Aiuto Biblico

Cristo in noi, speranza di gloria

Colossesi 1:24-29

Sermone di Marco de Felice, www.AiutoBiblico.org per mercoledì, 4 gennaio 2023, – cmd dmp –
Descrizione: Viviamo per l’unica cosa che conta, proclamare Cristo!
parole chiave: mistero, Cristo in noi, speranza di gloria, potenza di Dio, sofferenza.

Sai perché spesso ti senti vuoto? Sai perché spesso gli impegni sembrano così pesanti? È perché Dio ti ha creato per cose grandissime che durano per tutta l’eternità. Troppo spesso, la nostra vita è piena di impegni che servono solo per questa vita. Questi impegni sono necessari per vivere, però, tutti questi impegni non ci soddisfano, perché siamo stati creati per qualcosa di molto più grande. Sono necessari, ma non producono frutto che dura, e perciò, ci lasciano vuoti.

Se cerchiamo di dare un senso alla vita con traguardi terreni, questi non riescono a soddisfarci, e peggio, ci portano a peccare.

Come possiamo avere una vita che vale veramente, e vale per l’eternità? Come possiamo impegnarci per l’eternità, quando il solo sopravvivere richiede così tanto tempo e impegno?

La soluzione sta nel capire lo scopo per cui viviamo, e tenere quello scopo sempre in mente, e averlo come desiderio del cuore. Allora, Dio ci aprirà porte, giorno dopo giorno, per potere avere una vita che conta.

La Bibbia descrive la salvezza come diventare nuove creature. Dio ci ha creati in Cristo Gesù per vivere eternamente con Lui, e per vivere una vita che porta gloria a Dio. Per esempio, in Efesini 2:10 leggiamo:

“Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo.” (Efesini 2:10 LND)

In Efesini 1:11,12 leggiamo:

“11 In lui siamo anche stati scelti per un’eredità, essendo predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà, 12 affinché fossimo a lode della sua gloria, noi che prima abbiamo sperato in Cristo.” (Efesini 1:11-12 LND)

La vita che conta è una vita che porta gloria a Dio, una vita piena di frutto che dura per l’eternità. Qual è questo frutto? Il frutto che dura per l'eternità è quello di proclamare la salvezza in Gesù Cristo, e poi, edificare altri credenti.

Ogni credente è chiamato a questo, perché ogni credente è chiamato ad essere luce nel mondo.

Gioire di far parte dell'opera eterna

Per che cosa ti impegni tu?

L’unico traguardo che conta è quello di impegnarsi per la gloria di Dio.

Oggi, vogliamo considerare Colossesi 1:24-29, che ci descrive l'impegno dell'apostolo Paolo, così esemplare nel compierlo che ha provato perfino gioia nel soffrire per gli altri credenti. Questo brano ci parla anche della speranza che possiamo avere se siamo in Cristo, una speranza viva così grande che ci darà gioia in qualunque circostanza in cui potremmo mai trovarci. Le verità in questo brano sono meravigliose, e sono da meditare profondamente.

Perciò, iniziamo leggendo Colossesi 1:24-29.

24 Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e compio nella mia carne ciò che manca alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto da secoli e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 il quale noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza. (Colossesi 1:24-29 LND)

L'apostolo Paolo aveva un traguardo che andava oltre a quelli terreni, oltre all'avere una vita comoda, ma piuttosto un traguardo che mirava a cose eterne e celesti. E per questo Paolo poteva iniziare questo brano dichiarando "ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi". Paolo aveva gioia nel soffrire per questi credenti, non perché a lui piacesse soffrire, ma per il privilegio di far parte dell'opera eterna di Dio in quelle persone, e di spendersi per un tesoro eterno.

Paolo è un esempio per noi, perché egli viveva guardando avanti, al ritorno di Cristo, quando l'opera di ogni credente sarà giudicata. Paolo sapeva che i credenti che egli aveva evangelizzato e che aveva aiutato a crescere sarebbero stati una corona per lui nel giorno di Cristo. Vi leggo ciò che dichiara parlando di se stesso e dei suoi collaboratori per i credenti di Tessalonica. Leggo 1Tessalonicesi 2:19

“qual è infatti la nostra speranza, o gioia, o corona di gloria? non siete proprio voi, davanti al Signor nostro Gesù Cristo alla sua venuta?” (1Tessalonicesi 2:19 LND)

Chiunque investa spiritualmente nella vita degli altri avrà una gioia eterna, all’arrivo di Cristo. Il frutto che Dio produce tramite noi sarà una corona di gloria per noi davanti a Cristo.

