Gioire di fare parte dell'opera eterna
Ogni persona in questa stanza, ed ogni persona nel mondo, ha dei traguardi. Ogni persona mira a qualcosa. La domanda è: a che cosa? A qualcosa che ne vale la pena, o a qualcosa che ti deluderà?
Di natura, siamo egoisti, e miriamo a ciò che crediamo soddisferà la nostra carne. Infatti, questo è il motivo per cui c'è così tanta guerra e cattiveria nel mondo, e così tanti scontri fra le persone. L'egoismo rende la vita difficile per tutti.
Inoltre, di natura miriamo a soddisfare il nostro proprio orgoglio. Vogliamo essere visti bene dagli altri, vogliamo vedere noi stessi come bravi. Anche in questo caso, quando i nostri traguardi nella vita sono determinati dal nostro orgoglio, essi ci creano tanti conflitti con gli altri, perché l'orgoglio di uno si scontra con l'orgoglio dell'altro.
Però, quei traguardi che nascono dall'egoismo e dall'orgoglio non solo creano problemi con gli altri, ma in realtà, deluderanno la persona stessa, perché sono troppo piccoli. Dio ci ha creati per qualcosa di molto più grande che solo impegnarci per soddisfare la carne, o per vederci bravi o importanti. La carne sarà distrutta, e in realtà non siamo importanti. Perciò, vivere per un traguardo così ci lascerà terribilmente delusi per l'eternità.
In realtà, Dio ci ha creati per un traguardo infinitamente più grande di qualcosa legato a questa terra. Dio ci ha creati per avere il traguardo di essere in rapporto con Dio stesso, e di godere la sua gloria per sempre, e di spenderci per la sua gloria. Solo questo traguardo vale veramente, e durerà per tutta l'eternità. Solo questo traguardo può soddisfare i nostri cuori. Solo vivendo per la gloria di Dio saremo veramente realizzati e la nostra vita avrà valore.
Quando il nostro traguardo consiste nel spenderci per la gloria di Dio, esso ci porterà a vedere come privilegio soffrire per la gloria di Dio. Nella Bibbia, troviamo uomini di Dio che trovavano grande gioia nel poter soffrire per il Signore.
Oggi, vogliamo considerare Colossesi 1:24-29, che ci parla dell'impegno dell'apostolo Paolo che lo portava a soffrire per aiutare i credenti a crescere, e ci parla anche della speranza che possiamo avere se siamo in Cristo, una speranza viva così immensa che ci darà gioia in qualunque circostanza in cui ci potremo mai trovare. Le verità in questo brano sono meravigliose, e sono da meditare profondamente.
Perciò, iniziamo leggendo Colossesi 1:24-29.
“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù; 29 e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Colossesi 1:24-29 LND)
L'apostolo Paolo aveva un traguardo che andava oltre a questa vita, oltre alla sua comodità, un traguardo che mirava a cose eterne e celesti. E per questo Paolo poteva iniziare questo brano dichiarando "ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi". Paolo trovava gioia nel soffrire per questi credenti, non perché a lui piacesse soffrire, ma per il privilegio di far parte dell'opera eterna di Dio in quelle persone.
Paolo è un esempio per noi, perché egli viveva guardando in avanti, al ritorno di Cristo, quando l'opera di ogni credente sarà giudicata. Paolo sapeva che i credenti che egli aveva evangelizzato e che aveva aiutato a crescere sarebbero stati una corona per lui nel giorno di Cristo. Vi leggo ciò che dichiara parlando di se stesso e dei suoi collaboratori nei confronti dei credenti di Tessalonica. Leggo 1Tessalonicesi 2:19
“qual è infatti la nostra speranza, o gioia, o corona di gloria? non siete proprio voi, davanti al signor nostro Gesù Cristo alla sua venuta?” (1Te 2:19 LND)
Paolo viveva con gli occhi fissi in avanti, pensando alla gioia che lo stava aspettando all'arrivo di Cristo, gioia dovuta al frutto che avrebbe portato in altri credenti per la gloria di Dio. Sapendo ciò che lo aspettava, Paolo trovava gioia nelle sue sofferenze per questi credenti, sapendo che erano sofferenze brevi che producevano un peso eterno di gloria. Questa è la verità che Paolo dichiara in 2Corinzi 4:16-18.
