Che cos’è la chiesa? Tanti vedono la chiesa come un’istituzione, ma non lo è. Altri vedono la chiesa come parte di una denominazione, ma nella Bibbia, non esiste alcuna forma di denominazione. La chiesa non è un’azienda, e non è come un circolo o gruppo sociale.
Piuttosto, nella Bibbia, la chiesa è descritta come un corpo, dove le membra sono parte le une delle altre. Inoltre, la chiesa è descritta nella Bibbia come una famiglia, dove siamo tutti membri della stessa famiglia, e quindi, con responsabilità e legami profondi fra di noi.
Nel nostro studio di 1 Timoteo, siamo arrivati al capitolo 5. La prima parte riguarda prima come una guida deve vedere i membri della chiesa, e poi, come i credenti e la chiesa devono curare le vedove che fanno parte della chiesa. In ogni campo della vita, dobbiamo capire quello che è la volontà di Dio, non quello che è normale nella nostra società.
Seguite mentre leggo 1Timoteo 5:1,2. Qua, Paolo comanda a Timoteo, come servo di Dio, come deve rapportarsi con le persone della chiesa. Questo brano ci insegna come anche noi dobbiamo rapportarci gli uni con gli altri.
“1 Non riprendere aspramente un anziano, ma esortalo come un padre, e i più giovani come fratelli, 2 le donne anziane come madri, e le giovani come sorelle, in tutta castità.” (1Timoteo 5:1,2)
In questi versetti, Paolo comanda a Timoteo come doveva rapportarsi con le persone della chiesa. La prima cosa che noto è che doveva vedere la chiesa come famiglia. Perciò, doveva evitare di riprendere aspramente un uomo anziano, e qui anziano vuol dire un uomo avanti negli anni, piuttosto che uno che guida la chiesa. Tito, che ero un giovane uomo, doveva esortarlo come padre, con rispetto, come se fossero suo padre. Doveva esortare gli uomini più giovani come fratelli, non come dipendenti, non come colleghi, non come nemici, ma come fratelli. Doveva esortare le donne anziane come madri, con quel rispetto e quella tenerezza che uno ha verso la propria madre. E poi, doveva esortare le giovani come sorelle, in tutto castità.
Il punto principale qua è che dobbiamo vedere i membri della chiesa come la nostra famiglia. Solo così la chiesa sarà quello che Dio intende, e ci sarà la crescita che ci serve. Quindi, dobbiamo avere amore, e pazienza, e bontà, e grande cura gli uni per gli altri.
Inoltre, noto che Timoteo, come uomo, doveva trattare le giovani donne come sorelle, in tutta castità. In altre parole, doveva comportarsi con le giovani donne con una purezza assoluta. Doveva avere una correttezza totale. Questo riguardo il modo in cui parlava con loro, come e quando si incontrava con loro, e il modo di comportarsi con loro. Certamente questo vale per donne di qualsiasi età, ma in questo caso, essendo Timoteo un giovane, Paolo menziona specificamente le giovane donne.
Nel mondo di oggi, è raro che un uomo tratti le donne in tutta castità. Piuttosto, è normale per un uomo apprezzare con gli occhi la bellezza fisica di una donna, compresa la sua forma. Ma quella non è castità. Oggi, gli uomini scherzano con le donne, e hanno una confidenza che non è castità. È normale per le donne vestirsi e scherzare in un modo che crea desiderio negli uomini, ed è normale per gli uomini desiderare le donne, senza pensarci due volte.
Ma non deve essere così. Paolo comanda a Timoteo di avere un rapporto casto con le giovani donne. Cioè, deve essere totalmente e assolutamente puro in ogni suo aspetto. Deve essere un rapporto puro per quanto riguarda il modo in cui un uomo parla con la donna, per ciò che pensa di una donna, per come guarda una donna, e per il contatto fisico che ha con una donna. Ogni aspetto del rapporto di ogni uomo credente con ogni donna dovrebbe essere in tutta castità.
Per essere un uomo di Dio, un uomo deve rapportarsi in tutta purezza con ogni donna con cui ha contatto, sia personalmente, sia vedendo una donna, in persona, o in foto o su uno schermo. Un uomo dovrebbe trattare ogni donna come parte della propria famiglia, in assoluta purezza e castità. Questo è come ogni uomo di Dio deve vivere. Chiaramente, questo implica che anche ogni donna deve comportarsi e vestirsi in tutta castità.
