Aiuto Biblico

Come comportarti sotto autorità

Efesini 6:5-8

sermone di Marco deFelice, www.AiutoBiblico.org per domenica, 5 giugno 2016, – cmd es –
Descrizione: Come vivere da credente rapporti in cui abbiamo un’autorità su di noi.
parole chiavi: servi, dipendenti, operai, vita cristiana, padroni, datori, capi

Audio:

Dio ha creato il mondo in modo che nella vita, ci troviamo in diversi ruoli. Spesso, ci troviamo sotto l’autorità di un altro. Se si tratta dei rapporti di famiglia, e il fatto che i figli sono sotto l’autorità dei genitori, il fatto che solitamente i genitori amano i figli rende la sottomissione molto meno pesante. Anche la moglie è comandata ad essere sottomessa al suo marito, ma anche in questo caso, il marito è comandato ad amare sua moglie, che rende la sottomissione molto meno difficile.

Però, ci sono altri ruoli in cui siamo sotto l’autorità di qualcuno che non ci ama, anzi, che spesso cerca di sfruttarci e non pensa al nostro bene. Come dobbiamo vivere in questi momenti?

Come dobbiamo comportarci quando qualcuno ha autorità su di noi?

Come in ogni altro campo della vita, Dio ci insegna come vivere in questa situazione. Non solo ci insegna come vivere, ma ci spiega quale cuore dobbiamo avere. Però, i comandamenti di Dio non sono gravosi. Dopo averci spiegato come vivere, e con quale cuore, Dio ci spiega il motivo che possiamo vivere così. Ed è quando guardiamo in avanti, e viviamo per fede.

Quindi, riprendiamo il nostro studio dell’Epistola agli Efesini. Ricordiamo che i primi tre capitoli parlano di quello che Dio ha fatto per salvarci, e del suo amore per noi. Poi, iniziando con il capitolo quattro, Dio ci insegna come vivere, ora che siamo salvati. Abbiamo considerati i ruoli nella famiglie, e oggi, vogliamo considerare come devono vivere gli schiavi nei confronti dei loro padroni, e poi, i padroni con i loro schiavi.

È importante capire che i principi e comandamenti che valgono per gli schiavi valgono per qualsiasi rapporto in cui siamo sotto l’autorità di un altro. E i comandamenti per i padroni valgono per chiunque è in un ruolo di autorità. Quindi, questo insegnamento è molto importante per ognuno di noi.

Trovati con me Efesini 6:5. Vogliamo leggere dal versetto 5 al 9. La nostra Bibbia ha tradotto la prima parola come i servi. Io userò la traduzione “schiavi”, che è il senso della parola originale in greco, ed è come viene tradotta nel versetto 6. Seguite mentre leggo Efesini 6:5-9.

“5 Schiavi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, 6 non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come schiavi di Cristo, facendo la volontà di Dio di buon animo, 7 servendo con benevolenza come a Cristo e non come agli uomini, 8 sapendo che ciascuno, schiavo o libero che sia, se avrà fatto del bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore. 9 E voi, padroni, fate lo stesso verso di loro, mettendo da parte le minacce, sapendo che anche il vostro Signore è in cielo e che presso di lui non c’è alcuna parzialità,” (Efesini 6:5-9 LND)

Schiavi: ci sono ruoli diversi

Iniziamo a considerare questo brano leggendo la prima parte del primo versetto.

“Schiavi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore,” (Efesini 6:5).

Consideriamo che Dio ci comanda come vivere ogni rapporto della vita, da chi è uno schiavo, a chi è un padrone, e ogni ruolo di mezzo. Ogni ruolo può essere vissuto in modo che dà gloria a Dio. Ascoltiamo attentamente quello che Dio comanda per quando ci troviamo in un ruolo di essere sotto l’autorità di un altro.

Prima di tutto, la Bibbia prende per scontato che ci sono ruoli in cui uno sarà sotto l’autorità di un altro. Non dobbiamo vedere questo come sbagliato. Infatti, in 1Corinzi 7:20-24, tramite l'apostolo Paolo Dio ci insegna a non turbarci per quando ci troviamo in un ruolo così. Leggo quel brano.

