totale che Pietro e Giovanni avevano di parlare di Cristo. Nonostante i pericoli che rischiavano, per la potenza dello Spirito di Dio in loro, Pietro e Giovanni avevano piena libertà nel parlare, o, come è tradotto qua, piena franchezza. Non c'era alcun ostacolo per loro di parlare di Cristo.

Similmente, per mezzo di Gesù Cristo, per la prima volta, l'uomo può avere piena libertà di entrare nella presenza di Dio. È una libertà totale, una libertà profonda, una libertà che nessun uomo può togliere. Per mezzo di Cristo, non ci sono ostacoli fra l'uomo e Dio. Possiamo entrare con libertà nella presenza del Signore dell'universo.

Per mezzo del sangue di Cristo.

Questa libertà è fondata sulla certezza che in Cristo, i nostri peccati sono stati pagati. Cioè, la barriera fra noi e Dio sono i nostri peccati. Quando Adamo ed Eva peccarono, furono cacciati fuori dal giardino, e non potevano più avere libero accesso a Dio. Per mezzo del sangue di Cristo, questo accesso a Dio è stato aperto di nuovo.

La via a Dio è per mezzo di Gesù Cristo. Gesù è la via che ci porta a Dio. Non c'è altra via. Solamente per mezzo di Cristo possiamo arrivare al Padre. Gesù stesso dichiara questo in Giovanni 14:6. Ve lo leggo.

“Gesù gli disse: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Giovanni 14:6 LND)

Voglio incoraggiarvi a pensare al fatto che, sarebbe impossibile andare a Dio se non per mezzo di Gesù Cristo. Le nostre preghiere non potrebbero arrivare a Dio se non per mezzo di Cristo. Tutte le nostre suppliche, e anche le nostre adorazioni, ogni volta che gridiamo per aiuto, sarebbe tutto inutile, se non fosse per la mediazione di Gesù Cristo in base al suo sacrificio. Gesù è la via al Padre.

È sempre stato il piano di Dio per l'uomo di arrivare a Lui per mezzo di Gesù Cristo. Infatti è il proponimento eterno che Dio Padre attuò in Cristo Gesù nostro Signore. Leggo questo in Efesini 3:11,12.

“11 secondo il proponimento eterno che egli attuò in Cristo Gesù, nostro Signore, 12 in cui abbiamo la libertà e l’accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui.” (Efesini 3:11-12 LND)

E quindi, Dio ha fatto l'impossibile. La porta alla presenza di Dio era chiusa, in base alla santità di Dio e il peccato dell'uomo. Per mezzo del sacrifici di Gesù Cristo, qui descritto come il sangue di Cristo, quella porta è stata aperta. Il velo è stato squarciato. La via è stata inaugurata per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Egli è il nostro accesso al Padre.

Per capire meglio l'immensità del nostro libero accesso a Dio per mezzo di Cristo, tenete in mente che sarebbe impossibile per noi di entrare nella presenza di Dio sulla base del nostro amore imperfetto per Dio, o le nostre opere per Dio, che sono sempre mancanti. Considerando la santità di Dio, non potevo mai sperare di avere accesso a Dio per alcun merito nostro. Infatti, una delle lezioni più chiare dall'Antico Testamento è che la santità di Dio rende impossibile per l'uomo di entrare nella sua presenza per il proprio merito. Nessun opera da parte degli uomini, né alcun sacrificio da parte di uomini potrebbe mai darci libero accesso alla presenza di Dio.

Ci voleva il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce. E questo Dio ha fatto, mandando suo unigenito Figlio a morire al posto di uomini peccatori. Gesù Cristo è il mezzo per arrivare al Padre.

La Via Recente e Vivente

Considerate che questo è una via recente. Cioè, non esisteva sempre, infatti è stata inaugurata pochi anni prima che fosse scritta il Nuovo Testamento. Voglio rileggere di nuovo il versetto 19 e anche 20.

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, 20 che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne,

La via che ci porta al Padre è una via recente e vivente. È recente in quanto non esisteva finché Gesù non fosse venuto nel mondo, ed andato alla croce. Nei secoli prima di Cristo, gli uomini non avevano questo accesso. Dio curava e salvava gli uomini, ma non avevano l'accesso diretto che noi abbiamo ora in Cristo Gesù. Quindi, è una via recente, e noi siamo i beneficiari di questa nuova via.

E anche una via vivente. È una via vivente perché la via è Gesù Cristo stesso. Abbiamo già letto che Gesù dichiara: "io sono la via, la verità e la vita." Gesù Cristo stesso è la via, e perciò è una via vivente. Gesù è alla destra di Dio oggi, ed intercede per i veri figli di Dio. L'accesso al Padre è sempre per mezzo del Figlio!

