Aiuto Biblico

L'Inganno delle ricchezze

1 Timoteo 6:6-10

sermone di Marco deFelice, www.aiutobiblico.org per domenica, 11 febbraio 2018, – cmd si –
parole chiavi: soldi, denaro, ricchezze, avidità, radice del male, contentezza

Audio:

Può un uomo amare un'amante, e allo stesso tempo, amare sua moglie? Certamente, la risposta è assolutamente no. O si ama l'una, o si ama l’altra. Può mai un rapporto con un'amante, ovvero, un rapporto di peccato, essere un rapporto benedetto da Dio? Di nuovo, la risposta è no. Invece il matrimonio, essendo da Dio, può essere grandemente benedetto.

Oggi vogliamo continuare nel nostro studio in 1Timoteo 6, e vedremo che il nostro cuore non può essere per Dio e anche per quello che il mondo considera tesoro.

Nell'ultimo sermone, in 1Timoteo 6, abbiamo letto e considerato il fatto che la vera dottrina, quella che viene da Dio, è secondo pietà, ovvero, produce una vita di pietà. Questo è un frutto che dimostra che una dottrina viene veramente da Dio.

Abbiamo visto che pietà è una parola ricchissima, che descrive una vita di santità, una vita in cui si riconosce Dio in ogni situazione e in ogni decisione. Una vita di pietà descrive una vita di riverenza, di santità e di mansuetudine, che trasforma il modo in cui pensiamo e parliamo. Se una dottrina non produce una vita di pietà, per quanto possa sembrare giusta, manca di qualcosa di fondamentale.

Alla fine del brano di quel sermone, abbiamo letto che a volte falsi insegnanti stimano la pietà essere fonte di guadagno. Cioè, in questo caso si tratta di una falsa pietà, perché la vera pietà non potrebbe mai vedere il ministero come fonte di guadagno. Però, c'è anche la falsa pietà. Gli uomini che vedono la vita cristiana come fonte di guadagno sono falsi insegnanti, e non vengono da Dio. Un vero credente non dovrebbe mai desiderare le cose materiali.

Andando avanti in 1Timoteo 6, vedremo che desiderare le ricchezze è un grave peccato. Trovate con me 1Timoteo 6:6. Le verità che vogliamo considerare oggi sono estremamente importanti, perché riguardano un campo della vita in cui tanti credenti camminano male. Il nostro mondo è talmente pieno di peccato in questo campo, e il nostro cuore è naturalmente attirato verso questo peccato, che è facile vivere nel peccato senza riconoscerlo. Perciò consideriamo attentamente questo brano, per poter capire questa forte tentazione, in modo da vivere in santità, e così, godere delle vere benedizioni di Dio.

Voglio leggere insieme 1Timoteo 6:6-8. Inizio con il versetto 5, per avere un po' il contesto.

“5 vane dispute di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che stimano la pietà essere fonte di guadagno, da costoro separati. 6 Ora la pietà, assieme all’essere contento, è un grande guadagno. 7 Non abbiamo infatti portato nulla nel mondo, ed è chiaro che neppure possiamo portarne via nulla, 8 ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti.” (1Timoteo 6:5-8)

Questo discorso è fondato sulla verità che la pietà è fondamentale nella vita cristiana. Se non c'è la vera pietà, non c'è chiaro frutto della vera salvezza. Ricordate che la vera vita cristiana non è solo conoscere la dottrina, ma è essere trasformati dalla dottrina. Questa è una vita di pietà.

Questo brano ci insegna che i falsi insegnanti, e purtroppo anche tanti falsi credenti, credono che la pietà sia fonte di guadagno, un guadagno materiale, terreno. Non lo è. Piuttosto, la vera pietà, assieme all'essere contenti, è fonte di grande guadagno, un vero guadagno.

Ricordate che cos'è la pietà? È una vita di riverenza, timore di Dio, umiltà e santità. La pietà insieme alla contentezza è un grande guadagno. Che cos'è la contentezza? In parole semplici, la contentezza vuol dire non desiderare di più. Se io non desidero più di quello che ho, se il mio cuore è soddisfatto di quello che ho, allora sono contento.