“16 perciò noi non ci perdiamo d’animo; ma, anche se il nostro uomo esteriore va in rovina, pure quello interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 infatti la nostra leggera afflizione, che è solo per un momento, produce per noi uno smisurato, eccellente peso eterno di gloria; 18 mentre abbiamo lo sguardo fisso non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono, poiché le cose che si vedono sono solo per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2Corinzi 4:16-18 LND)
Le sofferenze attuali per Cristo non sono nulla a confronto con il peso eterno di gloria che ci aspetta. Sapendo questa verità, Paolo faceva il necessario, anche quelle cose che portavano alla sofferenza, per compiere ciò che mancava ancora all'afflizione di Cristo per la Chiesa. È molto importante capire che quando Paolo parla di compiere ciò che manca alla afflizioni di Cristo per la Chiesa, non sta parlando dall'opera della giustificazione, che è un'opera che Cristo solo ha fatto, una volta per sempre sulla croce. Piuttosto, sta parlando della sofferenza e delle afflizioni necessarie per portare le persone alla salvezza e alla santificazione.
Il ministero che Dio ci ha dato di portare altri alla salvezza e poi di impegnarci per la santificazione gli uni degli altri richiede grande impegno, molti sacrifici, e spesso anche sofferenze. Paolo era pronto a soffrire, anzi, trovava gioia nel soffrire, perché teneva in mente il frutto eterno che quella sofferenza avrebbe prodotto.
A questo punto, ognuno di noi che è credente deve chiedersi: io sono pronto a rinnegare me stesso e a soffrire per promuovere la salvezza e la crescita di altri? Mi rallegro quando ho il privilegio di soffrire per il bene degli altri? Se la tua risposta è no, allora non stai ricordando il vero scopo della vita. Stai vivendo cercando di evitare le sofferenze, anziché vivere cercando di portare gloria al nostro Dio. Vivere per Dio vuol dire investire per la salvezza e per l'edificazione degli altri.
Il fatto che una vita sia piena di sofferenza non rende quella vita brutta. Ciò che rende la vita brutta è quando si manca il traguardo eterno per cui ci è dato di soffrire.
L'incarico di Paolo
Andiamo avanti, per capire l'incarico di Paolo. Leggo ancora i versetti 24 e 25.
“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio,
Paolo capiva che la sua vita non apparteneva a se stesso, ma che era stato chiamato da Dio ad essere un ministro, con un incarico di portare avanti l'opera di Dio. Certamente, Paolo è stato chiamato come apostolo, con un ministero particolare. Però, in realtà ogni credente appartiene a Dio, ed è stato chiamato a portare avanti il regno di Dio, glorificando Dio in ogni cosa. Non apparteniamo a noi stessi. In 1Corinzi 6.19,20 leggiamo:
“19 non sapete che il vostro corpo è il tempio dello spirito santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? 20 infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.” (1Co 6:19-20 LND)
Ogni vero credente appartiene a Dio, è stato comprato a caro prezzo, e perciò tutta la sua vita deve essere vissuta alla gloria di Dio. L'idea che tu hai una certa parte della tua vita che appartiene a te e che in quella parte puoi fare come vuoi è sbagliata. Apparteniamo totalmente a Dio, corpo e spirito. Non abbiamo lo stesso ministero di Paolo, ma tutti noi abbiamo il ministero di essere la luce del mondo e di adoperare i nostri doni spirituali per il bene comune.
Cioè, ogni credente ha uno o più doni spirituali che servono per l'edificazione del corpo, la Chiesa. Quindi, ogni credente ha il ministero di edificare gli altri. Tu, stai adempiendo al tuo ministero?
Lo scopo: far conoscere la verità
Leggo ancora i vv. 25,26 per capire quello che Paolo faceva:
25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare pienamente la parola di Dio,6 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi,
L'apostolo Paolo, essendo apostolo, aveva l'incarico di presentare pienamente la parola di Dio. Tante religioni e gruppi usano qualche parte della parola di Dio per sostenere la loro posizione. Però, è necessario presentare pienamente la parola di Dio, e non solo una parte.
Il cuore della parola di Dio è quello che qui viene chiamato il mistero, mistero che fino al tempo degli apostoli fu tenuto nascosto da tutte le generazioni precedenti.
La parola “mistero” qua indica qualcosa che prima era nascosto, e che poi è stato rivelato. Infatti, per tutti i secoli prima di Cristo, Dio non aveva rivelato in modo chiaro in che modo avrebbe salvato per mezzo di Gesù Cristo, e soprattutto, non aveva rivelato in modo chiaro che la salvezza non sarebbe stata riservata solamente ai Giudei, ma anche ai i Gentili. Ora che Gesù era venuto e che aveva compiuto la salvezza, ed era risuscitato, questa verità era manifesta, e perciò gli apostoli proclamavano questa verità, che prima era nascosta! Proclamavano questo mistero.