E anche vivente in un altro senso. È vivente in quanto rimane sempre valida come via, è sempre attuale. Se pensiamo ai sacrifici di animali nell'Antico Testamento, una volta che un animale veniva ucciso, doveva essere offerto subito come sacrificio. Dopo poco tempo, non era più valido, perché non era fresco. Il sangue versato doveva essere sangue fresco, appena tolto dall’animale. Perciò, il sacrificio di un animale durava poco tempo. Invece, il sacrificio di Gesù Cristo, pur essendo fatto una volta per sempre, comunque è una via vivente, che non s'invecchia mai. Il sacrificio di Gesù Cristo vale oggi, come valeva nel tempo della Bibbia. Rimane sempre efficace. Rimane sempre il sacrificio sufficiente per il peccato di chiunque viene a Dio per mezzo di Gesù Cristo.

La Via è la sua Carne

Gesù Cristo ci ha inaugurato questa nuova via, attraverso il velo, e questa via è la sua carne. La sua carne è il velo in quanto come si entrava nel luogo santissimo tramite il velo, così noi entriamo nella presenza di Dio per mezzo del sacrifici di Gesù Cristo. Il suo sacrificio non si ripete, come leggiamo qua in Ebrei. Però il valore di quel sacrificio rimane il mezzo per il quale entriamo nella presenza di Dio.

E così caro credente, voglio incoraggiarti a pensare spesso al fatto che tu hai accesso a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. Quel libero accesso che tu hai, il privilegio di pregare giorno o notte, ovunque si trovi, è per mezzo di Gesù Cristo.

Il Nostro Sommo Sacerdote

Visto che la via alla presenza di Dio è vivente, questo vuol dire che è sempre valida. Dal tempo del Nuovo Testamento, finché Gesù Cristo non ritornerà, chiunque si ravvede e pone la sua fede in Gesù Cristo avrà libero accesso al Padre per mezzo di Gesù Cristo.

E non solo avrà accesso al Padre, ma avrà Gesù Cristo come sommo sacerdote. Leggo di nuovo i versetti 21 e 22.

21 e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Pensate a questo! Dopo avere compiuto la salvezza, Gesù non ha smesso di interessarsi dei credenti. Grazie a Dio no. Piuttosto Gesù Cristo rimane attivo nella salvezza e la vita di ogni credente, perché Gesù Cristo è il sommo sacerdote di ognuno che si rivolge a Dio per mezzo di lui. Il libro di Ebrei parla molto di Gesù come Sommo Sacerdote. Gesù svolse il ruolo di Sommo Sacerdote quando presentò se stesso al Padre come sacrificio per i nostri peccati. Ma Gesù continua in questo ruolo, per garantirci libero accesso finché siamo in questo cammino terreno.

È utile sapere che il termine sommo sacerdote viene usato 16 volte in questo libro di Ebrei. Dodici di quelle volte si riferisce a Gesù Cristo. Le altre volte si riferisce agli uomini che erano sommo sacerdoti in Israele.

In tutte gli altri quindici brani in cui troviamo questo termine, si usa una parola greca che vorrebbe dire “primo sacerdote”, colui che è sopra gli altri. Invece qui abbiamo un altro termine, che viene usato solo qua. Abbiamo la parola sacerdote, insieme all'aggettivo “grande”. Gesù Cristo è il GRANDE Sacerdote. In questo ruolo, non solo è il Sommo Sacerdote, ma è anche il Re. Gli uomini che svolgevano il sacerdozio nell'Antico Testamento non erano mai re. Invece Gesù, essendo il Cristo è sia Sacerdote, che Re. Troviamo una profezia che ci mostra che il Cristo sarebbe sia Re, che Sacerdote in Zaccaria 6:13. Ve lo leggo. Questo è una profezia del Cristo.

“Sì, egli costruirà il tempio dell’Eterno, si ammanterà di gloria e si siederà e regnerà sul suo trono, sarà sacerdote sul suo trono, e tra i due ci sarà un consiglio di pace.” (Zaccaria 6:13 LND)

Mai si parlava di un sacerdote sul trono, ma in Cristo, sì. Gesù è il grande Sacerdote, sia sacerdote che re. Lodiamo Dio, abbiamo il GRANDE Sommo Sacerdote che si adopera per darci libero accesso al Padre. Non c'è dono più grande. Non c'è accesso più sicuro.

Accostiamoci a Dio

E allora, avendo stabilito il fatto che Gesù ci ha aperto la via a Dio e che Gesù è il nostro grande sommo sacerdote sopra la casa di Dio, a questo punto il brano ci dà il comandamento meraviglioso che troviamo nel versetto 22. Leggo ancora quel versetto, che è basato sul fatto che abbiamo Gesù Cristo come grande sommo sacerdote.

