Introduzione: ripasso
Sai qual è la chiave per vivere bene, infinitamente meglio di qualsiasi altra vita? Sai qual è l’unica vita che porta a vere benedizioni? L’unica vita benedetta è quando viviamo per fede, vivendo secondo i comandamenti di Dio.
Dio ha creato un mondo tutto buono. Con il peccato, il mondo è sotto la condanna. Però, gran parte del bene che Dio ha creato rimane. I comandamenti di Dio ci fanno camminare nel bene che Dio ha creato.
Per esempio, Dio ci comanda di non mentire, perché Dio è verità, e, per godere della comunione con Dio e della pace con gli altri, dobbiamo camminare nella verità.
Dio ci comanda di non uccidere e di non odiare, perché la vita è sacra e preziosa. Ci insegna a non rubare, perché dobbiamo trovare la nostra soddisfazione in Dio. Camminare per fede, ubbidendo ai comandamenti di Dio, ci permette di godere della presenza e delle benedizioni di Dio.
Nel nostro studio sulla prima epistola di Paolo a Timoteo, stiamo considerando gli insegnamenti che Paolo dà a Timoteo su come deve mettere in ordine la Chiesa ad Efeso. Siamo al capitolo 2, e troviamo i comandamenti di Dio che riguardano i ruoli diversi degli uomini e delle donne nella chiesa e nella vita. Questo è un argomento molto importante, e ci sono anche altri brani che insegnano come dobbiamo vivere i nostri ruoli come uomini e donne, ruoli molto diversi.
Cioè, per quanto riguarda la salvezza, la salvezza è uguale per tutti. Siamo tutti salvati per il perdono in Gesù Cristo. Invece, per quanto riguarda come viviamo come uomini e donne, Dio ci dà ruoli molto distinti. È solamente quando conosciamo e seguiamo i ruoli che Dio ci ha dato che possiamo godere delle piene benedizioni di Dio.
Qua in 1Timoteo 2, abbiamo considerato quello che Dio insegna agli uomini, e poi, abbiamo iniziato a considerare i comandamenti che riguardano le donne. Abbiamo visto che Dio comanda alla donna di adornarsi con verecondia e modestia, con abiti che la coprano bene, e non in modo vistoso. Abbiamo visto che questo comandamento va oltre a solo i vestiti e come si adorna, ma riguarda il cuore della donna, e il suo atteggiamento. Cioè, il mondo insegna alla donna a cercare di essere notata, tramite la bellezza e i vestiti, e anche il suo modo di comportarsi. Al contrario, Dio insegna alla donna ad adornarsi e vestirsi in modo da non essere notata. Deve essere ordinata e pulita, dovrebbe essere in un certo senso gradevole, nel senso che i vari colori vadano bene insieme. Ma non deve essere vistosa. La donna dovrebbe vestirsi e comportarsi, con il desiderio di non essere notata per se stessa. Piuttosto, dovrebbe adornarsi con buone opere, che mettano in evidenza Dio anziché lei, in modo che Cristo venga esaltato.
Oggi, continuando con 1Timoteo 2, consideriamo quello che Dio ci insegna per quanto riguarda il modo in cui una donna dovrebbe comportarsi nei suoi rapporti con gli uomini, specificamente nella chiesa.
Questo brano non solo ci dà i comandamenti di Dio, ma ci spiega che sono basasti su come Dio aveva stabilito i ruoli già nella creazione, e poi, sul fatto che la donna è stata sedotta dal serpente.
Perciò, trovate con me 1Timoteo 2:9. Iniziamo con il versetto 9 per capire il contesto, e poi considereremo dal versetto 11. Leggo da 9 a 15.
9 Similmente le donne si adornino con abiti decorosi, con verecondia e modestia, e non di trecce o d’oro, o di perle o di abiti costosi, 10 ma di buone opere, come conviene a donne che fanno professione di pietà. 11 La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione. 12 Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio. 13 Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva. 14 E non fu Adamo ad essere sedotto, ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione. 15 Tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevereranno nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.” (1Timoteo 2:9-15 LND)
Tutto questo brano sta spiegando i vari aspetti del modo in cui una donna deve vivere il ruolo che Dio le ha dato. Nei versetti da 9 a 10, parla di quello che riguarda l’apparenza della donna. Ora, nei versetti da 11 a 15, spiega come la donna deve vivere il suo ruolo rispetto agli uomini, soprattutto nella chiesa, e poi spiega che il motivo di questo è perché Dio ha stabilito così già nella creazione.