Che privilegio far parte della famiglia di Dio! Viviamo questo privilegio pienamente, amandoci e curandoci a vicenda.
Le vedove
Ora, iniziando con il versetto 3, Paolo tratta un argomento così importante nella vita della chiesa che ne parla per ben 14 versetti. In questi versetti, Paolo spiega a Timoteo la volontà di Dio per quanto riguarda la cura delle vedove. Nella Bibbia, Dio ha un grande cuore per le vedove, e comanda lo stesso a noi. Infatti, in Giacomo 1:27, impariamo che curare le vedove è una parte centrale della vera religione.
“La religione pura e senza macchia davanti a Dio e Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puro dal mondo.” (Giacomo 1:27 LND)
Quindi, è fondamentale che curiamo le vedove.
Prima di tutto, dobbiamo capire il significato di vedova. In sé, vuol dire una donna il cui marito è morto. Quindi è una donna che aveva marito e ora non ce l'ha più.
Però, il significato va oltre questo. La parola vedova viene da una parola che vuol dire privata. Quindi, nella Bibbia, descrive una donna che è stata privata dell’uomo che prima provvedeva per lei. Quindi, descrive una donna senza mezzi per vivere, bisognosa, e incapace a provvedere per se stessa. Infatti, leggendo questi versetti, comprendiamo subito che quando Paolo usa il termine vedova, vuol dire non solo chi ha perso marito, ma chi è veramente sola, grandemente bisognosa d'appoggio e di aiuto.
Seguite mentre leggo 1Timoteo 5:3-16. Poi, consideriamo più a fondo questi comandamenti.
3 Onora le vedove che sono veramente vedove. 4 Ma se una vedova ha dei figli o dei nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria casa e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo è buono ed accettevole davanti a Dio. 5 Or quella che è veramente vedova, ed è rimasta sola, pone la sua fiducia in Dio e persevera nelle suppliche e nelle preghiere notte e giorno. 6 Ma quella che vive sregolatamente, anche se vive, è morta. 7 Raccomanda anche queste cose, affinché siano irreprensibili. 8 Ma se uno non provvede ai suoi e principalmente a quelli di casa sua, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di un non credente. 9 Una vedova sia iscritta nella lista delle vedove, quando abbia non meno di sessant’anni, sia stata moglie di un solo marito, 10 e abbia testimonianza di opere buone: se ha nutrito i suoi figli, se ha ospitato i forestieri, se ha lavato i piedi ai santi, se ha soccorso gli afflitti, se si è data continuamente ad ogni opera buona. 11 Ma rifiuta le vedove più giovani perché, dopo aver lussureggiato contro di Cristo, vogliono maritarsi, 12 attirando su di sé una condanna, perché hanno violato la prima fede. 13 Inoltre esse imparano anche ad essere oziose e ad andare in giro per le case, e non solo ad essere oziose, ma anche pettegole e indiscrete, parlando di cose delle quali non si deve parlare. 14 Voglio dunque che le giovani vedove si maritino, abbiano figli, si prendano cura della famiglia e non diano all’avversario alcuna occasione di maldicenza, 15 alcune infatti si sono già sviate per seguire Satana. 16 Se un credente, uomo o donna, ha delle vedove, provveda loro, e non ne sia gravata la chiesa, affinché essa possa soccorrere quelle che sono veramente vedove. (1Timoteo 5:3-16)
Possiamo vedere tre argomenti principali in questo brano. Prima di tutto, il contrasto fra chi è veramente vedova e chi non lo è, poi, la responsabilità di ogni famiglia per le loro vedove, e tre, la responsabilità della chiesa nei confronti di coloro che sono veramente vedove. Consideriamo questi tre argomenti.
Chi è veramente vedova e chi non lo è
La prima cosa che voglio notare è che per ben tre volte troviamo il termine "veramente vedove". In questo caso, si tratta non della definizione semplice di vedova, ovvero, una donna il cui marito è morto, ma la definizione di chi è veramente sola e senza la possibilità di mantenersi. Cioè, ogni donna il cui marito muore è una vedova. Ma in questo brano, Paolo intende come veramente vedove quelle donne che non hanno la capacità di provvedere per loro stesse.
