Aiuto Biblico

La Grazia sovrabbonda - 1 Timoteo 1:12-17

Descrizione: Dio può salvare i peggiori dei peccatori, perché la grazia di Dio sovrabbonda.
sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 19 marzo 2017, – cmd ag –
parole chiave: grazia di Dio, sovrabbonda, Paolo, Gesù venuto per salvare peccatori.

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Se qualcuno vive immerso nel peccato, un peccato così terribile che anche per una società lontana da Dio quella persona è vista come malvagia, conviene cercare di evangelizzare quella persona? Oppure, sarebbe meglio cercare qualcuno con almeno un po’ di bontà o moralità?

In realtà, la domanda da fare è: fino a che punto può la grazia di Dio perdonare una persona?

Oggi, vogliamo trovare la risposta in ciò che l’apostolo Paolo scrive a Timoteo, in 1Timoteo 1.

Nell'ultimo sermone, abbiamo considerato i versetti da 5 ad 11, in cui abbiamo visto che la verità di Dio edifica, e che il fine del comandamento di Dio è l'amore. Inoltre, il brano ci insegna che la legge di Dio serve per mostrarci il nostro peccato, che ci spinge a Cristo. Questo è stato il discorso di Paolo in quei versetti.

Oggi, continuiamo a considerare il discorso di Paolo, e vedremo che Paolo si presenta come esempio che può essere un incoraggiamento per chiunque cerca la salvezza, per quanto il loro peccato possa essere profondo e terribile. La grazia di Dio è più profonda di quanto lo può essere il peccato di una persona.

Iniziamo leggendo il brano di oggi, che saranno i versetti da 12 a 17. Leggo dal versetto 11 per avere un po' di contesto:

11 secondo l’evangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato. 12 E rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù nostro Signore, perché mi ha ritenuto degno di fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore ed un violento; ma mi è stata fatta misericordia, perché lo feci ignorantemente nell’incredulità; 14 così la grazia del Signor nostro ha sovrabbondato con la fede e con l’amore, che è in Cristo Gesù. 15 Questa parola è sicura e degna di essere pienamente accettata, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 16 Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo facesse conoscere in me, per primo, tutta la sua longanimità, per essere di esempio a coloro che per l’avvenire avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. 17 Or al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio sapiente, sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. (1Timoteo 1:11-17)

Notate nel versetto 11 che Paolo dichiara che l’evangelo era stato affidato a lui. Cioè, Cristo aveva scelto Paolo come apostolo, che vuol dire che l'evangelo che predicava non era da lui, lo aveva ricevuto direttamente da Gesù Cristo. L’evangelo non appartiene a noi, appartiene a Dio. Dio affida a noi l’Evangelo, e dobbiamo annunciarlo fedelmente.

Però la cosa incredibile, ed è il punto di Paolo nel nostro brano, è che Dio affidò l’evangelo a Lui. Quando consideriamo chi era Paolo, questa cosa è straordinaria.

Infatti, mentre rileggo i versetti da 12 a 14, notate quanto è incredibile che Dio abbia scelto di affidare l'evangelo a Paolo. Poi, consideriamo ciò che questo esempio ci insegna del cuore di Dio:

“12 E rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù nostro Signore, perché mi ha ritenuto degno di fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore ed un violento; ma mi è stata fatta misericordia, perché lo feci ignorantemente nell’incredulità; 14 così la grazia del Signor nostro ha sovrabbondato con la fede e con l’amore, che è in Cristo Gesù.” (1Timoteo 1:12-14)

La prima cosa che noto è che Paolo dichiara qui che rende grazie a Cristo Gesù. La vita di Paolo era una vita piena di ringraziamenti a Dio. Ripetutamente nella Bibbia, troviamo comandamenti di abbondare nel ringraziamento, di ringraziare Dio sempre, e di essere riconoscenti. Paolo è un esempio di cosa vuol dire avere una vita piena di ringraziamento.

In questi versetti, Paolo ringrazia Gesù Cristo perché lo ha ritenuto degno di fiducia, ponendo al suo servizio Paolo, che prima era un nemico di Cristo.