L’unico modo di non desiderare più di quello che ho è di essere soddisfatto in Dio.

Infatti, quando il nostro cuore è fissato su qualcosa al di fuori di Dio, quel desiderio è come un tarlo che mangia il nostro cuore. Il desiderio non soddisfatto ostacola la pace e la vera gioia. E anche se riusciamo a soddisfare un desiderio, se quel desiderio non serve a conoscere più di Dio, comunque non saremo veramente soddisfatti. Se il nostro desiderio è per qualcosa al di fuori di Dio, non saremo mai veramente soddisfatti.

Abbiamo tutti visto questo nei bambini. Possono ricevere tante cose belle, anche più del solito, ma dopo poco rimangono comunque insoddisfatti, perché vogliono ancora di più. Vediamo questo anche in noi adulti. Per esempio se uno desidera più beni materiali, in realtà anche quando riceve più beni, sarà soddisfatto in modo limitato, e solo per poco tempo. Puoi, vorrà di nuovo più cose.

Con la vera contentezza, non vuoi di più. Con la vera contentezza, il cuore è pienamente soddisfatto di quello che si ha già. La contentezza è un cuore che non vuole di più, che è soddisfatto, che è già pieno di quello che ha, perché non cerca la gioia in quello che ha, perché cerca la gioia in Dio.

La contentezza riguarda ogni campo della vita. Riguarda la tua situazione economica, ma riguarda anche il lavoro che uno ha, e la salute che uno ha, e le circostanze che uno ha. La contentezza riguarda tutto questo. In questo brano, Paolo sta parlando specificamente della contentezza per quanto riguarda le cose materiali che uno possiede.

Quando un credente ha una vita di vera pietà, è anche contento di quello che ha, questa combinazione è un grande guadagno. È un vero guadagno, che porta grandi benefici, benefici che durano. Vuoi essere veramente ricco? Vuoi essere veramente benedetto? Vuoi un vero guadagno, un guadagno che lo Stato non può tassare, e i ladri non possono rubare? Allora, vivi nella pietà, con un cuore contento di quello che hai. Sarai veramente ricco, con la ricchezza spirituale, la pace e la gioia, che solo Dio può dare.

Infatti, nel versetto 7 Paolo ci aiuta a capire l'assurdità di desiderare le cose del mondo. Desiderare le cose del mondo, e cercare di ottenerle, vuol dire cercare quello che perderemo sicuramente. Leggo di nuovo il versetto 7.

“7 Non abbiamo infatti portato nulla nel mondo, ed è chiaro che neppure possiamo portarne via nulla,” (1Timoteo 6:7)

Arriviamo nel mondo con nulla, e non possiamo portare via nulla quando lasciamo questo modo. È proprio assurdo vivere per le cose del mondo, visto che perderemo tutto. È come costruire un grande castello di sabbia con la bassa marea, cercando la soddisfazione in quel castello. Quel castello sarà totalmente distrutto quando ritorna la marea alta. Quindi, la saggezza è costruire sulla terra più in alto, sulla roccia, dove il castello non sarà portato via dalla marea. Per noi, l’unica vita che conta è quando viviamo costruendo sulla roccia, ovvero quello che dura nell’eternità, mettendo via un tesoro in cielo, come Gesù dichiara in Matteo 6:19-21.

“19 "Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, 20 anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. 21 Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.” (Matteo 6:19-21 LND)

Così, Paolo ci ricorda che non dobbiamo cercare la contentezza nelle cose materiali. Infatti, basta un minimo, e possiamo essere contenti con quello che abbiamo, come leggiamo nel versetto 8.

“8 ma quando abbiamo di che mangiare e di che coprirci, saremo di questo contenti.” (1Timoteo 6:8)

Basta il minimo necessario per vivere e dobbiamo essere contenti. Per capire questo, ricordate che in quell'epoca, tante persone erano molto povere. Non avevano conti in banca. Avevano quello che bastava per sopravvivere. Non avevano una riserva accumulata, né case comode, o cose di valore. Avevano il minimo per sopravvivere. La vita era dura, si lavorava tanto per poco.

