Hai mai fatto una risonanza magnetica? Oppure una TAC, o delle analisi del sangue? Questi controlli possono dire molto della tua condizione fisica. Similmente, ci sono modi che possono aiutarci a capire la condizione della nostra anima.
Il modo in cui vediamo e usiamo i soldi rivela molto della condizione della nostra anima. E perciò, la Bibbia parla moltissimo di soldi, e di come dobbiamo considerarli, e usarli.
Nel nostro studio dell'epistola di 1Timoteo, siamo arrivati all'ultima parte del capitolo 6. Abbiamo già letto vari comandamenti che riguardavano il grande pericolo di desiderare la ricchezza. Il desiderio dei beni materiale è un laccio che porta alla rovina. In 1Timoteo 6:7,8 troviamo il comandamento di essere contenti quando abbiamo quel minimo che serve per vivere. Ve lo leggo.
“7 Non abbiamo infatti portato nulla nel mondo, ed è chiaro che neppure possiamo portarne via nulla, 8 ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti.” (1Timoteo 6:7,8).
Dio ci comanda di essere contenti, ovvero soddisfatti, quando abbiamo quel minimo che serve per vivere. Questo non è per farci avere meno gioia. Piuttosto, dobbiamo trovare la nostra gioia in Cristo.
Nel mondo, non è normale essere contenti con un minimo di cose materiali. Piuttosto, nel mondo, si cerca la gioia nelle cose materiali, e nella gloria degli uomini. Il modo in cui noi vediamo i soldi e le cose materiali rivela molto della condizione dei nostri cuori. Tu sei veramente contento con il minimo? Cerchi la tua gioia in Cristo?
In questo brano, come fa spesso, Paolo interrompe i suoi discorsi sulle ricchezze per innalzare Dio Padre e Gesù Cristo, come abbiamo visto nell’ultimo sermone. Poi, nel brano che vogliamo esaminare oggi, Paolo riprende il suo discorso, parlando di coloro che sono ricchi di beni materiali. Abbiamo già visto che dovremmo essere contenti con il minimo che serve di materiale. Abbiamo anche visto che il desiderio di arricchirsi porta a grandi problemi, e perfino alla distruzione e alla perdizione, perché l'avidità è la radice di tutti i mali. Ora, riprendiamo questo discorso per capire il resto di quello che Paolo ha da dire per quanto riguarda le ricchezze. Seguite mentre leggo 1Timoteo 6:17-19.
“17 Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne, 18 di fare del bene, di essere ricchi in buone opere, di essere generosi e di essere pronti a dare, 19 mettendo in serbo per se stessi un buon fondamento per l’avvenire, per afferrare la vita eterna. (1Timoteo 6:17-19)
Questi insegnamenti sono anche per noi, e servono per trasformarci.
In questo brano, Paolo comanda a Timoteo di ordinare ai ricchi alcune cose da non fare, e poi, quello che dovrebbero fare, ed infine, lo scopo di tutto ciò. Iniziamo considerando a chi sono indirizzati questi comandamenti. Paolo dichiara:
“Ordina ai ricchi di questo mondo...” (1Timoteo 6:17)
Questo comandamento vale per i ricchi di questo mondo. Chi sono i ricchi di questo mondo? Sono solo coloro che hanno uno yacht, o un jet privato? Sono solo coloro che hanno macchine di grande lusso, o una grande villa? Oppure, siamo anche noi fra i ricchi?
Spesso, noi guardiamo a quei pochi che hanno più di noi, anziché considerare i tantissimi nel mondo che hanno molto meno di noi. Ma nella Bibbia, i ricchi erano coloro che avevano in abbondanza. Cioè, nel tempo della Bibbia, era normale avere solo il giusto per vivere, senza la possibilità di avere in abbondanza. Quindi, per esempio, in Deuteronomio 24:10-13, leggiamo che quando prendevi un pegno da qualcuno, dovevi restituirlo, per non lasciarlo senza. Vi leggo quel brano.