Consideriamo la grandezza di ciò che Cristo ha fatto per Paolo, ma prima, fermiamoci un attimo per valutare se le nostre vite sono piene di ringraziamento a Dio. È normale che tu ringrazi Dio? E non sto parlando principalmente di ringraziarLo per il cibo, o per la salute. Certamente, è importante ringraziare anche per cibo e la salute. Però, è infinitamente più importante ringraziare Dio per i doni spirituali che valgono smisuratamente più di quanto vale il cibo o la salute. In Cristo Gesù, noi abbiamo il perdono. In Cristo Gesù, abbiamo libero accesso a Dio. In Cristo Gesù, per mezzo del suo sacrificio e della sua giustizia, abbiamo le preziose promesse di Dio. Per mezzo di Gesù Cristo abbiamo una viva e sicura speranza della vita eterna con Dio.

E quindi, come Paolo abbondava nel ringraziamento, così anche noi dovremmo abbondare nel ringraziamento tutti giorni. In qualunque situazione in cui ci troviamo, avendo Gesù Cristo, abbiamo di che abbondare nel ringraziamento. Prego che saremo un popolo che vive ringraziando Dio, perché questo è fondamentale per avere la gioia della salvezza e superare il peccato!

Cristo lo rendeva forte

Tornando a Paolo, prima di dire che ringraziava Cristo perché lo aveva ritenuto degno di fiducia, menzione il fatto che il Signore Gesù Cristo è Colui che lo aveva reso forte. Leggo ancora la prima parte del versetto 12.

“E rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù nostro Signore...” (1 Timoteo 1:12).

Paolo sapeva benissimo di non essere in grado da solo di vivere la vita cristiana, quanto di meno di compiere il servizio per cui era stato chiamato, e perciò, riconosceva che la sua forza era da Cristo Gesù. Infatti, ogni vero credente deve fortificarsi nel Signore, come Dio ci comanda tramite Paolo in Efesini 6:10. Ve lo leggo:

“Del resto, fratelli miei, fortificatevi nel Signore e nella forza della sua potenza.” (Efesini 6:10 LND).

Paolo ricordava sempre che la sua forza proveniva da Dio, e questo pensiero lo teneva umile. Inoltre, ricordare questa verità aiutava Paolo a ringraziare sempre Dio, e anche ad avere fede in Dio. E quindi, la domanda per ciascuno di noi è se noi ci stiamo fortificando nel Signore, e se stiamo riconoscendo che la nostra forza è nel Signore, e non in noi stessi.

È importante che consideriamo seriamente il motivo per cui Paolo rendeva grazie a Cristo Gesù il nostro Signore. Infatti, quando ricordiamo ciò che era la vita di Paolo, e che Cristo non solo perdonò Paolo, ma lo fece anche un apostolo, iniziamo a capire il cuore di Dio, e la grandezza della sua grazia. Inoltre, ci mostra qualcosa dell’infinito valore del sacrificio di Dio, e che è la sua giustizia che viene accreditata al nostro conto. Leggo di nuovo i versetti 12 e 13, e mentre leggo notate ciò che era la vita di Paolo prima della sua salvezza, considerando poi che fu chiamato ad essere apostolo.

“12 E rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù nostro Signore, perché mi ha ritenuto degno di fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore ed un violento; ma mi è stata fatta misericordia, perché lo feci ignorantemente nell’incredulità;” (1Timoteo 1:12,13)

Prima della sua salvezza, Paolo era un bestemmiatore, ovvero, Paolo bestemmiava il nome di Gesù Cristo, parlando duramente contro Gesù Cristo. Inoltre, Paolo perseguitava la Chiesa di Gesù Cristo. Quando Cristo Gesù apparse a Paolo sulla via per Damasco, gli dichiarò ciò che leggiamo in Atti 9:3-5. Ve lo leggo:

“3 Or avvenne che, mentre era in cammino e si avvicinava a Damasco, all’improvviso una luce dal cielo gli folgorò d’intorno. 4 E, caduto a terra, udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". 5 Ed egli disse: "Chi sei, Signore?". E il Signore disse: "Io sono Gesù, che tu perseguiti; ti è duro recalcitrare contro i pungoli".” (Atti 9:3-5 LND).

Paolo era un nemico di Cristo, e perseguitava la Chiesa. Effettivamente, perseguitando la Chiesa di Gesù Cristo, Paolo stava perseguitando Gesù stesso. Questo perché quello che facciamo contro un figlio di Dio, lo facciamo contro Cristo stesso. E perciò qui in Timoteo, quando Paolo descrive se stesso, dichiara che era un bestemmiatore e un persecutore. Inoltre, aggiunge che era un violento. Paolo usava violenza contro i credenti in Gesù Cristo.