Perciò, quando Paolo dice “avendo di che mangiare e di che coprirci”, sta parlando letteralmente di quel minimo che serve per sopravvivere. Che quando abbiamo qualcosa da mangiare, anche se non è il nostro cibo preferito, e quando abbiamo da coprirci dal freddo e dalla pioggia, anche se non è casa nostra, o non è una bella casa, con quello saremo contenti. Possiamo essere contenti, anche se abbiamo molto, ma molto meno delle persone intorno a noi.

Basta un minimo di beni materiali e possiamo essere pienamente contenti, perché non cerchiamo la gioia nelle cose materiali.

Non è peccato avere più del minimo, il peccato non sta in quello che uno ha, sta in quello che uno desidera. Certamente, se io sono veramente contento con un minimo, non mi impegnerò ad avere di più. Se il mio cuore è contento di quello che già ho, non cerco altro. Se la mia macchina funziona, non avrò desiderio di una macchina nuova o di lusso. Se ho abbastanza vestiti da coprirmi, non mi interesserà avere vestiti in più. Se sono contento di quello che ho, non avrò desiderio di avere sempre cose nuove.

Fratelli e sorelle, questo non è un comandamento gravoso. Anzi, quando non desideriamo le cose materiali, è un'immensa liberazione da tante preoccupazioni. La persona che è contenta di quello che ha è una persona libera. Questa libertà, libertà da mille pensieri e mille preoccupazioni, è un grande guadagno.

È importante capire che viviamo in un'epoca in cui una persona normale vive in quello che sarebbe considerato lusso nella maggioranza del mondo. Vi ho menzionato la statistica secondo cui la grande maggioranza del mondo non ha acqua corrente in casa. Perciò, non ha la doccia in casa. La maggioranza non ha frigorifero, non ha la lavatrice per lavare i vestiti automaticamente. Spesso, non esiste il forno elettrico o a gas che basta accendere. Piuttosto, bisogna fare un fuoco.

In realtà, noi viviamo con un livello di comodità e di lusso che è molto al di sopra del solo avere abbastanza per mangiare e per coprirsi. E anche se diciamo che questa è ormai la norma per la società, non cambia che è molto più di quello che ci serve per poter essere contenti.

Troppo spesso, anziché usare il metro di Dio, usiamo il metro della società intorno a noi, e crediamo di aver bisogno di molto di più di quello che realmente ci serve. Cioè, se io ho quel minimo di vestiti che mi coprono, anche se sono vecchi e fuori moda, ho quello che Dio dice.

Invece, spesso, anziché ubbidire al comandamento in questo brano, vogliamo essere alla moda. Se io ho quel minimo da mangiare che mi serve, ho tutto quello che Dio mi promette. Eppure, noi vogliamo poter mangiare anche al ristorante. Se ho una macchina che funziona, dovrei essere contento, e non desiderare di più. Eppure, il nostro cuore spesso non è soddisfatto, e vogliamo una macchina più nuova, e più bella, e di lusso. Ed è così con tante cose materiali.

Il problema qui non è quello che abbiamo, è dove si trova il nostro cuore. E dobbiamo riconoscere che se siamo veramente contenti con il minimo che serve per mangiare e coprirci, non cercheremo le tante cose in più che attualmente cerchiamo. I nostri pensieri non saranno rivolti verso queste cose. Quando Zaccheo, il ricco pubblicano, fu salvato, fu subito pronto a dare via la metà dei suoi beni, e a restituire quattro volte a chiunque aveva frodato. Non gli importava più delle cose materiali.

E quando noi siamo contenti in Cristo, non ci importerà più delle cose materiali. E così, se abbiamo una vita di pietà, sarà un grande guadagno.

Effettivamente, per essere così contenti dobbiamo fidarci di Dio. Dobbiamo credere che Dio manterrà la Sua Parola in Matteo 6:33. Conosciamo questo brano, ma ve lo leggo.

“Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte.” (Matteo 6:33 LND).