“20 Ciascuno rimanga nella condizione nella quale è stato chiamato. 21 Sei tu stato chiamato quando eri schiavo? Non ti affliggere; se però puoi divenire libero, è meglio che lo fai. 22 Perché chi è chiamato nel Signore da schiavo è un liberto del Signore; parimenti anche colui che è chiamato da libero, è schiavo di Cristo. 23 Voi siete stati comprati a prezzo, non diventate schiavi degli uomini. 24 Fratelli, ognuno rimanga presso Dio nella condizione in cui è stato chiamato.” (1Corinzi 7:20-24).

Certamente, non è facile essere uno schiavo, e se c'è la possibilità di diventare libero, è meglio avvalersi di quella possibilità. Ma in linea generale, Dio comanda ad ognuno di rimanere nella condizione nella quale è stato chiamato. Non dobbiamo agitarci per il fatto che siamo sotto l’autorità di un altro ed è difficile. Possiamo avere gioia in qualunque ruolo in cui ci troviamo.

Notate il comandamento principale per gli schiavi. Coloro che sono sotto l'autorità di altri devono ubbidire ai loro padroni.

Notiamo a chi dobbiamo ubbidire, e che è una ubbidienza limitata. Nel greco, la parola qui tradotto come padroni è la stessa parola che viene tradotto come signore. È molto importante notare le parole "secondo la carne". Qualunque autorità umana è solamente una autorità secondo la carne, in altre parole, è un'autorità limitata. Nessuna autorità umana è autonoma. Solo Dio è la vera autorità, e chi ha qualunque autorità umana deve rispondere a Dio. Le autorità umane sono autorità limitate al campo terreno. L’autorità terrene non possono interferire con il nostro rapporto con Dio. Nessuna autorità umana può vietare ad una persona di pregare Dio o confidare in Dio o adorare Dio. Quindi, l'autorità umana è limitata.

Quindi, chi è sotto un padrone umano deve ubbidire a quell'autorità in quelle cose che riguardano la carne.

Chi Tipo di Ubbidienza

Per capire meglio come dev'essere quest'ubbidienza, leggo tutto il versetto 5.

“5 Schiavi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo,” (Efesini 6:5 LND)

Notate che bisogna ubbidire ai padroni secondo la carne con timore e tremore. Quanto è importante capire che Dio guarda al cuore. Non importa solamente quello che facciamo, ma importa anche il cuore con il quale lo facciamo.

In che senso bisogno ubbidire con timore e tremore?

Prima di tutto, a livello pratico, essendo sotto l'autorità del padrone, bisogna riconoscere che ci possono essere conseguenze negative per la disubbidienza. E quindi, c'è un certo timore delle conseguenze negative che possono arrivare se non ubbidiamo. Questo è da Dio. Dio ha stabilito le autorità, e permette che possono punire. E quindi, è giusto avere un giusto timore delle conseguenze per la disubbidienza.

Inoltre, è giusto ricordare che dobbiamo anche rispondere a Dio. E quindi, visto che Dio ci comanda ad ubbidire ai nostri padroni secondo la carta, dobbiamo avere timore di non peccare contro Dio, disubbidendo a questi padroni umani.

Oltre ad ubbidire con timore e tremore, dobbiamo ubbidire nella semplicità del nostro cuore. Una traduzione letterale sarebbe un cuore non divisa, e quindi, vuol dire un cuore in cui non c'è una doppia motivazione. Di nuovo, vediamo che a Dio importa non solo l'ubbidienza, ma anche il cuore con il quale viene fatto quell’ubbidienza. Dio vuole che la nostra motivazione sia unica, quella di voler piacere a Dio. Quando invece la nostra motivazione è doppia, e stiamo cercando di usare l'ubbidienza come mezzo per ottenere qualcos'altro, quello non è ubbidire nella semplicità del cuore. Dovremmo ubbidire semplicemente perché è giusto ubbidire.

Poi, il versetto dichiara di ubbidire come a Cristo. In altre parole, il nostro modo di ubbidire e anche il cuore con cui ubbidiamo deve essere come se stessimo ubbidendo a Cristo. Questo ci porta ad essere una vera luce della presenza di Cristo Gesù.

