Aiuto Biblico

Ultime esortazioni prima di morire

2 Timoteo 1 e 2

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 24 dicembre 2023, – cmd dp –

Audio:

Stiamo chiudendo un anno e vorrei leggere 2 Timoteo che Paolo ha scritto prima di “chiudere” la sua vita e morire. Paolo era in prigione e aveva la morte davanti. In quella condizione, scrisse 2 Timoteo a Timoteo, suo vero figlio nella fede. Era focalizzato ad esortare Timoteo (ed anche noi tramite le Scritture) su come vivere in un momento difficile.

Allora, il mondo è malvagio e c’è sempre stato il male. Però, se studi attentamente la storia, vedi che ci sono momenti alti e bassi. Non è lineare. La storia di Israele era sempre uguale, dove c’era sempre peccato e bontà, oppure c’erano periodi in cui c’era più malvagità e peccato e periodi dove Israele aveva più fede in Dio? Assolutamente.

Noi siamo in un'epoca dove c’è molto più peccato galoppante e sta solo aumentando in modo logaritmico, non man mano. I cambiamenti negativi in pochi anni sono da non credere e stanno solo aumentando. La tecnologia controlla l'informazione che viene pubblicata come mai prima e questo influisce sul nostro modo di pensare. L’informazione gestisce come le persone pensano.

Quanto è importante non guardare agli altri, ma riconoscere quanto noi siamo facilmente influenzati dalla società intorno a noi. Avete mai sentito un adulto chiamare un giovane di 12 anni “bambino” o “bambina”? In altre società, un figlio (o una figlia) di 12 anni faceva un rito di iniziazione per essere riconosciuto come adulto. Siamo influenzati in tantissimi campi.

Vogliamo leggere insieme 2 Timoteo. Sarà una semplice lettura con commenti. Attraverso questo studio vogliamo imparare meglio come meditare la Parola e vogliamo meditare specificamente le verità che troviamo in questa potente Epistola.

Paolo sta parlando con Timoteo sapendo che sarà messo a morte.

2 Timoteo 1

“1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, secondo la promessa della vita che è in Cristo Gesù, 2 a Timoteo, mio caro figlio: grazia, misericordia e pace da Dio il Padre e da Cristo Gesù, nostro Signore.

Paolo inizia ricordando chi è, un apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e prega per grazia, misericordia e pace da Dio per Timoteo. Quello che siamo, lo siamo per grazia.

3 Rendo grazie a Dio, che servo con pura coscienza, come già i miei antenati, non cessando mai di ricordarmi di te nelle mie preghiere, notte e giorno; 4 ripensando alle tue lacrime, desidero vivamente di vederti per essere ripieno di gioia, 5 mentre ricordo la fede non finta che è in te, che abitò prima in Loide tua nonna ed in Eunice tua madre, e sono persuaso che abita anche in te.

Prima Paolo dice che serve Dio con una pura coscienza. Hai tu una pura coscienza? Per avere la coscienza pura, bisogna confessare i peccati ogni giorno. Si confessa in modo chiaro, diretto, senza mezzi termini e fino in fondo. Se ci si scusa soltanto, non è confessare il peccato, e la coscienza non è pura. Se una persona si giustifica, non è confessare. Confessare vuol dire “dichiarare la stessa cosa”.

Poi, Paolo dice che non cessa mai di pregare notte e giorno. Il vero amore per qualcuno ci spinge a pregare. Se una persona fa tutto, tranne pregare, non ama. I bisogni più grandi di una persona non possano essere adempiuti da un’altra persona. Quindi, se ti dai da fare per qualcuno, ma non preghi, non stai cercando il vero bene. Tutti i nostri impegni, cosa possono creare se Dio non opera?

La fede non finta in Timoteo è una fede vivente, una fede che produce frutto. Anche in 1 Tessalonicesi Paolo parlava dell’opera della loro fede, che gli permetteva di sapere che loro erano veramente salvati. Si dedicavano alle buone opere e Paolo ha capito che avevano una vera fede.