Se ricordate, in 1Corinzi 11:3, troviamo una descrizione dei ruoli che Dio ha dato all’uomo e alla donna. Ve la leggo.
“Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l’uomo e il capo di Cristo è Dio.” (1Corinzi 11:3 LND)
Voglio ripetere: per quanto riguarda la salvezza, siamo tutti uguali davanti a Dio, ma nella vita cristiana, nel piano di Dio ci sono ruoli ben diversi per uomini e donne. Dobbiamo conoscere e vivere i comandamenti che riguardano i nostri ruoli per essere in comunione con Dio.
Consideriamo ora i versetti da 11 a 15, iniziando con i versetti 11 e 12.
La donna non deve avere autorità sull’uomo
I versetti 11 e 12 comandando alla donna di essere in sottomissione all’uomo, e di non insegnare agli uomini. Paolo parla principalmente della situazione nella chiesa, in quando, tutta questa epistola è una serie di istruzioni che spiegano a Timoteo come mettere la chiesa in ordine. Seguite mentre leggo 1Timoteo 2:11,12.
“11 La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione. 12 Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio.” (1Timoteo 2:11,12)
I comandamenti in questi due versetti riguardano principalmente l'argomento dell'insegnamento, e come uno riceve l'insegnamento. L'insegnamento della Parola di Dio è una parte centrale della vita di chiesa, perché esso è uno dei mezzi principali con il quale Dio ci fa crescere, ci parla, ci guida, ci consola e ci cura. Quindi, è estremamente importante per la chiesa provvedere un sano ed equilibrato insegnamento per i credenti.
Può la donna insegnare in chiesa? Come deve una donna ascoltare l’insegnamento della chiesa?
Prima di tutto, tramite questo brano, e tanti altri, comprendiamo che chi insegna nella chiesa, nell’insegnamento ufficiale, ha una certa autorità su chi ascolta. Uno è l’insegnante, gli altri imparano da lui.
Uno può ricevere insegnamento in vari modi. Il modo giusto di ricevere l’insegnamento dalla chiesa è di riceverlo con sottomissione.
Il contrario del riceverlo con sottomissione sarebbericeverlo in modo scontroso, discutendo quello che viene insegnato, anziché accettarlo.
Certamente, non sto dicendo che dovremmo accettare un insegnamento falso. Ci sono chiese che insegnano cose false, non dobbiamo mai accettare un falso insegnamento. Però, anche in quei casi, la donna dovrebbe ubbidire ai comandamenti, e non essere scontrosa.
Questo brano descrive un comportamento che rispecchia il cuore e lo spirito con cui si dovrebbe ricevere l’insegnamento in chiesa. Si può riceverlo con spirito di sottomissione, o si può essere scontrosi, che vuol dire, rifiutare di accettare l’autorità di chi insegna.
Tramite Paolo, Dio comanda alla donna di imparare in silenzio, con ogni sottomissione. Non deve contraddire chi insegna. Nel caso in cui la chiesa insegni cose false, lei deve decidere se rimanere, senza creare divisioni, oppure andar via se l’errore è così grande da dover lasciare la chiesa. Ma non dovrebbe combattere contro chi insegna.
Imparare in silenzio
Visto che questo brano comanda alla donna di imparare in silenzio, per capire correttamente il brano, è fondamentale capire correttamente il significato di questa parola "silenzio". Questo sostantivo viene usato solo quattro volte nel Nuovo Testamento, due delle quali sono in questi due versetti. Per capire il suo senso, vediamo gli altri brani in cui viene usato, e poi, vediamo come veniva usato nella letteratura dell'epoca della Bibbia. Quando una parola viene usata tante volte nella Bibbia, è abbastanza facile capire il suo significato. Quando invece una parola è usata poche volte, è utile vedere come veniva usata nella letteratura di quell'epoca.