Quando ubbidiamo ai nostri padroni perché è il comandamento di Dio, in realtà, la nostro ubbidienza è a Cristo. Cioè, il nostro Signore Gesù Cristo ci comanda ad ubbidire ai nostri padroni secondo la carne. Perciò, ubbidendo a loro stiamo ubbidendo a Gesù Cristo.

Ricordare che l'ubbidienza ai nostri padroni nella carne è veramente ubbidienza Gesù Cristo trasforma come viviamo quei rapporti, e rende l’ubbidienza molto più leggere, e anche una fonte di gioia.

Altri Aspetti dell’Ubbidienza

Andando avanti, vediamo altri aspetti dell’ubbidienza ai nostri padroni umani che Dio comanda. Leggo i versetti da 5 a 7.

“5 Schiavi, ubbidite ai vostri padroni secondo la carne con timore e tremore, nella semplicità del vostro cuore, come a Cristo, 6 non servendo per essere visti, come per piacere agli uomini, ma come schiavi di Cristo, facendo la volontà di Dio di buon animo, 7 servendo con benevolenza come a Cristo e non come agli uomini,” (Efesini 6:5-7 LND)

Oltre ad ubbidire con timore e tremore, e nella semplicità dei nostri cuori, leggiamo che non dobbiamo servire per essere visti, come per piacere agli uomini.

Uno dei peccati più radicato nel cuore dell'uomo è l'orgoglio, che spinge l'uomo a preoccuparsi di quello che pensano gli altri. Questo nasce dal nostro desiderio di ricevere gloria per noi stessi, anziché vivere per la gloria di Dio.

Visto che quel tipo di orgoglio è un grave peccato, che ci ostacola da godere comunione con Dio, Dio ci comanda a non servire quelli che hanno autorità su di noi per essere visti, per piacere a loro o ad altri. Il nostro traguardo nell’ubbidire non deve essere per ricevere l'approvazione degli uomini, né gloria da loro.

Di nuovo, vediamo che a Dio importa non solamente quello che facciamo, ma anche il cuore con il quale lo facciamo. Abbiamo letto prima di fare con semplicità di cuore, devo dire senza doppia motivazione. Qui, viene specificato che non dobbiamo servire per essere visti dagli uomini. Non dobbiamo ubbidire per essere visti bene dagli altri. Quello sarebbe avere un cuore doppio. Se noi cerchiamo la gloria di Dio, sarà Dio a pensare a noi. E Dio può curarci infinitamente meglio di quanto potremo mai curare in noi stessi.

Il versetto continua e dice di non servire per essere visti come per piacere agli uomini, ma come schiavi di Cristo, facendo la volontà di Dio di buon animo. Quindi, la motivazione per la quale dovremmo ubbidire ai nostri padroni è per poter servire Cristo, ricordando che siamo schiavi di Cristo, perché siamo stati comprati a caro prezzo.

Noi abbiamo padroni secondo la carne, o come dice in greco signori secondo la carne, ma abbiamo solo un vero Signore, ed è Gesù Cristo.

Ubbidendo ai nostri padroni secondo la carne è la volontà di Dio, ed è importante che lo facciamo di buon animo.

Voglio considerare queste dichiarazioni:

“facendo la volontà di Dio di buon animo”

Dobbiamo fare la volontà di Dio, e dobbiamo farla di buon animo. Per poter fare la volontà di Dio dobbiamo conoscerla. Non possiamo fare quello che non conosciamo. E perciò, è importante che ci impegniamo a conoscere la volontà di Dio in ogni campo della vita, e non solo fare quello che a noi sembra giusto. Questo richiede un impegno.

In Efesini 5:17, leggiamo:

“Non siate perciò disavveduti, ma intendete quale sia la volontà del Signore.” (Efesini 5:17 LND).

Questo versetto ci comanda a intendere quale sia la volontà del Signore. In altre parole, dobbiamo informarci per capire qual è la volontà di Dio in ogni decisione di ogni giorno. Solo così possono fare con la volontà.