Dal contesto di Matteo 6, sappiamo che Gesù sta parlando dei nostri bisogni materiali, specificamente di quello che serve per nutrirci e coprirci. È qui, Gesù promette che chi cerca per primo il regno di Dio e la Sua giustizia, sarà Dio a gestire tutto in modo che i suoi bisogni vengano soddisfatti. Allora, se io ho fede, io posso dedicarmi prima di ogni altra cosa al regno di Dio, tranquillo che Dio provvederà per me. Posso essere contento con un minimo. Se io sono così, insieme alla pietà, è un grande guadagno, un guadagno di pace, gioia, e frutto spirituale. Prego che avremmo questo tipo di fede.

Chi non è contento

Dopo averci esortato ad essere contenti con quel minimo che serve per vivere, perché chi è contento con il minimo e ha una vita di pietà, è grandemente benedetto, Paolo ci parla dei versetti 9 e 10 della vita di coloro che non sono contenti di quello che hanno. Questo brano descrive la grande maggioranza delle persone nel mondo, e purtroppo, questo brano descrive quello che spesso è il cuore anche di tanti credenti. Consideriamo quanto è terribile quando non siamo contenti di quello che abbiamo. Seguite mentre leggo i versetti 9 e 10.

“9 Ma coloro che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione e nel laccio, e in molte passioni insensate e nocive, che fanno sprofondare gli uomini in distruzione e perdizione. 10 L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori.” (1Timoteo 6:9,10)

Questi versetti stanno parlando di chi non è contento di quello che ha. In questo brano, Paolo dichiara che il desiderio di avere di più porta alla rovina. Notate per prima cosa che Paolo sta parlando di “coloro che vogliono arricchirsi”. Quindi Paolo non sta parlando di chi è ricco. Sta parlando di chi vuole arricchirsi. Un povero può volersi arricchire, ma non ci riesce. Un ricco può desiderare di arricchirsi di più. Paolo sta parlando del cuore della persona, non di quanti soldi ha. Paolo sta parlando di una condizione del cuore, la voglia che uno ha dentro il cuore. Tante persone di ogni livello economico vogliono arricchirsi, anche se tanti non ci riescono. Quello che è importante è il cuore. Se una persona desidera di più di quello che ha, allora, rientra in quello che questo brano descrive.

Cosa succede ad una persona che desidera avere di più? Quel desiderio lo acceca di fronte ai pericoli spirituali davanti a lui. In questo brano, Paolo dice che quella persona cade nelle tentazioni e nel laccio. La vita è piena di tentazioni. Cadere in una tentazione ci allontana da Dio, e porta brutte conseguenze nella nostra vita. La tentazione e il laccio sono entrambe descrizioni di quella che è una trappola. Volersi arricchire porta a cadere nelle trappole. È come un animale, che sentendo l'esca viene preso in un laccio, e non può scappare. L'esca sembra così attraente, ma in realtà porta a una brutta fine. È così per chi vuole arricchirsi.

Il brano dice anche che chi vuole arricchirsi cade in molte passioni insensate e nocive. In altre parole, sono passioni, ovvero desideri, insensati, che portano tanto male. Il desiderio di arricchirsi porta a molte passioni nocive, passioni che sono velenose, che danneggiano moltissimo la persona che ha quella passione.

Il peccato di volere di più rovina la vita. Infatti, questi lacci e passioni fanno sprofondare gli uomini in distruzione e perdizione. La parola sprofondare è la parola che si usa per una nave che viene distrutta nel mare e affonda, portando alla morte coloro che sono su quella nave. È una cosa terribile. Chi vuole arricchirsi cade nelle passioni che fanno sprofondare in distruzione e perdizione. Distruzione probabilmente parla di terribili danni temporali sulla terra. Perdizione è una parola che parla della morte eterna.

Carissimi, questo è un avvertimento estremamente forte. Già soltanto il desiderio di arricchirsi, che uno ci riesca o meno, porta a cadere in tentazione e nel laccio, e in molte passioni insensate e nocive, che fanno sprofondare la persona in distruzione e perdizione.