La ricchezza del mistero
È una grazia immensa che Dio ci ha fatto conoscere questa verità che era stata nascosta dall'inizio del mondo. Veramente conoscere questo mistero vuol dire non solo conoscere i fatti in senso intellettuale, ma vuol dire conoscere le ricchezze della gloria di questo mistero. Questo è possibile solamente perché Dio ha voluto rivelarcelo.
Leggo i vv.26-27.
“26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria,” (Colossesi 1:26-27 LND)
Questo mistero è il Vangelo, Cristo in noi, non solo nei Giudei, ma anche nei gentili. Gesù Cristo è il Salvatore del mondo, chiunque si ravvede e crede in Lui sarà salvato, sia Giudei che gentili.
Questo mistero, questa verità, è la verità più gloriosa del mondo! È la verità che rivela che l'uomo può essere riconciliato con Dio stesso per mezzo di Gesù Cristo! Non esiste alcuna benedizione terrena paragonabile alla benedizione di essere in Cristo! Chi è salvato non è solo in Cristo, ma Cristo è in lui!
Avere veramente Cristo in te è la cosa più gloriosa e grande nel mondo! Non c'è nulla minimamente paragonabile ad avere Cristo Gesù stesso in te, e Gesù è in ogni vero credente!
la nostra speranza: Cristo in noi
Però, questo versetto dichiara anche che Cristo in noi è la speranza della gloria!
Non c'è nulla nella vita minimamente paragonabile a godere la gloria di Dio per tutta l'eternità! Chi è in Cristo Gesù ha una viva speranza della gloria, ovvero ha una speranza certa di stare nella gloria di Dio, e di godere quella gloria per tutta l'eternità.
Non esistono parole umane adeguate per descrivere quanto sia meravigliosa e grande la gloria di Dio! Chi è in Cristo può godere la cosa più meravigliosa e incredibile che esiste, la gloria di Dio, giorno dopo giorno per tutta l'eternità! Essendo stati creati nell'immagine di Dio, nulla può soddisfare il nostro cuore se non solo la gloria di Dio!
Ed è solo in Cristo Gesù che abbiamo la speranza della gloria.
Al di fuori di Gesù Cristo, non esiste alcuna via che ci porta a Dio, e alla sua gloria! Cristo Gesù è l'unico Salvatore, Gesù Cristo è l'unico che può farci arrivare nella gloria del Padre.
Tutto ciò che sulla terra sembra glorioso è solamente un'ombra debole della vera gloria che è in Dio! È come confrontare una cartolina sfocata del Gran Canyon con il Gran Canyon stesso. Per quanto la cartolina possa essere bella e sembrare maestosa, non è niente in confronto con il vedere il Gran Canyon con i tuoi occhi, e camminare due giorni per arrivare in fondo!
Similmente, ma infinitamente di più, non esiste nulla nel mondo che sia minimamente paragonabile alla gloria di Dio! Tutto quello che vediamo di glorioso in questa terra è solamente una debole ombra della gloria di Dio!
Chi è in Cristo sarà nella presenza di Dio, godendo la sua gloria per tutta l'eternità! Questa è una speranza viva, una speranza certa, perché è stata comprata con il sacrificio e la risurrezione di Gesù Cristo! Perciò, chi è in Cristo ha la speranza della gloria, e può gioire in qualunque circostanza della vita, perché la sua gioia non deriva dalle circostanze, ma dalla speranza che ha in Cristo Gesù, nella gloria che gli aspetta con Cristo.
L'apostolo Paolo annunciava questo mistero, questo Vangelo, questa buona notizia! Anche noi siamo chiamati ad annunciare questa notizia a tutto il mondo!
Voglio notare come Paolo svolgeva il suo ministero, perché anche noi abbiamo bisogno di ricevere il tipo di ministero che Paolo svolgeva, e dobbiamo anche impegnarci in esso. Leggo dal v.24 al 28. Notate specificatamente ciò che Paolo dichiara nel versetto 28.