“10 Quando presti qualcosa al tuo vicino non entrerai in casa sua per prendere il suo pegno; 11 rimarrai fuori, e l’uomo a cui hai fatto il prestito ti porterà il pegno fuori. 12 E se quell’uomo è povero, non andrai a dormire avendo ancora il suo pegno. 13 Dovrai restituirgli il pegno, al tramonto del sole, affinché egli possa dormire nel suo mantello e benedirti; e questo ti sarà messo in conto di giustizia agli occhi dell’Eterno, il tuo DIO.” (Deuteronomio 24:10-13 LND).
Quello che voglio far notare qui è che i poveri di allora erano così poveri che avevano un unico mantello. Se avessero dovuto dare quel mantello come pegno, non avrebbero avuto nulla per coprirsi la notte. Cioè, avevano il minimo necessario per vivere. Oggi, in molte parti del mondo, tante persone vivono con il minimo necessario per sopravvivere. Se manca loro il lavoro per un giorno solo, non hanno da mangiare quella sera. Hanno letteralmente il minimo che serve per sopravvivere. Non hanno in abbondanza.
Secondo il metro di Dio, essere ricchi vuol dire possedere in abbondanza. Se un ricco deve dare via un mantello come pegno, non c'è problema, perché nell'armadio ce ne sono altri. Infatti, nell'armadio, c'è abbondanza di vestiti. Ognuno di noi ha un armadio pieno di vestiti, Siamo ricchi.
Tenete conto che essere ricchi non vuol dire avere i soldi in banca. Se io guadagnassi 10.000 al mese, ma poi, spendessi tutto per una casa grande, belle macchine, viaggi, e molto di più, e alla fine sono sempre stretto con i soldi, non è che non sarei ricco pur rimanendo con pochi soldi in banca. Sarei ricco, secondo il metro biblico.
Se parlassimo di un guadagno di 2000 al mese anziché 10.000, potrebbe sembrare a tanti di noi che non si tratterebbe di tanti soldi. Anzi, con 2000 al mese uno si sente di vivere in ristrettezze. Però, se noi confrontiamo il nostro stile di vita con lo stile di vita di tantissime persone nel mondo, siamo veramente ricchi. Per esempio, abbiamo tutti acqua corrente in casa. Abbiamo accesso alle cure mediche. Abbiamo tanto cibo, al punto che dobbiamo stare attenti al nostro peso. Abbiamo tutti un frigorifero e una lavatrice. Abbiamo armadi pieni di vestiti e scarpe. Abbiamo gli smartphone, abbiamo Internet, possiamo permetterci dei viaggi.
Potrei andare avanti, ma il punto è che abbiamo una grande abbondanza, in confronto a tante persone nel mondo.
Allora, in base al metro biblico, siamo ricchi. Il fatto che spendiamo quasi tutti i nostri soldi per avere tutto questo non cambia che, biblicamente, siamo ricchi.
Quindi, consideriamo questo brano, riconoscendo che anche noi siamo fra i ricchi a cui il brano parla.
Ora, notate che Paolo dichiara a Timoteo che deve ordinare certe cose ai ricchi di questo mondo. In greco, le parole che vengono tradotte come “di questo mondo” letteralmente significano “di questa epoca”. Quanto è importante riconoscere e ricordare che quella che è la condizione dell'uomo oggi, cambierà. Questo mondo dura poco, e avere ricchezza materiale in questa vita non è la cosa importante. Quello che è importante è investire per l'eternità. La situazione qui è temporanea. Questo mondo passerà, e ci troveremo nell'eternità per sempre. Parlando di questo, Gesù dichiara in Marco 8:
“36 Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua? 37 O che cosa potrebbe dare l’uomo in cambio dell’anima sua?” (Marco 8:36-37 LND).