Infatti, la parola vedova ha come radice in greco una parola che vuol dire “mancante” o “senza”. In Apocalisse 18:7 si usa il termine vedova per descrive la città di Babilonia quando le vengono tolti i suoi abitanti. In quel caso è una città vedova. E così nella Bibbia vedova descrive una donna che ha perso il marito e non è capace di provvedere per se stessa. Quindi, è grandemente bisognosa.
Ricordate che nel tempo della Bibbia lo stato non provvedeva per i poveri. Senza aiuto, uno poteva morire di fame. Quindi, una donna che non riusciva a lavorare rischiava la fame.
Questo brano rende chiaro che chi è veramente vedova non ha figli o nipoti. Se ha figli o nipoti, è loro responsabilità curarla, come vedremo più avanti. Ma oltre a questo, colei che è veramente vedova, e stiamo parlando solamente di credenti, ha altri attributi. Leggo il versetto 5, che elenca alcuni attributi delle donne che sono veramente vedove.
“5 Or quella che è veramente vedova, ed è rimasta sola, pone la sua fiducia in Dio e persevera nelle suppliche e nelle preghiere notte e giorno.” (1Timoteo 5:5)
Una donna che è veramente vedova è rimasta sola. Non ha figli o nipoti. Nel peggiore dei casi, ha figli o nipoti che rifiutano di sostenerla. Se questi si dichiarano credenti, è un peccato così grave che se continuano a rifiutare dovrebbero essere scomunicati dalla chiesa, perché sono peggio dei pagani. Quindi, una vera vedova è sola, non ha nessuno che può aiutarla.
Inoltre, pone la sua fiducia in Dio. Quindi, è una donna con grande fede in Dio. Non guarda le cose del mondo, perché è attaccata a Dio.
Inoltre, persevera nelle suppliche e nelle preghiere notte e giorno. È una donna pienamente focalizzata su Dio. Non è interessata alle cose del mondo. Non le importa della bellezza, non le importa dei pettegolezzi, non è attaccata alle cose materiali. Piuttosto, è una donna timorata di Dio, che persevera nelle preghiere notte e giorno, costantemente.
Poche donne credenti di oggi sono così, ma questa è una descrizione di quella che è veramente una vedova, secondo Dio. Queste sono le vedove che la chiesa deve curare.
Andando avanti ai versetti 9 e 10, troviamo altre qualità che coloro che sono veramente vedove avranno. Leggo i versetti 9 e 10.
“9 Una vedova sia iscritta nella lista delle vedove, quando abbia non meno di sessant’anni, sia stata moglie di un solo marito, 10 e abbia testimonianza di opere buone: se ha nutrito i suoi figli, se ha ospitato i forestieri, se ha lavato i piedi ai santi, se ha soccorso gli afflitti, se si è data continuamente ad ogni opera buona.” (1Timoteo 5:9,10)
Prima di tutto, la frase “essere iscritta nella lista” probabilmente vuol dire essere sostenuta dalla chiesa in modo da servire la chiesa a tempo pieno. Per poter essere sostenuta dalla chiesa così, una vedova deve avere non meno di sessant'anni. L'idea qua è che più giovane di così, è ancora abbastanza giovane da poter lavorare o risposarsi, e infatti, Paolo incoraggia quelle giovani a sposarsi ancora. Invece, avendo sessant'anni si entra nella vecchiaia, ed è un'età in cui mantenersi diventa molto difficile. Inoltre, prima di entrare nella lista per servire la chiesa, bisogna vedere come ha vissuto negli anni.
Secondo, per essere messa sulla lista, deve essere stata moglie di un solo marito. Non è in alcun modo vietato risposarsi, infatti, proprio in questo brano Paolo incoraggia le giovani vedove a risposarsi. Però, l'idea qua sembra essere che una donna che è vedova, e arriva a sessant'anni senza risposarsi, è più portata a non risposarsi, e così, può dedicarsi a servire la chiesa. Queste sono le vedove che la chiesa può sostenere affinché possano servire.