“24 ora mi rallegro nelle mie sofferenze per voi, e a mia volta compio nella mia carne ciò che manca ancora alle afflizioni di Cristo per il suo corpo, che è la chiesa, 25 di cui sono stato fatto ministro, secondo l’incarico che Dio mi ha affidato per voi, per presentare compiutamente la parola di Dio, 26 il mistero che fu tenuto nascosto per le passate età e generazioni, ma che ora è stato manifestato ai suoi santi, 27 ai quali Dio ha voluto far conoscere quali siano le ricchezze della gloria di questo mistero fra i gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria, 28 che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Col 1:24-28 LND)
Il ministero di Paolo era di annunziare il Vangelo, e poi di ammonire ed ammaestrare ogni uomo in ogni sapienza in modo da presentare ogni uomo perfetto, ovvero maturo, in Cristo Gesù!
Vediamo qua due aspetti del ministero: prima, c'è il fatto di annunziare il Vangelo, annunciando che esiste perdono e riconciliazione con Dio per mezzo di Gesù Cristo! Noi chiamiamo questa predicazione ”evangelizzazione”. Dio ci chiama ad essere luce nel mondo di tenebre, ci chiama a proclamare il Vangelo ad ogni creatura.
Poi, quando uno viene salvato, quella persona ha bisogno di crescere. E per questo, ha bisogno di ricevere insegnamento, sia quello pubblico per tutta la chiesa, ma ha bisogno anche di essere ammonito ed ammaestrato individualmente, in ogni sapienza.
In Matteo 28, quando Gesù stava parlando con gli apostoli per l'ultima volta, li ha lasciato incaricandoli di compiere ciò che viene chiamato “il grande mandato”. Vi leggo il grande mandato da Matteo 28.
“18 poi Gesù si avvicinò e parlò loro dicendo: "ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra. 19 andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del padre e del figlio e dello spirito santo, 20 insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato. or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. amen".” (Mt 28:18-20 LND)
Notate che il primo passo di questo mandato è di fare discepoli di tutti popoli, che vuol dire evangelizzare. Poi si battezza coloro che diventano discepoli, infine serve insegnare loro ad osservare tutte le cose che Cristo ha comandato.
Questo descrive il ministero di Paolo. Egli annunciava il Vangelo, e sappiamo che poi le persone venivano battezzate, e che in seguito Paolo insegnava loro ad osservare tutti i comandamenti di Gesù. Qua in Colossesi 1:28 impariamo che Paolo ammoniva ed ammaestrava ogni uomo. Molto dell'insegnamento è pubblico per tutti. Però, serve anche insegnamento e ammonizione personale, in base alla situazione e alla vita di ogni credente. Ognuno di noi ha bisogno di ricevere ammonimenti ed insegnamenti personalizzati per noi e per la nostra situazione di vita. Chi non accoglie bene gli ammonimenti e l'ammaestramento personale non crescerà bene.
Infatti, se tu non sei pronto a ricevere ammonimenti ed insegnamenti personali, non sei assolutamente in grado di darli. L'apostolo Paolo aveva ricevuto prontamente gli insegnamenti e gli ammonimenti da parte Cristo. Paolo era umile, riconosceva quanto grave fosse il suo peccato. E così Paolo era in grado di ammonire ed ammaestrare gli altri. Prego che anche noi avremo l'umiltà e l'odio per peccato che aveva Paolo, in modo che possiamo essere usati per aiutare gli altri a crescere.
il traguardo di Paolo
Troviamo lo scopo per cui Paolo si affaticava per questo alla fine del v. 28.
“che noi annunziamo, ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza, per presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù;” (Colossesi 1:28)
Lo scopo di Paolo era di presentare ogni uomo perfetto in Cristo Gesù! La parola “perfetto” usato qua significa “completo”, “che non manca nulla”, “completamente maturo”. Il traguardo nel ministero è di rendere ogni credente maturo. Nessuno cresce da solo, abbiamo bisogno gli uni degli altri, e abbiamo bisogno degli uomini che Dio ha stabilito per curare la Chiesa.
Notate che Paolo si impegna ammonendo e ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza. Noi cresciamo quando comprendiamo le verità di Dio e come esse si applicano alla nostra vita. Di natura, i nostri pensieri e i nostri ragionamenti sono sbagliati. Dobbiamo sottoporre ogni pensiero alla parola di Dio per crescere. Però, di natura i nostri ragionamenti sembrano giusti a noi. Abbiamo bisogno di confrontare ogni pensiero con la parola di Dio, e spesso abbiamo bisogno di altri che possono farci vedere cose che noi non stiamo vedendo da soli.
Paolo si impegnava in questo ministero per presentare ogni uomo perfetto, ovvero maturo, in Cristo Gesù. Utilizziamo le persone che Dio mette nella nostra vita per crescere, perché anche noi dovremo essere presentati davanti a Gesù Cristo! Viviamo per essere perfetti, ovvero maturi, quando arriveremo davanti a Lui!
l'impegno di Paolo
Avete notato quanto duramente Paolo si impegnava per portare avanti quest'opera? Paolo è un esempio per noi in questo. Notate quanto egli si impegnava. Leggo la prima parte del v.29.