In più, il nostro versetto ci comanda di fare la volontà di Dio di buon animo. Non basta l’ubbidienza, ma serve anche che lo facciamo di cuore.

Sapete quello che ci permette di fare la volontà di Dio di buon animo? È quando comprendiamo più l'immensità dell'amore di Dio per noi in Gesù Cristo. L'unica vera e valida motivazione che ci spinge a veramente ubbidire in ogni cosa di buon animo è quando quell'ubbidienza è motivata da un cuore che trabocca di ringraziamento a Dio per l'immensità del suo amore per noi in Gesù Cristo. Questo è la motivazione che dovrebbe stimolarci più di ogni altra cosa a fare la volontà di Dio di buon animo.

Servendo con Benevolenza

Poi, andando avanti il nostro versetto dice:

“servendo con benevolenza” (Efesini 5:7).

Questo descrive un cuore contento di servire. E di nuovo, questo è il risultato di vedere l'amore di Dio. Non posso dire con abbastanza enfasi l'importanza di ubbidire di cuore e non solo con le azioni. Quando ti è difficile servire con benevolenza, ovvero con un cuore che trova piacere nel servire, con un cuore contento, vuol dire che non stai vedendo abbastanza l'amore di Dio per te in Gesù Cristo. Non stai vedendo abbastanza la gravità del tuo peccato, e l'immensità del perdono per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo. Qualunque volta che la vita cristiana ci è pesante, è perché non stiamo vedendo l'immensità di quello che abbiamo in Cristo.

Come a Cristo

Questo versetto conclude con la frase:

“Come a Cristo e non come agli uomini” (Efesini 5:7).

Di nuovo, troviamo le parole “come a Cristo”. La nostra ubbidienza deve essere fatto di buon cuore, perché in realtà stiamo ubbidendo a Cristo, e non agli uomini. Esternamente l'ubbidienza e ai nostri padroni secondo la carne. Ma in realtà la nostra ubbidienza è a Gesù Cristo, il nostro Signore. Questo cambia drasticamente il motivo per cui ubbidiamo.

La Chiave: Sapendo che…

Con i nostri ragionamenti umani, potrebbe sembrare difficile vivere così, visto che spesso, padroni umani possono essere cattivi e ingiusti. E perciò Dio, con grande amore, nel versetto 8, ci dà la chiave della vita cristiana. Questa chiava trasforma la nostra ubbidienza. Senza questa chiave, i comandamenti di Dio potrebbero sembrare molto gravosi, ma con questo chiave l'ubbidienza diventa una gioia. L’ubbidienza che Dio ci comanda nei versetti 5, 6,7, è seguito con la chiave per come vivere ogni forma di ubbidienza a Dio con gioia. Seguite mentre leggo Efesini 5:8.

8 sapendo che ciascuno, schiavo o libero che sia, se avrà fatto del bene, ne riceverà la ricompensa dal Signore. (Efesini 6:8).

Questo versetto è la chiave della vita cristiana. Dio ci comanda nei versetti precedenti ad ubbidire ai nostri padroni secondo la carne, cosa che può essere anche molto difficile in certi momenti. Però, possiamo farlo, sapendo quello che succederà nel futuro. In altre parole, la chiave per poter ubbidire con gioia è di sapere che l’ubbidienza di cuore porta a ricevere una ricompensa eterna dal Signore.

La chiave della vita cristiana è di sapere della ricompensa, e tenere questa verità sempre in mente.

Il principio di ricordare la ricompensa ci motiva in quasi ogni campo della vita. È quando noi sappiamo che una cosa dovrebbe portare certi benefici che siamo stimolati ad impegnarci in quella cosa.

Per esempio, un agricoltore sa che piantando un certo seme crescerà quella pianta, e sa che il prezzo del mercato vuol dire che gli conviene prendere quell'impegno. Un operaio sa che alla fine del mese il suo titolare gli darà la busta paga, e sapendo questo, si alza ad andare al lavoro anche quando non avrebbe la voglia. Un genitore che capisce bene i principi di Dio e sa che allevando il figlio in base a quei principi renderà molto più probabile che il figlio crescerà bene, sapendo questo è più costante nel modo di crescere il figlio. Effettivamente, quasi tutto quello che facciamo, lo facciamo perché da quello che comprendiamo, ci porterà a un risultato che desideriamo. E quindi, potremmo dire che sapendo che una certa azione mi darà un risultato che desidero, faccio quell'azione.