Poi, arriviamo ad una categoria che è descritta come avere testimonianze di opere buone. Perché una donna sia messa nella lista delle vedove della chiesa, deve avere una testimonianza di opere buone. Cioè, deve essere chiaro che ha vissuto compiendo buone opere. Segue poi un elenco rappresentativo di opere buone, che ci aiuta a capire come vive una vera donna di Dio. Guardiamo questo elenco.
Ha nutrito i suoi figli. Quindi, se ha avuto figli, è stata una mamma dedicata a curare bene i suoi figli. In più, ha ospitato forestieri. In altre parole, era pronta ad ospitare in casa persone bisognose. In quell'epoca, un forestiero sarebbe qualcuno che spesso non avrebbe avuto modo per mantenersi. Una vera donna di Dio avrebbe accolto quelle persone in casa. Poi dice che ha lavato i piedi ai santi. Questa era un lavoro umile che dimostrava un cuore pronto a curare gli altri, anche nei lavori più umili. Se ricordate, in Giovanni 13 Gesù ha lavato i piedi dei discepoli. Era un lavoro che solitamente era compiuto da un servo. Perciò una donna che viveva così era una donna che metteva i bisogni degli altri al primo posto. Poi dice che ha soccorso gli afflitti. In altre parole, era una donna che era sempre pronta a notare e curare i bisogni di quelli che stavano male. Infine, dichiara che si è dedicata continuamente ad ogni opera buona.
Non prenderò il tempo di analizzare ognuno di questi esempi a fondo, perché non è questo il punto. Quello che dobbiamo notare è che una donna deve aver vissuto da anni in modo che sia chiaro che si è dedicata alle opere buone. Cioè, non è che una donna può vivere per se stessa, e poi, quando diventa anziana, inizia a vivere così. Piuttosto, questo è il modo in cui ogni donna credente dovrebbe vivere. Poi, se arriva ad essere vedova, avrà queste qualifiche.
È simile alle qualifiche per diventare un anziano. Sono qualità di vita che ogni credente dovrebbe avere. Similmente, ogni donna dovrebbe essere umile e dedicata alle buone opere. Infatti, una vera donna di Dio vivrà così per tutta la vita. Per tutta la vita, sarà dedicata a servire gli altri, i propri figli quando stanno crescendo, e poi altri.
Questa è una vita drasticamente diversa da quello che è normale nella nostra società. Nella nostra società, una donna si impegna molto per se stessa. La società mette molta enfasi sull'apparenza della donna, e che una donna si senta realizzata in base alla bellezza, ai bei vestiti e all'essere vista carina dagli altri. Ma secondo il piano di Dio, una vera donna nobile non è stimata per la sua bellezza, è stimata per il suo impegno nel curare i bisognosi e gli afflitti.
Viviamo in una società in cui cresciamo figli che cercano piaceri e divertimento. Piuttosto, dovremo crescere i nostri figli in modo che riconoscono che è meglio dare che ricevere, e che la vera vita è una vita in cui ci si impegna ad aiutare i bisognosi e afflitti. La vera vita è una vita in cui ci si dedica al bene degli altri. Così Dio viene visto e glorificato.
Una giovane donna non sa mai se un domani sarà una vedova. E quindi, ogni donna dovrebbe vivere come descrive questo elenco, per essere una vera donna di Dio. Prego che possiamo noi vivere così, e trasmettere ai nostri figli che questa è la vera vita.
Paolo non solo descrive la vita di chi è veramente vedova, e vive bene, ma descrive anche chi non è veramente vedova, o per la sua condizione di vita, o per come vive.
Nel versetto 4, impariamo che se uno ha figli o nipoti, non è veramente vedova, perché ha chi dovrebbe curarla.
Ne versetti 11 a 13, leggiamo di vedove che vivono male. Seguite.
“11 Ma rifiuta le vedove più giovani perché, dopo aver lussureggiato contro di Cristo, vogliono maritarsi, 12 attirando su di sé una condanna, perché hanno violato la prima fede. 13 Inoltre esse imparano anche ad essere oziose e ad andare in giro per le case, e non solo ad essere oziose, ma anche pettegole e indiscrete, parlando di cose delle quali non si deve parlare.” (1Timoteo 5:11-13)
È importante capire il senso del versetto 11. Non è assolutamente un peccato per una vedova risposarsi. Anzi, nel versetto 14 Paolo dichiara che è meglio per quelle più giovani risposarsi. Il punto del versetto 11 è che se una giovane vedova viene messa a servire la chiesa, sostenuta dalla chiesa, e poi, si sposa, non ha mantenuto l'impegno che aveva preso di servire la chiesa. In questo caso, il problema non è che si risposa, è che aveva preso un impegno che poi non ha mantenuto.