In Atti 21 e 22, in italiano troviamo la parola “silenzio” due volte, ma sono due parole diverse in greco. Paolo fu preso dalla folla a Gerusalemme, e la grande folla di Giudei stava cercando di ucciderlo. Erano quasi fuori di sé per l'ira, e non potevano controllarsi. I soldati romani strapparono Paolo da loro. I soldati stavano per portarlo nella fortezza, Paolo chiese di parlare con la folla. Quando Paolo si fermò sulla gradinata, e fece un cenno con la mano, si fece un gran silenzio. In greco, quella parola silenzio non è la stessa parola della nostra parola. Leggo Atti 21:35-40.
“35 Quando arrivò alla gradinata, egli dovette essere portato dai soldati per la violenza della folla, 36 perché la massa del popolo lo seguiva, gridando: "A morte". 37 Mentre Paolo stava per essere introdotto nella fortezza, disse al tribuno: "Mi è lecito dirti qualcosa?". Quegli rispose: "Sai il greco? 38 Non sei tu quell’Egiziano che tempo fa insorse e condusse nel deserto quei quattromila briganti?". 39 Ma Paolo disse: "Io sono un Giudeo di Tarso, cittadino di quella non oscura città di Cilicia; or ti prego di lasciarmi parlare al popolo". 40 Avendoglielo permesso, Paolo, stando in piedi sopra la gradinata, fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi un gran silenzio, parlò in lingua ebraica dicendo:” (Atti 21:35-40 LND)
La parola silenzio dell'ultima frase "fattosi un gran silenzio" è una parola tutta diversa dalla nostra parola. Questa parola per noi vuol dire assenza di ogni rumore, vuol dire non parlare. Descrive un'assenza totale di voci. Questa sarebbe la condizione quando tutti smettono di parlare. Questo è il significato tipico di “silenzio” in Italiano.
Continuando in Atti, leggo i primi due versetti del capitolo 22. Qua, troviamo di nuovo la parola silenzio, ma è una parola diversa in greco.
“1 "Fratelli e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa". 2 Nell’udire che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancor più silenzio. … :” (Atti 22:1-2 LND).
La parola che qui viene tradotta come silenzio è la stessa parola che abbiamo nel nostro brano in 1Timoteo. Questa parola ha un significato diverso dall’altra parola tradotta come “silenzio”. Questa parola significa un senso di calma, uno che è tranquillo e non agitato. Descrive una persona che resta a casa con calma facendo il proprio lavoro, senza immischiarsi nelle faccende degli altri. È uno che non si agita, che non è turbato. Quindi, la parola tradotta come “silenzio” quando Paolo fece cenno con la mano, era la parola che vuol dire assenza di rumore, mentre questa parola tradotta come “silenzio” vuol dire essere calmi e tranquilli. La folla è diventata calma mentre prima era agitata.
In 2Tessalonicesi 3:12, troviamo la stessa parola greca che nel nostro brano in 1Timoteo 2 è tradotta come silenzio. In 2Tessalonicesi, vediamo più chiaramente il suo significato, che è una vita tranquilla e senza agitazione. Vi leggo quel brano. Nella nostra lingua è tradotta come quietamente.
“Or a tali ordiniamo, e li esortiamo nel Signor nostro Gesù Cristo, che mangino il loro pane lavorando quietamente.” (2Tessalonicesi 3:12 LND)
Qua, la parola che nel nostro brano è tradotta “silenzio” viene tradotta come "quietamente". Descrive una condizione per cui si è tranquilli e non agitati. Non c'entra con il silenzio nel senso di non parlare. Il comandamento in 2Tessalonicesi è di vivere una vita tranquilla, senza agitazione, e senza creare scontri con altri. Questo è il senso di questa parola. Vediamo questo senso anche in Atti quando la folla che aveva attaccato Paolo con violenza, diventò tranquilla.
Allora, capendo che in greco c'è una parola che vuol dire silenzio, nel senso di non parlare, e non fare rumore; vedendo che c'è un'altra parola che vuol dire essere tranquilli e non agitati; vedendo che nel nostro brano in 1Timoteo abbiamo la parola che vuol dire essere tranquilli e non agitati; e anche in considerazione del contesto del nostro brano in cui il comportamento parallelo all'essere in silenzio è essere sottomessi, allora possiamo capire che quando dice che la donna deve imparare in silenzio, non vuol dire che non può dire nulla, ma descrive una condizione di tranquillità e rispetto. Infatti, subito dopo aver detto che la donna impari in silenzio, dichiara che deve imparare con ogni sottomissione.