Paolo, sapendo ciò che avrebbe ricevuto, trovava ora gioia, nelle sue sofferenze per questi credenti, sapendo che erano sofferenze brevi che producevano un peso eterno di gloria. Questa è la verità che Paolo dichiara in 2Corinzi 4:16-18.

“16 perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; 18 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2Corinzi 4:16-18 LND)

Le nostre sofferenze attuali per portare altri a Cristo non sono nulla in confronto al peso eterno di gloria che ci aspetta come frutto di questa sofferenza. Sapendo questa verità, Paolo si dedicava interamente a portare frutto, anche quando quell'impegno lo faceva soffrire. Soffrendo in questo modo, per portare frutto spirituale, compiva una parte di ciò che mancava ancora all'afflizione di Cristo per la Chiesa.

Certamente, Paolo non poteva aggiungere nulla all’opera della giustificazione. Cristo ha sofferto una volta per sempre per compiere la nostra giustificazione. Paolo sta parlando della sofferenza e delle afflizioni necessarie per portare le persone alla salvezza e alla santificazione.

Anche noi abbiamo ricevuto da Dio il ministero di portare altri alla salvezza e poi di impegnarci per la santificazione gli uni degli altri. Questo richiede grande impegno, molti sacrifici, e spesso anche sofferenze. Paolo era pronto a soffrire, anzi, provava gioia nel soffrire, perché teneva in mente il frutto eterno che quella sofferenza avrebbe prodotto.

Chiedo a ognuno di voi che si dichiara credente: Tu sei pronto a rinnegare te stesso ed a soffrire per promuovere la salvezza e la crescita di altri? Ti rallegri quando hai il privilegio di parlare di Cristo o edificare gli altri, anche se ti fa soffrire? Se la tua risposta è no, allora non stai ricordando il vero scopo della vita. Stai vivendo cercando di evitare le sofferenze, anziché vivere cercando di portare gloria al nostro Dio. Vivere per Dio vuol dire investire per la salvezza e per l'edificazione degli altri, costi quel che costi.

Quello che dà gioia non è avere poche sofferenze e difficoltà. Poche persone hanno le difficoltà che aveva Paolo, eppure lui aveva grande gioia. Una vita senza il vero traguardo è una vita brutta e senza vera gioia. Una vita che porta frutto per l’eternità è una vita con grande gioia.

L'incarico di Paolo

Guardiamo più a fondo Colossesi 1:24,25. Leggo di nuovo i versetti 24,25 per capire l'incarico di Paolo.

24 Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e compio nella mia carne ciò che manca alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, (Colossesi 1:24,25)

Paolo capiva che la sua vita non apparteneva a se stesso, ma che era stato chiamato da Dio ad essere un ministro, con l'incarico di portare avanti l'opera di Dio. Certamente, Paolo è stato chiamato come apostolo, con un ministero particolare. Però, in realtà ogni credente appartiene a Dio, ed è chiamato a portare avanti il regno di Dio, glorificando Dio in ogni cosa. Non apparteniamo a noi stessi. In 1Corinzi 6.19,20 leggiamo:

“19 non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? 20 infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.” (1Corinzi 6:19-20 LND)

Ogni vero credente appartiene a Dio, è stato comprato a caro prezzo, e perciò tutta la sua vita deve essere vissuta alla gloria di Dio. L'idea che una certa parte della tua vita appartiene a te e che in quella parte puoi fare come vuoi è sbagliata. Apparteniamo totalmente a Dio, corpo e spirito. Non abbiamo lo stesso ministero di Paolo, ma tutti noi abbiamo il ministero di essere la luce del mondo e di adoperare i nostri doni spirituali per il bene comune.

Cioè, ogni credente ha uno o più doni spirituali che servono per l'edificazione del corpo, la Chiesa. Quindi, ogni credente ha il ministero di edificare gli altri. Tu, stai adempiendo al tuo ministero?

Lo scopo: far conoscere la verità

Leggo ancora i vv. 25,26 per capire il traguardo di Paolo, che dovrebbe essere anche il nostro traguardo.