“29 e per questo mi affatico combattendo....” (Colossesi 1:28-29 LND)
Paolo si affaticava, combattendo in questo impegno. Si affaticava, impegnandosi fino alla stanchezza, giorno dopo giorno, e spesso notte dopo notte, anno dopo anno. L'impegno di Paolo non era legato ad un orario di ufficio. Paolo si dava completamente per portare avanti il ministero per cui era stato chiamato da Cristo.
Infatti, in 2Corinzi 11, leggiamo un po' di come Paolo viveva per portare avanti il suo ministero.
“23 sono essi ministri di Cristo? parlo da stolto, io lo sono più di loro; nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. 24 dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. 25 tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso. 26 sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli, 27 nella fatica e nel travaglio, sovente nelle veglie, nella fame e nella sete, spesse volte in digiuni, nel freddo e nella nudità. 28 oltre a queste cose esterne, ciò che mi assilla quotidianamente, è la sollecitudine per tutte le chiese.” (2Co 11:23-28 LND)
Paolo si affaticava tantissimo. La sua fatiche non riguardavano solo una semplice stanchezza fisica, ma anche grande sofferenza spirituale. Infatti, ricordate ciò che abbiamo letto all'inizio di questo brano, cioè che Paolo si rallegrava per le sue sofferenze per i credenti.
Facilmente noi potremmo credere che noi non abbiamo le forze che aveva Paolo. Ma grazie a Dio, questo pensiero non è assolutamente vero! Anche noi abbiamo la stessa forza che aveva Paolo, perché quella non era la forza di Paolo, ma era la potenza di Dio all'opera in lui, come egli dichiara nel v.29.
“e per questo mi affatico combattendo con la sua forza che opera in me con potenza.” (Col 1:29)
Paolo combatteva con la forza di Dio che operava in lui con potenza! Grazie a Dio, Dio opera potentemente in ogni vero credente, anche in te!
Ricordiamo la preghiera di Paolo per i credenti ad Efeso, che troviamo in Efesini 1:16-19. Questa preghiera vale anche per noi:
“16 non cesso mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, 17 affinché il Dio del signor nostro Gesù Cristo, il padre della gloria, vi dia lo spirito di sapienza e di rivelazione, nella conoscenza di lui, 18 e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, 19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza....” (Efe 1:16-19 LND)
Notate specificatamente il versetto 19, e ciò che Paolo prega che noi credenti conosceremo:
qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza
La potenza divina di Dio è all'opera in ognuno di noi che è un vero credente! Quindi, non solo Paolo aveva la potenza di Dio che gli permetteva di affaticarsi così tanto. Ognuno di noi che è un credente ha la potenza di Dio all'opera in sé!
Perciò, tu che sei credente, non devi mai dire o pensare che camminare in ubbidienza, vivere per la gloria di Dio, e mettere a morte la carne, sia troppo difficile. Se dipendesse dalle tue forze, certamente sarebbe troppo difficile. Ma non dipende dalle tue forze, perché la potenza di Dio è all'opera in te!
Perciò, preghiamo di riconoscere sempre di più la potenza di Dio all'opera in noi, e impegniamoci nella forza di Dio a combattere per la gloria di Gesù Cristo, impegnandoci con fatica a promuovere la crescita gli uni degli altri.
E Allora?
Allora, come vivremo, alla luce di queste verità?
Stai vivendo per la speranza della gloria? Stai aspettando l'arrivo di Gesù Cristo, pensando alla sua gloria, e a quanto sarà meraviglioso stare nella sua gloria? Questa è la fonte per avere gioia in ogni circostanza!
Ricordate che questa vita è solo un vapore, finirà presto! Se tu sei in Cristo, hai davanti a te l'eternità nella presenza di Dio, godendo la gloria di Dio. Hai la viva speranza della gloria. Hai la potenza di Dio all'opera in te. Gioisci in queste verità! Poi, impegnati, senza contare il costo, a vivere per la gloria di Dio. Adopera i tuoi doni spirituali per l'edificazione degli altri credenti. Sottomettiti agli ammonimenti e agli ammaestramenti che Dio provvede per te. Vivi per la gloria di Dio!
Ringrazia Dio per la gioia di avere la speranza della gloria, Cristo in noi!