Capire questo ci aiuta a capire che questo comandamento non vuol dire che la donna non può dire niente, o che non può parlare, ma vuol dire che non deve disturbare, non deve agitarsi, non deve creare confusione di alcun tipo. Piuttosto deve imparare con tranquillità, ascoltando attentamente quello che viene insegnato, e, come dichiara, deve imparare con ogni sottomissione. Quindi, lei deve riconoscere che chi insegna è riconosciuto dalla Chiesa come insegnante, e quindi, insegna con autorità e lei deve essere sottomessa a quell'autorità, e non creare un disturbo.
Voglio solo ripetere che questo non vuol dire che una donna, come nemmeno un uomo, deve accettare ciecamente insegnamenti falsi. Dobbiamo confrontare ogni cosa con la Bibbia. Però, una donna non dovrebbe mai interrompere chi insegna né creare un disturbo.
A livello pratico, se la donna non fosse d'accordo con qualcosa che viene insegnato, non dovrebbe interrompere, non dovrebbe contraddire, ma dovrebbe aspettare un secondo tempo per domandare una spiegazione a tu per tu. Se suo marito è credente, può chiedere a lui a casa.
A tal proposito, in 1Corinzi 14:34-35, vediamo un insegnamento molto simile. Qui si sta parlando di non creare confusione, interrompendo l’insegnamento con domande. Durante l’insegnamento, la donna deve rimanere in silenzio. Ve lo leggo.
“34 Tacciano le vostre donne nelle chiese, perché non è loro permesso di parlare, ma devono essere sottomesse, come dice anche la legge. 35 E se vogliono imparare qualche cosa interroghino i propri mariti a casa, perché è vergognoso per le donne parlare in chiesa.” (1Corinzi 14:34-35 LND)
In questo brano, il verbo "tacere" è la parola greca che vuol dire silenzio. Il contesto è se la donna ha la scelta di interrompere per fare domande durante l'insegnamento, oppure, deve tacere per poi interrogare i loro mariti a casa. In quel contesto, la donna non deve parlare. Non deve interrompere, ma piuttosto deve tacere, per essere sottomessa all'insegnamento.
Se non è chiaro che la donna può parlare purché rimanga sottomessa, un altro brano che ci aiuta a capire la volontà di Dio è 1Corinzi 11:4,5. In questo brano, Paolo dà comandamenti che riguardano il modo in cui bisogna comportarsi durante il culto. Notate che alla donna è permesso pregare e profetizzare, ma deve coprirsi la testa, come segno di autorità. In altre parole, può parlare, ma solo se porta un simbolo che dimostra che lei riconosce di essere sottomessa al suo capo. Leggo quei due versetti.
“4 Ogni uomo, che prega o profetizza col capo coperto, fa vergogna al suo capo. 5 Ma ogni donna, che prega o profetizza col capo scoperto, fa vergogna al suo capo perché è la stessa cosa che se fosse rasa.” (1Corinzi 11:4-5 LND)
Poiché viene detto specificamente il modo in cui la donna deve pregare e profetizzare, e poiché il contesto di questo capitolo è l'incontro della Chiesa, diventa chiaro che il comandamento di stare in silenzio nel nostro brano in 1Timoteo significa restare calma e non interrompere o agitarsi. Però, non è vietato alla donna parlare in senso assoluto. Può parlare, restando sottomessa. Ma non può dire in qualunque modo qualcosa contro l'insegnamento ufficiale.
Non può insegnare né usare autorità sull’uomo
Infatti, quando arriviamo al versetto 12, ci viene confermato quello che abbiamo visto nel versetto 11. Leggo i versetti 11 e 12.
“11 La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione. 12 Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio.” (1Timoteo 2:11,12)
Guidato dallo Spirito Santo, Paolo non permette alla donna di insegnare, né di usare autorità sull'uomo, ma ordina che stia in silenzio. Quando c’è l'insegnamento in chiesa, la donna deve restare calma e non interrompere.
Il ruolo di insegnare è un ruolo di autorità. Dio vieta alla donna di avere autorità sull'uomo, e perciò, la donna non deve insegnare in alcun modo ufficiale nella chiesa davanti agli uomini. Lei non deve avere alcun ruolo di guida sugli uomini nella chiesa, e onestamente, nella società.