25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi,

L'apostolo Paolo, essendo apostolo, aveva l'incarico di presentare pienamente la parola di Dio. Tanti gruppi cristiani con tante denominazioni predicano solo una parte della parola di Dio, in modo da sostenere la loro posizione. Ma questo è peccato. Dio ci chiama a presentare la Parola di Dio pienamente.

Il cuore della Parola di Dio è quello che qui viene chiamato il mistero, mistero che fino al tempo degli apostoli fu tenuto nascosto a tutte le generazioni precedenti. La parola “mistero” indica qualcosa che prima era nascosta, e che poi è stata rivelata.

Per tutti i secoli prima di Cristo, Dio non aveva rivelato in modo chiaro che stava per offrire la salvezza, non solo ai Giudei, ma anche ai gentili, per mezzo di Gesù Cristo. I Giudei credevano che la salvezza fosse solo per loro. I gentili non sapevano che potevano anche loro essere salvati.

Dopo la morte e la risurrezione di Cristo, questa strepitosa verità fu rivelata, cioè che l’offerta della salvezza in Cristo Gesù è per tutti, giudei e gentili. Che meravigliosa notizia è questa per noi che siamo gentili, ovvero, non giudei.

Paolo proclamava questa notizia, questo mistero, questa verità prima nascosta, ora rivelata.

La ricchezza del mistero

Questa verità è la più grande verità che ci possa essere. Noi, che siamo gentili, possiamo essere salvati eternamente. Anziché il tormento eterno, in Cristo abbiamo il perdono e la vita eterna con Dio.

Noi che siamo stati salvati per mezzo di questo evangelo, abbiamo la responsabilità e anche il privilegio di annunciare questa verità agli altri. La verità della salvezza in Cristo, che vuol dire avere Cristo dentro di te, vale più di qualsiasi altra benedizione nella vita. Quello che era sempre stato nascosto, ma ora è rivelato, è che anche noi gentili possiamo essere salvati, possiamo essere perdonati, riconciliati con Dio, ed avere Cristo in noi. Questa è la speranza della gloria eterna, perché vuol dire che godremo la gloria di Dio per tutta l’eternità. Leggo i vv.26-27.

“26 il mistero che fu tenuto nascosto da secoli e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, ” (Colossesi 1:26-27 LND)

Questo mistero è l'evangelo, Cristo in noi, non solo nei Giudei, ma anche nei gentili. Gesù Cristo è il Salvatore del mondo, chiunque si ravvede e crede in Lui sarà salvato, sia Giudeo che gentile.

Questo mistero, questa verità, è la verità più gloriosa del mondo! È la verità che ci rivela che l'uomo può essere riconciliato con Dio stesso per mezzo di Gesù Cristo! Non esiste alcuna benedizione terrena paragonabile alla benedizione di essere in Cristo! Chi è salvato non è solo in Cristo, ma Cristo è in lui!

Avere veramente Cristo dentro di sé è la cosa più gloriosa e grande del mondo! Non c'è nulla minimamente paragonabile all'avere Cristo Gesù stesso dentro di sé, e Gesù è in ogni vero credente! Se tu sei veramente salvato, Gesù Cristo è in te!

la nostra speranza: Cristo in noi

Notate le parole “speranza della gloria!”. Gesù Cristo in noi è la speranza della gloria.

Chi è veramente in Cristo, e Cristo in lui, ha la viva speranza, ovvero, la certezza, di godere la gloria di Dio per tutta l’eternità.

Siamo stati creati per questo. Nulla all'infuori di questo può soddisfare i nostri cuori e le nostre anime. Chi tiene gli occhi sulla gloria eterna che ci aspetta in Cristo può avere grande gioia, anche nelle prove e nelle difficoltà più profonde. Chi vive per questa gloria avrà una vita che conta.

Chi è in Cristo può godere la cosa “più meravigliosa” e incredibile che possa esistere: la gloria di Dio, giorno dopo giorno per tutta l'eternità! Essendo stati creati ad immagine di Dio, nulla può soddisfare il nostro cuore se non solo la gloria di Dio!

Ed è solo in Cristo Gesù che abbiamo la speranza della gloria.