La tua fede è visibile e produce frutto? La vera fede è credere che siamo salvati per mezzo di Cristo e che ci troveremo davanti a Cristo. Oh che possiamo presentare a Lui i frutti che abbiamo prodotto in questa vita per la Sua gloria! Abbiamo fede che vedremo Gesù e che presenteremo frutto per la Sua gloria quel giorno?

Paolo aveva visto la vera fede in Timoteo e le opere della fede nei Tessalonicesi. Ha visto vero frutto della salvezza.

Poi, avendo visto questa fede in Timoteo, Paolo scrive nel v.6.

6 Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani.

Tutti i salvati hanno doni da Dio, ma possiamo trascurare i nostri doni. Possiamo essere presi o scoraggiati. Quando Paolo era a Corinto, il Signore Gesù gli è apparso incoraggiandolo a non tacere perché Paolo aveva timore dopo aver subito tanta persecuzione. E Gesù Cristo è apparso a Paolo, un apostolo, dicendo: “non temere. Parla!”

Qui Paolo dice: “ravviva il dono di Dio che è in te…” Sta dicendo che Timoteo ha un dono da usare. Lui ha una fede vera. Non deve lasciare spegnere il dono che ha ricevuto da Dio.

Piuttosto, “ravviva il dono di Dio che è in te…”. Possiamo avere un dono ma mancare di usarlo. “Ravvivare” è una parola che si usa per un fuoco che è debole. Quando soffi dell'aria, fai di nuovo aumentare la fiamma.

In Ebrei 10:24 dice una cosa simile:

“E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci all'amore e a buone opere,” (Ebrei 10:24 LND)

Paolo sta incitando Timoteo ad usare il suo dono ed a non avere timore. Non temere le sofferenze e le persecuzioni.

Per stimolare Timoteo, Paolo gli ricorda:

7 Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di potenza, di amore e di disciplina.

Ricordiamo quello che abbiamo ricevuto da Dio. Non viene da noi stessi. Potenza, non è in nostro potere, è da Dio. L’amore per gli altri che ci spinge ad usare i nostri doni. E disciplina, auto-disciplina, dove non lasciamo spazio alla carne.

Alla luce di questo, leggiamo come dovremmo vivere e cosa dovremmo ricordare nei versetti 8-11.

8 Non vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro, né di me suo prigioniero, ma soffri anche tu con me per l’evangelo, secondo la potenza di Dio, 9 che ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il suo proponimento e lasua grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell’inizio dei tempi, 10 ed ora è stata manifestata per mezzo dell’apparizione del Salvatore nostro Gesù Cristo, che ha distrutto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo dell’evangelo, 11 di cui io sono stato costituito araldo, apostolo e dottore dei gentili.

Dobbiamo scegliere: avere timore degli uomini, oppure, timore di Dio.

Non vergogniamoci della testimonianza del Signore. Non preoccuparti per quello che pensano gli uomini e se ti vedono esagerato o fanatico o meno. Non importa.

8 Non vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro, né di me suo prigioniero, ma soffri anche tu con me per l’evangelo,

Nella vita cristiana non dobbiamo vergognarci, ma dovremmo essere pronti a soffrire. O mi vergogno o soffro. Vivere veramente per Dio porta sofferenza. Sofferenza dagli altri e dalla carne, perché la mia carne non vuole affaticarsi, sacrificarsi e rinnegarsi. La vera vita cristiana comprende tanta sofferenza. Paolo soffriva tantissimo, ma era triste perché soffriva così tanto o aveva più gioia di quanto noi avremo mai? Perché Paolo aveva gioia se soffriva così tanto? La sua vita produceva tanto frutto. Paolo aveva gioia perché viveva aspettando quel giorno, quando avrebbe potuto presentare a Cristo le persone che ha portato alla salvezza ed edificato.

Non ci vergogneremo e la sofferenza non ci peserà quando consideriamo la salvezza. Paolo ricorda a Timoteo che siamo salvati per grazia e scelti prima dell’inizio del tempo, prima che Dio creò il mondo. Dio aveva già come suo proponimento di salvarci.