Alla luce di tutto questo, in un certo senso, i peccati di Paolo erano molto peggio dei peccati di altri, perché egli si impegnava con tutta la sua forza contro Cristo. Con le sue parole, con le sue azioni e con il suo impegno, Paolo si dedicava pienamente ad opporre Gesù Cristo. Paolo era un terribile peccatore.

Ma incredibilmente, Cristo ha usato misericordia verso Paolo, mostrandogli il suo peccato, e poi perdonandolo quando Paolo si è ravveduto. Nel brano che ho letto in Atti, vediamo che Cristo metteva in evidenza il peccato di Paolo. Quando Gesù Cristo parlava con la donna samaritana, metteva in evidenza il suo peccato. Quando Gesù parlava con il giovane ricco, metteva in evidenza il suo peccato. Per ricevere la salvezza, una persona deve riconoscere il proprio peccato, per potersi ravvedere e chiedere perdono e credere in Gesù Cristo come Colui che può salvare.

Quando Paolo ha riconosciuto il suo peccato, egli si è ravveduto e ha creduto in Gesù come Cristo, Signore e Salvatore. Cristo non ha solo perdonato Paolo, ma lo ha ritenuto degno di fiducia, ponendolo al suo servizio come Apostolo.

Non esiste privilegio nella vita più grande di quello di servire il Dio vivente! Questo vale sia per un ministero a tempo pieno, ma anche per qualunque ministero a cui Dio ci chiama. Vivere per Cristo giorno per giorno ed essere il profumo di Cristo è un immenso privilegio. Non c'è alcun privilegio in tutta la vita paragonabile a vivere per la gloria di Dio, in altre parole, a servire Dio in qualche modo. Tutto ciò che facciamo che è legato a dei traguardi terreni finirà, e perderà ogni suo valore. Certamente, dobbiamo vivere in questo mondo e dobbiamo avere traguardi terreni. Però ogni traguardo terreno perderà il suo valore. Invece, quando Dio ci mette al suo servizio, e si serve di noi per innalzare Cristo davanti ad altri, servendosi di noi per aiutare altri a vedere più del loro peccato e più di Cristo, quel servizio vale più di qualsiasi tesoro terreno, e dura per tutta l'eternità! Quindi, è un immenso privilegio essere usati da Dio per servirLo.

Io voglio che la mia vita conti per la gloria di Cristo, perché voglio una vita che conta. Tu, hai un profondo desiderio di avere una vita che conta? Vuoi vivere al servizio di Cristo?

Quando consideriamo la profondità del peccato di Paolo, che era proprio un nemico di Gesù Cristo, e poi consideriamo che non solo è stato pienamente perdonato, ma che è anche stato scelto come apostolo, che Dio si è servito di Paolo più di tutti gli altri apostoli, allora iniziamo a comprendere quanto era immensa la misericordia che era stata fatta a Paolo, e quanto è immensa la misericordia di Dio nei nostri confronti.

Per tutta la sua vita, Paolo smetteva di rendere grazie a Dio per la grazia e per la misericordia che aveva ricevuto da Dio. E anche noi dobbiamo avere lo stesso cuore, perché anche noi abbiamo ricevuto una grazia simile. Anche noi eravamo peccatori, peccando giorno per giorno contro Dio. Anche noi siamo stati salvati dalle tenebre, e portati nella luce di Gesù Cristo. E anche noi siamo stati ritenuti degni di fiducia, e Cristo ha posto anche noi al suo servizio. Siamo chiamati la luce del mondo. Abbiamo l'incarico di portare l'evangelo ad ogni persona. Come Paolo, abbiamo ricevuto grande misericordia per mezzo di Cristo. Anche noi dobbiamo ringraziare Dio per tutta la vita.

Paolo lo fece ignorantemente

Notate che Paolo dichiara alla fine del versetto 13 della misericordia:

“ma mi è stata fatta misericordia, perché lo feci ignorante mente nell'incredulità;” (1Timoteo 1:13).

Considerate con me il senso che Paolo lo fece ignorantemente. Questo significa che Paolo non fosse colpevole? No. Il fatto che commettiamo peccati per ignoranza non toglie la nostra colpa. Infatti, Paolo parla della misericordia e poi nel versetto 15 dichiara di essere il primo dei peccatori proprio perché il peccato è peccato, anche quando siamo talmente accecati dal nostro peccato e dal nostro orgoglio che non riconosciamo il nostro peccato, e quindi, pecchiamo ignorantemente.