Al di fuori di Gesù Cristo, non esiste alcuna via che ci porta a Dio, e alla sua gloria! Cristo Gesù è l'unico Salvatore, Gesù Cristo è l'unico che può farci arrivare nella gloria del Padre.

Gran Canyon: Tutto ciò che sulla terra sembra glorioso è solamente un'ombra debole della vera gloria che è in Dio! È come confrontare una foto sfocata del Gran Canyon con il Gran Canyon stesso. Per quanto la foto possa essere bella e sembrare maestosa, non è niente in confronto con il vedere il Gran Canyon con i propri occhi, e camminare due giorni per arrivare fino in fondo!

Similmente, ma infinitamente di più, non esiste nulla nel mondo che sia minimamente paragonabile alla gloria di Dio! Tutto quello che vediamo di glorioso in questa terra è solamente una debole ombra della gloria di Dio!

Chi è in Cristo sarà nella presenza di Dio, godendo la sua gloria per tutta l'eternità! Questa è una speranza viva, una speranza certa, perché è stata comprata con il sacrificio e la risurrezione di Gesù Cristo! Perciò, chi è in Cristo ha la speranza della gloria, e può gioire in qualunque circostanza della vita, perché la sua gioia non deriva dalle circostanze, ma dalla speranza che ha in Cristo Gesù, della gloria che gli spetta con Cristo.

Annunciare Questa Notizia

Una notizia così meravigliosa deve essere annunciata a tutti. La passione dell'Apostolo Paolo era annunciare questa buona notizia. Anche noi siamo chiamati ad annunciare questa notizia a tutto il mondo!

Certamente, Paolo era un apostolo, e solitamente, annunciava l’evangelo a tempo pieno. Ma, anche se non siamo apostoli, abbiamo il privilegio di essere stati chiamati ad essere la luce del mondo, annunciando questa verità alle persone intorno a noi. Questa è la vita che conta, questo è l’impegno che vale.

Torniamo al nostro brano, per notare il modo in cui Paolo svolgeva il suo ministero, perché ci mostra anche come noi dobbiamo svolgere il nostro incarico.

Leggo dal v.24 al 28. Notate specificatamente ciò che Paolo dichiara nel versetto 28.

“24 Ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e compio nella mia carne ciò che manca alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha dato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto da secoli e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 il quale noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:24-28 LND)

Il ministero di Paolo era di annunziare l’evangelo, e poi di ammonire ed ammaestrare ogni uomo in ogni sapienza in modo da presentare ogni uomo perfetto, ovvero maturo, in Cristo Gesù! Questo è anche il nostro incarico.

Vediamo qua due aspetti del ministero a cui anche noi siamo stati chiamati: prima, dobbiamo annunciare, ovvero, proclamare, l’evangelo. Dobbiamo annunciare che esiste perdono e riconciliazione con Dio per mezzo di Gesù Cristo! Noi chiamiamo questa predicazione ”evangelizzazione”. Dio ci chiama ad essere luce nel mondo di tenebre, ci chiama a proclamare l'evangelo ad ogni creatura.

Poi, quando una persona viene salvata, quella persona ha bisogno di crescere. Per questo, ha bisogno di ricevere l'insegnamento, quello pubblico per tutta la chiesa, ma ha anche bisogno di essere ammonito ed ammaestrato individualmente, in ogni sapienza. In altre parole, deve capire come allineare ogni aspetto della sua vita alla santità di Dio. Dobbiamo usare i nostri doni spirituali nella vita gli uni degli altri.

In Matteo 28, troviamo il comandamento di Gesù Cristo ai suoi seguaci, l’incarico principale che abbiamo finché Cristo non ritornerà. Chiamiamo questo incarico “il grande mandato”. Vi leggo il grande mandato da Matteo 28.

“18 poi Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: "ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. 19 andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età. Amen".” (Matteo 28:18-20 LND)

Notate che il primo passo di questo mandato è quello di fare discepoli di tutti popoli, che vuol dire evangelizzate. Poi battezzare coloro che diventano discepoli, infine serve insegnare loro ad osservare tutte le cose che Cristo ha comandato. Questo dev’essere l'impegno della nostra vita! Questo rende la vita ricca e soddisfacente.

Notiamo il ministero di Paolo. Lui e gli altri annunciavano l’evangelo, la salvezza in Gesù Cristo per chiunque credeva, giudeo o gentile.