9 che ci ha salvati e ci ha chiamati con una santa vocazione, non in base alle nostre opere, ma secondo il suo proponimento e lasua grazia, che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell’inizio dei tempi,

Prima che esistesse il tempo e prima che Dio creasse il mondo, Dio, nel Suo cuore e secondo la Sua preconoscenza, ci aveva già dato la Sua grazia. E ora, nel tempo, la grazia è stata manifestata per mezzo del Salvatore nostro Gesù Cristo. La nostra salvezza risale a prima della fondazione del mondo. Che motivo per gioire!

Cristo ha distrutto la morte, ha avuto la vittoria sulla morte. Ha fatto risplendere l’immortalità, la vita eterna, per sempre con Dio nella Sua presenza.

Paolo riconosceva la sua chiamata. Riconosci la tua? Noi siamo chiamati non solo alla salvezza ma anche a servire e mettere a servizio degli altri i nostri doni. Siamo chiamati ad essere la luce del mondo. Siamo chiamati ad essere mariti, mogli, genitori, fratelli e sorelle in Cristo. Stai vivendo secondo la Parola di Dio i ruoli che hai? Stai seguendo la tua chiamata o sei preso con le varie faccende, la fatica e la stanchezza?

Leggiamo il versetto 12. Per questo motivo, cioè per la chiamata che Paolo aveva:

12 Per questo motivo io soffro anche queste cose, ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono persuaso che egli è capace di custodire il mio deposito fino a quel giorno.

Quanto è importante adempiere le nostre chiamate anche quando ci costerà e ci sarà sofferenza.

Paolo soffriva, ma pensava costantemente a quel giorno. Pensare a quel giorno è l’unico modo per vivere bene la vita cristiana.

Pensate all’ultima volta che siete state stanchi, scoraggiati, aggravati frustrati, o arrabbiati. Pensate all’ultima volta che non avevate pace e gioia. Stavate pensando al giorno di Cristo? Stavate pensando a quando vedrete Cristo? La risposta è chiaramente no.

Paolo invece teneva in mente quel giorno. Questa è la chiave per avere gioia e pace.

Non dobbiamo vergognarci, perché fra poco ci troveremo davanti al Signore Gesù Cristo. Le cose di questa vita perderanno ogni importanza. Teniamo gli occhi sull’eternità.

Leggiamo v.13, 14

13 Ritieni il modello delle sane parole che hai udito da me nella fede e nell’amore, che sono in Cristo Gesù. 14 Custodisci il buon deposito mediante lo Spirito Santo che abita in noi.

Allora, nel versetto 13, Paolo esorta Timoteo a seguire il suo esempio, il suo insegnamento, “il modello delle sane parole che hai udito da me”. Quanto è importante trovare buoni esempi, chi parla della verità e cammina nella verità. Quanto è importante ritenere, aggrapparsi, non mollare quel modello, cioè seguire quell'esempio.

È importante diventare buoni esempi per gli altri.

Poi, nel versetto 14 dice: “custodisci il buon deposito”. Custodire il buon deposito della verità che Dio ci ha dato. In altre parole, Timoteo, sono state depositate nella tua vita e nel tuo cuore le sane parole. Tu hai la verità, Timoteo. Custodisci, cura e proteggi questa verità. Non mollare. Ricorda il valore di quello che hai. Viviamo anche noi per questo.

Leggiamo ora i versetti 15-18. Qui Paolo parla di credenti che lo avevano abbandonato, e poi, parla di uno che aveva avuto grande impegno per Cristo. Notiamo di chi parla di più.

15 Tu sai che tutti quelli che sono in Asia, fra i quali Figello ed Ermogene, mi hanno abbandonato. 16 Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo, perché spesse volte egli mi ha confortato e non si è vergognato delle mie catene; 17 anzi, venendo a Roma, mi ha cercato con molta sollecitudine e mi ha trovato. 18 Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso il Signore in quel giorno. Tu sai molto bene quanti servizi egli mi abbia reso in Efeso.” (2Timoteo 1:1-18 LND)

Paolo menziona Figello ed Ermogene, ed altri che lo avevano abbandonato. Non stava sparlando. Hanno lavorato con Paolo e lo avevano veramente abbandonato. Però, Paolo li menziona solamente, non spiega a fondo e non passa molto tempo parlando di loro. Solo menziona quel fatto. In questo Paolo aiuta Timoteo a riconoscere che le prove della vita possono essere dure. Aiuta Timoteo a conoscere le difficoltà nel seguire Cristo e lo stimola a riflettere sul fatto che solo perché Timoteo seguiva il Signore, non voleva dire che non avrebbe potuto abbandonare Cristo.