È importante capire questo. Un non credente, uno che è morto nei suoi peccati, non riconosce molto dei suoi peccati. È accecato. Per lui, il peccato è normale. Pecca ignorantemente nella sua incredulità. Questo non toglie la sua colpa. Dimostra piuttosto quanto sia un peccatore. È solo quando lo Spirito Santo apre gli occhi di quel peccatore, e lo convince del suo peccato che riconosce quanto sia un peccatore.

Vediamo questo in Levitico 4, dove Dio comanda a Mosè cosa dovevano fare i Giudei quando si peccavano ignorantemente. Spiega cosa fare se chi peccava per ignoranza era un sacerdote, o se era una persona comune, o se era uno dei capi. In ogni caso, il peccato fatto ignorantemente richiedeva un sacrificio di sangue per ottenere il perdono. Era una colpa grave contro Dio.

“1 L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: 2 "Parla ai figli d’Israele e di’ loro: Se uno commette peccato per ignoranza contro qualsiasi comandamento, facendo qualcosa che non dovrebbe fare, 3 se pecca il sacerdote che è stato unto, rendendo così il popolo colpevole, offra all’Eterno per il peccato commesso un torello senza difetto, come sacrificio per il peccato.” (Levitico 4:1-3 LND)

Ogni peccato, anche per ignoranza, richiedeva un sacrificio di sangue.

In Romani 10:1-3, Paolo parla del popolo di Israele, spiegando che erano nel peccato, in quanto avevano bisogno della salvezza e della giustizia di Cristo, perché non avevano conoscenza. Ve lo leggo.

“1 Fratelli, il desiderio del mio cuore e la preghiera che rivolgo a Dio per Israele è per la sua salvezza. 2 Rendo loro testimonianza infatti che hanno lo zelo per Dio, ma non secondo conoscenza. 3 Poiché ignorando la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria giustizia non si sono sottoposti alla giustizia di Dio” (Romani 10:1-3 LND)

Quindi, il punto di Paolo è che il fatto che chi peccava per ignoranza non toglieva la sua colpa. Era accecato, ma comunque colpevole. E perciò, il fatto che il Signore lo ha perdonato e lo ha posto al suo servizio un atto di immensa misericordia e grazia.

Anche noi, come credenti, possiamo essere accecati dal nostro orgoglio, e non riconoscere il nostro peccato. Si potrebbe dire che pecchiamo ignorantemente. Se tu ci pensi, quante volte è successo che tu ha peccato, e magari qualcuno ti ha parlato del tuo peccato, ma tu non lo vedevi. Quando quella persona ti ha parlato, secondo te sbagliava. Secondo te, tu non avevi peccato. Però in realtà, il tuo orgoglio ti accecava e non vedevi il tuo peccato. L’ignoranza non toglie la nostra colpa. Quanto il cuore è insanabilmente malato ed è ingannevole! Quanto dobbiamo camminare umilmente davanti a Dio!

Quanto grande è la misericordia di Dio, che Egli continua a parlarci finché non ci fa vedere il nostro peccato, in modo che possiamo ravvederci, ed Egli può perdonarci!

Prego che possiamo avere cuori teneri a riconoscere subito i nostri peccati.

La Grazia in Cristo Gesù

Dopo che Paolo ha fatto notare l'immenso contrasto fra la grandezza del suo peccato contro Cristo, e la misericordia del Signore nel renderlo un servo di Dio, nel versetto 14, Paolo dichiara che questa è l'immensa grazia di Dio in Gesù Cristo. Leggo di nuovo i versetti da 12 a 14. Notate specificatamente ciò che dice nel versetto 14:

12 E rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù nostro Signore, perché mi ha ritenuto degno di fiducia, ponendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore ed un violento; ma mi è stata fatta misericordia, perché lo feci ignorantemente nell’incredulità; 14 così la grazia del Signor nostro ha sovrabbondato con la fede e con l’amore, che è in Cristo Gesù. (1Timoteo 1:12-14)

Ciò che ha reso possibile che un terribile peccatore e nemico di Cristo come Paolo abbia potuto diventare un servo di Gesù Cristo è la grazia del Signore in Cristo Gesù. Infatti, Paolo riconosce che la grazia del Signore aveva sovrabbondato in lui, in Cristo Gesù.

Le parole "in Cristo Gesù" sono molto importanti, perché ogni grazia di Dio ci viene per mezzo di Gesù Cristo! Cioè, Dio è un Dio giusto, e deve punire il nostro peccato. Noi siamo colpevoli. Come Dio giusto, Dio non potrebbe mostrarci alcuna bontà, né farci del bene, né perdonarci, se non fosse per la grazia di Dio in Gesù Cristo.