Questo comandamento non si basa minimamente su quello che era la cultura, si basa su come Dio ha stabilito i ruoli per uomini e donne all’inizio. E perciò, come ogni comandamento, è un comandamento che non è limitato ad una certa cultura o ad una certa epoca. Vale per ogni credente in tutto il mondo in tutta la storia. La donna non deve avere autorità sull'uomo. Non deve insegnare agli uomini in modo autorevole, come per esempio durante gli incontri di Chiesa.
Abbiamo già visto che in 1Corinzi 11, è permesso alla donna di condividere in chiesa, se porta un segno di autorità sulla testa, come il velo.
La donna può parlare agli uomini delle verità di Dio in momenti informali, anche aiutandoli a capire meglio, se non è un insegnamento autorevole. Vediamo un esempio di una donna che aiutava un uomo a capire meglio le verità di Dio in Atti 18:25,26. Aquila e Priscilla, marito e moglie, sentendo predicare Apollo, capivano che non conosceva tutta la dottrina di Gesù Cristo. Quindi, lo presero con loro per spiegargli meglio le verità. Vi leggo Atti 18:25,26. Anche Priscilla era coinvolta.
“25 Costui era ammaestrato nella via del Signore e fervente di spirito, parlava e insegnava diligentemente le cose del Signore, ma conosceva soltanto il battesimo di Giovanni. 26 Egli cominciò a parlare francamente nella sinagoga. Ma, quando Aquila e Priscilla l’udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio.” (Atti 18:25-26 LND)
È chiaro dalla grammatica che anche Priscilla aiutava a spiegare le verità di Dio ad Apollo. Quindi, una donna può parlare con un uomo delle cose di Dio. Ma non può insegnare in modo ufficiale perché quello rappresenta un insegnamento autorevole, e la donna non può avere autorità sugli uomini.
La Bibbia ci mostra che la donna può insegnare ai suoi figli, compresi i figli maschi. Per esempio, in Proverbi 1:8 leggiamo:
“Ascolta, figlio mio, l’ammaestramento di tuo padre e non trascurare l’insegnamento di tua madre,” (Proverbi 1:8 LND)
Quindi, una donna può e dovrebbe insegnare ai suoi figli. Inoltre, in Tito 2 impariamo che le donne anziane devono insegnare alle giovani donne, ma più che studi biblici, devono insegnare nel bene, ovvero, cose pratiche. Ascoltate mentre leggo Tito 2:3-5.
“3 Parimenti le donne anziane abbiano un comportamento conveniente a persone sante, non siano calunniatrici, non schiave di molto vino, ma maestre nel bene 4 per insegnare alle giovani ad amare i loro mariti, ad amare i loro figli, 5 a essere assennate, caste, dedite ai lavori di casa, buone, sottomesse ai propri mariti, affinché la parola di Dio non sia bestemmiata.” (Tito 2:3-5 LND)
Quindi, le donne possono insegnare ai loro figli, chiaramente possono insegnare alle altre donne, e le donne anziane dovrebbero avere un grande impegno nell'insegnare alle giovani donne gli aspetti pratici della vita che vengono elencati in Tito 2.
Quindi, il nostro brano in 1Timoteo 2 comanda alla donna di non avere autorità sull’uomo, di non insegnare all’uomo, ma piuttosto di imparare dall’uomo con sottomissione.
Tutto questo la continuazione dello stesso insegnamento che abbiamo trovato in 1Timoteo 2:9,10, dove abbiamo visto che la donna non deve mettersi davanti gli altri, cercando di essere notata, ma deve cercare di far notare Cristo, riempendo la sua vita con buone opere.
E similmente, una donna non deve mai cercare, né accettare, un ruolo di autorità su un uomo, perché va contro il piano di Dio. Questo vale nella chiesa, ma anche nella società.
La donna può pregare e condividere in chiesa, se porta qualcosa per coprire la testa, ma non può mai insegnare in modo autorevole.
Il Motivo di ciò
L'insegnamento di questo brano è molto chiaro. La donna non può avere un ruolo di autorità sull'uomo. E perciò, la donna non può avere il ruolo di insegnamento ufficiale in chiesa. Questo esclude totalmente la possibilità per una donna di essere un anziano o un pastore. Questo è totalmente vietato nel piano di Dio. Una donna che insegna in senso ufficiale, o che si mette in un ruolo di pastore si sta ribellando contro Dio, e sarebbe giusto lasciare una chiesa che permette ad una donna di insegnare in un ruolo ufficiale o di esserne il pastore o un anziano.