Notate, poi, nei versetti 16-18 che Paolo prende molto più tempo per parlare di Onesiforo e del suo buon esempio. Notate l’amore di Onesiforo e quanto gli era costato. Doveva andare a Roma e cercare Paolo, era un viaggio lungo e una ricerca difficile. Onesiforo ha fatto questo per amore: per curare Paolo, per portare avanti l’opera di Dio, e per usare i suoi doni spirituali.

Il vero amore è un sacrificio. Non ami quando hai tempo che ti avanza. Richiede immenso impegno e perseveranza.

E tu? Come va il tuo amore?

2 Timoteo 2

Alla luce di questo, Paolo esorta ancora Timoteo. Quanto anche NOI abbiamo bisogno di essere spronati, incoraggiati ed esortati! Leggiamo 2:1.

“1 Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù;

Tu dunque”. Alla luce del rischio di comportarti come coloro che mi avevano abbandonato, che avevano abbandonato la loro chiamata, per evitare questo, e piuttosto, per comportarti come Onesiforo, cosa devi fare?

Tu dunque, figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù”. La nostra forza non basta. Se dovesse bastare, ci farebbe avere tanto orgoglio. Dobbiamo fortificarci in Gesù Cristo e nella forza della Sua potenza.

Poi, Paolo incoraggia Timoteo, ed anche noi nei versetti 2-7 sul fatto che è una decisione cosciente quella di fidarci di Dio.

2 e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri. 3 Tu dunque sopporta afflizioni, come un buon soldato di Gesù Cristo. 4 Nessuno che presta servizio come soldato s’immischia nelle faccende della vita, se vuol piacere a colui che l’ha arruolato. 5 Similmente, se uno compete nelle gare atletiche, non riceve la corona se non ha lottato secondo le regole. 6 L’agricoltore, che lavora duramente, deve essere il primo a goderne i frutti. 7 Considera le cose che dico; ed il Signore ti dia intendimento in ogni cosa.

All’inizio dice:

2 e le cose che hai udite da me in presenza di molti testimoni, affidale a uomini fedeli, che siano capaci di insegnarle anche ad altri.

Primo, in chi dovremmo investire? In una persona costantemente bisognosa che però non cresce mai? Vuole aiuto, ma non vuole crescere. Paolo dice: “le cose che hai udite da me... affidale a uomini fedeli…”. Paolo sottolinea l’importanza di ricevere con attenzione, e poi trasmettere a chi può trasmettere ad altri. Dobbiamo sapere in chi investire. È meglio investire in chi sarà a sua volta fedele ad investire in altri. Così, si produce frutto che dura.

Secondo, ci dobbiamo domandare se noi siamo uomini e donne fedeli. Sono un uomo che prende la cura spirituale che Dio mi dà e poi, vivo per trasmettere il timore di Dio, e non solo la conoscenza, ad altri? Sono un uomo fedele che è un buon investimento? Ogni credente dovrebbe chiedersi: sono un buon investimento? Vale la pena per qualcuno investire in me perché vivrò fedelmente tenendo gli occhi su Dio? Ci sarà tanto frutto prodotto a causa del loro investimento in me, o ci sarà ben poco frutto perché il mio peccato ostacola la “produzione”?

Poi, Paolo esorta Timoteo nei vv.3-7 a sopportare l'afflizione come un buon soldato di Gesù Cristo. Non esitare a soffrire difficoltà, sofferenza, ed afflizione per portare avanti l’opera di Dio. Per vivere così, bisogna tenere gli occhi in avanti, sul premio. Paolo usa vari esempi per aiutare Timoteo, E NOI, a capire come vivere.