Poi Paolo dichiara che ammoniva ed ammaestrava ogni uomo.

L’insegnamento pubblico, per esempio, la predicazione ogni domenica, e anche lo studio biblico, è fondamentale. Però, serve anche l'insegnamento e l'ammonizione personale, in base alla situazione e alla vita di ogni credente. Ognuno di noi ha bisogno di ricevere ammonimenti ed insegnamenti personalizzati e per la nostra situazione di vita. Questo ci aiuta a rendere ogni parte della nostra vita sotto la signoria di Gesù Cristo.

Leggo di nuovo Colossesi 1:28, per capire lo scopo di Paolo, che deve essere anche il nostro scopo.

“che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:28 LND)

Lo scopo dell’ammonimento e dell'insegnamento a tu per tu è di presentare ogni uomo perfetto in Cristo. La parola “perfetto” vuol dire “completo”, non mancante di nulla, e quindi, pienamente maturo in ogni campo della vita.

Il traguardo nel ministero è di rendere ogni credente maturo. Nessuno cresce da solo, abbiamo bisogno gli uni degli altri, e abbiamo bisogno degli uomini che Dio ha stabilito per curare la Chiesa. Abbiamo anche bisogno dei doni spirituali gli uni degli altri.

Notate che Paolo si impegna per ammonire ed ammaestrare ogni uomo in ogni sapienza. Noi cresciamo quando comprendiamo le verità di Dio e come esse si applicano alle nostre vite. Di natura, i nostri pensieri e i nostri ragionamenti sono sbagliati. Per crescere, dobbiamo sottoporre ogni pensiero alla Parola di Dio. Però, di natura i nostri ragionamenti sbagliati a noi sembrano giusti. Abbiamo bisogno di confrontare ogni pensiero con la Parola di Dio, e spesso abbiamo bisogno di altri che possono farci vedere cose che noi da soli non riusciamo a vedere.

Hai Tu un cuore umile?

È importante per ognuno di noi chiedersi: io sono veramente aperto a ricevere insegnamenti personali. Quando Dio manda persone nelle nostre vite che ci ammoniscono e ci insegnano a tu per tu, parlando direttamente con noi delle nostre situazioni, mostrandoci come meglio camminare secondo i principi di Dio, mostrandoci i falsi pensieri o peccati, siamo umili ad ascoltare? Siamo umili ad accettare l’insegnamento e cambiare quello che non è conforme ai principi di Dio?

Se non siamo umili ad ascoltare di cuore e cambiare dove serve, è un brutto frutto, e dovremmo preoccuparci della nostra condizione spirituale. Il metro della nostra maturità spirituale non è quanto ci impegniamo, ma è quanto stiamo crescendo nell’essere conformati all’immagine di Cristo.

Certamente, se non siamo umili nel ricevere ammonizioni ed insegnamenti personali, non siamo in grado di dare questi ad altri. E perciò, la nostra vita sarà una vita sprecata, senza uno scopo che vale. Il nostro cuore sarà insoddisfatto.

In altre parole, se il nostro orgoglio ci ostacola dall'accettare ammonimenti ed insegnamenti personali, non possiamo vivere una vita che conta.

Se tu non sei pronto a ricevere ammonimenti ed insegnamenti personali, non sei assolutamente in grado di darli ad altri. L'apostolo Paolo aveva ricevuto prontamente gli insegnamenti e gli ammonimenti da parte di Cristo. Paolo era umile, riconosceva quanto grave fosse il suo peccato. E così Paolo era in grado di ammonire ed ammaestrare gli altri. Prego che anche noi avremo l'umiltà di ricevere ammonimenti, per poter essere usati per aiutare gli altri a crescere.

Questa è una vita che conta.

l'impegno di Paolo

Avete notato quanto duramente Paolo si impegnava per portare avanti quest'opera? Paolo in questo è un esempio per noi. Notate quanto egli si impegnava. Leggo la prima parte del v.29.

“29 e per questo mi affatico combattendo....” (Colossesi 1:28-29 LND)

Paolo si affaticava, combattendo in questo impegno. Si affaticava, impegnandosi fino ad essere stanco, giorno dopo giorno, e spesso notte dopo notte, anno dopo anno. L'impegno di Paolo non era legato ad un orario d'ufficio. Paolo si dava completamente per portare avanti il ministero per cui era stato chiamato da Cristo.