Perciò, se tu riconosci nel tuo cuore che sei tentato a volerti arricchire, riconosci che questo è un gravissimo peccato. Il peccato non è quanto hai, è il desiderio di avere di più. Anziché desiderare sempre più di Cristo, si desidera di più le cose materiali. Che terribile peccato.

Esorto ciascuno di voi ad esaminare il proprio cuore. Sei riconosci questo desiderio in te, confessalo a Dio, perché è una forma di idolatria, ed è non vedere il valore di Gesù Cristo. Confessa e abbandona questo peccato. Guarda a Cristo.

Porta a tanti mali

Nel versetto 10, Paolo continua e spiega più a fondo il male che il desiderio di arricchirsi provoca. Leggo di nuovo il versetto 10.

“10 L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali e, per averlo grandemente desiderato, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti dolori.” (1Timoteo 6:10)

La parola avidità viene dal greco e significa “amare l'argento; “argento” era una parola usata per indicare i soldi. Quindi, avidità vuol dire amare i soldi, amare le ricchezze. È la stessa cosa del volersi arricchire. Volersi arricchire, l'avidità del denaro, è la radice che porta a tutti i tipi di male. Amare i soldi porta a commettere tanti altri peccati.

Nonostante l’avidità sia un grave peccato, per il mondo, l'avidità per il denaro non solo non è un peccato, ma viene incoraggiata, è considerata normale, è vista come un diritto di tutti. Infatti, l'economia moderna dipende dall'avidità del denaro. Cioè, nel mondo occidentale in cui viviamo, l'economia va avanti quando le persone comprano perché vogliono più di quello di cui hanno bisogno. In tantissimi campi, soprattutto nei campi in cui c’è più guadagno, si compra non per bisogno, ma per piacere.

Perciò, l'avidità è vista come normale nella nostra società. Eppure, è un grave peccato che allontana da Dio e rovina la vita.

Ricordate che l'avidità per il denaro non è legata minimamente a quanti soldi uno ha. Un uomo molto povero può essere avido quanto un uomo ricco, solo che l'uomo ricco ha la possibilità di ottenere più soldi. Avidità, volersi arricchire, descrive il cuore, non quello che uno riesce ad avere. È proprio il desiderio che porta alla rovina.

Notate che l'avidità porta ad ogni tipo di male. Cioè il desiderio di arricchirsi porta all'odio, porta alla gelosia, porta all'amarezza, porta a mentire, porta a rubare, porta a trascurare altre persone, porta a tante forme di cattiveria e malvagità. L'avidità, il desiderio di arricchirsi, porta ad una vita rovinata.

Quando uno desidera grandemente il denaro, può arrivare a deviare dalla fede, e anche a procurarsi tanti dolori. Ci sono tante persone che dicono di essere credenti, e esternamente sembrano camminare da credenti. Ma poi, in realtà, il loro cuore è attaccato ai soldi. E perciò, deviano dalla fede. Seguono finché è comodo, ma poi la realtà della condizione del loro cuore diventa manifesta, e si sviano dalla fede, arrivando alla rovina spirituale.

Gesù dichiara:

“Che gioverà infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde l’anima sua?” (Marco 8:36 LND)

L’avidità del denaro può portare alla rovina eterna, alla perdizione dell’anima. Porta a molti dolori. Quante sofferenze inutili ci sono nella vita per chi desidera ricchezze.

Secondo il mondo, e secondo la nostra carne, le ricchezze promettono tante cose belle. Ma in realtà, questo desiderio non porta mai ad avere un cuore soddisfatto. Magari porta a piaceri superficiali, ma mai ad un cuore veramente soddisfatto. Ma l’avidità porta a tanti mali, e anche a tanti dolori.

Fermatevi a pensare con me. Cosa ci sta dicendo Dio con questo brano? In realtà, Dio ci sta avvertendo che quello che è considerato assolutamente normale nel mondo in cui viviamo, e non solo ma viene anche incoraggiato, quello che è normale per il cuore naturale dell'uomo, il desiderio di arricchirsi, il desiderio di cercare la soddisfazione nelle cose, in questo brano Dio ci sta avvertendo che quel desiderio è un veleno per il nostro cuore e la nostra anima. Dio ci sta avvertendo del terribile inganno del desiderare ricchezze. Ci esorta a stare in guardia, ad esaminare il nostro cuore, per non cadere, nemmeno con piccoli passi.