Il soldato: vive per il suo capitano. Dove tiene gli occhi? Alla battaglia o alla vittoria? Alla vittoria.

L'atleta: gareggia secondo le regole, perché vuole vincere la corona. Tiene gli occhi puntati in avanti verso il traguardo, non sulla corsa.

L'agricoltore: lavora duramente per godere i frutti. Tiene gli occhi in avanti sulla raccolta a fine stagione e non sulla fatica.

Paolo esorta Timoteo: “Considera le cose che dico; ed il Signore ti dia intendimento in ogni cosa.” Considerando queste cose, capiremo che questo è l’unico modo di vivere la vita cristiana. Dobbiamo tenere gli occhi in avanti su Cristo.

Alla fine, Paolo sta dicendo: Timoteo, investi in chi è degno del tuo investimento e non stancarti in mezzo alle afflizioni, ma tieni gli occhi in avanti.

E noi? Tu? Come vivi ogni giorno? Tu sei un uomo o una donna fedele? Sei un buon investimento per altri? C’è vero frutto per chi investe in te? Un uomo, appena salvato, che ha un cuore per Dio, potrebbe essere una guida di chiesa dopo 5 anni. Oh che possiamo essere un buon investimento per gli altri, avendo un cuore umile e pronto a vedere il peccato, avere la prontezza di valutare il costo e tenere lo sguardo in avanti vivendo per l’eternità.

Poi, v.8

8 Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risorto dai morti secondo il mio evangelo,

Ricordati. Tieni sempre in mente che Cristo è l’adempimento delle profezie, della stirpe di Davide. È venuto come Dio aveva promesso. È andato alla croce ed è risorto dai morti. Ha compiuto la salvezza con il suo sacrificio. È stato accettato da Dio. C’è salvezza e vittoria in Cristo.

Dio è fedele. Quello che aveva promesso a Davide l'ha adempiuto. Possiamo fidarci di Dio. Ricordare la fedeltà di Dio nell’adempimento di queste promesse e profezie, attraverso la morte e la risurrezione di Cristo, mi aiuta ad avere fede nelle mie prove.

Tenendo in mente Cristo e l’evangelo, Paolo parla della sua vita: v.9

9 per il quale io soffro afflizioni fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata.

Quando viviamo per Cristo ci saranno sofferenze e persecuzioni. Le sofferenze possono essere grandi, ma nulla ostacola l’opera di Dio. Questo dava grande gioia a Paolo. Paolo capiva l’infinito valore delle sue sofferenze per l’evangelo. A lui non importava della propria vita, quanto invece il fatto che la parola di Dio non è incatenata.

10 Perciò io soffro ogni cosa per gli eletti, affinché anch’essi ottengano la salvezza che è in Cristo Gesù insieme alla gloria eterna.

Nel capitolo 1 abbiamo parlato della grazia che ci è stata data in Cristo Gesù prima dell’inizio dei tempi. Ecco perché Paolo soffriva ogni cosa: ogni sofferenza ne vale la pena, perché è per portare gli eletti alla salvezza. La Parola non arriva agli eletti senza sofferenza. Soffrire non comprende solo sofferenza fisica, fatica e stanchezza, ma anche disprezzo, solitudine… è un continuo dire “no!” alla carne e alla vita più facile.

Dio ha scelto di salvare delle persone. Noi non sappiamo chi, però, possiamo essere gli strumenti che Dio usa per portarli alla salvezza, ed anche alla gloria eterna.

Chi viene salvato, avrà sofferenze in questa vita, ma passeranno, e poi, ci sarà la gloria eterna con Dio.

Nei vv.11-13 parla della fedeltà di Dio. Parla della parola fedele che è una parola sicura.

In ogni cosa, Dio rimarrà fedele, perché questo è il cuore di Dio. Possiamo fidarci di Dio totalmente, in ogni cosa.

11 Questa parola è fedele, perché se siamo morti con lui, con lui pure vivremo; 12 se perseveriamo, regneremo pure con lui; se lo rinneghiamo, egli pure ci rinnegherà. 13 Se siamo infedeli, egli rimane fedele, perché egli non può rinnegare se stesso.