Effettivamente, viviamo già tutti così. Questo versetto ci insegna che la motivazione per l’ubbidienza a Dio, ubbidendo ai nostri padroni secondo la carne, è perché sapiamo che come frutto della nostra ubbidienza fatta di cuore è che avremo una ricompensa dal Signore.

In altre parole, la chiave per ubbidienza in questo caso, e in realtà in ogni campo della vita, è di sapere e ricordare che ci sarà il giudizio finale, con la ricompensa per coloro che hanno camminato per fede.

La Bibbia è piena di versetti che ci parlano del fatto che dopo questa vita ci sarà il giudizio. È impossibile vivere la vita cristiana con gioia e con la vittoria sul peccato se non teniamo in mente la realtà del giudizio dopo la morte e la ricompensa per una vita di fede.

Leggo 1Corinzi 3:9-15, brano indirizzato specificamente a chi è un figlio di Dio. Seguite attentamente mentre leggo questo avvertimento. Paolo inizia parlando del fatto che aveva posto il fondamento, ovvero, aveva evangelizzato loro. Leggo le parole di Paolo a questi credenti.

“9 Noi siamo infatti collaboratori di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto io ho posto il fondamento, ed altri vi costruisce sopra; ora ciascuno stia attento come vi costruisce sopra 11 perché nessuno può porre altro fondamento diverso da quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. 12 Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, stoppia, 13 l’opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà; poiché sarà manifestata mediante il fuoco, e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno. 14 Se l’opera che uno ha edificato sul fondamento resiste, egli ne riceverà una ricompensa, 15 ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.” (1Corinzi 3:9-15 LND).

È fondamentale che ricordiamo che dopo questa vita ci troveremo davanti a Dio per essere giudicati su come abbiamo costruito sopra il fondamento di Gesù Cristo. Da un lato, la salvezza, dall’inizio alla fine, è tutto per fede in Gesù Cristo.

Però, è anche fondamentale come viviamo, perché saremo giudicati per quello che abbiamo costruito sopra il fondamento della nostra salvezza. Se abbiamo costruito bene, riceveremo una meravigliosa ricompensa. Se invece abbiamo costruito male, qua rappresentato con edificare con fieno o stoppia, quello che abbiamo fatto sarà bruciata. Quindi, sapendo che ci aspetta una ricompensa meravigliosa è uno stimolo ad ubbidire ai comandamenti di Dio di cuore, compreso il comandamento di ubbidire ai nostri padroni secondo la carne.

Un altro brano che ci ricorda questa verità è 2Corinzi 5:7-10, in cui l'apostolo Paolo ci ricorda ancora che ci sarà il giudizio per noi che siamo salvati. Sapendo di questo giudizio diventa uno stimolo di camminare per la gloria di Dio. Vi leggo 2Corinzi 5:7-10.

“7 Camminiamo infatti per fede, e non per visione. 8 Ma siamo fiduciosi e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare con il Signore. 9 Perciò ci studiamo di essergli graditi, sia che abitiamo nel corpo, sia che partiamo da esso. 10 Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte nel corpo in base a ciò che ha fatto, sia in bene che in male.” (2Corinzi 5:7-10 LND).

Il punto qui è chiaro. Sapendo che dobbiamo comparire davanti a Cristo per essere giudicati, viviamo in modo da essergli graditi.

La base della vita cristiana è di vivere per fede, guardando in avanti a quello che Dio ha riservato per noi. Sapendo che compariremo davanti a Cristo, ci stimola a vivere per ricevere una ricompensa eterna.

Fra i tanti altri brani che parlano di questo, vi leggo uno il cui contesto è proprio quello di come schiavi dovrebbero comportarsi con i loro padroni, anche padroni ingiusti. Leggo 1Pietro 2:18-21. Seguite mentre lo leggo. Notate anche anche questo, la chiave è di ricordare la ricompensa, qua descritta come una cosa lodevole e anche gloria.