Tristemente, oggi si trovano persone che dicono che questo insegnamento non è più valido oggi. Dicono che rispecchia semplicemente la cultura di allora, e visto che la cultura è diversa, non si applica più a noi. Però, questo ragionamento è falso, perché questo insegnamento non è fondato su quello che era la cultura di allora. Piuttosto è fondato su come Dio ha creato il mondo, e i ruoli che Dio ha dato all'uomo e alla donna al tempo della creazione, prima che ci fosse qualsiasi cultura. E perciò, l’insegnamento di questo brano vale oggi come il giorno in cui fu scritto. I versetti 13 a 15 rendono chiaro che questo insegnamento è fondato sull'ordine che Dio stabilì al tempo della creazione. Perciò, è valido in ogni cultura e ogni secolo. Seguite attentamente mentre leggo 1Timoteo 2:11-15, per poi considerare i versetti 13 a 15.
11 La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione. 12 Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio. 13 Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva. 14 E non fu Adamo ad essere sedotto, ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione. 15 Tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevereranno nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.” (1Timoteo 2:11-15 LND)
Iniziando dal versetto 13, vediamo il motivo per cui Dio comanda alla donna di non insegnare e di non avere autorità, è perché Egli ha creato il mondo così.
Non c'entra nulla con una cultura o con quella che era la pratica in una certa epoca. Piuttosto, è fondato sui ruoli che Dio stabilì per Adamo ed Eva alla loro creazione. Dio creò Adamo per primo, e gli diede dominio sulla terra. Poi, creò la donna da Adamo, per essere un aiuto convenevole ad Adamo. Prima di quel momento, l'uomo era ancora solo, aveva ricevuto dominio sulla terra, e l'ordine di custodire il giardino. Ma non esisteva ancora la donna. Vi leggo Genesi 2:18 e poi 21-23.
“Poi l’Eterno DIO disse: "Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto conveniente a lui".” (Genesi 2:18 LND)
“21 Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Poi l’Eterno DIO con la costola che aveva tolta all’uomo ne formò una donna e la condusse all’uomo. 23 E l’uomo disse: "Questa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Lei sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo".” (Genesi 2:21-23 LND)
La donna è stata creata per l'uomo. Non è inferiore all'uomo, ma ha un ruolo diverso dall'uomo. Il suo ruolo è quello di essere l'aiuto adatto all'uomo. Quindi, nel piano di Dio è l'uomo che guida, e la donna che lo appoggia mentre egli segue Dio, e la guida di Dio.
Tornando al nostro brano in 1Timoteo 2, il versetto 14 dichiara:
“E non fu Adamo ad essere sedotto, ma fu la donna che, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione.” (1Timoteo 2:14)
Chiaramente, sia Adamo che Eva peccarono nel giardino. Ma nel piano di Dio, quando il serpente parlava con la donna, lei avrebbe dovuto sottomettersi alla guida di Adamo. Satana stava scavalcando l'ordine stabilito da Dio.
Quando non seguiamo l'ordine stabilito da Dio, quando per esempio una donna si mette in una posizione di autorità su un uomo, quel peccato già la porta a cadere in altri peccati.
E perciò, visto che la donna non ha cercato la guida di Adamo come capo, fu sedotta dal serpente.
E quindi, anche in questo Dio rende chiara l'importanza per la donna di restare nel ruolo che Dio ha stabilito per lei, come anche l'uomo deve restare nel suo ruolo di guidare, amare e curare teneramente la donna.
Salvezza per Grazia
Però, nel versetto 15 Dio fa capire che c’è la grazia, e che la caduta non chiude la porta alla salvezza. Per mezzo della grazia di Dio che noi abbiamo in Gesù Cristo, sia gli uomini che le donne possono essere perdonati per i loro peccati. Leggo ancora il versetto 15, e poi, consideriamo quello che vuol dire.
“Tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevereranno nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.” (1Timoteo 2:15 LND)
Prima di tutto, è importante capire che questo brano non sta in alcun modo dicendo che solamente le donne che hanno figli saranno salvate. La Bibbia è molto chiara nel dire che chiunque si ravvede e crede in Gesù Cristo sarà salvato. Perciò, è chiaro che la salvezza per le donne non è limitata solo a chi ha figli. Allora, qual è il senso di questo versetto?