L'unico modo per vivere con saggezza è ricordare che qui tutto passa. E perciò, Paolo insegna a Timoteo quello che deve ordinare a quelli che sono ricchi in questo epoca, sapendo che la ricchezza materiale sarà tutta lasciata.
Quello che è da togliere
Paolo comanda che i ricchi smettano di avere atteggiamenti sbagliati, e si impegnino invece nel modo giusto. Consideriamo quello che i ricchi, e questo vale per tutti, non devono avere nella loro vita. Leggo di nuovo la prima parte del versetto 17.
“Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze,… (1Timoteo 6:17)
I ricchi non devono essere orgogliosi. Questa parola vuol dire vedersi superiori. Il cuore umano ha la tendenza a volersi innalzare. Questo è uno dei peccati più radicati nel cuore dell'uomo. Dobbiamo tutti riconoscere la gravità del peccato dell'orgoglio. Possiamo essere orgogliosi per tanti motivi diversi.
Per esempio, si sentono ragazzini che si vantano perché sono più veloci di altri o più forti o qualsiasi altra cosa più di altri. Ci sono credenti che sono orgogliosi perché secondo il loro metro, sono più spirituali di altri. Possiamo sentirci superiori per tanti motivi, tutti sbagliati. Ogni forma d'orgoglio è abominevole a Dio, perché non abbiamo nulla che non abbiamo ricevuto da Dio.
Chi ha in abbondanza potrebbe sentirsi superiore a chi ha di meno Questa è la malvagità del nostro cuore. Quanto possediamo non ha niente a che fare con il nostro valore davanti a Dio.
Perciò, Timoteo doveva ordinare ai ricchi di non essere orgogliosi. E questo ordine vale anche per noi.
Non sperare nelle ricchezze
Poi, Timoteo doveva ordinare ai ricchi di questo mondo di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze. È grande stoltezza riporre le proprie speranze nelle ricchezze. Le ricchezze non sono mai sicure, e non possono salvare. In Matteo 6:19, 20 Gesù dichiara:
“19 "Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, 20 anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano.” (Matteo 6:19-20 LND).
Le ricchezze non durano. Sono incerte. Possono esserci oggi e sparire domani. Pensate alla nazione di Israele nell'Antico Testamento. Passava dalla ricchezza al bisogno. Le ricchezze sono come sabbia sulla riva del mare. Se non viene distrutta dalle maree, viene portata via dalle tempeste. È incerta.
Non sappiamo quando, ma è certo che perderemo tutto quello che possediamo in questo mondo. Perciò, non dobbiamo sperare nelle ricchezze.
Le ricchezze non possono risolvere i veri problemi della vita. I veri problemi della vita non sono problemi economici. I veri problemi della vita sono legati al peccato, il nostro peccato e il peccato degli altri. I soldi non possono mai risolvere i problemi di peccato.
Facilmente chi è ricco può riporre la propria speranza nelle sue ricchezze. Ma questo è un inganno, e lo ostacola dal riporre la speranza in Dio.
Però, non sono solo i ricchi che ripongono le speranze nelle ricchezze. Anche se noi non abbiamo ricchezze, possiamo sperare nelle ricchezze, immaginando che avendo più soldi avremmo meno problemi. Cioè, possiamo riporre speranze nelle ricchezze quando abbiamo soldi, ma possiamo anche riporre speranza nelle ricchezze quando NON abbiamo tanti soldi, sperando di avere più soldi, con il pensiero che risolverebbero i nostri problemi.
Carissimi, riporre speranza nelle ricchezze porta alla delusione.
Sperare in Dio
A questo punto, Paolo inizia un elenco di cose da aggiungere alla vita. Quello che Timoteo doveva ordinare ai ricchi vale ugualmente per ognuno di noi.
Per quanto riguarda il comandamento di non riporre le speranze nelle ricchezze, Paolo ci dice che dobbiamo piuttosto riporre le speranze nel Dio vivente.
