È un vero matrimonio dove uno dei coniugi dice che vuole il matrimonio, vuole certi benefici, ma non vuole vivere in casa con l'altro coniuge, e non vuole le responsabilità che fanno parte del suo ruolo?
Certamente, quello non è un modo giusto di vivere il matrimonio, e addirittura, è disprezzare quello che è il vero matrimonio, un rapporto creato da Dio e benedetto da Dio. Dio ha dato dei chiari comandamenti nella Bibbia su come bisogna vivere il matrimonio. Fare in qualsiasi altro modo è disprezzare Dio.
Similmente, è stato il Signore Gesù Cristo a fondare la Chiesa, che è una Chiesa universale composta da tante chiese locali. Anche in questo caso, Cristo ha dato dei chiari comandamenti nella Bibbia su come bisogna vivere la vita di chiesa. E quindi, allo stesso modo come vivere il matrimonio diversamente da quello che Gesù comanda è un peccato, vivere i rapporti di chiesa diversamente da quello che Gesù comanda è un peccato, e si disprezza quella che è preziosa per Gesù, cioè, la sua sposa, la Chiesa.
Stiamo studiando la prima Epistola di Paolo a Timoteo. In questa Epistola, Paolo spiega a Timoteo come i credenti devono comportarsi nella chiesa. Spiega la differenza nei ruoli tra gli uomini e le donne. Spiega l'uso corretto della legge. Parla della meravigliosa salvezza per grazia, che ha salvato un grande peccatore come era prima Paolo.
Nel capitolo 3, Paolo spiega le qualifiche che devono avere un anziano o un diacono della chiesa. Abbiamo visto che, queste qualifiche riguardano soprattutto il carattere di un uomo. Gli uomini che guidano la chiesa devono avere una vita sotto il controllo di Dio. Beata la chiesa che ha uomini veramente qualificati che svolgono il ministero di anziani. Guai alla chiesa che ha uomini che non sono veramente qualificati che svolgono questo importante ruolo.
Oggi, vogliamo continuare a considerare quello che Paolo insegna a Timoteo e a noi in questa Epistola. Vogliamo considerare i versetti 14 e 15. Seguite mentre leggo 1Timoteo 3:14 e 15.
14 Ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te, 15 affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. (1Timoteo 3:14,15)
Timoteo era come un figlio per Paolo. Paolo aveva un forte desiderio di andare e stare con lui, per aiutarlo nel ministero che stava svolgendo. Inoltre, Paolo aveva un grandissimo cuore per le chiese, e voleva andare per aiutare a risolvere le varie difficoltà che c'erano nella chiesa a Efeso, dove Timoteo si trovava. Però, Paolo sapeva che non aveva controllo sugli avvenimenti della sua vita. Paolo sapeva che per quanto desiderava andare presto da Timoteo, non era sicuro di poterlo raggiungere. Ed è la stessa cosa per noi. Noi non abbiamo il controllo sugli avvenimenti della nostra vita. Possiamo organizzarci, ma ci possono essere sempre circostanze al di fuori del nostro controllo che possono cambiare tutto. Vediamo questo in tutta la Bibbia, e se siamo onesti, vediamo questo anche nelle nostre vite.
Non dobbiamo avere l’orgoglio di credere di controllare le circostanze della nostra vita. In Giacomo 4:13-16, Dio condanna coloro che credevano di avere il controllo delle circostanze della loro vita. Seguite mentre leggo questo brano.
“13 E ora a voi che dite: "Oggi o domani andremo nella tale città, e vi dimoreremo un anno, commerceremo e guadagneremo," 14 mentre non sapete ciò che accadrà l’indomani. Cos’è infatti la vostra vita? In verità essa è un vapore che appare per un po’ di tempo, e poi svanisce. 15 Dovreste invece dire: "Se piace al Signore e se saremo in vita, noi faremo questo o quello". 16 Voi invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è cattivo.” (Giacomo 4:13-16 LND).
Evitiamo il peccato di credere di avere il controllo della nostra vita. È una forma di orgoglio che ci inganna. Piuttosto, camminiamo umilmente davanti a Dio, sapendo che possiamo programmare, ma l'andazzo dipende da quello che Dio permette.