“18 Servi, siate con ogni timore sottomessi ai vostri padroni, non solo ai buoni e giusti, ma anche agli ingiusti, 19 perché è cosa lodevole se uno, per motivo di coscienza davanti a Dio, sopporta afflizioni soffrendo ingiustamente. 20 Che gloria sarebbe infatti se sopportate pazientemente delle battiture, quando siete colpevoli? Ma se sopportate pazientemente delle battiture quando agite bene, questa è cosa gradita a Dio.” (1Pietro 2:18-20 LND).

La motivo per cui è giusto ubbidire ai nostri padroni secondo la carne, anche quando sono ingiusti, non è perché loro stessi meritano questo, ma perché è cosa lodevole se ubbidiamo per motivo di coscienza davanti a Dio. Questi ci porta gloria, ovvero, una ricompensa eterna.

Dire che è una cosa lodevole vuol dire che è una cosa che porta Dio a manifestare bontà e favore nei nostri confronti. In altre parole, è un atto di fede da parte nostra che Dio ricompensa grandemente, e così, ci porterà gloria. Questo succede già in questa vita, ma succederà pienamente al ritorno di Gesù Cristo.

E quindi, ciò che ci permette di ubbidire ai nostri padroni secondo la carne, anche quando sono ingiusti, è perché sappiamo che ne riceveremo la ricompensa eterna da Cristo al suo ritorno.

Infatti, è proprio il fatto di guardare in avanti al ritorno di Cristo che ci sostiene in ogni situazione difficile della vita. La vita cristiana è una vita di fede. Tutti vivono per fede. Però, chi non ha Cristo vive per qualche che sarà perso. Avendo Gesù Cristo possiamo vivere per quello che non sarà perso mai.

Applichiamo questo

Allora, che cosa ci ha mostrato Dio oggi in questo brano? Cosa c’entra con noi? Abbiamo visto quello che Dio comanda per quanto riguarda rapporti in cui siamo sotto l’autorità di una persona. Il comandamento è dato a chi è uno schiavo, che sarebbe la situazione più pesante, e così, questo comandamento vale in qualsiasi rapporto in cui siamo sotto autorità umana.

Il comandamento di Dio è per credenti di ubbidire ai loro padroni secondo la carne. Certamente, la Bibbia rende chiaro che non dobbiamo mai seguire un ordine che ci farebbe peccare contro Dio. Se un padrone dovesse ordinare ad un credente di mentire, o a fare una cosa disonesta o illegale, il credente deve rifiutare. Però, per quanto riguarda il lavoro, dobbiamo ubbidire.

Però, abbiamo visto non solo Dio ci comanda ad ubbidire ai nostri padroni secondo la carne, ma ci comanda di ubbidire con semplicità di cuore, con timore e tremore, e di buon animo. Solo così la nostra ubbidienza porta gloria a Dio, e benefici al nostro cuore.

Viviamo in una società in cui anziché ubbidire ai capi con buon animo, quando si ubbidisce, è con lamenti e risentimento. C’è proprio una cultura di criticare i capi e lamentarci. Questo è un grave peccato. Se tu riconosci che il tuo atteggiamento non è buono, confessa il tuo peccato a Dio.

E soprattutto, se per te è difficile ubbidire alle autorità nella tua vita con gioia e con buon cuore, molto probabilmente non stai pensando all’immensità dell’amore di Dio per te. Non stai guardando in avanti, sapendo che ogni prova qua passerà, e che ben presto, vedremo Gesù, e là, ci sarà la ricompensa e la gioia eterna.

Quando la vita ti è difficile, non stai guardando in avanti. Non stai vivendo “sapendo che” ci sarà la ricompensa. Quanto soffriamo inutilmente, perché non guardiamo in avanti, camminando per fede, in attesa del ritorno di Cristo. Guardiamo in avanti, e così possiamo avere gioia, in ogni situazione, anche quando abbiamo un padrone ingiusto e cattivo. Dio vede tutto, vede ogni lacrima, e quando Cristo ritornerà, porterà giustizia in ogni situazione.