Le ricchezze non hanno il potere di cambiare veramente la vita. Le ricchezze non hanno un cuore d'amore. Le ricchezze sono incerte. Invece, Dio è immutabile, non cambia mai. Dio è il Dio vivente. Nel versetto 16 abbiamo letto che Dio è l'unico con l'immortalità. Le ricchezze sono ingannevoli, Dio è verace. Desiderare ricchezze porta alla perdizione e alla distruzione, desiderare Dio porta alla vera vita.
Dobbiamo riporre le nostre speranza in Dio per non essere delusi. La Bibbia dichiara che chi spera in Dio non sarà deluso. Per esempio, vi leggo Salmo 37:34, e poi Salmo 40:1-3.
“Spera fermamente nell’Eterno e segui la sua via, ed egli t’innalzerà affinché tu erediti la terra, quando gli empi saranno sterminati, tu lo vedrai.” (Salmo 37:34 LND)
“1 Ho fermamente e pazientemente aspettato l’Eterno, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. 2 Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal fango della palude, ha stabilito i miei piedi su una roccia e ha reso saldi i miei passi. 3 Egli ha messo nella mia bocca un nuovo cantico a lode del nostro DIO; molti vedranno questo e tremeranno, e confideranno nell’Eterno.” (Salmo 40:1-3 LND)
Ripetutamente nella Bibbia leggiamo comandamenti che ci dicono di sperare in Dio. Sperare in Dio e credere in Dio sono la stessa cosa. La vera vita cristiana è una vita di speranza in Dio, non nelle cose di questo mondo.
Se tu vuoi una vita in cui non sarai deluso, spera in Dio, il Dio vivente che opera a favore di coloro che sperano in Lui.
Offre le cose da godere
Nell'ultima parte del versetto, Paolo descrive una caratteristica di Dio che ci aiuta a capire perché possiamo sperare in Lui. Questa qualità ci aiuta a conoscere meglio il cuore di Dio. Leggo di nuovo il versetto 17. Notate l'ultima frase.
“Ordina ai ricchi di questo mondo di non essere orgogliosi, di non riporre la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze, ma nel Dio vivente, il quale ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne,” (1Timoteo 6:17)
Dio è Colui che ci offre abbondantemente ogni cosa per goderne. Dio ha creato il mondo con tante cose belle. In Genesi leggiamo che Dio ha creato il mondo che era tutto molto buono. Poi, In Genesi 2:9 leggiamo di quando Dio ha creato il giardino di Eden. Ascoltate.
“E l’Eterno DIO fece spuntare dal suolo ogni sorta di alberi piacevoli a vedersi e i cui frutti erano buoni da mangiare….” (Genesi 2:9 LND)
Dio ha creato un mondo con molte cose belle da godere. Le cose che ha creato per noi sono da godere, ma godere in un modo che ci fa vedere di più di Dio. Non devono mai arrivare ad essere il nostro tesoro. Per esempio, in 1Giovanni 2:15-17 leggiamo:
“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui. 16 perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo. 17 E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.” (1Giovanni 2:15-17 LND).
Possiamo godere le cose del mondo che Dio ha creato, ma non dobbiamo amare le cose del mondo. Non devono essere il nostro tesoro. Dio ci comanda di cercare per primo il regno e la giustizia di Dio. Quindi, in questo cammino, Dio ci ha dato molto di cui possiamo godere. Per esempio, ci ha dato cibo buonissimo, una natura bellissima, rapporti che possono darci grande gioia. Dobbiamo godere di queste cose in un modo che ci aiuta a vedere di più di Dio, non in modo che ci fa togliere gli occhi da Dio.
Cioè, il modo giusto di godere delle cose che Dio ci ha dato è quando ci fanno pensare di più a Dio, e ci fanno vivere di più per la Sua gloria.
Se invece sto godendo di qualcosa, ma mi fa pensare di meno a Dio, o mi porta ad impegnarmi di meno per la gloria di Dio, quella cosa è un idolo per me.