Infatti, in 2Corinzi 11, leggiamo come Paolo viveva per portare avanti il suo ministero.

“23 sono essi ministri di Cristo? parlo da stolto, io lo sono più di loro; nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. 24 dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. 25 tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso. 26 sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli, 27 nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità. 28 oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente, è la sollecitudine per tutte le chiese.” (2Corinzi 11:23-28 LND)

Paolo si affaticava tantissimo. Le sue fatiche non riguardavano solamente la semplice stanchezza fisica, ma anche la grande sofferenza spirituale. Infatti, ricordate ciò che abbiamo letto all'inizio di questo brano, cioè che Paolo si rallegrava delle sue sofferenze per i credenti.

Facilmente noi potremmo credere che non abbiamo le forze che aveva Paolo. Ma grazie a Dio, questo pensiero non è assolutamente vero! Anche noi abbiamo la stessa forza che aveva Paolo, perché quella non era la forza di Paolo, ma era la potenza di Dio all'opera in lui, come egli dichiara nel v.29.

“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:29 LND)

Paolo combatteva con la forza di Dio che operava in lui con potenza! Grazie a Dio, Dio opera potentemente anche in noi, se siamo veri credenti!

Ricordate la preghiera di Paolo per i credenti ad Efeso, che troviamo in Efesini 1:16-19. Pregava che Dio operasse nei credenti affinché potessero conoscere la potenza di Dio all’opera in loro. Leggo Efesini 1:19, in cui Paolo descrive quello che chiede a Dio di rivelare a loro, ed a noi:

“19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza....” (Efesini 1:16-19 LND)

La potenza divina di Dio è all'opera in ogni vero credente! Quindi, non solamente Paolo aveva la potenza di Dio che gli permetteva di affaticarsi così tanto. Ogni credente ha la potenza di Dio all'opera in sé!

Perciò, tu che sei credente, non devi mai dire o pensare che sia troppo difficile camminare in ubbidienza, vivere per la gloria di Dio, e mettere a morte la carne. Se dipendesse dalle tue forze, certamente sarebbe troppo difficile. Ma non dipende dalle tue forze, perché la potenza di Dio è all'opera in te, come lo era in Paolo, e come lo è in ogni vero credente!

Perciò, preghiamo di riconoscere sempre di più la potenza di Dio all'opera in noi, e impegniamoci nella forza di Dio a combattere per la gloria di Gesù Cristo, impegnandoci con fatica a promuovere la crescita gli uni degli altri.

E Allora?

Allora, come vivremo, alla luce di queste verità?

Stai vivendo per la speranza della gloria? Stai aspettando l'arrivo di Gesù Cristo, pensando alla sua gloria, ed a quanto sarà meraviglioso stare nella sua gloria? Questa è la fonte per avere gioia in ogni circostanza!

Ricordate che questa vita è solo un vapore, finirà presto! Se tu sei in Cristo, hai davanti a te l'eternità nella presenza di Dio, godendo la gloria di Dio. Hai la viva speranza della gloria. Hai la potenza di Dio all'opera in te. Gioisci in queste verità! Poi, impegnati, senza contare il costo, a vivere per la gloria di Dio. Adopera i tuoi doni spirituali per l'edificazione degli altri credenti.

Fai tutto quello che puoi fare per proclamare l'evangelo ad altri. Impegnati a sostenere altri che proclamano l’evangelo.

A volte, Dio ci dà opportunità in cui noi possiamo parlare con altri. E dobbiamo parlare in ogni momento possibile. Poi ci sono impegni in cui possiamo evangelizzare indirettamente. Per esempio, preparare opuscoli è un lavoro che richiede tante ore, però, fa parte del proclamare la Parola ad altri. Quindi, impegnati, direttamente ed indirettamente, a proclamare l’evangelo.

E poi, accetta con umiltà gli ammonimenti e gli ammaestramenti che Dio provvede per te. Vivi per la gloria di Dio! Allora, sarai in grado di poter aiutare i tuoi fratelli e sorelle in Cristo ad essere sempre più conformati all’immagine di Cristo.

Questa è l’unica vita che conta veramente.

Ringrazia Dio per la gioia di avere la speranza della gloria, di Cristo in noi! Ringraziamo Dio che possiamo investire in quello che conta veramente.