In questo brano, Dio ci sta mostrando che per quanto riguarda le cose materiali, dobbiamo essere contenti con il minimo.

Confronto con il vero guadagno

Per capire meglio questo, consideriamo l'immenso contrasto fra il grande guadagno che c’è quando uno ha la pietà insieme all'essere contento con quello che ha, in confronto con il grande inganno del desiderio di arricchirsi, che porta alla rovina.

Quando abbiamo una vita di pietà, e siamo contenti, veramente contenti di quello che abbiamo, è un grande guadagno.

Quella persona ha gioia, perché non cerca la gioia nelle cose, ma in Cristo. Quella persona ha pace, perché guarda a Cristo. Quella persona ha il cuore tranquillo, perché confida in Dio. Quella persona ha la gioia di investire la sua vita in quello che non può perdere, quello che porta gloria al suo Signore.

La gioia arriva quando dimoriamo in Cristo e viviamo per portare frutto spirituale. Notate la parole di Gesù in Giovanni 15:11.

“Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa.” (Giovanni 15:11 LND)

Invece, la persona che vuole arricchirsi, che ama il denaro, quella persona non è mai contenta. Se ottiene di più, ben presto vuole ancora di più. Non ha pace, perché sa che può perdere quello che ha. Non è soddisfatta, perché vuole sempre di più. Non ha pace con gli altri, perché il suo desiderio di avere di più lo spinge a peccare contro gli altri nella sua vita.

Peggio ancora, il suo desiderio di avere di più gli fa distogliere gli occhi da Cristo, e quindi, ostacola il suo rapporto con Cristo, portando conseguenze eterne.

Volersi arricchire è non avere Gesù Cristo come nostro tesoro.

Non possiamo amare Dio e amare anche le cose del mondo. Questa è la verità che leggiamo in 1Giovanni 2:15

“15 Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui” (1Giovanni 2:15)

Se desideriamo cose materiali, vuol dire che amiamo quelle cose. Ma Dio ci comanda di non avere il cuore focalizzato sulle cose della terra. Per esempio, in Colossesi 3:1, 2 leggiamo:

“1 Se dunque siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. 2 Abbiate in mente le cose di lassù, non quelle che sono sulla terra,” (Colossesi 3:1,2)

Non dobbiamo avere le nostre menti sulle cose di questa terra. Piuttosto, dobbiamo avere la mente sulle cose in cielo.

Non si può desiderare le cose del mondo, per esempio le cose materiali, e allo stesso tempo voler più di Cristo. Sono cose completamente contrarie. O vogliamo Cristo, o vogliamo qualcosa di questo mondo.

Notate quello che Gesù dichiara in Luca 16, parlando dell'avere un cuore per Dio, o avere un cuore per le ricchezze. Ricordate che mammona vuol dire ricchezze. Leggo le parole di Gesù Cristo.

“Nessun servo può servire a due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona".” (Luca 16:13 LND).

Se noi abbiamo un cuore, un desiderio, una voglia, per le cose materiali, per le ricchezze, non possiamo avere un cuore per Dio. O abbiamo un cuore rivolto in una direzione, o nell’altra.

Conclusione

Quindi, in questo brano, Dio ci insegna che è un grave peccato cercare la soddisfazione nelle cose materiali. Piuttosto, dobbiamo avere una vita di pietà, ed essere contenti con il minimo che serve per sopravvivere. Questo ci permette di avere la gioia della salvezza, e di portare frutto per l’eternità.

Volerci arricchire, cercare la soddisfazione nelle cose materiali, ci fa cadere in tanti peccati, e in tante tentazioni e lacci. Ci porta a terribili mali.

Ad ciascuno dico: esamina il tuo cuore. Il peccato di desiderare le cose materiali è molto diffuso. Se riconosci questo, anche in una piccola misura, confessalo. Guarda a Cristo, cerca la tua gioia in Lui solo. Vivi per l’eternità. Allora, avrai un grande guadagno.