Consideriamo questo versetto nel suo contesto per capirlo correttamente. Ricordate che dal versetto 9 in avanti questo brano sta parlando del ruolo della donna che è diverso dal ruolo dell'uomo. Questo brano comanda alla donna di non lasciare il suo ruolo, quindi, di non cercare di avere autorità su un uomo.
Allora, quando dice che la donna sarà salvata partorendo figli, vuol dire che lei confida in Dio, restando nel ruolo che Dio le ha dato. Sappiamo dalla Bibbia che Dio non guida ogni donna a sposarsi, e non ogni donna sposata riesce ad avere figli. Quindi, questo brano usa il concetto di “partorire figli” per rappresentare una donna che accetta il suo ruolo da Dio.
Quando dice poi “se persevereranno nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia.”, notate che il verbo persevereranno è in terza persona plurale, perché riguarda tutte le donne. Ogni vero credente, compresi gli uomini, se è veramente salvato deve perseverare nella fede, nell'amore, e nella santificazione. Per esempio, in Ebrei 12:14 leggiamo
“Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,” (Ebrei 12:14 LND)
La santificazione è necessaria per la vera salvezza. Per quanto riguarda l'amore, il più grande comandamento è di amare Dio, e poi di amare il prossimo. Più volte, la salvezza viene descritta in termini di coloro che amano Dio. E poi, perseverare nella fede è fondamentale, perché il giusto vivrà per fede. Quindi, queste qualità dimostrano che la donna è salvata per fede in Gesù Cristo. Quella donna sarà salvata.
Oltre a perseverare in santità, amore e fede, il versetto aggiunge anche: “se persevera in queste cose con modestia”. La parola modestia è la stessa parola che abbiamo visto anche nel versetto 9. Il suo significato è avere autocontrollo e buon senno, essere moderati in tutto. È il contrario dell'essere impulsivi o del lasciarsi guidare dalle passioni. Anche la modestia rispecchia la vita di un vero credente che guarda a Dio.
E quindi, in questo versetto Paolo non sta dicendo che la donna sarà salvata per opere, ma piuttosto, come vediamo spesso nella Bibbia, sta descrivendo quella che è la vera vita cristiana. Quando uno veramente vede la salvezza come il dono più grande, quando uno vuole Cristo più di qualsiasi cosa, crederà in Gesù Cristo, camminerà per fede in ubbidienza. E quindi, parlando delle donne, Paolo dice che nonostante la donna fu sedotta da Satana, può essere salvata, camminando per fede in Dio, che si manifesta in una vita di ubbidienza.
Paolo conclude il discorso sul ruolo della donna mettendo enfasi sul fatto che se una donna è veramente salvata, accetterà il suo ruolo.
Conclusione
Vuoi essere benedetto? Cammina per fede. Camminare per fede comprende imparare quello che Dio ti comanda, e poi, cammina in ubbidienza, vivendo i ruoli che Dio ti ha dato, secondo i suoi comandamenti. Questa è la via per essere benedetti.
Oggi, abbiamo visto un insegnamento importante su qual è il ruolo della donna, soprattutto nella chiesa. La donna non può insegnare in modo ufficiale. La donna non può avere autorità sull’uomo, e questo comandamento non è limitato alla chiesa. La mia preghiera è che possiamo tutti vivere i nostri ruoli. Prego che ogni uomo guiderà la sua famiglia con santità, timore e amore. Prego che ogni donna resterà sottomessa in casa, e che in chiesa, vivremo i nostri ruoli come Dio ci comanda, sapendo che solo Dio può benedirci.
I ruoli che Dio ha stabilito non ci limitano, ci lasciano correre nella libertà, perché la vera schiavitù è la schiavitù del peccato. Quando camminiamo per ubbidienza, allora, siamo veramente liberati.
Quando una donna cammina per fede, nel ruolo che Dio le ha dato, lei diventa una donna nobile, una donna che Dio può usare grandemente nel suo regno. Ringrazio Dio per le donne che abbiamo che sono così. Prego che ogni donna sarà una donna totalmente dedicata a Dio, che cammina in ubbidienza a Dio in ogni campo della vita.
Lodo Dio per il suo piano perfetto, in tutto.