Quindi, se una vedova è desiderosa di risposarsi, non dovrebbe prendere il ruolo di servire la chiesa a tempo pieno curando le giovani donne.
Inoltre, una vedova che vuole sposarsi, e desidera questo più che servire il Signore a tempo pieno, che però poi non si sposa, avrà tempo in più, perché non serve Dio e non cura un marito, e potrà arrivare a vivere per se stessa. Facilmente diventerà oziosa, e andrà in giro chiacchierando e facendo pettegolezzi. A quel punto, anziché essere un aiuto nel promuovere il regno di Dio, diventerà un ostacolo.
Infatti, la descrizione nel versetto 13 è il contrario di quello che abbiamo letto nel versetto 10. Il versetto 10 descrive una donna che si dedica a curare gli altri. Il versetto 13 descrive una donna che vive per se stessa. La chiesa non deve porre una donna così in un ruolo di cura degli altri.
Onde evitare che una vedova diventi oziosa e faccia pettegolezzi, nei versetti 14 e 15 Paolo spiega come evitare questo. Ve li leggo.
“14 Voglio dunque che le giovani vedove si maritino, abbiano figli, si prendano cura della famiglia e non diano all’avversario alcuna occasione di maldicenza, 15 alcune infatti si sono già sviate per seguire Satana.” (1Timoteo 5:14,15)
Questo non è un comandamento che ogni vedova giovane debba risposarsi. Questo piuttosto insegna come una giovane vedova che è tentata ad usare male il suo tempo libero possa superare questa tentazione. Quando una vedova è giovane abbastanza da poter fare una nuova famiglia, è buono riposarsi e fare una famiglia. Cioè, fare una famiglia, e avere figli che uno cresce nella via del Signore, è un impegno nobile e gradito a Dio. I figli sono una grande benedizione da Dio. Quindi, è molto buono quando una giovane vedova si sposa e ha figli, che cresce nella via di Dio. Questo presuppone che si sposi con un credente.
La frase "si prendono cura della famiglia" in greco è una parola che vuol dire avere il controllo sulla casa. In Tito 2 troviamo una parola che dice che la donna è guardiana della casa. In questo brano, la parola descrive la donna come chi ha il controllo della casa. Questo non cambia il fatto che lei sia sottomessa al marito, ma la casa è il suo piccolo regno, che cura e gestisce per il bene della famiglia.
Quindi, riassumendo tutto questo punto, se una vedova ha figli o nipoti, non è responsabilità della chiesa curare quella vedova. Se una vedova è giovane, è meglio per lei risposarsi per formare una nuova famiglia, anziché impegnarsi in cose sbagliate. Per le vedove oltre i 60 anni, la chiesa valuta le loro vite. Se hanno una vita dedicata agli altri, possono essere messe nella lista delle vedove sostenute dalla chiesa che si dedicano a curare le donne più giovani e le persone nel bisogno. Alla luce dell'elenco che abbiamo visto, comprendiamo che ogni credente dovrebbe vivere in modo da cercare il bene degli altri, anziché cercare i piaceri e tutto il resto che il mondo offre.
Un donna del mondo è presa dalla bellezza esteriore. Cerca di abbellirsi con bei vestiti, con gioielli, orecchini, bei capelli. Cerca di essere vista come bella e carina e alla moda.
Invece, una donna di Dio è nota per le sue buone opere. È nota perché si impegna in opere umili, come lavare i piedi dei santi, e assistere gli afflitti. Sono due modi drasticamente diversi da vivere. Leggiamo di questa differenza in 1Pietro 3:3,4.