E così, Paolo, pur avendo grande desiderio di andare da Timoteo, sapeva che non era certo che sarebbe andato. E perciò, vista l'importanza della vita di chiesa, scriveva questa Epistola affinché Timoteo sapesse come comportarsi nel guidare la chiesa nella via della santità, cioè, come i credenti dovevano comportarsi. Tutto quello che Paolo scrive in questa lettera si applica anche a noi.
Come Paolo era umile, sapendo di non avere il controllo delle circostanze della sua vita, anche noi dobbiamo camminare umilmente davanti a Dio, sapendo che non abbiamo il controllo delle nostre vite. E dobbiamo prepararci per eventuali problemi. Soprattutto, seguendo l'esempio di Paolo, dobbiamo preparare coloro con cui abbiamo un ruolo di guida o di cura nella chiesa. Ogni genitore dovrebbe organizzarsi in modo che i figli siano ben preparati per la vita. Troppo spesso, tendiamo a rimandare tante cose, presumendo che ci sarà tempo un domani. Ma non sappiamo se ci sarà tempo domani. Inoltre, allevando figli, è necessario che ci sia una crescita in responsabilità e maturità ogni anno, e non che si aspetta finché siano già grandi per iniziare seriamente. In questo caso, è troppo tardi.
Ma l'esempio di Paolo si applica soprattutto alla chiesa. La Chiesa è la sposa di Gesù Cristo, ed è la cosa più preziosa a Dio. Perciò, la cura della chiesa è assolutamente ed estremamente importante. Ognuno di noi dovrebbe avere a cuore la cura, la protezione e la crescita della chiesa di Gesù Cristo. Paolo aveva questo cuore, e perciò, pur sperando di poter andare da Timoteo, si impegnava per essere sicuro che Timoteo avrebbe saputo cosa insegnare alla chiesa, con o senza la visita di Paolo. È estremamente importante sapersi comportare nella chiesa del Dio vivente.
Infatti, non possiamo vivere la vita cristiana come Dio intende se non riconosciamo quanto la chiesa è importante nel piano di Dio e se non abbiamo l'impegno giusto nel curare la chiesa. Cioè, è impossibile vivere come Dio intende se trascuriamo la chiesa, che in pratica, vuol dire la chiesa locale.
La Chiesa
Visto che questo brano parla della chiesa, fermiamoci per considerare che cos'è la chiesa. La chiesa è centrale nel piano di Dio. Nel Nuovo Testamento, la parola chiesa è usata più di 100 volte. È importantissimo che comprendiamo in modo chiaro e biblico che cos'è la chiesa.
La prima cosa che dobbiamo capire è che nel Nuovo Testamento, la parola chiesa viene usata per indicare principalmente due cose. Prima di tutto, la parola “chiesa” viene usata per indicare la Chiesa universale, che è l'insieme di tutti i veri credenti di tutta la storia. La Chiesa universale è invisibile. Non è un'istituzione umana, non ha un nome dato dagli uomini. Una persona non ne diventa parte per mezzo di qualche rito o cerimonia umana. Piuttosto, uno diventa parte della Chiesa universale nel momento in cui Dio salva quella persona, battezzandola con lo Spirito Santo nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo, sigillandola con lo Spirito Santo. Ogni vero credente fa parte della Chiesa universale.
Ci sono vari esempi di brani che parlano della Chiesa universale. Per esempio, quando viene detto che Gesù Cristo è il capo della Chiesa, sta parlando della Chiesa universale. Vi leggo Efesini 5:23 e poi Colossesi 1:18.
“poiché il marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo.” (Efesini 5:23 LND)
“Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa,” (Colossesi 1:18 LND).
Quindi, un significato della parola chiesa è: Chiesa universale.
La chiesa locale
Oltre alla Chiesa universale, la Bibbia usa il termine “chiesa” per indicare le chiese locali. Per esempio, i comandamenti che riguardano come comportarci nella chiesa si riferiscono alla chiesa locale.
Mentre la Chiesa universale è invisibile, la chiesa locale è ben visibile, fatta di credenti che ne fanno parte, che si conoscono gli uni con gli altri, e sono legati gli uni agli altri. Troviamo tanti brani che si riferiscono a chiese locali, in cui è chiarissimo che si tratta di chiese locali, e non della Chiesa universale. Vi leggo solo alcuni di questi brani per rendere chiaro che le chiese locali sono centrali nel piano di Dio.