Io prego che possiamo imparare a guardare oltre quello di cui stiamo godendo, al grande Dio che ha creato quelle cose. Prego che possiamo vedere sempre di più le immensità del cuore di Dio.
Fare del bene ed essere ricchi nelle buone opere
A questo punto, Paolo inizia un elenco di impegni che ogni vero credente dovrebbe avere. In questo brano, Timoteo deve ordinare queste cose ai ricchi. Abbiamo già considerato il comandamento di sperare in Dio. Adesso, consideriamo gli altri comandamenti. Il primo è di fare il bene e di essere ricchi nelle buone opere.
Se siamo veri credenti, dobbiamo impegnarci a fare il bene. Dio fa del bene. Per imitare Dio, anche noi dobbiamo impegnarci a fare il bene, al punto da essere ricchi di buone opere. Questo è il contrario di quello che è naturale.
Di natura, cosa facciamo quando abbiamo più del minimo necessario? Se io sto vivendo con una certa cifra, ma poi, mi arrivano più soldi, qual è la mia reazione naturale? Naturalmente, vediamo quei soldi come mezzo per spendere ancora di più per noi stessi. Dipende da quanti sono, ma mi vengono in mente tanti modi in cui vorrei spendere i soldi. Potrei fare un viaggio, potrei comprarmi una nuova macchina, potrei comprarmi un nuovo smartphone, potrei uscire per mangiare più spesso, cioè, quando abbiamo più soldi, non importa quanto, la nostra tendenza naturale è di pensare a come potremmo spendere quei soldi per noi stessi. Questo è la tendenza naturale di tutti.
Ma in questo versetto, Dio ci comanda di impegnarci a fare del bene, al punto da essere ricchi in buone opere. Cioè, quando Dio ci permette di più di quel minimo necessario, o in soldi, o in tempo, dovremmo avere come desidero di cuore quello di investire nel fare del bene, investire nel compiere buone opere.
In Tito 2:13,14, leggiamo il motivo per cui Gesù ci ha salvati. Ascoltate.
“13 aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo, 14 il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere.” (Tito 2:13-14 LND).
Cristo ci ha salvati affinché fossimo zelanti nelle opere buone. Questo è un altro modo per dire che fare buone opere è la nostra passione, e questo è il senso di essere ricchi in buone opere.
Cosa sono le buone opere? Sono opere che aiutano gli altri a vedere di più di Dio. Sono opere che aiutano a fortificare la fede di altri, o riconoscere il peccato, o a glorificare o ringraziare Dio di più.
Essere ricchi di buone opere vuol dire avere una vita in cui compiere buone opere è la tua passione. Tu vivi così? Questa è la volontà di Dio per ognuno di noi.
Essere generosi ed essere pronti a dare
Poi, Paolo dice a Timoteo di ordinare ai ricchi di essere generosi e di essere pronti a dare. Anche questo si applica a noi. Paolo sta spiegando la stessa cosa in un modo diverso. Dio dà a noi in abbondanza. Il motivo per cui Dio ci dà in abbondanza è affinché possiamo dare ad altri. Abbiamo già visto che quando riceviamo più di quello che ci serve, non è per poter spendere per noi stessi, piuttosto è per poter investire per la gloria di Dio e il bene degli altri. Abbiamo visto in un sermone precedente in 1Timoteo 6:8 che se abbiamo quel minimo che serve per vivere, saremo contenti con quello. Essere contenti vuol dire non desiderare di più. Se io non desidero di più, e Dio mi fa avere di più, non vorrò spenderlo per me stesso. Sono già contento. Invece, sono gioioso di poter spendere quello che ho in più per chi è nel bisogno, perché la mia gioia sarà più nel dare che nel ricevere.
Quando viviamo così, quando vediamo i soldi non come qualcosa da spendere per noi stessi, ma come un mezzo per poter fare del bene e glorificare Dio, saremo liberati dalla schiavitù dei soldi.