2 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.

Dio ci invita, più che invitare, ci comanda, avendo Cristo come Sommo Sacerdote, ci comanda di accostarci con cuore sincero a Dio.

Pensate: Dio ci comanda di entrare nella vera presenza di Dio.

Ci insegna ad accostarci con cuore sincero. Un cuore sincero è un cuore senza ipocrisia, un cuore che si aggrappa sinceramente a Cristo.

Poi dichiara: “in piena certezza di fede”. In altre parole, pienamente convinti che il sacrificio di Cristo paga veramente la nostra condanna. Cioè, piena certezza di fede è essere pienamente convinti che Gesù Cristo è il nostro accesso a Dio. Pienamente convinti che Egli è l'unica via a Dio. Pienamente convinti che Dio Padre accetta il sacrificio di Cristo come pagamento per i nostri peccati.

Poi, dice “avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.”

Qui, si tratta dalla purificazione che abbiamo, sia del uomo interiore che l'uomo esteriore. La coscienza è macchiata, ovvero, una cattiva coscienza, quando abbiamo peccati non perdonati. Siamo purificati da questi peccati perché in Gesù Cristo c'è perdono. Ci perdona e ci purifica. Ricordate la verità in 1Giovanni 1:9. Ve lo leggo:

“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” (1Giovanni 1:9 LND)

Grazie a Dio, per mezzo di Gesù, Dio non solo ci perdona, ma ci purifica. Però, possiamo accostarci a Dio, avendo i nostri cuori purificati dai nostri peccati. Questo ci permette di accostarci a Dio.

Più comprendiamo la santità di Dio, più comprenderemo l'immensità del privilegio di accostarci liberalmente al trono di Dio per mezzo di Gesù Cristo. Possiamo accostarci pienamente convinti che saremo accettati, sapendo che il Padre accetta senza esitazione il sacrificio di Gesù Cristo, il nostro Sommo Sacerdote.

Riteniamo ferma la confessione

Il versetto 23 è un'esortazione. Come ogni esortazione della Bibbia, è fondata su quello che Dio ha fatto per noi. Cioè, per primo Dio ci provvede tutto abbondantemente. Poi, Dio ci esorta come vivere, alla luce di tutto quello che abbiamo ricevuto da Dio.

In questo caso, avendo Cristo come Sommo Sacerdote, avendo la certezza che possiamo entrare nella presenza di Dio per mezzo di Cristo, e perciò, avendo la certezza che per mezzo di Cristo, Dio risponderà alle nostre preghiere, troviamo la seguente esortazione nel versetto 23. Seguite, mentre lo leggo.

23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse.”

Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza. In altre parole, non vacilliamo, continuiamo a sperare in Cristo, sapendo che in lui c'è accesso al Padre. Non vacilliamo dal credere questa verità, e sapere che è certa. Questo accesso durerà per sempre, perché il sacrificio di Cristo era perfetto. Cristo non è la via che porta a Dio per un certo tempo, Gesù Cristo sarà sempre la via che porta al Padre. E perciò, è giusto che riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, essendo fondata questa speranza in Gesù Cristo.

Il versetto stesso dichiara perché possiamo non vacillare in questa speranza. È perché Dio che ha fatto le promesse è fedele. Come dichiara il versetto "perché è fedele colui che ha fatto le promesse!"

Dio è fedele, Dio è pienamente fedele! Noi vacilliamo, ma Dio non vacilla mai. Noi sbagliamo, Dio non sbaglia mai. Quello che Dio dichiara, Dio fa. Dio ha dichiarato che Gesù Cristo è il Sommo Sacerdote, e nulla cambierà questa meravigliosa realtà. E perciò, sulla solida base della fedeltà di Dio, Dio ci esorta a ritenere ferma la confessione della nostra speranza in Gesù Cristo.

Gli Uni Gli Altri

Passiamo ora al versetto 24. Avendo questo libero accesso a Dio, per mezzo di Cristo, troviamo l'esortazione nel versetto 24. Seguite mentre lo leggo,.

“E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere,” (Ebrei 10:24 LND)

Qua, Dio ci comanda a considerare gli uni gli altri per incitarci all'amore e a buone opere. La parola “consideriamo” vuol dire fissare l'attenzione su gli altri, considerare attentamente, indirizzare i pensieri verso di essi. La nostra tendenza naturale è di concentrare sulle nostre cose, i nostri problemi, i nostri desideri, le nostre situazioni. La nostra tendenza è di pensare ben poco agli altri, se non principalmente in termini di come possono centrare con la nostra situazione. Invece, questo comandamento, come tanti simili nella Bibbia, ci comanda a pensare agli altri, a considerare la loro situazione, i loro bisogni, e come possiamo edificare loro. Quanto è importante che ricordiamo che noi siamo il corpo di Cristo, e perciò membra gli uni degli altri. Questo è vero amore gli uni per gli altri.