In Gesù Cristo, Dio ha perdonato il nostro peccato. Nella salvezza, Dio ci ha coperto con la giustizia di Gesù Cristo. E perciò, Dio ci ricolma di bontà. Tutto questo è per mezzo di Gesù Cristo. Tutto il bene che noi riceviamo, non solo il bene in questa vita, ma il bene eterno, è una grazia da Dio, una bontà non meritata, ed è tutto per mezzo di Gesù Cristo! La grazia è in Cristo Gesù.

E Paolo, riconoscendo la gravità del suo peccato e l'immensità del bene che aveva ricevuto, dichiara che la grazia del Signore aveva sovrabbondato in lui, con la fede e con l'amore che è in Gesù Cristo.

Pensate alle parole “fede e amore”. Prima, Paolo era un uomo violento, un persecutore dei credenti, odiava i credenti. Poi, la grazia di Dio lo fece un uomo pieno di amore. Prima Paolo era un bestemmiatore contro Cristo, non aveva alcuna fede in Cristo. Per mezzo dell'opera di Dio nella sua vita, Paolo diventò un uomo di immensa fede!

Uno che odia non può iniziare ad amare con le proprie forze. Uno che bestemmia Cristo non può diventare un uomo pieno di fede in Cristo con le proprie forze. Questa trasformazione era dovuta alla grazia di Dio in Cristo Gesù. Dio ha dato a Paolo un nuovo cuore. Quando Dio salva, non solo perdona, ma dona un nuovo cuore. Cambia la persona. E così Paolo è stato trasformato, come Dio trasforma ogni persona che salva veramente! Questo è un frutto della vera salvezza.

Infatti, dove il peccato abbondava, la grazia del Signore sovrabbondava. Certamente, il peccato può essere grandissimo, ma la grazia di Dio è ancora più grande. Immagino che Paolo stava pensando a se stesso quando scrisse, in Romani 5:20:

“Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata,” (Romani 5:20 LND).

Lodo e ringrazio Dio per la sovrabbondante grazia di Dio, che è arrivata anche nelle nostre vite, se siamo salvati. La nostra speranza è dovuto alla grazia di Dio in Cristo.

La vita di Paolo manifestava la grazia di Dio in Cristo.

Io prego che ognuno di noi che è veramente salvato possa manifestare l'opera di Dio nella sua vita. Io prego che ognuno di noi possa essere visto e riconosciuto come uno che è pieno di vero amore e fede.

Ed io prego che ognuno di noi riconoscerà che tutta l'opera di Dio in noi è un'opera di grazia, che è in Cristo Gesù! Grazie a Dio per il nostro Signore Gesù Cristo.

Questa parola è sicura

Nel piano di Dio, la vita di Paolo è un esempio per chi cerca Cristo. Questo è il punto di Paolo nei versetti 15 e 16. Paolo prende ciò che Dio aveva fatto in lui come esempio per incoraggiare coloro che cercano Dio. In questi due versetti, che sono fondati su ciò che Paolo ha detto prima, Paolo rende chiaro che Gesù Cristo salva i peccatori, anche i peggiori peccatori. L'esempio di Paolo è stato gestita da Dio in modo da mostrare la prontezza di Dio a perdonare i peggiori peccatori.

In questi versetti, Paolo dichiara che Gesù Cristo è venuto al mondo per salvare i peccatori. Questa parola, ovvero questa dichiarazione, è sicura, e degna di essere pienamente accettata. Paolo presenta se stesso come prova che Gesù salva i peggiori peccatori. Seguite mentre leggo i versetti 15 e 16.

15 Questa parola è sicura e degna di essere pienamente accettata, che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. 16 Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo facesse conoscere in me, per primo, tutta la sua longanimità, per essere di esempio a coloro che per l’avvenire avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. (1Timoteo 1:15,16).

Paolo aveva spiegato la gravità del suo peccato, che era proprio un nemico di Gesù Cristo, un persecutore e violento contro i credenti di Cristo. Nonostante questo, è stato pienamente perdonato, e non solo perdonato, ma messo al servizio di Cristo. Spiegando tutto questo, Paolo innalza l'immensità della grazia di Dio in Cristo, e la prontezza di Dio di perdonare il più grave peccatore che si ravvede.

La dichiarazione, qua chiamata “la parola”, e cioè che Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare il peccatore, è sicura ed è degna di essere pienamente accettata. Possiamo fidarci pienamente di questa verità.