I veri credenti persevereranno. Le vere pecore ascoltano la voce di Gesù Cristo e lo seguono. E i veri credenti continueranno a seguire Gesù Cristo. Tanti dicono di essere salvati, apparentemente seguono Cristo per un certo periodo. Ma solo le vere pecore continuano a seguire Cristo. Se siamo vere pecore, possiamo restare tranquilli, Dio porterà avanti la sua opera in noi fedelmente.

Esortazione per Timoteo, che vale anche per noi nel v.14.

14 Ricorda loro queste cose, scongiurandoli davanti al Signore a non fare dispute di parole che non giovano a nulla, se non per sovvertire coloro che ascoltano.

Non dobbiamo perderci con discussioni e dispute che non portano alcun vero bene. Tanti oggi vogliono parlare di quello che in realtà non edifica. Dobbiamo evitare questo, perché non porta alcun bene. Tanti parlano di quello che non edifica veramente. Non dobbiamo voler avere ragione, piuttosto vogliamo volere più di Cristo.

Paolo esorta Timoteo con un’esortazione che serve a ciascuno di noi, anche se non siamo insegnanti. v.15.

15 Studiati di presentare te stesso approvato davanti a Dio, operaio che non ha da vergognarsi, che tagli rettamente la parola della verità. (2Timoteo 2:15)

Certamente, questo si applica a chi insegna nella chiesa. Ma visto che la Bibbia dichiara che dobbiamo parlare gli uni con gli altri delle verità di Dio, questo si applica a ciascuno di noi. Colossesi 3:16 ci ricorda:

“La parola di Cristo abiti in voi copiosamente, in ogni sapienza, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con salmi, inni e cantici spirituali, cantando con grazia nei vostri cuori al Signore.” (Colossesi 3:16 LND)

Quanti devono parlare di Cristo? Tutti i veri credenti. Non vogliamo avere timore di parlare, ma vogliamo avere timore di sbagliare. Quindi, vogliamo “tagliare rettamente la parola della verità”.

Questo descrive l'avere un grande impegno, per apparire davanti a Dio approvati, perché tagliamo rettamente la Parola, ovvero, perché quello che diciamo della Parola di Dio è vero. Non dovremmo mai dire quello di cui non siamo sicuri. Non dobbiamo dire solo quello che pensiamo. Dovremmo impegnarci, e poi, dire solo quello che sappiamo essere così.

Per vivere così, dobbiamo evitare discorsi inutili. Paolo aveva già parlato di questo, ma è così importante che lo dichiara ancora nei vv.16-18.

16 Ma evita i discorsi profani e vani, perché fanno progredire nell’empietà; 17 e la parola di questi andrà rodendo come la cancrena; fra costoro sono Imeneo e Fileto, 18 i quali si sono sviati dalla verità, dicendo che la risurrezione è già avvenuta, e sovvertono la fede di alcuni.

Ci sono tanti discorsi profani e vani, che non edificano. Piuttosto, fanno crescere nell’empietà. Se qualcosa non edifica, in realtà, porta a crescere nell’empietà.

Notate che anche qua, Paolo menziona per nome due persone, che prima in apparenza facevano parte della chiesa. Si sono sviati dalla verità, dichiarando cose che in realtà non erano vere, e così, sviavano altri.

Che grande pericolo dire quello che non sappiamo. Ora, una verità incoraggiante, che anche ci esorta.

19 Tuttavia il saldo fondamento di Dio rimane fermo, avendo questo sigillo: "Il Signore conosce quelli che sono suoi", e: "Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome di Cristo".

Ci sono due lati qua.

C’è il lato di Dio: "Il Signore conosce quelli che sono suoi". Dio conosce chi sono i Suoi. È la scelta di Dio. Dio sa chi è salvato. Dio predestina. Dio sa se la persona solo cade oppure se non era mai salvata.