In Romani 16, Paolo manda saluti dalle chiese, chiaramente, chiese locali.
“Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; le chiese di Cristo vi salutano.” (Romani 16:16 LND)
In 1Corinzi 14, Paolo dà un comandamento per quanto riguarda il ruolo delle donne nelle chiese locali.
“Tacciano le vostre donne nelle chiese, perché non è loro permesso di parlare, ma devono essere sottomesse, come dice anche la legge.” (1Corinzi 14:34 LND)
In 1Corinzi 16:1, Paolo parla della colletta che aveva ordinato alle chiese della Galazia. Chiaramente, sono chiese locali, perché esiste solo una Chiesa universale, mentre queste sono più chiese. Ve lo leggo.
“Ora, quanto alla colletta che si fa per i santi, fate anche voi come ho ordinato alle chiese della Galazia.” (1Corinzi 16:1 LND)
In 1Corinzi 16:19, Paolo parla delle chiese di Asia, e poi della chiesa in casa di Aquila e Priscilla. Anche queste sono chiaramente chiese locali.
“Le chiese dell’Asia vi salutano Aquila e Priscilla, insieme alla chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore.” (1Corinzi 16:19 LND)
In 2Corinzi 8:1, Paolo parla delle chiese della Macedonia.
“Ora, fratelli, vi facciamo conoscere la grazia di Dio, che è stata data alle chiese della Macedonia,” (2Corinzi 8:1 LND).
È chiaro in questi brani, e in altri, che si tratta di chiese locali, gruppi di credenti che sono raggruppati in chiese locali, ben definite.
Quindi, è importante che riconosciamo che nel piano di Dio esiste la Chiesa universale, ma che la Chiesa universale è composta da chiese locali, in ogni posto dove Dio ha salvato persone. La chiesa locale è parte centrale del piano di Dio.
Ci sono vari comandamenti che presumono che ogni credente farà parte di una chiesa locale. Per esempio, in Ebrei 13:17, leggiamo:
“Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio.” (Ebrei 13:17 LND).
Dio comanda ai credenti ad ubbidire ai loro conduttori. Per fare questo, un credente deve avere conduttori, che nella Bibbia vengono chiamati anziani, vescovi e pastori. Nel piano di Dio, ogni credente farà parte di una chiesa che ha conduttori, che curano i credenti di quella chiesa. Una grande parte della nostra crescita arriva tramite la cura dagli uomini che Dio ha stabilito in ogni chiesa locale.
In 1Pietro 5:1,2, troviamo un comandamento rivolto agli anziani delle chiese locali. Ve lo leggo.
“1 Esorto gli anziani che sono fra voi io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sono anche partecipe della gloria che dev’essere rivelata: 2 pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà,” (1Pietro 5:1-2 LND)
Nel piano di Dio, gli anziani devono pascere i credenti. Cioè, è molto importante capire questo: una grande parte della cura di Dio per i credenti è tramite gli anziani che Cristo dà ad ogni vera chiesa locale. Dio ci cura tramite gli anziani. Però, per avere questa cura, uno deve far parte della chiesa locale. Nel piano di Dio, sono gli anziani della chiesa locale che pascono le pecore di quella chiesa.
Uno che sceglie di non fare parte di una chiesa locale sana, mancherà della cura di Dio.
La cura di pascere le pecore va molto oltre il solo insegnamento della domenica. Riguarda la cura personale. Cioè, si possono ascoltare insegnamenti anche in Internet, ma quella non è la cura pastorale che serve ad ogni credente. L’Apostolo Paolo aveva un ministero, non solo per le chiese, ma anche per gli individui. Leggo quello che Paolo dichiara in Colossesi 1:27,28. Notate che ammaestrava persone individualmente, volendo presentare ogni uomo perfetto in Cristo, ovvero, maturo. Ve lo leggo.
“ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:27,28 LND).
Quindi, è molto, molto chiaro che nel piano di Dio, ogni credente dovrebbe far parte di una vera chiesa locale. Infatti, in Ebrei 10:24,25, leggiamo:
“24 E consideriamo gli uni gli altri, per incitarci ad amore e a buone opere, 25 non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortandoci a vicenda, tanto più che vedete approssimarsi il giorno.” (Ebrei 10:24-25 LND)
Non dobbiamo mancare la nostra comune adunanza. Nel piano di Dio, ogni credente fa parte di una chiesa locale, e partecipa alla adunanza comune. La chiesa stabilisce incontri ogni settimana, che i credenti frequentano.