Notate lo scopo per cui dobbiamo considerare gli uni degli altri. Dobbiamo considerare gli uni gli altri per incitarci ad amore, e anche a buone opere. La parola incitare è una parola forte, e potrebbe anche essere tradotto come provocare. Vuol dire stimolarci vivamente in una direzione. Nel mondo, le persone tendono a provocare, o incitare, gli uni degli altri in una direzione negativa. Si dice che quella persona mi ha provocato all'ira, o all'odio. Invece, noi dobbiamo incitare o provocare gli uni degli altri all’amore, e anche alle buone opere. Cioè, visto che di natura siamo tutti egoisti, dobbiamo considerare gli uni gli altri per incitarci a vicenda ad amare e ad impegnarsi nelle buone opere. Abbiamo bisogno di un forte stimolo gli uni con gli altri, per spingerci in avanti verso l'amore, e anche verso le buone opere.

Certamente, se io sto vivendo egoisticamente, nella carne non apprezzerò se tu vieni nella mia vita per incitarmi verso l'amore e le buone opere. Nella carne, preferirei continuare a vivere egoisticamente. Ma questo non va bene. Quella è la mia carne. Perciò, anche se non ho voglia, ho bisogno del tuo intervento nella mia vita, ho bisogno che tu consideri come sto camminando, per incitarmi ad avere più amore, e a spendermi per compiere buone opere.

Fratelli e sorelle, abbiamo bisogno gli uni degli altri in questo.

L'importanza degli Incontri di Chiesa

Il versetto 25 completa questo pensiero. Non solo dobbiamo incitarci al amore e alle buone opere, ma il brano ci comanda a non mancare gli incontri della chiesa. Abbiamo bisogno di incontrarci insieme. Leggo Ebrei 10:25.

“non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno.” (Ebrei 10:25 LND)

Dio conosce la nostra tendenza ad essere così presi con gli impegni della vita che potremmo arrivare a mancare gli incontri di chiesa. E perciò, in questo versetto ci comanda a non abbandonare la nostra adunanza insieme. Il brano dichiara che ci sono coloro che fanno questo, ma è sbagliato. Abbiamo tanto bisogno gli uni degli altri. Abbiamo bisogno della cura della chiesa, l'insegnamento delle guide, la cura pastorale, e anche l'edificazione reciproca con gli altri credenti. Questi sono i mezzi che Dio ha favorito per crescerci. Se noi trascuriamo di usare questi mezzi, Dio non ci dà altri mezzi per sostituirli. E perciò, è estremamente importante che non abbandoniamo gli incontri della chiesa.

Piuttosto, dobbiamo esortarci a vicenda, e tanto di più visto che vediamo approssimarsi il giorno del ritorno di Cristo. In altre parole, abbiamo bisogno di esortarci gli uni gli altri. Questo è simile a quello che abbiamo letto prima, quando parla di incitarci all’amore e a buone opere. Abbiamo grande bisogno gli uni degli altri. Abbiamo tutti la tendenza di raffreddarci, di lasciarci prendere dagli impegni, di credere i nostri ragionamenti storti che non abbiamo tempo per il Signore adesso. E perciò, tramite questo brano Dio ci comanda ad esortarci a vicenda.

Esortarci a vicenda vuol dire che forse oggi io ho bisogno di essere esortato da te, e domani sarai tu che hai bisogno di essere esortato da un altro. Dobbiamo esortarci a vicenda.

In verità, a volte nella carne ci dà fastidio se qualcun altro ci incita all’amore e a buone opere e se ci esorta. Nella carne, non vogliamo quello. Però, è proprio quello che Dio comanda, ed è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Perciò, confidiamo in Dio, e consideriamo gli uni degli altri, per incitarci all’amore e a a buone opere, e esortarci a vicenda. Per quanto la vita può sembrare impegnata, non dobbiamo abbandonare il nostro radunarci insieme, ovvero i nostri incontri di chiesa. Questi incontri sono fondamentali per la nostra crescita. Tu hai bisogno degli altri, e gli altri hanno bisogno di te.

Conclusione

Allora, per chiudere, vorrei solamente leggere di nuovo questo brano. Prego che possiamo meditare molto su questo immenso privilegio, e più che solo meditare, avvalerci della libertà che abbiamo di entrare nella presenza di Dio per mezzo di Gesù Cristo.

Leggiamo:

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, 20 che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21 e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha fatto le promesse. 24 E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere, 25 non abbandonando il radunarsi assieme di noi come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno.” (Ebrei 10:19-25 LND)

Grazie a Dio. Amen.