Poi, c’è il lato umano, la responsabilità dell’uomo. L’unico modo per noi di sapere se siamo salvati è di camminare in santità. È per questo che dichiara l’altro lato della medaglia: "Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome di Cristo". Se dichiari Gesù Cristo come il tuo Signore e Salvatore, ritirati da ogni iniquità. Cammina in santità ed in umiltà.

esortazione su come vivere

Per avere la pace di essere salvati, dobbiamo ritirarci dall’iniquità. Dobbiamo lasciare il peccato. Dobbiamo ravvederci, e seguire Cristo in ogni campo della vita. È proprio una vita di santità che dà il chiaro frutto della salvezza.

Ora, un'esortazione a vivere per portare frutto che dura. vv.20,21.

20 Or in una grande casa non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di terra; gli uni sono ad onore, gli altri a disonore. 21 Se dunque uno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato e utile al servizio del padrone, preparato per ogni buona opera.

Di nuovo: esortazione a tenere gli occhi in avanti, sul ritorno di Cristo, e ricordare quanto è importante vivere per compiere buone opere, ovvero, per produrre, dimorando in Cristo, buon frutto.

Tenersi puri è la base per poter fare buone opere. Non possiamo fare buone opere se non ci teniamo puri. v.22

22 Or fuggi le passioni giovanili, ma persegui la giustizia, la fede, l’amore e la pace con quelli che con cuore puro invocano il Signore.

Fuggire è una parola forte. Fuggire è ciò che una persona fa quando c’è un orso o un leone che gli corre dietro. Lui corre con tutta la forza che ha, anche quando non sente di farcela. Va avanti. In Matteo 5 Gesù parlava di tagliare la mano destra e cavare l’occhio destro, di fare qualcosa di estremo per scappare dal peccato.

Le passioni giovanili non appartengono solo ai giovani. Sono passioni molto forti.

Perseguire è una parola forte come fuggire. Vuol dire “correre dietro”. Non è correre lontano da, ma correre verso. Persegui quattro cose:

– la giustizia: un cammino di santità, camminando secondo la giustizia di Dio.

– la fede: una vita di fede, guardando sempre a Dio, confidando in Lui.

– l’amore: amore per Dio, amore per gli altri. Agire per amore, in ogni decisione, in ogni atto.

– la pace con quelli che con cuore puro invocano il Signore: la pace che si trova solo in Cristo, ma che non è limitata ad una persona, ma che dovremmo cercare insieme ad altri veri credenti, coloro che hanno un cuore puro.

Quindi, fuggiamo il peccato, corriamo verso una vita totalmente in Cristo, in ogni campo, che comprende molto i nostri rapporti gli uni con gli altri. Giustizia nei nostri rapporti, amore e pace con gli altri: molto di questo è legato ai nostri rapporti gli uni con gli altri.

Fuggiamo le passioni giovanili, e poi, quello da evitare: v.23

23 Evita inoltre le discussioni stolte e insensate, sapendo che generano contese.

Paolo ha già parlato di questo due volte. Quanto è importante che evitiamo discorsi che non edificano. Questo comandamento viene ripetuto più volte in questo libro, ma anche in altri libri della Bibbia. Quanto è importante evitare discorsi stolti e insensati, che non portano frutto, ma che piuttosto generano contese.

Quanto è importante che valutiamo di che cosa parliamo, fra credenti ed anche in casa.

Efesini 5:3,4

3 Ma come si conviene ai santi, né fornicazione, né impurità alcuna, né avarizia siano neppure nominate fra di voi; 4 lo stesso si dica dell’oscenità, del parlare sciocco e della buffoneria, che sono sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento. (Efesini 5:3,4)

Quanto è importante scegliere bene di che cosa parliamo. Il parlare schiocco e la buffoneria si riferisce a discorsi che non portano alcuna vera utilità. Sono discorsi che non servono. Sono discussioni stolte ed insensate. Sono da evitare.

Ecco una parola per chi è un servo del Signore. Questo riguarda principalmente i suoi rapporti con chi cerca di avere scontri con lui.

24 Ora un servo del Signore non deve contendere, ma deve essere mite verso tutti, atto ad insegnare e paziente nelle offese subite, 25 ammaestrando con mansuetudine gli oppositori, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità, 26 e ritornino in sé, sottraendosi dal laccio del diavolo, che li aveva fatti prigionieri, perché facessero la sua volontà.” (2Timoteo 2:1-26 LND)

In Tito Paolo dichiara che la guida di chiesa deve “far turare la bocca agli oppositori”. Questo è forte e vuol dire che fai di tutto per farli tacere.