Uno potrebbe pensare che basta trovarsi con altri credenti, e quindi, che non serve una chiesa formale. Ho sentito credenti dire che basta essere due o tre credenti e tutti insieme si uniscono nel nome di Gesù, ed è già una chiesa. Fanno riferimento a Matteo 18:20 per giustificare questo pensiero. Vi leggo Matteo 18:19,20.
“19 Ancora io vi dico che, se due di voi si accordano sulla terra per domandare qualunque cosa, questa sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli. 20 Poiché dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro".” (Matteo 18:19-20 LND).
In questo brano, Gesù non sta dando la definizione di quello che è una chiesa. Parla semplicemente della sua presenza con i credenti. Non fa alcun riferimento alla chiesa.
È sbagliato usare questo brano per dire che basta riunirsi nel nome di Cristo per essere una chiesa. Gesù non dice questo.
La chiesa locale è qualcosa di formale, qualcosa ben definita. Una chiesa locale dovrebbe avere anziani, e solitamente anche diaconi. Questi uomini non possono essere chiunque, sono uomini che sono stati riconosciuti, in base alle qualifiche stabilite nella Bibbia,che troviamo in 1Timoteo 3, come anche in Tito 1.
Dire che basta che due o tre credenti si incontrano nel nome di Gesù ed è una chiesa è come dire che basta che due persone si mettono insieme e sono sposate. Il matrimonio non è solo scegliere di stare insieme, è qualcosa di ufficiale e riconosciuto dagli altri. Non è un rapporto informale, non è con chi capita per un certo periodo di tempo, e poi con un'altra persona. Non è qualcosa che vale per un po' di tempo, e poi non vale più. Il matrimonio è un rapporto riconosciuto da tutti, in cui le parti riconoscono, formalmente, di essere marito e moglie, e quindi, per questo sono soggetti a tutti i comandamenti che riguardano il matrimonio.
Similmente, essere una chiesa non è qualcosa di informale, solo perché due o tre persone dicono di essere una chiesa, ma è qualcosa di molto serio, di duraturo, che è riconosciuto da altri, e in cui i membri riconoscono di essere soggetti a tutti i comandamenti della Bibbia che riguardano la chiesa.
Perciò, per esempio, Dio insegna che nella chiesa locale devono esserci uomini che hanno le qualifiche elencate nella Bibbia che svolgono il ruolo di anziani. Dio ha stabilito una chiara guida per ogni chiesa locale. Se due o tre credenti si incontrano insieme, e dicono di essere una chiesa, ma rifiutano la guida che Dio ha stabilito, non dovrebbero chiamarsi chiesa, perché stanno rifiutando quello che Gesù Cristo, il Capo della Chiesa, comanda.
Quindi, nel piano di Dio, ogni credente dovrebbe far parte di una vera chiesa locale. Certamente, è importante che sia una chiesa vera, una chiesa che crede, insegna e segue la Bibbia. Dovrebbe avere come guida uomini che sono veramente qualificati, che possiedono le qualifiche che Dio elenca in 1Timoteo e Tito.
Mi rattrista aver sentito di tanti credenti in varie parte dell’Italia che hanno scelto di non fare parte della chiesa locale. Si trovano insieme con altri per mezzo di Internet, e chiamano quella una chiesa. Però, non hanno la struttura che Cristo ha stabilito per la chiesa locale. Inoltre, non incontrandosi di persona, tanti dei peccati che sarebbero visibili in un rapporto diretto e personale, non vengono visti tramite i rapporti virtuali via Internet. Non hanno la guida e la cura che Cristo ha stabilito per una vera chiesa.
Capisco che ci sono chiese che non sono fedeli alla Bibbia. Capisco che ci sono anziani e pastori che non sono biblicamente qualificati. Capisco, con grande tristezza, che ci sono chiese dove si innalza l’uomo o la denominazione anziché Gesù Cristo, e dove si chiude l’occhio al peccato.
So tutto questo. E quando il peccato è notevole, quando Cristo è veramente in secondo piano, non dico di frequentare una chiesa così.