Mettendo in serbo un buon fondamento
Nel versetto 19, Paolo spiega perché Timoteo deve ordinare ai ricchi di sperare in Dio, e di impegnarsi nel fare del bene, essere ricchi in buone opere, generosi e pronti a dare. È perché facendo così, mettono in serbo per loro stessi un buon fondamento per l'avvenire, per afferrare la vita eterna. Questo è un principio estremamente importante. Quindi, consideriamo il senso di questo.
Ripetutamente, la Bibbia ci insegna che la vita qui finirà, e che ci troveremo davanti a Cristo per essere giudicati per come abbiamo vissuto qui. Vi leggo due brani fra i tanti che parlano di questo. Prima, leggo 1Corinzi 3:11-15.
“11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, 13 l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. 14 Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.” (1Corinzi 3:11-15 LND).
Saremo giudicati da come abbiamo vissuto da quando Dio ci ha salvati. Leggo poi 2Corinzi 5:7-10. Paolo parla a coloro che sono salvati.
“7 Camminiamo infatti per fede, e non per visione. 8 Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore. 9 Perciò ci studiamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che partiamo da esso. 10 Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Corinzi 5:7-10 LND).
Di nuovo, ci ricorda che saremo giudicati da Cristo per come abbiamo vissuto. Allora, alla luce di questo, dobbiamo capire che il modo in cui noi viviamo qui determinerà la ricompensa che avremo quando ci troveremo davanti a Cristo.
In Luca 16, Gesù racconta la parabola del fattore infedele, che quando fu licenziato si mise d'accordo con i debitori dal padrone in modo da avere un aiuto dopo la perdita del lavoro. Leggo Luca 16:8-13, in cui Gesù ci insegna come vivere con saggezza in questa vita, specificamente con i beni materiali che abbiamo.
“8 Il padrone lodò il fattore disonesto, perché aveva agito con avvedutezza, poiché i figli di questo mondo, nella loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. 9 Or io vi dico: Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste perché, quando esse verranno a mancare, vi ricevano nelle dimore eterne. 10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è ingiusto nel poco, è ingiusto anche nel molto. 11 Se dunque voi non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere? 12 E se non siete stati fedeli nelle ricchezze altrui, chi vi darà le vostre? 13 Nessun servo può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona".” (Luca 16:8-13 LND)
Per le persone senza Cristo, l'avvenire vuol dire la vecchiaia. Noi che siamo in Cristo dobbiamo capire che l'avvenire è l'eternità che sta davanti a noi. In questo brano, Dio ci comanda di usare le ricchezze di questo mondo come investimento per l'eternità. Questo è lo stesso messaggio che troviamo nel nostro brano in 1Timoteo. Quando siamo ricchi in buone opere, questo ci porta ad avere un buon investimento per quando ci troveremo davanti a Cristo. Vivendo così, afferriamo la vita cristiana per cui Cristo ci ha afferrati. Questo non vuol dire che in qualche modo dobbiamo guadagnare la salvezza. Cristo ha pagato per noi. Però, vuol dire che dobbiamo amare la salvezza, e desiderare il ritorno di Cristo.
Conclusione
Allora, in questo brano, Dio ci comanda, in modo chiaro e forte, di nonessere attaccati ai soldi. Ci comanda di non sperare nei beni materiali. Piuttosto, dobbiamo sperare in Dio. Perché sperare nei soldi, che non possono salvare, e non possono benedire? Perché essere attaccati a quello che ci inganna, e ci allontana da Dio?
Piuttosto, usiamo i nostri soldi, come anche il nostro tempo, e tutto quello che siamo, usiamo tutto per la gloria di Dio. Dedichiamoci alle buone opere. Cerchiamo la ricchezza che non sarà mai persa. Guardiamo a Dio, aspettiamo Cristo. Viviamo in attesa del ritorno di Cristo.
Grazie a Dio per la vera ricchezza in Gesù Cristo.