Ciò che viene detto in 2 Timoteo, “un servo del Signore non deve contendere, ma deve essere mite verso tutti… ammaestrando con mansuetudine gli oppositori”, non è una contraddizione a Tito. “Ammaestrare con mansuetudine” non è diverso da “far turare la bocca”.

Qua, si tratta di chi vuole contendere con il servo di Dio, vuole litigare. Parla di come il servo del Signore dovrebbe agire quando qualcuno lo offende. Il servo non si agita. Protegge le pecore, ma non si agita perché viene attaccato personalmente.

Notiamo che gli oppositori sono sotto il laccio del diavolo. Sono prigionieri del diavolo. Si prega che “ritornino in sé”, che vuol dire che non si rendono conto di essere prigionieri di Satana. Chi non segue Dio è un prigioniero di Satana, pur non sapendolo.

Conclusione

Concludiamo questi primi due capitoli dove vediamo il cuore di Paolo per Timoteo. Vediamo il suo grande amore per Timoteo che sprona, spinge ed incoraggia Timoteo su come vivere la vita cristiana. Notate alcune delle parole che usava e le verità che voleva trasmettere:

“Ravviva il dono di Dio che è in te”, Timoteo. Impegnati ad usare il dono che hai.

“Non vergognarti della testimonianza del Signore”. Ci sarà opposizione e chi ti disprezzerà, ma non vergognarti.

Paolo ricorda a Timoteo della sua sofferenza: “per questo motivo io soffro per queste cose ma non me ne vergogno” e poi, lo esorta: “Ritieni il modello delle sane parole che hai udito da me.”

Poi, “custodisci il buon deposito”, la verità che hai ricevuto.

“Figlio mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù”. Anche noi dobbiamo fortificarci nella grazia che è in Cristo Gesù. Non c’è altro modo.

“Sopporta afflizione”. Vivere per Cristo porta afflizione. Afflizione come quando la nostra carne combatte dentro di noi. Afflizione nel sacrificarci. Sopporta l’afflizione tenendo gli occhi sul premio.

“Considera le cose che dico”. Valuta e medita le cose che dico.

“Ricordati che Gesù Cristo della stirpe di Davide è risorto dai morti”. Ricordati sempre di Gesù Cristo. Questa è la chiave della vita cristiana.

“Soffro ogni cosa per gli eletti”. Di nuovo, Paolo presenta se stesso come un esempio per Timoteo. Paolo aveva gli occhi fissi in avanti e perciò era pronto a soffrire ogni cosa.

Egli ricorda a Timoteo che Gesù Cristo, il Signore, rimane fedele ed esorta Timoteo: “ricorda loro queste cose”. Insegna e ricorda ai credenti queste cose.

“…scongiurandoli davanti al Signore”. L’insegnamento non è solo intellettuale e dottrinale. È spronare, scongiurare ed esortare.

“Studiati di presentare te stesso come approvato da Dio”. Taglia rettamente la Parola di Dio. Anche noi vogliamo tagliare rettamente la Parola di Dio. Essere attenti a quello che diciamo e che sia la verità da Dio.

“Evita i discorsi vani e profani”. Quanto è importante.

“Il Signore conosce i suoi, ma chi nomina il nome del Signore deve ritirarsi dall’iniquità” e camminare in santità.

“Fuggi le passioni giovanili”. Quanto è importante fuggire dal peccato e perseguire la giustizia, la fede, l’amore e la pace con quelli che con cuore puro invocano il Signore. Corriamo lontano dal peccato. Corriamo verso la giustizia, la fede, e l’amore.

“Evita discussioni stolte ed insensate”. Non sprechiamo tempo in discorsi inutili e vani.

Con questo Paolo stava esortando Timoteo su come vivere mentre aspettava il Signore.

Prego che possiamo prendere per noi queste verità e vivere così, mentre anche noi aspettiamo il Signore.

Grazie a Dio per la Sua Parola.