Il fatto che Dio salva peccatore è una verità sicura. Possiamo offrire il perdono e la salvezza al peggiore dei peccatori se si ravvedono come Paolo si è ravveduto. Nessun peccatore è troppo lontano da Dio che la grazia di Dio in Gesù Cristo non possa raggiungerlo. Questa verità è degna di essere pienamente accettata.

Dobbiamo noi accettare pienamente questa verità, per poter avere la fede di evangelizzare. Solo se sappiamo che Dio può salvare il peggiore peccatore avremo la fede di proclamare Cristo a tutti. Quindi, a NOI serve sapere e credere questa parola, per avere il coraggio di predicare a tutti.

Per mostrare che Gesù salva anche il peggiore peccatore se si ravvede, Paolo presenta se stesso come il primo dei peccatori. Chiamandosi il primo dei peccatori, Paolo dichiara che la sua colpa era peggio degli altri. Paolo innalza la gravità della sua colpa, del suo peccato, per mostrare la grandezza del perdono di Dio.

Infatti, nel versetto 16 Paolo dichiara che Dio ha fatto misericordia a lui per mostrare in Paolo la longanimità di Dio verso peccatori che si ravvedono.

Infatti, Paolo dichiara che egli è un esempio per coloro che per l'avvenire avrebbero creduto in Cristo per avere la vita eterna. In altre parole, quando noi predichiamo l'evangelo alle persone, e lo Spirito Santo colpisce il cuore di qualcuno, e quella persona si sente troppo peccatore da poter ricevere il perdono da Dio, possiamo usare l'esempio di Paolo per mostrare che Dio è pronto a perdonare anche quella persona! Possiamo aiutare la persona a capire che visto che Paolo fu perdonato, anche quella persona può essere perdonata. Dove il peccato abbonda, la grazia di Dio in Cristo sovrabbonda.

Visto che Dio ha salvato il primo dei peccatori, ovvero, il peggiore, salvando Paolo, possiamo proclamare Cristo a tutti.

Chiunque si ravvede e crede in Cristo sarà salvato, anche se i suoi peccati sono tanti. Chi NON si ravvede e non pone la sua fede in Cristo NON sarà salvato, anche se i suoi peccati sono pochi.

Usiamo Paolo come esempio quando predichiamo, e quando abbiamo dubbi sulla nostra salvezza. Chi si ravvede e crede riceve il perdono e la vita eterna.

Gloria a Dio

Come fa spesso, a questo punto Paolo si ferma per dare gloria a Dio. Considerando l’immensità della grazia di Dio in Cristo, e che perfino un peccatore come lui può essere perdonato, Paolo dà gloria e onore a Dio. Leggo il versetto 17.

17 Or al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio sapiente, sia onore e gloria nei secoli dei secoli. (1Timoteo 1:17)

Ripetutamente nelle sue Epistole Paolo glorifica Dio. Qua, si ferma per attribuire a Dio onore e gloria, nei secoli dei secoli.

Notate come Paolo descrive Dio. Dichiara:

Re eterno: Dio è eterno, esiste da sempre e per sempre. Ed è sempre il re, il sovrano.

Immortale: Dio non può morire, Dio è la vita.

Invisibile: Dio è spirito, non è limitato da un corpo.

Unico Dio: Dio solo è Dio, non ci sono altri dèi.

Sapiente: Dio è assolutamente sapiente in ogni cosa. Tutta la conoscenza e scienza e sapienza appartiene a Dio.

A questo glorioso Dio Paolo attribuisce onore e gloria per sempre.

E prego che anche noi vivremo così, dando costantemente gloria e onore a Dio. Questo sarà il nostro privilegio per tutta l’eternità. Iniziamo adesso.

Conclusione

Grazie a Dio per questo brano che ci ricorda di più l’immensità della grazia di Dio in Gesù Cristo. Dove il peccato abbonda, la grazia sovrabbonda. Anche il peggior peccatore può essere salvato, se si ravvede e crede in Gesù Cristo. Non dobbiamo mai credere che uno sia troppo nel peccato da essere salvato. La grazia di Dio è più grande del peccato. Predichiamo la parola sicura e degna di essere pienamente accettata: Gesù Cristo è venuto per salvare peccatori! Grazie a Dio che ha salvato anche noi. Impegniamoci a predicare a tutti, affinché salvezza arrivi anche ad altri. Ringraziamo Dio per la grazia nella nostra vita. Ringraziamo Dio che non solo ci ha salvati, ma ci ha ritenuti degni di fiducia, ponendoci al suo servizio. Viviamo, pieni di amore e di fede.