“3 Il vostro ornamento non sia quello esteriore: intrecciare i capelli, portare i gioielli d’oro o indossare belle vesti 4 ma l’essere nascosto nel cuore con un’incorrotta purezza di uno spirito dolce e pacifico, che è di grande valore davanti a Dio.” (1Pietro 3:3-4 LND)
Incoraggio ogni donna a diventare sempre più una donna di Dio. Se poi si diventa vedova, e non si hanno figli o nipoti che possano curarla, può essere messa nell’elenco della chiesa.
La responsabilità della famiglia
Cambiamo direzione, e concentriamoci su qual è la responsabilità di figli o nipoti nei confronti delle madri o nonne vedove. In realtà, questo comandamento vale anche nei confronti di un padre o un nonno che è disabile o in qualche modo incapace di curare se stesso.
I versetti 4, 8, e 16 descrivono la responsabilità che una famiglia ha per le sue vedove. Leggo questi tre versetti.
“4 Ma se una vedova ha dei figli o dei nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria casa e a rendere il contraccambio ai loro genitori, perché questo è buono ed accettevole davanti a Dio.” (1Timoteo 5:4)
“8 Ma se uno non provvede ai suoi e principalmente a quelli di casa sua, egli ha rinnegato la fede ed è peggiore di un non credente.” (1Timoteo 5:8)
“16 Se un credente, uomo o donna, ha delle vedove, provveda loro, e non ne sia gravata la chiesa, affinché essa possa soccorrere quelle che sono veramente vedove.” (1Timoteo 5:16)
I comandamenti in questi versetti sono chiari. È responsabilità di figli e nipoti provvedere alla cura dei membri della famiglia che non riescono a curare loro stessi. In quella società, una vedova aveva sola la famiglia per mantenerla.
Questo è il piano di Dio. Quando un bambino nasce, è totalmente dipendente dai genitori, e in un senso particolare, dalla mamma. Nel piano di Dio, la mamma allatta il bambino, e la vita di quel bambino dipende letteralmente dalla mamma. I genitori, e specificamente le mamme, si dedicano a curare i figli per anni. Quando una donna diventa vedova e non può più mantenersi, avendo perso il marito, tocca ai figli o nipoti provvedere per lei. Solitamente, questo vuol dire portarla a vivere in casa con loro.
Certamente, questo ha il suo costo. Se una famiglia cura la mamma vedova, o la nonna vedova, avrà meno soldi per altre cose. Avrà meno spazio in casa. Avrà una vita con meno piaceri. La famiglia dovrà rinunciare a certi acquisti, o a certi viaggi. Ma questo è il piano di Dio. Infatti, chi non provvede ai suoi, e principalmente a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è peggio di un non credente.
In altre parole, non curare quelli di casa è un peccato così grave che dimostra che uno ha rinnegato la fede. Se uno che si dichiara credente rifiuta di curare una vedova della sua famiglia, non dovrebbe essere riconosciuto come credente. Dovrebbe essere perfino scomunicato dalla chiesa, nella speranza che si ravvederà.
I credenti devono curare le vedove che fanno parte delle loro famiglie, in modo che la chiesa possa curare coloro che non hanno famiglia. Questo comandamento è categorico.
Voglio aggiungere un commento. Oggi, il bisogno non è principalmente un aiuto economico, ma anche un aiuto morale, e sociale. Tante vedove oggi si sentono molto sole. Hanno bisogno dei rapporti di famiglia. Hanno bisogno di quei rapporti interpersonali per cui Dio ci ha creati. Hanno bisogno di contatto umano tutti i giorni, più volte al giorno. E quindi, spesso, la soluzione migliore è che una famiglia porti la madre o la nonna vedova in casa per vivere con loro.
Prego che possiamo dimostrare l'amore di Dio vivendo così.
La responsabilità della chiesa
Ora, consideriamo quella che è la responsabilità della chiesa nei confronti di coloro che sono veramente vedove. Leggo i versetti 3,9, e 16.
“3 Onora le vedove che sono veramente vedove.” (1Timoteo 5:3)
“9 Una vedova sia iscritta nella lista delle vedove, quando abbia non meno di sessant’anni, sia stata moglie di un solo marito,” (1Timoteo 5:9)
“16 Se un credente, uomo o donna, ha delle vedove, provveda loro, e non ne sia gravata la chiesa, affinché essa possa soccorrere quelle che sono veramente vedove.” (1Timoteo 5:16)
La chiesa deve onorare le vedove che sono veramente vedove. In Marco 7, quando Gesù parla con i farisei del fatto che Dio comanda che i figli onorino i genitori, il contesto rende chiarissimo che si tratta di sostegno economico. Anche qua, è chiaro che onorare le vedove vuol dire provvedere economicamente per loro.