Però, è anche vero che non esiste una chiesa perfetta, perché finché siamo in questa terra, siamo tutti mancanti.
Più volte ho visto persone che dicevano che non facevano parte di una chiesa locale perché non c’era una chiesa fedele a Dio. Solitamente, chi parla così non riconosce molto del proprio peccato. Si mette in alto, e guarda i peccati degli altri, senza riconoscerne i propri.
Quindi, ad ognuno dico: dovrebbe essere una forte priorità di ogni credente fare parte di una chiesa locale che è fedele alla Bibbia, anche se non è perfetta, e di legarsi agli altri credenti, per crescere insieme.
Partecipazione nella chiesa
Attenzione però. Tu puoi far parte di una chiesa locale, senza veramente farne parte. Vi spiego.
Far parte della chiesa non è solo frequentare il culto la domenica, e magari anche lo studio durante la settimana. Veramente far parte di una chiesa vuol dire essere veramente legato con gli altri credenti di quella chiesa. Vuol dire utilizzare i tuoi doni spirituali per loro, e ricevere da loro. Notate come la Bibbia descrive il rapporto fra i credenti in Efesini 4:15,16.
“15 ma seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa in colui che è il capo, cioè Cristo. 16 Dal quale tutto il corpo ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore nella misura di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di se stesso nell’amore.” (Efesini 4:15-16 LND).
Quello che è chiaro qui è che la chiesa cresce quando tutte le parti sono ben legate fra di loro, e ognuno contribuisce con quello che ha da Dio per gli altri, e così, tutta la chiesa cresce insieme.
Quindi, solamente frequentare gli incontri di chiesa in sé non vuol dire veramente far parte della chiesa. Far parte della chiesa vuol dire essere veramente legati agli altri membri della chiesa. Vuol dire veramente utilizzare i tuoi doni spirituali nelle loro vite, e ricevere da loro. Vuol dire avere legami stretti, dove si può parlare gli uni con gli altri del peccato, e anche incoraggiarsi l'un l'altro .
Veramente far parte della chiesa vuol dire che i tuoi legami più forti saranno con le persone della chiesa, non con persone del mondo, per esempio quelli del lavoro o amici non credenti.
Quindi, prego che ciascuno capirà l'importanza della chiesa locale, e di farne veramente parte.
La colonna e sostegno della verità
Torniamo al nostro brano, 1Timoteo 3:14,15, per capire un'altra verità estremamente importante per quanto riguarda la chiesa. Ve lo leggo.
“14 Ti scrivo queste cose nella speranza di venire presto da te, 15 affinché, se dovessi tardare, tu sappia come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. (1Timoteo 3:14,15)
Notate che la chiesa è chiamata la casa di Dio, la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno dalla verità. È impossibile sopravvalutare l'importanza della chiesa nel piano di Dio.
La chiesa è chiamata la casa di Dio. Infatti, in 1Pietro impariamo che l'insieme dei credenti formano una casa spirituale, in cui dimora Dio. Noi credenti individualmente siamo pietre viventi. Cristo è la pietra vivente centrale. Vi leggo 1Pietro 2:4,5.
“4 Accostandovi a lui, come a pietra vivente, rigettata dagli uomini ma eletta e preziosa davanti a Dio, 5 anche voi, come pietre viventi, siete edificati per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.” (1Pietro 2:4-5 LND).
Prego che possiamo comprendere cosa vuol dire che noi siamo la casa di Dio. I veri credenti, che costituiscono la vera chiesa, la Chiesa universale, insieme costituiscono la casa di Dio. Dio dimora con noi, Dio è con noi, e sarà sempre con noi fino a quel giorno in cui noi saremo con Lui.
Notate che la chiesa è la colonna e sostegno della verità. La verità di Dio è nella Bibbia, la quale verità viene protetta, proclamata, e spiegata al mondo tramite il ministero della chiesa locale. In Romani 10 impariamo che la salvezza è per chiunque invoca il nome del Signore. Però poi dichiara che non possono invocarLo se non credono, e che non possono credere se non hanno udito, e questo dipende dal fatto che qualcuno deve predicare. Cristo ha incaricato la Chiesa, che è l'insieme delle chiese locali, a proclamare la verità di Dio al mondo.