Questo è anche chiaro da quello che dichiara il versetto 16, che dice che un credente deve provvedere per le sue vedove, quelle di famiglia, liberando la chiesa affinché possa soccorrere le vedove che non hanno nessuno.
Dio comanda alla chiesa di provvedere per le vedove che non hanno nessuno, che sono veramente vedove. Anche qua, è molto chiaro da questi versetti che si tratta delle vedove che fanno parte della chiesa, e che danno una buona testimonianza. La chiesa non è responsabile per tutte le vedove della zona. Però è chiamata a provvedere per le vedove che Dio ha messo in quella chiesa.
Come ho detto prima, il significato principale di questo è una cura economica. Però, questa cura non è limitata al solo provvedere per i bisogni economici. È giusto che la chiesa si impegni a provvedere anche a livello pratico, e anche a livello sociale.
Perciò, la chiesa dovrebbe provvedere l'aiuto che serve alla vedova per curare la sua casa. E la chiesa dovrebbe provvedere alla comunione di cui ogni persona che vive sola ha bisogno. La solitudine è una forma di povertà molto dolorosa. La chiesa ha la capacità di curare le persone che sono povere di comunione. Spesso, le vedove, e questo comprende anche le persone divorziate o non sposate, soffrono molto la solitudine. Nel piano di Dio, i membri della chiesa, essendo una famiglia, dovrebbero impegnarsi a curare anche in questo campo. Beata quella chiesa dove le vedove ricevono tante visite ogni settimana.
Notiamo quello che dice il versetto 9. Ve lo leggo di nuovo.
“9 Una vedova sia iscritta nella lista delle vedove, quando abbia non meno di sessant’anni, sia stata moglie di un solo marito,” (1Timoteo 5:9)
Che cos'è questa lista delle vedove? Da quello che comprendiamo, è un elenco di vedove, che danno una buonissima testimonianza, che possono svolgere un ministero curando le donne più giovani della chiesa. Cioè, per correttezza, gli anziani non possono passare molto tempo con le giovani donne dalla chiesa. Non sarebbe corretto. Perciò, occorrono delle donne mature che possano dare una cura spirituale alle giovani donne.
Nel piano di Dio, le donne più adatte a questo sono le vedove sopra i sessant'anni. Non hanno più mariti da curare, i figli sono cresciuti, e così, possono dedicarsi a tempo pieno a questo ministero molto importante.
Quanto è importante che una donna abbia come traguardo quello di servire per la gloria di Dio, anziché vivere per i propri interessi e piaceri.
Conclusione
Quindi, in questo brano, abbiamo visto che il modo di rapportarci gli uni con gli altri è di riconoscere che facciamo tutti parte della stessa famiglia. Dobbiamo avere un amore e cura gli uni degli altri come la si ha con la propria famiglia, perché siamo famiglia.
Serve una castità assoluta nei rapporti fra uomini e donne.
Per quanto riguarda le vedove, e questo comprende chiunque è nel bisogno, ogni famiglia è chiamata da Dio a provvedere per le sue vedove. Questo comprende una cura economica, ma comprende anche una cura sociale e pratica.
Se una vedova non ha nessuno, e ha una vita in cui è dedita alle buone opere da anni, allora, può essere messa nella lista delle vedove. La chiesa può provvedere per lei, e lei si metterà a servire la chiesa, aiutando le giovani donne, e assistendo gli afflitti.
In ogni caso, una donna dovrebbe impegnarsi a servire, con umiltà, anziché pensare a se stessa, come insegna il mondo. Una vera donna di Dio non è focalizzata su se stessa, ma è presa con i bisogni intorno a se, e si dà da fare nel soccorrere gli afflitti e lavare i piedi dei santi, secondo il bisogno.
Prego che possiamo essere una chiesa in cui ogni famiglia cura le sue vedove, e che poi noi, come chiesa, possiamo curare le vere vedove che Dio ci dirà.