Inoltre, la chiesa serve per mantenere l'insegnamento fedele alla Bibbia. Dio ha incaricato gli anziani a fare questo, come leggiamo in Tito 1:9, dove spiega le qualifiche di chi può essere anziano, e anche quello che devono fare. Ve lo leggo.
“9 che ritenga fermamente la fedele parola secondo l’insegnamento, per essere in grado di esortare nella sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono. 10 Vi sono infatti, specialmente fra quelli della circoncisione, molti insubordinati, ciarloni e seduttori, ai quali bisogna turare la bocca;” (Tito 1:9-10 LND).
Notate che gli anziani hanno la responsabilità da Dio di esortare nella sana dottrina, ovvero, indirizzare le persone alla verità. Inoltre, devono convincere coloro che contraddicono la sana dottrina.
In altre parole, gli anziani hanno da Dio la responsabilità di mantenere la verità. Perciò, in un mondo dove tanti cercano di contraddire le verità di Dio, la Chiesa, l'insieme delle chiese locali, è la colonna e sostegno della verità.
Questo è uno dei motivi per cui è così importante che gli uomini che svolgono il ministero di anziani devono essere uomini veramente qualificati, qualifiche di carattere, e che, come dichiara in Tito, ritengono fermamente la fedele parola secondo l'insegnamento. Gli anziani devono essere uomini che conoscono bene l'insegnamento di Dio, ritengono fermamente quell'insegnamento, e sono totalmente fedeli alla parola di Dio.
Oggi, nella società in cui viviamo, tante persone hanno la mentalità di credere la cosiddetta verità che vogliono loro. C'è la mentalità che ognuno può avere la propria verità. Purtroppo, vediamo questo atteggiamento che è presente anche nella chiesa. Ci sono credenti che credono quello che a loro sembra giusto nella Bibbia, ma senza andare a fondo a studiare attentamente la Bibbia. Non vogliono sottomettersi a nessun tipo di guida spirituale. Pur non avendo studiato a fondo la Bibbia, non hanno problemi a contraddire quello che dice chi è incaricato ad insegnare.
Questo è molto grave. Certamente, sono il primo a riconoscere che anziani possono sbagliare nell'insegnamento. Io ho sbagliato diverse volte negli anni. Però, un credente dovrebbe essere molto cauto prima di presumere che il suo anziano abbia sbagliato. Dovrebbe chiedere chiarimenti, ed ascoltare con un cuore aperto. Dovrebbe riconoscere che spesso, leggendo un brano, si può capire male finché non si leggono altri brani che parlano di quell'argomento.
In parole semplici, dovremmo tutti avere timore di sbagliare per quanto riguarda capire la parola di Dio. E dovremmo tutti seguire l'insegnamento che troviamo in Giacomo 3:1.
“Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne riceveremo un più severo giudizio,” (Giacomo 3:1 LND).
Prego che avremo tutti il giusto timore di Dio e che nessuno si considererà maestro per conto proprio. Se poi tu sei chiamato ad essere maestro, cosa che dovrebbe essere confermata da altri, è importante essere umile ed attento a non dire quello che non ti è chiarissimo nella Scrittura.
Conclusione
Alla luce di quello che abbiamo visto oggi in questo brano, ricordiamo che non siamo in controllo delle nostre vite. Non possiamo controllare le circostanze della vita. Perciò, camminiamo in umiltà davanti a Dio, facendo i nostri piani, ma umilmente accettando quello che la provvidenza di Dio permette. Viviamo saggiamente, provvedendo per coloro che guidiamo, anche se non dovessimo poter fare come pensiamo.
Ricordiamo dell’importanza assoluta della chiesa locale. Fare veramente parte della chiesa locale non è solo un buon suggerimento, è il piano di Dio per ognuno di noi. Molto della nostra crescita dipende dalla nostra chiesa. Non possiamo crescere come dovremmo se non facciamo parte, in senso attivo, della chiesa locale.
Ricordiamo che non basta solo frequentare gli incontri di chiesa. Abbiamo bisogno di essere coinvolti gli uni con gli altri. I nostri rapporti più stretti dovrebbero essere con altri credenti. Abbiamo bisogno gli uni degli altri, e abbiamo bisogno della cura degli anziani.
Ringrazio Dio per averci fatto entrare a far parte della Chiesa universale, e ringrazio Dio che ha provveduto una chiesa locale per noi.